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Ricerca sullo studio di buone prassi per favorire l’accessibilita’ e la fruibilita’ delle opere d’arte da parte dei minorati della vista


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RICERCA SULLO STUDIO DI BUONE PRASSI PER FAVORIRE L’ACCESSIBILITA’ E LA FRUIBILITA’ DELLE OPERE D’ARTE DA PARTE DEI MINORATI DELLA VISTA
Introduzione

Nell’ottica di un percorso di sensibilizzazione socio-culturale sul tema delle barriere architettoniche, non solo intese come barriere fisiche, ma anche percettive e culturali, l’Ufficio Autonomia della Presidenza Nazionale ha proseguito lo studio intitolato

“ Per una cultura senza barriere – Musei da toccare, luoghi d’arte fruibili e accessibili ai ciechi e agli ipovedenti “ ( già pubblicato sul Web ) e ha integrato tale ricerca con un testo inerente “ Le buone prassi per favorire l’accessibilità e la fruibilità delle opere d’arte nei musei da parte dei minorati della vista”.

Il percorso d’informazione intrapreso tende ad accrescere la consapevolezza e la comprensione non solo di cosa significa barriera sensoriale - percettiva ma vuole anche promuovere una “società” più accogliente che sappia guardare oltre il pregiudizio.


Per incoraggiare la riflessione nei confronti della cultura dell’accessibilità sulla base della quale è d’obbligo affrontare le esigenze di tutti, abili e non abili, in fase progettuale, nell’ottica del Design for All, come si ribadiva nella presentazione di questo studio, si ritiene utile fornire qualche nozione sulle barriere architettoniche e sulle origini del dibattito in Italia sul tema delle B.A.

1. BARRIERE ARCHITTETTONICHE - ACCESSIBILITA’ E DISABILITA’


1a - Origini del dibattito in Italia sul tema delle B.A.

Negli anni Cinquanta e Sessanta in Italia si parlava poco di eliminazione di barriere architettoniche, poco di handicap e non si parlava affatto di Design for All.

È negli anni Cinquanta, negli Stati Uniti, che nasce il movimento Barrier Free per rispondere prima alle richieste e alle esigenze delle persone colpite da poliomielite e poi a quelle dei reduci disabili del Vietnam.

Negli anni Sessanta compare il termine inglese Design for All, che è la semplice traduzione della versione svedese Design för Alle, a sua volta coniato nel periodo in cui lo stato assistenziale tipico dei paesi scandinavi ha avuto il suo massimo splendore.

Tale termine compare in Italia per la prima volta circa 40 anni fa, con notevole ritardo rispetto ai Paesi anglosassoni.

Infatti il primo segnale di attenzione a queste tematiche è del 1965, quando due associazioni di Roma l’ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro) e l’AIAS (Associazione Italiana per l’Assistenza agli Spastici), organizzarono la Conferenza Internazionale di Stresa, proponendo come dibattito le “barriere architettoniche”.

La conferenza di Stresa del 1965 e poi di Arezzo del 1966 ebbero il merito di avviare un processo di conoscenza del problema e la nascita di una coscienza sociale, così che in Italia uscì nel 1967 la prima circolare ministeriale che accennava al tema delle barriere architettoniche nell’ambiente costruito, nella città. Si dovrà aspettare il 1971 per avere una prima legge, la legge n.118, che cita “Le nuove norme in favore dei mutilati ed invalidi civili” e nell’articolo 27 si parla proprio di barriere architettoniche.

Il mondo della progettazione degli spazi architettonici, compatibile con le problematiche della disabilità, da allora vanta in Italia una ricca legislazione con diversi riferimenti prestazionali.

Nel 1978 P. Cosulich e A. Ornato pubblicano “Progettare senza barriere” e nello stesso anno viene pubblicato anche il D.P.R. del 27 Aprile n° 384 con il regolamento di attuazione dell’art.27 della legge n°118.
A partire dal 1989, l’Italia, che si poneva in ritardo rispetto al quadro normativo europeo, si è dotata di un assetto legislativo tra i più avanzati.

In questo anno viene emanata la legge n. 13 con le "Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati" è del 1989 .

Sempre del 1989 è il D. M. 236 che cita le “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche”.

Nel 1992 vi è la legge n. 104 sull’ assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate, che pone un’ulteriore attenzione al mondo dell’handicap.

Infine il D.P.R. 503 del 1996 introduce il concetto di “ luogo pubblico fruibile da chiunque “; esso regola e prescrive ciò che è necessario eliminare per garantire l’accessibilità nei luoghi pubblici, con il "Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici". Questa norma non prescrive soluzioni standardizzate in quanto la conservazione di un edificio storico pone problemi legati anche alla sua unicità e irriproducibilità.

La normativa vigente in Italia non impone soluzioni “preconfezionate”, ma fissa i criteri in base ai quali selezionare le possibili soluzioni, fatti salvi alcuni requisiti dimensionali che restano irrinunciabili per il superamento delle barriere architettoniche.

Soltanto di recente si è cominciato a parlare di barriere percettive oltre che di barrier architettoniche. Il testo normativo n° 503 si è occupato di barriere percettive, per prevederne l’eliminazione o quanto meno la loro attenuazione.


