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Dott. Gianluigi Morello antibioticoterapia in U. T. I


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            incluse emodialisi e  dialisi peritoneale (*) ambulatoriale continua

*) Non sono richiesti aggiustamenti dopo emodialisi o dialisi peritoneale ambulatoriale continua



Pazienti con ridotta funzionalità epatica

Non è necessaria alcuna modifica del dosaggio in quanto la levofloxacina viene metabolizzata  solo in piccola quantità dal fegato e viene escreta  principalmente per via renale.



Pazienti anziani

Non è necessaria alcuna modifica del dosaggio se non quella imposta da considerazioni sulla funzionalità renale.



Controindicazioni

LEVOXACIN iniettabile non deve essere somministrato:

-a paz che abbiano manifestato ipersensibilità alla levofloxacina o a qualunque altro chinolonico,

-a pazienti epilettici,

-a pazienti con anamnesi di affezioni tendinee correlate alla somministrazione di chinolonici,

-a bambini e adolescenti,

-alle donne in stato di gravidanza e durante l’allattamento.

 

Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso

Nei casi più gravi di polmonite pneumococcica la terapia con LEVOXACIN può non essere considerata ottimale.Le infezioni nosocomiali causate da Pseudomonas aeruginosa possono richiedere terapia combinata. Tempo di infusione. Deve essere rispettata la raccomandazione relativa al tempo di infusione che non deve durare meno di 60 minuti per la soluzione per infusione di LEVOXACIN 500 mg. E’ ben conosciuta la comparsa di tachicardia e una temporanea diminuzione della pressione arteriosa durante l’infusione con ofloxacina. In casi rari potrebbe, in seguito ad una grave diminuzione della pressione, manifestarsi un collasso cardiocircolatorio. Se una diminuzione importante della pressione arteriosa si manifesta durante l’infusione di levofloxacina (l’isomero levogiro della ofloxacina) l’infusione deve essere immediatamente sospesa.

Malattia da Clostridium difficile. Se si manifesta una diarrea grave, persistente e/o con sanguinamento durante o dopo la terapia, questa potrebbe essere associata alla malattia da Clostridium difficile, la cui forma più grave è la colite pseudomembranosa, affezione che richiede la sospensione immediata della terapia e l’adozione di un immediato e idoneo trattamento con misure adeguate e con terapia specifica (es. vancomicina orale). In questa situazione clinica i prodotti che inibiscono la peristalsi sono controindicati.

Tendinite. Durante la terapia con chinolonici sono stati riportati rari casi di tendinite, che ha coinvolto il tendine di Achille fino alla rottura. I pazienti anziani sono risultati i più esposti alla tendinite. Il rischio di rottura del tendine può essere aumentato dalla contemporanea somministrazione di corticosteroidi. Se si sospetta una tendinite, il trattamento con LEVOXACIN iniettabile deve essere immediatamente sospeso e deve essere adottata una terapia specifica (p.e. immobilizzazione).

Pazienti predisposti ad attacchi convulsivi

Come per altri chinolonici, in pazienti con anamnesi di episodi epilettici o predisposti ad attacchi convulsivi, così come in soggetti con lesioni del sistema nervoso centrale o in pazienti che ricevono terapie concomitanti come fenbufen o FANS-simili, oppure farmaci come la teofillina che riducono la soglia convulsiva (vedi punto 4.5. Interazioni), LEVOXACIN iniettabile è controindicato.



Pazienti con carenza della glucosio-6-fosfato-deidrogenasi

I pazienti con difetti latenti o accertati per l’attività della glucosio-6-fosfato-deidrogenasi, sono predisposti a reazioni emolitiche quando vengono trattati con antibatterici della classe dei chinoloni e  per tale ragione levofloxacina deve essere usata con cautela,



Pazienti  con insufficienza renale. Poichè la levofloxacina viene escreta principalmente per via renale, le dosi devono essere opportunamente adattate in caso di insufficienza renale.

Prevenzione della fotosensibilizzazione. Sebbene fenomeni di fotosensibilizzazione siano estremamente rari, durante la terapia con levofloxacina si raccomanda di non esporsi alla luce solare violenta o ad irradiazioni con raggi U.V. (p.e. lampada, solarium) al fine di evitare l’insorgenza di fotosensibilizzazione.



