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Piano di gestione


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1.4.5. SPECIE ALIENE E ANALISI DEL GRADO DI INVASIVITÀ

Riportare qui un commento alle specie esotiche rinvenute nel/nei SIC, specificandone area di provenienza, grado di invasività ed eventuali possibilità/opportunità di eliminazione.




SPECIE

HABITAT

COD

SIC

DISTURBO

STRESS

Riportare il binomio (Es. Callosciurus finlaysonii)

Riportare la denominazione dell'/degli habitat in cui la specie è presente

(es. " Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia")



Riportare il codice numerico dell'habitat

(es. 9340)



Riportare codice e denominazione dei SIC in cui la specie è stata rinvenuta

Riportare il tipo di disturbo e una stima approssimativa della sua frequenza, secondo la scala seguente: ALTO /MEDIO /BASSO

Riportare una stima approssimativa dell'intensità del disturbo, secondo la scala seguente:ALTO /MEDIO /BASSO







































1.4.6. APPLICAZIONE DI INDICI PER LA VALUTAZIONE DEL VALORE DELLE SINGOLE SPECIE ED INDIVIDUAZIONE DELLE SPECIE E DELLE COMUNITÀ DI INTERESSE CONSERVAZIONISTICO

Riportare qui un commento sulla naturalità delle zoocenosi rilevate, attribuendo loro un punteggio sulla base dei criteri riportati nel paragrafo 1.4.2. Valutare inoltre l'importanza relativa di ciascuna unità ambientale (distinguendo tra molto alta, alta, media, bassa, molto bassa) in base ai seguenti criteri:


• presenza di specie chiave e loro isolamento, ovvero quale percentuale della popolazione totale stimata di una data specie alligna in un dato habitat entro i confini del S.I.C. e quanto distano la/le metapopolazioni comprese entro i confini del S.I.C. da altre altre eventualmente note per la medesima specie;

• stato di conservazione, con riferimento alla stima della consistenza numerica di una data zoocenosi;



• esposizione, ovvero quanto una zoocenosi è esposta al rischio rappresentato dalle specie esotiche invasive e dalle attività umane in generale, in funzione della topografia, morfologia e estensione delle patches.
In accordo con i criteri anzidetti, enumerare il grado di importanza (priorità conservazionistica) delle unità ambientali rilevate. A conclusione di questo paragrafo, completare una tabella analoga alla seguente, con riferimento alle specie di interesse (ovvero quelle menzionate nelle sezioni 3.2. e 3.3. dei formulari standard):



Cod.

Unità ambientali

Habitat

Specie

stanziali

Specie

stagionali

Specie

occasionali

Priorità




Ambienti umidi
















330

Canneti ad Arundo donax

1130

2




0,8

Bassa

341

Canneti a Phragmites communis

1130










Alta

366

Fruticeti alofili (Sarcocornietea) + vegetazione alofila annuale

1310+1420










Molto alta

342

Vegetazione alofila sommersa (Ruppietea)













Alta




Ambienti aridi
















350

Scogliere (Chritmo-Limonietea)

1240










Alta

221

Macchia a Pistacia lentiscus (Ephedro-Pistacietum lentisci)

5330










Media

228

Arbusteti alotolleranti argillofili (Suaedo-Salsoletum oppositifoliae)

1430










Media

501

Calanchi argillosi













Media

251

Gariga a Corydothymus capitatus (Coronillo-Coridothymetum capitati)

5420










Alta

252

Gariga poco densa, mista a praticelli effimeri (Coronillo-Coridothymetum capitati e Thero-Brachypodietea)

5420+6220*










Media

255

Gariga a Reamuria vermiculata (Diplotaxio-Reamurietum vermiculatae)

5420










Molto alta

311

Praterie a Hyparrhenia hirta (Hyparrhenietum hirto-pubescentis)

6220*










Bassa

312

Praterie ad Ampelodesmos mauritanicus

6220*










Bassa

313

Praterie a Lygeum spartium (Phagnalon-Lygetum sparti)

6220*










Media

316

Praticelli effimeri a Stipa capensis

6220*










Bassa

320

Campi abbandonati (Echio-Galactition)













Molto bassa




Ambienti sabbiosi
















360

Vegetazione psammofila alo-nitrofila (Salsolo-Cakiletum maritimae)

1210










Alta

361

Dune mobili con Ammophila arenaria e Elymus farctus (Ammophiletea)

2110+2120










Molto alta

362

Dune mobili con Crucianella maritima (Seseli-Crucianelletum maritimae)

2210










Molto alta

363

Gariga psammofile (Centaureo-Ononidetum maritimae) + vegetazione psammofila annuale (Malcolmietalia)

2220+2230










Molto alta

229

Macchia psammofila a Retama retam (Asparago-Retametum gussonei) + praticelli effimeri psammofili (Malcolmietalia)

5330+2230










Molto alta




Ambienti sinantropici
















160

Rimboschimenti con specie esotiche (Eucalyptus e Acacia)

-










Molto bassa

400

Coltivi

-










Molto bassa

401

Frutteti

-










Molto bassa

413

Serre

-










-

500

Suolo nudo

-










-

511

Urbanizzazioni

-










-




Tot.

















