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Dott. Gianluigi Morello antibioticoterapia in U. T. I


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Controindicazioni

Ipersensibilità già nota alla gentamicina.

Un’anamnesi di ipersensibilità o di reazioni tossiche agli aminoglicosidi controindica l'uso dell'antibiotico.

Controindicato in gravidanza e allattamento (v. par. 4.6). Generalmente controindicato in età pedriatica (v. par. 4.4).

 

Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso

Durante il trattamento i pazienti devono essere ben idratati.

Il controllo della funzionalità renale è particolarmente importante du­rante il trattamento con gentamicina o con altri aminoglicosidi. Particolare attenzione dovrà essere rivolta ai soggetti anziani nei quali la funzionalità renale può essere già in partenza ridotta, in questi pazienti è consigliabile la determinazione della clearance della creatinina.

Analoghe precauzioni sono consigliate nelle infezioni gravissime che comportano l'uso di dosi particolarmente elevate e periodi di tratta­mento superiori ai consigliati.

In alcuni pazienti adulti e pediatrici è stata osservata una sindrome tipo Fanconi con aminoaciduria e acidosi metabolica.

Durante la terapia con aminoglicosidi sarebbe auspicabile determinare i livelli sierici ogni qualvoIta possibile, per evitare dosaggi insufficien­ti od eccessivi.

Per la gentamicina si dovrebbero evitare picchi prolungati superiori ai 12 mcg/ml e livelli minimi,  precedenti la successiva iniezione, supe­riori a 2 mcg/ml, distanziando nel tempo le somministrazioni o ridu­cendo il dosaggio, quando necessario. ­

Come avviene per tutti gli antibiotici, il trattamento con gentamicina può determinare un sovrasviluppo di microrganismi insensibili: in tal caso occorre sospendere il trattamento ed istituire una terapia idonea. Generalmente l'inattivazione dell'aminoglicoside assume un significato clinico importante solo nei pazienti con grave insufficienza renale. Il prodotto contiene sodio bisolfito; tale sostanza può provocare reazioni di tipo al­lergico ed attacchi asmatici gravi in soggetti sensibili e particolarmente negli asmatici.

Nella primissima infanzia il prodotto va somministrato soltanto nei casi di effettiva necessità, sotto il diretto controllo del medico.

 

Interazioni

E’ stata dimostrata un’allergenicità crociata fra aminoglicosidi. E’ stato riferito un aumento della nefrotossicità potenziale della gentamicina in seguito della somministrazione, susseguente o contemporanea, di altre sostanze potenzialmente nefrotossi­che, quali: cisplatino, polimixina B, colistina, viomicina, streptomici­na, vancomicina e altri aminoglicosidi. Lo stesso problema viene riscontrato con alcune cefalosporine (es. cefa­loridina) o diuretici potenti quali l'acido etacrinico e la furosemide.

Sebbene non sia stato riferito, in clinica, nessun caso di blocco neuromuscolare né con gentamicina né con altri aminoglicosidici, questa reazione si può, potenzialmente, manifestare soprattutto se il farmaco viene somministrato con succinilcolina o tubocurarina o durante trasfusioni massive di sangue citrato; qualora si verificasse, il blocco può essere rimosso con la somministrazione di sali di calcio. La contemporanea somministrazione anche topica, specie se intraca­vitaria, di altri antibiotici potenzialmente nefrotossici ed ototossici può accrescere il rischio di  tali effetti.

Il prodotto non va mescolato nella stessa siringa con altri farmaci.

In vitro l'associazione di un aminoglicoside con un antibiotico betalattamico (penicilline o cefalosporine) può causare una reciproca inattivazione. Anche quando un antibiotico aminoglicosidico ed uno penicillinosimile sono stati somministrati attraverso due vie differenti, si è verificata una riduzione dell'emivita o dei livelli pla­smatici dell'aminoglicoside in pazienti con insufficienza renale ed anche in alcuni soggetti con funzionalità renale normale. E’ stata osservata una riduzione dell'emivita plasmatica di gentamicina in pazienti con grave insufficienza renale trattati concomitantemente con carbenicillina

 

Gravidanza e allattamento

Gli antibiotici aminoglicosidici attraversano la placenta e possono causare danni fetali.

