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METODOLOGIA UTILIZZATA:
La responsabile di area ha effettuato i primi sopralluoghi nel Sito ed ha organizzato incontri di gruppo con rilevatori e responsabile di Sito sul campo al fine di organizzare ed indirizzare l’inizio delle attività di rilevamento. Tutti i rilevatori sono stati disponibili, nei limiti delle loro competenze personali, ad annotare informazioni anche al di fuori delle loro professionalità specifiche e, attraverso foto e/o descrizioni di flora, fauna, impatti, sono stati in grado di fornire indicazioni valutate dagli esperti del gruppo in relazione ai diversi settori disciplinari. Per facilitare l’esplorazione del territorio e rendere possibile la raccolta di dati uniformi e coerenti anche in mancanza di strumentazioni GPS, il territorio è stato suddiviso in macroareearee delimitate dalla viabilità (strade e sentieristica) esistente in base alla fotointerpretazione e la verifica sul campo (Figura 1). In questa prima fase sono state utilizzate le foto aeree disponibili nella banca dati online del Ministero dell’Ambiente e nel portale di Google Earth.

Per quanto riguarda i rilievi della componente botanica, è stato effettuato riconoscimento di campioni sia in campo, che da materiale secco preventivamente raccolto ed essiccato. La determinazione dei campioni è stata effettuata consultando la Flora d’Italia (Pignatti, 1982) e la flora digitale messa a disposizione dalla Cabina di Regia e dalla Regione Basilicata. La nomenclatura tassonomica segue An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora (Conti et. al., 2005). Sono stati effettuati anche rilievi con il metodo fitosociologico di Braun-Blanquet (1964) per procedere all’individuazione degli habitat.

Per gli habitat si è fatto riferimento, oltre al Manuale di Interpretazione degli Habitat (versione Eur 07) ed al Manuale Italiano d'interpretazione degli Habitat della Direttiva 92/43 CEE (Società Botanica Italiana e Ministero dell’Ambiente, http://vnr.unipg.it/habitat/index.jsp)
Per i rilievi faunistici si è seguito il metodo dei censimenti su percorso lineare (transetti lineari): sono stati individuati, all’interno del sito, più percorsi rappresentativi della sua componente ambientale e si sono percorsi in modo da poter osservare gli animali presenti sul percorso (comprese eventuali tracce) ed ai suoi lati. Sono stati effettuati anche alcuni rilievi faunistici nei mesi di gennaio e febbraio 2010, in presenza di manto nevoso per ricercare le orme di animali sulla


Figura 1. Mappa preliminare per organizzare le prime fasi di rilevamento degli habitat presenti nel Sito.

neve, in particolare quella del lupo (Figura 22). Si ringrazia il Dott. Giorgio Boscagli per la visione ed interpretazione delle foto.

Sono stati effettuati anche rilievi di rettili, anfibi e dell’entomofauna, in alcuni casi accompagnati da catture. Sono state utilizzate apposite trappole e retini entomologici. Il rilevamento dell’entomofauna ha riguardato le entità (coleotteri, lepidotteri, odonata) particolarmente importanti dal punto di vista conservazionistico, mirando alla ricerca delle specie della Direttiva.

Per la componente forestale, sono state individuate e descritte le tipologie forestali di I e II livello presenti nel territorio del Sic, rilevando la fisionomia e la composizione specifica del popolamento. Le informazioni riguardanti la forma di governo, la struttura del popolamento, la rinnovazione, la presenza di elementi vetusti, la descrizione dei popolamenti nelle aree rilevate e i fattori di rischio sono state raccolte utilizzando le “schede della componente forestale” messe a punto dalla cabina di regia.

E’ stata rilevata la componente agronomica e la componente zootecnica. Oltre ai rilievi in campo e le interviste agli allevatori, per la componente zootecnica si sono svolti alcuni incontri con il Dott. Vincenzo Nola (Dirigente Area A servizio veterinario ASM Matera).

