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Parole di guerra


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GIOVEDÌ 9.9.43 - Veniamo disarmati dai tedeschi. Rientro in caserma Kellerman con gli uomini e consegno la pistola. Dalla caserma non si esce più.43 Trambusto generale.

VENERDÌ 10.9.43 - Ho dormito in caserma fra le cimici. Stessa confusione. Si assaltano i ripostigli svaligiando tutto. Molti fuggono. Anch’io avevo preparato il piano, ma sono indeciso. Andiamo a dormire al Mont-Fleurì.44




SABATO 11.9.43 - Non si può uscire e passiamo la giornata in albergo. Corrono naturalmente le voci più disparate. Subiamo la rivista al bagaglio.45

DOMENICA 12.9.43 - Viene a trovarmi Renée, portandomi qualcosa da mangiare.46 Improvvisamente nel pomeriggio partiamo. Tutti in tradotta e via per destinazione ignota. Siamo pigiati come le sardine. Assistiamo a simpatiche manifestazioni della popolazione che si accalca al di fuori della stazione e lungo le scarpate della linea ferroviaria.47 Così a Grasse, così a Cannes, dove arri­viamo verso le 18. Alle 20 (già buio) passiamo da S. Raphael, Frejus, Le Puget, Le Muy…48 Notte.

LUNEDÌ 13.9.43 - Ci svegliamo a Marsiglia. Sosta lunghissima fino a mezzogiorno. Siamo scortati da reparti delle S.S. i quali hanno verso di noi un contegno deplorevole.49 Proseguiamo in direzione di Avignone, verso Lione.50




MARTEDÌ 14.9.43 - Lunga sosta a Lione. Alle 14,30 partenza per il Nord verso Dijon.



MERCOLEDÌ 15.9.43 - Ancora una sosta a Dijon poi proseguiamo verso Nancy. Ore 14: siamo a Nancy. Alle 21 a Metz. Scrivo una cartolina e consegno una lettera alle dame della Croce Rossa.

GIOVEDÌ 16.9.43 - Siamo arrivati a Limburg. Ci portano al Campo di Concentramento: Stalag XII A.51 Ci sono russi, polacchi, francesi. Baracca con castelli a tre posti. Non c’è male. Rancio tipo "cinghia" (patate, margarina, marmellata, tiglio, tapioca, miglio, orzetto, cavoli). Pane nero pesante, pochissimo.




VENERDÌ 17.9.43- Due appelli al giorno. Sveglia alle 7. In definitiva non ci rompono tanto le tasche. Siamo coi soldati, chiacchieriamo con essi e la giornata passa.




SABATO 18.9.43 - La solita vita un po' noiosa, solo rallegrata dall'arrivo del rancio. Ma c’è ancora qualche piccola riservetta e così si tira avanti.52




DOMENICA 19.9.43 - Giornata pesante e senza sole. Ci portano a fare una passeg­giata fuori. Non si vede nessuno.

LUNEDÌ 20 - MARTEDÌ 21.9.43 - Nulla di nuovo.




MERCOLEDÌ 22.9.43 - Ci fanno la proposta di combattere a fianco delle S.S. No.53




GIOVEDÌ 23.9.43 - Miglio, patate. Continuano le discussioni sulla nostra posizione.




VENERDÌ 24.9.43 - Durante la notte sentiamo passare formazioni aeree inglesi.




SABATO 25.9.43 - Ritirano i soldi ed altri oggetti. Consegno i miei binocoli. Soldi “rien”.




DOMENICA 26.943 - Arrivano gli ufficiali dal presidio di Tolone.




LUNEDÌ 27.9.43 - Partenza in mattinata. Siamo stipati nei carri bestiame. Verso il Nord-Est. Giessen, Bebra.54




MARTEDÌ 28.9.43 - Ore 10,30 Lipsia. 13 attraversiamo l'Elba. 15 Falkenburg.




MERCOLEDÌ 29.9.43 - Ore 6 Glokau. 13,45 passiamo l'Oder. 14,45 Lissa. Piove, nebbia. Nella notte si entra in Polonia.




GIOVEDÌ 30.9.43 - Litzmannstadt. 17,30 Koluschi.



OTTOBRE 1943




VENERDÌ 1.10.43 - Arriviamo a Deblin (ore 14).55 Ci portano alla cittadella. Grandissima confusione.




SABATO 2.10.43 - Si parla già di cambiare. Arrivano continuamente altri ufficiali da tutte le parti d'Italia e dalla Grecia.




DOMENICA 3.10.43 - Si cambia campo. Bagno, disinfezione, rivista al bagaglio (mi prendono l'impermeabile). Ci incamminiamo a piedi e arriviamo finalmente allo Stalag 307 baracca n. 11.56




LUNEDÌ 4.10.43 - Si mangia poco e male.




MARTEDÌ 5.10.43 - Comincia a farsi sentire la debolezza



MERCOLEDÌ 6.10.43 - Nuova proposta per andare a combattere con le S.S. Sembra che debba arrivare una commissione fascista.

GIOVEDÌ 7.10.43 - Sembra che reparti di partigiani abbiano fatto saltare un treno di munizioni. Si mangia sempre peggio. Proteste, ma andiamo a letto con la debolezza.



VENERDÌ 8.10.43 - La vita è sempre uguale, coi suoi appelli scoccianti, le lunghe attese per la brodaglia, le alzate antipatiche durante la notte. Ci sono cappellani e quindi si può assistere alla S. Messa tutte le mattine e la sera al S. Rosario.
SABATO 9.10.43 - Si cominciano ad organizzare conferenze57 di filosofia, lezioni di tedesco, di inglese e russo. Così il tempo passa un po’ meglio.58
DOMENICA 10.10.43 - Comincia a verificarsi il mercato nero coi russi per avere le pagnotte. Prezzi esagerati. Avvisi economici per scambi commerciali.
LUNEDÌ 11 - MARTEDÌ 12 - MERCOLEDÌ 13 - GIOVEDÌ 14.10 43 - Malinconia, apatia; si mangia un po' meglio; cambio di baracca.
VENERDÌ 15.10 43 - Si sta un po' meglio. Si diffondono notizie più o meno ufficiali.
SABATO 16.10.43 - Sembra che Goering sia spacciato.59
DOMENICA 17.10.43 - Fino ad oggi ho letto qualcosa, un po’ qua e un po' là. Spettacolo di varietà con canzoni e musiche varie. Non riesco ad avere un programma preciso, anche perché la debolezza non me lo permette.60
LUNEDÌ 18.10.43 - Continua la ridda di notizie.
MARTEDÌ 19.10.43 - Sembra che Badoglio abbia dichiarato guerra alla Germania. Inglesi a Terni, i russi a Vilno.61
MERCOLEDÌ 20.10.43 - La giornata è meravigliosa. Sembra quasi impossibile che nella zona nella quale ci troviamo si debba avere una tempe­ratura così primaverile durante il giorno.

Vengono tradotti bollettini tedeschi coi relativi commenti molto lusinghieri per noi.

Notte magnifica, cosparsa di stelle. Le due Orse brillano sulla nostra capanna innaffiata da una luce di Presepio. Usciamo a respirare questa notte accogliente e serena col Maestro Musella; ci colpisce un effetto straordi­nariamente scenografico: un altissimo e maestoso ippocastano inondato dalla luce concentrica di due riflettori che gli danno una mirabile fosforescenza.
GIOVEDÌ 21.10.43 - Continua la serie delle belle giornate; anche il tempo ci vuol bene. Pane e burro, minestra di carote con tracce di patata; buon minestrone di orzetto e patate. Si traduce il bollettino tedesco del giorno 18; il testo si mantiene laconico, ma il commento spiega molte cose. Arrivano o addirittura si costrui­scono le notizie più disparate. Spira insomma un’atmosfera di generale ottimismo.62
VENERDÌ 22.10.43 - Sono riuscito ad ottenere dai russi con un orologio rotto, una pagnotta e cento marchi.63 Il tempo si mostra ancora propizio raddolcito continuamente da notizie di crescente interesse.