CARTOGRAFIE

C10. Carta degli habitat delle specie (siti di riproduzione, rifugio, svernamento, corridoi di transito, alimentazione, ecc.) in scala 1:10.000;

C11. Carta del valore faunistico degli habitat in scala 1:10.000;
ALLEGATI

A3 CHECK-LIST DELLA FAUNA


1.5. INQUADRAMENTO AGRO-SILVO-PASTORALE
Scrivere qui un breve testo introduttivo 20-50 righe con una sintesi sulla gestione territoriale da parte dell'uomo, con particolare riferimento alle pratiche tradizionali e agli effetti della "modernizzazione" sul territorio. In pratica, una breve sintesi di quanto specificato nei paragrafi seguenti.
1.5.1. DESCRIZIONE DELL’USO DEL SUOLO

Commento della carta Corine land-cover V livello, specificando l'estensione delle diverse unità Corine ed accennando ad eventuali mutamenti in atto (evidenze di aumenti/riduzione di superfici). Commentare anche eventuali incongruenze e difformità tra quanto riportato nella carta Corine ed evidenze derivanti dai sopralluoghi in campagna.

In particolare, i Isopralluoghi dovrebbero avere come obiettivo l’acquisizione delle caratteristiche vegetazionali e strutturali del soprassuolo (soprattutto in relazione alla dimensione produttiva) e l’individuazione dei limiti, sia esterni, sia tra le differenti tipologie agroecosistemiche.
Completerà questo paragrafo una tabella sinottica dell'uso del suolo, che evidenzia, per ciascuna tipologia Corine (ripartite in superfici artificiali, superfici agricole e superfici a foreste ed aree semi naturali), la copertura in ha e la relativa percentuale in relazione all'estensione del/dei SIC.

1.5.2. DESCRIZIONE DELLE AREE E DELLE TECNICHE AGRICOLE E ZOOTECNICHE

Riportare in forma descrittiva le informazioni raccolte nelle schede di rilevamento agro-zootecniche (vedi schede allegate reperibili nell'area riservata del sito "retecologicabasilicata), allo scopo di caratterizzare l’attività agro-zootecnica del sito nel suo complesso.

Particolare attenzione va posta nel definire l’ordinamento colturale, l’indirizzo colturale prevalente e il metodo di conduzione (regime convenzionale, biologico, integrato, ect..). Descrivere le tecniche colturali che eventualmente interferiscono negativamente sullo stato di conservazione del/dei SIC.

Riportare inoltre le attività agricole che favoriscono il mantenimento e la valorizzazione di specie autoctone, varietà, ecotipi e di coltivazioni “locali” (pressoché dimenticate) e di nicchia con forte legame alla tradizione e al territorio. Segnalare gli elementi di continuità ecologica. Evidenziare la presenza di abbandono colturale e incolto.

Per quanto attiene all’aspetto zootecnico si raccomanda di indicare i tipi genetici utilizzati, il tipo di allevamento (intensivo-estensivo), l’indirizzo produttivo (carne, latte ecc.), il grado di utilizzazione dei pascoli considerando anche tempo di permanenza del bestiame. In questa descrizione di sintesi sarà inoltre opportuno evidenziare l’eventuale presenza di cultivar o di tipi genetici autoctoni.
1.5.3. DESCRIZIONE DELLE AREE FORESTALI

In questo paragrafo vanno riassunte in forma completa ma sintetica tutte le informazioni di carattere forestale, con particolare riferimento a quelle raccolte con le schede di rilevamento forestale (vedi esempi allegati). Queste informazioni devono essere organizzate in forma funzionale alla individuazione e caratterizzazione immediata degli aspetti di maggiore interesse forestale.

Il paragrafo dovrà iniziare con una breve presentazione/inquadramento delle formazioni forestali presenti e rilevate nell'area, facendo riferimento alle categorie della CFR (3-4 righe).

Successivamente i tipi fisionomici forestali andranno singolarmente e sinteticamente descritti utilizzando le informazioni delle schede e/o raccolte nei sopralluoghi, localizzando e contestualizzando ogni formazione forestale all'interno dell'area SIC mediante elementi fisiografici o toponimi e citando anche l'assenza o la presenza dei fattori di rischio (10-20 righe per ogni tipo fisionomico rilevato).

Il paragrafo deve concludersi con l'indicazione degli elementi caratteristici eventualmente rilevati con le schede (non allegando le schede).
1.5.4. CARATTERIZZAZIONE DELLE AREE AGRICOLE RISPETTO AGLI HABITAT ED ALLE SPECIE DELLA DIR. 92/43/CEE E CONSIDERAZIONI SULL’IMPATTO DELLE TIPOLOGIE E DELLE PRATICHE DI GESTIONE AGRO-FORESTALE

Questo paragrafo dovrebbe individuare e descrivere le principali organizzazioni del paesaggio attraverso le sue componenti antropiche e naturali con particolare riferimento agli agroecosistemi che caratterizzano il/i SIC. Il ruolo dell’agricoltura sarà analizzato, anche con riferimento alla capacità di dare origine, oltre che alle produzioni primarie, ad altri beni congiunti quali servizi diversi ed esternalità ambientali, (multifunzionalità).