Per il rilevamento degli impatti, sono stati effettuati sopralluoghi mirati nel Sic e gli elementi critici sono stati opportunamente georeferenziati e fotografati. Per determinare l’entità dell’influenza degli impatti sul Sito è stato utilizzato un supporto Gis. E’ stato necessario organizzare incontri informativi con diversi enti: Università degli studi della Basilicata Dipartimento di ingegneria e fisica dell'ambiente (Dott.ssa Caniani Donatella, Ing. Giosa Luciana);  ARPAB Settore: Monitoraggio Ambientale Ufficio: U.O Rischi Idropluviometrici (Ing. Glisci Carlo); Università degli studi della Basilicata Dipartimento di Agronomia (prof. Annarita Rivelli); Regione Basilicata Dipartimento Ambiente, territorio, politiche della sostenibilità Ufficio Geologico e attività estrattive (Dott. Maffei Alfredo); Ufficio Territoriale per la Biodiversità del Corpo Forestale dello Stato (dott. Angela Malaspina); Agenzia del Territorio del Comune di Potenza - Ufficio Visure. Sono state compilate apposite schede di rilievo.

A conclusione della fase di raccolta dati, sono state realizzate la carta tematica di uso e copertura del suolo seguendo la legenda del 4.1 del Formulario standard e la carta degli Habitat (Riportate in allegato). Come base cartografica sono state utilizzate le foto aeree ed il confini ufficiali del Sic forniti dall’Ufficio Tutela della Natura della Regione Basilicata. L’elaborazione cartografica è stata effettuata utilizzando in software gvSIG v. 1.1, il sistema di riferimento è UTM WGS84 33N. Contemporaneamente si è elaborato il lavoro di valutazione della intensità degli impatti antropici nel sito e nell'area circostante anche in vista della elaborazione delle proposte per i Piani di Gestione. Si ringrazia il Dott. Gino Panzardi e l’Ing. Anna Baldassarre per la realizzazione della cartografia allegata al Formulario standard.

1. DESCRIZIONE DEL SITO
Il Sic-Zps Bosco Cupolicchio è un territorio a morfologia collinare/montuosa che si estende per 17631 ha nell’Appennino Lucano centrale, dominato dal Monte Cupolicchio (1097 m s.l.m.), situato nella parte meridionale del Sito Comunitario.

E’ un territorio occupato per circa il 75% da un querceto misto che comprende parte di Bosco Finocchiaro ad Est, le Manche di Tolve a Nord-Est, il Bosco Pisciolicchio a Nord-Ovest e il Bosco Campagnasco, a Sud, secondo i toponimi ufficiali della cartografia IGM. L’area in cui si colloca il Sito è costituita da una formazione forestale estesa e poco frammentata nella Basilicata Centrale, al confine con i territori della bassa collina materana, e costituisce un significativo elemento della rete ecologica dell’Italia meridionale. Dal punto di vista amministrativo il Sito è compreso nei comuni di Albano di Lucania, Tolve e San Chirico Nuovo, in provincia di Potenza2.



1.1. IL TERRITORIO
Il complesso dei rilievi del Cupolicchio è formato da successioni sedimentarie cretacico-mioceniche del bacino paleogeografico Lagonegrese-Molisano. Sono presenti le litofacies marnoso-arenacee del Flysch Rosso e quelle argilloso-marnoso delle Argille Varicolori, che danno origine ad alcune formazioni calanchive nell’area settentrionale del Sito.

In particolare, a Sud sono presenti unità arenacee e arenaceo-marnose del Miocene medio-inferiore, a Est sabbie e conglomerati del Pliocene, a Nord-Ovest unità torbiditiche argillose/argilloso-calcaree  del Paleogene e argilloso-calcaree talora ofiolitifere del Cretacico. Si riporta lo stralcio della Carta Geologica D’Italia IGM 1:100.000, riguardante l’area del Sito (Figura 2).

In riferimento alla Carta Pedologica della Regione Basilicata (Scala 1:250.000, 2006), i suoli dell’area ricadono nella Provincia Pedologica 6, i suoli dei rilievi centrali a morfologia aspra, da moderatamente acclivi a molto acclivi, con substrato di rocce sedimentarie terziarie flyscioidi (alternanze di arenarie con marne e argille).

Nella parte meridionale del Sito, a quote comprese tra 1064 m s.l.m. (Lago San Vitale -40°37'29.64'' N 16°1'43.89 ''E) e circa 900 m s.l.m. (Serra dei Palmenti - 40°37'7.75''N 16°1'7.67 ''E), si localizzano numerose sorgenti che danno origine a pozze, stagni temporanei ed acquitrini stagionali. Il piccolo “Lago di S. Vitale” ha una estensione variabile a seconda delle alternanze stagionali. Nella primavera del 2009 si presentava di circa 30 cm di profondità media e circa 400 mq di superficie.












