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Piano di gestione


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1.5.2. DESCRIZIONE DELLE AREE E DELLE TECNICHE AGRICOLE E ZOOTECNICHE

Il territorio in esame è caratterizzato da un’agricoltura poco intensiva, con resti visibili di coltivazioni su piccoli terrazzamenti delimitati da muretti a secco dove un tempo crescevano carrubi, fichi, ulivi, viti ed attualmente si diffondono le specie tipiche della macchia mediterranea. Diffuso è l’abbandono di aree agricole e la presenza di aree incolte tenute a riposo o situazioni di prati stabili poliennali utilizzati per pascolo del bestiame ovi-caprino e bovino.


L’indirizzo colturale prevalente risulta essere quello zootecnico, con allevamento brado di bovini e ovini (in misura minore caprini ed equini). Sono presenti zone con sistemazioni agroforestali tradizionali (in particolare terrazzamenti e gradonamenti), così come elementi di continuità ecologica quali siepi e filari, soprattutto di specie quercine. I suoli agricoli risultano in gran parte non lavorati, essendo occupati da pascoli e prati-pascoli e in subordine da oliveti.

All’interno del territorio in esame sono frequenti incendi controllati per la ripulitura dei pascoli, che portano però a un degrado del pascolo stesso (diffusione dell’ampelodesma) e a seri rischi di incendi devastanti per il territorio.

Il grado di utilizzazione del pascolo è medio, con lievi danni da calpestio e danni evidenti alla vegetazione forestale/arbustiva.

Nell’area è presente un allevamento misto (bovino e ovi-caprino) di tipo estensivo a duplice attitudine (carne e latte).

Considerando l’aspetto prettamente agronomico si può affermare, a grandi linee, che si tratta di un’area ad agricoltura poco intensiva, con resti visibili di coltivazioni con piccoli terrazzamenti delimitati da muretti a secco dove un tempo crescevano carrubi, fichi, ulivi, viti ed attualmente si diffondono le specie tipiche della macchia mediterranea (Acquafredda). Diffuso è l’abbandono di aree agricole e la presenza di aree incolte tenute a riposo o situazioni di prati stabili poliennali utilizzati per pascolo del bestiame ovi-caprino e bovino.

All’interno dei siti, le superfici a seminativo sono molto limitate (meno di dieci ettari) e risultano poco diffuse anche le coltivazioni di piante legnose (agrumeti, oliveti, vigneti). Non risultano presenti aziende agricole di dimensioni superiore a dieci ettari di SAU e i piccoli campi presenti soprattutto nelle zone limitrofe e interne ai centri abitati sono condotti familiarmente e l’indirizzo colturale prevalente risulta quello orticolo. Non si segnalano aziende con modalità di coltivazione intensive e particolarmente impattanti sul territorio.

L’analisi delle informazioni contenute nei documenti catastali e di immagini aereo fotografiche dei decenni passati evidenziano una riduzione dell’attività agricola, dal momento che in passato risultavano molto più diffusi frutteti e carrubeti (una volta coltivati e oggi completamente abbandonati o addirittura scomparsi). Inoltre, molti terreni che in passato erano classificati o classificabili come pascoli risultano oramai trasformati in macchia o arbusteti.

1.5.3. DESCRIZIONE DELLE AREE FORESTALI

All’interno dei tre SIC costieri tirrenici le superfici di interesse forestali si estendono complessivamente su circa 740 ettari, con un indice di boscosità pari a poco meno del 70%.

Considerando i boschi assimilabili alla categoria di “boschi alti” dell’INFC, la diffusione di tale categoria all’interno dei tre siti risulta pari 290 ettari, a cui corrisponde un indice di boscosità pari al 27%.
Tra le formazioni arboree, le tipologie più diffuse sono i boschi a prevalenza di roverella, i boschi di leccio e le macchie alte di latifoglie sempreverdi, mentre tra le formazioni arbustive risultano particolarmente estese le macchie a lentisco e fillirea e le garighe a lentisco.

