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Distribuzione: La specie è distribuita dal Mediterraneo e dall’Africa nord-occidentale fino alla Cina e al Giappone attraverso l’Asia minore, il Caucaso, il Tibet e l’Indocina, mediamente a latitudini minori rispetto al codirossone. In Italia è più comune nelle zone mediterranee e nelle isole piccole e grandi dove è spesso agevole osservarla sulle coste rocciose (in questi ambienti si stima la presenza di 2-6 maschi per km di costa mentre in zona alpina la distribuzione è normalmente frammentaria). Sedentaria sulla maggior parte del suo areale, tende a divenire migratrice parziale ai suoi limiti settentrionali.
Habitat: facilmente reperibile su pareti a picco sul mare, colline rocciose abbastanza asciutte dell’entroterra, fortificazioni, castelli, torri e rovine

Alimentazione: insetti, ragni ed altri invertebrati, che caccia alla posta, ovvero stando posato in un punto elevato per poi buttarsi in picchiata all'inseguimento. Completano la sua alimentazione numerose bacche selvatiche.  

Consistenza delle popolazioni: La popolazione europea di questa specie è stata stimata in 120.000-260.000 coppie concentrate per la metà in Turchia e per un altro terzo in soli tre paesi chiave del Mediterraneo: Spagna, Italia e Grecia. La popolazione italiana, ritenuta peraltro vulnerabile, è quindi di grande importanza, mentre molto piccola appare quella lombarda, valutabile in meno di 250 coppie nidificanti che, almeno in parte (il 10% circa), si fermano anche a svernare nella zona prealpina insubrica dove possono trovare anche nella stagione fredda le risorse alimentari di cui hanno bisogno per sopravvivere. Nel ventennio 1970-1990 la consistenza della specie è rimasta pressappoco costante sulla maggior parte dell’areale europeo salvo le zone costiere di Spagna, Italia e Malta dove si è avuta una diminuzione legata alla costruzione di nuovi insediamenti costieri e anche alla ristrutturazione di torri e chiese antiche.
Minacce: La specie viene limitata soprattutto da eventi climatici e dalle attività edilizie. Una misura abbastanza semplice a suo favore potrebbe consistere nell‘applicazione dell‘ingegneria naturalistica nelle ristrutturazioni degli antichi edifici in cui essa pone tuttora i suoi nidi.
Livello di minaccia nei SIC: medio
Conservazione e Protezione: SPEC 3, Berna allegato II, Bonn allegato II.

2.3.16.

Nome scientifico: MOTACILLIDAE - Motacilla alba, Linnaeus, 1758

Nome volgare: Ballerina bianca


Biologia: Uccello di piccole dimensioni appartenente all'ordine dei Passeriformi. Lunghezza 18-20 cm, apertura alare 26-32 cm. È un uccello dalle forme slanciate con il becco sottile e appuntito. Le parti superiori sono grigie e nere, quelle inferiori bianche; una mascherina bianca attraversa la fronte e gli occhi, creando un forte contrasto con il nero di vertice, gola e petto. Becco e zampe sono nere, le ali sono nerastre con una doppia barra bianca, la lunga coda è nera e bordata di bianco. Nella femmina il disegno facciale è meno accentuato ed entrambi i sessi hanno una colorazione più sfumata in inverno, mentre nei giovani il piumaggio ha sempre una colorazione più tenue con le parti superiori prevalentemente grigie ed una chiazza scura a forma di mezzaluna sul petto. Costruisce un voluminoso nido a coppa con erbe, muschio e piume entro una cavità delle rocce o degli alberi, o nei buchi dei fabbricati; tende a riadattare e rioccupare lo stesso nido anno dopo anno. È una specie tendenzialmente gregaria, in particolare in inverno quando si riunisce in grossi stormi. Frequenta generalmente spazi aperti con vegetazione erbacea, spesso in prossimità di corsi d’acqua, ma la si rinviene anche in ambienti antropizzati quali centri abitati e bordi di strade. È piuttosto attiva e mobile, ha un volo tipicamente ondulato mentre al suolo cammina muovendo continuamente la coda su e giù.
Distribuzione: L’areale comprende gran parte dell’Eurasia dal Portogallo e dall’Islanda fino al Giappone e allo Stretto di Bering. In molti paesi, come l’Italia, la distribuzione è discontinua ma ampi vuoti di areale sono rari. La lacuna maggiore si ha proprio in Sardegna, che è la più grande isola priva di ballerine bianche. fenologia è variabile: le popolazioni nordiche e orientali sono prevalentemente migratrici e svernano nelle regioni atlantiche e nel bacino del