Figura 2. Carta Geologica d’Italia. IGM. Scala 1:100.000 Foglio 200, Tricarico.

1.2. IL CLIMA
Le condizioni bioclimatiche sono riferibili ad un bioclima mesomediterraneo pluvistagionale oceanico secondo RIVAZ MARTINEZ et al. (2004).

Si riporta il diagramma ombrotermico della stazione pluviometrica di Albano di Lucania (899 m s.l.m.). (periodo di osservazione: 1921 - 1939, e 1951- 2002). La piovosità è caratterizzata da massimi invernali tra novembre e gennaio e da minimi in estate, nei mesi di luglio e agosto.






1.3. LA COMPONENTE BIOTICA
Gran parte del territorio del Sic è caratterizzato dalla presenza di estese foreste a Quercus cerris e Q. frainetto riferibili all’associazione fitosociologia Lathyro digitati–Quercetum cerris, incluse nell’Habitat 92M0: Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere. La forma di governo selvicolturale è quasi esclusivamente l’altofusto. Il sottobosco si presenta ricco di specie nemorali, molte delle quali rare per il territorio nazionale (Pignatti, 1982) e/o protette a livello regionale (DPGR 55/2005), indice di elevata biodiversità e di buono stato conservativo della fitocenosi boschiva. Specie rare e protette, molto appariscenti per le vistose fioriture sono le orchidee (Orchis sp., Serapias sp., Dactylorhiza romana, Platanthera bifolia), la peonia (Paeonia mascula) (specie a protezione assoluta), il giglio (Lilium bulbiferum subsp. croceum) ed il narciso (Narcissus poeticus), quest’ultimo particolarmente diffuso nei boschi alle pendici del Monte Cupolicchio. In alcune aree del Sito, sono presenti lembi di foresta vetusta con individui che raggiungono quasi il metro di diametro, alberi deperienti ed abbondante necromassa, in cui è stata rilevata la presenza di coleotteri xilofagi (Lucanus tetraodon, Cerambix cerdo) e specie licheniche (Lobaria pulmonaria), bioindicatori di lunga continuità ecologica. Tali situazioni sono bene espresse in località Santabella e Bosco Pisciolicchio. In tutto il territorio del Sito, è stata accertata la presenza di ben 8 specie endemiche (cfr. tabella 3.2, motivazione B) tra cui Stipa austroitalica subsp. austroitalica, specie riportata nell’Allegato II della Dir. Habitat come “specie di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di Zone Speciali di Conservazione”. La stipa forma piccoli popolamenti nella parte settentrionale del Sito, in un’area caratterizzata a vocazione cerealicola di tipo estensivo e caratterizza l’habitat 62A0: Formazioni erbose secche della regione submediterranea orientale (Scorzoneratalia villosae), esteso su piccoli lembi a mosaico con le aree coltivate. Componente fondamentale per la biodiversità floro/faunistica del territorio è la presenza di arbusteti e di praterie della classe Festuco-Brometea (Habitat 6210: Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia), in contatto seriale con il bosco, stabili soprattutto per la presenza di bestiame al pascolo. Le praterie della classe Thero-brachypodietea, considerate habitat prioritario, colonizzano le aree del Sito caratterizzate da forme di erosione calanchiva, di limitata estensione ma molto spettacolari (Habitat 6220*: Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea).

