Ana səhifə

Parole di guerra


Yüklə 0.75 Mb.
səhifə41/41
tarix25.06.2016
ölçüsü0.75 Mb.
1   ...   33   34   35   36   37   38   39   40   41
Quando s’è capito il giuoco. L’azione narra come Leone Gala abbia acquisito la facoltà di far fronte ad ogni caso con la propria indifferenza. Vive accettando tutto, anche la separazione della moglie Silia, che invece soffre ogni giorno di più per l’atteggiamento del marito e sta sviluppando un odio sempre più profonado nei suoi confronti. Per punirlo, cerca di sfruttare un banale incidente con degli ubriachi, per costringere il marito ad un duello. Ma lui, che sa sempre sfruttare i casi avversi come si beve un uovo e lo si trasforma in un guscio vuoto, accetta il duello, ma in realtà costringe a battersi Guido Venanzi, l’amico della moglie, che non si era opposto all’offesa degli ubriachi. Così ognuno va a giocare il proprio ruolo nel giuoco di cui solo Leone pare conoscere le regole.

364 Il romanzo “The Yearling” di Marjorie Kinnan Rawlings (Washington, 1896 – Hawthorn, 1953), uscito negli Stati Uniti nel 1938 e tradotto in italiano per Bompiani da Carlo Coiardi nel 1941, è la storia, ambientata in Florida alla fine dell’ottocento, dell’adolescente Jody Baxter, che vive nel folto della foresta con il padre Ezechiele e la burbera madre. La loro esistenza è determinata dai successi della caccia e da come riescano a combattere gli orsi e le altre fiere. Vicino a loro vivono i Forrester, gente violenta ma a tratti solidale con la famigliola. Jody ha raccolto nel bosco un cerbiatto, rimasto orfano. Tra il cucciolo e il ragazzo si sviluppa un immenso affetto, mentre Jody matura, seguendo il padre nella quotidianità di una esistenza dura e travagliata, la sua trasformazione in giovane uomo. Quando il piccolo cervo comincia a manifestare la sua selvaticità, divenendo, con la distruzione sistematica dei germogli delle semine, un pericolo per la precaria esistenza della famiglia, la madre di Jody è costretta a sparare alla bestiola e Jody deve finirlo. La disperazione che ne consegue è anche l’ultima dolorosa tappa della sua fanciullezza, mentre il padre, ammalato, deve ormai cedere a lui il mantenimento della casa.

365 Strana valutazione stilistica. Probabilmente Bardotti allude all’alternarsi di un ritmo concitato e veloce nelle scene di caccia e di un andamento lento e non privo di qualche patetismo nei quadri di vita familiare e nei dialoghi. Si pensi ad esempio alle parti dedicate all’amicizia di Jody con Icaro, il fratellino dei gagliardi Forrester, storpio e destinato a morire prematuramente.

366 Forse perché le giovani generazioni cresciute all’ombra del fascismo hanno dato dimostrazione di debolezza morale e acritica passività nei confronti del regime?

367 L’Autore allude qui ai tedeschi, che comunque non nomina esplicitamente, forse per evitare ritorsioni qualora il suo diario finisse nelle loro mani.

368 Jean-Baptiste Poquelin, detto Molière (Parigi, 1622 – 1673), fece rappresentare L’école des Femmes (che Bardotti cita erroneamente al singolare) nel 1662, interpretando lui stesso il personaggio di Arnolfo, il vecchio messo in ridicolo, e cogliendo un notevole successo. Arnolfo, per ripararsi dal rischio delle corna, ha fatto allevare una fanciulla, Agnese, senza troppa cultura e senza alcuna libertà per farne una moglie fedele. Il giovane Orazio però se ne innamora ricambiato e a nulla valgono gli sforzi di Arnolfo per dissuaderla. Sfruttando un fraintendimento di persona, Arnolfo diviene il confidente del giovane e cerca di far sposare a Orazio la figlia di un amico che il padre gli aveva in effetti destinato in moglie. Si scopre invece che quella fanciulla è proprio la bella Agnese, che il padre aveva allontanato da casa in un’epoca di miseria.

