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Scorzonera villosa L. subsp. montana

Asteraceae













Scrophularia canina L.

Scrophulariaceae













Sedum rupestre L. subsp. rupestre

Crassulaceae













Selaginella denticulata (L.) Spring

Selaginellaceae













Sesleria autumnalis (Scop.) F.W. Schultz

Poaceae













Sherardia arvensis L.

Rubiaceae













Sideritis romana L. subsp. romana

Lamiaceae













Silene colorata Poir

Caryophyllaceae













Smilax aspera L.

Smilaceae













Sonchus arvensis L. subsp. arvensis

Asteraceae













Sorbus domestica L.

Rosaceae













Spartium junceum L.

Fabaceae













Stachys germanica L. subsp. salviifolia (Ten.) Gams

Lamiaceae













Stachys recta L. subsp. grandiflora (Caruel) Arcang.

Lamiaceae













Tamus communis L.

Dioscoreaceae













Teucrium capitatum L. subsp. capitatum

Lamiaceae













Teucrium chamaedrys L.

Lamiaceae













Teucrium flavum L.

Lamiaceae













Teucrium fruticans L. subsp. fruticans

Lamiaceae













Teucrium siculum (Raf.) Guss. subsp. siculum

Lamiaceae










X

Thesium humifusum DC.

Santalaceae













Thymelaea tartonraira (L.) All. subsp. tartonraira

Thymelaeaceae













Thymus longicaulis C. Presl subsp. longicaulis

Lamiaceae













Trachynia distachya (L.) Link

Poaceae













Trifolium angustifolium L.

Fabaceae













Trifolium brutium Ten.

Fabaceae










X

Trifolium campestre Schreb.

Fabaceae













Trifolium lucanicum Guss.

Fabaceae













Trifolium scabrum L. subsp. scabrum

Fabaceae













Tripodion tetraphyllum (L.) Fourr.

Fabaceae













Ulmus minor Mill.

Ulmaceae













Urospermum picroides (L.) Scop. Ex F.W. Schmidt

Asteraceae













Urtica dioica L. subsp. dioica

Urticaceae













Valantia muralis L.

Rubiaceae













Verbascum sinuatum L.

Scrophulariaceae













Viburnum tinus L. subsp. tinus

Caprifoliaceae













Vicia hybrida L.

Fabaceae













Vicia sativa L.

Fabaceae













Vinca minor L.

Apocynaceae













Viola alba Besser subsp. dehnhardtii (Ten) W. Becker

Violaceae













Viola pseudogracilis Strobl subsp. pseudogracilis

Violaceae










X

Vitex agnus-castus L.

Lamiaceae

X











1.4. INQUADRAMENTO FAUNISTICO

Il numero di habitat riscontrato all’interno dei S.I.C. Acquafredda di Maratea (IT9210015); Marina di Castrocucco (IT9210155), Isola di S. Ianni e Costa Prospiciente (IT9210160), è apparso eccezionalmente notevole e tale variabilità naturale si riflette positivamente nell’abbondanza delle specie faunistiche che frequentano il territorio.

I comprensori ad essi limitrofi, inoltre, includono un gran numero di ambienti fortemente diversificati, che passano dal sistema marino a quello tipicamente mediterraneo, a quello collinare e montano.

Tali sistemi ambientali sono collegati tra loro da un importante tessuto connettivo, rappresentato dalle differenti aree naturali e seminaturali, presenti oltre i territori protetti, che consente il flusso di specie animali tra i vari siti, a seconda della funzione che essi rivestono nella biologia di ogni specie: habitat trofici, habitat riproduttivi, di rifugio, ecc.

A tal riguardo si è ritenuto opportuno segnalare la necessità di ampliare ed in alcuni tratti modificare l’attuale perimetro dei SIC, al fine di includere tali habitat significativi per la conservazione della fauna selvatica.

Ciò influirebbe positivamente, determinando il mantenimento di specie prioritarie, la cui presenza è stata riscontrata nell’area, quali tra gli uccelli inclusi nell’Allegato I della Direttiva 2009/147/CE, Falco peregrino e Alcedo atthys, in tutti e tre i Sic, Pernis apivorus nei Sic IT9210015 e IT9210155, mentre Larus melanocephalus, Sterna sandvicensis nel Sic IT9210160; tra le specie elencate nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE, tra i mammiferi sono presenti Rhinolophus hipposideros, Rhinolophus ferrumequinum, e Myotis emarginatus e tra i rettili Elaphe quatuorlineata.

Al fine di favorire il ritorno di altre specie importanti della fauna italiana e a tutela delle specie presenti è parsa evidente la necessità di non modificare in alcun modo lo stato attuale dei luoghi e di mantenere, se pur regolamentate idoneamente le pratiche zootecniche esistenti.