1b - Documenti di indirizzo per l’eliminazione delle barriere architettoniche e link dei riferimenti normativi essenziali citati


Legge 9 Gennaio 1989, n.13 "Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati". (Pubblicata nella G. U. 26 gennaio /89, n 21) http://www.handylex.org/stato/l090189.shtml
Decreto Ministeriale – Ministero dei Lavori Pubblici 14 Giugno 1989, n.236 “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche”. (Pubblicato in S. O. alla Gazzetta Ufficiale n. 145 del 23 giugno/89 http://www.handylex.org/stato/d140689.shtml
Legge 5 febbraio 1992, n. 104
"Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate". (Pubblicata in G. U. 17 febbraio 1992, n. 39, S.O.)
(Testo vigente dopo le ultime modifiche introdotte dalla Legge 8 marzo 2000, n. 53 e dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151)
Decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n. 503.
"Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici". (Pubblicato in S.O. della G.U. 27 settembre 1996, n. 227)

http://www.handylex.org/stato/d240796.shtml
Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale, Commissione per l’analisi delle problematiche relative alla disabilità nello specifico settore dei beni e delle attività culturali, pubblicate sul supplemento ordinario n. 127 alla Gazzetta ufficiale n. 114 del 16 maggio 2008, con decreto Mibac del 28.03.2008.

2. ACCESSIBILITA’ E FRUIZIONE AMPLIATA

Concetti generali sull’accessibilità e sulla conservazione di un sito storico nell’ambito di interventi architettonici per una fruizione ampliata :


  • Coniugare le istanze della conservazione di un edificio o di un sito storico con quelle del superamento delle barriere architettoniche e dell’accessibilità ampliata è compito molto difficile ed estremamente delicato. E’ pertanto necessario, si crede, intervenire già nella formazione degli allievi architetti per abituarli ad accogliere questo tema all’interno del più ampio progetto di restauro. In questo caso, infatti l’accessibilità non è un dato di partenza, ma va raggiunta attraverso adeguamenti minimi ricercati nell’ottica di ottemperare la giusta istanza del superamento delle barriere architettoniche con quella altrettanto condivisibile della conservazione del patrimonio storico.

  • Non è possibile immaginare oggi un “monumento che non sia stato prodotto per gli uomini, che si sia tutelato e conservato in sé, come un’astrazione, e non per la fruizione”. Un bene non è tale se non è fruibile. La pura contemplazione non appartiene all’architettura. L’architettura vive anche per essere in sé un’esperienza culturale, ma non può essere disgiunta dall’uso materiale.

  • Il concetto di accessibilità di un sito storico si deve coniugare oggigiorno con quello più complesso di “visitabilità e fruibilità” : non solo è necessario lo studio dei collegamenti verticali e del superamento dei dislivelli, ( come indica il D.M. 236 e il D.M. 503 illustrati in precedenza ) , ma anche dei percorsi orizzontali per il superamento delle barriere architettoniche e percettive per i disabili sensoriali ( come diritto rivendicato dai minorati visivi per poter prendere parte a pieno titolo alle attività culturali in generale e a quelle artistiche in particolare).

  • La fruizione ampliata di un edificio storico non può avvenire “a qualsiasi costo” ed “in qualsiasi modo”: essa deve avvenire a patto che si coniughi in modo efficace con le istanze di conservazione del bene , senza ridurre il valore testimoniale ed artistico che l’edificio ci trasmette e infine, tenendo alta la qualità progettuale degli interventi e degli adeguamenti.


Vienna, modello tattile della CattedraleImage 2 of 2


3. BARRIERE PERCETTIVE E I DISABILI VISIVI


Le barriere percettive consistono prevalentemente negli ostacoli che determinano difficoltà nell’identificazione degli oggetti utili (come le pulsantiere degli ascensori, …); difficoltà nell’individuazione di ostacoli, di oggetti pericolosi sui percorsi o di dislivelli; difficoltà a muoversi autonomamente in spazi aperti non strutturati o privi di indizi percettivi (acustici, tattili).

Con il termine barriere percettive s’intendono quindi tutte quelle situazioni che rendono difficile l’autonomia delle persone con disabilità sensoriali, persone per le quali è impossibile l'uso di uno o più sensi come non vedenti, ipovedenti e soggetti affetti da sordità.


Le esigenze principali dei disabili visivi riguardano l’orientamento e la sicurezza . L’orientamento è sapere dove una persona si trova e da che parte deve dirigersi per raggiungere la propria meta; invece la sicurezza è riconoscere luoghi e situazioni potenzialmente pericolose. La difficoltà di solito è più per la mancanza di idonei ausili informativi che per la presenza di veri e propri ostacoli.

Si riporta integralmente il testo della relazione della Commissione Ipovedenti dell’U.I.C.I di Bologna in tema di barriere percettive e pienamente condivisa dalla Presidenza Nazionale :

“Le nuove tecnologie tendono ad imporre standard e codici
d’organizzazione, nei sistemi di relazione della vita quotidiana, imperniati su imput
visivi, d’immediata assimilazione da parte delle persone normodotate, ma che sono
spesso impraticabili per i disabili visivi; vengono così a crearsi vere e proprie
Barriere Percettive, che rendono difficoltoso per gli ipovedenti l’accesso alle
informazioni, all’aggiornamento, alla mobilità ecc…. .
La legislazione del nostro Paese, da qualche tempo a questa parte, ha accolto
norme a tutela del diritto all’accessibilità dei cittadini affetti da disabilità motoria , come già ampiamente dimostrato; ma il
concetto di Barriera Architettonica è stato così associato ai problemi di mobilità dei
soggetti in carrozzina.
Si è consolidata la convinzione che, eliminati gli ostacoli strutturali degli
ambienti, sarebbero svaniti le difficoltà di tutti i disabili. Ma non è così !
Bisogna riconoscere che i provvedimenti adottati a beneficio dei portatori di
handicap motorio rappresentano il segno di una grande attenzione sociale verso chi
vive una condizione d’impedimento nella deambulazione.
Le problematiche prodotte dalle Barriere Percettive, inerenti disabilità
sensoriali visive, non trovano risposte adeguate nelle normative vigenti
sull’accessibilità, relegate come sono nel limbo delle sole enunciazioni di principio.
L’abbattimento delle Barriere Percettive deve essere al centro dell’interesse di chi
progetta gli spazi e gli ambienti per la vita dell’uomo, per una molteplicità di valenze
e d’implicazioni troppe volte trascurate, sino al punto da inficiare anche i migliori
propositi progettuali.
Gli ipovedenti, nello svolgimento delle attività quotidiane, incontrano gli
ostacoli più grandi nella segnaletica, negli ambienti interni ed esterni; la dimensione
dei caratteri, lo scarso contrasto cromatico fra il colore di fondo ed il colore delle
scritte sui pannelli di segnalazione luminosa, sono Barriere Percettive e Cromatiche
che riducono fortemente l’autonomia e la mobilità degli ipovedenti e delle persone
affette da patologie retiniche, tanto da rendere inefficaci perfino gli ausilii
ingrandenti.

