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Volume primo traduzione italiana, introduzione e note: paola de paolis edizioni mediterraneelatin penauroville


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Canto Quindicesimo
I Regni della Grande Conoscenza


Dopo un momento immenso dell'anima, tornando di nuovo a queste regioni di

superficie dalle profondità intemporali dov'era affondato, udì ancora una volta

il passo lento delle ore. Lontano era tutto il percepito e il vissuto d'un

tempo; lui era a se stesso la sua unica scena Al di sopra del Testimone e del

suo universo, egli si teneva in un regno di sconfinati silenzi aspettando la

Voce che espresse e costruì i mondi.

(10) Una luce lo circondava, vasta e assoluta, l'adamantina purezza d'una visione

eterna; una coscienza riposava immota, priva di forme, libera, muta, non

costretta da segni o da regole, paga in eterno solo dell'essere e la felicità;

una mera esistenza viveva nella propria pace sul suolo nudo e infinito del solo

spirito. Salito oltre la sfera della Mente, lasciato il regno delle tinte ed

ombre della Natura, egli abitava nella purezza incolore del suo sé.



(20) Era il piano d'uno spirito indeterminato che poteva essere uno zero o la

somma arrotondata delle cose, uno stato in cui tutto cessava e tutto aveva

inizio. Esso diveniva tutto ciò che rappresenta l'assoluto,(I) un gran picco

elevato da cui lo Spirito potea vedere i mondi, la vasta epifania della calma,

la tacita dimora della saggezza, una solitaria stazione d'Onniscienza, un

trampolino per il potere dell'Eterno, un pavimento bianco nella casa del Tutto-

Delizia. Qui giungeva il pensiero ch'oltrepassa il Pensiero,

(30) qui la Voce silente che sfugge al nostro ascolto, la Conoscenza per cui il

conoscitore è il conosciuto,

l'Amore in cui l'amato e l'amante son uno.

Tutti si trovavano in una pienezza originale,

acquietati e appagati prima di poter creare

il sogno glorioso dei loro atti universali;

qui era generata la nascita spirituale

e compivasi il lento moto del finito verso l'Infinito.

Un migliaio di strade si lanciavano nell'Eternità

o, cantando, correvano a incontrare il volto svelato di Dio.



(40) Il Conosciuto lo liberò dalla sua limitante catena;

egli batté alle porte dell'Inconoscibile.

Di lì, lo sguardo aperto a una prospettava incommensurabile,

la stessa ch'interiormente il sé contempla nelle sue pure vastità,

ei vide lo splendore dei regni dello spirito,la grandezza e il

prodigio delle sue opere sconfinate,

il potere e la passione erompenti dalla sua calma,

il rapimento del suo moto e del suo riposo,

e l'ardente dolcezza del suo miracolo di vita trascendente,

la comprensione indivisa e dalle innumeri direzioni



(50) della sua visione d'un solo e medesimo Tutto formidabile,

i suoi inesauribili atti in un Tempo intemporale,

in uno Spazio che è la sua propria infinità.

Glorioso multiplo di un solo Sé sfolgorante,

che rispondeva con gioia alla gioia, con amore all'amore,

Il tutti erano commoventi magioni della beatitudine di Dio;

eterni ed unici essi vivevano l'Uno.

Lì le forze son grandi esplosioni della verità di Dio

e gli oggetti ne sono le pure forme spirituali;

lo spirito non è più celato alla sua propria vista,



(60) ogni sensibilità è un mare di letizia

ed ogni creazione un atto di luce.

Lasciando il neutro silenzio della sua anima,

egli passò ai suoi campi di vigore e di calma

e vide i Poteri che sovrastano il mondo,

traversò i regni dell'Idea suprema

e cercò il culmine delle cose create

e la fonte onnipossente del cambiamento cosmico.

Lì la conoscenza lo chiamò alle sue mistiche vette dove il pensiero è contenuto

in un vasto senso interno



(70) e il sentimento nuota in un mare di pace e la visione s'eleva oltre la

portata del Tempo. Eguale dei primi veggenti creatori, accompagnato da una luce

onnirivelante, egli andava per regioni di Verità trascendente, interiori,

immense, innumerabilmente una. Lì la distanza non era che l'enorme distesa del

suo spirito; liberato dalle immaginazioni della mente, il triplo passo divisore

del Tempo non sconcertava più; la sua ineluttabile e continua corrente,



(80) il lungo fluire del suo corso manifesto, era contenuto nel solo vasto

sguardo dello spirito. Una bellezza universale mostrò il suo volto: i

significati invisibili ricchi di profondità, protetti quaggiù dietro lo schermo

insensibile della forma, gli svelarono la loro armonia imperitura e la chiave

del libro di meraviglie delle cose ordinarie. Nella loro legge unitaria si

ergevan rivelate le misure multiple della forza che costruisce, le linee della

tecnica del Geometra universale,

(90) gl'incanti che sostengono la trama cosmica e la magia che è alla base delle

forme semplici. Sui picchi ove il Silenzio ascolta, il cuore immoto, i metri

ritmici della roteazione dei mondi, egli servì le sessioni del triplo Fuoco. Al

limite di due contenenti, di sonno e di trance, udì la voce della Realtà sempre

inespressa risvegliare il grido mistico della rivelazione, trovò il luogo della

Parola repentina e infallibile e visse nei raggi di un Sole intuitivo.