Rilevante è la presenza nel sito di habitat caratteristici di ambienti umidi che si rinvengono in fossi, stagni e pantani, ma anche fontanili e vasche con interessanti comunità floro-faunistiche. Tali habitat, (3140: Acque oligomesotrofiche con vegetazione di Chara spp.; 3260: Fiumi delle pianure e montani del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion; 6420: Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion), sono molto interessanti dal punto di vista ecologico e biogeografico e si rinvengono su piccole superfici ai margini o all’interno della foresta, con una estensione complessiva minore dell’1% rispetto all’intera superficie del Sic. Le aree umide più rappresentative sono localizzate in pianori sul Monte Cupolicchio (Lago di S. Vitale, 1064 m s.l.m) e in località Serra dei Palmenti (tra 800-900 m s.l.m.), nella parte meridionale del Sito, dove piccoli stagni permanenti e vasche di raccolta sono colonizzati da alghe del genere Chara e e dal ranuncolo acquatico (Ranunculus aquatilis). Tali ambienti ospitano anche una ricca entomofauna di coleotteri Ditiscidi, Odonati e Tricotteri particolarmente vulnerabile poiché legata esclusivamente agli ambienti umidi e una ricca popolazione di anfibi, fra cui il tritone crestato (Triturus carnifex), di prioritario interesse conservazionistico.Gli ambienti umidi sono elementi critici per la conservazione, soprattutto se presentano dimensioni ridotte. In effetti, preservare gli habitat umidi del Sito, deve implicare la rinuncia a futuri cambiamenti di uso del suolo e lo sfruttamento coerente della risorsa idrica.

Nel territorio del Sic si è accertata la presenza di un buon numero di specie animali le cui popolazioni sono ritenute, a vario titolo, minacciate in ambito CEE e tutelate attraverso specifiche direttive. In particolare, si è rilevata la presenza di 8 specie di uccelli inserite nell’allegato I della Direttiva 91/244/CEE (che modifica la direttiva 79/409/CEE) concernente la conservazione degli uccelli selvatici, per le quali sono previste “misure speciali di conservazione per quanto riguarda l’habitat, per garantirne la sopravvivenza e la riproduzione”: Ciconia nigra, Dendrocopos medius, Ficedula albicollis, Lanius collurio, Lullula arborea, Milvus migrans, Milvus milvus, Pernis apivorus, una specie di anfibi (Triturus carnifex) inserita nell’All. II Direttiva 92/43/CEE come “specie di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di Zone Speciali di Conservazione”.

Una specie di mammiferi (Hystrix cristata), tre di rettili (Hierophis viridiflavus, Lacerta viridis, Podarcis muralis) e una di Anfibi (Hyla intermedia), sono protette dalla "Direttiva Habitat" 92/43 CEE all'allegato IV del documento: come "specie animali e vegetali d'interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa".

Tra le specie monitorate ed elencate nelle tabelle relative alla componente faunistica, quelle che si ritengono di grande interesse per la conservazione degli habitat del Sito Bosco Cupolicchio sono le seguenti:

Lanius collurio: migratore regolare e nidificante, in Basilicata risulta ancora diffuso anche se non così comune come in passato; frequenta aree con presenza di cespugli, aree pascolate o coltivate, la popolazione europea appare in calo negli ultimi anni e, a livello di areale, si nota una generale rarefazione della specie, in alcuni casi conclusasi con l’estinzione locale.

Ciconia nigra: migratore regolare e nidificante, la popolazione italiana di questa specie è estremamente ridotta e la Basilicata riveste una importanza fondamentale nella conservazione della specie poiché la regione rappresenta una delle zone d’Italia con il maggior numero di coppie

Nidificanti.



Milvus milvus: sedentario e svernante in Italia con diffusione concentrata nelle regioni centro-meridionali e isole maggiori, anche se con areale frammentato, è considerato in declino a livello europeo; la Basilicata con le sue 150/200 coppie nidificanti (in Italia 300/400) rappresenta una delle aree più importanti per la conservazione della specie.

Milvus migrans: migratore e nidificante in Italia, specie abbondante ma le cui popolazioni mostrano consistenti fluttuazioni e fenomeni più o meno vistosi di calo demografico, solo in alcuni casi seguiti da ripresa delle popolazioni. La Basilicata con le sue 200/300 coppie nidificanti (in Italia 700/1200) si colloca come una delle aree più importanti per la conservazione della specie in Italia.

Dendrocopos medius: pur con uno status di conservazione favorevole, la specie riveste una certa rilevanza perché le popolazioni italiane hanno un interesse biogeografico per l’esiguo numero di coppie nidificanti presenti In Italia (400/600 coppie). In Basilicata è abbastanza diffuso in molti ambienti boschivi e la consistenza delle sue popolazioni è probabilmente sottostimata.

Lullula arborea: prevalentemente sedentaria, in declino in diversi Stati europei.

