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Valutazione complessiva del grado di conservazione della struttura: ben conservata (II)
9340 – FORESTE DI QUERCUS ILEX E QUERCUS ROTUNDIFOLIA

DIFFUSIONE

L’habitat è stato identificato su circa 73 ettari, che corrispondono al 9% della superficie territoriale del sito. Considerando esclusivamente la superficie a terra, la percentuale di diffusione è pari al 10%.



RAPPRESENTATIVITÀ

Il manuale italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE (Biondi et al., 2009), fornisce la seguente descrizione dell’habitat:



Boschi dei Piani Termo-, Meso-, Supra- e Submeso-Mediterraneo (ed occasionalmente Subsupramediterraneo e Mesotemperato) a dominanza di leccio (Quercus ilex), da calcicoli a silicicoli, da rupicoli o psammofili a mesofili, generalmente pluristratificati, con ampia distribuzione nella penisola italiana sia nei territori costieri e subcostieri che nelle aree interne appenniniche e prealpine; sono inclusi anche gli aspetti di macchia alta, se suscettibili di recupero.
I boschi presenti nel Sito e afferenti a questo habitat sono inquadrabili nel sottotipo 45.31:

Leccete termofile prevalenti nei Piani bioclimatici Termo- e Meso- Mediterraneo (occasionalmente anche nel Piano Submediterraneo), da calcicole a silicicole, da rupicole a mesofile, dell’Italia costiera e subcostiera.


Come specificato nel manuale, queste cenosi forestali sono generalmente dominate in modo netto dal leccio. Tra le specie arboree e arbustive rilevate all’interno dei boschi afferenti a questo gruppo e considerate indicatrici dell’habitat in esame si segnalano Fraxinus ornus, Quercus pubescens, Q. dalechampii, Q. virgiliana, Arbutus unedo, Ostrya carpinifolia, Laurus nobilis, Rhamnus alaternus, Phillyrea spp., Pistacia terebinthus, Viburnum tinus, Erica spp…).

L’unica specie considerabile alloctona è il Pinus halepensis, che è presente su circa 1/3 dei boschi con percentuali di diffusione sempre inferiori al 10%.

In considerazione delle caratteristiche ambientali e del grado di antropizzazione dell’area, si ritiene che le formazioni rilevate esprimano una rappresentatività eccellente dell’habitat nelle zone tirreniche costiere e retrocostiere.
SUPERFICIE RELATIVA

Per la stima della superficie relativa è stato utilizzato il database pubblicato nel sito web dell’European Environment Agency e aggiornato a dicembre 2009 (indirizzo internet http://www.eea.europa.eu/data-and-maps/data/natura-2000).

Per tutti i siti Natura 2000 italiani sono state calcolate le superfici indicative di diffusione degli habitat presenti nel sito. Il calcolo della superficie è stato effettuato correlando la superficie di ciascun sito con la percentuale di copertura dichiarata per ciascun habitat.

Le stime di superficie sono state quindi sommate per ciascun habitat per ottenere una stima della sua diffusione a scala nazionale.



Nei siti della Rete Natura 2000 italiani, l’habitat 9340 è segnalato su circa 274'100 ettari e pertanto si considera la superficie presente nel sito in esame inferiore al 2% (C).
GRADO DI CONSERVAZIONE

Indicatore

Livello

accettabile

Livello

ottimale

Livello attuale

Valutazione
sintetica


estensione

>10% del SIC

>20% del SIC

73 ha (10%)

SUFFICIENTE

2

frammentazione

sup. media > 5 ha

sup. media > 10 ha

12 ha

BUONA

3

aree interne

>50% della superficie boscata

>60% della superficie boscata

60%

BUONA

3

biodiversità cenosi forestali

Presenza limitata di specie alloctone

Assenza specie alloctone

Presenza limitata di specie alloctone

SUFFICIENTE

2

distribuzione tra forme di governo

Alto fusto o ev. nat. >20%

Alto fusto o ev. nat. >50%

alto fusto o ev. nat. 40% circa

SUFFICIENTE

2

struttura verticale e tessitura

strutture monoplane a tessitura omogenea

tessitura non omogenea sul almeno il 10% della superficie

strutture articolate su circa il 60% della sup.