(100) Sciolto dai legamenti della morte e del sonno, cavalcò i mari balenanti

della Mente cosmica e traversò l'oceano del suono originale; sull'ultimo gradino

verso la nascita superna,

seguì lo stretto filo dell'estinzione

presso le alte soglie dell'eternità,.

e sull'aurea cresta salì del sogno cosmico

tra i fuochi che uccidono e quelli che salvano;

raggiunse la zona della Verità inalterabile,

incontrò le frontiere della Luce inesprimibile

(110) e vibrò della presenza dell'Ineffabile.

Al di sopra di sé, vide le Gerarchie fiammanti,

le ali che si ripiegano attorno allo Spazio creato,

i Guardiani dagli occhi di sole, la Sfinge dorata,

la serie ascendente dei piani e i Signori immutabili.

Una saggezza al servizio dell'Onniscienza

sedeva muta in una vasta passività;

non giudicava, non misurava né si sforzava di conoscere,

ma era in ascolto del Pensiero velato onniveggente

e della gravità di una calma Voce trascendente.



(120) Egli avea attinto l'apice di tutto il conoscibile:

la sua visione superava la cima e la base della creazione;

i tripli cieli, infocati, rivelavano i loro soli,

l'oscuro Abisso svelava il suo regno mostruoso.

Tutto era suo dominio, salvo il Mistero ultimo,

l'inconoscibile quasi scopriva il suo profilo.

Le infinità del suo sé cominciarono a emergere,

i nascosti universi a lui gridarono;

le eternità chiamavan le eternità

inviando, ancora remoto, il loro messaggio senza parole.



(130) Sorte dalla meraviglia dei fondali

e ardenti delle altezze sovracoscienti,

descrivendo grandi roteazioni orizzontali,

un milione d'energie si univano ed erano l'Uno.

Tutto fluiva immensurabilmente verso un unico mare:

tutte le forme viventi divenivan le sue infinitesimali dimore.

Una Panergia che armonizzava la vita intera

teneva ora l'esistenza sotto il suo vasto controllo;

egli diventò una particella di questa maestosità.

Visse a volontà nel Raggio senza oblio.



(140) In questo alto regno dove non può giunger la Menzogna, dove tutti son

diversi e tutto è uno, sull'oceano senza riva dell'Impersonale galleggiava,

ancorata allo Spirito cosmico, la Persona; vibrava delle potenti manovre della

Forza Universale, i suoi atti erano i compagni dell'infinita pace di Dio.

Splendore aggiunto e sé simbolico, il corpo era rimesso all'anima, punta

immortale di potere, blocco d'equilibrio nella vastità dell'informe flutto

cosmico,

(150) lama cosciente del potere del Trascendente che ricava la perfezione da un

luminoso materiale cosmico, questa rappresentava in esso il senso d'un universo.

Lì la coscienza era una trama compatta ed unica; il lontano e il vicino erano

uno nello spazio dello spirito, i momenti vi erano pregni della totalità del

tempo. Lo schermo del sovracosciente era lacerato dal pensiero, l'idea faceva

roteare sinfonie di visione, la visione era un getto di fiamma dall'identità; la

vita era un meraviglioso viaggio dello spirito,

(160) il sentimento un'onda dall'universale Beatitudine. Nel regno del potere e

la luce dello Spirito, come chi arrivi uscendo dal grembo dell'infinità, egli

giunse nuovo nato, infante e senza limite, e crebbe nella saggezza del Fanciullo

intemporale. Egli era una vastità che divenne presto un Sole. Un gran silenzio

luminoso sussurrò al suo cuore; la sua conoscenza captò una vista interiore

insondabile, una vista esteriore che nessun breve orizzonte tagliava: pensò e

sentì in tutti, il suo sguardo ebbe un potere.

(170) Comunicò con l'Incomunicabile; esseri d'una coscienza più vasta divennero

suoi amici, forme di fattura più ampia e sottile gli si fecero vicine; gli Dei

conversarono con lui dietro il velo della Vita. Il suo essere si approssima alle

creste delle Natura. L'Energia originale lo prese nelle sue braccia;

il suo cervello fu avvolto d'una luce irresistibile, una conoscenza

onnicomprensiva afferrò il suo cuore: pensieri sorsero in lui che nessuna mente

terrestre potea contenere, giocarono poteri che mai avean traversato nervi

mortali:


(180) egli scrutò i segreti della Surmente, sostenne il rapimento della Sovra-

anima. Confinante dell'impero del Sole, accordato alle armonie superne, collegò

la creazione alla sfera dell'Eterno. Le parti finite del suo essere si

avvicinarono ai loro assoluti, le sue azioni dettero forma ai movimenti degli

Dei, la sua volontà prese le redini della Forza cosmica.
NOTE SPECIALI

I "Esso": lo "spirito indeterminato" menzionato al v. 20.


Fine del Canto Quindicesimo
Fine del Libro Secondo

LIBRO TERZO
Il Libro della Madre Divina



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