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Distribuzione: Il lucherino si trova in tutta Europa eccetto nei paesi dell'estremo nord. Lo troviamo anche in parte dell'Asia (Cina). Nella stagione fredda migra in nord Africa, ed nel Sud dell'Europa. Nidifica in modo frammentario nelle aree alpine e,meno diffusamente, prealpine. L’ambiente preferito è costituito da boschi di abete rosso, puri o misti a larice, purché aperti e con radure. Scarsamente frequentate le pinete a pino silvestre, le cembrete ed i lariceti fitti.

Le quote di nidificazione vanno dai 1000 ai 1900 m. con presenze maggiori tra i 1200-1300 m. ed i 1600-1700 m. In inverno oltre alle zone montane frequenta boschi e boschetti in regioni collinari e pianeggianti e le zone umide ricche di alneti.



Habitat: Predilige boschi di conifere, soprattutto ricchi di larici ed abeti rossi.

Alimentazione: Uccello granivoro, si nutre di semi, specialmente semi oleosi.

Consistenza delle popolazioni: In Italia è migratore regolare, svernante e nidificante sedentario parziale.

Minacce: è importante la conservazione di boschi di conifere aperti con radure.

Livello di minaccia nei SIC: medio
Conservazione e Protezione: EURING: 16540, SPEC Category 4, ItRDL vulnerabile (vulnerable), BERNA allegato II

2.3.8.

Nome scientifico: CERTHIIDAE - Certhia brachydactyla

Nome volgare: Rampichino

Biologia: Il rampichino (Certhia brachydactyla) è lungo circa 13 cm ed è caratterizzato da un piumaggio superiormente di colore bruno scuro con macchie e strie biancastre, mentre inferiormente è di colore bianco con fianchi bruni. E' un uccello estremamente mimetico, tanto che se sta fermo non si riesce a distinguerlo contro il fondo di una corteccia. Nidifica due volte all'anno, tra marzo e aprile e a giugno, e costruisce il nido nei buchi e nelle spaccature dei tronchi, tra l'edera o dietro grossi pezzi di corteccia. La femmina depone da 7 a 9 uova, bianche e punteggiate di rosso, che vengono covate da entrambi i coniugi.

Distribuzione: E' diffuso in tutta l'Europa, nell'Africa nord-occidentale e nell'Asia Minore. In Italia è presente in ogni regione, specialmente sui monti dove però non sale quasi mai al di sopra dei milletrecento metri, ed è stazionario e di passo. E' assente in Sardegna.

Habitat: E' un uccello tipicamente sedentario che ama frequentare i giardini ed i boschetti, dove si arrampica su tronchi e rami, ed è molto legato all'ambiente delle latifoglie, specie lungo i corsi d'acqua, anche se talvolta lo si trova nei boschi di conifere. A volte si trattiene anche sui terreni coltivati.

Alimentazione: La sua alimentazione è essenzialmente insettivora. Arrampicandosi sui tronchi e sui rami, scova, con il becco arcuato e fine, larve, ragni e uova sotto la corteccia, nei muschi e nei licheni.

Consistenza delle popolazioni: La popolazione italiana della specie è stimata invece in 30.000-100.000 coppie e,sebbene non ci siano dati certi sul suo andamento,si può ritenere che essa segua la stabilità della popolazione europea. Largamente presente in Europa con una popolazione nidificante molto numerosa, 5,7-11 milioni coppie nidificanti, la specie è ritenuta stabile, con l’eccezione di alcune variazioni negative locali negli anni ’70-’80 e alcuni aumenti tra il 1990 e il 2000.
Minacce: Viste le indicazioni numeriche, la specie è considerata stabile e numerosa e perciò non necessità di interventi di conservazione, sebbene possa giovare della tutela dei boschi mediante una migliore pianificazione dello sfruttamento boschivo: considerata, infatti, la sensibilità del rampichino alla struttura forestale,sarebbe comunque auspicabile una maggiore tutela dei boschi maturi, attraverso regolamentazione delle attività di taglio che tenga conto delle esigenze di questa e di molte altre specie.
Livello di minaccia nei SIC: medio
Conservazione e Protezione: Berna Allegato II
2.3.9.

