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Parole di guerra


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VENERDÌ 14 - Giornata nuvolosa e malinconica. Resto tutta la mattina in camerata a fare qualcosa. Sboba magnifica di rape, patate e farinacei. Pane e margarina. Ho ascoltato un commento interessante di Calistri sul quinto canto dell'inferno, il canto di Paolo e Francesca. Faccio la farinata.




SABATO 15 - Ancora la stessa giornata variabile, benché il clima sia mite. Ho ascoltato stamani mattina una lezione di Carli sul Diritto Penale. Argomento: il reato di tentativo e le circostanze aggravanti e attenuanti, molto interessante. Sono rimasto fino alle 11 in sala conferenze a leggermi un po’ di letteratura italiana. Sboba magnifica di rape, miglio e patate. Dopo la sboba ho fatto una lunga chiacchierata con Mario sugli argomenti più svariati, ma in modo speciale abbiamo discusso il problema sociale che dovrà affrontare l'Italia nell'avvenire. Pane, margarina e ricotta. Stasera abbiamo cotto le “Ave Marie” in brodo: sono risultate abbondanti e molto buone, tanto che mi han quasi riempito la pancia. Da oggi la ritirata e alle 3,45 mentre l'appello già da ieri si fa davanti alla camerata.




DOMENICA 16 - La giornata è discreta ma sempre variabile. La temperatura pero’ è mite ed ormai ci fa pensare che l'inverno, la stagione che ho sempre temuto, è ormai terminata. La sveglia è alle 8 stamani ma mi sono alzato presto con una vitalità inconsueta. Dopo l'appello ho ascoltato la S. Messa assieme a Capitani e a Frullini (simpaticissimo ragazzo). Viveri a secco: pane, margarina e marmellata. Alle undici arriva la sboba di granaglie sul tipo di quella di Pasqua e, benché un po' più liquida, purtuttavia è più saporita. La giunta tanto attesa si è arenata a Capitani. Pomeriggio in estensione. Alle 16 ascoltiamo un modestissimo concerto dato dal Maestro Vezzosi, dall'organetto di Tripputi e da qualche altro stonato cantante. Dopo il concerto una barbosissima conferenza morale poco concludente. Terminate le provviste facciamo un po' di brodo. Dopo l'appello mangio il pane e a letto.




LUNEDÌ 17 - Stamani avanti di alzarmi ho scritto una lettera a casa. Insieme a Mario sono andato all'appello in pigiama e pantofole e poi ci siamo rischiaffati a letto per alzarci solo alle 11, ora in cui abbiamo subodorato il prossimo arrivo della sboba. Infatti finita la toelette faccio un giretto verso la cucina e a mezzogiorno si mangia una discreta sbobetta di miglio, rape e patate. Dopo la sboba però non mi metto a letto. Scartabello un po' un volume di Chimica in attesa dei viveri. Pane in sette e margarina. Ci rechiamo poi in biblioteca e leggendo qualche giornale italiano e consultando qualche illustrazione, arriviamo alle 6. Facciamo una sboba liquida dolce.



MARTEDÌ 18 - È una giornata discreta. Vado dal barbiere con Capitani e mi faccio rapare. A mezzogiorno abbiamo una magnifica sboba di miglio e rape, con qualche patata. Abbiamo la giunta. Pomeriggio in bagnasciuga e a causa di un lunghissimo “allarmi”, i viveri arrivano alle diciotto. Pane e formaggio, zucchero. Bartolini ha avuto l'annunzio del pacco. Dopo l'appello mangiamo con la giunta fredda e a letto.
MERCOLEDÌ 19 - C'è la nebbia stamani mattina e recatici (sempre con Mario) all'appello in pigiama ci ficchiamo a letto di nuovo in attesa della sboba. Abbiamo due allarmi consecutivi. Torna Bartolini col pacco manomesso: tragedia. Dopo il secondo “allarmi”, verso mezzogiorno arriva la sboba di verdura, ma alquanto densa. Ci ficchiamo in mezzo due cucchiai di farina, cosicché si ottiene un ottimo pastone. Dopo mezzogiorno la giornata si fa magnifica con un bel sole abbastanza caldo. Pane, margarina e marmellata. Con un fornellino di fortuna e una tavoletta del letto sacrificata riusciamo a farci una sboba con farina e zucchero, ottima e altamente riempitiva. Arriva l'avviso per un altro pacco a Bartolini, quindi se "la" continua con questo ritmo, non "la" va tanto male.
GIOVEDÌ 20 - Giornata discreta. Bartolini riceve il secondo pacco, questa volta intatto e ottimo. Bella sboba a mezzogiorno di miglio, rape e patate. Pane e margarina. Con della farina mischiata a del cacao facciamo una specie di crema dolce magnifica e in più mangiamo anche un po' della mia marmellata con rifinimento di buone sigarette e castagne secche. Ci han dato anche le rape crude: ottime.
VENERDÌ 21 - Giornata non troppo bella perché soffia un ventaccio noiosis­simo. Mi alzo piuttosto tardi e vado a prendere il rancio perché sono di corvè. Abbiamo una bella sboba di rape, miglio e patate. Arriva inoltre il giuntone di camerata che lasciamo da parte. Abbiamo l'avviso del pacco per domani, sia io che Bartolini. Pane, margarina, ricotta e zucchero. Ho ascoltato un interessante commento di Calistri su "I sepol­cri". Colla giunta e un po' di farina facciamo una sboba addirittura colossale.

Due castagne, una sigaretta e a letto.


