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Apocalisse 18 Se il primo angelo ha mostrato la


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Apocalisse 18
Se il primo angelo ha mostrato la grande prostituta, ora un nuovo angelo annuncia la caduta di Babilonia e, alla sua, altre voci si aggiungono per commentare l’evento. Fra i due annunci si situa l’evento vero e proprio evocato dal versamento della settima coppa La scena la si può meglio osservare nelle tre parti che la compongono (l’ultima delle quali articolata in tre strofe separate da un refrain):


18, 1-3

Annuncio della caduta di Babilonia

18, 4-8

Esortazione ad abbandonare la città

18, 9-20

Lamento corale sulla rovina di Babilonia:

* 18, 9-10 lamento dei re della terra;

* 18, 11- 17a lamento dei mercanti della terra

* 18, 17b-20 lamento dei marinai


In questo intermezzo corale sta la memoria di alcuni poemi dell’AT (cfr. Ger. 50-51 o anche Ez. 26-28).

Una nuova scena è inaugurata da un terzo angelo che compie un gesto simbolico scagliando una grande pietra nel mare; la struttura del quadro può essere così visualizzata:


18, 21a

L’angelo scaglia una pietra grande come una mola nel mare

18, 21b-23

Intermezzo lirico di commento all’evento

18, 24

Glossa conclusiva

Il grande lamentio sulla caduta di Babilonia è fatto da tre distinte categorie di attori che – come nel coro di una tragedia greca – non sono noti nella loro identità personale; ciò che conta non è l’attore (che anzi nella tragedia veste persino la maschera) ma la voce, il messaggio. La prima categoria di personaggi è rappresentata dai re della terra (che si sono prostituiti con Babilonia e che con essa piangeranno), verosimilmente, nel retroterra storico cui si riferisce Giovanni di Patos, i re vassalli di Roma. Ad essi sottentrano i mercanti della terra, vale a dire le strutture economiche spesso disumane che prosperavano attorno a Roma e sulle quali Roma stessa fondava la sua ricchezza. Da ultimo, a completare il lamento su Babilonia, i comandanti delle navi, l’intera ciurma … che indicano, secondo Gianfranco Ravasi, i funzionari, gli impiegati, tutti coloro che ruotano attorno alle strutture economiche ea quelle dei servizi, in altre parole oggi diremmo il terziario.


I tre lamenti funebri sono completati dall’azione simbolica dell’angelo che rielabora in modo originale quella compiuta da Seraia, fratello di Baruc il quale, dopo aver scritto su di un rotolo le sciagure di Babilonia, dovrà scagliarlo nell’Eufrate legato ad una pietra (Ger,. 51, 63-4). La grande pietra (simile ad una macina) precipitata nel mare indica l’irreversibilità della sorte assegnata a Babilonia. La motivazione di questo destino, nei vv. conclusivi sembra indicata da un lato nello strapotere dei mercanti di Babilonia (hoi megistanes) e dall’altro nell’esercizio delle pratiche magiche (il termine ‘malie’ in realtà traduce il greco pharmakeia).


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