369 Dopo la precedente delusione per questo autore, Bardotti legge con ben diverso interesse (vedi più avanti il giudizio espressamente positivo) questa raccolta di 52 articoli di Morand, usciti a Ginevra nel 1943, preceduti a mo’ di introduzione da un’interessante riflessione su l’écrivain et l’événement, nella quale si stabilisce la distanza tra la cronaca degli avvenimenti e il testo poetico o letterario in grado di cogliere gli aspetti universali. Seguono gli articoli che riguardano una miscellanea di argomenti d’occasione, tenuti insieme dal tentativo, talvolta riuscito, di estrarre dall’avvenimento la capacità simbolica di riferirsi a tendenze più generali ed essenziali dell’intelletto e della vita sociale dell’uomo. Accanto a strane esaltazioni per il caucciù (definito Prometeo déchainé e paragonato come fattore di progresso alla rivoluzione francese) belli sono gli articoli dedicati agli scritti di viaggio di Dumas e di Théophile Gautier o al soggiorno romano di Rilke alla villa Strohlfern. Addirittura profetica la polemica contro l’espandersi dell’uso del motore a scoppio. Lo spirito arguto e l’originalità di diverse riflessioni possono certo spiegare il giudizio di Bardotti.

370 Vittorio Amedeo II governò la città di Torino nella prima metà del settecento con una mentalità avanzata, già influenzata dalle idee illuministe. Filippo Juvara (Messina, 1678 – Madrid, 1736) adopererà tutte le tecniche maturate nel barocco e soprattutto l’attenzione agli effetti scenografici, per inserire le grandi realizzazioni architettoniche commissionategli in una eccezionale sensibilità per la collocazione urbana o paesaggistica.

371 Le famiglie Gambelli e Mencucci erano famiglie italiane emigrate in Francia con cui Bardotti aveva stretto amicizia. I Gambelli erano originari di Monte Massi, nel grossetano.

372 Cioè un anno esatto dalla data dell’armistizio e dalla cattura da parte tedesca.

373 L’Autore fa qui notare che, di fronte ai nuovi sviluppi del conflitto, le autorità germaniche non possono più nascondere la realtà della situazione.

374 Negli anni venti e trenta, tutte le esperienze di avanguardia tendono a riconoscersi nella tendenza che indichiamo come razionalismo. Non si tratta certo di una tendenza omogenea: presenterà anzi esiti e sviluppi molto diversi nei vari paesi, dove interpreterà le varie culture architettoniche presenti. I tratti comuni a quell’architettura possono indicarsi nella ricerca di una identità tra forma e funzione, nell’abbandono di soluzioni diverse dalla linea retta e dall’incrocio ortogonale, nella creazione di elementi standardizzati e prefabbricati, con la riproduzione e la messa in opera dei quali realizzare i manufatti corrispondenti alle necessità. E’ evidente quanto grande possa essere stato l’interesse per questa architettura da parte di chi era ansioso di conoscere gi elementi che avrebbero concorso alla progettazione di una convivenza civile post-bellica. Alvar Aalto (Kuortane, 1898 – Helsinki, 1976) aveva già dato prova prima della guerra di applicazioni dei canoni razionalisti contemperati da grande attenzione all’impatto sull’ambiente e dallo studio dei materiali e degli arredi. Charles Edouard Jeanneret, detto Le Corbusier (La Chaux de Fonds, 1887 – Roquebrune Cap Martin, 1965) già grande e originalissimo organizzatore di spazi interni ed esterni, fin dagli anni venti, nelle riviste e nei congressi che organizzava, offriva i primi grandi contributi teorici dell’architettura contemporanea. Willem Marinus Dudok (Amstredam, 1884 – 1974) si occupava di progettazione di spazi interni ed esterni e dal 1916 applicava i nuovi criteri alla costruzione del centro di Hilversum, nei pressi della capitale olandese. Richard Neutra (Vienna, 1892 – Wuppertal, 1970), insieme alla moglie Dione e poi al figlio Dion, partendo dall’esperienza di Otto Wagner e di Adolf Loos, si affermerà, soprattutto dopo il suo trasferimento negli Stati Uniti, per le sue originali soluzioni di civili abitazioni, con il perfetto temperamento di arte architettonica, paesaggio cirtcostante e utilità del committente.

