Ana səhifə

Dott. Gianluigi Morello antibioticoterapia in U. T. I


Yüklə 383.5 Kb.
səhifə5/7
tarix27.06.2016
ölçüsü383.5 Kb.
1   2   3   4   5   6   7

Posologia e modo di somministrazione

Alla posologia raccomandata, le infezioni non complicate sostenute da germi sensibili all'amikacina dovrebbero rispondere entro 24-48 ore.

La durata del trattamento è in genere di 3-7 giorni per la somministrazione endovenosa e di 7-10 giorni per la somministrazione intramuscolare. Se il quadro clinico non si modifica entro 3-5 giorni, occorre prendere in considerazione una terapia alternativa in base ai risultati delle indagini microbiologiche. La somministrazione i.m. è preferenziale, ma in caso di necessità, può essere utilizzata, con identico schema posologico, la somministrazione e.v. in forma di infusione eseguita utilizzando una quantità di liquido tale da consentire che ciascuna somministrazione venga effettuata in un tempo variabile, da 30 a 60 minuti; per i bambini più piccoli da 1 a 2 ore. I diluenti compatibili per l'infusione sono i seguenti: soluzione fisiologica, soluzione glucosata 5% e soluzione di Ringer lattato.

Adulti e bambini: 15 mg/kg/die, suddivisi in 2-3 somministrazioni (7,5 mg/kg ogni 12 ore).

Neonati e prematuri: dose iniziale d'attacco 10 mg/kg; proseguire con 7,5 mg/kg ogni 12 ore.

-Infezioni ad alto rischio e/o sostenute da Pseudomonas: la dose nell'adulto può essere aumentata a 500 mg ogni 8 ore.

-Infezioni del tratto urinario (escluse le infezioni da Pseudomonas): nelle infezioni sostenute da germi altamente sensibili può risultare sufficiente un dosaggio di 7,5 mg/kg/die suddiviso in due somministrazioni (una ogni 12 ore). In ogni caso non si deve mai superare la dose di 1,5 g/die, né protrarre la terapia per più di 10 giorni; la dose totale massima del ciclo terapeutico è di 15 g. Le concentrazioni sieriche di amikacina dovrebbero essere, quando possibile, controllate e dovrebbe essere evitato che permangano per tempi prolungati al di sopra dei 35 mcg/ml.

-Alterata funzionalità renale: nei pazienti con alterata funzionalità renale, per evitare fenomeni di accumulo, si deve prolungare l'intervallo fra le somministrazioni o diminuire il dosaggio.


Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso

L'amikacina è potenzialmente nefrotossica, ototossica e neurotossica. Nei pazienti con insufficienza renale, qualora sia previsto un trattamento superiore a 5 giorni, è necessario praticare un audiogramma prima di iniziare la terapia e nel corso del trattamento. Qualora si osservassero tinnito auricolare e diminuzione dell'udito, o diminuzione della percezione ad alte frequenze, interrompere la somministrazione. Poiché questo antibiotico si concentra in elevate quantità nel sistema escretorio renale, i pazienti in trattamento dovrebbero essere ben idratati, al fine di ridurre al minimo l'irritazione chimica dei tubuli renali. Si dovrebbe inoltre controllare la funzionalità renale, prima di iniziare la terapia, ed anche nel corso della medesima. Se appaiono segni di irritazione renale (cilindri globuli rossi e bianchi nel sedimento, albuminuria) si dovrebbe aumentare l'idratazione. Se compaiono altri segni di alterazione, quali riduzione della clearance della creatinina (CC), del peso specifico dell'urina, aumento dell'azoto ureico e della creatinina sierica, oliguria, si dovrebbe ridurre il dosaggio, secondo quanto precisato nel paragrafo "Posologia e modo di somministrazione". Il trattamento dovrebbe venire sospeso se si riscontra aumento dell'azotemia o riduzione progressiva dell'escrezione urinaria. Precisiamo che quando il paziente è ben idratato e la funzionalità renale normale, il rischio di reazioni nefrotossiche con amikacina è ridotto, se ci si mantiene entro le dosi consigliate. Poiché l'amikacina ad alte dosi ha evidenziato negli animali da esperimento un'attività paralizzante muscolare, si deve tener presente la possibilità di blocco neuromuscolare e paralisi respiratoria quando Pierami è somministrato contemporaneamente ad anestetici o a bloccanti neuromuscolari. Se si verifica il blocco nervoso, i sali di calcio sono in grado di neutralizzare il fenomeno. È possibile allergia crociata con altri aminoglicosidi. È possibile, come con gli altri antibiotici, che la terapia con amikacina induca la comparsa di superinfezioni da germi resistenti, nel qual caso occorre istituire opportuna terapia.

