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1.4.4. SPECIE FAUNISTICHE PRESENTI NEGLI ALLEGATI II, IV E V DELLA DIRETTIVA HABITAT E/O NELLA LISTA ROSSA REGIONALE E/O DI INTERESSE BIOGEOGRAFICO/CONSERVAZIONISTICO
Tra le specie ornitiche di particolare interesse biogeografico e conservazionistico, rilevate nei siti oggetto d’indagine sono state osservati diversi uccelli migratori abituali, attualmente elencati nell’allegato I della direttiva 2009/147/CEE. Nelle tabelle di seguito sono elencate le specie osservate per ogni sito
1. Sic Acquafredda di Maratea (IT9210015): Uccelli migratori abituali elencati nell’allegato I della direttiva 2009/147/CE

CODICE

NOME




POPOLAZIONE










*

STANZ.

MIGRATORIA




Popolazione






















Ripr.

Svern.

Stazion




A

B

C

D

A

0

7

2

Pernis apivorus

x










P
















A

1

0

3

Falco peregrinus







P






















A

2

2

9

Alcedo atthis













P

















2. Sic Marina di Castrocucco (IT9210155): Uccelli migratori abituali elencati nell’allegato I della direttiva 2009/147/CE

CODICE

NOME




POPOLAZIONE










*

STANZ.

MIGRATORIA




Popolazione






















Ripr.

Svern.

Stazion




A

B

C

D

A

0

7

2

Pernis apivorus


x










P













x

A

1

0

3

Falco peregrinus











P
















x

A

2

2

9

Alcedo attui











P
















x


3. Sic Isola di S. Ianni e Costa Prospiciente (IT9210160): Uccelli migratori abituali elencati nell’allegato I della direttiva 2009/147/CE

CODICE

NOME




POPOLAZIONE










*

STANZ.

MIGRATORIA




Popolazione






















Ripr

Svern

Stazion




A

B

C

D

A

1

0

3

Falco peregrinus





P







x













x

A

1

7

6

Larus melanocephalus


x







P
















x

A

1

9

1

Sterna sandvicensis


x







P
















x

A

2

2

9

Alcedo attis











P
















x

Come elencato sopra nelle aree sono presenti alcune specie inserite nell’allegato I della direttiva uccelli, come Pernis apivorus e Falco peregrino. Il Falco pecchiaiolo è oggetto di protezione da parte delle Direttive comunitarie e Convenzioni internazionali ( Convenzione di Berna, All. III; DIR. CEE 409/79, All. I) ed è incluso nella Lista Rossa Nazionale. Lo stesso è stato, inoltre da sempre difeso dalla legislazione venatoria, che ne ha vietato parzialmente il prelievo già all’inizio degli anni Settanta, per arrivare qualche anno dopo alla chiusura totale della caccia a questo uccello, particolarmente diffusa nelle aree di nidificazione. La specie frequenta gli ambienti boscosi d'ogni tipo, possibilmente con spazi aperti sia in pianura che in montagna, nutrendosi soprattutto di grossi insetti e occasionalmente di piccoli vertebrati come anfibi, rettili, roditori. I più importanti fattori di minaccia per la presenza della specie sono il bracconaggio, la perdita di habitat e il disturbo antropico. Il declino del Falco pellegrino in passato è stato causato dalla contaminazione con composti clorurati utilizzati come pesticidi in agricoltura (DDT e derivati), e di altre sostanze come fungicidi e prodotti utilizzati per lavorazioni industriali, che hanno decimato i falchi attraverso il processo dell'accumulo progressivo lungo la catena alimentare. In effetti, in tutto il territorio, in seguito al divieto o alla restrizione dell'uso di tali sostanze ha immediatamente seguito una generale ripresa della specie. In Italia, oltre alla morte per accumulo di sostanze tossiche, il declino della specie è stato causato dal saccheggio dei nidi a scopo di falconeria che nel tempo ha comportato una considerevole riduzione della produttività in alcune popolazioni, con sensibili effetti locali. La più importante misura di conservazione, pertanto, ad oggi è rappresentata prioritariamente dall'eliminazione di qualsiasi inquinante dannoso che possa entrare nella catena alimentare e dall'impedimento del rilascio nell'ambiente di sostanze tossiche a lunga persistenza e con effetto di bioaccumulo, nonché dalla sorveglianza dei nidi. La protezione fattiva dei siti di nidificazione, assieme al monitoraggio delle popolazioni per verifiche di status e al controllo della produttività, può contribuire all'incremento delle popolazioni che risentono dell'influenza antropica di tipo diretto.