MERREM
MERREM 500 mg polvere per soluzione iniettabile

MERREM 1000 mg polvere per soluzione iniettabile


Un flaconcino contiene:

 

Merrem 500 mg

Merrem 1000 mg

 

Meropenem triidrato              

 

570 mg


 

1140 mg


pari a meropenem anidro         

500 mg

1000 mg


Meropenem è un antibiotico carbapenemico per uso parenterale, stabile alla deidropeptidasi-1 renale umana (DHP-I). Meropenem esercita la sua azione battericida interferendo con la sintesi della parete cellulare batterica. La facilità di penetrazione nelle cellule batteriche, l'alto grado di stabilità a tutte le serino-b-lattamasi e l'alta affinità per le Penicillin Binding Proteins (PBPs) rendono ragione della potente attività battericida del meropenem nei confronti di un ampio spettro di batteri aerobi e anaerobi. Le concentrazioni battericide sono generalmente comprese entro valori uguali o pari al doppio delle concentrazioni minime inibenti (MIC). Meropenem è stabile ai test di sensibilità e tali test possono essere eseguiti utilizzando i comuni metodi di routine. Test in vitro dimostrano che meropenem agisce sinergicamente con diversi antibiotici. E' stato dimostrato sia in vitro che in vivo che meropenem possiede un effetto post-antibiotico nei confronti dei batteri gram-positivi e gram-negativi. Un unico set di criteri di sensibilità è raccomandato per meropenem sulla base della farmacocinetica e della correlazione degli esiti clinici e microbiologici con il diametro della zona di inibizione e la concentrazione minima inibente (MIC) degli organismi infettanti. 

Lo spettro antibatterico in vitro del meropenem include la maggior parte dei ceppi batterici di rilevanza clinica, gram-positivi e gram-negativi aerobi ed anaerobi.
Indicazioni terapeutiche

Merrem è indicato per il trattamento, negli adulti e nei bambini, delle seguenti infezioni causate da uno o più batteri sensibili al meropenem:

-polmonite e polmonite nosocomiale

-infezioni delle vie urinarie

-infezioni intra-addominali

-infezioni ginecologiche, quali endometrite e PID

-infezioni della cute e dei tessuti molli

-meningite

-setticemia

terapia empirica, in monoterapia od in associazione con agenti antivirali od antifungini, di infezioni presunte in pazienti con neutropenia febbrile.

Merrem per via endovenosa è stato utilizzato in pazienti affetti da fibrosi cistica con infezioni croniche delle basse vie respiratorie con risultati positivi, sia in monoterapia sia in associazione con altri agenti antibatterici. Non sempre è stata provata l’eradicazione dei microorganismi.
Posologia e modo di somministrazione

Adulti

Il dosaggio e la durata della terapia dovranno essere stabiliti in base al tipo ed alla gravità dell'infezione ed alle condizioni del paziente. La dose giornaliera consigliata è la seguente:

500 mg  e.v. ogni 8 ore nel trattamento della polmonite, delle infezioni delle vie urinarie, delle infezioni ginecologiche quali endometrite e PID, delle infezioni della cute e dei tessuti molli;

1 g e.v. ogni 8 ore nel trattamento di polmoniti nosocomiali, peritonite, infezioni presunte in pazienti neutropenici, setticemia;

2 g ogni 8 ore nel trattamento della meningite.

2 g ogni 8 ore nel trattamento della fibrosi cistica.

 

Come con altri antibiotici, si raccomanda cautela quando meropenem viene impiegato in pazienti in condizioni particolarmente critiche con infezioni delle basse vie respiratorie il cui agente patogeno noto o sospetto sia Pseudomonas aeruginosa.



Durante il trattamento di infezioni dovute a Pseudomonas aeruginosa si raccomanda di eseguire regolarmente il test di sensibilità.

Dosaggio nei pazienti adulti con insufficienza renale

Il dosaggio deve essere ridotto nei pazienti con clearance della creatinina inferiore a 51 ml/min, come segue:

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Clearance della      Dose (basata su      Intervallo di

creatinina               dosi unitarie di         somministrazione

(ml/min)                  500 mg, 1g, 2g)

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26-50                            una dose             ogni 12 ore

10-25                           metà dose           ogni 12 ore



<10                              metà dose           ogni 24 ore

-----------------------------------------------------------------------------------

 

Merrem viene rimosso dal circolo durante l’emodialisi; se è necessario continuare il trattamento con Merrem si raccomanda di somministrare la dose unitaria (sulla base della gravità e del tipo di infezione) al completamento della procedura emodialitica allo scopo di riportare la concentrazione plasmatica a livelli terapeuticamente efficaci. Non sono disponibili dati relativi all'impiego di Merrem in pazienti in dialisi peritoneale.



