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Volume primo traduzione italiana, introduzione e note: paola de paolis edizioni mediterraneelatin penauroville


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Canto IV: LA VISIONE E LA GRAZIA

('Grazia' traduce qui l'inglese '800n', non esistendo in italiano un termine equivalente che implichi il senso di "esaudimento di preghiera" e di "dono" quale grazia accordata.)


v. 19: le cellule del suo corpo si destarono alla percezione spirituale,

Cfr. note a I, 4, 321 e sgg. e II, 5, 673-74.


v. 53: La Verità nata troppo presto potrebbe spezzare la terra imperfetta.

Cfr. nota a I, 1, 222-24 e 2, 259-61.


v. 69: Il nodo dell'Enigma si trova nella specie umana.

Cfr. note a II, 5, 673-74; 8, 411 e III, 3, 520 e sgg.


v, 93: il Dragone delle oscure fondamenta ... etc.

Cfr. nota a I, 4, 506.


v. 115:bisogno della morte per scoprire una vita superiore.

Ricordiamo l'aforisma di Sri Aurohindo: La morte e il problema che la Natura pone continuamente alla Vita per ricordarle ch'essa non ha ancora trovato se stessa. Senza l'assedio della morte, la creatura sarebbe legata per sempre a una forma di vita imperfetta. Inseguita dalla morte, ella si risveglia all'idea d'una gita perfetta e ne ricerca i mezzi e la possibilità ("Aphorisms", 16, p. 386). E un commento di Mère:

L'opposizione e i contrari sono uno stimolo per il progresso (...), il mezzo più efficace ti triturare la Materia per poterne intensificare la manifestazione. A livello d'esperienza (...) quando uno entra in contatto con l'Amore eterno, l'Amore supremo, ha immediatamente una percezione (...): la coscienza materiale, anche la più illuminata, la più formata, la più pronta, e INCAPACE di manifestarlo! Poi viene l'esperienza di (...) una vibrazione che si presenta come un rifiuto abbastanza intenso dell'amore com'è manifestato qui [cfr. nota a I, 1, 222-24] (...). Allora la parte di coscienza colpita da questo rifiuto fa un'invocazione direttamente all'origine dell'Amore, con UN'INTENSITÀ CHE NON CI SAREBBE STATA SENZA L'ESPERIENZA DI QUESTO RIFIUTO. Si infrangono dei limiti e scende un flusso che NON AVREBBE POTUTO manifestarsi prima (...) E chi vede una cosa del genere ha un'esperienza analoga anche per quello che chiamamiamo la vita e la morte; e questa specie di 'incombere' (...) della presenza costante della Morte, o della possibilità della morte; come dice Sri Aurobindo in Savitri: abbiamo un compagno costante durante tutto il tragitto fra la culla e la tomba - siamo costantemente accompagnati da questa minaccia o questa presenza della Morte. Beh, c'è proprio questo nelle cellule: un'invocazione intensa a un Potere di Eternità [cfr. note a I, 4 321 e sgg.; Il, 12, 53 e III, 2, 26 e Sgg.] invocazione che non esisterebbe senza questa minaccia. E allora capiamo (...) che tutti questa sono soltanto mezzi per intensificare, far progredire e rendere più perfetta la Manifestazione. E se i mezzi sono grossolani e perché e molto grossolana la Manifestazione. Ma, a mano a mano che diverrà più perfetta e più adatta a manifestare quello che e ETERNAMENTTE PROGRESSIVO [cfr. nota a II, 7, 87, secondo paragrafo] da tanti mezzi grossolani passeremo a mezzi più sottili e il mondo progredirà senza più bisogno di opposizioni tanto brutali. Ora accade soltanto perché il mondo è ancora a uno stadio infantile perché la coscienza umana e a uno stadio assolutamente infantile(...) Perciò, quando la terra non avrà più bisogno della morte per progredire non ci sarà più morte. Quando la terra non avrà più bisogno della sofferenza per progredire, non ci sarà più sofferenza. E quando la terra non avrà più bisogno dell'odio per amare, non ci sarà più odio [vd. anche il v. 150: "e l'amore governi un regno di lotta e di odio"].