È apparso in giro, distribuito dal Comando tedesco, un giornale dal titolo "La voce d'Italia" di origine oscura. Pane e marmellata, zuppa di carote e minestra di orzo e patate. Ho ascoltato una conferenza su D'Annunzio, piuttosto a carattere biografico, intramezzata da citazioni tratte dalle diverse opere, ma senza traccia di critica e accenni non troppo chiari e slegati sull'evoluzione della sua arte letteraria affiancata allo sviluppo spirituale della sua vita. Ci ha fatto vedere il fanciullo del Cicognini turbolento, brioso, vivace. Già scrive poesie e racconti. È il primo periodo del giovinetto che scopre in se stesso una vitalità eccezionale, che sente il bisogno di esteriorizzare un gorgoglio interno64.

Questa fase si riassume nel "Canto nuovo". C'è già una sensualità che non è ancora erotica, se non nella fugacità di qualche accenno, una vitalità dei sensi, che sa di terra. Sfocia nella sensualità erotica dell'ambiente romano, nella Roma Albertina, la Roma delle gentildonne eleganti. Vive di piacere. Scrive la cronaca mondana sulla "Cronaca bizantina del Sommaruga". Conosce la società romana, la frequenta; passa di alcova in alcova, fino ad essere stanco della vita troppo intensamente goduta. Rifugio nell'Abruzzo e apertura della terza fase, quella del superuomo. A Francavilla conosce Tosti e Michetti, scrive ispirandosi ai quadri di questi pittori "La figlia di Jorio" e "Fuoco". Ha letto Baudelaire e Niestche65. Cerca continuamente di superare la propria arte. Peregrina in Toscana, alla Capponcina che arricchisce di fastosità presto preda dei creditori. Francia. Arriva così "Alcyone" al culmine della sua arte poetica, arriva alla lirica pura a scorporare la sua sensualità, come dice il De Robertis66. Nelle poesie di Alcyone c'è solo discorsività e dolcezza. È un susseguirsi di parole belle. C'è la pausa eroica della guerra dalla quale esce cieco, bendato. La sua produzione, nello sforzo continuo esagerato di un autosuperamento (si svuota, pur conservando qualche accento di bellezza), si fa incomprensibile, punteggiata di religiosità, l'atteggiamento fatale dell'uomo stanco della vita, che sembra aver trovato la solu­zione al problema angoscioso della sua anima assetata. Amante, soldato, artista. Tre nature difficilmente riunite e che purtuttavia si sono integrate nel poeta.
SABATO 23.10.43 - Altra giornata meravigliosa. Temperatura primaverile senza un soffio di vento. Pane e burro, zuppa di carote, minestra di orzo e patate. Nessuna novità degna di rilievo. Lettura del bollettino del giorno 20 dove il commento annuncia lo sfondamento sovietico nella zona di Clernenku.67

Rosario e conferenza su “Intellettualismo greco e volontarismo cristiano”. Bella conferenza, chiara e precisa, avvincente per il tono oratorio. Il pensiero greco si richiude su se stesso nello sforzo inutile di ricerca di un ente supremo. Ripiegandosi nello scetticismo sistematico di Pirrone68, nella rinunzia cioè della ragione che si sente incapace di spingersi più oltre nell'anelante cammino verso la verità. Ecco come in questa crisi razionale che preferisce adagiarsi nell'epicureismo e nello stoicismo69 sorge la nuova parola di Cristo, colla dottrina dell'amore che riavvicina l'uomo a Dio, mentre il pensiero precedente non aveva che acuito il distacco.

L'umanità in preda a questa sofferenza derivante dalla sete di una esigenza insoddisfatta accoglie questa nuova corrente vitale che le offre finalmente una meta, una ragione di vita. Amore inteso come legge interna, come proiezione della volontà individuale, come un ponte che lega gli uomini fra loro e l'umanità a Dio, che non è più qualcosa di assente e vivente in un mondo diverso, completamente indifferente alla vita degli uomini, il Dio superbo e terribile, ma il padre di tutti gli uomini pronto ad accogliere tra le sue braccia tutti "gli uomini di buona volontà". Ecco il nuovo problema: la volontà sorretta dalla fede rimpiazza la ragione incapace di avvicina­re l'uomo a Dio.
DOMENICA 24.10.43 - Ascolto la S. Messa.

Pane, formaggio e marmellata; minestrone di pasta, patate e carne. Dopo pranzo lo spettacolo costituito da canzoni, stornelli, una commedia di Mosca "La sommossa", frizzi diretti ed indiretti. In sostanza un piccolo trattenimento abbastanza interessante. Vi partecipano l'ufficiale tedesco comandante il campo, il colonnello comandante i campi. Sono state inflitte alcune punizioni ad ufficiali perché non salutavano ufficiali tedeschi e per altre mancanze. Viene proposta l'idea della costituzione di uno spaccio con fondi ottenuti dal trattenimento di una decade del nostro soldo, che in realtà non sappiamo non solo quanto sia, ma anche dubitiamo della sua esistenza.

Minestra di carote. Rosario, conversazione religiosa. Da doma­ni la S. Messa non si celebra più per la mancanza degli elementi necessari.70
LUNEDÌ 25.10.43 - Riesco ad avere una mezza pagnotta per un paio di calze da donna. Altra magnifica giornata. Ieri sera sono stati letti tre bollettini del 21, 22, 23. Sembra che sia segnalato un intenso movimento di navi nel Mediterraneo mentre la stampa alleata ammette la probabilità di uno sbarco a tergo delle posizioni tedesche o in altra parte della zona Mediterranea.71 Pane, burro e salame: a mezzogiorno otto patate lesse che, mangiate riempiono abbastanza, ma mi hanno dato un terribile bruciore allo stomaco per tutta la giornata. Fortunatamente abbiamo ancora un po' di caffè puro e della magnesia S. Pellegrino. La giornata trascorre tranquilla, ancora bella. Dal bollettino si annunzia lo sgombero di Melitopol e l'ampliarsi della breccia russa.72

Rosario e conferenza sulla storia della musica. Il canto gregoriano con un rigo, poi con due, con tre e finalmente con Guido d'Arezzo73 si arriva a quattro. La nascita oscilla fra il 995 e il 1000. Visse una cinquantina di anni. A lui si deve appunto la notazione e l'aggiunta del 4° rigo. Egli però si basa sulla scala esatonale (ut, re, mi, fa, sol, la). Il si verrà aggiunto molto dopo74. Ci traccia la nascita e lo sviluppo della polifonia col contrappunto, il falso bordone attraverso la scuola fiamminga fino a Palestrina75.


MARTEDÌ 26.10.43 - Ancora sole. Pane, marmellata e margarina.

All'appello assistiamo all'arrivo del nuovo comandante del campo, un capitano coll'aria piuttosto bonaria e tranquilla. A mezzogiorno si mangia la minestra di patate e orzo, buona. Alla sera altra minestra, discreta. Rosario e assistiamo poi alla prima presentazione dell'annunziato "Giornale parlato".76 Con un po' di toppe e stiracchiamenti il Giornale è riuscito se non proprio con successo, con esito favorevole e promettente di successivi sviluppi. Articolo letterario di fondo: Vincenzo Cardarelli77. Ben tratteggiato e colto nella sua vera fisionomia artistica. Dopo un necessario accenno panoramico all'atmosfera letteraria del Novecento dibattentesi fra i fasti ormai tronfi e stucchevoli del dannunzianesimo e la prosa scheletrica, ossea legnosa del postumo verismo, seguita dal fallimento del tentativo futurista, delinea il sorgere dei vari tentativi reazionari, di quei sintomi che esprimono l'esigenza vitale, imperiosa di liberarsi da queste sterili manipolazioni lettera­rie. I gruppi delle nuove schiere si riuniscono intorno alle riviste che esprimono il loro canone letterario e artistico. Nascono così "Lacerba", "La voce", "La ronda" e tante altre78. "La ronda", fondata dal De Robertis, raccoglie intorno a sé i migliori prosatori italiani, Soffici, Cecchi, Cardarelli; ha come critici Serra e Tilgher.

