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E. M. S. Anno II n. 3 Settembre-Dicembre 2010 Ricerche/Articles


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  • References, both in the text and notes, must specify the author’s surname and the date of publication in round brackets, e.g. (Matteucci 1997) or (Matteucci 1997:38). References to authors must be followed by the date of publication). If the publication date of the original version is also quoted, it must be put in square brackets, e.g. (Smith 2006 [1776]).

  • The final bibliography must list all the references which have been included in the text and notes.

    a) Books

    Trampus Antonio (ed.), 2005, Diritti e costituzione. L’opera di Gaetano Filangeri e la sua fortuna europea, Bologna: il Mulino.

    b) Articles in volumes



    Einaudi Mario, 1975, Rousseau, in Luigi Firpo (ed.), Storia delle idee politiche economiche e sociali, IV, L’età moderna, Torino: UTET, pp. 403-446.

    c) Articles in reviews



    Sola Giorgio, 2003, “Classe dominante, classe politica ed élites”, Il Pensiero politico 3, pp. 464-484.


    * An earlier versions of this paper was been presented at the “Workshop on Distributive Justice and Utilitarianism: the Economic Thought of Jeremy Bentham Revisited,” Tokyo Metropolitan University, January 15th-16th, 2004. The present version is a substantively new one. I thank two anonymous referees of this journal for their challenging criticism, which I have tried to consider as much as possible in writing the present final version. Usual disclaimer apply.

    1 A follower of Bentham’s on this subject was the Italian economist Melchiorre Gioia, See in particular Gioia (1818-1819).

    2 In Defence of Usury Bentham (1787: 182) defines hope as ‘the most precious gift of heaven’.

    3 In the French version edited by Dumont, the following nice comment is added to this statement: ‘Elle donne la vie et le mouvement au monde moral; elle remplit les jours et les années, dont les plaisirs n’occupent que des instants fugitifs’ (Bentham 1811: 138).

    4 This term (crainte) appears only in the French version (Bentham 1811: 161): “L’espérance est mêlée à la crainte; il y a émulation”. The English version (Bentham 1825: 226) emphasises the role played by asymmetrical information on the skill and effort of other competitors in bringing individual effort to the utmost possible degree.

    5 This work was probably entitled Essay on Reward. See University College, London, Bentham Papers (hereinafter U.C.) LXXXVII, 147 [U.C. XXVII, 41-43, headed ‘Prefat (Reward)’, contains the introduction to this work]. A second text on reward, originally composed in French, corresponded to the section ‘Récompenses’ of a projected work entitled Projet d’un corps de lois complet à l’usage d’un pays quelconque, and was probably written between 1786 and 1787. See Hume (1981): 89-90.

    6 Bentham applied these principles not only to his works on prison management (Guidi 2004), but also to those on education (Komatsu 2003), poor management (Bahmueller 1981), and other branches of administration (Hume 1981).

    7 The relevant reference is the Speech on presenting to the House of Commons a Plan for the Better Security of the Independence of Parliament and the Oeconomical Reformation of the Civil and Other Establishments, 11 February 1780. See Burke 1996.

    8 For an analysis of the relationships between motives and sanctions see Guidi (2007).

    9 In the case of the clergy, Smith speaks of a ‘compensation’ issuing from ‘the respect paid to the profession’ (Smith 1776: 148).

    10 This statement in the first person singular is part of the ‘Legislator’s inaugural declaration’. See Bentham 1989: 28.

    11 This draft, in its most complete form, is conserved in U.C. CXLIII, 100-109. Preliminary drafts of it are in U.C. 111-118. A transcription of this material has been provided by the Bentham Project, University College, London. I thank Philip Schofield for allowing me to read them. The preliminary draft date from 22, 23 and 24 June 1825. The final draft is dated “1825. June”. As specified in U.C. CXLIII, 100, this version was revised on 4th March 1828, when Bentham was working to Official Aptitude Maximized, Expense Minimized.

    12 U.C. CXLIII, 100: ‘“Catherine’s Scale of Ranks – Pensions of Retreat.” – On the occasion of the lately published Rationale of Reward, as per Advertisement, “let us have your present thoughts” (said my English Editor). The request was natural: promise of compliance, improvident. What will here be found will not pay for the time which, if not expended on it, would have been applied to a more important purpose’.