Mediterraneo; le nostre popolazioni sembrano invece prevalentemente sedentarie o migratrici di corto raggio. La Lombardia è però interessata dallo svernamento di contingenti provenienti dall’Europa centro-settentrionale e orientale e da un notevole flusso migratorio in settembre-novembre e febbraio aprile.




Habitat: associata agli ambienti acquatici di qualsiasi tipo, quali fiumi, laghi e prati umidi. Essa mostra però una grande capacità di adattarsi ad ambienti anche molto diversi e non necessariamente legati all’acqua. Frequenta in periodo riproduttivo anche campi coltivati, prati, pascoli, risaie, zone umide, parchi, giardini, rive di fiumi, torrenti, rogge, canali e persino zone urbane ed industriali.
Alimentazione: Il cibo è rappresentato da piccoli insetti e altri invertebrati che cattura al suolo con estrema rapidità.
Consistenza delle popolazioni: la popolazione è ritenuta stabile, ma con andamenti diversi in differenti situazioni: negli ambienti agricoli la tendenza sembra essere alla diminuzione, mentre in altri ambienti ci sono incrementi ed espansioni territoriali locali. La popolazione italiana è valutata in 150.000-300.000 coppie nidificanti ed è molto piccola rispetto a quella dei paesi dell’Europa centro-orientale e della Scandinavia. Complessivamente si ritiene che nidifichino nel nostro continente da 13 a 26 milioni di coppie, che fanno di questa specie una delle più abbondanti tra gli uccelli. Nonostante ci siano stati declini nell’ultimo decennio del secolo scorso nei paesi scandinavi, la popolazione è stimata stabile nella maggior parte dei paesi europei.
Minacce: Data la diffusione, l’abbondanza e la sostanziale stabilità delle popolazioni, non si ritiene siano necessari interventi per la conservazione della ballerina bianca. Sarebbe però auspicabile la prosecuzione del monitoraggio della popolazione regionale per valutare un eventuale proseguimento della tendenza negativa registrata negli ultimi sei anni.
Livello di minaccia nei SIC: medio
Conservazione e Protezione: EURING: 09920 SPEC Category 3, Status Declining, Criteria Moderate decline, BERNA allegato II.

2.3.17.

Nome scientifico: MUSCICAPIDAE - Muscicapa striata Pallas, 1764

Nome volgare: Pigliamosche
Biologia: Migratore transsahariano, Nidifica su vasti territori planiziali, collinari e nelle vallate alpine alle quote più basse.
Distribuzione: In Italia ha una distribuzione ampia e continua nelle regioni settentrionali e centrali e più frammentata in quelle meridionali, mentre in Europa è ampiamente distribuito in maniera pressoché ubiquitaria.
Habitat: molto vario; si può trovare in ambienti di foreste cedue non troppo chiuse, in giardini alberati, frutteti e vigneti. Elementi necessari sono la presenza di spazi aperti e punti sopraelevati. Di preferenza occupa zone di recente apertura in foreste mature, dove può trovare cavità per nidificare, ma è anche noto per la sua adattabilità e resistenza al disturbo umano potendo nidificare in zone suburbane. Preferisce le fasce altitudinali inferiori agli 800 m.
Alimentazione: lombrichi, insetti.
Consistenza delle popolazioni: In Italia la popolazione nidificante è stimata in 100.000-300.000 coppie con una tendenza stabile. La popolazione europea presenta un andamento molto fluttuante che rende molto difficile fare considerazioni attendibili sulla reale tendenza. Negli anni ’60 sembra aver subito una riduzione stimata del 25% della popolazione continentale. Negli anni ’70-’90 subì un moderato declino. Nonostante un lieve declino in alcuni paesi anche nel periodo ’90- ’00 la specie rimase stabile o in crescita nella maggior parte dell’Europa. Sebbene sia oggi in aumento in diverse regioni del continente non sembra tuttavia essersi ripresa dalle precedenti crisi. Le conoscenze attuali non consentono di identificare un pericolo specifico per la specie, ma sembra che il declino sia legato a fattori locali; ciò detto si ipotizza che la perdita di alberi maturi, la degradazione dell’habitat e l’aumento di estati fredde possano aver causato il declino.
Minacce: Vista la grande incertezza sulle cause del declino, sarebbe opportuno condurre studi più approfonditi per constatarne le cause, anche se sicuramente la specie si avvantaggerebbe di una migliore protezione degli ambienti di foresta e degli alberi maturi.
Livello di minaccia nei SIC: medio/alto. Tutela nei sic degli alberi maturi, anche senescenti.
Conservazione e Protezione: Convenzione Berna allegato II, Bonn allegato II, Spec 3.
2.3.18.