Canone letterario è il risanamento della prosa italiana intesa come prosa d'arte, creata dal travaglio dell'artista che l'ha cesellata per renderla perfetta, per dare in essa ad ogni vocabolo una localizzazione precisa, un significato insostitui­bile. Raggiungere la perfezione stilistica nella prosa. Cardarelli non è perciò un narratore, ma un prosatore, non è lo scrittore del romanzo, della novella, ma del pezzo artistico. Infatti egli non ha scritto molto. Trasporta il suo canone estetico anche nella poesia nella quale si notano e si colgono due momenti distinti: un primo più sincero ed un secondo meno sincero, perché nato forse da un'emotività interna creata da una insofferenza che non ha la sua ragione vera di essere. È sincero quando dipinge la natura con tinte tenui e sfumate ma nelle quali risorge però la matita del disegnatore: è l'incisione nella sfumatura plastica.
MERCOLEDÌ 27.10.43 - Oggi la giornata è triste. Il sole forse stanco di appagare gli insaziabili desideri dell'umanità insoddisfatta si è ritirato nella sua reggia, lasciando alle nubi la conquista del cielo. Così al di sopra di noi si stende, immensa infinita una umida coltre grigiastra, pesante. È la plumbea cappa che opprime e soffoca lo spirito e le cose innaffiandole di malinconia. I volti pallidi hanno assunto un'espressione nuova, meditabonda, le fronti si sono abbassate, le frasi sono bisbigli, l'incedere è più lento, pacato quasi incerto, un'ombra fugace ha velato per un attimo gli occhi abituati ai raggi caldi del sole. Ogni sguardo è una domanda; ogni sguardo è una risposta. Gli uomini si sono compresi ed hanno taciuto per non rivelarsi a vicenda il comune travaglio. Il sole di ieri aveva confermato la speranza nel domani; il grigiore umido di oggi ci ha preparato il cammino che scivola nella non speranza.

Pane e burro, minestra di verdura; alla sera orzetto pasta e patate. In complesso ottima, sempre in relazione alla difficoltà dei tempi, giornata gastronomica.

Leggo il "Fabbricatore di Dio", la tragedia di A. Mongiardini che sarà l'opera musicale del Maestro Musella.

Dramma forte, spirituale, addirittura grandioso nella sua concezione filosofica; espressione dell'eterno tormento dell'ani­ma umana che, attraverso i secoli, ha cercato affannosamente la sua ragione di vita. Tre atti ed un epilogo. Trascrivo qualche passo significativo. Lo scultore che cerca la verità, cosa trova? "Nulla!... Nulla di quello cui abbiamo creduto... di quello che i poeti hanno cantato... Dovunque non vidi che gli uomini soli, spaventosamente soli col loro destino, dovunque non vidi che uomini dolenti curvi sul loro penoso lavoro quotidiano!".

Trascrivo qualche stralcio di critica.

Quando lo scultore rivolto alla statua dice: "Vedremo chi di noi due esiste", sintetizza la lotta tra i due punti estremi della teoria della conoscenza, che tanti hanno cercato di conciliare, ma che forse sono inconciliabili, "quella battaglia fra l'uno e i molti - come dice Papini - che si combatte con mille nomi da venticinque secoli".

Il dramma risale all'origine dei popoli, nel cui anelito ideale la religione, costretta a modificare il Contenuto in rapporto ai nuovi sviluppi della civiltà, opera con forza di prodigio, con grandezza di risultati, con una immensità di suggestione che va oltre il potere umano e si divinizza nell'anelito delle nostre anime, in tutti i climi in tutti gli evi. È il bisogno di un porto mistico in cui acquietare il dubbio straziante e distruggere la sterile bestemmia.

... Insomma il dramma vuole cogliere e vivificare quella forza misteriosa, occulta, latente, e pur di invincibile vigore che si annida nello spirito umano e spinge l'uomo a sentirsi crea­tura di privilegio votata non solo al chiuso destino del suo tormentato ciclo terreno, ma chiamato a varcare la soglia dell'immortalità.

… L'aspirazione inconscia ad una superiore perfezione spirituale che sta al di fuori di noi e al di sopra di noi, il bisogno istintivo di una fede, di un ideale che ci sorregga nel breve ma tormentoso sentiero dell'esistenza, sono insopprimibili nel cuore degli uomini, anche di coloro che si ritengono sciolti da qualsiasi legame soprasensibile.

È l'espressione sintetica e quasi sempre sobria del grande dramma umano, senza limiti di tempo e di spazio, che pone l'individuo di fronte alla divinità, il raziocinio di fronte all'inconvincibile, la logica di fronte al mistero.

… Che cos’è Dio? È qualche cosa che esiste fuori di noi, eterno ed immutabile, quale tutte le religioni ci rappresentano o è invece una creazione della fantasia umana che non si rassegna ai limiti della verità sensibile ed erompe nel mistero? È Dio che ha fatto gli uomini a sua immagine e somiglianza o sono gli uomini che hanno creato Dio? È un misterioso richiamo ad una verità superiore, trascendente, o è un immanente oscuro bisogno dello spirito umano pauroso di essere solo sulla terra?

… La vittoria dello spirito sulla materia; la necessità di spiritualizzarsi contro le inutili negazioni del positivismo.

… L'uomo senza Dio non è concepibile o è soltanto un cervel­lo che vuol negare ciò che l'anima sente?

… L'autore si è fatto interprete di quel profondo movimento di inquietudini e di speranze che agita l'anima moderna la quale fra vecchie fedi religiose, troppo spesso inquinate da considerazioni utilitaristiche, e i nuovi scetticismi di origine scientifica e politica, va in cerca con disperata passione di un ideale che diventi, finalmente per tutti, una riposante regola di vita.

... Ogni religione è - per i suoi credenti - la soluzione del mistero e il dissolvimento dei dubbi. Ogni religione tranquil­lizza relativamente le coscienze bersagliate dalle passioni e dà alle genti, altrimenti irrequiete, norme di vita umana e civile. Ecco l'importanza della religione nel convivio sociale e politico dei popoli.

In sostanza la tesi filosofica è quella della superiorità del­l'intuizione79 sulla logica o del sentimento sull'esperienza scientifica e sulla razionalità per avvicinarsi al vero. È la condanna dell'ateismo e la vittoria dello spirito.


GIOVEDÌ 28.10.43 - Il tempo continua nel suo grigio abbigliamento. L'avviso gastronomico avverte che il menù di oggi sarà costituito da pane e marmellata; consommé di carote e brodetto ottobrino. Buona ricetta per un giorno come oggi e veramente invitante (senza commenti). Si prova la commedia che andrà in scena domenica. Può anche andare malgrado il personaggio da me interpretato non sia proprio in tutti i particolari consono al mio carattere. In ogni modo faccio il meglio possibile.

Il consommé di carote si è rivelato un piatto abbastanza ma­gro malgrado il nome. Il rancio di stasera non ha troppo deluso. Ritrovo con soddisfazione il Cap. Petrucci, mio coman­dante di compagnia quando ero recluta a Prato e a Vaglia nel 7° Btg. Mitraglieri. Ci consegnano il bollettino per il pac­co; speriamo che arrivi presto.80 Altra prova dopo il secondo rancio e poi la conferenza di carattere biologico. La teoria dell'evoluzionismo della specie e in particolare Darwin e la sua scuola81. Ho comperato una pagnotta per trenta marchi.