Tra le specie di uccelli migratori abituali dell’Allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, il Martin pescatore (Alcedo atthis) è una SPEC 3 e rientra anche nell’allegato II della Convenzione di Berna. E’ protetto anche a livello nazionale dalla l. n. 157/92 ed è considerata specie prioritaria a livello regionale.

Tale specie si rinviene in tutti e tre i sic indagati, il Martin pescatore, infatti, predilige frequentare gli specchi d'acqua, fiumi e torrenti in attesa di scorgere i piccoli pesci. Particolarmente esigente in fatto di habitat riproduttivo, scava un tunnel in pareti sabbiose, preferibilmente vicino ai corpi idrici che utilizza per la caccia. In fondo alla galleria, lunga 30-90 cm, si trova una camera-nido sferica, di 15-17 cm di diametro, al cui interno vengono deposte le uova (4-8), covate per 19-21 giorni da entrambi i partner. Di solito depone due covate per ogni stagione riproduttiva. Generalmente è sedentario, ma abbandona prima dell'inverno i territori riproduttivi in cui le acque ghiacciano, impedendogli di catturare le sue prede

Abita soprattutto corsi d'acqua lenti e piccoli laghetti o stagni circondati da rive sabbiose o da altre scarpate di terra nuda, adatte per lo scavo del suo particolare nido. Durante l'inverno può essere osservato anche presso grandi laghi e coste marine. Gli ambienti frequentati devono comunque essere ricchi di pesci di piccole dimensioni ed avere acque abbastanza trasparenti da consentirne l'individuazione. Tra i fattori di disturbo l'inquinamento delle acque e la distruzione degli argini naturali, sostituiti da argini artificiali non utilizzabili per la nidificazione, costituiscono le principali minacce di origine antropica per la specie

Al fine della conservazione di popolazioni vitali di questa specie è prioritario il mantenimento delle scarpate sabbiose lungo fiumi e torrenti, per la nidificazione e la riduzione dell'inquinamento delle acque.

Lungo la costa possono essere osservate importanti specie ornitiche marine, legate ad habitat rocciosi costieri e sabbiosi mediterranei, mentre l’isola di Santo Janni rappresenta un’importante area di sosta per molte specie di uccelli migratori.

Tra le specie marine, notevole importanza conservazionistica è da attribuirsi al Beccapesci (Sterna sandvicensis), nidificante in Italia solo dal 1979. Il Beccapesci si contraddistingue per le sue esigenze ecologiche, particolarmente legate agli ambienti costieri, nidificando su isolotti sabbiosi e delta fluviali; necessita, inoltre, di acqua pulita, ricca di pesci negli strati superficiali, sufficientemente bassa e con fondo sabbioso, condizioni ideali che permettono alla specie di cacciare con successo.

La specie non tollera il disturbo antropico, specialmente in prossimità dei nidi. Gli stessi nidi vengono costruiti dal Beccapesci vicino all’acqua, in conche abilmente scavate sul terreno; la specie presenta un tasso riproduttivo, particolarmente contenuto con non più di due uova deposte una sola volta l’anno, covate da entrambi i sessi.

Tra i Charadriiformes, presenti nell’area, di particolare importanza è Larus melanocephalus.

Il Gabbiano corallino è presente in Europa centrale, Mediterraneo e Mar Nero, ma di fatto sono molto poche le località in cui costruisce il nido. In Italia è presente come nidificante solo dal 1978, mentre attualmente ai gabbiani corallini “autoctoni” si sono aggiunti annualmente gruppi di individui migratori, provenienti dall’Est europeo, dove si trovano i siti più importanti per la specie. La stessa, tutelata dalla Direttiva Uccelli e considerata “in pericolo” dalla Lista Rossa Nazionale, ha conosciuto in tempi recenti un andamento abbastanza fluttuante, con particolare riguardo al contingente svernante, di quale fa parte la popolazione in oggetto. L’intera popolazione svernante italiana, rappresentando una frazione importantissima di quella comunitaria complessiva, va adeguatamente tutelata proteggendo i siti di nidificazione e mettendo in campo azioni di gestione ambientale compatibili con le esigenze ecologiche della specie.

La specie è infatti estremamente dipendente dalla disponibilità di cibo, pur spostandosi raramente anche nell’entroterra, per raggiungere campagne e aree agricole come, nel meridione, gli oliveti. Aree emerse con erba sparsa, magari condivise con altre specie di gabbiani, rappresentano l’habitat preferito per una specie che può compiere anche 80 km al giorno per procurarsi cibo sufficiente per nutrire i pulcini.

