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Volume primo traduzione italiana, introduzione e note: paola de paolis edizioni mediterraneelatin penauroville


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Canto IV: LA CONOSCENZA SEGRETA



v. 13: un Potere non nato deve costruire il reale.

Ricordiamo l'esperienza che Mère ebbe del Nuovo Potere, un Potere diretto che può passare da cellula a cellula e che è la presenza cosciente e totale della Forza sopramentale nel corpo (L'Agenda di Mère II, 24 genn. '61, p. 55): come una calamita fisica delle vere vibrazioni fisiche. Non è una cosa filtrata dalla mente, dall'intelligenza, e neanche dal vitale: è, fisicamente, una sorta di calamita che attira la Verità fisica (...) Mettere la Vibrazione divina in contatto con la Materia. È l'unica cosa che sia REALE. (Ibid. VI, 19 febbr. e 5 mag. '65, pp. 38 e 95).In Sav. VII, 3, 212, si leggerà: "una voce interiore pronunciava la Parola dell'irreale", dove si tratta della Potenza della Vita subcosciente, pericolosamente capace di creare un mondo irreale in cui l'anima dell'uomo resta prigioniera. Solo questo "potere non-nato", nascosto nelle cellule del corpo fisico, e che agisce direttamente senza passare per il mentale e il vitale, sarà capace di operare la trasformazione sopramentale. (Cfr. nota ai vv. 321 e sgg. di questo Canto). Vd. anche note a II, 5, 673-74 ("Nelle cellule del nostro corpo risiede un Potere nascosto etc.") e 12, 53.


v. 21 e sgg.: A questi domini di sublimi vette (...)

.....

mira, in fondo a noi, una parentela dimenticata etc.

Si tratta di quei "Poteri superni" che attirano Savitri come "possenti genitori perduti" (vv. 199-200 di questo Canto).


v. 32: e templi alla divinità che nessuno può vedere.

Il sé eterno e universale di ogni essere umano è Dio; anche il suo sé personale è una parte della Divinità, scrive Sri Aurobindo, (...) un essere limitato e finito [nella Natura] dell'unico Essere infinito e illimitabile. Il marchio di questa limitazione è un'ignoranza per la quale egli dimentica, non solo la Divinità da cui è venuto, ma la Divinità che è sempre dentro di lui, che vive nel cuore segreto della sua stessa natura, e arde come un Fuoco celato sull'altare interiore nel tempio stesso della sua casa d'umana coscienza. (Essays on the Gita, 13, p. 149).


v. 33: Un ricordo confuso persiste ancora in noi

Ricordiamo l'esperienza di Mère, dopo la visione del "grande Divenire divino", dello stato che (...) era come un ricordo - un ricordo perennemente vivo - di quella Coscienza d'Amore supremo che il Signore ha emanato sulla Terra, - NELLA Terra - per ricondurla a Lui. È stata realmente la discesa dell'essenza stessa dalla Natura divina [cfr. il secondo paragrafo della nota al titolo del Canto IX del Libro II] nella Negazione divina più totale, - e questo ha perciò voluto dire abbandonare lo stato divino per accettare l'oscurità terrestre, per riportare la Terra allo stato divino [cfr. nota a II, 1 167-71]. E se l'Amore divino non diventa potentemente cosciente qui sulla Terra il ritorno non potrà mai essere definitivo. (L'Agenda di Mère III, 21 genn. '62, p. 54). Cfr. note a I, 2, 171 -72 e II, 6, 775.


v. 44: e immensità tranquille di spazio spirituale.

Oltre allo "spazio spirituale" o "dello spirito" (vd. anche II, 12, 62 e 15, 154; III, 4, 465), il Poeta evoca in Savitri vari altri tipi di spazio (per es. lo "Spazio della Mente" in II, 14, 2 e VII, 2, 185; lo "spazio dell'anima" in II, 14, 134 e VI, 1, 13; etc.). In proposito Sri Aurobindo scrive che esistono un Tempo e uno Spazio differenti per ciascuna posizione della nostra coscienza ed anche movimenti di Tempo e di Spazio differenti all'intero di ciascuna posizione; ma tutti non sono che versioni d'una fondamentale realtà spirituale di Tempo-Spazio. Infatti, quando ci ritiriamo dallo spazio fisico, (...) diveniamo coscienti d'una estensione di Spazio soggettivo [cfr. Sav. II, 7, 19] in cui la mente stessa vive e si muove e che è diverso dallo Spazio-Tempo fisico, benché ci sia interpretazione; (...) In un'ancora più profonda condizione di coscienza siamo consapevoli di un puro Spazio spirituale ... (The Life Divine, 18, p. 361).


vv. 101-03: aspettando il lento miracolo del nostro cambiamento etc.