    13Il secondo volume (Mondadori, 1999), a cura di A. Pontani, si avvale del testo critico di J. L. Van Dieten; salvo diversa indicazione, da questi testi verranno riprese tanto la traduzione dei passi della ,quanto il commento critico (Kazhdan, Epstein 1985:225; Kazhdan 1983:94 [1973]; Ostrogorsky 1968:324-385); sugli estremi cronologici dell’opera di Niceta Coniata si vedano anche Simpson (2006:189-221) e Gallina (1995:279).

    14 L'Historia di Giorgio Acropolite (1217 o 1220-1282) copre il periodo compreso tra la caduta di Costantinopoli del 1204 e la sua riconquista per opera di Michele Paleologo nel 1261.

    15 In generale sui manoscritti giunti in Italia attraverso questo concilio si veda Nelson (1995:221ss.).

    16 «Gli inizi dell'attenzione portata dalla storiografia europea verso il mondo di Bisanzio non possono essere disgiunti da un complesso di fattori culturali, politici, spirituali e religiosi che costituiscono nel loro insieme l'essenza stessa di quelle contrastanti correnti di pensiero dalle quali nacque e si sviluppò l'idea dell'Europa moderna. L'attenzione prestata alla storia politica e religiosa di Bisanzio [...] non si esaurì in se stessa, ma si risolse [...] in una implicita rivalutazione degli aspetti più positivi e più interessanti della civiltà bizantina [...] proprio in un secolo in cui [...] ebbe il suo avvio quel fermento intellettuale che distruggerà la già disgregata unità medievale, dando origine all'emancipazione della società dal feudalesimo, alla formazione di un sistema di stati nazionali incentrati nell'assolutismo monarchico, a delle nuove lotte per la supremazia egemonica e alla creazione di una nuova società europea a carattere aristocratico-borghese» (Pertusi 2004:4); cfr. Kazhdan, Maisano, Pontani (1994:LXVI).

    17 Pertusi specifica inoltre che la composizione dell'opera del De Monacis risale al periodo compreso tra il 1421 e il 1428.

    18 «Callidissimus mortalium, ac saevus, coetera non improbandus, si regnandi libidinem demeres, biennium rebus praefuit omnibus ob infinitam saevitiam invisus» (Egnatius 1519:35).

    19 In realtà esiste nel II Libro un terzo riferimento che potrebbe essere ricondotto alla figura di Andronico I Comneno in quanto tiranno; tuttavia, a differenza delle altre due ricorrenze in cui compare esplicitamente il nome dell'imperatore bizantino, in questa occasione si tratta di un richiamo tanto generale che potrebbe essere posto in relazione anche con altri ( Isnardi Parente, Quaglioni 1964:626).

    20 Sul provvedimento riguardante le navi cfr. nota 17.

    21 Niceta Coniata, , I, 7 (da ora in avanti Chr. Dieg.), Kazhdan (1983:94).

    22 Sul regno di Manuele Comneno si veda Magdalino (1993).

    23 Si vedano Treagold (2005:232), Ravegnani (2004:43), Ducellier (1988:208), Ostrogorsky (1968: 356-61).

    24 Sul ruolo e le funzioni del metropolita si veda Ducellier (1988:464). Su Michele Coniata si vedano Angold (1995:197-212) e Setton (1946:234-36).

    25 Sul ruolo di parentela e famiglia a Bisanzio cfr. Kazhdan, Ronchey (1997:117-121;144-52).

    26 In generale sulla situazione economica dell'impero si vedano Laiou, Morrison (2007) e Laiou (2002).

    27 Kazhdan attribuisce gran peso al volume di Paul Magdalino The Empire of Manuel I Komnenos 1143-1180 edito a Cambridge nel 1993.

    28 Si veda a tal proposito Kazhdan (1983:116).

    29 Tra i maggiori meriti - riconosciutigli peraltro anche da nemici e avversari - vanno annoverati il freno posto alla compravendita delle cariche e alla corruzione in genere e l'eliminazione di soprusi e arbitri nell'esazione dei tributi. Tra gli altri si menziona - e anche Niceta non si esime dal farlo (Chr. Dieg., XI, 3, 3-8) - un efficace provvedimento teso ad eliminare il disdicevole costume, considerato dagli stessi suoi contemporanei ormai divenuto talmente abituale da non poter più essere estirpato, del saccheggio delle navi rimaste vittime di tempeste; su tutto questo cfr. Ostrogorsky (1968:358-359), Ostrogorsky (1971:1-32), Angold (1992:387-388) e Kazhdan, Ronchey (1997:51).