Gli ipovedenti e i non vedenti sollecitano iniziative concrete al fine di ottenere l’abbattimento d’ogni Barriera Percettiva o Cromatica che sia d’ostacolo per la loro autonomia ed integrazione sociale “.

Per eliminare le Barriere Percettive e Cromatiche bisogna impegnare le
Autorità di governo delle Amministrazioni Locali affinché provvedano a rendere
fruibile la dichiarazione contenuta nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione
Europea, accettata da tutti gli Stati membri.

La CARTA EUROPEA DEI DIRITTI FONDAMENTALI, approvata a Nizza nel 2000 ha ribadito in due articoli i principi su cui basarsi per tutelare i diritti delle persone con disabilità : l’art. 21 – “è vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali” e l’art 26, che recita : “ l’Unione Europea riconosce e rispetta il diritto delle persone con disabilità a beneficiare di misure tendenti ad assicurare la loro autonomia, la loro integrazione sociale e la loro


partecipazione alla vita della comunità e alla vita culturale; a tale scopo emana direttive tese ad eliminare ogni forma d’esclusione, con riferimento alle infrastrutture, al Design for all, all’accesso alla comunicazione, al lavoro ecc….”
.

4. ACCESSIBILITA’ - BARRIERE PERCETTIVE - DISPOSITIVI


Lo studio-ricerca prosegue e suggerisce alcuni semplici accorgimenti, indicazioni e dispositivi, facilmente realizzabili per rendere accessibili i musei ed il loro patrimonio artistico contemplando anche fattori che facilitano la fruizione dell’opera d’arte.

L'abbattimento delle barriere percettive ( di cui si parlava in precedenza ) è realizzabile sia attraverso strumenti tradizionali cioè adattamenti dei prodotti a stampa, della cartellonistica e della modulistica cartacea, sia attraverso modalità alternative cioè con testi a grandi caratteri, parlati, tattili, in braille e in formato digitale.

Affinché anche le persone che presentano un deficit sensoriale possano utilizzare le informazioni, l’accesso ad esse deve essere garantito attraverso diverse modalità : in forma visiva con caratteri ingranditi, in forma verbale con messaggi acustici, e in forma tattile con la scrittura in caratteri Braille e a rilievo.
L’accessibilità di un luogo pubblico ai disabili sensoriali può essere così favorita:

persone non vedenti:

principali esigenze: elementi che possono costituire guide naturali e favorire l’orientamento, guide artificiali con pavimentazione differenziata (percorsi tattili), avvisatori acustici per l’orientamento e per la segnalazione di fonti di pericolo, mappe tattili di rappresentazione dei luoghi con scritte in braille, bottoniere di ascensori con numerazione in rilievo e braille; da evitare ostacoli pendenti e/o sporgenti tali da non poter essere intercettati con il movimento del bastone e del cane guida;

persone ipovedenti:

per le persone con una forte riduzione della vista occorre garantire dei riferimenti visivi che contrastino con l’intorno; nei pannelli segnaletici per esempio occorre utilizzare formati dai caratteri sufficientemente visibili (“large print”) e a rilievo.
Si sottolinea l’importanza che per rendere accessibile un museo o un sito storico anche a persone non vedenti e ipo-vedenti non significa allestire un percorso parallelo studiato ad hoc ma adattando a modalità tattili lo stesso percorso fruito dal pubblico vedente “.
Per un allestimento tattile di una sala museale si illustra un utile elenco di dispositivi per garantire l’accessibilità e la fruibilità :


  1. SUSSIDI DIDATTICI – guide, didascalie, targhette, schede descrittive con indicazioni in linguaggio braille e a caratteri ingranditi

Le guide, le didascalie e le schede descrittive fornite non solo in versione cartacea, ma in braille, a caratteri ingranditi per ipovedenti.

Per il linguaggio in braille viene utilizzato il braille a 6 punti, con vuotature internazionalmente omologate secondo le direttive emanate dalla Presidenza Nazionale dell’Unione italiana dei ciechi e degli Ipovedenti.

L’importanza del braille risiede nella sua universalità che permette al cieco di riconoscere tramite il codice dei casellini tutto ciò che è scritto su un foglio.

La capacità di discriminare attraverso il tatto il piano dal rilevato non è illimitata.

Per essere chiaramente riconoscibili, i caratteri braille, che risultano dall’uso combinato di sei punti, devono essere realizzati in modo conforme alle seguenti prescrizioni:

spessore del singolo punto mm. 0,5

diametro del singolo punto mm. 1,6

distanza tra punti adiacenti di un carattere mm. 2,5

distanza tra caratteri mm. 3,5

distanza tra righe di caratteri mm. 5,0

dove le distanze sono misurate da centro punto a centro punto.

Per quanto riguarda i disabili visivi con residuo affinché essi possano leggere senza fatica e difficoltà il linguaggio a caratteri ingranditi si devono considerare alcuni fattori di “ leggibilità”.



I fattori di leggibilità che devono essere considerati perché condizionano la leggibilità di un testo da parte degli ipovedenti sono:

  1. dimensione del carattere

  2. contrasto testo/sfondo e contrasto cromatico

  3. interferenza con lo sfondo

  4. tipo di carattere

  5. testo tutto maiuscolo

  6. spaziatura del testo e organizzazione della pagina.