In neonati di madri trattate in gravidanza con alcuni antibiotici appar­tenenti alla classe degli aminoglicosidi è stata segnalata la comparsa di sordità irreversibile bilaterale. Comunque, non sono stati segnalati effetti collaterali gravi per la madre, il feto o il neonato in seguito al trattamento con gentamicina. Non è noto se la gentamicina possa indurre danni fetali qualora somministrata in gravidanza o possa alterare la funzione riproduttiva. Pertanto l'uso del prodotto in gravidanza andrà evitato, con esclusione dei casi in cui il medico, in relazione alla gravità della patologia da trattare, lo ritenga assolutamente indispensabile. In tale circostanza la pa­ziente dovrà essere informata dei potenziali rischi per il feto.

In ragione del potenziale rischio di effetti collaterali da aminoglicosidi nel lattante, dovrà essere attentamente valutata la possibilità di interrompere l'allattamento o sospendere la terapia in funzione della si­tuazione patologica della madre.

 

Effetti indesiderati

Specialmente in soggetti con ridotta funzionalità renale, o trattati con dosi di gentamicina più elevate e/o per periodi più prolungati rispetto alla posologia consigliata, è possibile  che si verifichino disturbi renali con proteinuria e variazioni dei tests di funzionalità renale. Infatti, in tali soggetti, sono stati segnalati effetti collaterali a carico dei rami vestibolare e uditivo dell'ottavo paio di nervi cranici. I sintomi riscontrati includono ronzii, capogiri, vertigini, tinnitus e riduzione della sensibilità uditiva. La riduzione della sensibi­lità uditiva si manifesta inizialmente con la diminuzione dell'acuità dei toni alti e può essere di tipo irreversibile. Così come, per altri aminogli­cosidi, le alterazioni vestibolari possono essere irreversibili.

Sono stati altresì osservati: torpore, parestesie, fascicolazioni convulsioni e sindrome tipo miastenia gravis. Altri fattori che possono aumentare il rischio di ototossicità includono: disidratazio­ne, somministrazione concomitante di diuretici quali acido etacrinico e furosemide o somministrazione pregressa di altre sostanze ototossiche.

Altre reazioni secondarie descritte raramente e riferite in termini solo possibilistici all'uso di gentamicina sono: depressione respiratoria, confusione, disturbi della visione, anoressia, perdita di peso, variazioni della pressione arteriosa, eruzioni cutanee di vario tipo su base al­lergica o idiosincrasica, manifestazioni anafilattiche, febbre, cefalea, nausea, vomito, scialorrea, stomatite, stati transitori di epatomegalia. Le alterazioni dei parametri di laboratorio correlate alla somministrazione di gentamicina includono: aumento delle transaminasi sieriche (AST, ALT), della latticodeidrogenasi (LDH), della fosfatasi alcalina e della bi­lirubina; riduzione dei livelli sierici di calcio, magnesio, potassio e sodio; anemia, leucopenia, granulocitopenia, agranulocitosi transitoria, eosinofilia, aumento o riduzione dei reticolociti, trombocitopenia.

La tollerabilità locale a livello del sito di iniezione è generalmente buona. Occasionalmente è stato segnalato dolore nel sito di iniezione e raramente atrofia sottocutanea o segni di irritazione locale.

 

Sovradosaggio



In caso di sovradosaggio o di reazioni tossiche, l'emodialisi consentirà una rapida rimozione della gentamicina dal plasma. La percentuale di rimozione è considerevolmente inferiore con la dialisi peritoneale. Nei neonati possono essere effettuate trasfusioni di sangue. Queste procedure sono particolarmente importanti nei pazien­ti con insufficienza renale.