Nome scientifico: CORVIDAE - Corvus corax, Linnaeus, 1758

Nome volgare: Corvo imperiale
Biologia: E' il più grande passeriforme e corvo europeo. È un uccello molto robusto, completamente nero lucente con iridescenze violette; è dotato di un becco molto massiccio e inoltre presenta delle penne ispide sul collo. I due sessi sono simili, mentre il corvo giovane si può distinguere per la mancanza delle iridescenze viola e per il suo colore più opaco e tendente al marrone. Si può distinguere dagli altri corvidi per il suo collo sporgente per la sua coda lunga a cuneo. Si può trovare in tutta Europa salvo le zone centrali. La femmina depone le uova da 4-6 di colore azzurrino-verdino con macchiette marroni, da febbraio a maggio, in cavità o ripiani rocciosi, più raramente su alberi. Cova per 20-21 giorni circa.
Distribuzione: Ampiamente diffuso su tutto il continente europeo, il corvo imperiale è assente soltanto da alcune vaste aree agricole o urbanizzate di Inghilterra, Francia, Belgio, Olanda,Lussemburgo, Germania e Italia centrosettentrionale.È considerata specie pressoché sedentaria, anche se è noto che può effettuare movimenti locali stagionali che tuttavia non sembrano molto rilevanti visto che la sua distribuzione invernale appare pressoché identica a quella della stagione riproduttiva. Comunque è noto che gli immaturi si associano in gruppetti che tendono al nomadismo dispersivo finché non formano una coppia stanziandosi in un luogo al

quale rimarranno poi fedeli.


Habitat: è diffuso in Europa in un’ampia varietà di habitat, da quelli rupestri fino a quelli forestali e anche urbani. Le popolazioni italiane e mediterranee di questa specie nidificano sulle rocce a picco sia sul mare sia nell’entroterra. Pareti rocciose di montagna o a livello del mare con zone aperte, pascoli e prati nei dintorni.
Alimentazione: Si ciba di rifiuti, carogne, piccoli uccelli o mammiferi debilitati, placente de erbivori, uova, pesci morti, roditori, insetti, lumache, grani e semi.
Consistenza delle popolazioni: La popolazione europea di questa specie si attesta intorno a 450.000-970.000 coppie, la metà delle quali localizzate nella sola Russia. A partire dagli anni ’50, dopo circa un secolo di progressivo declino che pareva inesorabile, è iniziato quasi ovunque un processo di recupero con un aumento che è tuttora in atto e che riguarda tutte le grandi popolazioni europee legate ai boschi di conifere, di latifoglie.
Minacce: La conservazione di questa specie è legata a fattori ambientali che non sempre sono facili da comprendere. Certamente utile è la disponibilità di cibo – la specie viene osservata in notevoli aggregazioni sulle discariche oppure laddove vi siano animali morti – ma per una specie di questa taglia gioca probabilmente un ruolo importante anche la protezione attiva operata dalle aree protette.
Livello di minaccia nei SIC: medio
Conservazione e Protezione: CODICE EURING: 10010 BERNA allegato II
2.3.10.

Nome scientifico: HIRUNDINIDAE - Delichon urbica (Linnaeus, 1758)
Nome volgare: Balestruccio

Biologia: Uccello di piccole dimensioni appartenente all'ordine dei Passeriformi, Lunghezza 13-14,4 cm, apertura alare 28-30 cm. Ha una livrea bianca e nera con il bianco esteso a tutte le parti inferiori e al groppone; le parti superiori possono presentare riflessi metallici blu. Non c'è differenza evidente di piumaggio tra maschi e femmine. I giovani hanno colorazioni più tenui e opache. Costruisce un nido di fango, tipicamente sotto le sporgenze dei tetti di edifici;  è completamente chiuso e ha solo un foro di entrata. È una specie gregaria appartenente alla famiglia delle rondini, arriva in Italia sul finire di marzo per poi ritornare nei quartieri di svernamento verso la metà di settembre. È  piuttosto confidente con l'uomo. Si osserva soprattutto in volo, più raramente posato sui fili della luce. Occasionalmente molti individui (ne sono stati osservati fino ad una sessantina) si possono aggregare sui posatoi prima della partenza verso le aree di svernamento.