BOSCHI













Categoria fisionomica

Acquafredda

di

Maratea



Isola S. Ianni

e costa


prospiciente

Marina

di

Castrocucco



Totale SIC costieri Maratea

Boschi (o macchie alte) di leccio (leccio arboreo)

16,33

23,92

45,61

85,86

Macchia a leccio con altre sclerofille (leccio arborescente)




3,51

27,24

30,75

Macchia mista di altre sclerofille




3,42

14,92

18,34

Querceti misti termofili con roverella prevalente

26,74

13,53

58,22

98,49

Formazioni di pino d’Aleppo

23,97

3,66

29,09

56,72

totale BOSCHI

67,03

48,04

175,09

290,16
















ARBUSTETI













Categoria fisionomica

Acquafredda

di

Maratea



Isola S. Ianni

e costa


prospiciente

Marina

di

Castrocucco



Totale SIC costieri Maratea

Cespuglieti misti a specie del pruneto

8,43







8,43

Gariga a euforbia

5,37

3,45

 

8,82

Gariga a lentisco

 

10,35

171,22

181,57

Gariga a rosmarino e cisto

 

 

5,34

5,34

Ginepreti (ginepro prevalente)

2,59

 

0,31

2,9

Ginestreti (ginestra prevalente)

24,64

 

2,6

27,24

Macchia termofila con fillirea e/o lentisco prevalenti

32,68

16,53

167,1

216,31

Totale ARBUSTETI

73,71

30,34

346,56

450,61

Nonostante la larga diffusione delle aree di interesse forestale, l’attività selvicolturale risulta assolutamente marginale.

Ciò è dovuto all’elevata pendenza di molte zone, alla viabilità insufficiente per le operazioni di esbosco, alla composizione specifica di molte aree con elevata presenza di specie legnose poco richieste dal mercato attuale.

Ma il motivo principale è la scarsa vigoria di molte aree boscate, nonché l’elevata percentuale di macchie e garighe, che complessivamente rappresentano circa il 61% delle superfici di interesse forestale, mentre i boschi definiti ai sensi del D.L. 227/2001 (come modificato dal D.L. 5/2012) e delle normative regionali in materia di foreste risultano essere solamente il 39%.

La maggior parte di queste garighe e di questi arbusteti non risulta censito dalla carta forestale regionale della regione basilicata, i cui confini sono stati delimitati sulla base della fotointerpretazione dell’ortofoto digitale del 1999 (INEA, 2006): le differenze registrate con i rilievi effettuati per l’elabroazione del piano di gestione testimoniano quindi l’elevato dinamismo degli ecosistemi di interesse forestale presenti nella zona, che interessa anche le pinete di origine artificiale in quanto frequentemente interessate dal passaggio di incendi.

Tali considerazioni sulle dinamiche evolutive degli ecosistemi si riflettono quindi automaticamente sulla gestione dei siti e degli habitat, in quanto molti degli habitat di interesse comunitario presenti nel territorio indagato risultano fortemente soggette a trasformazioni legate ai fenomeni di successione secondaria e ai cambiamenti delle attività antropiche svolte nel territorio.

All’interno dei SIC in esame, sono state inoltre individuate alcune piante di elevato valore naturalistico e paesaggistico per le elevate dimensioni, nel Sito di Marina di Castrocucco, in particolare in località La Secca, dove sono presenti piante secolari di Quercus virgiliana e di Olea europaea.


1.5.4. CARATTERIZZAZIONE DELLE AREE AGRICOLE RISPETTO AGLI HABITAT ED ALLE SPECIE DELLA DIR. 92/43/CEE E CONSIDERAZIONI SULL’IMPATTO DELLE TIPOLOGIE E DELLE PRATICHE DI GESTIONE AGRO-FORESTALE

In riferimento agli habitat di interesse comunitario segnalati all'interno dei Siti, le aree agricole risultano interessate dai seguenti habitat:



  • 5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-steppici

  • 6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco – Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)

  • 6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea

Tutti gli habitat sopra menzionati si sviluppano su terreni pascolati e la loro conservazione è strettamente connessa con il mantenimento delle attività agricole attualmente ancora svolte nel territorio. Di particolare importanza risulta il proseguimento dell'attività pastorale, che è indispensabile per impedire i processi di successione secondaria che tenderebbero naturalmente a trasformare le praterie dapprima in arbusteti e successivamente in bosco. La gestione a pascolo permette infatti di mantenere lo stato attuale dei luoghi attraverso varie azioni:



  • il brucamento diretto da parte degli animali;

  • il taglio/estirpazione degli arbusti da parte dell'uomo;

  • il passaggio ripetuto di incendi.