375 Bardotti allude qui alla cosiddetta ”operazione Market Garden”, azione combinata di aviosbarco e di truppe terrestri anglo-americane in Olanda, che prese l’avvio il 17 settembre 1944 con l’obiettivo di impadronirsi dei ponti di Nimega sul fiume Waal e di Arnhem sul Reno e spianare così la via verso il nord della Germania. L’operazione, dopo una lotta durissima, si concluse il 26 settembre con un grave scacco per gli Alleati che avevano sottovalutato l’entità delle forze nemiche. Cfr. B. H. LIDDEL HART, Storia militare della seconda guerra mondiale, cit., p. 785 e segg.

376 Charles Vildrac (Parigi, 1882 – Saint-Tropez, 1971), pseudonimo di Ch. Messager, fu poeta, drammaturgo e saggista. Nel 1906 aveva fondato l’ Abbaye de Créteil, un gruppo di artisti che si ritrovava in nome dell’espressione artistica e di idee umanitarie. Partecipò attivamente alla Resistenza francese. I suoi titoli più celebri per il teatro prima della guerra sono Le Paquebot Tenacity (1920), Michel Auclair (1921), Madame Beliard(1925), La Brouille (1929).

377 Colle di Val d’Elsa. Bardotti ha dunque frequentato quello che adesso potremo considerare il primo anno delle superiori a Colle. In questa cittadina funzionava a quei tempi un Istituto Magistrale annesso ad un antico educandato femminile. Il giovane poggibonsese preferì poi completare gli studi nel triennio magistrale superiore a Siena. Dopo la guerra la classe quarta magistrale inferiore divenne la prima classe dell’Istituto magistrale (o, come fu detta allora, “classe di collegamento”). Ancora dopo la guerra a Colle fu istituita una sezione magistrale dipendente da Siena. Nel 1954, il Ministero della Pubblica Istruzione istituì un Istituto Magistrale autonomo nella cittadina valdelsana, che fu intitolato a San Giovanni Bosco e ancora funziona come istituzione scolastica pubblica (Liceo Linguistico e delle Scienze della Formazione).

378 Per una conferma di questi maltrattamenti, si veda il 3° volume di questa stessa collana: Diario di prigionia del sottotenente Nicola Rossi 1943-1945, cit.

379 Un’intuizione giusta, quella di Bardotti, dato che egli non sarebbe rientrato in Patria prima dell’inizio del luglio 1945.

380 Ufficiali che avevano aderito al programma di lavoro sulla base delle intesa raggiunte da Mussolini e Hitler il 20 luglio e che, quindi, avevano mutato la loro qualifica da Internati Militari in lavoratori civili.

381 Si noti che nel febbraio 1944 l’Autore pesava circa 54 Kg. Cfr. alla data Domenica 13 febbraio 1944.

382 È evidente qui che spesso i rapporti all’interno della camerata risultavano tesi causa le condizioni di coercizione e forzata convivenza in cui gli uomini erano costretti a vivere.

383 Antonio Beltramelli (Forlì, 1879 – Roma, 1930), giornalista, biografo di Mussolini, accademico d’Italia, fu interventista e poi fascista. Oltre a romanzi e novelle, scrisse diversi libri di viaggio che esaltavano itinerari italiani, come quello trovato da Bardotti.