MOLTO BUONA

4

distribuzione classi dimensionali

almeno 3 piante grandi per ettaro

3-5 piante grandi per ettaro

presenti su circa il 30% della sup.

INSUFFICIENTE

1

grado di copertura

>70%

>80%

> 80% sul 60% della superficie

BUONA

3

presenza rinnovazione

diffusa su almeno il 20% della sup.

diffusa su almeno il 50% della sup.

rinnovazione sporadica

INSUFFICIENTE

1

diffusione e composizione strato arbustivo

>30% su almeno il 20% della sup.

>50% su almeno il 20% della sup.

>50% sul 60% della sup., con diverse specie caratterizzanti

BUONA

3

alterazioni stato vegetativo

<5% delle piante

assente

assenti su circa l’80% della sup.;

limitati danni da incendio, fitopatogeni e selvatici sul 20% della sup.; danni da salsedine in alcune zone costiere



SUFFICIENTE

2

presenza di dissesti

<5%

assente

diffusi fenomeni di dissesto su quasi tutta la sup.

INSUFFICIENTE

1

necromassa

>2 piante morte/ha

5-6 piante morte/ha

circa 1 pianta morta/ha; buoni livelli di necromassa su circa il 30% della sup.

SUFFICIENTE

2

gradiente decomposizione lettiera

cop. >70% con spessore > 2cm

cop. >80% con spessore > 2cm

cop. > 80% con spessore > 2cm sull’85% della sup.

BUONA

3

presenza microhabitat

presenza di almeno un microhabitat

presenza di più microhabitat

presenza di più microhabitat sull’80% della sup.

SUFFICIENTE

2

dendromassa presente

G/ha > 20 mq/ha

G/ha > 40 mq/ha

29 mq/ha

SUFFICIENTE

2

Valutazione complessiva del grado di conservazione della struttura: ben conservata (II)
5210 – MATORRAL ARBORESCENTI DI JUNIPERUS SPP. (GINEPRO FENICIO)

DIFFUSIONE

L’habitat, nel sottotipo indicato, è stato identificato su circa 0,5 ettari, che corrispondono a meno dell’1% della superficie territoriale del sito. Considerando esclusivamente la superficie a terra, la percentuale di diffusione rimane comunque al di sotto dell’1%.


RAPPRESENTATIVITÀ

Il manuale italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE (Biondi et al., 2009), fornisce la seguente descrizione dell’habitat:



Macchie di sclerofille sempreverdi mediterranee e submediterranee organizzate attorno a ginepri arborescenti. Sono costituite da specie arbustive che danno luogo a formazioni per lo più impenetrabili.

Tali formazioni possono essere interpretate sia come stadi dinamici delle formazioni forestali (matorral secondario), sia come tappe mature in equilibrio con le condizioni edafiche particolarmente limitanti che non consentono l’evoluzione verso le formazioni forestali (matorral primario). L’habitat è tipico dei substrati calcarei e si ritrova prevalentemente in aree ripide e rocciose del piano termomediterraneo.
I ginepreti a ginepro fenicio sono inquadrabili nel sottotipo 32.132:

Di questa specie sono note due sottospecie: J. Phoenicea ssp. phoenicea, dei settori occidentali dell’areale della specie, generalmente situata sulle parti più elevate delle montagne mediterranee e maccaronesiche, e J. phoenicea ssp. turbinata delle aree costiere del Mediterraneo occidentale e centrale.

