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Parole di guerra


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MARTEDÌ 30 - Anche oggi è bello. Caldo, ma mi sto accorgendo che almeno per il momento non lo soffro molto, anzi ha contribuito ad attenuare gli stimoli della fame. In mattinata faccio un po’ di pulizia troncata “dall'allarmi”. In attesa del rancio mi cucio i laccetti ai mutandini bianchi che saranno d'ora in avanti i pantaloni estivi. Termina “l'allarmi” a mezzogiorno e arriva il rancio discreto di verdura fresca, un po’ di granaglie e patate. Pane e margarina. Mi reco in biblioteca e mi capita fra le mani il "Canzoniere" del Petrarca. Trascrivo il saluto del Poeta all'Italia, dall'alto del Monginevro quando lascia per sempre la Francia nel 1353317:

"Ti saluto terra cara a Dio; Santissima terra io ti saluto. O più nobile o più ferace o più bella di tutte le regioni, cinta di due mari e altera di monti famosi, onoranda ad un tempo per le leggi e nelle armi. Dimora delle muse, ricca di genti e d'oro; a favorirti si inchinano insieme arte e natura, per farti o Italia, maestra al mondo. Tu darai un quieto rifugio alla stanca mia vita. Tu mi concederai tanto di terra che basti morto a coprirmi. Come lieto, o Italia, ti rivedo dalla vetta del frondoso Gebe­rina. Rimangono a tergo le nubi, mi batte in viso un'aura serena; l'aere tuo assurgendo con vari moti mi accoglie. Riconosco la patria e la saluto contento. Salve, o bellissima madre, salve, o gloria del mondo".


MERCOLEDÌ 31 - Il tempo è cambiato come se ormai fosse già stanco di far piacere alla gente. Passo la mattinata nafantando un po’ così arriva prima l'ora del rancio. Solita sbobetta come gli altri giorni. Dopo pranzo ricevo posta di cui meglio è non parlarne neanche perché è inutile: una cartolina da casa del 27 Gennaio ed una da Marisa Saccaggi del 23.318 Pane e margarina. Vado un po' in biblioteca; prenoto "Gente nel Tempo"319 di Bontempelli, poi leggo un po' i "Nuovi Saggi criti­ci" di De Sanctis e precisamente un saggio sulle prime due canzoni Leopardiane "All'Italia" e "Per il monumento di Dante" 320(marmellata e zucchero).




GIUGNO 1944




GIOVEDÌ 1 - Sembra ritornato Gennaio, tanto che si deve uscire col cappotto. Stessa sboba con verdura fresca (spinaci) discreta. Pane e margarina; vado ancora in biblioteca e leggo di nuovo altri saggi del De Sanctis sul Leopardi (La Nerina di G.L.)321.




VENERDÌ 2 - E anche oggi tempo da cani. Sboba tipo foraggina e per di più anche la giunta. Capitani va a prendere il pacco cosicché si fuma una buona sigaretta. Pane, margarina e scatoletta di pesce. Mangio piuttosto presto, perché la sboba di oggi mi ha lasciato una fame terribile.


Ho scritto una cartolina a Renée Massena a Grasse colla speranza che arrivi. Si fa un po' di chiacchiere. Appello e a letto perché fa piuttosto freddo.

SABATO 3 - Fa freddo anche oggi cosicché dopo l'appello mi rischiaffo a letto, dove rimango fino alle 11. Sboba normale di verdura secca, farinacei (pochi e patate). Bartolini va a ritirare il pacco. Ho finalmente ricevuto una lettera dai miei zii e da Marisa del 23/4. Ho avuto con questa anche notizie indi­rette dei miei. Pane, formaggio puzzolente.




DOMENICA 4 - Tempo variabilissimo però non fa molto freddo. Appello alle 9. Dopo l'appello assisto alla Messa Cantata. Pane, margarina e marmellata. Sboba buona alle 11,30 con patate, rape secche e granaglie. Dopo pranzo assistiamo alla rappresentazione con programma solo quasi di canzonette perché la censura ha tagliato colle forbici la commedia che doveva essere imbastita. Dopo il teatro facciamo una zuppetta di brodo ed una insieme a Capitani che mi offre gentilmente un uovo. In Italia sembra che presto si debba essere inglesi.322




LUNEDÌ 5 - Bartolini torna col pacco scassato che dividiamo. Non mi tocca che 1/2 chilo di zucchero, 400 gr. di marmellata e 100 di miele. Sembra che in cucina si faccia un esperimento sul rancio cosicché non verrà distribuito prima delle quattro. Intanto facciamo il bagno. Viveri a secco: pane, zucchero e formaggio ancora più puzzolente dell'altro che cambio con Capitani. Sboba piuttosto liquida di verdura, patate e pochi farinacei. Facciamo pasto unico. Sembra che Roma sia ormai partita.323




MARTEDÌ 6 - Ancora giornataccia. Vado ad ascoltare la conferenza di letteratura. A mezzogiorno sboba normale piuttosto liquiduccia di verdura secca e patate. Finito il pranzo viene il Colonnello Comandante in camerata e si intrattiene con noi a parlare. Si sparge fulminea la notizia dello sbarco inglese ma non ancora ben fondata.324 Pane, margarina e formaggio. Si ricomincia colla ridda di previsioni, ecc. Ci han dato le rape crude.




MERCOLEDÌ 7 - Giornata ancora fredda. Dopo l'appello ritorno a letto e ci rimango fino alle 11. La notizia viene confermata dal giornale tedesco. Aria di attesa fiduciosa. Verso le una solita sboba di verdura secca e patate. Pane in sette, margarina e marmellata. Mi reco in biblioteca a riconsegnare "Gente nel tempo" di Bontempelli e prendo "Parliamo tanto di me" e "I pove­ri sono matti" di Zavattini325. Molto mi è piaciuto il romanzo di Bontempelli. È il terzo che leggo e soprattutto mi ha colpito quella lotta continua che i suoi personaggi combattono giorno per giorno per sottrarsi al destino che attanaglia e regola la loro vita, ove la volontà deve infine rassegnarsi e cedere di fronte al fato irremovibile.




GIOVEDÌ 8 - Ancora giornataccia. Esce finalmente il bollettino che annuncia ufficialmente le operazioni di sbarco. Corpus Domini. S. Messa. Pane e margarina. A mezzogiorno e 3/4 sboba piuttosto liquiduccia di verdura secca e patate (ho la giunta). Ho scritto una lettera a zio Beppe ed ho ricevuto una cartolina ancora da Torino del 29 Maggio.




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