 

Proprietà farmacodinamiche



Attività antibatterica

GENTAMICINA SOLFATO è un antibiotico che agisce alterando la sintesi proteica dei microrganismi sensibili. E’ attivo a basse concentrazioni su una vasta gamma di germi patogeni Gram-positivi e Gram-negativi, ivi compresi Pseudomonas aeruginosa,E. coli, batteri del gruppo Klebsiella-Enterobacter-Serratia, Citrobacterspp., Providencia spp., Proteus spp., indolo-positivi e indolo-negativi (P. mirabilis, P. morganii, P. rettgeri, P. vulgaris), Staphylococcus penicillinasi-produttore e non, inclusi i ceppi meticillino-resistenti.  GENTAMICINA SOLFATO è attivo in vitro suSalmonella spp., Shigella spp. eNeisseria gonorrhoeae.

Generalmente resistenti agli aminoglicosidi sono gli streptococchi, in particolare quelli del gruppo D e i germi anaerobi (Bacteroides, Clostridium spp). Sinergismo d’azione è stato osservato nei confronti della maggior parte dei ceppi diStreptococcus feacalis (Enterococcus) e diPseudomonas aeruginosa,  rispettivamente con l’associazione di GENTAMICINA SOLFATO a penicillina G e di GENTAMICINA SOLFATO a carbenicillina o ticarcillina.

L’associazione di GENTAMICINA SOLFATO ad antibiotici betalattamici si è dimostrata sinergica anche su altri microrganismi Gram-negativi.

 

Proprietà farmacocinetiche



I livelli sierici battericidi dopo somministrazione intramuscolare di gentamicina si raggiungono molto rapidamente (30-90 minuti), le con­centrazioni efficaci  persistono mediamente per 6-8 ore.

La gentamicina viene escreta in forma immodificata quasi completamente  attraverso il rene, per filtrazione glomerulare, con una clearance simile a quella della creatinina endogena: ne derivano concentrazioni urinarie  dell'antibiotico  dell'ordine del 70% o più della dose somministrata,  entro le 24 ore.

Il picco sierico di gentamicina in mcg/ml corrisponde in genere a 4 volte la singola dose intramuscolare in mg/kg  (4 mcg/ml per una dose di 1 mg/kg) per individui adulti di peso vicino al peso ideale. Nei bambini le concentrazioni sieriche risultano proporzionalmente   inferiori per il maggior volume di distribuzione del farmaco.

L'emivita sierica di GENTAMICINA SOLFATO è di 1-2 ore nei pazienti con funzionalità renale normale ed è strettamente correlata alla clearance della creati­nina e alla creatininemia. Il legame alle proteine sieriche è basso. La somministrazione di 1 mg/kg ogni 8 ore o di 1,5 mg/kg ogni 12 ore non determina accumulo nel siero di pazienti adulti con funzionalità renale normale.

Non vi è evidenza di accumulo di gentamicina dopo 10 gg di trattamento.

KLACID
Klacid 500 mg Polvere e solvente per soluzione iniettabile

Ogni fiala di polvere sterile per soluzione iniettabile per uso endovenoso contiene:

Principio attivo: claritromicina mg 500,0.
La claritromicina è un nuovo macrolide sviluppato dalla Abbott, derivante dalla sostituzione in posizione 6 nell'anello lattonico dell'eritromicina di un gruppo idrossilico con il gruppo CH3O.

Il nuovo macrolide ha mostrato possedere in vitro uno spettro antibatterico attivo contro i più noti e clinicamente importanti batteri sia Gram positivi che Gram negativi, includendo aerobi ed anaerobi.

