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Volume primo traduzione italiana, introduzione e note: paola de paolis edizioni mediterraneelatin penauroville


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Canto Secondo
L'Adorazione della Madre Divina

Un'immobilità assoluta, incomunicabile,

risponde alla pura scoperta di sé dell'anima;

un muro d'immobilità l'isola dal mondo,

una voragine d'immobilità inghiotte la percezione

e rende irreale tutto ciò che la mente ha conosciuto,

tutto ciò che i sensi laboriosi vorrebbero tessere ancora

prolungando una realtà immaginata.

Il vasto silenzio spirituale del sé occupa lo Spazio;

resta soltanto l'Inconcepibile,



(10) soltanto l'indicibile senza spazio né tempo:

abolita l'indigenza opprimente della vita,

il pensiero ci lascia, smettiamo di gioire e soffrire;

l'ego è morto: siamo liberati dell'essere e gli affanni,

non abbiam più bisogno della nascita, la morte, il lavoro e il destino.

O anima, è troppo presto per rallegrarsi!

Hai raggiunto il silenzio sconfinato del Sé,

ti sei lanciata in un felice abisso divino;

ma dove hai gettato la missione del Sé e il potere del Sé?

Su quale morta sponda della strada dell'Eterno?



(20) Un essere ti abitava, ch'era il sé ed il mondo,

che hai fatto per il suo disegno nelle stelle?

L'evasione non apporta la vittoria e la corona!

Per fare qualcosa venisti dall'Ignoto,

ma nulla è compiuto e il mondo continua

ché solo a metà è realizzato il lavoro cosmico di Dio.

Solo il perpetuo No si è avvicinato,

ha guardato fisso nei tuoi occhi ed ha ucciso il tuo cuore:

ma dov'è il perpetuo Si dell'Amante,

e l'immortalità nel cuore segreto,



(30) la voce che canta verso il Fuoco creatore,

l'emblematico OM, la grande Parola che assente,

il ponte fra l'estasi e la calma, la passione e la bellezza della Sposa, la

camera dove i gloriosi nemici s'abbracciano, il sorriso che salva, la vetta

dorata delle cose? Alla mistica fonte della Vita quest'anche è Verità. È stato

sollevato un velo nero: abbiamo visto l'ombra poderosa del Signore onnisciente;

ma chi ha sollevato il velo di luce

(40) e chi ha visto il corpo del Re? Resta il mistero della nascita e degli atti

di Dio, lasciando intatto il sigillo del capitolo finale,

irrisolto l'enigma del Dramma incompiuto;

l'Attore cosmico ride nella sua maschera,

e l'ultimo segreto inviolato si nasconde ancora

dietro lo splendore umano d'una Forma,

dietro il fantasma d'oro d'un Nome.

Una larga linea bianca ha rappresentato una meta,

ma di gran lunga oltre risplendono le ineffabili rotte solari:

(50) quel che pareva l'origine e la fine era un'ampia porta,

un ultimo gradino che immette nell'eterno.

Un occhio si è aperto sull'intemporale,

l'infinità riprende le forme che ha dato

e attraverso l'oscurità di Dio o la sua pura luce

i suoi milioni di raggi rientrano nel Sole.

Esiste un segno zero del Supremo;

la Natura, lasciata nuda e immobile, rivela Dio.

Ma tutto è presente nel suo niente grandioso:

quando ci son strappate di dosso le sue dure vesti,



(60) l'ignoranza dell'anima è uccisa, ma non l'anima:

lo zero copre un volto immortale.

Una sublime e vuota negazione non è tutto,

un'immensa estinzione non è la parola finale di Dio,

il senso ultimo della vita, il termine del corso dell'essere,

il significato di questo grande mondo misterioso.

Nell'assoluto silenzio dorme un Potere assoluto.

Destandosi, può risvegliare l'anima prigioniera della trance e rivelare nel

raggio il padre sole: può rendere il mondo un veicolo della forza dello Spirito,

(70) modellare nell'argilla la forma perfetta di Dio. Liberare il sé non è che un

primo passo radioso; realizzarsi quaggiù era il desiderio di Dio.