Nei casi in cui l'amikacina è indicata in associazione con altri antibiotici si deve evitare di miscelare tali agenti sia nelle siringhe sia nei flaconi di infusione. La sicurezza d'impiego dell'amikacina in gravidanza non è stata ancora accertata, pertanto,nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessità, sotto il diretto controllo del Medico . Non si sa se l'amikacina venga escreta nel latte. Si dovrebbe, comunque, come regola generale, non permettere l'allattamento a donne sotto terapia con farmaci che potrebbero passare nel latte. È consigliabile effettuare un antibiogramma prima di iniziare la terapia. L'amikacina può, comunque, essere adottata come terapia iniziale, quando in un'infezione si sospetti l'eziologia da Gram-negativi e non siano ancora a disposizione i risultati dell'antibiogramma.
PRIMBACTAM
- Primbactam 0,5 i.m./e.v. - Un flacone contiene: Principio attivo: aztreonam sterile 0,5 g.

- Primbactam 1 i.m./e.v. - Un flacone contiene: Principio attivo: aztreonam sterile 1,0 g.

- Primbactam 0,5 i.v. - Un flacone contiene: Principio attivo: aztreonam sterile 0,5 g.

- Primbactam 1 i.v. - Un flacone contiene: Principio attivo: aztreonam sterile 1,0 g.


L'azione battericida di Primbactam deriva dall'inibizione della sintesi della parete cellulare batterica a causa della inattivazione selettiva del recettore PBP3 senza inibire le altre PBP, PBP 1a, 1b e PBP2, promuovendo come effetto secondario una depressione delle idrolisi parietali e quindi un effetto battericida per shock osmotico. Per concentrazioni che superino la MIC, risultano interessati anche i recettori PBP 1a, 1b e 2. Primbactam è attivo su un ampio spettro di germi patogeni aerobi Gram-negativi. L'azione battericida di Primbactam deriva dall'inibizione della sintesi della parete cellulare batterica. Grazie alla sua struttura molecolare Primbactam possiede un alto grado di stabilità in presenza delle beta-lattamasi prodotte dalla maggior parte dei patogeni Gram-negativi e Gram-positivi. Primbactam mantiene la sua attività microbiologica in una vasta gamma di pH. Primbactam non induce attività betalattamasica. Inoltre Primbactam è in genere attivo verso i batteri resistenti ad altri antibiotici betalattamici a causa dell'inattivazione operata dalle betalattamasi. Molti ceppi di questi germi resistenti a più antibiotici sono sensibili a Primbactam. L'aztreonam è attivo in vitro verso la maggior parte dei ceppi dei seguenti microorganismi: Escherichia coli, Enterobacter spp., Klebsiella spp. (comprese K. pneumoniae e K. oxytoca), Proteus mirabilis, Proteus vulgaris, Morganella morganii (già Proteus morganii), Providencia spp. (incluse P. stuartii e P. rettgeri, già Proteus rettgeri), Pseudomonas spp. (inclusa P. aeruginosa), Serratia marcescens, Neisseria gonorrhoeae (inclusi i ceppi produttori di penicillinasi), Haemophilus influenzae (inclusi i ceppi ampicillino-resistenti ed altri ceppi produttori di penicillinasi), Citrobacter spp., alcuni ceppi di Acinetobacter calcoaceticus. Aztreonam è anche attivo in vitro verso vari altri patogeni. Tra questi microorganismi figurano: Salmonella spp., Shigella spp., Pasteurella multocida, Yersinia enterocolitica, Aeromonas hydrophila e Neisseria meningitidis. Aztreonam e gli aminoglicosidi hanno mostrato in vitro di avere un effetto sinergico verso la maggior parte dei ceppi di P. aeruginosa, molti ceppi di Enterobacteriaceae ed altri microorganismi aerobi Gram-negativi. A causa della mancanza di attività di Primbactam sui microorganismi anaerobi (Gram-positivi e Gram-negativi), la normale microflora essenziale intestinale non viene alterata. Pertanto, i normali meccanismi di resistenza alla colonizzazione intestinale rimangono inalterati.
Indicazioni terapeutiche

Primbactam (aztreonam per iniezioni) è di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertata o presunta origine da Gram-negativi "difficili". In particolare il prodotto trova indicazione nelle suddette infezioni in pazienti defedati e/o immunodepressi. Profilassi chirurgica: la somministrazione di Primbactam è in grado di ridurre l'incidenza delle infezioni post-operatorie in pazienti sottoposti a procedure chirurgiche classificate contaminate o potenzialmente contaminate.