In modo schematico verranno riportate le numerose attività dell’imprese agricole più significative con le principali caratteristiche, evidenziando gli effetti delle attività e degli ordinamenti colturali vigenti sui principali habitat del/dei SIC.
CARTOGRAFIE:

C12. Carta dell’uso del suolo in scala 1:10.000 (con legenda Corine Land Cover V livello);

C13. Carta di sovrapposizione tra la Carta dell’uso del suolo e la Carta degli habitat in scala 1:10.000
1.6. CARATTERIZZAZIONE PAESAGGISTICA
Introdurre questo capitolo con un testo (20-50 righe) che riassume quanto specificato nei paragrafi seguenti. L'ottica attraverso cui caratterizzare i paesaggio dovrebbe fare riferimento all'area vasta ed identificare il/i SIC in funzione delle loro relazioni attuali e potenziali con la rete ecologica regionale. Strumento di riferimento per la redazione di questo capitolo saranno i testi di Menegoni et al. (2009): Sistema Ecologico Funzionale Territoriale. Regione Basilicata Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità, Quad. 2.
1.6.1. IDENTIFICAZIONE DELLE COMPONENTI DEL PAESAGGIO

Enumerare i sistemi di terre per delineare le principali unità fisiografiche caratterizzanti l'area vasta. Definirne il servizio ecosistemico nel contesto territoriale e rileggere criticamente l'uso del suolo contestualizzandolo al sistema di terre di riferimento.

Individuare le tipologie di paesaggio che interessano assetti geomorfologici diversi (aree sommitali, versanti, fondovalle...) e descrivere il paesaggio in cui è/sono compreso/i il/i SIC come il risultato dell'interazione tra:

- matrice fisica (abiotica)

- matrice naturale (vegetazione, flora, fauna)

- matrice antropica (uso del suolo)


1.6.2. INTERAZIONI TRA LUOGHI E UNITÀ AMBIENTALI

Descrivere come l'uso del suolo interagisce con la morfologia naturale di area vasta e ne determina variazioni nelle funzioni ecosistemiche e nell'assetto generale del territorio.

Confrontare l’attuale uso del suolo e l'assetto territoriale con quello previsto (auspicato?) dagli strumenti di pianificazione e programmazione urbanistico-territoriale.
1.6.3. VARIAZIONI DEL PAESAGGIO E TENDENZE EVOLUTIVE DELLE TRASFORMAZIONI TERRITORIALI

Così come la configurazione del paesaggio dipende da fenomeni naturali e azioni antropiche, la sua evoluzione deriva tanto dall’azione del fenomeno geologico, quanto dall’azione dell’uomo. Descrivere pertanto le evidenze in termini di "persistenze", "trasformazioni" e "abbandono" del territorio, ove con "persistenze" si intende il permanere di usi inveterati e tradizionali; con "trasformazioni" si intende il risultato di un processo di modernizzazione tecnologica dei sistemi produttivi o l'ampliamento/intensificazione dell'uso agricolo di particolari contesti territoriali (naturale che diventa agricolo; agricolo che diventa urbano); con "abbandono" si intende la marginalizzazione di territori agricoli non meccanizzabili o di limitata superficie produttiva, con conseguente instaurazione di processi naturali tendenti verso il ripristino della vegetazione potenziale.


1.6.4. RELAZIONE CON LA RETE ECOLOGICA REGIONALE ED INDIVIDUAZIONE DEI CORRIDOI ECOLOGICI PRESENTI E POTENZIALI

Descrivere il/i SIC e le aree naturali di permanenza o abbandono dell'area vasta come "nodal points" di una rete ecologica i cui elementi costitutivi possono essere già presenti (ad es. reti fluviali, siepi, coste, ecc.) oppure da progettare e/o integrare. Evidenziare anche eventuali necessità di ampliamento o di individuazione di "buffer zones" (ad es. nel caso di aree riparie di piccoli corsi d'acqua, per le quali un' eccessiva prossimità di terreni lavorati potrebbe comprometterne la funzionalità come elementi connettivi).



1.7. DESCRIZIONE URBANISTICA E PROGRAMMATICA

1.7.1. STRUMENTI NORMATIVI E DI PIANIFICAZIONE DI SETTORE VIGENTI SUL TERRITORIO

1.7.2. DESCRIZIONE DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

1.7.3. RAPPORTI CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE

1.7.3.1. Piano Paesaggistico Regionale

1.7.3.2. Piano di Tutela delle Acque

1.7.3.3. Piano per l’Assetto Idrogeologico



1.7.4. RAPPORTI CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE DEGLI ENTI LOCALI

1.7.4.1. Piano Urbanistico Provinciale

1.7.4.2. Piano Regolatore dell’Area di Sviluppo Industriale ...

1.7.4.3. Programma di Fabbricazione del Comune di...

1.7.4.4. Piano Urbanistico Comunale del Comune di ...

1.7.4.5. Programma di Fabbricazione del Comune di ...

1.7.4.6. I territori gestiti dall’Ente Foreste

1.7.5. MAPPA CATASTALE O DEFINIZIONE DI MACROZONE DEMANIALI

1.7.6. INVENTARIO DEI SOGGETTI AMMINISTRATIVI E GESTIONALI

1.7.7. CENSIMENTO DELLE PROGETTUALITÀ

1.7.8. ANALISI DEL PATRIMONIO INSEDIATIVO, DELLE INFRASTRUTTURE E DEI DETRATTORI AMBIENTALI

1.7.9. ANALISI E VALUTAZIONE DI COERENZA DEGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED URBANISTICA

1.7.10. ANALISI E VALUTAZIONE DI COERENZA DEGLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE

1.7.11. ANALISI E VALUTAZIONE DI COERENZA DI ALTRI PIANI E REGOLAMENTI VIGENTI CHE INCIDONO SUL TERRITORIO E SULLA CONSERVAZIONE DI SPECIE E HABITAT

