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In principio dio creò IL cielo e la terra leggere IL Libro della Genesi


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SEGNO


Un volto di uomo e un volto di donna (ritagliati da una rivista) e attaccati vicini su un cartoncino.

PER I RAGAZZI



Obiettivo: il gruppo è sollecitato a comprendere il senso di questo brano con un’esperienza attiva

Svolgimento dell’incontro


  • Con la creta o con il pongo i ragazzi sono invitati a modellare due figure umane e alcuni animali

  • La catechista legge poi Gen 2,4b-25 e spiega ai ragazzi l’uso del verbo “plasmare” e l’espressione “dare il nome”



PER I PREADOLESCENTI



Obiettivo: il gruppo è sollecitato a riflettere sulla creazione dell’uomo e della donna

Svolgimento dell’incontro


  • Viene invitata all’incontro una coppia di giovani sposi o fidanzati, che raccontano come si sono conosciuti, come sono cambiati, cosa hanno capito della loro identità nel rapporto con l’altro/a

  • Viene letto Gen 2,4b-25

  • Si pone a confronto l’esperienza con le diverse affermazioni del testo biblico



CELEBRAZIONE “celebrare il mistero dell’amore”





  • Un canto (ad es. Vieni dal Libano)

  • Letture: Ct 8,6-7; Gv 15,12-17

  • Canto finale: La legge dell’amore


PER UN INCONTRO CON I GENITORI

Introduzione di un catechista

Intervento di uno psicopedagogista su “educare i ragazzi alla maschilità/femminilità oggi”

Lettura e breve commento di Gen 2,4b-25




ATTIVITA’ PER I RAGAZZI E I LORO GENITORI





  • Consegnare ai ragazzi durante l’incontro di catechesi un foglio di cartoncino con un foro in cima, in modo che possa essere inserito sul collo di una bottiglia. Sul cartoncino si trovano sue scritte

Nome …………

Caratteristica principale ……



  • I ragazzi prepareranno un cartoncino per ogni componente della famiglia e inviteranno tutti a compilarlo e scrivere la caratteristica principale che ogni componente pensa di avere. I cartoncini vengono poi posti sulle bottiglie in tavolo. A questo punto ogni componente aggiunge le caratteristiche che vede in ognuno degli altri membri della famiglia e le scrive sul cartoncino sotto il nome e la prima caratteristica di “autodefinizione” già scritta.

  • I ragazzi riportano il loro cartoncino personale all’incontro seguente e raccontano agli altri come è andata l’esperienza familiare.


ATTIVITA’ PER I PREADOLESCENTI E I LORO GENITORI


  • I genitori scrivono su un foglio i loro tabù e paure relativi al rapporto con l’altro sesso; aggiungono poi i valori che percepiscono

  • I preadolescenti scrivono i loro tabù e paure relativi al rapporto con l’altro sesso; aggiungono poi i valori che percepiscono

  • I genitori scrivono un decalogo su quale comportamento vorrebbero dai figli

  • I preadolescenti scrivono un decalogo sul comportamento che si attendono dai genitori

  • Si confrontano i decaloghi

Questa attività non si svolge a casa, famiglia per famiglia, ma durante un incontro che vede coinvolti tutti i genitori e tutti i ragazzi. In questo modo le affermazioni rimangono anonime e i ragazzi (ma anche i genitori) parlano più liberamente.


La concezione dell’uomo secondo l’Antico Testamento


La maggior parte di noi pensa, un po’ semplicisticamente, che l’uomosia descritto nella Bibbia come una somma di anima e corpo. La visione dell’uomo nell’Antico Testamento (ma per molti aspetti anche nel Nuovo) è invece molto diversa; l’uomo non è una somma di parti, ma è un essere unitario, che, negli scritti ebraici dell’Antico Testamento, ci viene descritto attraverso una serie di vocaboli chiave, che indicano altrettante dimensioni dell’uomo stesso.

1. Il primo vocabolo è, in ebraico nefesh, che la vecchia traduzione latina traduceva indebitamente con “anima”, come ancora fa in molti passi l’attuale traduzione CEI. Il termine nefesh indica di per sé la gola (Sal 68,2: le acque mi giungono alla gola), come organo del respiro e del nutrimento. In senso metaforico, perciò, nefesh indica, come avviene proprio in Gen 2,7, l’uomo come “essere vivente”, inteso in particolare come essere che mosso da emozioni e desideri (v. il celebre Sal 42,2: la mia nefesh - ovvero il mio animo, il mio io - desidera te). Nefesh, si può tradurre quasi sempre semplicemente con “essere”, “vita”, “animo”.

2. Il secondo vocabolo che serve a descrivere l’uomo è basar, “carne”, che indica l’uomo nel suo aspetto di debolezza e creaturalità; nel Sal 56,5, “che cosa può farmi un uomo?” è in realtà, in ebraico, “che cosa può farmi un basar”, cioè un essere fatto di carne. “Carne” indica poi la corporeità dell’uomo e in tal senso anche la sua relazione con l’altro; “carne della mia carne”, in Gen 2,23, indica la relazionalità che si stabilisce tra uomo e donna attraverso il corpo: “saranno una carne sola”, come si esprime Gen 2,24. Da qui ricaviamo che l’uomo non ha un corpo, ma è un corpo.

3. Il terzo vocabolo è il termine ebraico leb, che indica il “cuore”; nella prospettiva biblica il cuore non è, come per noi, simbolo del sentimento, quanto piuttosto è simbolo della ragione e della volontà; qualcosa di non lontano dalla nostra idea di “coscienza”; così Gen 6,5 può parlare dei “progetti malvagi” concepiti dal cuore degli uomini. Con “cuore” si intende pertanto descrivere l’uomo nella sua dimensione razionale e volitiva; per parlare del sentimento, l’Antico Testamento usa un termine per noi strano, le “viscere” (rahamîm), dall’ebraico rehem (“utero”), il luogo dell’amore materno.

4 Un quarto vocabolo, fondamentale per comprendere la descrizione biblica dell’uomo, è l’ebraico ruah, che di per sé, come in Gen 3,8, indica il “vento”. Riferito a Dio (Gen 1,2!) il termine indica la “forza attiva” di Dio, il suo spirito che, nel Nuovo Testamento, ci verrà rivelato come lo Spirito Santo. In riferimento all’uomo, lo “spirito” è il “respiro” che l’uomo riceve da Dio (cf. Gen 2,7 e Sal 104,29-30) e che permette all’uomo di vivere e di entrare in relazione con Dio. Con questo termine, pertanto, l’Antico Testamento intende descrivere la relazione vitale che c’è tra l’uomo e Dio (v. il tema contenuto in Gen 1,26, l’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio).

In conclusione, la visione dell’uomo riflessa nelle prime pagine della Genesi è, lo ripetiamo, sostanzialmente unitaria; l’uomo è dunque persona, un essere vivente a più dimensioni: è emozione e sensibilità (nefesh), sentimento (rahamîm), ragione e volontà (leb), corpo e relazionalità (basar), spirito e trascendenza (ruah) e quindi è un essere in relazione con Dio.
SCHEDA 4
Gen 3: LIBERTA’, RESPONSABILITA’, PECCATO


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