SABATO 22 - Stessa giornata ventosa. Andiamo a ritirare il pacco ove re­stiamo fino alle undici. Pacco intatto, con bollettino spedito il 27 Gennaio contenente farina bianca, farina dolce, riso, fagioli e un pezzetto di sapone. C'erano un po' di farinacei mescolati poiché naturalmente si erano rotte le carte, ma ho recuperato tutto. Anche Bartolini aveva un bel pacco, ben confezionato e intatto. Sboba bella di miglio, patate e rape. Vi abbiamo mescolato un cucchiaio di farina e ne è uscito un pastone densissimo. Pane e margarina.

Ci distribuiscono ancora rape crude e dallo spaccio qualche lametta da barba, un pettine che sembra di ferro, un denti­fricio e qualche bottone. Ho ricevuto una cartolina da casa dell'11 Gennaio. Abbiamo cucinato una ottima farinata colla mescolanza del pacco.


DOMENICA 23 - Questa notte ho avuto disturbi allo stomaco causati da quelle maledette rape rosse. Anche oggi sono restato tutto il giorno a letto. Brutta giornata. Viveri al mattino: pane, margarina e marmellata. A mezzogiorno bellissima sboba di farinacei con giunta e inoltre patate, che purtroppo però non posso gustare perché lo stomaco non le riceve. Ne mangio una metà fredda, buonissima, nel pomeriggio, poi il resto la do a Capitani. Abbiamo cotto il riso e condito con burro: buonissimo. Due noci, qualche biscotto e a letto di nuovo.
LUNEDÌ 24 - Altra giornata noiosissima. Resto a letto fino a tardi. Scrivo una lettera a casa. Bella sboba di farinacei e patate con qualche fagiolino, buonissima e senza rape (finalmente). Pane e margarina. Ci fanno la fotografia col numero sul petto: magnifico. Ci danno ancora rape crude e birra. Abbiamo fatto il dolce con farina mescolata, zucchero, cacao, uva secca e noci. Ne è uscito fuori una tazzina addirittura squisita.
MARTEDÌ 25 - È piovuto tutta la notte e anche oggi piove e fa freddo. Ci alziamo alle undici. Sboba magnifica e densa di farinacei e patate, anche oggi senza rape. Speriamo che continui di questo passo. Pane e formaggio. Facciamo una minestra tipo paniccia con la farina, olio, conserva e dadi: una cosa magnifica e saziante. Il nostro fornellino funziona a meraviglia.
MERCOLEDÌ 26 - Visto e considerato che la giornata è fredda e uggiosa, vado all'appello in pigiama e dopo l'appello mi ficco di nuovo sotto le coperte. Allarmi fino alle undici. Si odono detonazioni e rumori vicinissimi. Sboba di rape secche, patate e un pez­zetto di fegato (che naturalmente vi ho trovato io). Togliamo qualche cucchiaio per la minestra di questa sera e vi aggiun­giamo un cucchiaio di farina: ottima. Ho spedito un bollettino per pacco a casa. Pane, margarina e zucchero. Oggi senza marmellata. Si fa la solita sboba, così il tempo passa meglio facendo qualcosa. Dopo l'appello cena e a letto.
GIOVEDÌ 27 - Il tempo è semplicemente schifoso e allora come di consueto dopo l'appello ci rificchiamo a letto fino alle 11. Ci si alza e ci si lava e appena pronti arriva la sboba, bellissima, di farinacei, fagiolini e patate. Ha in più la giunta così metto in corpo un litro e mezzo di roba con discreto effetto. Pane e margarina. Solita sboba con farina. Appello, cena, a letto. Abbiamo assaggiato il salame: ottimo.
VENERDÌ 28 - Festa di S. Lucchese, bei tempi, ricordi, nostalgie, ecc.;281 unica realtà un freddo cane da mese di gennaio che mi paralizza completamente le attività e mi intorpidisce addirittura. Dopo l'appello mi rimetto a letto e mi alzo solo alle 10,30. Toelette e arriva la solita potente sboba, densa di farinacei e patate. Non ho voglia di stare in letto quest'oggi così mi metto un po’ a cucire. Passa il postino, ma nulla in vista. Pane, margarina e ricotta; di marmellata non se ne parla neanche; speriamo che non ce la vogliano fottere. Facciamo la solita sbobetta con la farina. Dopo l'appello si cena e a letto.
SABATO 29 - Solita giornata uggiosissima. Dopo l'appello mi rimetto a letto in attesa della sboba. “Allarmi” e quindi ritardo del pranzo fino alle 2. Arriva però un bel rancio di farinacei e patate che ricompensa l'attesa. Ricevo una cartolina da casa che dal timbro postale suppongo sia del 2 Febbraio. Non capisco però perché ci debba essere il timbro di Castellina in Chianti! Pane, margarina e marmellata di quella migliore, preavvisandoci però che non verrà distribuita domani per mancanza di detto genere. Quello che ci han dato oggi infatti, dicono loro, non è per le nostre bocche, ma per la popolazione civile: per noi è troppo buona (benché schifosa a confronto con la nostra). Con la farina mescolata, noci, uva secca e zucchero facciamo un altro dolcetto piuttosto abbondante che risulta buonissimo.
DOMENICA 30 - Le condizioni climatiche sono sempre le solite, anzi fa piuttosto freddo. Dopo l'appello mi faccio la toelette, finché arrivano i viveri a secco: pane e margarina. Vado a Messa e quando torno la sboba è già scodellata: una delle solite sbobe domenicali, però poco saporita. Scrivo a casa una cartolina. Verso le quattro distribuiscono lo spezzatino che non è altro che un mezzo litro di patate con qualche filaccio di carne, però ottimo. Lasciamo la giunta per la sera e aggiungendovi della farina facciamo una sboba magnifica, tipo paniccia. Stasera vado a letto collo stomaco assai sazio perché oltre tutto mi son mangiato due razioni di pane. In più anche quella specie di birra dolciastra.
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