Distribuzione: Il balestruccio nidifica in quasi tutto il Paleartico, dalle isole britanniche al Giappone. In Italia è presente quasi ovunque, con esclusione solo delle aree alpine più elevate e di gran parte del tavoliere delle Puglie. Migratore trans-sahariano, sverna nell’Africa sub-sahariana e australe. Le migrazioni avvengono tra febbraio e maggio e tra settembre e ottobre.
Habitat: I siti di nidificazione primari sono le cavità delle scogliere e dei dirupi, ma oggi il balestruccio utilizza quasi ovunque gli edifici di città, paesi e villaggi agricoli. Sfrutta cornicioni e grondaie degli edifici, adattandosi perfettamente alle zone molto antropizzate ed anche alle grandi città. Nelle aree rurali e montane è meno abbondante ma in grado, in ogni caso, di nidificare in edifici anche isolati. È più frequente in pianura, collina e bassa montagna fino a 1000 m di quota, ma può arrivare anche a 2000 m.

Alimentazione: Si alimenta di insetti che cattura in volo; i territori di caccia sono generalmente collocati a quote più elevate di quelli della rondine.

Consistenza delle popolazioni: In Italia si stima nidifichino da 0,5 a 1 milione di coppie,con tendenza al decremento, tendenza confermata anche in molti altri paesi europei, compresi quelli con le popolazioni maggiori (Turchia, Francia e Germania). La popolazione europea è ora stimata in 10-24 milioni di coppie nidificanti.
Minacce: Anche se il balestruccio sembra attualmente stabile in Italia, è necessario considerare sia che la sua popolazione è probabilmente ridotta rispetto a quella che nidificava prima degli anni ’70 sia che a scala continentale la diminuzione è tuttora in atto. Per questo motivo sarebbe auspicabile considerare il balestruccio come una specie di interesse conservazionistico. Le cause del declino potrebbero essere le stesse degli altri insettivori aerei migratori, quindi l’uso eccessivo di pesticidi, la ristrutturazione degli edifici che riduce i siti idonei alla nidificazione e le modificazioni ambientali nei siti di svernamento. È quindi necessario monitorare la popolazione ed investigare ulteriormente sulle cause del declino per poi poter adottare gli opportuni interventi per la sua conservazione.
Livello di minaccia nei SIC: medio
Conservazione e Protezione: Berna Allegato II
2.3.11.

Nome scientifico: EMBERIZIDAE - Emberiza cirlus - Linnaeus, 1766
Nome volgare: Zigolo nero

Biologia: Il maschio appare molto disegnato sul capo: vertice grigio, sopracciglio giallo, gola e striscia oculare nere, guance gialle. Petto castano, ventre giallastro.  Dorso bruno, macchiato di nero.  La femmina è meno vistosa: piumaggio bruno con macchie scure, giallo-verde sulla gola e sul ventre.  Vive lungo le siepi e gli alberi che costeggiano i coltivi. Sverna nelle campagne in gruppi. Nidifica in basso nelle siepi ed alberi.

Distribuzione: È una specie monotipica distribuita nel Paleartico sud-occidentale, ad eccezione di una popolazione introdotta in Nuova Zelanda. In Europa è avvenuta una contrazione di areale nelle regioni nord-occidentali (estinto in Belgio), ma contemporaneamente un’espansione verso nord dai territori sud-orientali: si è diffusa in Germania, Austria, Ungheria, Bulgaria e Romania. L’areale si estende infine a sud in tutto il Mediterraneo, compresa l’Africa settentrionale. Nelle regioni centro-settentrionali è migratore a corto raggio, mentre nel resto dell’areale è sedentario e svernante. In Italia è diffuso, a quote intermedie (fino a 1500 m), sulle isole e nelle regioni centromeridionali (eccetto il Salento). Al nord la distribuzione, piuttosto frammentata, è confinata agli ambienti collinari e pedemontani xerotermici.
Habitat: Lo zigolo nero nidifica in aree pianeggianti e collinari, nelle valli e nelle gole colonizzate da vegetazione termofila. Il nido viene costruito generalmente in arbusti spinosi fitti o tra la vegetazione arborea a uno stadio di evoluzione intermedio, caratterizzanti situazioni ecotonali in prossimità di prati, pascoli e incolti, abbondanti di

invertebrati, cacciati per i nidiacei. In alternativa,utilizza anche colture arboree (vigneti, frutteti e oliveti) siepi e filari in aree agricole a carattere estensivo ed esposte a sud.