VENERDÌ 29.10.43 - Lo stesso tempo. Pane e burro; carote e patate; patate lessate. Durante la giornata nulla di eccezionale. Si prova la commedia a più riprese finché sembra che sia passabile. Viene letto il bollettino del giorno 28. Seguito della conferenza ini­ziata ieri sera. Continuazione dell'idea evoluzionista attraver­so le scuole posteriori, cioè il neodarwinismo e il neolamarkismo, fino alla moderna genetica82.
SABATO 30.10.43 - La giornata si presenta sempre grigia e piovigginosa. Sveglia alle 7 per dare più tempo alla pulizia e all'ordine nelle camerate che il comando tedesco esige con pignola scrupolosità. Pane e marmellata. Minestra di carote. Abbiamo chiacchierato un po' col Maestro, molto anche del mio avvenire, circa la possibilità di entrare all'Accademia di D'Amico83 a Roma. Mi ha citato questo proverbio inglese: "Chi vale e non sa di valere è un timido: incoraggialo. Chi non vale e crede di valere è un pazzo: fuggilo. Chi vale e sa di valere è un forte: seguilo". Un proverbio indiano: “L'uomo è buono e gli uomini sono cattivi”.

Minestra di orzetto e patate. Rosario e conferenza. Dai padri della Chiesa, cioè dalla patristica, alla scolastica e ai primi aneliti della Rinascita84. L'intimismo Agostiniano85, che quasi si potrebbe affermare come un primo barlume di idealismo. "In interiore homini habitat veritas, noli exire"; cerca Dio dentro la tua anima che proprio in te stesso lo troverai e non al di fuori di te, nella natura, nelle cose. Supremazia della fede sulla ragione86. Lo sfacelo del mondo romano87, del­l'universalità che si scinde politicamente e religiosamente, in quanto che l'universalità della Chiesa sta per dissolversi nel particolarismo delle eresie.

Finalmente la ricostituzione del Sacro Romano Impero come entità concettuale, che vorrebbe ripristinare la missione di Roma. La Chiesa sente il bisogno di razionalizzare la sua dottrina, di darle un organismo intellettuale, ed ecco88 che appare S. Tommaso.

Il problema degli universali89 e vari tentativi di risoluzione. Si arriva al risveglio della coscienza umana90 che cerca di rivalutare l'uomo come personalità, come libera volontà di pensare e di creare.


DOMENICA 31.10.43 - Pane, margarina e formaggio: ottima minestra di pasta, patate e carne. Ci distribuiscono le cartoline. Le scriviamo e spediamo oggi stesso. Alle due c'è la rappresentazione della IIIª Ora del Prigioniero. Primo debutto in scena con un pubblico molto vasto. Malgrado la parte non sia stata adatta al mio carattere, purtuttavia credo (o almeno così è anche il giudizio degli altri) di aver superato la prova e soprattutto di aver vinto il timore del pubblico che d'altra parte non mi impressiona affatto. Anzi mi sento molto più impacciato durante le prove che nella rappresentazione. Minestra di carote. Rosario e poi a letto.

NOVEMBRE 1943
LUNEDÌ 1.11.43 - Nella notte ho visto il cielo stellato e stamane infatti ci ha accolto il sole col freddo della brina. In ogni modo il sole rianima e rafforza la fiducia nell'avvenire. Si ascolta la S. Messa colla Benedizione nella sala del cinema.

Pane e burro; a mezzogiorno minestra di carote tipo "cinghia". Alla sera minestra di carote e patate; un po' meglio ma non troppo; SS. Rosario. Conferenza di musica.

Si parla ancora delle diverse manifestazioni della musica polifonica fino alle porte del melodramma91. Così nel campo della musica religiosa vediamo fiorire dopo il mottetto92, crea­zione della scuola fiamminga, l'oratorio93, che non è che una narrazione episodica di storia sacra cantata da più persone. Un esempio di oratorio, il Passio della Settimana Santa94. Ora­tori ne sono stati scritti moltissimi. Nel campo profano si ha il madrigale95 che alla fine prende forma dialogica fino a preludere il melodramma. Altre forme si hanno nella caccia e nella ballata.

Mi sono confessato.


MARTEDÌ 2.11.43 - Giorno dei morti. Giornata meravigliosa con brina mattutina. S. Messa e Comunione nel cinematografo. Pane e burro; minestra di patate e carote discreta.

Sembra che adesso vogliano farci fare ginnastica al mattino; non so poi come sarà possibile dato che le forze sono abbastanza deficienti. Minestra di legumi discreta. Siamo riusciti ad ottenere una diecina di patate così ci facciamo un bel purè che ci riempie assai. S. Rosario e conferenza di filoso­fia. L'Umanesimo e il Rinascimento. L'oratore mostra il pas­saggio dal concettualismo razionale, universalistico del Medio Evo, al naturalismo umanista96.

Lo spirito che si sente soffocato dal dogmatismo razionale tomistico anela a liberarsi soprattutto del pesante ed ormai insufficiente abito aristotelico che più non appaga la sua ansia di sapere, ma tarpa le ali ai voli verso nuove conquiste. L'uomo toglie gli occhi dal cielo, per abbassarli sulla natura che adesso gli appare con uno splendore nuovo, con un sorriso accogliente gli si spiega offrendo i suoi segnali all'indagine sperimentale.

L'uomo ormai si considera come il centro dell'attività spirituale politica e sociale, crede oramai di essere il padrone assoluto del mondo, scopre in se stesso energie latenti, possibilità prima sconosciute, reagisce alle imposizioni coercitive della tradizione e delle abitudini per conquistare la vita e viverla intensamente. L'uomo si accosta alla vita, comincia ad assaporarne ed a goderne tutta la bellezza, si rifugia insomma completamente sulla terra. L'uomo prende coscienza di sé, non accetta più quelle verità che gli vengono presentate dal dogma, vuol vedere per credere, e crede cioè solo a quello che cade sotto la sua esperienza. Questo nuovo spirito di rinnovazione, di anelito e di slancio verso nuove conquiste si concreta in filosofia nella lotta contro Aristotele fino ad arrivare al panteismo di Giordano Bruno97. Questo grande e nuovo orientamento dello spirito umano si manifesta in tutte le attività della vita del 400 e del 500. Politicamente c'è lo scindersi del vecchio universalismo medievale e l'apparizione dei comuni prima e delle si­gnorie dopo, organismi che cercano di farsi largo nelle vicen­de politiche, di affermarsi come ente politico capace di vivere da sé. Nell'arte si manifesta ancora una volta questo tormento dell'anima che aspira a nuovi orizzonti. Originalità, tentativi che si credono addirittura pazzeschi (in pittura Paolo Uccello inizierà la prospettiva, in architettura l'ardita concezione del Brunelleschi98). Nella poesia si riflettono gli aspetti della vita quotidiana, si presenta non più l'amore celestiale, ma l'amore terreno, umano. Colombo partirà alla scoperta dell'America. Questo immenso slancio ascensionale culmina nel 500, composto e dignitoso, senza stravaganze99.