 

Dosaggio nei pazienti adulti con insufficienza epatica

Nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica non è necessario alcun tipo di riduzione della dose (vedere par. 4.4 "Speciali Avvertenze e Precauzioni per l’uso").

 Nei pazienti anziani con normale funzionalità renale o valori di clearance della creatinina superiori a 50 ml/min non è necessaria alcuna riduzione del dosaggio.


Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso

Pazienti con anamnesi di ipersensibilità ai carbapenemici, penicilline o altri antibiotici beta-lattamici potrebbero essere ipersensibili a Merrem. Come con tutti gli altri antibiotici beta-lattamici, sono state riportate rare reazioni di ipersensibilità (ved.Par. 4.8 ‘Effetti Indesiderati’).

L'uso di Merrem, così come di altri antibiotici, può favorire lo sviluppo di microrganismi non sensibili, ed è pertanto necessario un continuo monitoraggio dei pazienti.

Si sconsiglia l'uso di Merrem nelle infezioni sostenute da Stafilococchi meticillino-resistenti.

Gli antibiotici devono essere prescritti con cautela agli individui con una storia di malattia gastrointestinale, particolarmente la colite.

La colite pseudomembranosa, che può variare per gravità da una forma lieve auna pericolosa per la vita e che può essere praticamente osservata con tutti gli antibiotici, è stata riportata raramente con Merrem. E' importante quindi considerare una diagnosi di colite pseudomembranosa in pazienti che sviluppano diarrea in concomitanza dell'impiego di Merrem.

Quantunque studi indichino che una tossina prodotta dal Clostridium difficile sia una delle cause primarie di colite antibiotico-associata, dovrebbero essere considerate anche altre cause.

Deve essere considerata con prudenza la somministrazione di Merrem con farmaci potenzialmente nefrotossici.


PEFLACIN
Principio attivo: Pefloxacina mesilato 558,5 mg  pari a pefloxacina base 400 mg
Peflacin è una specialità a base di pefloxacina mesilato diidrato, un nuovo antibatterico di sintesi originale, appartenente alla famiglia dei chinoloni. L'azione antibatterica della pefloxacina è legata ad una interferenza con i meccanismi di sintesi del DNA cromosomico batterico. Approfondite ricerche batteriologiche hanno confermato l'attività della pefloxacina su un elevato numero di germi Gram-negativi e Gram-positivi responsabili di infezioni localizzate alle vie respiratorie e alle vie urinarie.
Indicazioni terapeutiche

Peflacin è indicato per il trattamento delle infezioni delle vie urinarie e delle vie respiratorie sostenute da germi sensibili alla pefloxacina.

 

Posologia e modo di somministrazione

L'uso del prodotto è riservato al trattamento di pazienti adulti.

La pefloxacina è attiva alla posologia giornaliera di 800 mg.

Somministrazione endovenosa: una fiala da 400 mg per infusione endovenosa lenta della durata di un'ora, in 250 ml di soluzione glucosata al 5%, da ripetere 2 volte al giorno ogni 12 ore.

Per ottenere più rapidamente elevate concentrazioni ematiche, è possibile impiegare una prima dose di attacco di 800 mg.



Somministrazione orale: possono essere adottati i seguenti schemi terapeutici:

2 compresse, una al mattino ed una alla sera, ai pasti;

oppure 2 compresse insieme, come dose d'attacco per ottenere più rapidamente elevate concentrazioni ematiche, seguite da una somministrazione ogni 12 ore.

In particolare, nella cistite non complicata della donna e nell'uretrite gonococcica dell'uomo 2 compresse sole in un'unica somministrazione durante un pasto.



Insufficienza epatica grave o riduzione del flusso ematico del fegato: si consiglia di utilizzare la forma iniettabile per un migliore adattamento della posologia quotidiana caso per caso, aumentando l'intervallo tra le singole somministrazioni. In particolare viene suggerita una dose di 8 mg/kg infusi per via endovenosa in un'ora:

- 2 volte al giorno in assenza di ittero e ascite;

- 1 volta al giorno in caso di ittero;

- ogni 36 ore in presenza di ascite ;

- ogni 48 ore in presenza sia di ascite sia di ittero.

 

Controindicazioni

Peflacin è controindicato nei pazienti che presentano una accertata ipersensibilità al farmaco o ad altri antibatterici del gruppo dei chinoloni e in quelli con insufficienza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi. PEFLACIN non deve essere somministrato a pazienti con precedenti di lesioni tendinee, tendiniti o rotture dei tendini.