  7. supporti.

  8. illuminazione

Così, per esempio, un testo di stampa può essere letto con più o meno agio, a seconda di come è stato composto tipograficamente e della carta impiegata per la stampa. In linea generale, per rendere la lettura più agevole, occorre:



  • utilizzare caratteri a bastone, privi, cioè, di chiaroscuri e di filetti, del tipo arial, elvetica bold, sans serif o verdana

  • utilizzare font senza “grazie”, senza ombreggiature o effetti “rilievo”

  • utilizzare un font in cui lettere e numeri tra loro simili devono essere bene differenziati

  • utilizzare caratteri di larghezza non inferiore a mm. 2,5 e di altezza non inferiore a mm. 4,0 il che significa, nel caso del font arial, caratteri con corpo a 16 punti, se si tratta di una didascalia che si trova di fianco ad un’opera d’arte; se si tratta di un pannello esplicativo con legenda, che deve essere letto ad una distanza di almeno un metro, il font da utilizzare deve essere in corpo di circa 50

  • usare una interlinea doppia o tripla

  • disporre il testo su una sola colonna

  • allineare il testo solo a sinistra

  • usare una spaziatura dei testi adeguata: i caratteri, le parole e le righe non devono essere né troppo vicini, né troppo lontani

  • lo sfondo deve essere uniforme, senza zigrinature, sfumature, senza decorazioni: le immagini sullo sfondo sono una vera e propria barriera percettiva per gli ipovedenti

  • il contrasto cromatico e/o di luminosità tra la figura in primo piano e lo sfondo deve essere netto;

  • differenziare il colore dei caratteri dal colore di fondo pagina, per saturazione, tono e intensità : un testo scuro su fondo chiaro, per esempio nero o blu su fondo color panna, grigio chiaro o giallino

  • corredare il testo con immagini, figure e tabelle chiare e semplici, tenuto conto che più grave è l’affezione visiva, meno si distinguono le differenze cromatiche, fondamentali per discriminare le immagini grafiche

  • usare carta colore avorio non riflettente, di spessore tale da evitare effetti di trasparenza , meglio non usare carte lucide, patinate o molto sottili

  • per gli ipovedenti sarà fondamentale studiare la posizione delle luci per evitare la proiezione di ombre sui piani di lavoro; bisogna posizionare le sorgenti luminose in modo che il fascio di luce si distribuisca in modo uniforme su tutta la superfici interessata, evitando zone d’ombra.

  • l’abbagliamento può essere evitato schermando le fonti di luce dirette con filtri alle lampade; queste ultime dovrebbero proiettare la fonte luminosa verso l’alto, diffondendola in modo omogeneo in tutto lo spazio.

  • un ‘illuminazione troppo bassa o eccessiva può generare malesseri fisici, stanchezza e abbagliamento.

  • purtroppo anche un ottimo grado di illuminazione può aiutare poco l’ipovedente nel discriminare un oggetto, se non vi è un sufficiente contrasto cromatico tra questo e lo sfondo.


Si propone nel link sotto descritto un articolo pubblicato dall’U.I.C. inerente l’argomento che si sta trattando:

Articolo di Alessandro Baldi e Massimiliano Martines pubblicato su Uiciechi.it dal titolo “Prima di scrivere, pensiamo al font da usare !”

http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/TestoRiv.asp?id_art=12231

Nel caso si desideri approfondire l’argomento e capire quanto può influire l’aspetto grafico della comunicazione sulla capacità visive di un lettore si può visionare un utilissimo strumento sul tema della leggibilità dal punto di vista sociale e dello studio dei rapporti tra acuità visiva e capacità di lettura. L'opera di F. Fogarolo è " Questione di leggibilità " - Se non riesco a leggere non è solo colpa dei miei occhi realizzata recentemente dal Progetto Lettura Agevolata del Comune di Venezia, un importante servizio volto a facilitare l'accesso alla cultura e all'informazione da parte di cittadini con ridotte capacità visive e a fornire suggerimenti a tutti coloro che realizzano prodotti da leggere e usare.

L’intento della pubblicazione è di far capire come, quando si fa informazione, ci si debba preoccupare di fornire messaggi chiari, leggibili, accessibili a tutti i cittadini, indipendentemente dallo strumento utilizzato. Il più delle volte infatti, perché il messaggio sia efficace, non basta scrivere qualcosa, è necessario farlo in modo graficamente corretto affinché anche i disabili visivi, le persone anziane o più in generale chiunque abbia disturbi alla vista possa leggere senza fatica. Il tema, apparentemente scontato, è tenuto in realtà ancora in scarsa considerazione.

Collegandosi al link sotto citato del Progetto Lettura Agevolata del Comune di Venezia vi è questa utilissima pubblicazione dal titolo Questione di leggibilità” – Se non riesco a leggere non è solo colpa dei miei occhi ” in cui viene sapientemente dimostrato quanto si accennava .

Alla sezione di detto collegamento ipertestuale dal titolo : “I FATTORI CHE CONDIZIONANO LA LEGGIBILITÀ” vengono analizzati tutti gli elementi che influiscono in modo più o meno determinante sulla leggibilità di qualunque testo, stampato, elettronico, di tipo ambientale o funzionale.

Cos’è che può rendere di difficile lettura o illeggibile un testo?