Nome scientifico: ORIOLIDAE - Oriolus oriolus, Linnaeus, 1758

Nome volgare: Rigogolo

Biologia: È un uccello elusivo, difficilmente individuabile nel fitto degli alberi nonostante la colorazione, particolarmente accesa nel maschio, che si presenta col dorso superiore, il capo e il ventre giallo brillante, ali e coda nere, bordo della coda giallo e becco color carne. Una stria nera unisce il becco all'occhio, formando una sorta di sottile occhiale. La femmina è giallo-verdastra con collo e ventre biancastri e macchiettati di nero, becco rosato, assenza del nero vicino al becco e intorno agli occhi. I giovani di entrambi i sessi somigliano alle femmine, ma sono più verdastri. Il rigogolo ha un volo rapido, con lunghe ondulazioni, rapide impennate verso le cime degli alberi, profondi battiti d'ala. È d'abitudini spiccatamente arboree, raramente abbandona le fasce boschive, per avventurarsi nelle zone aperte. Appende il nido ad alte biforcazioni dei rami, meglio se vicino all'acqua.


Distribuzione: Migratore transsahariano visita l’Europa nel periodo estivo. Nella nostra Regione è abbastanza comune con distribuzione continua e uniforme nella fascia planiziale. Ha invece una distribuzione frammentaria sui rilievi prealpini ed è assente nelle zone superiori al limite altimetrico sopra citato. In Italia è ampiamente distribuito nel centro-nord, è localizzato al sud e in Sicilia ed assente dalla Sardegna. In Europa è largamente diffuso, con limite settentrionale rappresentato dalla Danimarca. La distribuzione europea è correlata con quella di Quercus spp.
Habitat: Il rigogolo frequenta habitat forestali anche aperti o con radure, con preferenza per boschi misti mesofili, meglio se adiacenti ai corsi d’acqua.

Durante il periodo produttivo frequenta boschi ripariali, pioppeti maturi e boschi a latifoglie del settore collinare. L’altezza degli alberi è fondamentale, poiché i nidi vengono costruiti sulle fronde ad altezze superiori a 15-20 m. La quota preferita da questa specie non supera generalmente i 400 m, con nidificazioni occasionali fino a 600 m. Le aree più idonee comprendono la pianura fino all’inizio della regione collinare e prealpina con valori molto più alti nelle vicinanze dei corsi d’acqua.


Alimentazione: insetti, artropodi in genere, frutti, ecc…
Consistenza delle popolazioni: La popolazione europea ammonta a 3,4-7,1 milioni coppie. Tale popolazione è rimasta stabile tra ’70 e il ’90; ha poi subito cali numerici a livello locale, ma a scala continentale essa è rimasta stabile o addirittura in crescita. Le minacce per la specie sono legate principalmente alla distruzione degli habitat di nidificazione. Si è infatti dimostrata una sensibilità al taglio dei pioppeti che servono alla specie per nidificare.
Minacce: Data la tendenza stabile della popolazione non è necessario mettere in atto particolari misure di conservazione anche se la specie potrà certamente beneficiare del mantenimento di alcune pioppete mature della protezione dei boschi golenali, che dovrebbero venire gestiti in maniera da consentire la crescita di alberi alti atti alla nidificazione.
Livello di minaccia nei SIC: medio
Conservazione e Protezione: Berna allegato II
2.3.19.