Alimentazione: insettivoro
Consistenza delle popolazioni: La popolazione europea è piuttosto ampia, stimata in 2- 5,2 milioni di coppie, ed è stabile o in leggero aumento in tutto l’areale. L’Italia ospita una porzione consistente di quella europea, pari a 300.000- 800.000 coppie nidificanti, che conferma l’andamento generale della specie.
Minacce: La specie è minacciata dal progressivo abbandono delle pratiche agricole tradizionali e delle aree agricole estensive. Sono necessari inoltre interventi di gestione dell’uso di prodotti fitosanitari che possono alterare l’abbondanza delle specie di insetti predate.
Livello di minaccia nei SIC: medio
Conservazione e Protezione: EURING: 18580, SPEC Category 4, BERNA allegato II
2.3.12.

Nome scientifico: FRINGILLIDAE - Fringilla coelebs Linnaeus, 1758

Nome volgare: Fringuello

Biologia: appartiene all’ordine Passeriformes, famiglia Fringillidae, uccelli di taglia ridotta ma dai colori particolarmente vivaci, è grande all’incirca come un passero, presenta una lunghezza corporea di 14-16 cm. Caratteristiche della specie, presenti in entrambi i sessi, sono delle barre bianche presenti sulle spalle e sull’ala (molto evidenti quando l’uccello è in volo) e le timoniere esterne anch’esse bianche. I sessi hanno piumaggio diverso. Il maschio ha i colori più vivaci: il petto è rosso scuro, il capo e la nuca blu lavagna, la fronte nera e il groppone verdastro. La femmina ha invece il dorso grigio-olivastro, la testa chiara e il petto giallastro. Il volo è ondulante e simile a quello degli altri Fringillidi. Territoriale in periodo riproduttivo, in inverno è gregario, formando gruppi di dimensione variabile, frammisti ad altre specie della stessa famiglia (soprattutto peppole, verdoni e lucherini); i sessi spesso volano separatamente. Nonostante il canto sia ben riconoscibile, le diverse sub-popolazioni presentano varianti “dialettali”.

Distribuzione: nidifica in tutta l’Europa, fino alle latitudini maggiori. L’areale di svernamento coincide quasi in modo esatto con quello di nidificazione. Migratore parziale, viene inanellato in grandi numeri; in tal modo è stata accertata una rotta autunnale da nord-est a sud-ovest, quando le popolazioni settentrionali vanno ad aumentare i contingenti stanziali già presenti in Europa meridionale e occidentale. In Italia il picco della migrazione autunnale si ha nel mese di ottobre, mentre quello primaverile tra febbraio e aprile. E’ sedentario e nidificante, è uno degli uccelli più diffusi e numerosi sul suolo nazionale; nidifica su tutto il territorio, dal livello del mare ai 2000 m di quota, con maggiori valori di densità nelle regioni settentrionali.

Habitat: costruisce un nido a coppa intrecciando muschi, piume, fili d’erba, e ricoprendolo poi di licheni; lo colloca sulle biforcazioni dei rami ad altezze mediamente alte. Si tratta di una specie prevalentemente forestale, presente sia nei boschi di latifoglie, sia in quelli di conifere, puri o misti, a patto che non siano eccessivamente fitti; Le densità maggiori si osservano comunque nei complessi di conifere aperti e assolati. Non disdegna neppure giardini e parchi urbani per la nidificazione; nella stagione fredda lo si incontra anche nelle zone agricole di pianura, in attività di alimentazione, dopo aver compiuto movimenti pendolari di diversi chilometri dai dormitori situati al margine o dentro ai boschi.

Alimentazione: si ciba prevalentemente di semi o altri cibi di origine vegetale, soprattutto durante la stagione fredda; in periodo riproduttivo, invece, una buona percentuale della dieta è costituita da invertebrati.