Come già sottolineato, il fuoco risulta un elemento importante per la conservazione delle garighe a prevalenza di Ampelodesmus mauritanicus, ma ciò non significa che le pratiche del debbio e del “fuoco controllato”, attualmente ancora applicate nell'agricoltura locale, debbano essere favorite e/o permesse: seppure in questo modo sia possibile arrestare la naturale evoluzione degli ampelodesmeti, gli incendi portano a una notevole perdita di biodiversità dal punto di vista floristico, al un notevole aumento di rischi di fenomeni erosivi e franosi, alla perdita di habitat per numerose specie animali, alla semplificazione ecosistemica e alla perdita di elementi importanti del paesaggio costiero marateota.


CARTOGRAFIE:

C9. Carta dell’uso del suolo in scala 1:10.000 (con legenda Corine Land Cover V livello);

C10. Carta di sovrapposizione tra la Carta dell’uso del suolo e la Carta degli habitat in scala 1:10.000
1.6. CARATTERIZZAZIONE PAESAGGISTICA (a cura del Dott. Lauciello)
Introdurre questo capitolo con un testo (20-50 righe) che riassume quanto specificato nei paragrafi seguenti. L'ottica attraverso cui caratterizzare i paesaggio dovrebbe fare riferimento all'area vasta ed identificare il/i SIC in funzione delle loro relazioni attuali e potenziali con la rete ecologica regionale. Strumento di riferimento per la redazione di questo capitolo saranno i testi di Menegoni et al. (2009): Sistema Ecologico Funzionale Territoriale. Regione Basilicata Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità, Quad. 2.
1.6.1. IDENTIFICAZIONE DELLE COMPONENTI DEL PAESAGGIO

Enumerare i sistemi di terre per delineare le principali unità fisiografiche caratterizzanti l'area vasta. Definirne il servizio ecosistemico nel contesto territoriale e rileggere criticamente l'uso del suolo contestualizzandolo al sistema di terre di riferimento.

Individuare le tipologie di paesaggio cheinteressano assetti geomorfologici diversi (aree sommitali, versanti, fondovalle...) e descrivere il paesaggio in cui è/sono compreso/i il/i SIC come il risultato dell'interazione tra:

- matrice fisica (abiotica)

- matrice naturale (vegetazione, flora, fauna)

- matrice antropica (uso del suolo)


1.6.2. INTERAZIONI TRA LUOGHI E UNITÀ AMBIENTALI

Descrivere come l'uso del suolo interagisce con la morfologia naturale di area vasta e ne determina variazioni nelle funzioni ecosistemiche e nell'assetto generale del territorio.

Confrontare l’attuale uso del suolo e l'assetto territoriale con quello previsto (auspicato?) dagli strumenti di pianificazione e programmazioneurbanistico-territoriale.
1.6.3. VARIAZIONI DEL PAESAGGIO E TENDENZE EVOLUTIVE DELLE TRASFORMAZIONI TERRITORIALI

Così come la configurazione del paesaggio dipende da fenomeni naturali e azioni antropiche,la sua evoluzione deriva tantodall’azione del fenomeno geologico, quanto dall’azione dell’uomo. Descrivere pertanto le evidenze in termini di "persistenze", "trasformazioni" e "abbandono" del territorio, ove con "persistenze" si intende il permanere di usi inveterati e tradizionali; con "trasformazioni" si intende il risultato di un processo di modernizzazione tecnologica dei sistemi produttivi o l'ampliamento/intensificazione dell'uso agricolo di particolari contesti territoriali (naturale che diventa agricolo; agricolo che diventa urbano); con "abbandono" si intende la marginalizzazione di territori agricoli non meccanizzabili o di limitata superficie produttiva, con conseguente instaurazione di processi naturali tendenti verso il ripristino della vegetazione potenziale.