Il segreto dell'evoluzione terrestre, osserva Sri Aurobindo, è la lenta e progressiva liberazione di questo spirito latente che dimora all'interno la difficoltosa apparizione di Qualcosa o Qualcuno già involuto con tutte le sue forze potenziali in una prima base formale di sostanza di supporto, i suoi più grandi movimenti lentamente emergenti rinchiusi in un iniziale potere espressivo della Materia.("Evolution", 17, p. 19).


vv. 115-16: un'immortalità avvolta nella cappa della morte, la forma della

nostra divinità non nata.

Ricordiamo le parole di Mère: Il rapporto fra quella che chiamiamo 'vita' e quella che chiamiamo 'morte' cambia sempre più, è sempre più diverso, completamente diverso. (...) non è che la morte scompaia (la morte quale la concepiamo noi quale noi la intendiamo in rapporto alla vita che conosciamo): no, non è affatto così. Stanno mutando TUTT'E DUE... in qualcosa che ancora non conosciamo, che appare estremamente pericoloso e del tutto stupendo insieme.(L'Agenda di Mère XIII 15 lug. '72, p. 234). Cfr. note a I, 3, 468 e sgg.; II, 2, 270-71e III, 2, 209-11.


v. 213:reclama il privilegio del Cielo come proprio diritto.

Far discendere il divino Ananda - il Regno dei Cieli di Cristo, il nostro Satyayuga [Età della Verità, o dell'Oro: n.d.t.] - sulla terra scrive fra l'altro Sri Aurobindo parlando degli scopi dello Yoga integrale ("The Yoga and Its Objects", 16, p. 411). Non solo i Veda, ma tutte le antiche tradizioni hanno annunciato quel che S. Giovanni chiamerà "un nuovo cielo e una nuova TERRA" (Cfr. L'Agenda di Mère VI, 20 mar. '65, p. 58). Cfr. nota a I, 3, 117.


vv. 218-24: Le chimere alate della Terra sono nel Cielo i corsieri del vero,

......

Ma pochi riescono a guardare oltre lo stato presente

(...) un disegno illimitato che l'Uno serba in cuore ed è il solo a conoscere.

La vita fisica (...) non è niente di niente, a meno di non avere il senso della VITA VERA, della Verità, afferma Mère. Quello che vale la pena di cercare è il SENSO VERO della vita: (...) che cosa vuole il Signore? Lui ha evidentemente un segreto, e lo tiene per Sé. Bene, io voglio sapere il Suo segreto. (Ibid. II, 12 mag. '61, pp. 239 40). Ma Mère l'aveva visto questo Segreto, che è al di là dell'aspetto personale, impersonale e trascendente del Divino (cfr. nota a III, 1, 97 e sgg.) quel Segreto di cui Sri Aurobindo parla un po' dovunque, soprattutto nei suoi Essays on the Bhagavad Gita: Quel segreto l'ho visto; ho visto che e nella Materia terrestre, sulla terra, che il Supremo diventa perfetto [Cfr. nota a III, 4, 449-50, secondo paragrafo].

E precisa: "diventa" è un modo di dire, poiché tutto esiste già, e il Supremo è quello che è. Noi però viviamo nel tempo, in uno svolgimento successivo: perciò sarebbe assurdo dire che attualmente questa Materia sia espressione di un Divino perfetto.(Ibid. I, 6 mag. '60, p. 384).
v. 317: sulla lunga strada che non può veder la sua fine

La "lunga strada" su cui i creatori dei mondi guidano il mondo disattento verso la beatitudine, è la "Strada eterna" di cui parla Mère: (...) non c'è né inizio né fine, eppure c'è una progressione. Il senso del succedersi delle cose il senso dell'evolversi il senso del progredire, esiste solo con la Manifestazione. (...) la terra ha un inizio non nella sua anima, ma nella sua realtà materiale. (Ibid. IV, 6 mar. '63, p. 78).


v. 321 e sgg,: Quando l'oscurità si farà più profonda soffocando il petto della

terra e la mente corporea dell'uomo sarà l'unica lampada accesa, etc.