MERCOLEDÌ 3.11.43 - Ancora una volta c'è il sole benché sia un po' freddo. Pane e marmellata (abbondante). Minestra di carote e patate; mine­strone all'italiana, questo buonissimo. Nel pomeriggio c'è una proiezione cinematografica che in sostanza non è che un giornale luce di guerra tedesco. Rosario e dopo la seconda edizione del Giornale Parlato. Questa volta un po' stiracchiato e difettoso, ci ha presentato di interessante solo l'articolo di fondo e gli echi di cronaca. L'articolo di fondo aveva per titolo "invito alla meditazione". Con questo l'oratore (Granata) ci ha chiaramente messo in evidenza lo stato d'animo predominante nel campo: agnosticismo determinato da una rassegnazione passiva di fronte alle vicende, da una completa sfiducia nell'avvenire ed una completa ed ingiusta condanna del passato, dalla rinuncia alla partecipazione costruttiva, necessaria nel domani della nostra Patria. Pur mantenendosi nei limiti del desiderio umano, senza trascendere, senza acca­rezzare sogni ed irrealizzabili imperialismi, a base di discor­si roboanti, difettosi di reale concretezza, purtuttavia non possiamo rinunciare a ciò che è nostro, a ciò che hanno costruito le generazioni, colla volontà. La storia ci offre i suoi momenti positivi e negativi; è questo appunto uno dei periodi negativi dell'attività dialettica dello spirito, di un periodo quindi transitorio che prelude ad un seguente momento costruttivo, momento al quale non potrà restare estranea l'attività della nostra generazione. In questa parentesi di sofferenza cerchiamo di affinare lo spirito e prepararlo al lavoro che ci attende per ricostruire la nuova Italia.
GIOVEDÌ 4.11.43 - Giornata fredda incline alla neve. Appello. S. Messa. Pane e margarina (pessima ed immangiabile allo stato naturale) ed una carota cruda; patate lessate, minestra di carote e patate. Riusciamo ad arrangiare un po' di pane cedendo una divisa. Appello. Benedizione nella sala del cinematografo. S. Rosario e conferenza sulla Radioestesia100.
VENERDÌ 5.11.43 - S. Messa e Comunione, essendo il primo venerdì del mese.

È arrivato l'annunciato generale italiano che ha chiesto chi si sente di aderire al nuovo esercito repubblicano fascista.

Non ci sono pressioni. Ci vengono presentate le disposizioni e il trattamento economico. Pochi gli aderenti.101 Pane e marga­rina. Minestrone di patate e piselli, ottimo. Sono arrivati un centinaio di ufficiali dalla cittadella, aderenti al nuovo esercito cantando giovinezza con uno scolorito gagliardetto. S. Rosario e conversazione di filosofia. Al culmine del Rina­scimento si comincia a sentire il bisogno di sistemare e incanalare questo vortice di idealismi nuovi dove la fantasia ha avuto briglia sciolta, dove la libertà ha portato a voli addirittura stratosferici, proiettandosi alla scoperta della verità. Galileo aveva aperto alla scienza un campo infinito di indagini; Giordano Bruno aveva raggiunto col suo panteismo concezioni di una arditezza addirittura paurosa. C'è bisogno di razionalizzare e sistemare. Bacone102 comincia col distruggere la cultura che la tradizione gli presenta per iniziare nuovamente il cammino. Si avvicina alla natura e attraverso l'esperienza induttiva, l'indagine sperimentale colta attraverso i sensi, getta le basi dell'empirismo103. Cartesio104 parte dallo stesso punto105. Dubita di tutto per ricostruire. Ma il suo dubbio106 non è come il dubbio degli scettici per i quali era un punto di arrivo, una affermazione sistematica di una concezione, la constatazione arrendevole della coscienza umana conscia della propria incapacità a risolvere i problemi dello spirito; il suo è un punto di partenza107.

Cogito ergo sum, ecco la prima grande scoperta: l'esistenza dell'intelletto pensante108. Dalla idea di perfezione arriva a dimostrare l'esistenza di Dio109. Allora anche il mio corpo, anche gli oggetti che mi circondano esistono in quanto creazioni di Dio110. La natura però ha una sua legge meccanica propria che presiede alla sua attività (res extensa). Parallelamente esiste l'altro mondo dell'intelletto, della res cogitans111. Come esiste allora un rapporto fra questi due mondi che esistono, ma hanno ambedue due cammini paralleli e due funzioni pro­prie, distinte? Come si spiega la connessione che pure esiste continuamente fra l'espressione volitiva dell'intelletto e l'attuazione di questa espressione da parte della materia? Cartesio ammette ingenuamente, e questo è il punto maggiormente criticabile, l'esistenza di una glandola pineale112 (?) che servirebbe appunto a coordinare l'attività volitiva dell'intelletto e l'attività espressiva dei sensi. Malebranche113 e gli occasionalisti114 daranno un'altra risoluzione alquanto facile, ammettendo che già Dio all'atto della creazione aveva predisposto questa coordinazione che si effettuava poi macchinalmente, di volta in volta con l'obbedienza della materia ai comandi dello spi­rito. Ecco quindi come il pensiero filosofico ha assunto il suo orientamento scindendosi in due atteggiamenti che vanno sempre più divergendo, l'empirismo e il razionalismo115.


SABATO 6.11.43 - Giornata triste. Si parla già di spostamenti in seguito alla sistemazione, che dovrà essere data, di precedenza agli aderenti, che dovrebbero stabilirsi nella nostra baracca. Pane e margarina: minestra di barbabietole. Dovranno restare, per passare poi a sistemarsi nelle diverse baracche in muratura, trenta ufficiali della nostra baracca. Naturalmente sulla scelta si alternano i metodi, tutti contrastati da coloro naturalmente che non sono favoriti dalla sorte e dovranno trasferirsi alla cittadella. Il Maestro mi include insieme a Bartolini nella lista dei partecipanti all'Ora del Prigioniero, cosicché si riesce a restare. Ci trasferiamo alla prima baracca. Dopo una prima sistemazione in camerata, prendiamo domicilio nella cameretta dove sta il Maestro: un po' fredda, ma ambiente raccolto, favorevole simpatico. Minestra di patate, pasta e orzetto, buona. Ci distribuiscono le sigarette e i fiammiferi. Ci assegnano ad un gruppo di sette persone. S. Rosario e conversazione letteraria sul Romanticismo.
DOMENICA 7.11.43 - Benché la stanzetta non sia troppo calda purtuttavia la notte passa molto bene. Un velo di neve ci accoglie al mattino, ma presto si scioglie col sole. Fa freddo. Appello. S. Messa. Pane, margarina e formaggio. Minestra di carote abbondante. Si dà la seconda rappresentazione dell'Ora del Prigioniero. Poca gente.

Ambiente freddo e di conseguenza l’atmosfera è gelida. Buona minestra di carne, patate e pasta. Fa un po' freddo nella nostra stanzetta ma cerchiamo di combatterlo con tutti i mezzi di fortuna. S. Rosario.


LUNEDÌ 8.11.43 - Giornata fredda, senza sole. Appello, pane e margarina; patate lessate. L'atmosfera si fa sempre più calorosa nel nostro piccolo consesso. Minestra di patate, carote e ceci ancora abbondante e densa. Dopo il rancio Del Torre ci suona alcuni pezzi col violino, mentre il maestro finge di accompagnare battendo le mani sul tavolo. S. Rosario e conversazione sull'ornitologia. Interessantissima e abbondantemente descrittiva.
MARTEDÌ 9.11.43 - Fa ancora un po' freddo. Appello. Pane e marmellata. Zuppa di bietole. Sembra che domani venga il famoso Generale, quindi bisogna tenere i posti in ordine, le camerate pulite, ecc. Se la visita non susciterà lagnanze, ci verranno distribuite le lettere. Speriamo! Minestra di orzo (ottima). S. Rosario e terza edizione del giornale parlato. Articolo di fondo di Granata sul tema: antiretorica e ritorno alla sincerità (una vera e propria condanna al periodo chiusosi così tragicamente e che deve le sue cause in gran parte anche a quello stato di falsità morale, vacua e inconsistente in cui si viveva; ed un invito a ritornare alla modestia e alla sincerità. Una prosa e una lirica di De Bello. Echi del campo interessanti. Una caricatura di Ireneo sulla Repubblica di S. Marino. Iti­nerari fiorentini (via S. Leonardo116) e le solite barzellette più o meno piacevoli e in ultimo un po' plebee.
MERCOLEDÌ 10.11.43 - Abbiamo la visita del tanto aspettato generale il quale però si reca di preferenza presso gli aderenti. Pane, margarina e zucchero in natura. Questa è stata un'ottima disposizione perché possiamo usufruire di cinquanta grammi di zucchero ogni due giorni e lo possiamo distribuire come vogliamo nei nostri pasti, se così si possono chiamare.