1.6.4. RELAZIONE CON LA RETE ECOLOGICA REGIONALE ED INDIVIDUAZIONE DEI CORRIDOI ECOLOGICI PRESENTI E POTENZIALI

Descrivere il/i SIC e le aree naturali di permanenza o abbandono dell'area vasta come "nodal points" di una rete ecologica i cui elementi costitutivi possono essere già presenti (ad es. reti fluviali, siepi, coste, ecc.) oppure da progettare e/o integrare. Evidenziare anche eventuali necessità di ampliamento o di individuazione di "buffer zones" (ad es. nel caso di aree riparie di piccoli corsi d'acqua, per le quali un' eccessiva prossimità di terreni lavorati potrebbe comprometterne la funzionalità come elementi connettivi).



1.7. DESCRIZIONE URBANISTICA E PROGRAMMATICA (a cura del Dott. Lauciello)

1.7.1. STRUMENTI NORMATIVI E DI PIANIFICAZIONE DI SETTORE VIGENTI SUL TERRITORIO

1.7.2. DESCRIZIONE DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

1.7.3. RAPPORTI CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE

1.7.3.1. Piano Paesaggistico Regionale

1.7.3.2. Piano di Tutela delle Acque

1.7.3.3. Piano per l’Assetto Idrogeologico



1.7.4. RAPPORTI CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE DEGLI ENTI LOCALI

1.7.4.1. Piano Urbanistico Provinciale

1.7.4.2. Piano Regolatore dell’Area di Sviluppo Industriale ...

1.7.4.3. Programma di Fabbricazione del Comune di...

1.7.4.4. Piano Urbanistico Comunale del Comune di ...

1.7.4.5. Programma di Fabbricazione del Comune di ...

1.7.4.6. I territori gestiti dall’Ente Foreste

1.7.5. MAPPA CATASTALE O DEFINIZIONE DI MACROZONE DEMANIALI

1.7.6. INVENTARIO DEI SOGGETTI AMMINISTRATIVI E GESTIONALI

1.7.7. CENSIMENTO DELLE PROGETTUALITÀ

1.7.8. ANALISI DEL PATRIMONIO INSEDIATIVO, DELLE INFRASTRUTTURE E DEI DETRATTORI AMBIENTALI

1.7.9. ANALISI E VALUTAZIONE DI COERENZA DEGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED URBANISTICA

1.7.10. ANALISI E VALUTAZIONE DI COERENZA DEGLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE

1.7.11. ANALISI E VALUTAZIONE DI COERENZA DI ALTRI PIANI E REGOLAMENTI VIGENTI CHE INCIDONO SUL TERRITORIO E SULLA CONSERVAZIONE DI SPECIE E HABITAT

1.7.12. REGOLAMENTI

1.7.13. NORME SULLA CONDIZIONALITÀ

1.7.14. PIANO DI SVILUPPO RURALE 2007/2013

1.7.15. PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE FESR 2007-2013
CARTOGRAFIE:

C11. Carta dei vincoli in scala 1:10.000;

C12. Carta degli strumenti urbanistici e di pianificazione che insistono sul territorio in scala 1:10.000;

C14. Carta dei PRG in scala 1:10.000;

C15. Carta delle presenze di insediamenti ed infrastrutture in scala 1:10.000.
1.8. DESCRIZIONE ARCHITETTONICA, ARCHEOLOGICA E CULTURALE (a cura del Dott. Lauciello)

