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COMUNICATO STAMPA
Torino ha nella mia carriera un ruolo piuttosto strano. È un po’ come un ciclico avvicinamento, al quale fa seguito una lontananza più o meno lunga. Qui ho abitato dal '28 al ‘33, qui ho iniziato le elementari. Un affetto mi è rimasto. Arrivai da Fontana Liri con la mamma, il nonno e tutta la tribù della famiglia. Torino mi impressionò moltissimo, anche se nei primi giorni ero piuttosto disorientato. Mi facevano soprattutto paura le rotaie dei tram. Cercavo attentamente di evitarle perché temevo che calpestandole avrei preso la scossa. Ven’anni dopo, quando sono ritornato per girare La donna della domenica sono andato a rivedere i posti che avevo conosciuto: le elementari Manzoni, dove andavo a scuola, e soprattutto casa mia in via Nicola Fabrizi. Che impressione!

Ma il mio primo “ritorno” importante in Piemonte è stato nel 1962, quando per Monicelli giravamo I compagni. Tutta la storia era ambientata a Torino, ma il film fu girato lì in minima parte. Era molto bello, ma inspiegabilmente andò molto male. Io credo però che una spiegazione ci fosse. Fare umorismo sulle lotte operaie non piaceva a nessuno, non poteva piacere a nessuno. A Torino il film poi andò particolarmente male perché io e Lulli avevamo un dialogo che non fu preso molto bene. Io gli domandavo: “Che città è questa?” e lui rispondeva: “Una città di merda”. Però mi piacque da morire il Piemonte profondo che scoprivo girando nei paesi in provincia di Cuneo, i bar, i portici che sembrava non fossero stati toccati dal tempo. Poi non tornai per un altro lungo periodo, fino al 1975. Dovevo fare il commissario Santamaria. Il film era La donna della domenica, tratto da un romanzo di Fruttero e Lucentini. Del film mi piaceva l’idea che raccontasse un’altra Torino, la Torino della borghesia, la Torino segreta delle ville in collina e dei vizi inconfessabili, la Torino che vede però le signore della buona società andare senza problemi al mercato delle pulci mescolate con tutti gli altri. Sono sensazioni che si possono vivere soltanto qui. Poi sono tornato qui per A che punto è la notte, per fare lo stesso personaggio e ritrovare gli stessi autori. E qui la cosa che mi affascina di più è la nevicata che abbiamo dovuto creare, una nevicata senza freddo. Invece, quando abitavo in borgo San Donato, in un quartiere popolare, faceva freddo per davvero. E penso: in fin dei conti sono fortunato, di solito sono i vecchi ad avere freddo mentre i giovani non lo sentono; qui accade il contrario, grazie alla neve finta. Quando mi chiedono perché ho fatto l’attore, penso che questa potrebbe essere una buona risposta.
In questo modo Marcello Mastroianni parlava delle sue esperienze a Torino e in Piemonte, tra gli anni dell’infanzia e quelli del lavoro sul set cinematografico. Il suo legame - non profondo ma neppure marginale - con la nostra città è una delle motivazioni che hanno spinto Il Centro Ricerche Attore e Divismo e il DAMS dell’Università degli Studi di Torino a rendergli omaggio con una serie di iniziative mirate a mettere nel giusto rilievo i vari aspetti di una personalità artistica ed umana a suo modo esemplare.

Attore dotato di grande capacità espressiva, Mastroianni ha saputo imporsi - con la “leggerezza” che gli era propria - come divo di fama internazionale conosciuto e amato in tutto il mondo. La dimensione divistica dell’attore rivela peraltro riverberi sociali e culturali di ampia portata, propri di una delle più incisive icone contemporanee in grado di coniugare la riconoscibilità dell’identità italiana con la costruzione di un personaggio universale. D’altra parte alcuni tratti caratteristici del carattere e della visione della vita di Mastroianni paiono inseparabili dalla peculiarità del suo modo di creare, in più di cinquant’anni di attività, personaggi indimenticabili in teatro, cinema e televisione.



Marcello Mastroianni. Stile italiano, icona internazionale. Italian Style, International Icon vuole configurarsi come un grande cantiere che, a partire da momenti formativi (seminari e workshop) inseriti all’interno dei programmi didattici del DAMS, offre iniziative rivolte ad un pubblico più ampio di quello universitario.
Tra novembre 2014 e marzo 2015 si succederanno pertanto iniziative di vario genere:
- un Convegno Internazionale di Studi che si svolgerà dal 5 all’8 novembre 2014 presso l’Università di Torino e presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo;
- un’ampia retrospettiva al Cinema Massimo (5-18 novembre 2014), la mostra Marcello, un italiano da copertina (5-7 novembre 2014) presso la Biblioteca “Arturo Graf” e un ciclo di incontri sui documentari dedicati a Mastroianni a cura del Museo Nazionale del Cinema;
- un appuntamento dedicato ai rapporti tra Marcello Mastroianni e Torino a cura di Film Commission Torino Piemonte;
- incontri con “testimoni” che abbiano lavorato con Mastroianni o ne abbiano condiviso il percorso biografico e artistico. Tra gli altri: Chiara e Barbara Mastroianni, Francesca Archibugi, Giuseppe Tornatore, Roberto Faenza, Elio Pandolci, Silvia e Masolino D’Amico;
- un dialogo tra Marcello e Umberto Mastroianni a cura di S.T.ARS Sistema Torino Arte;
- numerose altre iniziative in collaborazione con Piemonte Movie, l’Università degli Studi di Pavia e l’Università degli Studi di Bologna-Rimini;
- l’allestimento delle vetrine di alcuni negozi torinesi;


  • tre workshop di formazione universitaria a cura del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino e Rai Teche.

Il calendario degli eventi sarà aggiornato sul sito www.actorandstarstudiescenter.it





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