1.7.12. REGOLAMENTI

1.7.13. NORME SULLA CONDIZIONALITÀ

1.7.14. PIANO DI SVILUPPO RURALE 2007/2013

1.7.15. PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE FESR 2007-2013
CARTOGRAFIE:

C11. Carta dei vincoli in scala 1:10.000;

C12. Carta degli strumenti urbanistici e di pianificazione che insistono sul territorio in scala 1:10.000;

C14. Carta dei PRG in scala 1:10.000;

C15. Carta delle presenze di insediamenti ed infrastrutture in scala 1:10.000.
1.8. DESCRIZIONE ARCHITETTONICA, ARCHEOLOGICA E CULTURALE

1.8.1. GLI ELEMENTI IDENTITARI DEL PAESAGGIO DELL’AREA VASTA

1.8.2. LE TRADIZIONI POPOLARI DELL’AREA VASTA QUALI PERCORSI CULTURALI

1.8.3. DESCRIZIONE DEI VALORI ARCHEOLOGICI, ARCHITETTONICI E CULTURALI

1.8.4. INDIVIDUAZIONE DI AREE ARCHEOLOGICHE

1.8.5. INDIVIDUAZIONE DEI BENI ARCHITETTONICI ED ARCHEOLOGICI SOTTOPOSTI A TUTELA

1.8.6. COERENZA CON GLI OBIETTIVI DEL D. LGS. 42/04. CODICE DEI BENI CULTURALI E DEL PAESAGGIO

1.8.7. LA CULTURA INTANGIBILE

1.8.7.1. Usi e costumi

1.8.7.2. Eventi

1.8.7.3. Le istituzioni culturali. Le risorse organizzative e intellettuali

1.8.7.4. Luoghi e itinerari. Il paesaggio come risorsa culturale
CARTOGRAFIE:

C16. Carta dei beni architettonici e archeologici in scala 1:25.000.



1.9. CARATTERIZZAZIONE SOCIO-ECONOMICA

La gestione di un’area naturale deve perseguire finalità di conservazione e tutela delle risorse naturali, muovendosi in una prospettiva di sviluppo socio-economico sostenibile dei territori coinvolti. Per questo la redazione di un piano di gestione non può prescindere dall’analisi degli aspetti antropici, intesi come aspetti sociali, economici, culturali, valutandone da una parte le interferenze con le risorse naturali, dall’altra le invarianti e le esigenze che devono essere tenute in considerazione nella gestione e negli usi del territorio.

Nell'ATO di riferimento Riportare qui di seguito un testo che riassume, in estrema sintesi, i contenuti dei paragrafi da 1.9.1 a 1.9.5.
1.9.1. IL QUADRO ECONOMICO E SOCIALE

La valutazione delle componenti sociali ed economiche che insistono su ciascuna ATO, finalizzata alla costruzione dello scenario che contraddistingue ogni territorio oggetto di analisi, risulta di fondamentale importanza sia per l’implementazione della successiva attività di “partecipazione”, sia per la comprensione delle dinamiche che hanno attraversato e attualmente indirizzano le varie aree. Infatti, in merito al primo aspetto, una volta individuati gli “stakeholders” che per motivazioni diverse si interfacciano con le “ aree protette” presenti nel territorio competente, la conoscenza dei aspetti economico-sociali rappresenta un utile strumento per la definizione del questionario da somministrare, più consono alle peculiarità dell’ambito trattato. Per quanto concerne il secondo aspetto, invece, la definizione della situazione socio-economica in cui si trova una specifica area, ma soprattutto del trend presentato dai vari indicatori, può rappresentare il momento di verifica delle relazioni e delle pressioni, eventualmente innescate, con le aree da tutelare e le rispettive risorse.

1.9.1.1. Descrizione del contesto socio-economico

1.9.1.2. Analisi economica

1.9.1.3. Presenza di aree protette, suddivise per tipologia
1.9.2. LA SITUAZIONE DEMOGRAFICA

E’ opportuno esaminare la componente antropica, degli ultimi dieci anni, attraverso i dati ISTAT reperiti dall’ultimo Censimento della popolazione (http://www.istat.it/dati/catalogo/20080618_01/popolazione_legale.pdf; (http://www.istat.it/dati/catalogo/20071025_02/ per la provincia di Matera) che, pur risalendo al 2001, può essere integrato dai dati pubblicati annualmente (http://demo.istat.it/) in merito alla popolazione residente (distinta per età, sesso e stato civile) e a principali fenomeni demografici avvenuti durante il periodo esaminato. Le informazioni sono disponibili per comune e consentono la successiva elaborazione dei tassi di natalità (Rapporto tra il numero dei nati vivi dell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000) e mortalità (Rapporto tra il numero dei decessi nell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000), del tasso di crescita naturale (differenza tra il tasso di natalità e il tasso di mortalità), tasso delle previsioni della popolazione residente ( confronto tra i risultati di due censimenti consecutivi 1991-2001), dell’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14 anni, moltiplicato per 100.), del tasso migratorio netto (rapporto tra il saldo migratorio dell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000) per il periodo intermedio.

E’ utile, inoltre, elaborare il rapporto tra la variazione percentuale annua della popolazione residente nei comuni in cui ricade il Sic e la variazione percentuale annua della popolazione residente in Basilicata ai fini della valutazione del trend socioeconomico del territorio.