Nome scientifico: PARIDAE Parus caeruleus- Linnaeus, 1758

Nome volgare: Cinciarella

Biologia: Uccellino molto comune nei nostri boschi e giardini. È facilmente riconoscibile per il color blu cobalto del vertice del capo con un anello bianco, tonde guance bianche e ventre giallo. Una striscia nera attraversa gli occhi e la nuca e molto scuro è anche il bavaglino che confluisce nel blu della parte posteriore del collo. Le ali e la coda sono blu e con barra alare bianca. I giovani hanno guance e ventre giallastri e sono di colorazione complessivamente marrone-verdastro. Nidifica nei buchi degli alberi e dei muri, così come nelle grondaie, ma occupa facilmente anche le casette-nido che possiamo posizionare nei nostri giardini. Nidifica nelle cavità e nelle fenditure della roccia, nei buchi negli alberi e nei muri, nelle grondaie e volentieri accetta i nidi artificiali. La femmina depone un numero di uova variabile da 7 a 13, tutte di colore bianco con macchie castane, e le cova, senza l'aiuto del maschio per circa 15 giorni. I pulcini vengono allevati da entrambi i genitori e restano nel nido per un periodo che va dai 15 ai 23 giorni. 

Distribuzione: E' diffusa in tutta l'Europa, nella Turchia e nell'Iran e nell'Africa nord-occidentale. In Italia è diffusa ovunque, sia stazionaria di passo che invernale. Al momento la sua presenza nella nostra nazione è in diminuzione.

Habitat: Abita nei boschi misti di bassa collina o pianeggianti, nei frutteti, nei giardini e nei parchi. E' rara nelle foreste di conifere e abbonda invece in tutti i boschi a fogli caduche.

Alimentazione: In primavera ed estate la cinciarella si nutre di insetti, molluschi ed aracnidi, mentre in autunno ed inverno predilige frutta e semi di graminacee.
Consistenza delle popolazioni: La popolazione europea di cinciarella è stimata in 20-44 milioni di coppie, mentre quella italiana in 0,5-1 milione di coppie. A scala italiana ed europea la specie è considerata stabile, mentre in Lombardia la popolazione risulta in aumento significativo con un incremento medio del 6,9% annuo tra il 1992 e il 2007 e con alcune significative oscillazioni interannuali. Attualmente la popolazione nidificante è stimata in quasi 50.000 coppie, con un picco massimo di 60.000 coppie nel 2006 e con un paio di minimi con meno di 20.000 coppie nel 1992 e nel 1995. Negli ultimi 10 anni comunque la popolazione sembrerebbe avere oscillato prevalentemente tra circa 25.000 e 50.000 coppie.
Minacce: Gestione e conservazione. Vista l’elevata disponibilità di ambienti idonei alla presenza della specie, la moderata selettività ambientale e la tendenza demografica positiva, non si evincono motivazioni per l’adozione di specifici piani di conservazione.
Livello di minaccia nei SIC: basso
Conservazione e Protezione: Berna allegato II
2.3.20.

Nome scientifico: PARIDAE- Parus major- Linnaeus, 1758

Nome volgare: Cinciallegra
Biologia: È la cincia più grande e più comune. Ha il dorso di colore grigio-blu e bruno-verdastro, con coda molto lunga. Il corpo del maschio è più allungato di quello della femmina ed ha una stria nera, centrale, più ampia e vistosa. Nei giovani il vertice del capo è bruno e le guance sono sui toni del giallo. Nidifica nei buchi degli alberi e dei muri, così come nelle grondaie. Poco selettiva nei confronti delle tipologie ambientali, risulta abbondante fino a circa 1500 m, divenendo più rara a quote superiori.
Distribuzione: Specie a distribuzione eurasiatica, in Europa la cinciallegra è presente quasi ovunque, dalla Lapponia allo Stretto di Gibilterra, con esclusione solo dell’Islanda e delle isole artiche. In Italia la specie è sedentaria, migratrice parziale e svernante.