La dimensione dei caratteri è probabilmente l’aspetto più noto e in certi contesti maggiormente responsabile di tante difficoltà. Ma non è l’unico. Spesso è l’insieme di tanti fattori che genera la vera barriera, insormontabile e causa di esclusione. Come si può vedere, infatti, il problema della dimensione dei caratteri potrebbe spesso essere superato con opportuni accorgimenti o ausili per l’ingrandimento, ma se il testo è scritto con colori tenui, aloni e sfumature, forme bizzarre, sovrapposizione di immagini o altro, c’è purtroppo poco da fare.
In questo capitolo sono stati analizzati gli elementi che a nostro parere influiscono in modo più o meno determinante sulla leggibilità di qualunque testo, stampato, elettronico, di tipo ambientale o funzionale. Nello spirito di questa pubblicazione (strumento di servizio, non manuale tecnico), si è cercato soprattutto di mostrare, con esempi e situazioni concrete, come questi fattori possano costituire degli effettivi problemi per alcuni cittadini, spesso senza che vi sia alcuna giustificazione di tipo economico o tecnico.
http://www2.comune.venezia.it/letturagevolata/pagina.asp?idmenu=223

Seguono alcune indicazione anche per quanto riguarda i simboli, i sistemi di marcatura o di riconoscimento tattile se vengono utilizzati .


I simboli che vengono impiegati per indicare le funzioni dei punti di utenza, di comando e di controllo dei dispositivi devono essere realizzati:

  • A rilievo, per le persone cieche o gravemente ipovedenti

  • A dimensioni ingrandite e con un buon contrasto rispetto al colore di fondo, per le persone ipovedenti

Per quanto riguarda la marcatura a rilievo, si sa che a conoscere il braille è solo una minoranza della popolazione affetta da cecità o da ipovisione grave. È, perciò, opportuno ricorrere a sistemi rilevati di marcatura basati sull’impiego di simboli, come punti, linee, triangoli, quadrati, losanghe, rettangoli o cerchi.
In maniera analoga, la riconoscibilità tattile dei simboli da usare nei sistemi rilevati di marcatura dipende dal rispetto delle seguenti indicazioni:


punto

spessore

min mm.

0,5




diametro alla base

min mm.

1,6

linea

spessore

min mm.

0,5




larghezza

min mm.

1,0







max mm.

1,6




lunghezza

min mm.

2,0

triangolo pieno

spessore

min mm.

0,5




superficie

min mmq.

8,0

triangolo vuoto

spessore

min mm.

0,5




superficie

min mmq.

12,0

quadrato pieno

spessore

min mm.

0,5




superficie

min mmq.

4,0

quadrato vuoto

spessore

min mm.

0,5




superficie

min mmq.

16,0

rettangolo pieno

spessore

min mm.

0,5




lati, con l1/l2 < ½

min mm.

2,0 x 4,0

rettangolo vuoto

spessore

min mm.

0,5




lati, con l1/l2 < ½

min mm.

4,0 x 6,0

losanga piena

spessore

min mm.

0,5




diagonali

min mm.

2,0 x 4,0

losanga vuota

spessore

min mm.

0,5




diagonali

min mm.

4,0 x 6,0

cerchio pieno

spessore

min mm.

0,5




diametro

min mm.

4,00

cerchio vuoto

spessore

min mm.

0,5




diametro

min mm.

6,00

Per indicare funzioni diverse, possono essere utilizzate combinazioni di punti allineati ad una distanza di mm. 0,9 e in numero variabile da 1 a 4 oppure linee di varia dimensione, dove i rapporti tra larghezza e lunghezza devono essere minori o uguali a 1/2.

Se lo spazio disponibile è limitato, le dimensioni dei simboli possono essere leggermente ridotte, nel rispetto dei rapporti di scala. Le dimensioni dei simboli vuoti devono, comunque, essere tali da permettere la inscrizione di almeno un punto braille. È, ad ogni modo, opportuno che la effettiva riconoscibilità di segni di dimensioni inferiori a quelle indicate venga verificata da un campione di utenti o da un esperto.
Si fa presente che la norma UNI 8207 contiene informazioni riguardo all’altezza dei caratteri Braille, delle lettere in rilievo e dei simboli usati nelle mappe tattili.

2. MAPPE E CARTELLONISTICA TATTILE

Per un allestimento tattile un valido ed efficace aiuto è offerto dalla presenza di mappe e cartellonistica con pannelli tattili.

Una mappa è una rappresentazione simbolica semplificata dello spazio che evidenzia relazioni tra le componenti dello stesso (oggetti, regioni). Comunemente essa è costituita da una rappresentazione bidimensionale, geometricamente accurata, di uno spazio tridimensionale.

Per aumentarne la leggibilità e per facilitarne la comprensione si utilizzano alcune convenzioni grafiche, simboli e legende, fornendo anche informazioni che vanno oltre la mera rappresentazione grafica.

In relazione al tipo di comunicazione e di informazioni che si intende fornire la mappa rappresenta porzioni diverse di territorio; descrivendo solo alcuni degli elementi presenti in un determinato spazio.

Per quanto concerne la loro collocazione, le mappe possono essere fisse, collocate in punti strategici e utilizzate da tutti, oppure essere “portatili” a disposizione di una singola persona.

All’interno dei luoghi pubblici e di interesse culturale, sicuramente in prossimità dell’ingresso, ma anche in altri punti strategici (ad esempio in prossimità degli elementi di collegamento verticale, incroci, cambi di direzione, ecc.), è necessario garantire la presenza di una mappa fissa chiara ed accessibile al maggior numero di persone, comprese le persone anziane o quelle che hanno una scarsa consuetudine con la lettura di piante e planimetrie.

A seconda di ciò che rappresentano, le mappe possono essere distinte in due tipologie:

mappa di percorso, quando la rappresentazione grafica riporta il percorso tattile per non vedenti esistente nei luoghi raffigurati; in questo caso l’utilizzatore seguirà il percorso riportato sulla mappa per raggiungere i punti/servizi;

mappe di luogo, quando in mancanza dei percorsi tattili, la mappa rappresenterà i punti di riferimento naturali necessari per la deambulazione come pareti, strade, aree verdi etc.; questa volta l’utilizzatore seguirà, invece del percorso, i riferimenti e le guide naturali riportati in mappa; anche su questo tipo di mappe vengono riportate eventuali segnalazioni tattili, come indicazioni di altre mappe presenti, attraversamenti pedonali, indicazioni dei principali servizi, etc.