1.8.1. GLI ELEMENTI IDENTITARI DEL PAESAGGIO DELL’AREA VASTA

1.8.2. LE TRADIZIONI POPOLARI DELL’AREA VASTA QUALI PERCORSI CULTURALI

1.8.3. DESCRIZIONE DEI VALORI ARCHEOLOGICI, ARCHITETTONICI E CULTURALI

1.8.4. INDIVIDUAZIONE DI AREE ARCHEOLOGICHE

1.8.5. INDIVIDUAZIONE DEI BENI ARCHITETTONICI ED ARCHEOLOGICI SOTTOPOSTI A TUTELA

1.8.6. COERENZA CON GLI OBIETTIVI DEL D. LGS. 42/04. CODICE DEI BENI CULTURALI E DEL PAESAGGIO

1.8.7. LA CULTURA INTANGIBILE

1.8.7.1. Usi e costumi

1.8.7.2. Eventi

1.8.7.3. Le istituzioni culturali. Le risorse organizzative e intellettuali

1.8.7.4. Luoghi e itinerari. Il paesaggio come risorsa culturale
CARTOGRAFIE:

C16. Carta dei beni architettonici e archeologici in scala 1:25.000.



1.9. CARATTERIZZAZIONE SOCIO-ECONOMICA (a cura del Dott. Lauciello)

La gestione di un’area naturale deve perseguire finalità di conservazione e tutela delle risorse naturali, muovendosi in una prospettiva di sviluppo socio-economico sostenibile dei territori coinvolti. Per questo la redazione di un piano di gestione non può prescindere dall’analisi degli aspetti antropici, intesi come aspetti sociali, economici, culturali, valutandone da una parte le interferenze con le risorse naturali, dall’altra le invarianti e le esigenze che devono essere tenute in considerazione nella gestione e negli usi del territorio.

Nell'ATO di riferimento Riportare qui di seguito un testo che riassume, in estrema sintesi, i contenuti dei paragrafi da 1.9.1 a 1.9.5.
1.9.1. IL QUADRO ECONOMICO E SOCIALE

La valutazione delle componenti sociali ed economiche che insistono su ciascuna ATO, finalizzata alla costruzione dello scenario che contraddistingue ogni territorio oggetto di analisi, risulta di fondamentale importanza sia per l’implementazione della successiva attività di “partecipazione”, sia per la comprensione delle dinamiche che hanno attraversato e attualmente indirizzano le varie aree. Infatti, in merito al primo aspetto, una volta individuati gli “stakeholders” che per motivazioni diverse si interfacciano con le “ aree protette” presenti nel territorio competente, la conoscenza dei aspetti economico-sociali rappresenta un utile strumento per la definizione del questionario da somministrare, più consono alle peculiarità dell’ambito trattato. Per quanto concerne il secondo aspetto, invece, la definizione della situazione socio-economica in cui si trova una specifica area, ma soprattutto del trend presentato dai vari indicatori, può rappresentare il momento di verifica delle relazioni e delle pressioni, eventualmente innescate, con le aree da tutelare e le rispettive risorse.

1.9.1.1. Descrizione del contesto socio-economico

1.9.1.2. Analisi economica

1.9.1.3. Presenza di aree protette, suddivise per tipologia
1.9.2. LA SITUAZIONE DEMOGRAFICA

E’ opportuno esaminare la componente antropica, degli ultimi dieci anni, attraverso i dati ISTAT reperiti dall’ultimo Censimento della popolazione (http://www.istat.it/dati/catalogo/20080618_01/popolazione_legale.pdf; (http://www.istat.it/dati/catalogo/20071025_02/ per la provincia di Matera) che, pur risalendo al 2001, può essere integrato dai dati pubblicati annualmente (http://demo.istat.it/) in merito alla popolazione residente (distinta per età, sesso e stato civile) e a principali fenomeni demografici avvenuti durante il periodo esaminato. Le informazioni sono disponibili per comune e consentono la successiva elaborazione dei tassi di natalità (Rapporto tra il numero dei nati vivi dell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000) e mortalità (Rapporto tra il numero dei decessi nell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000), del tasso di crescita naturale (differenza tra il tasso di natalità e il tasso di mortalità), tasso delle previsioni della popolazione residente ( confronto tra i risultati di due censimenti consecutivi 1991-2001), dell’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14 anni, moltiplicato per 100.), del tasso migratorio netto (rapporto tra il saldo migratorio dell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000) per il periodo intermedio.