L’utilizzo di tali informazioni risulta quanto mai opportuno ai fini della valutazione della pressione che può essere esercitata dagli insediamenti umani sulle componenti naturali in termini generali e, più specificatamente, sulle aree protette, quindi, la conseguente estrapolazione del dato sulla “densità abitativa” (abitanti per kmq) offre un contributo più puntuale alla definizione dello scenario antropico. Interfacciando, poi, gli indici afferenti all’invecchiamento della popolazione con gli indicatori relativi al bilancio demografico si possono individuare le aree segnate da problemi socioeconomici e in regressione.

1.9.2.1. Variazioni demografiche

1.9.2.2. Situazione sociale

1.9.2.3. Valutazione della popolazione presente
1.9.3. IL MERCATO DEL LAVORO

Gli indicatori sul tasso di scolarità, distinti per scuola dell’obbligo, scuola superiore e università (rapporto tra gli studenti iscritti al livello di istruzione considerato e la popolazione residente appartenente alla corrispondente classe teorica di età per 100) e in genere sul livello di istruzione rappresentano un altro gruppo di informazioni utili per capire, in ciascuna area, le possibilità di successo o insuccesso della pianificazione da adottare in funzione della risposta della popolazione, che può dipendere anche dal grado di conoscenza e comprensione delle tematiche proposte. Anche in questo caso, l’interfaccia con i dati sulle attività economiche dislocate nel ed intorno al sito aggiunge un altro tassello alla definizione delle possibilità di sviluppo eventualmente presenti in ogni realtà e sulla disponibilità della popolazione ad utilizzare la medesima sia nel breve che nel lungo periodo.

In merito alle attività economiche, è utile individuare tutti i settori produttivi che si trovano ad esercitare in ciascuna area. Più specificatamente, dovendo valutare l’intensità delle stesse, risulta di fondamentale importanza risalire al tasso di attività (Rapporto tra le persone appartenenti alle forze di lavoro e la popolazione di 15 anni e più), di occupazione (rapporto tra gli occupati e la corrispondente popolazione di riferimento),di disoccupazione (Rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro) e di disoccupazione giovanile (Rapporto tra le persone in cerca di occupazione comprese tra i 15 e i 24 anni e le forze di lavoro) utilizzando sempre la stessa fonte informativa. Tale tipologia d’informazione consente di valutare la pressione esercitata da ciascuna attività sulle diverse componenti naturali del sito e quindi elaborare le dovute considerazioni in merito alla gestione della singola realtà. Per quanto concerne i settori non agricoli, per poter comprendere le attitudini produttive dell’area, sarà opportuno individuare gli addetti per settore, il valore aggiunto per settore e per occupati ed il PIL procapite.

Sul sito della regione Basilicata (www.basilicatanet.it) è possibile accedere all’Annuario statistico Regionale 2009 e 2010 (http://www.basilicatanet.it/annuariostatistico/index.html; rsdi.regione.basilicata.it/geoserver/www/annuario/


...annuario/Annuario.pdf) che riporta i dati aggiornati al 2007-2009

1.9.3.1. Occupazione per settore di attività economica

1.9.3.2. Soggetti pubblici e privati operanti in campo ambientale
1.9.4. TURISMO

Sul sito della Regione Basilicata (www.basilicatanet.it) è possibile accedere all’Annuario statistico Regionale 2009 e 2010 (http://www.basilicatanet.it/annuariostatistico/index.html anche per informazioni relative all’aspetto turistico, altro ambito di valutazione necessario ai fini dell’analisi che tuttavia, secondo i dati disponibili, non permette una valutazione di dettaglio, a livello comunale, ma di provincia. Sul sito del Ministero del Turismo, nell’ambito dell’Osservatorio nazionale del Turismo (http://www.ontit.it/opencms/opencms/ont/it/statistiche/istat/capacita_ricettiva/index.html ) è possibile consultare nella sezione ISTAT, la capacità ricettiva ed il movimento degli esercizi ricettivi dal 2003 al 2009 per comune. Nella sezione Indicatori Turistici è possibili ottenere gli indicatori di ricettività e gli indicatori di turisticità per comune.

Sul sito dell’APT Basilicata (http://www.aptbasilicata.it/) è possibile l’acceso ai dati statistici e quindi alla consultazione di informazioni ripartite per regione, provincia e aree territoriali dal 1999 al 2010. In merito alle aree territoriali che, l’Agenzia turistica lucana aggrega secondo i criteri delle ex aree PIT, i dati relativi alla consistenza recettiva, alle presenze e agli arrivi ( italiani e stranieri, per regione e per paese straniero) in molti casi comprendono più comuni rispetto a quelli di competenza di ciascuna ATO, per cui rischiano di fornire un quadro non pienamente rispondente a quello identificato da ogni ambito. In tal caso, pur riconoscendo il valore indicativo che può scaturire da un’analisi di questo tipo, sarà cura dell’Inea effettuare gli opportuni approfondimenti laddove s’intravedesse un fenomeno turistico di portata tale da interagire e “pesare” sull’area individuata

1.9.4.1. Potenzialità turistiche

1.9.4.2. Altre ipotesi per uno sviluppo socio-economico dell’area
1.9.5. L’ECONOMIA DEL TERRITORIO

Per la caratterizzazione dell’economia del territorio, il settore della pesca e il settore agricolo necessitano della rilevazione di una serie di informazioni che possono essere estrapolate dal sito dell’Istat (http://www.census.istat.it/index_agricoltura.htm). Considerato sempre che, i dati vanno riferiti ai comuni ricadenti nelle ATO oggetto di studio, è opportuno individuare il numero di aziende distinte per superficie totale e SAU (superficie agricola utilizzata) e forma di conduzione, la SAU secondo l’utilizzazione dei terreni, il numero di aziende distinte per allevamenti, le persone impiegate in azienda per categoria di manodopera agricola.