Proprio mentre si teneva sull'orlo nudo dell'essere e tutta la passione e la

ricerca dell'anima sua affrontavano la loro estinzione in qualche informe

Vastità, la Presenza cui egli anelava si fece d'un tratto vicina. Attraverso il

silenzio della Calma estrema, dal cuore d'una meravigliosa Trascendenza, corpo

di prodigio e trasparenza,

(80) come se un dolce, mistico riassunto del Suo sé,(I) evadendo nell'originale

Beatitudine fosse uscito ingrandito dall'eternità, qualcuno giunse, infinito,

assoluto. Un essere di saggezza, di potere e delizia, come una madre che attiri

un figlio nelle sue braccia, strinse al Suo petto la Natura, il mondo e l'anima.

Abolendo il vuoto privo di segni, spezzando la vacuità e la quiete senza voce,

penetrando lo sconfinato Inconoscibile,



(90) nella libertà delle profondità immote s'infiltrò un mirabile e perfetto

splendore. Il Potere, la Luce, la Beatitudine che nessuna parola può dire

s'immaginò in un viaggio sorprendente e costruì un passaggio dorato fino al suo

cuore, toccando attraverso di lui tutte le cose desiose e sensibili. La soavità

d'un momento di Colei ch'è Tutta-Bellezza annullò la vanità del vortice cosmico.

Una Natura che palpitava con un Cuore divino si fece sentire nell'universo

incosciente;

(100) del respiro quel cuore fece un mistero felice. Un amore che portava con

gioia la croce del dolore eudemonizzò la sofferenza del mondo,

rese lieto il peso del Tempo lungo e interminabile, captò il segreto della

letizia di Dio. Affermando nella vita un'estasi nascosta, faceva aderire lo

spirito al suo corso miracoloso; trasmettendo valori immortali alle ore,

giustificava il lavoro dei soli. Perché c'era un essere lì, supremo dietro il

Dio.

(110) Una Potenza Materna sovrastava il mondo; una Coscienza rivelò la sua fronte

meravigliosa che trascendeva tutte le cose non rinnegandone alcuna: imperitura

al di sopra delle nostre teste sconfitte

egli sentì una Forza estatica ed infallibile.

Apparvero la Verità perenne e il Potere permanente

di tutto ciò che è qui creato e poi distrutto,

la Madre di tutte le divinità e tutte le energie

che, mediatrice, lega la terra al Supremo.

Fini l'Enigma che governa la notte della nostra natura,

(120) smascherata e uccisa fu la Nescienza che ricopre; il suo spirito d'errore

venne strappato dalle cose assieme ai cupi umori della sua volontà

pervertitrice. Illuminate dalla Sua identità onniveggente, Conoscenza e

Ignoranza non potevan più combattersi;

e neppure gli Opposti titaneschi,

poli antagonisti dell'artificio del mondo,

potevano più imporre l'illusione del loro duplice schermo

proiettando le proprie immagini fra noi e Lei. (II)

Camuffata dalle sue stesse opere, vicina era la Saggezza

(130) di cui l'oscurato universo è la veste. L'esistenza non sembrava più una

caduta senza scopo, l'estinzione non era più l'unica liberazione.

Trovata fu la Parola nascosta, il filo a lungo cercato,

rivelato fu il senso della nascita del nostro spirito

condannato a un corpo e a una mente imperfetti

nell'incoscienza delle cose materiali

e l'indegnità della vita mortale.

Un Cuore fu percepito nella nuda vastità degli spazi,

un Amore ardente scaturito da bianche fonti spirituali

(140) annullò l'afflizione degli abissi ignoranti;

la sofferenza si perse nel Suo sorriso immortale.

Una Vita dall'aldilà divenne qui la conquistatrice della morte;

non errare più fu naturale per la mente;

non poteva prodursi uno sbaglio ove tutto era luce ed amore.

Il Senza-forma e il Formato si unirono in Lei:

l'immensità fu oltrepassata da uno sguardo,

un Volto rivelò il popolato Infinito.

Incarnando inesprimibilmente nelle Sue membra

la gioia senza limite che le cieche forze cosmiche cercano,.



(150) il Suo corpo di bellezza illuminò di luna i mari di beatitudine.

Lei è all'origine della nascita, del lavoro e del destino,

nella loro ronda lenta i cicli ruotano al Suo appello;

solo le Sue mani posson cambiare la base di dragone del Tempo.

