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Piano di gestione


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3.1. TABELLA dei portatori Di INTERESSE ("stakeholders")
L’individuazione dei portatori d’interesse richiede un’analisi dettagliata del territorio non solo dal punto di vista naturalistico, tra l’altro già delineata durante le fasi di monitoraggio, ma anche da quello economico e sociale. E’ stata già sottolineata l’interdisciplinarietà che contraddistingue un sistema territoriale/ambientale e quindi l’esigenza di coinvolgere le parti che a vario titolo e in modi diversi interagiscono con le risorse naturali e che quindi stabiliscono con le stesse rapporti di varia natura, molto spesso conflittuali. Per ridurre al minimo qualsiasi tipo di conflitto dovesse crearsi in tale ambito, l’approccio partecipativo si rivolge innanzitutto ai “portatori d’interesse” scegliendo quelli di pertinenza al progetto. Un primo gruppo coinvolto nel processo di partecipazione riguarderà l’amministrazione pubblica presente nell’ambito territoriale: sindaci dei comuni ricadenti nei SIC, tecnici e responsabili dei vari uffici competenti in materia ambientale, rappresentanti del Corpo Forestale dello Stato, rappresentanti di enti e istituzioni aventi competenze relative alle varie realtà presenti (ad esempio Autorità di Bacino, Consorzio di bonifica, Enti Parco). L’altra categoria sarà interessata dalla partecipazione dei rappresentanti delle varie associazioni, direttamente interessate dal Piano in quanto costituite da operatori che hanno interessi e rapporti con i tematismi delle aree SIC: associazioni di categoria (agricoltori, cacciatori, pescatori, allevatori, operatori turistici), associazioni ambientaliste, associazioni culturali e sportive.
Si veda, come riferimento, l'allegato file Excel "scheda portatori d'interesse.xls"

BIBLIOGRAFIA (da integrare opportunamente! Qui sotto sono riportate soltanto alcune citazioni relative alle parti metodologiche comuni a tutti i report)
Biasini A., Galetto R., Mussio P., Rigamonti P. 1992: La cartografia e i sistemi informativi per il governo del territorio. A cura di Franco Angeli. IASM - Istituto per l’assistenza allo sviluppo del Mezzogiorno.

Braun-Blanquet J., 1964: Pflanzensoziologie - (3rd ed.) Aufl. Springer, Wien.

Conti A., Abbate G., Alessandrini A. & Blasi C., 2005: An annotated checklist of the Italian vascular Flora. Palombi, Roma 420 pp.

Guarino R., Minissale P. & Sciandrello S. 2008: La biodiversità vegetale e relativa cartografia del pS.I.C. “Torre Manfria” (Gela – CL). – Quaderni di Botanica Ambientale e Applicata, 19: 37-66.

Mossa L., 2003: L’uomo e le serie boschive dlla Sardegna. Atti del convegno “L’uomo e il bosco in ambiente mediterraneo”, Boll. Rotary Cagliari Nord, 31: 3-15.

Pignatti S. 1982 - Flora d’Italia. Ed agricole Bologna.

Pirola A., 1984: Rilevamento fitosociologico per la pianificazione ecologica territoriale. Università di Pavia (dispense).

Raunkiaer C., 1905 : Types biologiques pour la géographie botanique. Bul. Acad. R. Sc. Denmark.

Rivas-Martínez S., 1987: Nociones sobre fitosociología, biogeografía y bioclimatología. In: Rivas-Martínez S. & Peinado Lorca M. (eds.): La Vegetación de España. Publ. Univ. Alcalà de Henares: 17-46.

Rivas-Martínez, S. & Loidi J., 1999: Bioclimatology of the Iberian Peninsula – In: Rivas-Martínez S. et al. (Eds.), Iter Ibericum A.D. MIM. Itinera Geobot., 13: 41-47.

Schmidt W., 1999: Bioindikation und Monitoring von Pflanzengesellschaften – Konzepte, Ergebnisse, Anwendungen, dargestellt an Beispielen aus Wäldern. Ber. D. Reinh. Tüxen-Ges. 11, 133-155.

Westhoff V. & Van der Maarel E., 1978: The Braun-Blanquet approach. In: Whittaker R.H. (ed.): Classification of plant communities: 287-399. Junk, The Hague.


1 Range di distribuzione all’interno della regione biogeografica interessata (per la definizione, si veda l’Allegato F. Ulteriori chiarimenti su come definire il range (scale e metodi) daranno forniti in un documento di linee guida che verrà elaborato dall’ETC-BD in collaborazione con il Gruppo di Lavoro Scientifico.

2 Possono esserci situazioni in cui l’area dell’habitat, sebbene superiore all’area favorevole di riferimento, ha subito un decremento come risultato di misure di gestione adottate per ripristinare un altro habitat dell’Allegato I o una specie dell’Allegato II. L’habitat in questione potrebbe ancora essere considerato in uno Stato di Conservazione Favorevole ma in questi case si prega di fornire i dettagli nella sezione delle informazioni complementari (Altre Informazioni) dell’Allegato D.

3 Una definizione di specie tipiche sarà elaborata nell’ambito del documento di indirizzo dell’ETC-BD in collaborazione con il Gruppo di Lavoro Scientifico.

4 Ad es. a causa delle cessazione della gestione precedente, o è sotto la pressione di significativi impatti negativi, ad es. sono stati superati i carichi critici di inquinanti.

5 Nelle categorie non favorevoli si può usare un simbolo specifico (es. freccia) per indicare habitat in ripresa.

6 Range di distribuzione all’interno della regione biogeografica interessata (per la definizione, si veda l’Allegato F. Ulteriori chiarimenti su come definire il range (scale e metodi) daranno forniti in un documento di linee guida che verrà elaborato dall’ETC-BD in collaborazione con il Gruppo di Lavoro Scientifico.

7 Possono esserci situazioni in cui l’area dell’habitat, sebbene superiore all’area favorevole di riferimento, ha subito un decremento come risultato di misure di gestione adottate per ripristinare un altro habitat dell’Allegato I o una specie dell’Allegato II. L’habitat in questione potrebbe ancora essere considerato in uno Stato di Conservazione Favorevole ma in questi case si prega di fornire i dettagli nella sezione delle informazioni complementari (Altre Informazioni) dell’Allegato D.

8 Una definizione di specie tipiche sarà elaborata nell’ambito del documento di indirizzo dell’ETC-BD in collaborazione con il Gruppo di Lavoro Scientifico.

9 Ad es. a causa delle cessazione della gestione precedente, o è sotto la pressione di significativi impatti negativi, ad es. sono stati superati i carichi critici di inquinanti.

10 Nelle categorie non favorevoli si può usare un simbolo specifico (es. freccia) per indicare habitat in ripresa.

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