Le prospettive gestionali dovrebbero essere rappresentate da differenti soluzioni a seconda della tipologia ambientale da tutelare e della sua posizione, con la difesa ed il mantenimento dei prati e pascoli naturali laddove le funzionalità di produzione, di difesa, ecologiche, paesaggistiche ed igienico ricreative vengano correttamente soddisfatte e prevedendo, invece, la rinaturalizzazione verso formazioni forestali nelle zone abbandonate dalla pastorizia e dove tali funzioni non vengono realizzate.

Ai fini faunistici per le specie ad ampia valenza ecologica, si auspica un tipo di gestione delle risorse pastorali che preveda, in base ai carichi previsti, un’utilizzazione di tipo minimale, per la salvaguardia della biodiversità erbacea, arbustiva ed arborea e che preveda al contempo la difesa del suolo dall’erosione e dal compattamento eccessivo.

Le numerose entità fisionomico – vegetazionali, caratterizzanti una grande diversità di habitat, importanti per numerose specie faunistiche, sono risultate, a causa dell’azioni antropozoogeniche, continuamente a rischio a causa soprattutto degli incendi e della massiccia urbanizzazione, soprattutto in corrispondenza della costa, mettendo a repentaglio le popolazioni di fauna selvatica che frequentano l’area, alcune delle quali d’importanza conservazionistica internazionale, compromettendo, inoltre, l’efficienza dei corridoi ecologici esistenti tra le aree protette e quelle circostanti.

Le numerose fitocenosi presenti nei tre Sic risultano essere legate ecologicamente alle differenti caratteristiche altitudinali, geologiche ed idrologiche del territorio, permettendo così di evincere la stessa variabilità nel corredo faunistico di ogni ambiente indagato; occorre, pertanto, al fine di mantenere tale variabilità floristica e faunistica tutelare anche i territori limitrofi: nell’area esiste uno stretto rapporto tra fauna e ambiente, la cui salvaguardia nel tempo, può consentire il mantenimento delle specie prioritarie presenti.

Assieme a tali specie, sono diffuse nel territorio anche quelle capaci di adattarsi alle modificazioni ambientali indotte dall’uomo e pertanto largamente presenti anche nelle aree abitate e coltivate, nonchè le specie “opportuniste”, capaci di trarre vantaggi dall’antropizzazione, come ad esempio, specie sinantropiche molto diffuse, come Gazza (Pica pica ) e Cornacchia grigia (Corvus corone).

Nelle aree, inoltre, sono presenti specie con ampia valenza ecologica che si possono incontrare in diversi tipologie vegetazionali, dalla foresta alla macchia, alle zone agricole, come per esempio la Volpe (Vulpes vulpes ), il Riccio (Erinaceus europaeus) e la Faina (Martes foina)

Le varie specie animali che sono presenti lungo il territorio, si differenziano in base al tipo di ambiente naturale che prediligono e in base alle esigenze ecologiche che presentano in un determinato momento: esigenze di rifugio, trofiche, di riproduzione, ecc. ed allora, per esempio, durante l’inverno, specie forestali possono spingersi vicino ai centri abitati per la ricerca del cibo, per es. la Faina o la Volpe, oppure specie come la Lepre (Lepus europaea), che utilizzano i campi agricoli per alimentarsi si spostano negli arbusteti per trovare rifugio.

In corrispondenza del bioma delle comunità di sclerofille sempreverdi, con Macchia Mediterranea e boscaglie di Leccio, sono presenti stabilmente specie guida (specie che più di altre sono indicatrici di quel bioma), come ad es. l’Occhiocotto Sylvia melanocephala. Specie come il Cinghiale (Sus scrofa), sono presenti nel territorio all’interno del bioma delle comunità montane, ma si spostano anche in altri biomi in base alle proprie esigenze: per es. Il Cinghiale si sposta nelle aree agricole, dove crea numerosi danni, per esigenze trofiche allorquando scarseggiano le risorse trofiche all’interno delle foreste.

Nel territorio, a differenti altitudini, sono presenti, inoltre, i cosiddetti ambienti “azonali”, cioè ambienti che a differenza dei biomi, non sono stabilmente legati con il clima ma cambiano continuamente a causa delle instabili condizioni geomorfologiche. Gli ambienti azonali rappresentano importanti e particolari paesaggi caratterizzati dalla presenza di comunità vegetali ed animali colonizzatrici, capaci di adattarsi alle condizioni estreme che li contraddistingue. Tra gli ambienti azonali presenti nel territorio di elevata importanza per il mantenimento delle popolazioni di anfibi sono gli ambienti delle acque interne, quali quelli delle acque calme, che nell’area sono ridotti a stagni, pozze e acquitrini.