Minestra di carote un po' lunga. Alla sera minestrone di ceci e patate con qualche traccia infinitesimale di carne. Ci vengono distribuite le lettere con risposta che scriviamo con gioia. Dopo il S. Rosario c'è la conversazione di filoso­fia.

Granata riprende e sviluppa la corrente empiristica attraverso Hobbes, Locke, Berkley117 e Hume118, che termina appunto con lo sconsolato scetticismo humiano119 che distrugge la natura e la coscienza. Così anche gli empiristi con la loro soluzione prima idealistica soggettiva120 con Berkley, poi addirittura scettica con Hume, non risolvono il tormentato problema121. La filosofia abbassa la testa e le braccia122; ecco che si rende necessario il genio che dovrà ricostruire partendo da nuove basi123. Hume si era accorto del pericolo cui andava incontro, ammettendo l'esistenza soltanto di stati psichici come succedentesi senza un rapporto di causa fra di loro, senza quindi una soluzione di necessità come i grani di una corona a cui manchi il filo collegatore. Sarà proprio questa critica al principio di causa che susciterà in Kant124, la prima critica al sistema humiano che peraltro ha servito a svegliarlo dal suo sonno dogmatico. Dopo la conferenza, ci riuniamo (io, il maestro Musella, Granata, Bozzetti, il Cap. Frattoni nella sala della musica) a parlare un po' di tutto e specialmente sui prossimi articoli di fondo che Granata dovrà presentare in diversi numeri del giornale parlato. Si tratta di ricercare i motivi che hanno determinato questo momento morale e sociale, di rivedere i pregi e i difetti di un'età, di ricercare le basi che dovranno essere le pietre miliari per la prossima ricostruzione sociale.125
GIOVEDÌ 11.11.43 - S. Martino. Scrivo a casa con la massima gioia. Oggi sono piuttosto contento. Pane e marmellata. Minestra abbondante di rape e carote. Alla sera ci viene distribuita una buonissima ed abbondante minestra di ceci, orzo e patate. Forse è il miglior rancio che abbiamo mangiato fino a questo momento. S. Rosario. Lettura del bollettino tedesco e poi incomincia la recitazione di poesie di Carducci, Pascoli, D'Annunzio, Palazzeschi e Montale. In complesso la recitazione non mi è piaciuta. Granata ha troppo stile teatrale assolutamente privo di liricità, mentre l'altro, che pure mi ha fatto un'ot­tima impressione in quanto a preparazione culturale, mancava addirittura di voce, recitando solo a se stesso. La recitazione termina con Piemonte126 che, a parer mio, se fosse stata più liricamente appassionata e travolgente, avrebbe finito per infiammare l'auditorio, che già sentiva un certo fremito nelle vene. S. Martino è terminata con una magnifica serata lunare.
VENERDÌ 12.11.43 - Stanotte mi sono svegliato colpito dal biancore che penetrava dalla finestra: un leggero strato di neve copriva come un candido manto la terra. Anche stamani, benché i fiocchi non cadano più, lo strato è rimasto ed il cielo sempre ben dispo­sto ad aumentarlo.

Dopo l'appello ci sono i dieci minuti di ginnastica, questa volta con la giacca ed a capo scoperto. Pane, margarina e zucchero. Minestra molto lunga di patate. Mi intrattengo alla prova nella sala della musica. Minestra di patate, orzo e ceci: buona. Tè. S. Rosario e conferenza sulla storia della musica, ma nulla di interessante.



Molto confusionaria e troppo superficiale.
SABATO 13.11.43 - Giornata incolore, umida, piovigginosa. Pane, margarina, sale, acido acetico, una barbabietola lessata e patate lesse. Quantità abbastanza ragguardevole che sostituisce in qualche maniera la scarsezza qualitativa e nutritiva. Alla sera minestra di orzo, patate e ceci abbastanza lunga: tè. S. Rosario. Conferenza su G. Pascoli con la recitazione di alcune poesie. Siamo rimasti molto sul generale naturalmente per la mancanza di testi127. Il C. ci ha presentato i diversi motivi (e forse non tutti e meno i centrali) della poesia pascoliana colti attraverso l'analisi cronologica delle opere.
DOMENICA 14.11.43 - S. Messa e S. Comunione. Pane e margarina, zucchero e formaggio. Minestra di carote e patate assai lunghetta. Il tempo è variabilissimo. Ci siamo svegliati col sole: adesso grosse nubi nerastre coprono interamente il cielo e la pioggia comincia a cadere, intermittente, poi smette per far posto ad un fioco raggio di sole, poi riprende. Nel pomeriggio c'è la quinta rappresentazione dell'Ora del Prigioniero. A causa del tempo non c’è l'appello. Minestra di patate, piselli e carne (abbondante ma piuttosto liquida). Tè. S. Rosario.
LUNEDÌ 15.11.43 - Solita giornata incerta, nuvolosa. Pane e margarina. Patate lessate. Brodo di carne. Il pomeriggio minestra di patate, ceci e carne, assai lunghetta. S. Rosario. Conversazione di ornitologia, interessante. Migrazione degli uccelli, nidificazione, ecc.
MARTEDÌ 16.11.43 - Giornata tipicamente autunnale, poco fredda al mattino, con molto vento. Pane, marmellata e zucchero; minestra di carote e patate. Per mancanza di acqua (e luce) non viene confezionato il secondo rancio. Ci viene distribuito pane e margarina, più il tè alle 8. Dopo il tè c'è il Giornale Parlato che però stavolta si presenta in edizione umile, senza titoli, nudo e crudo e anche non troppo interessante. Bello l'articolo di Granata sull'arte pirandelliana tutta tormentata dall'assillante ricerca di se stesso, dallo sforzo di scoprire la verità astraendosi dalla forma128 in cui è racchiusa la vita umana per ritornare nell'eterno divenire del mondo.
MERCOLEDÌ 17.11.43 - Distribuzione di una microscopica fettina di salame. La gior­nata è piovigginosa e malinconica. A mezzogiorno c’è un buon minestrone e abbondante, che si ripete anche la sera. Dopo il S. Rosario c'è la conversazione di filosofia. Questa volta129 ha esaminato lo sviluppo della corrente razionalistica col pensiero di Spinoza130 e Leibnz131. Parte da Cartesio di cui accen­na a grandi linee il pensiero ed il problema fondamentale che lo stesso ha lasciato insoluto. Cartesio aveva cercato di creare un nesso, un rapporto fra la res cogitans e la res extensa, ma era troppo artificioso e perciò non aveva base concreta132. Vediamo come cercheranno di risolverlo gli occasionalisti133, ma anch'essi troppo ingenuamente. Spinoza per risolverlo comincia prima di tutto ad esaminare l'essenza vera della sostanza ed arriva ad affermare che la sostanza è una e imprescindibile, è ciò che è, è ciò che ha in se stesso la coscienza di esistere134. Non esistono quindi due sostanze separate nettamente, come aveva affermato Cartesio, la res cogitans e la res extensa, ma l'estensione e il pensiero non sono che due modi di essere, due fra gli infiniti attributi di una sola entità, concreta, infinita, l'uno e il tutto, la sostanza, Dio. Dio, considerato quindi come la sostanza unica e infinita che si manifesta nei suoi attributi infiniti. Panteismo vero e proprio. La morale è avvicinarsi a Dio, liberandosi dalle proprie passioni, dai propri istinti e cioè dagli attribu­ti più bassi. L'uomo colto è il più morale135.
GIOVEDÌ 18.11.43 - Una delle tante giornate noiose, col solito cielo plumbeo, fredda. Vento assai forte. Pane e margarina, zucchero. Il comandante tedesco ci avverte che ci è stata accreditata la decade di ottobre e novembre consistente in 48 zloty.136

Minestra di carote lunga, ma discreta. Ho terminato di leggere il volume di novelle di Tchekof137. È uno specchio della vita russa, la vita di una classe media e quasi aristocratica per lo meno nelle pretese. Situazioni curiose, quasi inverosimili; gente tutta permeata da una tradizione pedante e reverente verso le classi più colte, quasi venerate. Si sente insomma quel netto distacco del mugik povero e ignorante che si ingi­nocchia spesso di fronte ad un modesto impiegato o ad un professore. Fanatismo e credulità nello spiritismo. Illusione che alletta più della stessa verità e di cui l'uomo arriva a farne una propria ragione di vita. Pennellate brevi ed efficaci, tono vivace e sobrio. Una Russia che vive solo nel contrasto degli eccessi, senza stadi intermedi.