    30 A proposito del titolo di basileús nel mondo bizantino si veda Ducellier (1988:458).

    31 Sulla metafora politica si vedano Rigotti (1992: 11-44); Euchner - Rigotti - Schiera (1993); sulla metafora in generale si veda: Mortara Garavelli (2003: 159-165); sulle immagini, similitudini e metafore nella si veda Kazhdan (1983: 118-119); non prettamente sulla metafora, ma sulla centralità dei simboli e della simbologia del potere a Bisanzio si veda Pertusi (1976: 481-563); in generale si veda anche Alexiou (2002).

    32 Sullo stile dell'opera si veda Kazhdan (1983:120-28). Cfr. anche Maisano (1985:332-33).

    33 Sulla rivalità tra Manuele e Andronico si vedano Ostrogorsky (1968:357), Gallina (1995:312-13), e Kazhdan (1983:102-3).

    34 Chr. Dieg., IV, 1, 3 (la traduzione del passo è mia). Significativamente A. Pontani riporta in traduzione «quello che in seguitò usurpò il trono dei Romani», si veda Kazhdan, Maisano, Pontani (1994:231); Van Dieten segnala inoltre l'utilizzo del sostantivo associato alla figura di Andronico Comneno anche nelle Orationes di Niceta Coniata, cfr. Van Dieten (1977:220).

    35 Cfr. anche Kazhdan (1983:103-04; 112-13).

    36 Al di là del problema dell’età, la debolezza politica della posizione di Alessio è ben nota già al padre Manuele che, negli ultimi anni di vita, tenta con alleanze e matrimoni di creare una sorta di rete in grado di proteggere e preservare il futuro potere del figlio; su questo tema cfr. Angold (1992:383ss); sulla successione a Manuele si veda Kazhdan, Maisano, Pontani (1994:545-46).

    37 Lo stesso Niceta è feroce nel criticare le classi dirigenti del tempo e le paragona ad api solo intente ad ammassare ricchezze, capre desiderose di mangiare «il germoglio del regno», scrofe capaci unicamente di ingrassare (Chr. Dieg., IX, 2, 7); sulla figura del protosebastos a Bisanzio, si vedano Ducellier (1988:467) e Angold (1992:384); in generale sui titoli di corte a Bisanzio si veda Kazhdan, Ronchey (1997:100-02).

    38 «[Andronico] fu appoggiato dai coltivatori della Paflagonia e dalla plebe costantinopolitiana; i funzionari della capitale si schierarono dalla sua parte. Giunse a Costantinopoli come un salvatore» (Kazhdan 1983:103); «A Costantinopoli l'opposizione mancava di un capo. Il ruolo decisivo venne svolto da Andronico Comneno [...]. Tutti i malcontenti lo seguivano» (Ostrogorsky 1968:357); Cfr. anche Ducellier (1988:163), Angold (1992:385).

    39 Sulla questione si veda Pontani, Van Dieten, (1999:556-57).

    40 In particolare Niceta dedica ai positivi provvedimenti politici presi da Andronico un'ampia sezione del libro XI (3, 1-13) cui premette queste parole: «Sebbene fosse iroso e vantasse un carattere violento e duro, fosse inflessibile nel punire e scherzasse con le disgrazie e i mali del prossimo, credesse si rafforzare il suo potere e di consolidare il regno per i suoi figli annientando gli altri [...], tuttavia ebbe parte anche in non poche buone azioni e non si era certo piegato del tutto alla disposizione contraria, rappresentando scene terribili».

    41 «Di là navigammo avanti, sconvolti nel cuore, e dei Ciclopi alla terra, ingiusti e violenti, venimmo», (Odissea IX, vv. 105-107), trad. in Calzecchi Onesti (1963:233); cfr. Saxey (2009:121-44).