I requisiti che una mappa tattile deve avere per la lettura da parte dei non vedenti si possono riassumere nelle seguenti indicazioni: il disegno ree interne

dovrà essere semplice ed essenziale e lo spessore del segno non dovrà andare al di sotto della soglia minima di percepibilità; si dovrà porre attenzione non solo alla chiarezza delle forme proposte, ma anche alla gradevolezza delle superfici e alla robustezza, alla sicurezza e alla igienicità del supporto (è indispensabile a tale proposito garantirne la loro costante pulizia e la manutenzione).
Le mappe sono a rilievo, con colori a forte contrasto e riportano : la planimetria dell’ambiente da visitare, il percorso di visita tattile previsto nella sala museale, l’eventuale percorso tattile a terra. La mappa contiene in carattere braille e in nero le principali informazioni su ciò che contiene. Le mappe tattili possono essere realizzate in diversi spessori, hanno un trattamento antigraffio e antigraffiti e devono garantire una perfetta inalterabilità nel tempo.

Le mappe d’orientamento devono permettere al visitatore non vedente di capire dove si trova e cosa c’è da “sentire o toccare” nelle sue vicinanze. La guida e la mappa tattile dello spazio museale realizzata in rilievo risulta molto utile ma soltanto prima della visita culturale per una preparazione

preliminare, ed alla fine della visita per focalizzare e puntualizzare ciò che si è " visto "; essa non è consigliabile come supporto didattico da utilizzare durante il percorso museale perché tiene impegnate le mani del visitatore non vedente che servono per toccare e per leggere le opere d’arte.

I pannelli e i cartelloni tattili sono anch’essi con caratteri in braille e in nero e descrivono quanto è esposto e forniscono informazioni sui servizi offerti dal museo. In alcuni casi le mappe tattili possono essere collegate tra loro dal percorso a terra.

Un ulteriore intervento volto all’abbattimento di ogni tipo di barriera è la predisposizione, all’ingresso della struttura museale, di un plastico tridimensionale dell’edificio o di un rilievo bidimensionale della pianta, per permettere al non vedente di costruirsi un’idea generale e sintetica degli spazi che andrà a percorrere, nonché dello stile architettonico del Palazzo in cui si trova.

3. MODELLINI TRIDIMENSIONALI E RIPRODUZIONI PER LO STUDIO TATTILE

Altro sistema di aiuto sono i modelli in scala delle opere architettoniche : questi devono essere riprodotti in maniera scientifica e ne devono conservare le proporzioni secondo una scala appropriata per evitare di perderne i particolari e i dettagli. Il materiale sarà molto resistente al tatto e simile al reale. A volte, per la complessità di essere percepiti, i modelli devono essere affiancati da riproduzioni più semplici, in scale diverse, per fornire magari l’idea volumetrica.

Esistono tuttavia oggetti ed opere d’arte che non possono essere toccati per via del materiale, della datazione; il museo però può disporre di copie o “calchi” che vengono fatti per offrire la possibilità al visitatore non vedente di poter conoscere la forma e le dimensioni dell’oggetto. I calchi e le copie possono essere dello stesso materiale dell’originale per darne la stessa sensazione tattile.

Al Museo Omero di Ancona ad esempio ci sono copie delle opere realizzate in calchi di gesso cerato per rendere la superficie più liscia e piacevole al tatto e per imitare il marmo.

La particolarità di questo museo è quella di ospitare delle riproduzioni tridimensionali di famosi dipinti che ripercorrono un arco temporale che va dall’antichità classica alla contemporaneità. L’intento del museo, quindi, è quello di fornire al non vedente e all’ipovedente una sorta di manuale concreto attraverso il quale sia possibile ottenere una certa conoscenza sia di celebri opere d’arte bidimensionali, opere pittoriche appunto, delle quali il non vedente poteva solo avere un’idea attraverso una descrizione verbale, sia dell’evoluzione degli stili, dei valori estetici e contenutistici.


  1. AUDIOGUIDE

Un efficace sistema d’aiuto ad uso delle persone impossibilitate alla lettura per il percorso nel museo è l’audioguida. Questa di solito è fornita con una audiocassetta che si porta con sé, ma per un non vedente non è molto pratico: egli dovrebbe riavvolgere il nastro ogni volta che si ritrova magari davanti ad un’opera che vuole “ritoccare” rischiando di fare molta confusione; inoltre l’audiocassetta ha anche tempi di racconto molto particolari. Le guide sonore, walkman con audiocassette con le informazioni e le spiegazioni relative alle peculiarità del percorso museale dovrebbero essere senza tempi di ascolto imposti e ritmi precisi da seguire; devono prevedere la possibilità del “random”.

Un audioguida sonora con lettore CD sarebbe l’alternativa migliore : un CD con comandi diversi per le opere d'arte con le spiegazioni delle opere; deve essere possibile passare da un argomento all’altro facilmente.

Altra modalità è la registrazione su supporto MP3 .

A Venezia, il Museo Correr ha adottato un sistema innovativo, il Talking signs: si ha in mano un ricevitore, simile ad un telecomando, che capta segnali a raggi infrarossi emanati da ricevitori posti in ogni sala e con cuffie o viva-voce si ascolta la descrizione sia degli oggetti che delle sale e dei percorsi. Questo segnale aiuta anche a rivolgersi in direzione del ricevitore.


L’inserimento di brani audio, particolarmente legati ad alcune opere in mostra ha la finalità di arricchire e completare la percezione, l’esplorazione di un dato oggetto o dell’opera , all’insegna di esperienze extra-verbali e multi-sensoriali che il museo potrebbe prevedere.