Posologia e modo di somministrazione

Adulti: Primbactam per iniezioni può essere somministrato per via intramuscolare o per via endovenosa. La via endovenosa è consigliabile per i pazienti che necessitino di posologie maggiori di 1 g o in quelli con setticemia, ascessi parenchimali localizzati (come ad esempio gli ascessi intraddominali) od altre infezioni sistemiche gravi o che mettano in pericolo la vita del paziente. Il dosaggio e la via di somministrazione vanno stabiliti in rapporto alla sensibilità dei patogeni causali, alla gravità dell'infezione ed alle condizioni del paziente e a giudizio del Medico.



Tipo di infezione

Dosaggio (g)

Frequenza (h)

Infezioni delle vie urinarie

0,5 o 1

8 o 12

Infezioni sistemiche gravi

1 o 2

8 o 12

Infezioni sistemiche gravi che
minacciano la vita

2

6 o 8

In infezioni delle vie urinarie si è dimostrata efficace anche una sola somministrazione giornaliera di 1 g di Primbactam con risoluzione dell'infezione dopo alcuni giorni di terapia. In pazienti particolarmente gravi con infezioni da microrganismi sensibili a Primbactam ed in cui ci sia il rischio di contemporanea presenza di germi ad esso insensibili (Gram-positivi e/o anaerobi), a giudizio del Medico, potrà essere associato a Primbactam un antibiotico specifico per tali germi. La dose di Primbactam deve essere diminuita in pazienti con ridotta eliminazione urinaria, transitoria o persistente, a causa di una insufficienza renale. Dopo una dose iniziale di attacco di 1-2 g, la posologia di Primbactam va dimezzata in pazienti con clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min. Se è disponibile solo la creatininemia può essere usata la seguente formula (basata su sesso, peso ed età del paziente) onde ottenere il valore della clearance della creatinina. La creatininemia deve rappresentare lo stato costante della funzionalità renale.

Maschi = [peso (kg) x (140 - età)] / [72 x creatininemia (mg/dl)]

Femmine = 0,85 x il valore precedente

Nei pazienti in emodialisi può essere somministrata una posologia iniziale di 0,5-1 o 2 g; la dose di mantenimento deve essere un quarto di quella iniziale e data ad intervalli di 6-8 o 12 ore. Nelle infezioni gravi, deve essere somministrato, in aggiunta alle dosi di mantenimento, un ottavo della dose iniziale dopo ogni emodialisi.Profilassi chirurgica: una dose da 1 grammo di Primbactam in monoterapia od in associazione con un altro antibiotico (vedi "Indicazioni terapeutiche") somministrata poco prima della chirurgia e dopo 8 e 16 ore dalla prima dose.

Neonati e bambini: a giudizio del Medico potranno essere impiegati i seguenti dosaggi: neonati e bambini nella prima infanzia: 30 mg/kg per via endovenosa ogni 6-8 ore.

Nota: nei prematuri (inferiori a kg 2,5) somministrare 30 mg/kg per via endovenosa ogni 12 ore nella prima settimana di vita.

Bambini oltre i 2 anni: 30 mg/kg per via endovenosa o intramuscolare ogni 6 ore. Nelle infezioni meno gravi, in assenza di setticemia, possono essere impiegate posologie di 30 mg/kg con frequenza minore di quella di cui sopra. Nei soggetti con peso corporeo superiore a 40 kg si possono usare le posologie previste per gli adulti. Nelle infezioni severe possono essere impiegati dosaggi fino a 50 mg/kg ogni 6-8 ore.

Pazienti anziani: il fattore più importante per la determinazione del dosaggio nei pazienti anziani è lo stato clinico renale. Comunque, come per tutti gli antibiotici eliminati per via renale, dovranno essere effettuate stime della clearance della creatinina e, se necessario, apportate modifiche appropriate al dosaggio.


Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso

Poiché l'esperienza della somministrazione di Primbactam a pazienti con preesistente insufficienza epatica è limitata, la terapia in tali pazienti deve essere monitorizzata.



È consigliabile controllare la funzionalità renale specialmente in pazienti che ricevono dosaggi elevati. Per i soggetti con funzionalità renale compromessa vedi schema posologico. Poiché durante la terapia con aztreonam si può riscontrare un prolungamento del tempo di protrombina, è necessario monitorare i pazienti in trattamento con anticoagulanti orali.

Avvertenze: Prima di iniziare la terapia con Primbactam, occorre accertare un'eventuale anamnesi di reazioni di ipersensibilità a Primbactam, alle cefalosporine, alle penicilline o ad altri farmaci. Osservazioni preliminari indicano che pazienti con documentata allergia alla penicillina non sembrano reagire a Primbactam. Tuttavia fino a che non sarà acquisita maggiore esperienza, i pazienti con reazioni di tipo 1 od anafilattiche alle penicilline dovranno essere trattati con Primbactam solo se il beneficio potenziale supera i rischi potenziali di una grave reazione allergica. Gli antibiotici devono essere somministrati con cautela ad ogni paziente che abbia forme di allergia specie se a farmaci. In presenza di reazione allergica a Primbactam il trattamento deve essere sospeso. Reazioni di ipersensibilità gravi possono anche richiedere la somministrazione di adrenalina ed altre misure di pronto soccorso.
ROCEFIN
Rocefin 1 e.v. - Un flacone iniettabile contiene ceftriaxone bisodico 3,5 H2 O 1193 mg pari a ceftriaxone 1000 mg; una fiala solvente contiene 10 ml di acqua per preparazione iniettabile.
Rocefin 2- Un flacone perfusione endovenosa rapida contiene ceftriaxone bisodico 3,5 H2 O 2386 mg pari a ceftriaxone 2000 mg.
Il ceftriaxone è un antibiotico derivato dall'acido cefalosporanico, caratterizzato da un residuo metossiminico che gli conferisce stabilità nei confronti delle beta-lattamasi batteriche, nonché da una funzione triazinica responsabile delle proprietà farmacocinetiche. Presenta in vitro uno spettro d'azione molto ampio, sia su Gram + che Gram - aerobi, ed è dotato di un'attività battericida che si esplica a concentrazioni inferiori ai 0,1 mg/ml per la maggior parte dei batteri sensibili.

Nell'impiego clinico trova indicazione solo in infezioni gravi (vedi indicazioni) dovute ai seguenti germi Gram negativi: Enterobacter, Serratia marcescens, Citrobacter, Pseudomonas aeruginosa. Il ceftriaxone mostra inoltre una buona attività nei confronti dei batteri anaerobi. Tale attività, unitamente alla lunga emivita, consente di ottenere, con un'unica somministrazione giornaliera, concentrazioni di antibiotico superiori alla concentrazione minima inibente.

La sensibilità a Rocefin dei patogeni Gram-positivi e Gram-negativi può essere valutata sia mediante il test di diffusione con dischi, sia con il metodo della diluizione negli usuali terreni di coltura. Si consiglia in ogni caso di utilizzare dischi contenenti ceftriaxone, poiché alcuni ceppi batterici sensibili quando valutati con disco specifico del ceftriaxone, risultano invece resistenti se valutati con dischi standard per la classe delle cefalosporine.

Iniettato per via i.m. o e.v. il ceftriaxone diffonde rapidamente dal plasma ai tessuti, raggiungendo picchi plasmatici pari a circa 150 mcg/ml dopo 1 g e.v. e a 100 mcg/ml dopo 1 g i.m. Il tempo di emivita è pari a 6-11 ore nel plasma e a 10-11 ore nei tessuti.

Farmacocinetica: Penetra facilmente nei tessuti periferici ed anche attraverso la barriera ematoencefalica, raggiungendo concentrazioni multiple delle CMI per i batteri più frequentemente isolati dal liquor di pazienti con meningi infiammate.

Il farmaco non viene metabolizzato nell'organismo e viene quindi eliminato in forma attiva dal rene e dal fegato nella misura del 56% e 44% circa rispettivamente. L'eliminazione renale del ceftriaxone avviene per filtrazione glomerulare, mentre la secrezione tubulare non sembra avere rilevanza. Nelle feci è presente prevalentemente in forma inattiva.
Indicazioni terapeutiche

Di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertata o presunta origine da Gram-negativi "difficili" o da flora mista con presenza di Gram-negativi resistenti ai più comuni antibiotici.