Consistenza delle popolazioni: ben diffuso e comune, 83-240 milioni di coppie nidificano in Europa, le popolazioni sono stabili o localmente in aumento. In Italia si riproducono circa 1-2 milioni di coppie.

Minacce: presenta uno status di conservazione favorevole, ma l’areale globale appare concentrato nel solo continente europeo. Non sembra sottoposto ad alcuna minaccia.

Livello di minaccia nei SIC: basso
Conservazione e Protezione: SPEC Category 4

2.3.13.

Nome scientifico: IRUNDINIDI - Hirundo rustica Linnaeus, 1758

Nome volgare: Rondine

Biologia: piccolo uccello migratore presente in Europa, Asia, Africa e nelle Americhe con diverse sottospecie. Le rondini comuni sono lunghe fino a 19 cm circa e presentano un piumaggio blu cobalto nelle parti superiori con fronte e gola castane ed il resto del corpo biancastro. Hanno una coda lunga e biforcuta, ali curve e aguzze e un piccolo becco diritto grigio-nerastro. Raramente si posa a terra e caccia insetti durante il volo. Vola a grande velocità e si nutre in volo di mosche, zanzare, libellule e di altri insetti volanti. I nidi, alla cui costruzione contribuiscono entrambi i sessi, sono fatti di fango con la parte interna rivestita di erba, piume ed altri materiali morbidi. In genere vengono realizzati sotto i tetti di case e costruzioni rurali (fienili e stalle). La femmina depone da 2 a 6 uova anche due volte all’anno. Le uova si schiudono dopo 16 giorni circa. I piccoli vengono nutriti da entrambi i genitori.

Distribuzione: In Italia arriva tra marzo e maggio, mentre riparte tra settembre e la prima metà di ottobre per raggiungere i quartieri di svernamento subsahariani. Solo occasionalmente può svernare nelle zone mediterranee.
Habitat: Il suo habitat naturale sono le campagne, i coltivi, ma anche le zone urbane. L’habitat è caratterizzato da una dominanza di seminativi o di aree agricole estensive, ancorché sia tollerata una discreta presenza di superficie urbana, dalla pianura fino a circa 1000 m, anche se, localmente, può arrivare a 1800 m, dove trova adeguate condizioni ambientali e il clima non è troppo freddo e umido.
Alimentazione: insettivoro.
Consistenza delle popolazioni: La popolazione europea è stimata in 16-36 milioni di coppie, mentre quella italiana in 0,5-1 milione di coppie. A scala europea la rondine si trova attualmente in lieve diminuzione, ma negli ultimi decenni del secolo scorso ha subito un declino più marcato, soprattutto in Germania, che è il terzo paese europeo per numero di coppie nidificanti. Si ritiene che la riduzione delle popolazioni sia imputabile alla minore disponibilità di siti di nidificazione offerti dalle stalle moderne rispetto a quelle tradizionali, ma anche all’impiego di insetticidi che la privano della sua fonte di cibo e la intossicano. La rondine, inoltre, potrebbe risentire dei cambiamenti climatici, anche nelle aree di svernamento africane.
Minacce: Negli ultimi decenni, sia in Italia che in Europa si è avuto un declino costante nel numero di rondini, dovuto soprattutto all'uso massiccio di pesticidi in agricoltura che ha ridotto drasticamente il numero di insetti e alla contrazione del loro habitat naturale e dei luoghi di nidificazione. La tendenza demografica negativa a lungo termine rende auspicabile l’avvio di uno specifico programma di monitoraggio, finalizzato a definire misure di gestione e ripristino del territorio nelle aree di riproduzione. Tra le misure da adottare appare sicuramente auspicabile l’avvio di progetti di educazione e sensibilizzazione per limitare la persecuzione diretta della specie nei siti di nidificazione, ma anche l’adozione di misure che incentivino la tutela dei siti stessi e nello stesso tempo favoriscano l’adozione di pratiche agricole a basso impatto (es. limitato uso di insetticidi).
Livello di minaccia nei SIC: medio
Conservazione e Protezione: EURING: 09920, SPEC Category 3, Status Declining Criteria Moderate decline, BERNA allegato II.
2.3.14.