È il mezzo più rapido e più efficace per far uscire la creazione dalla sua inerzia [cfr. note a II, 6, 274; 8, 386-87 e III, 2, 209-11] e farla avanzare verso la sua fioritura (L'Agenda di Mère IV, 15 mag. '63, pp. 157-58).Ricordiamo, in proposito, l'esperienza di Mère sulla "necessità di morire alla morte per nascere all'immortalità": Morire alla morte: cioè divenire incapaci di morire perché la morte non ha più realtà. (Ibid III, 4 lug. '62, p. 270-71). E quella della irrealtà della morte. Ma da un punto di vista ASSOLUTAMENTE materiale. Era solo una questione di cellule e ti coscienza nelle cellule... (Ibid. IV, 9 mar. '63, p. 89). Cfr. note a I, 3, 674; II, 7, 30-31 e III, 3, 17 e sgg.


v. 188:una trascendenza che si realizza percorre la strada dell'uomo;

Cfr. note a II, 3, 200 e III, 1, 97 e sgg.


vv. 313-16: e, sebbene la Necessità indossi l'abito del Caso, etc.

Cfr. nota a III, 3, 469.


v. 321-22: questo compromesso fra la bestia e il dio, non è il coronamento del

tuo mondo miracoloso.

(Vd. anche, più oltre, il v. 379: "questo nobile successore divino non mancherà di venire"). Se una fioritura spirituale sulla terra e la verità nascosta della nostra nascita nella Materia, scrive Sri Aurobindo, se è fondamentalmente un'evoluzione di coscienza che sta avendo luogo nella Natura, allora l'uomo così com'è non può essere l'ultimo termine di questa evoluzione: egli e un'espressione troppo imperfetta dello Spirito, la Mente stessa una forma e una strumentazione troppo limitata; la Mente e solo un termine intermedio di coscienza, l'essere mentale può essere solo un essere di transizione. (The Life Divine, 19, pp. 846-47). L'uomo e un essere di transizione, non è finale. Perché nell'uomo e in alto al di là di lui ascendono i gradi fulgenti che salgono verso una sovrumanità divina (...) il passo dall'uomo al sovra-uomo e, nell'evoluzione terrestre, il prossimo compimento che s'avvicina. Esso è inevitabile perché è ad un tempo l'intenzione dello Spirito segreto e la logica del processo della Natura. ("Man, a Transitional Bdngn, 17, p. 7).


v. 323 e sgg.: So che penetrerà le cellule incoscienti, uno spirito ... etc.

La Coscienza-di-Verità, trovando la Natura evolutiva pronta, scrive Sri Aurobindo, deve discendere in essa e renderla capace ti liberare il principio sopramentale in essa contenuto; così dev'essere creato t'essere sopramentale e spirituale quale prima svelata manifestazione della verità del Se e dello Spirito nell'universo materiale. (The Life Divine, 19, p. 918).

Ricordiamo l'esperienza di Mère ("un'esperienza offerta AL CORPO") della luce della Coscienza Suprema: Da quel momento il corpo e pieno di una vibrazione così intensa, di un'aspirazione... E una volontà ferrea di sbarazzarsi di qualsiasi possibile falsità (...) È la prima volta che il corpo fisico ha un'esperienza del genere, ad occhi aperti. E l'ho vista scendere - scendere, e poi fermarsi lì, immobile... E allora e stato come se tutte le cellule sentissero sete, sete, sete di quella luce. Era meraviglioso! Inesprimibile. (L'Agenda di Mère X, 16 apr. '69, pp. 156-57). Cfr. nota a III, 2, 209-11.
v, 339:Una gigantesca danza di Shiva lacerò il passato;