Non essendone stata stabilita la sicurezza di impiego e in particolare non potendosi escludere la possibilità di danni alle cartilagini articolari negli organismi non ancora sviluppati, Peflacin non dev'essere somministrato nelle donne in stato di gravidanza, durante l'allattamento, nei pazienti in età pediatrica e nei ragazzi con incompleto sviluppo scheletrico.

 

Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso

La posologia deve essere opportunamente ridotta nei soggetti con insufficienza renale e/o epatica.

Come per tutti gli antibiotici e gli antibatterici, una terapia ottimale richiederebbe l'accertamento microbiologico della sensibilità del germe. In particolare, tenuto conto dell'incostante sensibilità alla pefloxacina di streptococchi e pneumococchi il prodotto non andrà prescritto nelle infezioni delle vie respiratorie in assenza di precisi accertamenti batteriologici.

Il paziente deve essere informato circa la possibile comparsa di dolore al tendine di Achille.

Nel caso in cui ciò avvenga, il paziente deve stare a completo riposo e informare il proprio medico che adotterà le opportune misure terapeutiche.

Durante il trattamento con pefloxacina può insorgere fotosensibilizzazione; pertanto i pazienti in terapia con pefloxacina non dovranno esporsi alla luce solare o a irradiazioni con raggi U.V.

Peflacin va usato con cautela nei pazienti in età avanzata e in pazienti con alterazioni del S.N.C., come per esempio epilessia e/o abbassamento della soglia convulsiva, precedenti anamnestici di convulsione, scarsa irrorazione cerebrale, alterazioni della struttura cerebrale o ictus. Nei pazienti con tendenza nota ad attacchi cerebrali, Peflacin va usato solo se associato ad una idonea terapia anticonvulsiva. A seguito dell'uso di pefloxacina sono stati riportati casi di tendinite che possono portare alla rottura del tendine di Achille. La rottura può insorgere rapidamente, anche entro le prime 48 ore di trattamento e può essere bilaterale. Porre quindi particolare attenzione alla comparsa di dolore o di edema locale durante il trattamento.

Nel caso si dovesse verificare una tendinite, sospendere il trattamento, mettere il paziente a riposo completo e intraprendere le opportune misure terapeutiche.

Fattori predisponenti alle tendiniti o alla rottura dei tendini sono: età superiore a 60 anni, esercizio fisico intenso, trattamento a lungo termine con corticosteroidi, fase precoce di deambulazione di pazienti a letto.

 

Interazioni

L'assunzione concomitante di antiacidi a base di alluminio e/o magnesio riduce l'assorbimento della pefloxacina somministrata per via orale.

Di conseguenza Peflacin compresse non va somministrato contemporaneamente ma a distanza di due ore dall'assunzione dell'antiacido.

 

Effetti indesiderati

Sono stati segnalati:

Reazioni di ipersensibilità : fotosensibilizzazione, eruzioni cutanee. Con l'uso del prodotto sono possibili reazioni anafilattoidi gravi (edema della lingua; edema della glottide, dispnea, ipotensione arteriosa fino allo shock pericoloso).

Effetti sul sistema nervoso (turbe neurologiche): cefalea, disturbi della vigilanza (insonnia), vertigini, mioclonie, convulsioni, turbe della coscienza.

Effetti sul tratto gastro-intestinale: gastralgia, nausea e vomito.

Alterazioni ematologiche: trombocitopenia, leucopenia, neutropenia, anemia e pancitopenia.

Altri: dolori muscolari e/o articolari, tendiniti, rottura del tendine di Achille.

Gli effetti indesiderati osservati nel corso della terapia con Peflacin, in base all'attuale esperienza, sono di norma transitori e scompaiono con la sospensione della terapia. In caso di comparsa di effetti collaterali, il medico dovrà valutare con cura l'opportunità o meno di interrompere il trattamento. Gli studi finora effettuati non consentono una valutazione definitiva dei possibili effetti collaterali di Peflacin; il suo profilo di tollerabilità è tuttavia simile a quello degli altri chinoloni, pertanto anche se non riportate per Peflacin, non si può escludere durante il trattamento la comparsa di eventuali reazioni indesiderate note per gli altri chinoloni.

I seguenti effetti collaterali sono già stati osservati con altri farmaci del gruppo dei chinoloni e probabilmente potrebbero presentarsi anche con Peflacin:

Reazioni di ipersensibilità : prurito, febbre da farmaco. Sono stati riportati singoli casi di macchie emorragiche simili a punture di parassiti (petecchie), formazioni di vescicole emorragiche (bolle emorragiche) e piccoli noduli (papule) con formazione di crosticine a causa dell'interessamento dei vasi (vasculite).