Habitat: Frequenta i boschi misti, le siepi ed i giardini.

Alimentazione: In primavera ed estate si nutre di insetti, molluschi ed aracnidi, in autunno e in inverno di frutta e graminacee.
Consistenza delle popolazioni: È uno degli uccelli più abbondanti, con una popolazione continentale stimata in 46-91 milioni di coppie e una italiana di 1-2 milioni. A scala nazionale e continentale, la popolazione è ritenuta stabile.
Minacce: Vista l’elevata disponibilità di ambienti idonei alla presenza della specie, la moderata selettività ambientale e la tendenza demografica positiva, non si evincono motivazioni per l’adozione di specifici piani di conservazione.
Livello di minaccia nei SIC: basso

Conservazione e Protezione: Berna allegato II
2.3.21.

Nome scientifico: PASSERIDAE- Passer montanus- Linnaeus, 1758.

Nome volgare: Passero mattugio
Biologia: Simile, come struttura generale e colorazione, al P. d. italiae, se ne differenzia per le minori dimensioni (circa 14 cm), per la zona nera sulla gola e sull'alto petto che è meno estesa e soprattutto per una netta macchia nella regione auricolare a forma di mezzaluna più o meno regolare. Pressochè inesistente il dimorfismo sessuale, che si evidenzia per una colorazione lievemente più pallida e per la macchia nera più piccola. Uccello comunissimo ed ampiamente diffuso in tutta la penisola e le isole. Specie sedentaria, il passero mattugio compie limitati movimenti durante il periodo autunno-invernale, prevalentemente legati alla dispersione dei giovani.
Distribuzione: Specie ampiamente distribuita in Eurasia fino all’Indocina (e introdotta in Australia e USA) è presente in tutta Europa fino a 62-64°N. Nel nostro paese il passero mattugio è sedentario e nidificante in tutta la penisola e sulle isole.
Habitat: coltivi, boschetti e parchi. In Italia frequenta soprattutto le aree agricole.
Alimentazione: Si alimenta con semi di graminacee e di piante erbacee; durante il periodo ripro­duttivo e soprattutto nella fase di alimentazione è insettivoro.
Consistenza delle popolazioni: La consistenza delle popolazioni nidificanti continentali è stata stimata in 26-48 milioni di coppie, mentre quelle italiane in 0,5-1 milione di coppie.
Minacce: intensificazione agricola, tipologie costruttive che non permettono la nidificazione.
Livello di minaccia nei SIC: basso
Conservazione e Protezione: Berna allegato III, Spec 3.
2.3.22.

Nome scientifico: MUSCICAPIDAE - Phoenicurus ochruros - Gmelin, 1774

Nome volgare: Codirosso spazzacamino
Biologia: specie sedentaria, compie al massimo brevi spostamenti altitudinali.
Distribuzione: L’areale comprende il Paleartico, dall’Africa nord-occidentale e dalle isole britanniche fino alle montagne dell’Asia centrale, in un intervallo latitudinale generalmente compreso tra 25°N e 58°N. In Italia è diffuso sulle Alpi e sugli Appennini, fino alla Sicilia, mentre è molto localizzata.
Habitat: Gli habitat di nidificazione primari sono caratterizzati da aree a vegetazione sparsa o rada, anche periglaciali, con molte rocce esposte, ghiaioni o dirupi. Si adatta ad una grande varietà di ambienti, diversi nelle varie aree geografiche del suo areale, ma solitamente asciutti, soleggiati e non troppo chiusi.
Alimentazione: insettivoro

Consistenza delle popolazioni: la popolazione complessiva italiana dovrebbe essere compresa tra 200.000 e 400.000 coppie.
Minacce: non necessita, allo stato attuale, di interventi specifici per la sua gestione e conservazione.
Livello di minaccia nei SIC: basso
Conservazione e Protezione: Berna allegato II, Bonn allegato II.