5. PAVIMENTAZIONI A RILIEVO E PAVIMENTAZIONI COLORATE

All’interno del museo non dovrebbe mancare la segnaletica plantare del percorso.

I percorsi tattili plantari sono attrezzature speciali rivolte alle persone con problemi di vista che, opportunamente impiegate, possono fornire informazioni utili per la comprensione e per l'uso consapevole degli ambienti.

La comunicazione avviene mediante l'alterazione delle condizioni standard del piano di calpestio. Tale alterazione deve essere percepibile dalle persone con problemi della vista mediante il residuo visivo per gli ipovedenti o mediante il senso tattile dei piedi per i non vedenti.

La segnaletica plantare è composta da una striscia modulate a codici diversi per i seguenti segnali che devono trasmettere.

A questo proposito è utile informare che l’Unione Italiana dei ciechi e degli ipovedenti in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche – ICTP e la Antonplast S.r.l. ha recentemente sviluppato e messo a punto un nuovo modello di Indicatore Tattile a Terra, denominato Vettore finalizzato alla mobilità delle persone con difficoltà visiva.
Il Sistema Vettore studiato, testato, brevettato ed unico riconosciuto dall’Unione Italiana dei ciechi e degli ipovedenti, è un linguaggio speciale, impresso su piastrelle in materiale plastico innovativo.

Gli elementi modulari che compongono il percorso, dotati di scanalature ( onde ) appositamente studiate per forma, spaziatura, altezza e raggio del rilievo, permettono ai non vedenti ed ipovedenti di raggiungere una destinazione attraverso il tatto tattilo-plantare e manuale ( il bastone bianco), l’udito e il contrasto di luminosità.

Il semplice sistema, dotato di soli due codici di base, consente di individuare con facilità il percorso, le svolte ad angolo, le inversioni al senso di marcia, linee di arresto, pericoli, ostacoli insormontabili ed ostacoli valicabili, dando al piede una elevata percezione tattile di difficile dissuasione ponendolo in una costante situazione di “allerta”, “di riposo” grazie all’apposita altezza ed al raggio dei rilievi.

Agli ipovedenti inoltre viene fornito un ulteriore ausilio attraverso studiati contrasti cromatici tra il percorso- guida e la pavimentazione circostante.

Questo prodotto consente infinite applicazioni sia in esterni che in ambienti interni.
Il sistema Vettore, idoneo alla realizzazione di percorsi guidati per minorati della vista che, in seguito a numerosissime verifiche condotte con l’ausilio di soggetti ciechi ed ipovedenti, ha dimostrato di possedere caratteristiche peculiari che rispondono egregiamente alle concrete esigenze degli utenti e che lo rendono particolarmente idoneo in ambienti urbani, sia all’interno che all’esterno di edifici, nonché in luoghi pubblici o aperti al pubblico.
Il prodotto in questione vanta proprietà peculiari, quali soprattutto la semplicità ed univocità di lettura ed interpretazione dei soli due codici utilizzati (linee e punti a rilievo), la facilità di applicazione e di adattamento a superfici interne ed esterne, un adeguato contrasto di luminanza ed un’ottima percepibilità tattilo-plantare ed, infine, un rapporto qualità\prezzo che lo rendono assolutamente concorrenziale rispetto agli altri modelli attualmente disponibili sul mercato”. .

SITEMA VETTORE “ Nuovo sistema di pavimentazione per ciechi ed ipovedenti “.

Sono forniti due link per l’approfondimento sul Sistema Vettore :


http://antonplast.it/cc2009VETTORE.pdf
http://www.sinusoide.it/antonplast_web.pdf
Comunque in assenza di un sistema sistema tattile a terra oppure del Walk Assistant di seguito citato si può prevedere una guida, un tappeto-guida a percezione tattile plantare o un corrimano che conducono il disabile lungo il percorso di visita con punti di riferimento , simboli di cui prima, in corrispondenza dei luoghi di attenzione, con pannelli o targhette in braille; queste alternative sono comunque in grado di indicare un percorso guidato ai non vedenti.

Purtroppo questi accorgimenti non sempre possono essere utilizzati per i vincoli ambientali in determinati palazzi storici antichi che sono adibiti a strutture museali.

6. SUPPORTI ELETTRONICI

Un altro sistema efficace per la visita "autonoma" di un cieco in una struttura museale è quella del l’ausilio del supporto elettronico “Walk Assistant” adottato dal "Museo Omero" di Ancona . In un primo momento può sembrare un percorso segnalato a terra da una striscia colorata, ma in realtà consiste nell’applicazione di un filo di rame, a terra, che reagisce ad un campo magnetico. Il cieco, dotato del suo "bastone bianco" con l’estremità di ferro, percorrendo il museo seguendo la striscia, lo farà oscillare davanti a sé; questo, entrato nella zona d’influenza delle onde magnetiche emesse dal filo di rame, inizierà a vibrare in modi diversi a seconda delle diverse esigenze del percorso; gli segnalerà, ad esempio, di doversi fermare per dover toccare qualcosa, o ascoltarne le spiegazioni. Il non vedente ha anche al collo un apparecchio simile ad un "walkman" che riproduce in modo automatico e sintetico le informazioni relative all’oggetto in esame.

Inoltre questa audioguida può essere fruita da tutti i visitatori.


  1. STRUMENTAZIONI HARDWARE e INIZIATIVE MULTIMEDIALI

I monitor informativi devono essere messi in posti strategici; essere impostati con adeguati font, secondo i principi esposti; avere pulsanti leggibili, con lettere e numeri in rilievo e con contrasto di colore, in braille e su materiale non riflettente; essi devono prevedere pochi e semplici passaggi per giungere al risultato e una gestione amichevole dell’errore.