È uno dei passaggi profetici più notevoli del poema. Parlando del 'mentale del corpo', Sri Aurobindo scrisse a un discepolo: E c'è anche una mente oscura, una mente del corpo delle cellule, delle molecole, dei corpuscoli. Il materialista tedesco Haeckel ha pariato da qualche parte di una volontà nell'atomo, e recentemente la scienza, davanti a le imprevedibili variazioni individuali nelle attività degli elettroni è arrivata a percepire che quella di Haeckel non è una metafora, ma l'ombra proiettata da una realtà segreta. Questa mente corporea e reale in modo molto tangibile; per la sua oscurità, il suo andamento ostinato e meccanico ai movimenti del passato, la sua facilità a dimenticare e rifiutare il nuovo, è uno dei principali ostacoli alla permeazione del corpo da parte della Forza sopramentale e alla trasformazione delle funzioni corporee. Però, una volta effettivamente convertita, diventerà uno degli strumenti più preziosi per stabilire la Luce e la Forza sopramentali nella Natura materiale. (Letters on Yoga, 22, p. 340). Cfr. nota a I, 5, 405-10.E Mère: È questa menta delle cellule che si impadronisce ti un mantra [formula mistica d'ispirazione divina: n.d.t.] e che finisce per ripeterlo automaticamente, con una costanza! Cioè DI CONTINUO. È questo che intende Sri Aurobindo quando dice che questa mente cellulare aiuta: conserva tutto per sempre. (L'Agenda di Mère IV, 3 giu. '63, p. 175).Sarà questo mentale delle cellule ad essere alla fine al centro dell'esperienza di Mère: (...) ho sentito - ho sentito LE CELLULE, le cellule ripetere il mantra (...) e ogni cellula lo ripeteva così, automaticamente (...) Era come un coro, un coro innumerevole... (Ibid., p. 176). A proposito di questo mantra, il mezzo più alla portata dell'uomo per arrivare alla "cellula pura", disfacendone tutte le incrostazioni di meccanismo incosciente - e mortale -, Satprem scrive: Una parola d'ordine (...) che sia il grido del nostro essere, il respiro del nostro respiro in tutta questa decomposizione generale, qualcosa che ci faccia passare. L'ultima boa cui aggrapparsi. E ripetere, ripetere il Mantra finché attraversi la scorza, la banalità, l'idiozia quotidiana, i milioni e milioni di inutilità vissute per un'altra cosa che non arriva mai. Ripetere ostinatamente, come muli, finché le cellule captino quell'invocante vibrazione - e allora esse la ripeteranno giorno e notte, senza sosta, automaticamente, idiotamente ... e meravigliosamente. È qui che comincia la Meraviglia. Ed è qui che comincia il Miracolo. Il Miracolo cellulare, fisiologico. Perché Sri Aurobindo e Mère hanno aperto la strada... (Mère - La Mutazione della Morte p. 315). Vd. La nota seguente e quelle a II, 5, 673-74, 720 e 733; 8, 411. Cfr. Sav. II, 10, 652-53.


v. 331:e la terra diventerà inaspettatamente divina.

Quell'"inaspettatamente", cui fa eco, più oltre, "la Natura supererà d'un balzo il suo passo mortale" (III, 4, 451), sembra trovare il suo vero senso in diversi passaggi dell'Agenda: La perfezione e qui, coesistente con l'imperfezione, e può essere raggiunta in qualsiasi momento, osserva Mère, perché per la coscienza del corpo e come se tutti i PUNTI di questo svolgimento preesistessero. Ed allora, quando la verità si manifesta, la vibrazione di menzogna scompare: "scompare" nel senso che viene ANNULLATA (...) come se non fosse mai esistita (...) È questa la base reale della teoria dell'illusione. (L'Agenda di Mère V, 12 nov. '64, pp. 310-11). Quando il lavoro [di trasformazione a livello cellulare] sarà terminato, ci sarà un risultato... quasi folgorante. Infatti tutta l'azione del Potere passando attraverso la mente si diluisce, si attenua, si adatta, si trasforma insomma (...) Mentre quando passerà attraverso questa materia, evidentemente sarà formidabile. Su questo non c'è ombra di dubbio. (Ibid. IV, 20 lug. '63, p. 256).Sarà in questo mentale cellulare che finirà per accendersi il Fuoco dell'aspirazione di cui tanto parlano i Rishi vedici (cfr. note a I, 2, 259-61 e 3, 468 e sgg.), il Fuoco portatore dell'immortalità, nascosto nella "caverna segreta" della Materia (Un'invasione del Fuoco divino sulla Terra, la speranza di Prometeo liberato delle sue catene. La congiunzione fra cielo e terra al cadere dei muri della nostra romba: Satprem, Evolutione II, p. 150). Ma ciò avverrà solo all'ultima "soffocazione" del "petto della Tem" (cfr. nota a I, 2, 315): Forse trasformeremo quest'ultima gabbia che e il corpo solo quando avremo scoperto l'Amore assoluto che si nasconde dietro a questo dolore assoluto, scrive ancora Satprem. Scopriremo allora che la Materia è il luogo dell'Amore assoluto. La morte non può essere trasfigurata che nel suo contrario di Amore assoluto. Apposta per ciò questa Babbia si è inventata da sola. È la Materia che, fin dal primo fuoco dell'atomo, ricerca se stessa.Ed è il Fuoco ultimo che trasfigura. (Mère - La Mutazione della Morte, p. 97). Cfr. note a I, 3, 468 e sgg.; II, 2, 270-71 e 6, 775.


v. 338-40: Alcuni vedranno ciò che nessuno ancora comprende Dio crescerà mentre

i saggi parlano e dormono; etc.