La diversa distribuzione ecologica e corologica dei due ginepri, determina differenze sostanziali nella composizione floristica delle comunità a cui partecipano, nonostante corrispondano entrambe allo stesso sottotipo di habitat.
Come specificato nel manuale, queste cenosi sono in genere accompagnate da specie tipiche della macchia mediterranea quali Pistacia lentiscus, Rhamnus alaternus, Phillyrea latifolia, Myrtus communis, Olea europaea var. sylvestris, Euphorbia dendroides, specie presenti nelle cenosi indagate.

L’elevata percentuale di diffusione del ginepro fenicio all’interno delle cenosi indagate (pari a circa il 70%) e le caratteristiche ambientali dell’area fanno ritenere che le formazioni rilevate esprimano una rappresentatività eccellente dell’habitat nelle zone tirreniche costiere.


SUPERFICIE RELATIVA

Per la stima della superficie relativa è stato utilizzato il database pubblicato nel sito web dell’European Environment Agency e aggiornato a dicembre 2009 (indirizzo internet http://www.eea.europa.eu/data-and-maps/data/natura-2000).

Per tutti i siti Natura 2000 italiani sono state calcolate le superfici indicative di diffusione degli habitat presenti nel sito. Il calcolo della superficie è stato effettuato correlando la superficie di ciascun sito con la percentuale di copertura dichiarata per ciascun habitat.

Le stime di superficie sono state quindi sommate per ciascun habitat per ottenere una stima della sua diffusione a scala nazionale.



Nei siti della Rete Natura 2000 italiani, l’habitat 5210 è segnalato su circa 78'000 ettari ma non è ovviamente indicata la diffusione del sottotipo a ginepro fenicio nelle zone costiere. Considerata l’estrema localizzazione dell’habitat, si ritiene che la superficie presente nel sito in esame sia nettamente inferiore al 2% rispetto alla sua diffusione a livello nazionale (C).
GRADO DI CONSERVAZIONE

Indicatore

Livello

accettabile

Livello

ottimale

Livello attuale

Valutazione
sintetica


estensione

>1 ha

> 2 ha

0,5 ha

MOLTO INSUFFICIENTE

0

frammentazione

sup. media >0,5 ha

sup. media >1 ha

0,5 ha

SUFFICIENTE

2

aree interne

indicatore non utilizzabile per valutare l’habitat in questione

biodiversità cenosi forestali

indicatore non utilizzabile per valutare l’habitat in questione

distribuzione tra forme di governo

indicatore non utilizzabile per valutare l’habitat in questione

struttura verticale e tessitura

indicatore non utilizzabile per valutare l’habitat in questione

distribuzione classi dimensionali

indicatore non utilizzabile per valutare l’habitat in questione

grado di copertura

cop. arbustiva >30%

cop. arbustiva >50%

cop. arbustiva 80% ca.

BUONA

3

presenza rinnovazione

indicatore non utilizzabile per valutare l’habitat in questione

diffusione e composizione strato arbustivo

Juniperus phoenicea >40%

Juniperus phoenicea >60%

Juniperus phoenicea 70% ca.

BUONA

3

alterazioni stato vegetativo

inferiori al 20%

assenti

Limitati danni da salsedine alle piante arboree

BUONA

3

presenza di dissesti

<5%

assente

assenti

BUONA

3

necromassa

indicatore non utilizzabile per valutare l’habitat in questione

gradiente decomposizione lettiera

indicatore non utilizzabile per valutare l’habitat in questione

presenza microhabitat

indicatore non utilizzabile per valutare l’habitat in questione

dendromassa presente

indicatore non utilizzabile per valutare l’habitat in questione

Tendenza evolutiva: lenta evoluzione verso formazioni arboree.

Valutazione complessiva del grado di conservazione della struttura: ben conservata (II)


2.5.6. INDICATORI AGRO-ZOOTECNICI

All’interno dei sic indagati è presente un allevamento misto (bovino e ovi-caprino) di tipo estensivo a duplice attitudine (carne e latte).

Nella tabella seguente sono indicati il numero di aziende zootecniche presenti nel Comune di Maratea e nei Comuni limitrofi (Rivello e Trecchina), nonché il numero di capi registrati all’anagrafe zootecnica. I dati contenuti nella tabella sono stati forniti dall’ex-ASL di Lagonegro, nel mese di Luglio 2012.