In particolare il prodotto trova indicazione, nelle suddette infezioni, in pazienti defedati e/o immunodepressi. Profilassi delle infezioni chirurgiche.
Posologia e modo di somministrazione

Schema posologico generale

Adulti e bambini oltre 12 anni: la dose consigliata è di 1g di Rocefin una volta al giorno (ogni 24 ore). Nei casi più gravi o in infezioni causate da microrganismi moderatamente sensibili,la dose può raggiungere i 4 g somministrati in un'unica soluzione.

Neonati (fino a 2 settimane): la dose giornaliera è di 20-50 mg/kg di peso corporeo in monosomministrazione; a causa della immaturità dei loro sistemi enzimatici non bisognerebbe superare i 50 mg/kg (vedere Avvertenze).

Bambini (da 3 settimane a 12 anni): la dose giornaliera può variare tra 20 e 80 mg/kg. Per dosi endovenose pari o superiori a 50 mg/kg si consiglia di utilizzare una perfusione della durata di almeno 30 minuti.

Per i bambini di peso superiore a 50 kg andrà usato il dosaggio proprio degli adulti.

Anziani: lo schema posologico degli adulti non richiede modificazioni nel caso di pazienti anziani.

La durata della terapia è in funzione del decorso dell'infezione.

Come tutte le terapie a base di antibiotici, in generale la somministrazione di Rocefin va protratta per un minimo di 48-72 ore dopo lo sfebbramento o dopo la dimostrazione di completa eradicazione batterica.

Profilassi delle infezioni chirurgiche

Per la prevenzione delle infezioni post-operatorie verranno somministrati,in relazione a tipo e rischio di contaminazione dell'intervento,1 g i.m. o 1-2 g e.v. in dose singola, un'ora prima dell'intervento.

Posologia in particolari condizioni

Insufficienza renale: in soggetti con clearance della creatinina maggiore di 10 ml/min la posologia resta inalterata. In caso di clearance della creatinina uguale o minore di 10 ml/min si può somministrare fino ad un massimo di 2 g una volta al giorno.

Insufficienza epatica: posologia normale.

Insufficienza renale ed epatica associate: controllare le concentrazioni plasmatiche del ceftriaxone.

Prematuri: dose massima 50 mg/kg una volta al giorno.

Modalità di somministrazione

Le soluzioni ricostituite conservano le proprie caratteristiche fisico-chimiche per 6 ore a temperatura ambiente (o per 24 ore a +5 °C). Come regola generale comunque, le soluzioni andrebbero usate immediatamente dopo la preparazione.

Possono variare nella colorazione da giallo pallido ad ambra in funzione della concentrazione e del periodo di conservazione; tale caratteristica non ha influenza sull'efficacia o sulla tollerabilità del farmaco.

Iniezione intramuscolare

Per praticare l'iniezione intramuscolare, sciogliere Rocefin i.m. con l'apposito solvente (soluzione di lidocaina 1%) che è di ml 2 per Rocefin g 0,25 e g 0,5, e di ml 3,5 per Rocefin g 1: iniettare profondamente la soluzione estemporanea così ottenuta nel gluteo, alternando i glutei nelle successive iniezioni.

La soluzione di lidocaina non deve essere somministrata endovena.

Iniezione endovenosa

Per praticare l'iniezione e.v., sciogliere Rocefin con l'apposito solvente (acqua per preparazioni iniettabili) che è ml 5 per Rocefin g 0,25 e Rocefin g 0,5 e di ml 10 per Rocefin g 1, e iniettare direttamente in vena nel tempo di 2-4 minuti.

Perfusione endovenosa

Per praticare la perfusione endovenosa sciogliere Rocefin in ragione di 2 g in 40 ml di liquido di perfusione privo di ioni di calcio (soluzione fisiologica, soluzione glucosata al 5% o al 10%,soluzione di levulosio al 5%, soluzione glucosata di destrano al 6%, soluzioni di NaCl 0,45% + glucosio 2,5%).

La perfusione avrà una durata di almeno 30 minuti.

Le soluzioni di Rocefin non dovrebbero essere mescolate in soluzioni contenenti altri farmaci antimicrobici o con soluzioni diluenti diverse da quelle sopra elencate per possibile incompatibilità.