    42 Cfr. anche Gaul (2003:651).

    43 Cfr. Gaul (2003:651) e Costanza (2009:9).

    44 Sull'utilizzo delle immagini bibliche nella , si veda Kazhdan (1983:119-20).

    45 L'apparato critico a cura di Pontani e Van Dieten (1999:233; 661) mette in rilievo come l'immagine sia da ricercarsi in Eliano (Nat. anim., VI, 28) e in Ateneo (VII, 316 b-c) sottolineando come nel primo caso venga fatto riferimento alla natura incontinente del polipo, nel secondo al potere afrodisiaco attribuito alle sue carni.

    46Il tema della dissolutezza del tiranno è proprio uno di quegli elementi per i quali Andronico Comeno viene citato da Bodin ne Les Six Livres de la République: «Ma ciò che ha più rovinato i principi è la dissolutezza; per il potere di un principe essa è più pericolosa di quanto non sia la stessa crudeltà [...]. Così avvenne per esempio che Sardanapalo [...], Canade [...], Dionisio il Giovane e Jeronimo di Sicilia, Eliogabalo, Aminta, Childerico, Periandro, Pisistrato, Tarquinio, Aristocrate [...], Timocrate [...], Andronico imperatore di Costantinopoli [...], hanno perduto tutti il potere per la loro dissolutezza, e la maggior parte di essi sono stati uccisi sul fatto», cfr. Isnardi Parente, Quaglioni (1964:357).

    47 Sull' uso di nelle Orationes di Niceta Coniata, si veda Van Dieten (1977:220), in cui si dà anche conto di un'altra connotazione bestiale di Andronico presente in detta opera: l'imperatore è definito  (mostro marino o, più semplicemente, mostro).

    48 Il patriarca rappresenta un forte ostacolo sul cammino verso il trono di Andronico Comneno; su questo cfr. Angold (1995:118-20).

    49 Cfr. Gaul (2003:653).

    50 Cfr. anche Gaul (2003:651-52).

    51 Cfr. Chr. Dieg., X, 3, 15-17: «Andronico, poiché non c'erano precedenti accordi con gli abitanti di Prusa né questi lo avevano accolto di propria volontà, ma la città era stata presa in seguito a una guerra, ne uccise una quantità infinita e fece svanire la sua ira smisurata ripartendola in varie e molteplici forme di torture [...]. Poi tornò nella reggia pieno di gaudio per tali vittorie, lasciando le vigne di Prusa, che crescevano avviticchiandosi agli alberi, gravate dal peso dei cadaveri degli impiccati come fossero alti grappoli, e non permise che nessuno di quelli mandati alla forca fosse consegnato al sepolcro come a un tino; essiccati dal sole, si muovevano al vento come gli spauracchi che i giardinieri appendono nei campi di cocomeri».

    52 «Andronico Lapardas fece una brillante carriera militare, occupando posti di responsabilità in occasione di battaglie importanti [...]. Fu per tutta la vita un fiero avversario di Andronico I Comneno [...] e infine una sua vittima [...]. É nominato tra i partecipanti al sinodo del 1166 nel verbale della seduta [...] con i titoli di vestiarita e cartulario» (Kazhdan, Maisano, Pontani 1994:615).

    53 Cfr. Gaul (2003: 650-51).

    54 Pontani - Van Dieten (1999: 627): «É Eufrosina Castamonitissa, sorella di Teodoro Castamonita [...], moglie di Andronico Duca Comneno Angelo e madre dei futuri imperatori Isacco II e Alessio III».

    55 Niceta fa qui riferimento alle Argonautiche di Apollonio Rodio (II, 178-455); a tal proposito cfr. (Pontani - Van Dieten (1999: 628).

    56 Il riferimento a Davide si riferisce al Salmo 58 (v. 7 e v. 15); l'immagine dell'orsa privata dei figli compare nel Libro di Osea 13, 8 e nel II Libro di Samuele 17, 8; su queste ricorrenze cfr. Pontani, Van Dieten (1999:145).

    57 «Non potendo catturare il nemico lontano, Andronico volge la sua ira contro quelli che gli erano vicino, facendo la stessa cosa che spesso sogliono fare anche i cani, i quali dall'uomo che scaglia il sasso si allontanano e abbaiando lo tengono a distanza, nel sasso scagliato, invece, conficcano i denti» (Chr. Dieg., X, 4, 6).