Non di minore importanza nel territorio sono gli ambienti cosiddetti seminaturali, habitat influenzati dall’uomo rappresentati dalle aree agricole e rurali (pascoli, campi coltivati, ecc.). Tali ambienti sono spesso frequentati dalle specie faunistiche dette generalmente opportuniste che li scelgono sia per l’alimentazione che per la selezione dei siti di nidificazione.
1.4.1. LE CONOSCENZE FAUNISTICHE PREGRESSE

Le informazioni letterarie sulla fauna selvatica nell’area in oggetto, sono state ottenute analizzando i dati disponibili sulla consistenza del patrimonio faunistico, nonchè sulla sua evoluzione e sulle problematiche ad essa legate, reperiti a livello provinciale, regionale e nazionale. I dati analizzati, pur non essendo esaurienti, si sono, tuttavia, rilevati sufficientemente indicativi, al fine di delineare un primo quadro verosimile di conoscenza, per alcune importanti specie faunistiche presenti nell’area.

Analizzando i contributi scientifici relativi allo studio della fauna selvatica in Basilicata e nell’area oggetto d’indagine, si evince che lo stato delle conoscenze è ancora carente, nonostante il notevole interesse da parte del mondo scientifico internazionale, dovuto alla presenza di specie faunistiche caratterizzate da uno stato di conservazione precario.

Le prime notizie sulla fauna lucana risalgono al 1985, riportate nel “Contributo alla conoscenza dell’avifauna in Basilicata” da Boano G. et al., nell’ambito del progetto italiano degli uccelli nidificanti. La Basilicata risulta, inoltre, in BirdLife International & Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, tra le “Aree importanti per l’Avifauna in Italia” (Garibildi et al 2000).

Sono risultati, inoltre, abbastanza soddisfacenti gli studi relativi all’entomofauna, in ragione dell’organizzazione del XVIII Congresso Nazionale Italiano di Entomologia, promosso dall'Accademia Nazionale Italiana di Entomologia e dalla Società Entomologica Italiana a Maratea nel 1998, a seguito del quale è aumentato l’interesse su tali aspetti nel sito in oggetto.

A tal proposito è del 2008 la prima segnalazione per la Basilicata di Hermetia illucens L., dittero di origine nordamericana, introdotto in Italia mediante i trasporti commerciali.

Molto dettagliate sono le informazioni relative ai Chirotteri riportate nel Rapporto tecnico dell’ISPRA, relativo al censimento della Chirotterofauna in sei S.I.C. della Regione Basilicata (Palladini, 2009).

Per quanto concerne gli studi relativi all’avifauna, il Dipartimento Ambiente - Ufficio Tutela della Natura, in collaborazione con il Parco Regionale Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane ha avviato tra aprile e maggio 2009 un campo di inanellamento scientifico, diretto dall’ornitologo Dott. Egidio Mallia, che ha consentito di raccogliere importanti informazioni circa le specie ornitiche migratrici primaverili, che giungono in quel periodo nell’area.

Il ritrovamento a fine febbraio 2010, di un esemplare in difficoltà di Grus grus , riabilitato nel Cras della Provincia di Potenza (Riserva Naturale Lago Pantano di Pignola), ha confermato l’importanza del sito nella rotta migratoria primaverile di questa specie, inclusa nell’Allegato I della direttiva 2009/147/CE; tale specie si sposta dall'Africa nord-orientale e passa nel mese di marzo sul territorio di Maratea, in gruppi numerosi per dirigersi verso le zone riproduttive della Russia e di altri stati dell'est e centro Europa.

Tra le specie migratrici primaverili nidificanti si riproduce sulle falesie costiere del Comune di Maratea il Rondone pallido (Apus pallidus), inserito nell’allegato II, tra le specie della fauna rigorosamente protette della Convenzione di Berna (E. Fulco, 2009).

A livello nazionale, desta particolare preoccupazione per la conservazione delle biocenosi naturali dell’Italia meridionale, la popolazione di Callosciurus finlaysonii, che occupa tutta la fascia costiera della Basilicata ed attualmente in notevole espansione verso le zone più interne, come segnalato in numerose pubblicazioni e comunicazioni. Ciò assume notevole importanza conservazionistica, in considerazione degli effetti negativi sulle fitocenosi, a causa dell’intensa attività di scortecciamento sull’essenze arboree e per la potenziale competizione con Sciurus vulgaris meridionalis, specie autoctona dell’Italia meridionale.

Alcuni studi del 2005, riportati nel volume n. 146 degli Atti della Società Italiana di Scienze Naturali e Museo Civico di Storia Naturale di Milano, sono rivolti ai ragni della Basilicata Tirrenica, per la quale, in particolare è stato indagato il sito Lido Illicini.

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