Ho incominciato, ancora in francese, a leggere la "Vie de Bénjamin Constant par Dumont-Wilden138".

Secondo rancio costituito da una buona minestra di patate, carne e ceci. Ci viene distribuita una cartolina che ho scritto a casa.


VENERDÌ 19.11.43 - Ancora cielo senza sole, coltre pesante di nubi monotona. Paesaggio profondamente malinconico, esasperante, muto ed infido come le facce che di tanto in tanto si vedono. Gente che cammina lentamente, a capo basso, rassegnata, con qualcosa però negli occhi che hanno attimi di luce. Facce che attendono pazienti. L'infinità della pianura mi da un senso di sgomento, di oppressione. Mi sembra che il filo spinato sia un comune limite, che suddivida in infiniti quadrati questa terra desolata, tutta uguale inospitale. Nel muto sguardo degli uomini c'è forse una reciproca comprensione per la sorte comune alla nostra, fatta di attesa e di speranza, senza nervosismi, senza irrequietezze, fiduciosa. S. Messa. Pane e marmellata. Sembra che sia arrivata qualche cartolina dall'Italia, come pure si preannuncia il prossimo arrivo dei pacchi. Minestra di barbabietole e patate. Bagno. Pomeriggio lungo, noioso. Incomincio a leggere “Vita selvaggia” di Beonio Brocchieri139

S. Rosario e conferenza di Filosofia. L'illuminismo francese, presentato attraverso le svariate correnti che percorrono la Francia assolutista, dei salotti. Sfilano innanzi B. Pascal140 e La Motte141 che reagiscono alla tendenza divinizzatrice della ragione come padrona suprema del mondo, come fine a se stes­sa. Questi sono un po' mistici142. Ci appaiono143 Voltaire, Diderot, D'Alembert, Holbach144 coll'enciclopedia145. Si istituisce il culto della Dea Ragione. Ma Voltaire si accorge che non possiamo distruggere la religione, non intesa nelle diverse manifestazioni confessionali e dogmatiche, ma giustificata da una esigenza morale che tende verso Dio. Tanto che Voltaire dirà “se non ci fosse Dio bisognerebbe inventarlo”146. Ci appare Rousseau147 che, asserendo la bontà originale dell'uomo, vorrà fondare le basi ordinative dello stato nella fratellanza e nell'eguaglianza degli uomini, principio che accolto dalle folle oppresse sotto la tirannia di una minoranza, che pure come tale, aveva in mano le redini della nazione, sventolerà sugli stendardi rivoluzionari. Rousseau però non avrebbe immaginato che questi principi si sarebbero affermati col sangue del terrore. In Germania c'è la corrente pietistica. Il Lessing148 è il principale esponente dell'Illuminismo tedesco-Deista appunto perché vuole vedere nella natura la vera rivelazione di Dio, e quindi arrivare ad esso attraverso la natura stessa. Tutte queste correnti di pensiero vorrebbero annullare il passato con le sue tradizioni149 ed hanno perciò indirizzo antistoricistico. A questo indirizzo si opporrà150 G. Vico che, partendo dalla critica al razionalismo Cartesiano, arriva alla concezione della storia come creazione dello spirito umano151 attraverso un divenire continuo che però, invece di avere uno sviluppo ascendente, si evolve in espressioni evolutive paraboliche come la vita del fanciullo, nel cui sviluppo vitale possiamo intravedere il più grande sviluppo del pensiero umano attraverso i secoli. Ecco così la teoria dei corsi e dei ricorsi152.


SABATO 20.11.43 - Condizioni atmosferiche: "idem con patatine": la solita nebbia farinosa preludente una pioggia che non arriva mai. C'è stato un momento in cui qualche sbiancato raggio di sole ha tentato di farsi largo attraverso una temporanea scucitura della densa coltre nebulosa, riflettendo sul muro i quadrati di inferriate tinti di arancione. Un sole crepuscolare, pigro e sonnacchioso che è sparito ben presto. Pane e margarina, zucchero vero e zucchero "salato" (cioè mischiato per sbaglio col sale). Minestra di barbabietole lunga, ma dolce e buona. Pomeriggio lungo. Ho terminato quel volume di Brocchieri incominciato ieri. Sono in preda ad una apatia mentale e materiale che potrebbe anche avere le sue radici in una debolezza fisica proveniente forse dal "troppo abbondante nutrimento" (!).153

Minestrone di patate, ceci e carne. Non c'è conferenza perché stanno facendo il pavimento di legno nella stanza.


DOMENICA 21.11.43 - Sempre uguale. Sveglia alle 8. Appello. S. Messa e Benedizio­ne. Pane, marmellata e formaggio. Minestra di carote e … patate. Rappresentazione bis della 4ª Ora del Prigioniero quasi esclusivamente musicale intercalata dalla recitazione della preghiera di Doberdò154 di D'Annunzio. Parte musicale classica: Grecianinov155 "Doux Pays", Schumann156 “Träumerei”, “Comparcita” di Rodriguez157, “Ave Maria” di Schubert158. Kreisler159. Minestrone assai buono di patate, orzo e carne. S. Rosario e Benedizione.
LUNEDÌ 22.11.43 - È la festa di S. Cecilia. Dopo l'arrabbiamento seguito alla infelice proposta che il comandante del campo ha fatto pubbli­camente per l'aumento della razione,160 il Maestro si è calmato e l'equivoco è stato chiarito e così si pensa già a celebrare degnamente la solennità religiosa in onore della Santa161. Pane, margarina, zucchero (carote saltate) sale, patate lessate e un gavettino di brodo; minestrone di patate, ceci e carne. Dopo il S. Rosario e la Benedizione incomincia la celebrazione vera e propria. Una coincidenza mi rende particolarmente contento: il cappellano dei repubblicani che stasera canterà Panis Angelicus non è che Padre Cipriano Passerini che per diverso tempo è stato nella nostra Basilica di S. Lucchese.162 Il cappellano napoletano inizia con una breve ma calda ed appassionata rievocazione della Santa. Il Maestro Musella ci espone un sunto di due suoi articoli, già apparsi sulla "Lettura", illustrando i due più suggestivi strumenti liturgici: l'organo e le campane nella loro evoluzione attraverso i secoli. Viene eseguita e cantata l'Ave Maria di Schubert e il Panis Angelicus di Franke163 da Padre Cipriano. Ma il pubblico non intende affatto di andarsene ed allora si susseguono pezzi ed assoli già presentati nelle varie edizioni dell'Ora del Prigioniero. Particolarmente applaudita e bissata è la lirica di Grecianinov "Mon Pays". Si termina col coro dei Lombardi: Va Pensiero164, che risuona solenne ed appassionato nell'aula diretto dal Maestro Maggioli. La serata improvvisatissima ha avuto così una riuscita lusinghiera. Per finire Bozzetti viene nella nostra stanzetta e, offerto da lui, beviamo un vero tè inglese, eccellente, con contorno di una sigaretta nazionale, che per i tempi correnti è una rarità. Ci corichiamo in una atmosfera elettrizzante, con una matta voglia di fare qualcosa, di creare.
MARTEDÌ 23.11.43 - Sembra quasi che si accinga a mostrarsi un po' di sereno, ma non è che una temporanea illusione. Benché qualche raggio si intraveda di quando in quando, il cielo è sempre di piombo, impenetrabile quasi che si volesse nascondere il sole e preservalo dal contatto contagioso con la terra macchiata di sangue. Pane e margarina, nonché le carote arretrate; zuppa di patate e carote. Durante la mattinata, nella nostra cameretta, cappellani col Maestro e Bozzetti concretano il programma religioso e musicale per la festa dell'Immacolata Concezione e per il S. Natale. Si parla già di Presepio. Minestrone di orzo, patate e carne, denso, abbondante e buono. S. Rosario e Giornale Parlato. Questa volta però è quasi fallito e tutti gli articoli presentati non sono riusciti a suscitare l'interesse del pubblico. Alla fine sempre le solite barzellette disgustose, volgari e senza alcun sapore umoristico.
MERCOLEDÌ 24.11.43 - Tempo uguale ma non troppo freddo. Pane e margina; zuppa di carote. Ci viene distribuita una cartolina valevole per un pacco di 5 Kg. Nel pomeriggio ci danno ancora una cartolina che scrivo subito a casa. Cominciano ad arrivare rare cartoline dall'Italia e si annunzia anche prossimo l’arrivo di pacchi. Abbiamo in lettura un numero della “voce della Patria”165. Minestrone di patate, ceci e carne. S. Rosario e Benedizione. Conferenza di filosofia. Granata ha incominciato ad analizzare la filosofia di Kant. Qualche cenno sulla vita, sulla educazione ricevuta e sulle correnti che hanno agito sulla sua formazione. In particolare la “Critica della ragion pura”. Conclusione: nella "Critica" la filosofia di Kant è critica in quanto si pone criticamente il problema della ragione come strumento della conoscenza nell'ambito dei limiti che gli sono concessi166. La conoscenza è sintesi a priori167, sintesi di materia e forma, di percezioni sensibili analizzate e trasformate dalle forme pure della intuizione sensibile (spazio e tempo) e dalle categorie168. La nostra conoscenza però è limitata al mondo fenomenico; e qui c'è qualcosa dell'empirismo, ma è la ragione che conosce, quindi c'è anche il razionalismo. Il mondo noumenico169 esiste ma non possiamo conoscerlo perché trascende la possibilità conoscitiva della ragione, quindi le grandi verità, Dio, l'immortalità, la libertà, sono inconoscibili. Allora una scienza metafisica è impossibile. La conoscenza fenomenica in quanto sintesi a priori è quindi basata su principi puri, necessari e universali; può conside­rarsi come scienza e tale è per es. la matematica, dato ap­punto il carattere di necessità e universalità che hanno i suoi presupposti.