    58 La condanna a morte verrà solo rimandata ed eseguita pochi giorni dopo; cfr. Pontani, Van Dieten (1999:609); cfr. Angold (1995:118).

    59 «Pungolato come un cavallo da corsa [] dalle gradite parole che ascoltava da lei» (Chr. Dieg., IX, 5, 2).

    60 «Con [...] si indica il «segretario», grado iniziale della carriera del funzionario statale bizantino [...]. Poiché in questi anni Niceta esercitava questo incarico a corte [...] è verisimile che la vittima fosse un suo collega» (Pontani, Van Dieten 1999:649).

    61 Cfr. Gaul (2003:651).

    62 Sul termine  nell'opera di Niceta Coniata, si veda Van Dieten (1997:89); cfr. Gaul (2003:649); cfr. anche Chr. Dieg, IX, 9, 8.

    63 Si tratta di Giovanni Comneno Vatatza «figlio di Teodoro Vatatza, che aveva sposato la sorella di Manuele I, Eudocia [...]. Divenuto gran domestico e duca del tema dei Tracesi, con base a Filadelfia, era in pratica responsabile della difesa di questo settore della frontiera anatolica contro gli assalti dei turchi», cfr. Pontani, Van Dieten (1999:601). Fieramente avverso ad Andronico, contro di lui questi arma un esercito agli ordini di Andronico Laparda (cfr. Chr. Dieg., IX, 11, 1-5); si veda Angold (1992:389).

    64 successivamente (XI, 8, 8) Niceta torna a criticare fortemente la folla della capitale - «stupidissimi e rozzissimi abitanti di Costantinopoli» - che, all'indomani del rovesciamento di Andronico, prenderà ad oltraggiare senza freno e ritegno fino allo scempio del cadavere proprio colui che fino al giorno precedente aveva acclamato come imperatore; nella similare metafora proposta, lo sciame non sarà più, come in questa occasione, composto da api, ma da mosche; su questo di vedano Kazhdan (1983:105) e Angold (1992:386): «Egli usò il popolo di Costantinopoli come un’arma politica. Lo manipolò attraverso dei demagoghi».

    65 Sul ruolo degli aristocratici e sulla concezione della nobiltà nell'opera di Niceta Coniata, si veda Kazhdan, Ronchey (1997:83-87).

    66 Cfr. Kazhdan, Maisano, Pontani (1994:562-63): «É la seconda crociata [...]. Luigi VII mandò ambasciatori all'imperatore Manuele per chiedere il permesso di attraversare i territori bizantini e per ottenere una promessa di assistenza [...] La situazione si complicò dopo l'adesione all'iniziativa del re Corrado III di Germania e soprattutto dopo che Ruggero II di Sicilia [...] tentò di inserirsi anch'egli nel progetto [...]. L'ostilità di Corrado III verso il re di Sicilia ebbe un ruolo decisivo nella scelta di accettare la collaborazione dell'imperatore bizantino. Costui però aveva formulato le sue proposte quando ancora non si sapeva dell'adesione di Corrado, la quale creava problemi nuovi: in primo luogo un notevole accrescimento del numero dei crociati che, sotto la guida di un re non vincolato da alcun giuramento, avrebbero attraversato le terre di Bisanzio, e in secondo luogo una nuova libertà di azione lasciata a Ruggero II, sollevato per un po' di tempo in Europa dalla minaccia del suo avversario Corrado».

    67 La traduzione del passo è mia.

    68 Nel dare una descrizione dello stato in cui versa Andronico in questo momento della sua vita, Niceta paragona tra l'altro il deposto imperatore ad una quercia ormai priva di foglie (Chr. Dieg., XI, 8, 8); sulla fine di Andronico si veda anche Angold (1992: 391-92); l'epilogo della vita di Andronico è ripreso da Bodin nei Les Six Livres de la République: «Qualche volta poi addirittura tutto il popolo, come posseduto da una stessa furia, corre insieme contro il tiranno; così avvenne a Falaride, a Eliogabalo, ad Alcete tiranno degli Epiroti, ad Andronico imperatore di Costantinopoli, che prima di essere ucciso fu spogliato, fatto salire tutto nudo su di un asino ed esposto a oltraggi di ogni sorta» cfr. Isnardi Parente, Quaglioni (1988: 597-98).