Controindicazioni

Ipersensibilità accertata verso le cefalosporine o verso qualcuno dei componenti. In caso di ipersensibilità alle penicilline, si deve tener presente la possibile insorgenza di allergia crociata. Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessità e sotto il diretto controllo del Medico.


Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso

Prima di iniziare la terapia con Rocefin, dovrebbe essere svolta un'indagine accurata per stabilire se il paziente ha manifestato in passato fenomeni di ipersensibilità alle cefalosporine, penicilline ed altri farmaci. Il prodotto deve essere somministrato con cautela in pazienti allergici alla penicillina poiché sono descritti casi di ipersensibilità crociata fra penicilline e cefalosporine. A causa dell'immaturità delle funzioni organiche,i prematuri non dovrebbero essere trattati con dosi di Rocefin superiori a 50 mg/kg/die.

Come per gli altri antibiotici l'impiego protratto può favorire lo sviluppo di batteri resistenti ed in caso di superinfezione occorre adottare le misure più appropriate.

Reazioni acute di ipersensibilità possono richiedere l'uso di adrenalina ed altre misure di emergenza. Le preparazioni contenenti lidocaina non devono essere somministrate per via endovenosa ed a pazienti allergici a questo anestetico locale. Se si evidenziano segni di infezione, il microrganismo responsabile dovrebbe essere isolato ed una opportuna terapia, basata sui test di sensibilità, dovrebbe venire adottata.

Analisi su campioni raccolti prima dell'inizio della terapia dovrebbero venire effettuate per determinare la sensibilità a ceftriaxone del microrganismo responsabile. La terapia con Rocefin può essere comunque iniziata in attesa dei risultati di queste analisi; ed il trattamento dovrebbe comunque essere, se il caso, successivamente modificato secondo i risultati delle analisi. Prima di impiegare Rocefin in associazione ad altri antibiotici dovrebbero essere attentamente rilette le istruzioni per l'uso degli altri farmaci per conoscerne eventuali controindicazioni, avvertenze, precauzioni e reazioni indesiderate. La funzionalità renale dovrebbe essere controllata attentamente.

Coliti pseudomembranose sono state riportate a seguito dell'uso di cefalosporine (o altri antibiotici a largo spettro); è importante considerare questa diagnosi in pazienti che manifestino diarrea dopo l'uso di antibiotico.


Avvertenze

Rocefin viene eliminato per il 56% circa attraverso le urine e per il restante 44% attraverso la bile in forma microbiologicamente attiva. Nelle feci è presente prevalentemente in forma inattiva. In caso di ridotta funzionalità renale è eliminato in quota più elevata per via biliare, con le feci. Poiché anche in tale circostanza il tempo di emivita risulta solo leggermente aumentato, nella maggior parte dei casi non è necessario ridurre la posologia di Rocefin, a condizione che la funzionalità epatica sia normale. Solo in presenza di una gravissima insufficienza renale (clearance della creatinina £10 ml/min) la dose di mantenimento ogni 24 ore dovrà essere ridotta alla metà rispetto alla dose abituale. Al pari di altre cefalosporine, è stato dimostrato che il ceftriaxone può parzialmente interferire con i siti di legame della bilirubina con l'albumina plasmatica. Si consiglia, quindi, cautela nel trattamento con Rocefin di neonati iperbilirubinemici, specie se prematuri.

Le cefalosporine di terza generazione, come altre betalattamine,possono indurre resistenza microbica e tale evenienza è maggiore verso organismi opportunisti specialmente Enterobacteriaceae e Pseudomonas,in soggetti immunodepressi e probabilmente, associando tra loro più betalattamine. Come per qualsiasi terapia antibiotica, in caso di trattamenti prolungati si dovranno effettuare regolari controlli della crasi ematica.

In casi estremamente rari, in pazienti trattati con dosi elevate,l'ultrasonografia della cistifellea ha messo in evidenza reperti interpretabili come ispessimento della bile. Tale condizione è prontamente regredita all'interruzione o al termine della terapia. Anche se questi riscontri dovessero essere sintomatici, si raccomanda un trattamento puramente conservativo.

Sono state segnalate in corso di trattamento con cefalosporine,positività dei test di Coombs (talora false).

1   2   3   4   5   6   7


Verilənlər bazası müəlliflik hüququ ilə müdafiə olunur ©atelim.com 2016
rəhbərliyinə müraciət