Nome scientifico: EMBERIZIDAE - Miliaria calandra Linnaeus, 1758

Nome volgare: Strillozzo

Biologia: Uccello di piccole dimensioni appartenente all'ordine dei Passeriformi. Lunghezza 18-19,5 cm, apertura alare 29-33 cm. Maschi e femmine sono indistinguibili in natura tra di loro. Le parti superiori sono marron con screziature marrone chiaro e marrone scuro - nerastro. Il becco molto tozzo è giallo arancio con sfumature nerastre sulla parte superiore. La gola è bianca e dalla base del becco parte una stria chiara contornata inferiormente da marrone scuro. Il petto fulvo è finemente screziato di marrone scuro e schiarisce verso l'addome (anche le striature si diradano e sono meno evidenti). Le zampe sono rosa. I giovani sono praticamente indistinguibili dagli adulti. Nidifica sulla terra vicino ad alte erbe o cespugli. E' una specie abbastanza solitaria durante tutto l'anno. Ha un comportamento molto discreto ed è per questo molto difficile da individuare specialmente nei periodi di scarsa o assente attività canora. Il canto è appunto molto d'aiuto nell'individuarlo e nel riconoscerlo quando lo emette soprattutto quando sta posato su alte erbe o altri posatoi. Il volo è abbastanza lento, rettilineo ed in genere eseguito per brevi tratti.

Distribuzione: in Italia la specie è ampiamente diffusa e distribuita, sia nella parte continentale sia nelle isole maggiori; non mancano testimonianze di tentativi di colonizzazione delle isole minori. È assente dalle Alpi, dalle zone a quote più elevate degli Appennini ed in altre zone che, pur sembrando idonee, possono avere subito un cambiamento del paesaggio. La specie è largamente distribuita in tutto il Paleartico; in Europa è molto diffuso con la sola esclusione della penisola Scandinava e delle regioni interne dell’Irlanda.
Habitat: Incolti con qualche cespuglio, campagna poco alberata: L’habitat dello strillozzo è rappresentato da ambienti aperti, distese di vegetazione erbosa con alberatura scarsa o quasi assente. Perciò si può rinvenire in terreni agricoli, coltivi erbacei e cerealicoli inframmezzati da siepi interpoderali più o meno alberate, zone incolte o abbandonate con bassa vegetazione, arbusti, boschetti con radure, margini di zone umide. È fortemente limitato dall’urbanizzazione.
Alimentazione: granivoro, si nutre di semi, bacche, ecc.
Consistenza delle popolazioni: In Italia le coppie nidificanti sono stimate in 200.000-600.000 con una tendenza al declino. In Europa la popolazione stimata ammonta a 7,9-22 milioni ed è caratterizzata da una moderata tendenza al declino.
Minacce: Dato il declino che la specie ha subito e sta tuttora subendo in molti paesi europei, è necessario attuare misure di conservazione consistenti in una corretta gestione degli habitat di nidificazione. Gli interventi dovrebbero favorire un’agricoltura meno intensiva, con la conservazione di siepi e filari, unitamente a una riduzione dell’uso di insetticidi.
Livello di minaccia nei SIC: medio – alto
Conservazione e Protezione: EURING: 18820 SPEC Category 4





2.3.15.

Nome scientifico: MUSCICAPIDAE - Monticola solitarius - Linnaeus, 1758

Nome volgare: Passero solitario

Biologia: circa 23 cm, ed un peso di 60 grammi. Il dimorfismo sessuale è abbastanza evidente, infatti il maschio d'estate è di colore blu scuro con ali e coda più scure, mentre la femmina è marrone bluastra sulla schiena, petto chiaro che dà sul marrone. Dato il suo atteggiamento solitario, le coppie si formano solamente durante il periodo riproduttivo. Il nido viene costruito sempre nelle fessure rocciose, sui campanili o su edifici collocati sopra qualche altura. In maggio vi vengono deposte da 4 a 6 uova tondeggianti, uniformemente azzurro-verdognole e non di rado macchiate di grigio o violaceo. 
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