384 L’Autore fa qui riferimento a un vecchio detto toscano “andare a letto coi polli”, cioè nel momento in cui tramonta il sole.

385 Si trattava del fondo comune con gli altri amici.

386 Si noti come Bardotti non esprima qui alcun “giudizio morale” nei confronti dei commilitoni che hanno deciso di lavorare per i tedeschi. Probabilmente egli è consapevole che la loro scelta era stata determinata soprattutto dalla speranza di poter usufruire di un trattamento alimentare migliore.

387 Originato dall’attesa per i tempi di consegna, per l’integrità del loro contenuto e il timore di rimanere escluso dalla distribuzione.

388 L’Autore riporta d’ora, espressi in kg., in poi il consumo giornaliero delle patate e la riduzione progressiva delle scorte.

389 Non risulta alcuna opera di Foscolo con questo titolo.

390 Quel giorno l’Autore scrisse anche una lettera ai genitori, di cui proponiamo il testo: “Carissimi, sono di nuovo con voi, ma purtroppo vostre notizie ancora non mi sono pervenute. Più passa il tempo, maggiore è l’ansia dell’attesa, aspetto con fiducia sperando che Dio vegli su di voi tutti e vi protegga. Anch’io sto bene. La vita continua sempre uguale, un po’ rattristata dal freddo e dalla prossimità delle feste che ci trova ancora separati. State tranquilli e fiduciosi. Baci Martino.” Sottotenente Martino Bardotti, n. 55519, Kriegsgefangenenlager, Kriegs gef.-Offizierlager 83, Wietzendorf Kr. Soltau, 26.10.44.

391 Segno del trattamento migliore di cui godevano coloro che avevano aderito al lavoro volontario.

392 Si noti come in questo caso gli ufficiali italiani non si offrano spontaneamente per il lavoro, ma come esso venga loro praticamente imposto dalla autorità germaniche.

393 Un campo di punizione?

394 Si noti ancora la fermezza di propositi dell’Autore circa la scelta di fondo: collaborare o non collaborare in alcun modo coi tedeschi. Il suo rimane un “no” deciso!

395 Corposo volume, uscito da Cedam nel 1941, in cui Carmelo Ottaviano (Modica, 1906 – 1980) propone una specie di rifondazione del pensiero moderno, sulla base della rivisitazione dell’indagine matafisica, gnoseologica, logica, fisica, religiosa ed etica (questi i capitoli dell’opera) condotta dal pensiero occidentale. I tre intenti dichiarati nella prefazione sono l’avvento di una quarta età della speculazione filosofica (dopo quelle greca, medievale, rinascimentale-moderna), la nuova fondazione di una filosofia cristiana e la nascita di una filosofia “che porti più specificamente l’impronta della mentalità italiana”. Ottaviano tenta di risolvere le principali questioni ed aporie del pensiero occidentale (dal problema del divenire a quello degli universali, alle prove dell’esistenza di Dio, alla definizione dello spazio e del tempo) fondandosi sul concetto di quantità dell’essere . L’essere non è opposto al non essere, ma viene considerato nella sua quantificabilità, su cui si basa anche il divenire. Ogni trasformazione e individuazione di un ente è spiegabile dunque con la parzialità dell’essere. Gli ultimi paragrafi dedicati all’etica e culminanti in una parenesi di riscatto dell’uomo dai blocchi in cui i sistemi filosofici moderni lo hanno relegato, mostrano gli aspetti più incisivi nella descrizione dello stato attuale dell’uomo: “in sè porta il dolore e la morte, agli altri individui al mondo ed a Dio chiede di essere sè stesso, di non svanire nel nulla; al soprannaturale soprattutto chiede la reintegrazione dell’essere che perde, l’aggiungersi dell’essere gratuito che lo faccia sè stesso [...] in tutte le sue parti”. Doveva certo essere la definizione della tragicità del reale quella che più poteva aver presa sui lettori che il volume ebbe tra gli internati, al di là della complessa speculazione filosofica della parte centrale del testo.