"Dio crescerà "... nel senso di crescere nella Materia, osserva Mère a proposito di questo passaggio: uno VEDE la Divinità che cresce nella Materia, la Materia che si fa sempre più adatta a manifestare la Divinità. (L'Agenda di Mère VIII, 3 mag. '67 p. 142). E due anni dopo: Ora però è arrivato il momento di vedere - è tempo di vedere. La stragrande maggioranza degli uomini è incosciente - (...) voglio dire che non hanno un contatto con la Coscienza (...) La stragrande maggioranza. Ma per chi Ë capace di mettersi al di sopra delle circostanze con una visione chiara e precisa del come e del perché ... è meraviglioso. (Ibid. X, 3 mag. '69, p. 192).


v. 341:né ci sarà fede prima che il lavoro sia compiuto.

Come nota Satprem, nessuna idea, nessun libro, nessuna rivelazione, nessun vangelo e neanche nessuna prova potrà mai convertire quest'abitudine mortale [questo 'sì' alla morte che ipnotizza le cellule] - e Sri Aurobindo ha taciuto, infatti tranne l'intervento diretto di 'qualcosa' al fondo, all'interno, alla radice di questa Materia per estirparne la Menzogna. (Mère - La Mutazione della Morte, p. 76).


vv. 391-92: [unire] l'Alfa e l'Omega in un unico suono; etc.

Quando il suono essenziale diventerà suono materiale, dice Mère, farà nascere la nuova espressione che esprimerà il mondo sopramentale (Ibid. II, 27 genn. '61, p. 62). Cfr. anche Sav. II, I, 96-97 ("la Parola unica e intemporale / il cui suono solitario porta l'eternità"); 15, 102 ("l'oceano del suono originale") e III 4, 426 ("lo spirito del bellezza fu rivelato nel suono").


v. 409 e sgg.: Implacabili nella loro purezza intemporale, etc.

L'azione "formidabile" di queste potenze pure e assolute dello Spirito, che non mercanteggiano con i culti né trattano con l'ignoranza e le sue preci, è un'azione che non si traduce sulla terra con alcun conferimento di 'poteri' intermediari. È in fondo quella che Mère, dopo una delle esperienze capitali del suo, voga (Quelli che vengono da me con l'intenzione di ottenere dei favori restano delusi dato che io non detengo poteri), definirà la CONSEGUENZA LOGICA, normale e obbligata della trasformazione sopramentale, capace di ridurre al SILENZIO l'esercito delle forze avverse. (L'Agenda di Mère V, 21 on. 64, p. 283). Cfr. nota a I, 1, 222-24.


V. 506:questo palazzo d'oro che poggia su un dragone nero,

(...) il dragone nero dell'Incoscienza sostiene con Le sue vaste ali e il suo dorso di tenebra l'intera struttura dell'universo materiale, leggiamo in The Life Divine (19, p. 665). Cfr. nota al v. 961 di questo Canto.


vv. 567-735: lui vi si muove come l'Anima, lei come Natura. Etc.

A proposito di tutto questo passaggio che descrive l'universo come un gioco fra Lui e Lei (il Purusha e la Prakriti della tradizione induista) che sembra dover durare in eterno ("un Dio segreto s'attarda nello strumento della Natura": v. 738), rimandiamo il lettore all'esperienza di Mère riferita nella sua Agenda (IV, 15 febbr. '63, pp. 53-55): il Testimone che vede la propria azione creativa e si innamora di questo potere di manifestazione (...). Non VOGLIO più che sia così, sono migliaia di anni che non voglio più che sia così (...) Ovviamente [questa visione] è chiusa per l'azione, perché' se uno comincia ad ammettere tutto, ad amare tutto e vedere la gloria dappertutto - perché cambiare? Ecco perché questa Forza (...) mi faceva ripudiare una visione che legittima la vita così com'è, mettendoci in contatto con questa gioia di vivere interiore - come dice Sri Aurobindo: il mondo nessuno vuole lasciarlo a casa di quella Sua gioia che è dappertutto. (Cfr. nota seguente).