1.9.5.1. Attività di pesca

1.9.5.2. Attività agricola

1.9.5.3. Commento di sintesi sul valore complessivo del/dei SIC

1.9.5.4. inventario delle attività socio-economiche sul/sui SIC e in area vasta (industriale, artigianale, commerciale, agricola, turistico-ricettiva, servizi)


1.9.6. INVENTARIO DELLE TIPOLOGIE DI FONDI (COMUNITARI E DI ALTRA FONTE) POTENZIALMENTE UTILIZZABILI

2. VALUTAZIONE DELLE ESIGENZE ECOLOGICHE DI HABITAT E SPECIE
2.1. ESIGENZE ECOLOGICHE DEGLI HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO E DEI BIOTOPI MERITEVOLI DI TUTELA
Vengono riportate in questa sezione una serie di schede descrittive, per ciascun habitat di interesse comunitario, delle esigenze ecologiche e dei fattori abiotici e biotici necessari per garantirne uno stato di conservazione soddisfacente.
Le schede descrittive di ciascun habitat saranno redatte secondo i modelli reperibili sul sito http://www.retecologicabasilicata.it/ambiente/site/portal/section.jsp?sec=106307)

Per la redazione delle parti relative ai fattori di criticità e minaccia, è importante fare riferimento anche al file excel "SCHEMA IMPATTI E DETRATTORI" (a cura di Sole e Caniani), reperibile nell'area riservata del sito "retecologicabasilicata".



Scheda Habitat 91M0

Denominazione Habitat: Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere

N° Codice Habitat: 91M0

Percentuale di copertura: 32%

Descrizione: in funzione dell'esposizione e dell'altitudine si differenziano nella fisionomia e nella composizione floristica con due aspetti per i quali sono riconosciuti i seguenti riferimenti fitosociologici:

Ptilostemo stricti-Quercenion cerridis Bonin et Gamisan 1977: rappresentano il tipo di cerreta più mesofilo localizzato su suoli profondi fino ad altitudini inferiori a 1100 m s.l.m ai limiti con la faggeta macroterma. Negli strati arboreo e arbustivo risultano relativamente frequenti Acer spp. Carpini. Nello strato arbustivo ed erbaceo sono caratteristiche Festuco heterophylla, Poa femoralis, Potentilla microcantha, Vicia cassubica, Achillea nobilis, Digitalis microcantha, Ptilostemon strictus, Lathyrus jordanii, Euphorbia corallioides. Physospermum verticillatum (raro), Lathyrus digitatus, Lathyrus venetus, Potentilla micrantha, Primula vulgaris, Luzula forsteri, Aremonia agrimonioides, Scilla bifolia.

Teucrio siculi-Quercenion cerridis Blasi, Di Pietro & Filesi 2004: sono le cerrete termofile localizzate a quote più basse e nei versanti assolati (area meridionale del Bosco di Rifreddo e di Fontanasecca). In queste aree il bosco è degradato e fortemente pascolato. La struttura è generalmente mantenuta a ceduo in conversione. Nello strato arboreo compaiono subordinati al cerro, altri alberi quali Quercus frainetto e Quercus pubescens. È stata rilevata la presenza di specie fortemente nitrofile (Asphodelus albus, Asphodelus aestivus, Syirnium perfoliatum) che evidenziano la frequentazione di animali al pascolo nel sottobosco.

Specie guida: Quercus cerris, Q. frainetto, Quercus virginiana Q. pubescens s.l., Carpinus orientalis subsp. orientalis, Digitalis lutea subsp. australis , Fraxinus ornus subsp. ornus, Ligustrum vulgare, Festuca heterophylla, Poa nemoralis s.l., Potentilla micrantha, Lathyrus digitatus, L. Helleborus bocconei s.l., Luzula forsteri, Melittis albida, Geum urbanum, Genista tinctoria, Buglossoides purpurocaerulea, specie rare e di interesse biogeografico sono: Lathyrus jordani, Malus florentina, Iris lorea, Klasea flavescens, ptolostemon strictus.

Distribuzione: l’habitat in Italia è presente in Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia. In Basilicata è un habitat molto rappresentativo delle cenosi montane tra 800 e 1200 m s.l.m. Nell’area Sic del Pertusillo, i querceti sono a circa 600 metri s.l.m., sono collocati su due estese terrazze pianeggianti ai lati del lago, (Bosco Maglie e Bosco dell’Aspro),

Esigenze ecologiche: si localizzano sugli affioramenti flyschoidi, calcareo marnosi e scistosi del Giurassico, vista la vicinanza del lago, hanno caratteristiche mesofile, sono ubicate su terreni pianeggianti estremamente fertili.

Conservazione e protezione: tale Habitat non era riportato nel vecchio formulario per cui non si hanno dati sull’estensione precedentemente occupata.

Sostanzialmente sono presenti due tipologie di querceti, nei boschi pubblici, sono presenti fustaie di cerro e farnetto ben conservate di notevole valore naturalistico, non interessate da tagli o interventi; nelle proprietà private, la forma di governo prevalente è il ceduo i boschi vengono utilizzati puntualmente a fine turno.