COMUNE

aziende bovini

capi

bovini

aziende equini

capi

equini

aziende ovicaprini

capi ovicaprini

MARATEA

42

865

41

131

92

747

RIVELLO

58

1376

22

37

113

1804

TRECCHINA

31

616

21

32

110

1362

TOTALE

131

2857

84

200

315

3913

Il maggiore numero di aziende e di capi si trova in Comune di Rivello, dove sono presenti 58 aziende di bovini e 113 di ovicaprini. I dati forniti confermano l’elevata importanza che assume l’allevamento animale con circa 6'980 capi presenti. Gli allevamenti sono prevalentemente di tipo semi-brado, con pascolo libero (senza turnazione) e con transumanza di tipo altitudinale.

Per quanto riguarda i bovini, la razza più diffusa è senz’altro la podolica: razza tipica del meridione, utilizzata prevalentemente per la produzioni di carne, caratterizzata da un’elevata frugalità.
Ai fini di valutare l’impatto degli allevamenti sugli ambienti presenti all’interno del sito si è stimato il valore di Unità Bovine Adulte (UBA), unità di misura frequentemente utilizzata in alpicoltura e in zootecnia che fa riferimento alle esigenze nutritive dei bovini.

Nella tabella seguente si riportano i valori di riferimento utilizzati per trasformare i numeri di capi giovani o di altre specie d’interesse zootecnico in UBA.




Specie/categoria

UBA/capo

Vacche da latte

1

Vacche a duplice attitudine

1

Bovino sopra i due anni

1

Bovino da 6 mesi a 2 anni

0,6

Pecora

0,15

Capra

0,15

Equino sopra 1 anno

1

Equino fino a 1 anno

0,6

Il valore complessivo di Unità Bovine Adulte nei tre comuni interessati dal presente piano è stato quindi stimato pari a circa 3'407, ipotizzando un 20% di vitelli e un 10% di puledri.


Sulla base dei dati elaborati a partire dall’analisi dei sistemi di terre della Basilicata (Regione Basilicata, 2009), si riporta di seguito una stima dell’estensione dei pascoli e delle terre boscate all’interno dei tre Comuni.

Superfici a Pascolo:



  • Maratea 2’739 ettari;

  • Rivello 751 ettari;

  • Trecchina 740 ettari;

  • Totale pascoli 4’230 ettari.

Superfici boscate:

  • Maratea 2’612 ettari;

  • Rivello 4’586 ettari;

  • Trecchina 1’874 ettari;

  • Totale pascoli 9’073 ettari.

Sono state considerate anche le superfici boscate in quanto si è notato, durante l’effettuazione dei sopralluoghi e dei rilievi, che il pascolo domestico all’interno delle foreste è ampiamente diffuso nel territorio dei SIC, fornendo un importante apporto alimentare nell’allevamento di questi animali.


Il valore foraggero delle superfici pascolate è stato stimato considerando un valore medio dei pascoli pari a 1'100 unità foraggere (UF) a ettaro per le superfici a pascolo e di 250 UF/ha per le zone boscate.

Il valore foraggero medio dei pascoli è stato stimato considerando i pascoli presenti nella zona come “pascoli di III fascia”, ovvero pascoli di bassa produttività così come definiti dal Ministero dell’Agricoltura. Sulla base delle considerazioni sopra riportate, si ottiene un valore complessivo di Unità foraggere annue disponibili pari a circa 7'300'000 UF/anno, facendo riferimento all’intero territorio dei Comuni di Rivello, Trecchina e Maratea.


Considerando un fabbisogno annuo di 2'500 UF/UBA/anno (valore più comunemente riportato in letteratura per razze frugali e poco esigenti come la podolica) si può ipotizzare che il territorio possa sostenere un carico annuo pari a circa 2'900 UBA.