Lo spettro antibatterico in vitro della claritromicina è risultato il seguente: Streptococco agalactiae, Streptococco pyogenes, Streptococco viridans, Streptococco pneumoniae, Haemophilus influenzae, Haemophilus parainfluenzae, Neisseria gonorrheae, Listeria monocytogenes, Legionella pneumophila, Mycoplasma pneumoniae, Helicobacter pylori, Campilobacter jejuni, Chlamidia trachomatis, Branhamella catharralis, Bordetella pertussis, Staphilococco aureus, Propionibacterium acnes, Mycobacterium avium, Mycobacterium leprae, Mycobacterium intracellulare, Mycobacterium chelonae, Mycobacterium fortuitum e Mycobacterium kansasii. La sua azione si svolge mediante legame con la subunità ribosomiale 50S, inibendo la sintesi proteica della cellula batterica.
Indicazioni terapeutiche

Trattamento di infezioni causate da patogeni sensibili alla claritromicina. Infezioni del tratto rino-faringeo (tonsilliti, faringiti), dei seni paranasali. Otite Media Acuta (OMA, solo per il Klacid Bambini Granulare). Infezioni del tratto respiratorio inferiore: bronchiti, polmoniti batteriche e polmoniti atipiche. Infezioni della pelle: impetigine, eresipela, follicolite, foruncolosi e ferite infette. Infezioni odontostomatologiche acute e croniche sostenute da germi sensibili.

Infezioni micobatteriche, localizzate o diffuse, sostenute da Mycobacterium avium o Mycobacterium intracellulare.

Infezioni localizzate dovute a Mycobacterium chelonae, fortuitum o kansasii.

La claritromicina, in presenza di riduzione dell'acidità gastrica, è indicata nell'eradicazione dell'Helicobacter pylori, producendo un conseguente decremento della ricorrenza dell'ulcera peptica.
Posologia e modo di somministrazione

Via endovenosa: La dose raccomandata è di 4-8 mg/kg/die in due somministrazioni giornaliere. La preparazione della soluzione da iniettare avviene attraverso la dissoluzione della polvere nel solvente, e la successiva diluizione in soluzione glucosata al 5% o fisiologica, fino al raggiungimento di una concentrazione finale di 1-2 mg/mL.

Si consiglia comunque di non superare la dose massima di 1 g in due somministrazioni giornaliere.

La somministrazione deve essere proseguita, a seconda della gravità dell'infezione, fino a 6-14 giorni. Nei pazienti con insufficienza renale in cui la clearance della creatinina è inferiore a 30 mL/min, il dosaggio deve essere ridotto della metà.

In tali pazienti la somministrazione non deve essere proseguita oltre i 14 giorni.



LEVOXACIN
Ciascun flacone da 100 ml di LEVOXACIN soluzione per infusione contiene 500 mg (5 mg/ml) di levofloxacina.
Levofloxacina è un antibatterico appartenente alla classe dei fluorochinolonici ed è l’ enantiomero S (-) del racemo di ofloxacina. LEVOXACIN esplica la sua potente attività antibatterica mediante l’inattivazione selettiva della DNA-girasi batterica e della  topoisomerasi IV.

Microrganismi sensibili:

Aerobi Gram-positivi: Enterococcus faecalis1, Stahylococcus aureus1 methi-S, Staphylococcus haemolyticus methi-S, Staphylococcus saprophyticus, Streptococci di  gruppo C e G, Streptococcus agalactiae, Streptococcus pneumoniae1 peni-I/S/R, Streptococcus pyogenes1.

Aerobi Gram-negativi: Acinetobacter baumannii1, Citrobacter freundii1, Eikenella corrodens, Enterobacter aerogenes, Enterobacter agglomerans, Enterobacter cloacae1, Escherichia coli1, Haemophilus influenzae1 ampi-S/R, Haemophilus para-influenzae1, Klebsiella oxytoca, Klebsiella pneumoniae1,  Moraxella catarrhalis1 b+ /b-, Morganella morganii1, Pasteurella multocida, Proteus mirabilis1, Proteus vulgaris, Providencia rettgeri, Providencia stuartii, Pseudomonas aeruginosa1, Serratia marcescens1.

Anaerobi: Bacteroides fragilis, Clostridium perfringens, Peptostreptococcus

Altri : Chlamydia pneumoniae1, Chlamydia psittaci, Legionella pneumophila1, Mycoplasma pneumoniae1.

Microrganismi  con sensibilità intermedia

Aerobi Gram-positivi: Staphylococcus haemolyticus methi-R.