2.3.23.

Nome scientifico: IRUNDINIDAE Ptyonoprogne rupestris - Scopoli, 1769

Nome volgare: Rondine montana
Biologia: Specie migratrice regolare, svernante parziale, nidificante. Uccello di piccole dimensioni, Lunghezza 14-17 cm, apertura alare 30-35 cm. Maschi e femmine sono indistinguibili in natura. Le parti superiori sono completamente marroni, capo e ali compresi. La gola è punteggiata di marron e sfuma sul bianco sporco del petto che scurisce progressivamente verso l'addome e ulteriormente verso il sottocoda che è marron barrato di marron più chiaro. Le ali inferiormente sono marron chiaro nella maggior parte e marron scuro nella zona attorno le ascelle. Le zampe sono arancio con sfumature marron e il becco è marron scuro - nero.  Quando la coda è aperta a ventaglio sono evidenti sia inferiormente che superiormente delle macchie ovali bianche. I giovani sono del tutto simili agli adulti.
Distribuzione: La specie ha una distribuzione eurasiatica e nord-africana e, nel nostro continente, è limitata all’area mediterranea e alle zone prospicienti. A differenza delle altre specie della sua famiglia è un uccello essenzialmente residente che tuttavia effettua brevi movimenti postriproduttivi andando a trascorrere l’inverno a quote minori di quelle di nidificazione, spesso sulle rive di grandi laghi. Le popolazioni più settentrionali sono migratrici e un piccolo numero di individui va a svernare anche a sud del Sahara.
Habitat: uccello di ambienti rocciosi e montani generalmente alquanto aridi dove nidifica in piccole colonie che possono annoverare fino a venti coppie. Occupa superfici verticali dotate di piccole sporgenze, rocce a picco sul mare e gole di fiumi dotate di analoghi ambienti rocciosi e anche muri di vecchi edifici negli abitati di montagna. La maggior parte dei siti di nidificazione è situata tra i 500 e i 1700 m di quota, con estremi che si estendono fino a un massimo di 2400 m.
Alimentazione: insettivoro
Consistenza delle popolazioni: La popolazione europea di questa specie è limitata a 120.000-370.000 coppie delle quali 20.000-100.000 presenti in Spagna e solo meno di 10.000 in Italia che tuttavia è il quinto paese europeo nell’ordine delle presenze, dopo Spagna, Portogallo, Russia e Grecia.
Minacce: rischio delle ristrutturazioni urbane per le colonie sinantropiche. La specie, in natura, non necessita di interventi particolari. È stato notato che le colonie più accessibili potrebbero essere soggette ad atti vandalici e che anche quelle meno accessibili potrebbero subire disturbo da parte delle attività ricreative di tipo alpinistico.
Livello di minaccia nei SIC: medio
Conservazione e Protezione: Convenzione di Berna allegato II.


2.3.24.
Nome scientifico: TURDIDAE - Saxicola torquata- Linnaeus, 1766

Nome volgare: Saltimpalo
Biologia: Uccello di piccole dimensioni, Lunghezza 12-13,5 cm, apertura alare 20-22 cm. Il maschio ha la testa nera con un semi collare bianco che contrasta nettamente con il colore del capo. L'alto petto è rosso arancio e sfuma gradatamente verso il bianco della parte bassa dell'addome. Zampe e becco marrone nerastro. La femmina è simile al maschio ma tutta più sbiadita soprattutto sulla testa che è marrone con un accenno d sopracciglio bianco sporco (poco visibile). Entrambi gli adulti hanno le ali superiormente marrone screziato con una macchia bianca ben visibile quando sono posati. I giovani hanno un piumaggio quasi completamente marrone screziato su tutte le parti superiori e grigio chiaro/bianco sporco inferiormente.
Distribuzione: Il saltimpalo è presente in gran parte di Europa, Asia, Africa settentrionale e orientale. In Italia è ampiamente diffuso in tutte le regioni, come sedentario, nidificante, migratore regolare (movimenti tra febbraio e aprile e tra settembre e novembre) e svernante.
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