E’ utile, inoltre, elaborare il rapporto tra la variazione percentuale annua della popolazione residente nei comuni in cui ricade il Sic e la variazione percentuale annua della popolazione residente in Basilicata ai fini della valutazione del trend socioeconomico del territorio.

L’utilizzo di tali informazioni risulta quanto mai opportuno ai fini della valutazione della pressione che può essere esercitata dagli insediamenti umani sulle componenti naturali in termini generali e, più specificatamente, sulle aree protette, quindi, la conseguente estrapolazione del dato sulla “densità abitativa” (abitanti per kmq) offre un contributo più puntuale alla definizione dello scenario antropico. Interfacciando, poi, gli indici afferenti all’invecchiamento della popolazione con gli indicatori relativi al bilancio demografico si possono individuare le aree segnate da problemi socioeconomici e in regressione.

1.9.2.1. Variazioni demografiche

1.9.2.2. Situazione sociale

1.9.2.3. Valutazione della popolazione presente
1.9.3. IL MERCATO DEL LAVORO

Gli indicatori sul tasso di scolarità, distinti per scuola dell’obbligo, scuola superiore e università (rapporto tra gli studenti iscritti al livello di istruzione considerato e la popolazione residente appartenente alla corrispondente classe teorica di età per 100) e in genere sul livello di istruzione rappresentano un altro gruppo di informazioni utili per capire, in ciascuna area, le possibilità di successo o insuccesso della pianificazione da adottare in funzione della risposta della popolazione, che può dipendere anche dal grado di conoscenza e comprensione delle tematiche proposte. Anche in questo caso, l’interfaccia con i dati sulle attività economiche dislocate nel ed intorno al sito aggiunge un altro tassello alla definizione delle possibilità di sviluppo eventualmente presenti in ogni realtà e sulla disponibilità della popolazione ad utilizzare la medesima sia nel breve che nel lungo periodo.

In merito alle attività economiche, è utile individuare tutti i settori produttivi che si trovano ad esercitare in ciascuna area. Più specificatamente, dovendo valutare l’intensità delle stesse, risulta di fondamentale importanza risalire al tasso di attività (Rapporto tra le persone appartenenti alle forze di lavoro e la popolazione di 15 anni e più), di occupazione (rapporto tra gli occupati e la corrispondente popolazione di riferimento),di disoccupazione (Rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro) e di disoccupazione giovanile (Rapporto tra le persone in cerca di occupazione comprese tra i 15 e i 24 anni e le forze di lavoro) utilizzando sempre la stessa fonte informativa. Tale tipologia d’informazione consente di valutare la pressione esercitata da ciascuna attività sulle diverse componenti naturali del sito e quindi elaborare le dovute considerazioni in merito alla gestione della singola realtà. Per quanto concerne i settori non agricoli, per poter comprendere le attitudini produttive dell’area, sarà opportuno individuare gli addetti per settore, il valore aggiunto per settore e per occupati ed il PIL procapite.

Sul sito della regione Basilicata (www.basilicatanet.it) è possibile accedere all’Annuario statistico Regionale 2009 e 2010 (http://www.basilicatanet.it/annuariostatistico/index.html; rsdi.regione.basilicata.it/geoserver/www/annuario/


...annuario/Annuario.pdf) che riporta i dati aggiornati al 2007-2009

1.9.3.1. Occupazione per settore di attività economica

1.9.3.2. Soggetti pubblici e privati operanti in campo ambientale
1.9.4. TURISMO

Sul sito della Regione Basilicata (www.basilicatanet.it) è possibile accedere all’Annuario statistico Regionale 2009 e 2010 (http://www.basilicatanet.it/annuariostatistico/index.html anche per informazioni relative all’aspetto turistico, altro ambito di valutazione necessario ai fini dell’analisi che tuttavia, secondo i dati disponibili, non permette una valutazione di dettaglio, a livello comunale, ma di provincia. Sul sito del Ministero del Turismo, nell’ambito dell’Osservatorio nazionale del Turismo (http://www.ontit.it/opencms/opencms/ont/it/statistiche/istat/capacita_ricettiva/index.html ) è possibile consultare nella sezione ISTAT, la capacità ricettiva ed il movimento degli esercizi ricettivi dal 2003 al 2009 per comune. Nella sezione Indicatori Turistici è possibili ottenere gli indicatori di ricettività e gli indicatori di turisticità per comune.