La specie, dalle abitudini ecotonali, appare legata alla presenza di aree coltivate, prati, cespugli, affiancati da boschi o altre formazioni con vegetazione arborea. La popolazione europea mostra chiari sintomi di declino e di contrazione dell’areale. In Basilicata evita gli ambienti più aridi mentre appare abbastanza comune nelle aree collinari.



Ficedula albicollis: migratrice, nidificante, specie forestale a distribuzione esclusivamente europea; la generale rarità della specie e la riduzione di alcune popolazioni (soprattutto in Nord Italia) determinano un quadro poco positivo. In Basilicata è presente in molti boschi, in particolare quelli maturi.

Si allega la carta degli Habitat, la superficie in ha e le percentuali di copertura (Figura 3, Tab. A).




1.4. I SEGNI DELL'UOMO
Le attività antropiche presenti sul territorio sono legate alla pastorizia, all’agricoltura tradizionale di tipo estensivo ed allo sfruttamento della risorsa forestale, soprattutto per l’allevamento di bovini allo stato brado e la raccolta di legna da ardere per usi civici. In passato lo sfruttamento della foresta è stato sicuramente non razionale. In alcune aree sono stati effettuati tagli a raso o interventi troppo invasivi, che hanno determinato la presenza di alte coperture di Carpinus orientalis nel sottobosco in alcune aree della foresta. Il pascolamento eccessivo, invece, favorisce la presenza degli aspodeli (Asphodelus microcarpus subsp. microcarpus, Asphodeline lutea). Nell’area sono presenti poche case sparse, legate soprattutto ad attività agrituristiche o all’agricoltura e alla pastorizia, tutte distribuite lungo i confini del Sito. Le aree attrezzate presenti entro i confini del Sic sono poche e alcune versano in uno stato di semi abbandono. La vicina località Tre Cancelli, invece, è centro vitale importante per le tradizioni culturale-religiose dei comuni limitrofi, legate alla venerazione della Madonna di Fonti ed è dotata di diverse infrastrutture per le “tradizionali scampagnate”, sicuramente meglio gestite. Gli aspetti legati alla “biodiversità culturale” delle aree immediatamente confinanti con il Sic, anch’esse peraltro di pregevole valore naturalistico, possono ben integrarsi con la conservazione degli habitat naturali. In questa ottica non viene proposto nessun ampliamento della superficie del Sic, in quanto le aree boscate adiacenti sono già tutelate dalla forte tradizione “conservatrice” delle genti locali.

La viabilità si concentra soprattutto lungo il perimetro del Sito e ne segna il confine. All’interno della foresta sono presenti numerosi tratturi, alcuni dei quali attraversano il Sito da Nord a Sud e vengono utilizzati sistematicamente dal bestiame al pascolo.

Si allega la Carta dell’Uso e della Copertura del suolo.


2. LISTA HABITAT RIPORTATI NEL FORMULARIO STANDARD

DEL MINISTERO AMBIENTE (agg. 2003):
9280: Boschi di Quercus Frainetto

2.1. LISTA HABITAT INDIVIDUATI NEL MONITORAGGIO SECONDO IL NUOVO MANUALE ITALIANO DI INTERPRETAZIONE DEGLI HABITAT (2009) DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE


Codice

Denominazione

NOTE 1

Grado di conservazione




NOTE 2

Specie caratteristiche



NOTE 3

Permanenze/cambiamenti



91M0

Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere

Struttura: struttura ben conservata

Funzioni: buone prospettive

Conservazione:

B, buona conservazione, nonostante l’impatto dovuto all’eccessivo pascolamento in alcune aree del sito.



  • Buglossoides purpurocaerulea

  • Teucrium siculum

  • Carpinus orientalis

  • Digitalis lutea subsp. australis

  • Echinops siculus

  • Euonymus europaeus

  • Euphorbia corallioides

  • Helleborus bocconei

  • Festuca heterophylla

  • Fraxinus ornus

  • Genista tinctoria

  • Geum urbanum

  • Heptaptera angustifolia

  • Lathyrus digitatus

  • Lathyrus jordanii

  • Lathyrus niger

  • Ligustrum vulgare

  • Luzula forsteri

  • Malus fiorentina

  • Melittis albida

  • Poa nemoralis

  • Potentilla micrantha

  • Ptilostemon strictum

  • Quercus cerris

  • Q. frainetto

  • Q. virgiliana

  • Q. pubescens s.l.

  • Silene viridiflora.