396 Movimento dalla sonata K 331 in La magg., detta alla turca per il ritmo che ricorda quello da parata attribuito ai giannizzeri del sultano.

397 Uno dei componimenti per pianoforte noti come Kinderszenen.

398 A quella data la maggior parte della regione era stata liberata dagli Alleati, mentre le forze germaniche si erano attestate lungo la cosiddetta Linea Gotica.

399 Con ogni probabilità, la conferenza doveva essere dedicata ad illustrare le parti che costituiscono il breviario e la storia del breviario stesso, con le riforme da esso subite in momenti particolari della storia della Chiesa. La conoscenza del breviario presuppone infatti una certa dimestichezza con la terminologia liturgica, con particolare riguardo alle stagioni dell’anno liturgico, le ore della giornata, le parti della Scrittura selezionate per l’ufficio (salmi, cantici, antifone, responsi, lezioni, versetti e capitoli, collette) delle varie ore.

400 Non sappiamo quale aspetto fosse trattato della produzione di Jacopo Sannazzaro (Napoli, 1456 – 1530), noto per il romanzo pastorale in prosa e versi L’Arcadia, per un canzoniere di stampo petrarchesco e per la produzione latina (ecloghe, elegie, epigrammi e il poema de partu Virginis).

401 Si noti qui il significativo commento con cui Bardotti riassume il progressivo peggioramento qualitativo e quantitativo del vitto destinato agli internati. Sicuramente un segnale inequivocabile delle difficoltà in cui versava ormai il Terzo Reich.

402 Wilhelm Windelband (Potsdam, 1848 – Heidelberg, 1915), filosofo di tendenza neokantiana, uno degli esponenti della filosofia dei valori, partendo dalla coppia antitetica fatto-valore nel pensiero di Kant, contestava al pensiero positivista ai suoi tempi dominante la concezione secondo la quale la speculazione filosofica dovesse limitarsi a classificare i dati della scienza. La prima traduzione italiana della sua Storia della Filosofia (uscita in lingua originale nel 1892) era stata del 1910 e una seconda traduzione uscì nel 1921. Si trattava di un testo molto adoperato sia nei licei che nelle università.

403 Bardotti compiva 23 anni.

404 Servizio Assistenza Internati Militari Italiani. Il Servizio Assistenza Internati (S.A.I.), diretto dall’ex-responsabile dei Fasci italiani all’estero, Marcello Vaccari, con sede presso l’ambasciata «repubblichina» di Berlino, era stato creato verso la fine del gennaio 1944 dal Ministero degli Esteri della R.S.I., sotto la spinta del governo germanico. Il S.A.I., che venne praticamente controllato dall’ambasciatore a Berlino, Filippo Anfuso, aveva a Verona la sede secondaria. L’ente, che aveva il compito di assicurare i collegamenti fra i congiunti degli internati e l’ufficio principale di Berlino (e finì per esautorare di fatto la Croce Rossa Italiana) fornì un’assistenza insufficiente e limitata ad un ristretto periodo di tempo. Cfr. G. SCHREIBER, I militari italiani internati…, cit., pp. 699-702; G. HAMMERMANN, Gli internati militari italiani in Germania, cit., pp. 45-50, 126-127.


405 La sottolineatura indica chiaramente la volontà di evidenziare un momento di scansione fondamentale nell’esperienza di prigionia di Bardotti. La bufera cui accenna riguarda lo stato d’animo dell’Autore, costretto suo malgrado a prestare aiuto allo sforzo bellico della Germania.



1   ...   33   34   35   36   37   38   39   40   41


Verilənlər bazası müəlliflik hüququ ilə müdafiə olunur ©atelim.com 2016
rəhbərliyinə müraciət