Suo è il mistero che la Notte nasconde;

Sua l'alchemica energia dello spirito;

Lei è il ponte d'oro, il fuoco prodigioso.

Lei è il cuore luminoso dell'Ignoto,

un potere di silenzio nelle profondità di Dio;

Lei è la Forza, la Parola inevitabile,



(160) la calamita della nostra difficile ascensione,

il Sole da cui accendiamo tutti i nostri soli,

la Luce che s'inclina dalle Ampiezze irrealizzate,

la gioia che fa segno dall'impossibile,

la Potenza di tutto ciò che non è ancora disceso.

Tutta la Natura invoca mutamente Lei sola

per guarire sotto i Suoi piedi il battito lancinante della vita

e rompere i sigilli sull'anima offuscata dell'uomo

e accendere il Suo fuoco nel cuore chiuso delle cose.

Tutto qui sarà un giorno dimora della Sua dolcezza,



(170) tutti i contrari preparano la Sua armonia;

verso di Lei s'arrampica la nostra conoscenza, brancola la nostra passione;

nel Suo miracoloso rapimento abiteremo,

la Sua stretta cambierà in estasi la nostra pena.

Attraverso di Lei, il nostro sé farà un solo sé con tutto.

Confermata in Lei perché in Lei trasformata, la nostra vita troverà, nella

pienezza della propria risposta, al di sopra, le silenti, illimitate

beatitudini, al di sotto, il portento dell'abbraccio divino. Saputo questo come

in un lampo di tuono di Dio,

(180) l'incanto delle cose eterne colmò le sue membra; si abbatté lo stupore sui

suoi sensi rapiti; il suo spirito fu preso nella Sua fiamma intollerante. Una

volta vedutaLa, il suo cuore non conobbe che Lei. Restò solo una fame d'infinita

felicità. In Lei tutti gli scopi furon perduti e poi trovati; la sua base,

raccolta, si elevò come un pinnacolo puntato.

Questo era un seme gettato nel Tempo infinito. Una Parola è pronunciata o è

mostrata una Luce, un momento vede, le età penano per esprimere.

(190) Così, balenando dall'Intemporale, eruppero i mondi; un istante eterno è la

causa degli armi. Tutto ciò ch'egli aveva compiuto era per preparare un terreno;

i suoi piccoli inizi domandavano una fine possente: ché tutto ciò ch'egli era

stato doveva ora rimodellare in lui la Sua gioia d'incarnare, di custodire nella

sua casa di vita la Sua bellezza e grandezza Ma il suo essere, adesso, era

troppo vasto per il sé; l'esigenza del suo cuore era divenuta immensurabile: la

libertà per lui solo non poteva bastargli:

(200) la Sua luce, la Sua beatitudine egli chiedeva per la terra e gli uomini. Ma

impotenti sono il potere umano e l'amore umano a rompere il sigillo terrestre

d'ignoranza e di morte; la forza della sua natura parea ora un pugno d'infante;

il Cielo è troppo alto per essere afferrato da mani tese. Questa Luce non viene

grazie alla lotta o al pensiero; il Trascendente agisce nel silenzio della mente

e il cuore silenzioso ode la Parola inespressa. Un vasto abbandono era la sua

unica forza. Un Potere che vive sulle cime deve agire,

(210) portare nella stanza chiusa della vita l'aria dell'Immortale

e riempire il finito con l'Infinito.

Tutto ciò che nega dev'essere sradicato ed ucciso,

annientati i varî desideri che ci fan

perdere l'Uno per il quale furon create le nostre vite.

Ora altre rivendicazioni avean fatto tacere in lui il loro grido:

egli anelava solo ad attirare la Sua presenza e il Suo potere

nel suo cuore, nella sua mente e la sua forma vivente;

agognava solo di far discendere per sempre

il Suo tocco guaritore, d'amore, di verità e di gioia,



(220) nell'oscurità del mondo sofferente.

La sua anima era liberata ed offerta a Lei sola.


NOTE SPECIALI

I "Suo": utilizziamo, per maggior chiarezza, la maiuscola per gli aggettivi possessivi riferentisi alla Madre Divina

II Ricorriamo qui, e più avanti, in questo Canto, alla maiuscola per i pronomi personali riferentisi alla Madre Divina.
Fine del Canto Secondo


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