    69 Su questo si veda Kazhdan (1983:113).

    70 Lo storico di Bisanzio riprende e utilizza l'immagine biblica del Salmo 72 (vv. 19-20), su questo cfr. Pontani, Van Dieten (1999:307; 688).

    71 Niceta fa comunque seguire un giudizio quanto mai severo e duro per il trattamento riservato al cadavere di Andronico. Anche la scelta di Isacco Angelo di non concedergli sepoltura nella chiesa dei Santi Quaranta Martiri che Andronico stesso «aveva generosamente restaurato» (Chr. Dieg., XI, 8, 14) è oggetto di critica da parte dello storico bizantino: «Infatti, l'assolutamente irreprensibile e giusto Isacco - così lui credeva - non consentì [ciò]» (Chr. Dieg., XI, 8, 14).

    72 «On a beaucoup exagéré la valeur de son enseignement. J’aurais pu lui donner des leçons!"» (Sinoué 1997: 36).

    73 Mohammad Lutfi Gum’ah è autore di varie opere letterarie e di diverse pubblicazioni di storia, filosofia e sociologia. La sua traduzione del Principe è preceduta dalla biografia del Machiavelli (3-20), e da commenti su altri lavori come Ricordi del Machiavelli (30-39) e L’ultima notte (40-50) che è una fantastica descrizione della morte del grande autore fiorentino.

    74 «Le corps débarque le 8 Mars 1801 à Aboukir. Le fils du Gouverneur avait souffert du mal de mer pendant la traversée et les premiers combats le découragent; cette expédition ne lui inspire rien qui vaille et il prend le parti de rentrer au pays. Méhémet Ali, qui avait sans doute vivamente poussé à prendre cette décision, est nomme à ca place. Et très vite, après un fait d’armes contre les Francais, il est promu Colonel, puis Général quelques mois plus tard» (Fargette 1996:25).

    75 «P. Hamont administrateur de l’école vétérinaire du Caire: Il est d’une force morale surprenante. Rien ne l’abat. Il est toujours au-dessus des événements, quelque malheureux que soient ces événements, il est stoïcien. Un mal intense n’enlève pas sa gaieté ordinaire […]» (Sinoué 1997:27).

    76 Mohammad Ali: «Je sais que parmi cinquante individus qui viennent m’offrir leurs services, quarante-neuf peuvent être comparés seulement à des pierres fausses. Sans les essayer, toutefois, je ne puis découvrir le seul diamant véritable qui peut se trouver parmi eux. Je commence par les acheter tous et, lorsque je découvre la pierre authentique, elle me dédommage cent fois de la perte que j’ai éprouvée par les autres» (Fargette 1996:163).

    77 Un giorno disse a suo figlio Ibrahim: «Prends garde! Ne place jamais les soldats égyptiens en première ligne; ils sont les premiers à se rendre. Ne les place pas non plus au dernier rang ; ils seront les premiers à battre en retraite: enferme-les entre nos officiers turcs!» (Sinoué 1997:168).

    78 «En mars 1811 à l’occasion de l’investiture de son fils Tousson comme commandant de l’armée égyptienne, le pacha invite les Mameluks à participer aux somptueuses fêtes qui se déroulent dans la citadelle du Caire. A l’issue de la cérémonie, alors qu’ils redescendent le long les rues étroites il sont fusillés a bout portant par des soldats embusqués. Cinq cents mameluks ont été assassinés. Dont Méhémet Ali envoie les têtes au sultan à titre de compte-rendu» (Fargette 1996:42).

    79 «Il pratique volontiers avant la lettre un principe de management moderne selon lequel l’insécurité est facteur de progrès: aussi, ses subordonnés sont-ils toujours attentifs exécuter scrupuleusement ses ordres, conscients du risque qu’ils encourent de perdre leur place, mais sans doute pas leur vie.» (Fargette 1996:26)

    80 «Mais je n’aime pas cette partie de ma vie! En quoi le monde profiterait- il du récit de cet interminable contexte du luttes, des misères, des ruses, de sang répandu auxquels je fus contraint inévitablement par les circonstances? Mon histoire ne commence qu’avec la période où libre de toute contrainte j’ai pu arracher cette terre au sommeil des ages»
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