Criticità e minacce: Le possibili minacce, ad esclusione dell’incendio boschivo, non riguardano la perpetuazione di tali cenosi, quanto la riduzione del grado di biodiversità delle stesse. Questo vale soprattutto per i boschi privati governati a ceduo che generalmente sono molto semplificate dal punto di vista strutturale e compositivo, dovute essenzialmente ad una ceduazione troppo sostenuta in passato. La vicinanza del centro oli rappresenta un costante pericolo di inquinamento sia dell’aria che dell’acqua.

Azioni utili per la conservazione: pertanto, dove fosse possibile in termini di economicità e di potenzialità della stazione, si ritiene opportuno prevedere la rinaturalizzazione di alcune aree governate a ceduo, favorendone l’evoluzione naturale verso la graduale trasformazione in popolamenti misti, a struttura complessa e in grado di perpetuarsi autonomamente. Dove le condizioni lo consentissero prevedere inoltre la conversione a fustaia, purché il metodo di conversione sia a sostegno dell’evoluzione naturale.

Limitare ed in alcuni casi vietare il pascolo. Monitoraggio continuo e attento alle attività petrolifere dell’area



Denominazione Habitat: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition

N° Codice Habitat: 3150

Percentuale di copertura: 40% se consideriamo tutta la superficie dell’acqua

Descrizione: habitat lacustri, palustri e di acque stagnanti eutrofiche ricche di basi con vegetazione dulciacquicola idrofita azonale, sommersa o natante, flottante o radicante, ad ampia distribuzione, riferibili alle classi Lemnetea e Potametea.

Specie guida: Lemna minor,Phragmites australis, Calystegia sepium, Salicornia patula, Solanum dulcamara, Typha minima, Ceratophyllum demesum L., Maryophyllum spicatum, Zannichellia palustris.
Distribuzione: L’habitat è presente nelle regioni biogeografiche Mediterranea, Continentale e Alpina. In Basilicata e presente nei laghi. Nel SIC Lago Pietra del Pertusillo – L’habitat si rinviene lungo le rive del lago, soprattutto alle foci dei fiumi.

Esigenze ecologiche: la vegetazione idrolitica, riferibile all’habitat 3150, si sviluppa in specchi d’acqua di dimensioni variabili all’interno di radure di comunità elofitiche a dominanza di Pragmites australis, Typha ssp. Ecc, con le quali istaura contatti di tipo catenale.

Conservazione e protezione:. Habitat soggetto durante il corso dell’anno a forti variazioni del livello idrico (dipente dall’andamento delle precipitazioni).

Criticità e minacce: frammentazione aree umide, abbassamento del livello dell’acqua, inquinamento, la vicinanza del centro oli e dei pozzi di estrazione del petrolio, l’ area industriale di Viggiano, possibile emissione di composti organici volatili (ad esempio CO2 H2S e alla deposizione di inquinanti atmosferici (piogge acide). Invasione di specie alloctone. Fenomeni d’ interrimento.
Azioni utili per la conservazione: Misure a pervedere opere di sistemazione idraulico forestale, preferibilmente con tecniche naturalistiche. Ripristino delle zoocenosi ittiche originali con eliminazione di specie alloctone e reintroduzione di specie autoctone. Regolamentazione flusso turistico. Monitoraggio delle acque (analisi fisico-chimiche e biologiche). L’eradicazione di specie alloctone animali e vegetali ed il ripristino delle comunità ittiche autoctone.


Denominazione Habitat: Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell’alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba.

N° Codice Habitat: 3280

Percentuale di copertura: 3%

Descrizione: Vegetazione igro-nitrofila paucispecifica presente lungo i corsi d’acqua mediterranei a flusso permanente, su suoli permanentemente umidi e temporaneamente inondati. E’ un pascolo perenne denso, prostrato, quasi monospecifico dominato da graminacee rizomatose del genere Paspalum, al cui interno possono svilupparsi alcune piante come Cynodon dactylon e Polypogon viridis.

Specie guida: Polypogon viridis, Elymus repens, Rumex sp. pl., Cynodon dactylon, Salix sp. pl., Populus alba

Distribuzione: L’habitat è presente nelle rgioni biogeografiche Mediterranea, Continentale e Alpina. In Basilicata lungo la maggior parte dei corsi d’acqua sia interni che in prossimità della foce. in tutti i SIC costieri.

Nel SIC Lago Pietra del Pertusillo – L’habitat si rinviene lungo il fiume agri, il torrente maglie, il Torrente Sciaura, ed altri torrenti affluenti al lago.



Esigenze ecologiche: Colonizza i depositi fluviali con granulometria fine (limosa), molto umidi e sommersi durante la maggior parte dell’anno, ricchi di materiale organico proveniente dalle acque eutrofiche. Queste fitocenosi sostituiscono i boschi ripariali (92A0) a causa dell’effetto del pascolo e del taglio.

Conservazione e protezione: Si tratta di un habitat in genere secondario favorito dal pascolo e dalla degradazione dei boschi ripariali.

Criticità e minacce: La vicinanza del centro oli e dei pozzi di estrazione del petrolio.
Azioni utili per la conservazione: Monitoraggio ambientale.


2.1.1.

Denominazione Habitat: specificare il nome dell'habitat secondo il manuale d'interpretazione

N° Codice Habitat: specificare il codice dell'habitat secondo secondo il manuale d'interpretazione

Percentuale di copertura: specificare la percentuale di superficie occupata dall'habitat con riferimento all'estensione dell'intero SIC (riportare tale dato per ciascuno dei SIC indagati)

Descrizione: descrizione fisionomico-strutturale dell'habitat, con riferimento a come esso si presenta nel SIC (fare riferimento anche a indicatori spaziali, quali il grado di compattezza e di convoluzione dell'habitat).