L’Habitat 91M0 sostituisce l’Habitat 9280: Boschi di Quercus Frainetto, così come indicato nel Manuale Italiano di Interpretazione degli Habitat Italiani (2009). In effetti, nel Sito non è presente Fagus sylvatica L., specie caratterizzante l’habitat 9280 secondo il Manuale di Interpretazione degli Habitat dell’ Unione Europea EUR27.

6210

Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia)





Struttura: struttura ben conservata

Funzioni: buone prospettive

Conservazione:

B, buona conservazione nonostante in alcune aree siano evidenti i segni di eccessivo pascolamento.



- Arabis hirsuta,

- O. morio,

- Allium sphaerocephalon,

- Anacamptis pyramidalis,

- Brachypodium rupestre,

- Bromus alopecuros,



- Bromus hordeaceus,

- Bromus tectorum,



- Carlina vulgaris,

- Centaurea deusta,

- Centaurea triumfetti,

- Crepis lacera,

- Dactylis glomerata,

- Dianthus carthusianorum subsp. tenorei,

- D. armeria,

- Eryngium campestre,

- Galium verum,

- Orchis mascula,

- Orchis papilionacea,



- Orchis morio,

- Serapias vomeracea, - Festuca circummediterranea,

- Polygala nicaeensis,

- Salvia pratensis,

- Sanguisorba minor,

- Scabiosa columbaria,

- Thymus pulegioides.

Non presente nel Formulario standard aggiornamento gennaio 2004


6220*

Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea





Struttura: struttura ben conservata

Funzioni: buone prospettive

Conservazione:

B, buona conservazione.



- Aegylops geniculata,

- Bituminaria bituminosa,

- Cardopatum corymbosum,

Dactylis hispanica

- Hordeum bulbosum,

- Lotus corniculatus,

- Lygeum spartum,

- Medicago orbicularis,

- Poa bulbosa,

- Scorpiurus muricatus,

- Trachynia distachya,

-Briza maxima,

-Trifolium angustifolium.

Non presente nel Formulario standard aggiornamento gennaio 2004


62A0

Formazioni erbose secche della regione submediterranea orientale (Scorzoneratalia villosae)

Struttura: struttura ben conservata

Funzioni: buone prospettive

Conservazione:

B, buona conservazione, se l’agricoltura rimane di tipo estensivo e poco impattante.



- Stipa austroitalica subsp. austroitalica

- Linum trigynum

- Trifolium ochroleucum

- Iris lorea

- Phlomis herba-venti,

- Onobrychis aequidentata

- Cynosurus echinatus.


Non presente nel Formulario standard aggiornamento gennaio 2004


6420

Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion


Struttura: struttura ben conservata

Funzioni: buone prospettive

Conservazione:

B, buona conservazione, se non intervengono cambiamenti di uso del suolo.



- Agrostis stolonifera,

- Alopecurus rendlei,

- Briza minor,

- Galium debile,

- Juncus effusus

Orchis laxiflora

- Ranunculus sceleratus



- Scirpoides holoschoenus,

- Trifolium micranthum



- T. resupinatum.

  • Euphorbia corallioides

  • Helleborus bocconei




Non presente nel Formulario standard aggiornamento gennaio 2004


3260

Fiumi delle pianure e montani del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion

Struttura: struttura ben conservata

Funzioni: buone prospettive

Conservazione:

B, buona conservazione, nonostante l’impatto dovuto all’eccessiva presenza di bovini nel periodo estivo ed alla possibile eccessiva captazione dell’acqua e/o inquinamento.



- Apium nodiflorum,

- Callistriche stagnalis

- Eleocharis palustris

- Glyceria fluitans

- Groenlandia densa

- Mentha aquatica

- Persicaria hydropiper

- Ranunculus aquatilis

- Ranunculus ophioglossifolius.

Non presente nel Formulario standard aggiornamento gennaio 2004


3140

Acque oligomesotrofiche con vegetazione di Chara spp.

Struttura: struttura ben conservata

Funzioni: buone prospettive

Conservazione:

B, buona conservazione, nonostante l’impatto dovuto all’eccessiva presenza di bovini nel periodo estivo ed alla possibile eccessiva captazione dell’acqua e/o inquinamento.



- Chara spp.

Non presente nel Formulario standard aggiornamento gennaio 2004

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