Effetti sul sistema nervoso (neurotossicità): sonnolenza, eretismo, fotofobia, confusione, allucinazioni, depressione, reazioni psicotiche, incubi, disturbi della deambulazione (alterazioni della coordinazione muscolare), alterazioni della sensibilità periferica, disturbi della vista (per es. diplopia, allucinazioni colorate).

Effetti sul tratto gastro-enterico: flatulenza, anoressia, dolori addominali, diarrea. Se durante o dopo la terapia dovesse comparire diarrea grave e persistente va informato immediatamente il medico, poichè questi potrebbero essere i sintomi di una colite in progressivo peggioramento (colite pseudomembranosa), che va trattata immediatamente. In questi casi sospendere subito il trattamento con il farmaco ed adottare una terapia adeguata (per esempio vancomicina orale 4 X 250 mg/die). Sono controindicati i farmaci che inibiscono la peristalsi.

Effetti su cuore e circolazione: ipotensione, tachicardia

Alterazioni ematologiche: anemia, eosinofilia.

Effetti sul rene: danni ai tubuli renali.

Alterazioni dei parametri di laboratorio: aumento delle transaminasi, della fosfatasi alcalina, della bilirubina sierica; aumento della creatinina sierica.

Altri: iperglicemia, tenosinoviti, disturbi dell'olfatto e del gusto.

PIERAMI


Una fiala contiene:

100

250

500

Principio attivo:










amikacina solfato

mg 133,5

mg 333,8

mg 667,5

pari ad amikacina base

mg 100,0

mg 250,0

mg 500,0)


Amikacina è un antibiotico semisintetico appartenente al gruppo degli aminoglicosidi. Il meccanismo d'azione, di tipo battericida, è analogo a quello degli altri aminoglicosidi e si esplica mediante inibizione della sintesi proteica del microrganismo per il verificarsi di un legame molto stabile tra antibiotico e punto di attacco ribosomiale. Amikacina possiede in vitro un largo spettro d'azione che comprende numerosi microrganismi sia Gram-positivi che Gram-negativi: Staphilococcus aureus (compresi i ceppi produttori di penicillinasi e quelli meticillino resistenti), E. coli, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa, Proteus indolo positivo e negativo, Providencia stuartii, Salmonella spp, Shigella spp, Acinetobacter. Amikacina non viene degradata dalla maggior parte degli enzimi che inattivano gli altri aminoglicosidi, per cui i microorganismi resistenti alla gentamicina, alla tobramicina ed alla kanamicina risultano invece sensibili all'amikacina.
Indicazioni terapeutiche

Pierami è indicato nel trattamento a breve termine di infezioni gravi da ceppi sensibili di germi Gram-negativi, comprese le specie di Pseudomonas, E. coli, Proteus indolo + e indolo -, di Providencia, del gruppo Klebsiella-Serratia e di Acinetobacter.

Questo antibiotico si dimostra efficace:

-nella terapia delle batteriemie, delle setticemie e delle sepsi neonatali;

-nella terapia delle infezioni gravi delle vie respiratorie, delle ossa e delle articolazioni, del SNC (inclusa la meningite), delle infezioni intraaddominali (inclusa la peritonite), delle ustioni e delle infezioni post-operatorie (incluse quelle della chirurgia vascolare);

-nella terapia delle infezioni gravi, complicate e ricorrenti, delle vie urinarie, causate da germi Gram-negativi. Per contro, come gli altri aminoglicosidi, l'amikacina non è indicata negli episodi infettivi iniziali non complicati del tratto urinario, quando l'agente eziologico è sensibile ad antibiotici potenzialmente meno tossici;

-nella terapia delle infezioni da stafilococco; perciò si può adottare come terapia d'attacco in caso di infezioni stafilococciche accertate o presunte, quando il paziente è allergico ad altri antibiotici, o è presente un'infezione mista da Stafilococchi e Gram-negativi;

-nella terapia delle sepsi neonatali, quando il test di sensibilità indica che altri aminoglicosidi non si possono impiegare. In tali casi può essere indicata anche una terapia concomitante con un antibiotico di tipo penicillinico, a causa della possibilità di sovrinfezione da Gram-positivi (streptococchi o pneumococchi). Pierami è in grado di combattere le infezioni da germi Gram-negativi resistenti alla gentamicina ed alla tobramicina, particolarmente da Proteus rettgeri, Providencia stuartii, Serratia marcescens e Pseudomonas aeruginosa.

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