Specie guida: elencare le specie floristiche e faunistiche, presenti nel/nei SIC, che sono altamente caratterizzanti l'habitat in questione

Distribuzione: informazioni corologiche generali (come da manuale d'interpretazione), seguite considerazioni sulla rappresentatività del/dei SIC per l'habitat in questione, con riferimento alla frequenza/abbondanza dell'habitat nella regione Basilicata. Concludere con l'ubicazione dell'habitat all’interno del/dei SIC.

Esigenze ecologiche: inserire qui le caratteristiche geomorfologiche, edafiche e microclimatiche delle aree colonizzate dal'habitat.

Conservazione e protezione: inserire qui quanto noto sull'estensione precedentemente occupata dall'habitat, sullo stato di conservazione attuale, sulle prospettive per il futuro.

Criticità e minacce: elencare qui i fattori di criticità e minaccia individuati durante i sopralluoghi, facendo riferimento anche ai contenuti del file excel "schema impatti e detrattori". Citare eventuale normativa che regolamenta le attività umane responsabili delle minacce.

Azioni utili per la conservazione: suggerire azioni utili a preservare ed eventualmente migliorare lo stato di conservazione dell'habitat. Nel caso di habitat legati a siti di grande interesse geologico ("Geositi"), fare esplicito riferimento anche alle strategie da mettere in atto per la tutela delle risorse geologiche.
Tabella fitosociologica

FAGGETE














































Numero ril.

1

2

3

4

5

6

7

Latitudine

xxxxN

xxxxN

xxxxN

xxxxN

xxxxN

xxxxN

xxxxN

Longitudine

xxxxE

xxxxE

xxxxE

xxxxE

xxxxE

xxxxE

xxxxE

Quota (m)

1300

1290

1300

1280

1260

1275

1255

Sup. (m²)

150

100

150

150

150

100

100

Copertura str. arboreo (%)

90

100

95

95

100

100

100

Copertura str. erbaceo-arbustivo (%)

40

30

15

20

30

10

20

Inclinazione (°)

40

0

40

35

0

30

30

Esposizione

NO

-

NNO

NNO

-

NO

N

























Fagus sylvatica

4

5

5

5

5

4

5

Daphne laureola

2

2

1

+

2

2

1

Epipactis meridionalis

1

1

1

1

1

+

+

Geranium versicolor

2

2

2

2

3

3

2

Melica uniflora

1

1

+

+

+

1

1

Lathyrus venetus

2

2

2

2

2

2

2

Euphorbia amygdaloides

+

1

+

1

1

2

1

Hedera helix

1

1

1

+

2

2

1

Sanicula europaea

2

1

+

+

1

1

1

Viola alba ssp. denhardtii

+

+

+

+

+

1

+

Milium effusum

+

1

+

+

1

1

+

Poa sylvicola

1

1

+

+

1

1

.

Polygonatum cfr. multiflorum

.

1

+

+

1

+

+

Pteridium aquilinum

1

+

+

+

1

.

+

Rubus hirtus

+

2

1

+

1

2

.

Neottia nidus-avis

1

+

+

+

+

.

+

Chaerophyllum temulum

1

+

.

+

1

1

+

Epipactis microphylla

+

+

+

1

+

.

+

Mycelis muralis

.

+

+

+

1

1

+

Paeonia mascula

+

+

.

.

1

1

1

Doronicum orientale

.

+

.

+

+

+

+

Symphytum cfr. tuberosum

+

+

+

.

+

+

.

Tamus communis

+

+

.

.

+

+

1

Melittis melissophyllum

+

+

.

.

1

2

+

Festuca heterophylla

1

1

+

+

1

.

.

Conopodium capillifolium

+

1

.

+

+

.

+

Limodorum abortivum

+

+

.

+

+

.

+

Polistichum setiferum

+

+

.

.

1

2

+

Acer obtusatum

2

1

.

.

.

1

1

Geranium robertianum

1

+

.

.

.

2

+

Saxifraga rotundifolia

1

.

+

.

+

1

.

Festuca exaltata

.

.

.

+

1

2

1

Brachypodium sylvaticum

.

.

.

+

1

2

1

Acer pseudoplatanus

1

.

.

.

1

1

.

Sambucus nigra

.

1

.

.

1

.

+

Orobanche sp.

.

.

.

.

1

+

+

Ilex aquifolium

.

.

.

.

+

1

2

Lamium flexuosum

.

.

.

.

+

1

+

Aremonia agrimonioides

.

.

.

.

+

1

+

Quercus cerris

2

.

.

.

.

.

1

Geum urbanum

.

.

.

.

+

+

.

Aquilegia vulgaris

.

.

.

.

.

+

+

Monotropa hipopytis

.

.

+

.

.

.

.

Galium rotundifolium

.

.

.

+

.

.

.

Silene latifolia

+

.

.

.

.

.

.

Scutellaria columnae

.

.

.

.

+

.

.

Arum cylindraceum

.

.

.

.

+

.

.

Calamintha sylvatica

.

.

.

.

.

+

.

Crepis leontodontoides

.

.

.

.

.

+

.

Ruscus aculeatus

.

.

.

.

.

.

1

Clematis vitalba

.

.

.

.

.

.

+

Viola reichenbachiana

.

.

.

.

.

.

+

Aristolochia clusii

.

.

.

.

.

.

+
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