Sul sito dell’APT Basilicata (http://www.aptbasilicata.it/) è possibile l’acceso ai dati statistici e quindi alla consultazione di informazioni ripartite per regione, provincia e aree territoriali dal 1999 al 2010. In merito alle aree territoriali che, l’Agenzia turistica lucana aggrega secondo i criteri delle ex aree PIT, i dati relativi alla consistenza recettiva, alle presenze e agli arrivi ( italiani e stranieri, per regione e per paese straniero) in molti casi comprendono più comuni rispetto a quelli di competenza di ciascuna ATO, per cui rischiano di fornire un quadro non pienamente rispondente a quello identificato da ogni ambito. In tal caso, pur riconoscendo il valore indicativo che può scaturire da un’analisi di questo tipo, sarà cura dell’Inea effettuare gli opportuni approfondimenti laddove s’intravedesse un fenomeno turistico di portata tale da interagire e “pesare” sull’area individuata

1.9.4.1. Potenzialità turistiche

1.9.4.2. Altre ipotesi per uno sviluppo socio-economico dell’area
1.9.5. L’ECONOMIA DEL TERRITORIO

Per la caratterizzazione dell’economia del territorio, il settore della pesca e il settore agricolo necessitano della rilevazione di una serie di informazioni che possono essere estrapolate dal sito dell’Istat (http://www.census.istat.it/index_agricoltura.htm). Considerato sempre che, i dati vanno riferiti ai comuni ricadenti nelle ATO oggetto di studio, è opportuno individuare il numero di aziende distinte per superficie totale e SAU (superficie agricola utilizzata) e forma di conduzione, la SAU secondo l’utilizzazione dei terreni, il numero di aziende distinte per allevamenti, le persone impiegate in azienda per categoria di manodopera agricola.

1.9.5.1. Attività di pesca

1.9.5.2. Attività agricola

1.9.5.3. Commento di sintesi sul valore complessivo del/dei SIC

1.9.5.4. inventario delle attività socio-economiche sul/sui SIC e in area vasta (industriale, artigianale, commerciale, agricola, turistico-ricettiva, servizi)


1.9.6. INVENTARIO DELLE TIPOLOGIE DI FONDI (COMUNITARI E DI ALTRA FONTE) POTENZIALMENTE UTILIZZABILI

2. VALUTAZIONE DELLE ESIGENZE ECOLOGICHE DI HABITAT E SPECIE
2.1. ESIGENZE ECOLOGICHE DEGLI HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO E DEI BIOTOPI MERITEVOLI DI TUTELA
Vengono riportate in questa sezione una serie di schede descrittive, per ciascun habitat di interesse comunitario, delle esigenze ecologiche e dei fattori abiotici e biotici necessari per garantirne uno stato di conservazione soddisfacente.
Le schede descrittive di ciascun habitat sono state redatte secondo i modelli reperibili sul sito http://www.retecologicabasilicata.it/ambiente/site/portal/section.jsp?sec=106307)
2.1.1.

Denominazione Habitat: Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae)
N° Codice Habitat: 1120
Percentuale di copertura: 30,89 % del SIC “Acquafredda di Maratea”

42,65 % del SIC “Isola di S. Ianni e Costa Prospicente”



7,25 % del SIC “Marina di Castrocucco”
(a cura del Dott. Donati)

Descrizione: descrizione fisionomico-strutturale dell'habitat, con riferimento a come esso si presenta nel SIC (fare riferimento anche a indicatori spaziali, quali il grado di compattezza e di convoluzione dell'habitat).

Specie guida: elencare le specie floristiche e faunistiche, presenti nel/nei SIC, che sono altamente caratterizzanti l'habitat in questione

Distribuzione: informazioni corologiche generali (come da manuale d'interpretazione), seguite considerazioni sulla rappresentatività del/dei SIC per l'habitat in questione, con riferimento alla frequenza/abbondanza dell'habitat nella regione Basilicata. Concludere con l'ubicazione dell'habitat all’interno del/dei SIC.