Cfr. note a II, 10 329 e 611-13.


v 369 e sgg.: Grandi sacerdoti di saggezza, ... etc. -

Nella Gnosi sopramentale, scrive Sri Aurobindo, c'è la realizzazione, l'altezza culminante, l'estensione onnicomprensiva dell'adorazione interiore, l'unione profonda e integrale le ali ardenti dell'Amore che sostengono il potere e la gloria di una Conoscenza suprema. (The Synthesis of Yoga, 20, p. 158).v. 426:lo spirito della bellezza fu rivelato nel suono.

Cfr. nota a I, 4, 391-92. vv. 430-31: Un essere discenderà a spezzare la ferrea Legge, etc.

Cfr. nota al, 2,315 e 359 e sgg.


vv. 449-50: Un seme sarà gettato nell'ora tremenda della Morte, un ramo di cielo

trapiantato nel suolo umano;

Come non riconoscere, in questi versi profetici, tutto il mistero del "passaggio" di Mère, il 17 novembre 1973, "attraverso la morte" (Per vincere la morte, bisogna esser pronti a passare attraverso la morte, ella aveva detto)? Un "passaggio" a occhi aperti in quel "terzo stato" - impossibile fra gli uomini - (vd. nota a III, 2, 26 e sgg.), "a ricostruire la base della vita" (base che perderà l'aspetto del "dragone nero" dell'incoscienza: vd. Sav. I, 4, 506), un "consumare la Morte dal di dentro", un "disfarla", come scrive Satprem: "il suo ultimo sacrificio" (Mère - La Mutazione della Morte) Ricordiamo le parole di Mère alla soglia del "grande Segreto" (un Segreto "non mentale - niente a che fare col pensiero": cfr. nota a I, 4, 218-24): il perchè della morte e diventato chiaro, e il come dell'immortalità ... Sai, e una cosa curiosa, l'impressione che ci sia qualcosa da TOCCARE... (L'Agenda di Mère XII, 8 sat. '71 pp. 244 e 245).

E quelle di Sri Aurobindo: La legge dell'incosciente scomparirà perché l'incoscienza sarà trasformata dall'esplosione della Coscienza segreta più vasta dentro di essa, la Luce nascosta, in ciò ch'essa fu sempre in realtà, un oceano di segreta Sovracoscienza. Una prima formazione d'una coscienza e natura gnostiche sarà la conseguenza. (The Life Divine, 19, p. 968).

L' "ora tremenda della Morte" è l'ora decisiva del destino del mondo: ai confini dell'amore, scrive Satprem, la morte svanirà in una gloria terrestre. (in: L'Agenda de Mère XIII, pag. 8, ed. francaise). Cfr. nota a II, 5, 720.


v. 451:la Natura supererà d'un balzo il suo passo mortale;

Perché, come dice la Voce divina, "Tutto cambierà all'ora trasfigurante di Dio" (v. 259). Cfr. nota a I, 4, 321 e sgg. e 331.


v. 475:(...) davanti alla mente di veglia. (...)

Per la "mente di veglia", vd. nota a II, 5, 188.


vv. 505-07: stabilendo l'impero dell'anima sulla Materia (...) come su un solido

scoglio ... etc.

Cfr. note a I, 2, 155 (secondo paragrafo), al titolo del Canto II del Libro II (secondo paragrafo) e a III, 2, 15 e sgg.


v. 508:Il Signore della Vita (...)

Aswapati. Il suo nome, come osserva A.B. Purani, suggerisce un'affinità col simbolismo vedico. Nei Veda, Aswa, il cavallo, e il simbolo dell'energia di vita o potere vitale. Aswa+pati Signore, significherebbe il "Signore della Vita". Nel poema il Re Aswapati è il simbolo dell'aspirazione dell'anima dell'uomo come manifestata nella vita sulla terra. (Op. cit., p. 3).



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