Aerobi Gram-negativi: Burcholderia cepacia

Anaerobi: Bacteroides ovatus, Bacteroides thetaiotamicron, Bacteroides vulgatus. Clostridium difficile.

Microrganismi resistenti

Aerobi Gram-negativi: Staphylococcus aureus methi-R

Altre informazioni

Il meccanismo di resistenza è generalmente causato da una mutazione gyr-A. In vitro c’è cross-resistenza tra levofloxacina ed altri fluorochinolonici. Resistenze acquisite con levofloxacina sono state recentemente documentate: S.pneumoniae Francia <1%;  H.influenzae: rare.

Per il particolare meccanismo di azione non c’é cross-resistenza tra levofloxacina e altri antibiotici.

Le infezioni nosocomiali causate da P.aeruginosa richiedono una terapia combinata.
Indicazioni terapeutiche

Negli adulti per i quali è indicata una terapia per via intravenosa, LEVOXACIN iniettabile è indicato nel trattamento delle infezioni sostenute da germi sensibili alla levofloxacina :

Polmoniti acquisite in comunità.

Infezioni complicate delle vie urinarie (incluse le pielonefriti).

Infezioni della pelle e dei tessuti molli.

Devono essere considerate le linee guida nazionali sull’uso appropriato degli antibatterici.

 

Posologia e modo di somministrazione

LEVOXACIN iniettabile può essere somministrato una o due volte al giorno per infusione intravenosa lenta. Il dosaggio dipende dal tipo, dalla gravità dell’infezione e dalla sensibilità del patogeno ritenuto causa dell’infezione.

Dopo alcuni giorni di terapia è generalmente possibile passare dal trattamento endovenoso a quello orale (LEVOXACIN 250 o 500 mg compresse), tenendo conto delle condizioni del paziente. Data la bioequivalenza della forma orale e parenterale, può essere utilizzato lo stesso dosaggio.

Durata del trattamento

La durata del trattamento dipende dal decorso clinico. Come per tutte le altre terapie antibiotiche, il trattamento con LEVOXACIN (iniettabile o compresse) deve essere continuato per un minimo di 48-72 ore dopo lo sfebbramento, o dopo la dimostrazione di eradicazione batterica.



Modo di somministrazione

LEVOXACIN iniettabile deve essere somministrato solo  mediante infusione intravenosa  lenta, una o due volte al giorno, con una durata massima di trattamento di 14 giorni. Il tempo di infusione  non deve durare meno di 60 minuti per la soluzione di LEVOXACIN 500 mg per infusione (vedi punto 4.4. Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso). Dopo alcuni giorni di terapia è possibile passare al  trattamento orale con lo stesso dosaggio, tenendo conto delle condizioni del paziente.

Per le incompatibilità/compatibilità con altre soluzioni per infusione si rimanda ai punti rispettivamente 6.2 e 6.6.

Sono raccomandate le seguenti dosi :



Pazienti con funzionalità renale normale (Clearance della creatinina > 50 ml/min)

Indicazioni                                                      Dosi singole giornaliere (in relazione alla gravità)

Polmoniti acquisite in comunità                             500 mg una o due volte al giorno

Infezioni delle vie urinarie (incluse le                    250 mg una volta al giorno (1)

pielonefriti)

Infezioni della pelle e dei tessuti molli                   500 mg due volte al giorno

(1)          Deve essere considerato l’incremento della dose in caso di infezioni gravi.


Pazienti con ridotta funzionalità renale (Clearance della creatinina <50 ml/min)

Dosi




250 mg/24 h

500 mg/24 h

500 mg/12 h

Clearance della creatinina

Prima dose 250 mg

Prima dose 500 mg

Prima dose 500 mg




Dosi successive

Dosi successive

Dosi successive

50-20 ml/min 

125 mg/24 h

250 mg/24 h

250 mg/12 h

19-10 ml/min 

125 mg/48 h

125 mg/24 h

125 mg/12 h

< 10 ml/min

125 mg/48 h

125 mg/24 h

125 mg/24 h
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