Esigenze ecologiche: inserire qui le caratteristiche geomorfologiche, edafiche e microclimatiche delle aree colonizzate dal'habitat.

Conservazione e protezione: inserire qui quanto noto sull'estensione precedentemente occupata dall'habitat, sullo stato di conservazione attuale, sulle prospettive per il futuro.

Criticità e minacce: elencare qui i fattori di criticità e minaccia individuati durante i sopralluoghi, facendo riferimento anche ai contenuti del file excel "schema impatti e detrattori". Citare eventuale normativa che regolamenta le attività umane responsabili delle minacce.

Azioni utili per la conservazione: suggerire azioni utili a preservare ed eventualmente migliorare lo stato di conservazione dell'habitat.
Tabella fitosociologica

FAGGETE














































Numero ril.

1

2

3

4

5

6

7

Latitudine

xxxxN

xxxxN

xxxxN

xxxxN

xxxxN

xxxxN

xxxxN

Longitudine

xxxxE

xxxxE

xxxxE

xxxxE

xxxxE

xxxxE

xxxxE

Quota (m)

1300

1290

1300

1280

1260

1275

1255

Sup. (m²)

150

100

150

150

150

100

100

Copertura str. arboreo (%)

90

100

95

95

100

100

100

Copertura str. erbaceo-arbustivo (%)

40

30

15

20

30

10

20

Inclinazione (°)

40

0

40

35

0

30

30

Esposizione

NO

-

NNO

NNO

-

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Fagus sylvatica

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5

5

5

5

4

5

Daphne laureola

2

2

1

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2

2

1

Epipactis meridionalis

1

1

1

1

1

+

+

Geranium versicolor

2

2

2

2

3

3

2

Melica uniflora

1

1

+

+

+

1

1

Lathyrus venetus

2

2

2

2

2

2

2

Euphorbia amygdaloides

+

1

+

1

1

2

1

Hedera helix

1

1

1

+

2

2

1

Sanicula europaea

2

1

+

+

1

1

1

Viola alba ssp. denhardtii

+

+

+

+

+

1

+

Milium effusum

+

1

+

+

1

1

+

Poa sylvicola

1

1

+

+

1

1

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Polygonatum cfr. multiflorum

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1

+

+

1

+

+

Pteridium aquilinum

1

+

+

+

1

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+

Rubus hirtus

+

2

1

+

1

2

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Neottia nidus-avis

1

+

+

+

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+

Chaerophyllum temulum

1

+

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+

1

1

+

Epipactis microphylla

+

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1

+

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+

Mycelis muralis

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1

1

+

Paeonia mascula

+

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1

1

1

Doronicum orientale

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+

Symphytum cfr. tuberosum

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Tamus communis

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+

1

Melittis melissophyllum

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1

2

+

Festuca heterophylla

1

1

+

+

1

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Conopodium capillifolium

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1

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+

Limodorum abortivum

+

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+

+

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+

Polistichum setiferum

+

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1

2

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Acer obtusatum

2

1

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1

1

Geranium robertianum

1

+

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2

+

Saxifraga rotundifolia

1

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+

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+

1

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Festuca exaltata

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1

2

1

Brachypodium sylvaticum

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1

2

1

Acer pseudoplatanus

1

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1

1

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Sambucus nigra

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1

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1

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+

Orobanche sp.

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1

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+

Ilex aquifolium

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1

2

Lamium flexuosum

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1

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Aremonia agrimonioides

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1

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Quercus cerris

2

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1

Geum urbanum

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Aquilegia vulgaris

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Monotropa hipopytis

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Galium rotundifolium

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Silene latifolia

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Scutellaria columnae

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Arum cylindraceum

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Calamintha sylvatica

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Crepis leontodontoides

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Ruscus aculeatus

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1

Clematis vitalba

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Viola reichenbachiana

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Aristolochia clusii

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