In Sri Aurobindo la concezione di Purusha e Prakriti (l'Anima cosciente che sa osserva e governa e l'Anima della Natura, l'Energia esecutiva nell'universo) va oltre la concezione vedantica e quella tantrica: l'Anima cosciente è il Signore, l'Anima della Natura è la sua Energia esecutrice. (...) Ma il movimento della Natura è duplice, superiore e inferiore (...), divino e non divino. La distinzione esiste in realtà solo per scopi pratici; perché non c'è nulla che non sia divino (...) La Natura inferiore, quella che conosciamo e siamo e dobbiamo restare finché la fede in noi non sia cambiata e che agisce attraverso la limitazione e la divisione, è della natura dell'ignoranza e culmina nella vita dell'ego; ma la Natura superiore, quella cui aspireranno e che agisce per unificazione e trascendenza della limitazione, è della natura della Conoscenza e culmina nella vita divina. Il passaggio dall'inferiore al superiore è lo scopo dello Yoga; e questo passaggio può effettuarsi per rigetto dell'inferiore e fuga nel superiore - il punto di vista ordinario, - o per la trasformazione dell'inferiore e la sua elevazione alla Natura superiore. È questo piuttosto, che dev'essere lo scopo di uno Yoga integrale. (The Synthesis of Yoga, 20, pp. 38-40). Cfr. note a II, 1, 165-66, 167-71; 6, 700 e 14, 219-20.
vv. 625-2C: [la Sua danza cosmica] (...) che nessuno potrebbe sopportare se non

ci fosse, dentro, la sua forza, ma che nessuno, per la sua delizia, vorrebbe

abbandonare.

Ricordiamo le parole di Mère a proposito della Mahashaleti (la suprema Energia creatrice, la Madre del Mondo): Per me, il naturale, è (...) la Mahashaleti. C'è sempre questo senso di Potere creativo, e il senso del Signore. La gioia (...) infinita, innumerevole, meravigliosa, del Signore, così strettamente connessa col Potere da farti sentire (...) la presenza del Signore, senza però che si possa distinguere né differenziare una cosa dall'altra. Ne viene fuori un gioco delizioso. Ma metterci di mezzo il jiva, l'individuo, rovina tutto, rimpicciolisce tutto (...) L'altro movimento è invece naturale, spontaneo, bellissimo - è la gioia d'essere e la gioia di vivere. (L'Agenda di Mère III, 11 ag. '62, p. 347).


v. 805:il molteplice, lui che fu l'Uno silenzioso.

Non c'è alcuna divisione dell'Uno per l'apparizione del finito, scrive Sri Aurobindo, perché è l'unico Infinito che ci appare come il molteplice finito: la creazione non aggiunge nulla all'infinito: esso rimane dopo la creazione ciò ch'era prima. L'infinito non è una somma di cose, è Quello che è tutte Le cose e più. (The Life Divine, 18, p. 339).


v. 961:e sollevare dal suo sonno di pitone un Potere perduto

L'immagine del pitone (vd. anche Sav. I, 5, 316-17) ricorda la leggenda del serpente Vritra del Rig-Veda, personificazione dell'incosciente (Vritra, il Serpente, e il grande avversario, perché ostruisce con Le sue spire di tenebra ogni possibilità d'esistenza divina e di azione divina), il Pitone che trattiene nelle sue spire i sette fiumi del Cielo (o della Verità) e che sarà ucciso da Indra (la Mente divina): cfr. Sri Aurobindo, "The Doctrine of the Mystics", 11, p. 29 e The Secret of the Veda, 10, pp. 108 e 362.

Ma non dimentichiamo che al fondo dell'incoscienza c'è il Supremo. È come dire osserva Mère, che l'altezza più alta raggiunge la profondità più profonda. L'universo è come un cerchio: e infatti viene rappresentato dal serpente che si morde la coda. Questo vuol dire che l'altezza suprema è a contatto con la Materia più materiale, senza nessi intermedi. (L'Agenda di Mère I, 11 nov. '58, p. 253). Cfr. nota a III, 3, 47-50.Il "Potere perduto" ricorda il "Sole perduto" la cui scoperta nella "tenebra" o nella "caverna" (assieme al ritrovamento delle Vacche del Sole che ne rappresentano i raggi) è il tema fondamentale del Rig-Veda (cfr. Sri Aurobindo, The Secret of the Veda, 10, pp. 142-51). Cfr. note a I, 3, 711 e sgg., 717-20; 4, 321 e sgg. e 5, 316- 17.


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