In fondo Kant ci appare idealista170 poiché rivendica nello spirito umano quella attività conoscitiva basata sulle forme pure e sulle categorie considerate fonti essenziali nella formulazione di giudizi, attività che gli empiristi gli avevano addirittura negata considerandolo niente altro che uno specchio che riceve passivamente i dati sensibili, assistendo immobile allo svolgersi della vita che non appartiene a lui perché non l'ha creata. C'è anche in Kant un aspetto realistico171 in quanto non può fare a meno di ammettere l'esistenza di un mondo noumenico benché irriconoscibile dalla ragione.


GIOVEDÌ 25.11.43 - Giornata uguale. Pane e marmellata; minestra di carote; pome­riggio noioso. Incomincio a leggere "La Mare au diable" di George Sand172. Sembra interessante. Minestrone di orzo, patate e ... carne (?). S. Rosario e conferenza sulla flora alpina alla quale non partecipo. Alle 8,30 piccolo ricevimento nel nostro salottino, cioè nella nostra cameretta. Abbiamo preparato il caffè fatto con surrogato francese e italiano, crostini alla marmellata. Una cosa veramente deliziosa. Abbiamo invitato Granata e Bozzetti. Abbiamo fumato una sigaretta e fatto quattro chiacchiere sul più e sul meno, sul momento politico, sulla situazione che si verrà a presentarci nel dopoguerra173. Questioni ideologiche che trovano in tutti completo accordo: vita internazionale basata sulla collaborazione fra i popoli dopo aver naturalmente proceduto alla eliminazione delle frontiere.174
VENERDÌ 26.11.43 - Piove. Il cielo è ancora più basso, più schiacciante, pigro e malinconico come l’anima mia che cerca di varcare questo limite per tuffarsi in visioni più ampie, infinite.

Pane e margarina, zucchero, minestra di patate e qualche chicco d'orzo, il tutto molto lungo. Pomeriggio ancora più noioso al battito monotono di una pioggia sempre uguale. Minestrone di patate, ceci e filacci di carne. Discreta. S. Rosario e Benedizione. Dopo c'è la conferenza di ornitologia alla quale però non prendo parte175.


SABATO 27.11.43 - Giornata fredda con forte vento. Pane e marmellata. Minestra di cavoli, discreta ma non troppo pastosa e sazievole. Riusciamo ad avere un po' di pane in cambio di sigarette. Facciamo una specie di budino molto semplice: acqua, zucchero pane e marmellata tutto bollito. Non c'è male; ottimo per il momento, anzi forse troppo stuzzicante. Minestrone di patate, ceci, carne (filacci) e cavolo. S. Rosario e Benedizione. Conferenza su Carducci con recitazione di alcune poesie tratte dalle Odi Barbare176 e dalle Rime Nuove177.
DOMENICA 28.11.43 - Giornata piovigginosa. S. Messa e Comunione. Pane, margarina e formaggio, minestrina di orzo e patate, lunga lunga. Nel pomeriggio niente spettacolo per l'indisposizione del Maestro. Minestrone di pasta, patate e carne.
LUNEDÌ 29.11.43 - Il tempo è variabilissimo, prima bello, con tinte violacee, poi pioggia sulla sera. Pane, margarina. Patate lessate e brodo di carne; sembra che arrivino i primi pacchi dall'Italia. Minestrone di carote, orzo, patate e carne. Incomincio a studiare un po' l'inglese. S. Rosario e conferenza di filosofia. La critica della ragione pratica e il problema morale secondo Kant178.
MARTEDÌ 30.11.43 - Piove e siamo senza acqua per un guasto alla pompa. Pane, margarina e zucchero.

Il primo rancio si consuma alle 13,30 e il secondo alle 18,30 (questo discreto); I°: zuppa di cavoli e patate; II°: mine­strone di patate, piselli e carne. S. Rosario e Giornale Parla­to. È iniziato con un articoletto sull'avvenire, lezione mezzo recitata e non troppo convincente. Si è accesa poi la polemica cinematografica, dilungatasi per molto tempo e divenendo così l'argomento principale della serata. Il problema base era: il cinema è arte? Se è arte di chi è la paternità? Si sono avuti in generale tre punti di vista. Granata ha affermato che l'opera cinematografica, come opera d'arte, presuppone l'unione di tutte le varie parti che nello sforzo comune conse­guono il fine. Tutti insomma, regista, soggettista, operatore, artisti, tutti partecipano collaborando alla creazione del film, che esce appunto dalla fusione di tutte le attività.

De Bello invece centralizza il problema sul regista, facendolo apparire come l'autore principale del film e il creatore, mentre le altre non sarebbero che seconde figure che agiscono nelle mani del regista.

È quindi il regista colla sua personalità che crea il film.



Si è detto che arte è espressione di un sentimento che acqui­sta valore universale, eterno. È appunto basandosi su questa definizione, tuttavia non affatto definitiva, che si basano coloro che vogliono negare al cinematografo un valore artistico. Conclusione comune sull'avvenire del cinema italiano, sorta dalla evidente constatazione della povertà artistica e dalla falsa strada infilata, è che è necessaria una completa riforma, un inizio dalle fondamenta, un rinnovamento che si proietti su di un piano veramente artistico ed umano, lontano dall'intrigo e dallo scandalo, che fino ad oggi hanno regnato sovrani ed hanno prodotto sempre l'atmosfera del cinema italiano.179

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