Per questa specie, pertanto, anche a livello internazionale, le prospettive di sopravvivenza future, non sembrano essere rosee, a causa del disturbo diretto alle colonie, che può rappresentare un fattore dirimente rispetto alla sopravvivenza delle popolazioni. Risulta evidente, pertanto, la necessità di proteggere i siti di presenza da ogni forma di disturbo da parte dell’uomo. La concentrazione delle coppie nidificanti in pochissimi siti rende la specie altamente vulnerabile anche a singoli eventi negativi. Come per altre specie coloniali che nidificano in questo tipo di ambienti, poi, variazioni anche modeste del livello idrico nelle aree di nidificazione possono avere un forte impatto sulla disponibilità di siti adatti e sull’esito della riproduzione. Anche l’eccessivo disturbo alle colonie può causare danni alla specie, che abbandona subito i nidi, con conseguenti alte percentuali di nidificazioni fallite.

Attualmente, infatti, si è visto che le principali colonie presenti, in Italia, coincidono con le aree vincolate e soggette a tutela, in corrispondenza delle quali, si registra, inoltre, un buon incremento.



Inoltre, all’interno dei siti sono stati osservati uccelli migratori abituali non elencati nell’allegato I della direttiva 2009/147/CE, ma comunque di importanza conservazionistica elevata, che denotano l’alto grado di biodiversità che accomuna i siti indagati.
Uccelli migratori abituali non elencati nell’allegato I della direttiva 2009/147/CE:

1. Sic Acquafredda di Maratea (IT9210015).

CODICE

NOME




POPOLAZIONE










*

STANZ.

MIGRATORIA




Popolazione






















Ripr.

Svern.

Stazion




A

B

C

D

A

0

8

7

Buteo buteo

x




P


















x

A

0

9

6

Falco tinnunculus

x




P






















A

1

5

5

Scolopax rusticola

x







P



















A

2

0

8

Columba palumbus

x




P






















A

2

2

6

Apus apus







P






















A

2

1

3

Tyto alba

x

P

























A

2

1

8

Athene noctua

x

P

























A

2

2

1

Asio otus

x




P






















A

2

2

7

Apus pallidus







P






















A

2

2

8

Tachymarptis melba




8-10 p

P






















A

2

3

2

Upupa epops

x




P






















A

2

3

5

Picus viridis

x

P

























A

2

3

7

Dendrocopos major

x

P

























A

2

4

9

Riparia riparia

x




P






















A

2

5

0

Ptynoprogne rupestris

x

P

























A

2

5

3

Delichon urbica







P






















A

2

5

7

Anthus pratensis

x







P



















A

2

6

1

Motacilla cinerea

x

P

























A

2

6

2

Motacilla alba

x

P

























A

2

6

5

Troglodytes troglodytes

x

P

























A

2

6

6

Prunella modularis

x







P




P













A

2

6

9

Erithacus rubecula

x







P




P













A

2

7

3

Phoenicurus ochruros

x







P




P













A

2

7

6

Saxicola torquata

x




P







P













A

2

8

1

Monticola solitarius

x

P

























A

2

8

3

Turdus merula

x




P






















A

2

8

5

Turdus philomelos

x







P




P













A

2

8

6

Turdus iliacus

x







P



















A

2

8

7

Turdus viscivorus

x




P






















A

2

8

9

Cisticola juncidis

x

P

























A

3

0

5

Sylvia melanocephala

x


P

























A

3

1

1

Sylvia atricapilla

x




P






















A

3

1

5

Philloscopus collybita

x







P




P













A

3

1

7

Regulus regulus

x







P




P













A

3

1

9

Muscicapa striata

x




P






















A

3

2

9

Parus caeruleus

x

P

























A

3

3

0

Parus major

x

P

























A

3

3

2

Sitta europaea

x

P

























A

3

4

2

Garrulus glandarius

x

P

























A

3

5

0

Corvus corax




P

























A

3

5

4

Passer domesticus

x

P

























A

3

5

6

Passer montanus

x

P

























A

3

5

9

Fringilla coelebs

x




P






















A

3

6

1

Serinus serinus

x

P

























A

3

6

3

Carduelis chloris

x

P

























A

3

6

4

Carduleis carduelis

x

P

























A

3

6

5

Carduelis spinus

x







P




P













A

3

6

6

Carduelis cannabina

x

P

























A

3

7

7

Emberiza cirlus

x

P

























A

3

7

8

Emberiza cia

x

P


























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