Sulla base dei dati disponibili e delle elaborazioni effettuate emerge quindi un leggero sovraccarico (3407 UBA rispetto a un carico sostenibile stimato di 2900 UBA), probabilmente compensato attraverso integrazioni alimentari.


Va comunque rilevato che i sopralluoghi effettuati nei SIC costieri in esame non hanno evidenziato sintomi eclatanti di pascolamento eccessivo: sentieramenti, danni da calpestio, brucature, fenomeni di eutrofizzazione dei pascoli, denudamento del suolo, selezione delle specie vegetali in relazione al grado di appetibilità…

Complessivamente, sono stati rilevati danni da pascolo su circa il 14% della superficie forestale indagata, di elevata entità su circa il 10%.


Per quanto riguarda gli aspetti agricoli, il territorio in esame è caratterizzato da un’agricoltura poco intensiva, con resti visibili di coltivazioni su piccoli terrazzamenti delimitati da muretti a secco dove un tempo crescevano carrubi, fichi, ulivi, viti ed attualmente si diffondono le specie tipiche della macchia mediterranea. Diffuso è l’abbandono di aree agricole e la presenza di aree incolte tenute a riposo o situazioni di prati stabili poliennali utilizzati per pascolo del bestiame ovi-caprino e bovino.

In un territorio così costituito, una corretta gestione delle formazioni pastorali e delle restanti risorse del comparto agro-silvo-pastorale risulta fondamentale al fine di evitare l’innescarsi di una serie di fenomeni degradativi che comprometterebbero gli ecosistemi rurali e pascolivi.

Questi ultimi sistemi, in particolare risultano estremamente delicati nel territoirio in quesitone, essendo rappresentati da formazioni di origine secondaria, fortemente sensibili, che si formano in seguito ad azioni antropozoogeniche e che, se non vengono gestite correttamente, rischiano di venire definitivamente compromesse, perdendo superficie a causa dell’invasione, prima degli arbusti e in seguito delle specie forestali, che si stabiliscono nell’area, nel tentativo di riappropriarsi del loro territorio.

Le componenti produttive sopra descritte non vanno pertanto interdette ma gestite e regolamentate in modo da garantire il mantenimento dell’efficienza ecologica dei sistemi interessati.


Sulla base delle considerazioni sopra riportate si ritiene quindi particolarmente necessaria una valutazione del carico di bestiame all’interno dei SIC, prevedendo una riduzione del numero di capi al pascolo o quanto meno una loro più razionale distribuzione in termini spaziali e temporali: applicazione di turnazioni e/o rotazioni, determinazione più accurata dei periodi di pascolamento, individuazione più dettagliata del numero di capi per ciascuna zona.
Anche le attività agricole, in particolar modo in corrispondenza di corridoi ecologici ed ambienti di peculiare valore ecologico, dovrebbero essere regolamentate, permettendo esclusivamente interventi agricoli caratterizzati da un basso livello di input esterni da immettere negli agro-sistemi.

In particolare al riguardo delle relitte coltivazioni terrazzate di frutti antichi (carrubi, fichi, viti, ulivi), occorre specificare che tali colture rappresentano elementi importanti per l’agrobiodiversità di un territorio, nonché i suoi strumenti di identità.

La ricerca di varietà, razze, forme di vita e genotipi, costituisce un aspetto prioritario della modalità di gestione del paesaggio agrario, che, pertanto, deve essere anch’esso correttamente gestito al fine di salvarne la biodiversità.

In tutto il territorio italiano, caratterizzato da sempre da un’elevata biodiversità, si sta assistendo alla inesorabile scomparsa di varietà e di razze, con la conseguente rinuncia ai sapori autentici e alla cultura di un territorio. Occorre, pertanto, prevedere tra le azioni di gestione delle aree in oggetto la salvaguardia del patrimonio genetico, economico, sociale e culturale che caratterizza le coltivazioni di essenze antiche, caratterizzate da uno straordinario valore biologico e culturale.

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