Si può prevedere una postazione multimediale disposta anche per non vedenti e ipovedenti : un pc dotato di sintesi vocale e lente d’ingrandimento. Al Museo Omero in questa postazione multimediale è utilizzato anche un sistema operativo, denominato “BRIGHT UBUNTU”, aperto, gratuito e sviluppato appositamente per essere utilizzato dai disabili visivi. Esso è un sistema operativo alternativo a Windows, open-source, senza barriere, per permettere ai visitatori non vedenti di raccogliere tutte le informazioni del museo in modo semplice, diretto e autonomo.

Un’ altra innovativa iniziativa multimediale, come strumento di realtà virtuale per l’ampliamento delle funzioni sensoriali dei non vedenti è il Sistema OMERO, sperimentato in collaborazione dell’UIC di Bari. La realtà virtuale del sistema che si avvale di un software che permette di acquisire le caratteristiche tridimensionali degli oggetti reali ricreandoli in uno spazio virtuale e di un’interfaccia tattile ( un guanto ) può consentire la fruizione diretta delle opere d’arte.

Un aspetto importante da considerare per creare nuove possibilità di fruizione del museo è la forma di orientamento e di navigazione che si realizza tramite internet anche on line : esistono, per esempio, infatti strumenti informatici in grado di convertire un semplice battito delle ciglia in un comando al computer per procedere a un'elaborazione dei dati.

Questa potrebbe essere proprio un'occasione offerta dalle nuove tecnologie per spunti di riflessione e nuove prospettive di studio e apprendimento o per visitare un museo a distanza.

Tutte queste iniziative multimediali e l'uso sempre più diffuso di prodotti informatici specifici per l'accessibilità del museo è sicuramente un’altra delle modalità di inclusione e integrazione sociale per persone con disabilità sensoriale.


8 . PERCORSI TATTILI


E’ bene prevedere in ogni museo un percorso tattile che permetta al non vedente di conoscere oggetti e opere d’arte attraverso il tatto e di avere un’idea ben più completa del mondo che lo circonda.

Ovunque sia possibile e compatibilmente con le esigenze di sicurezza e di conservazione del bene artistico, il disabile visivo nei musei deve essere messo in condizione di conoscere l'arte non solo attraverso la descrizione verbale, ma anche attraverso il tatto. Si ricorda che deve essere sempre garantita la possibilità di toccare l’opera; quindi creare dei percorsi con opere selezionate che possano essere “ viste attraverso il tatto .

Si può adattare a modalità tattili lo stesso percorso fruito dal pubblico vedente, seguendo i criteri e i dispositivi finora descritti.

Inoltre si vogliono riprendere le finalità, pienamente condivise dall’UICI, del PROGETTO ALI, della rete museale dei Musei Piceni, espresse dal Prof. Aldo Grassini :



  1. Sostituire all’attuale e troppo consolidato culturalmente VIETATO TOCCARE, un messaggio del tipo “ VIETATO TOCCARE A TUTTI VISITATORI TRANNE I NON VEDENTI E GLI IPOVEDENTI, o meglio ancora “ VIETATO TOCCARE SOLO IN CASI LIMITI DOVE è A RISCHIO L’INTEGRITA’ FISICA DELL’OPERA D’ARTE”.

  2. Diffondere la possibilità di toccare alcune opere d’arte e gli oggetti esposti nei Musei di tutt’Italia e non solo.

  3. Mettere in pratica una vera e propria filosofia di approccio all’opera d’arte : toccare non significa rovinare l’opera ma percepirla in modo più completo.

  4. Mettere a disposizione dei visitatori accurate riproduzioni delle opere originali, qualora le condizioni fisico-chimiche o la deperibilità non permettessero di toccarle.

  5. Far toccare il maggior numero di opere possibili.

Il progetto Ali acquisisce pieno valore in quanto capace di sviluppare una attenzione sulle potenzialità della conoscenza tattile in generale, usufruibile da tutti i visitatori dei musei, adulti e bambini. Questo segna il primo passo per l’istituzione di un circuito che incida realmente nella cultura italiana e non solo, creando una reale volontà permanente di sensibilizzazione socio-culturale : scopo questo della presente ricerca – studio da me effettuata.

9 .VISITE GUIDATE CON PERSONALE SPECIALIZZATO

Un ultima iniziativa del museo nell’ottica di una fruibilità ai disabili della vista è quella di offrire visite guidate e guida specializzata con personale preparato per far "vedere" un bassorilievo o una statua ad un cieco. Per spiegare una scultura la guida dovrà utilizzare termini e parole precise, criteri diversi che usa per spiegare ai vedenti; deve tenere conto che la costruzione mentale dell'immagine tattile segue un processo diverso rispetto all'immagine visiva dei normodotati.
Una guida, che sappia trasmettere non solo informazioni sugli aspetti stilistici ed iconografici (forme, volumi, colori e sfumature, posizioni, composizione, ecc.)
dell'opera d'arte, ma anche emozioni e sentimenti, può essere un supporto molto significativo.

Per completare il quadro di una corretta e adeguata comunicazione museale, che renda un museo realmente accessibile a tutti, sarà importante creare un servizio didattico di un operatore-guida in grado di educare all’arte le persone non vedenti. Questa figura professionale potrebbe essere una persona che conosca e sia stata formata ad affrontare e gestire queste richieste i un pubblico specifico.

Proprio un accompagnatore, coadiuvato da altre figure che lavorano dentro e fuori il museo, potrebbe contribuire a far diventare un ambiente culturalmente stimolante e accogliente per persone non vedenti.

L’operatore museale per la visita didattica, potrebbe esporre la storia , le collezioni, il tipo di allestimento, la descrizione delle opere e degli oggetti presenti nel museo, dando informazioni sintetiche ed esaurienti sulla struttura nel suo complesso, presentando particolare attenzione alle richieste dei visitatori con difficoltà sensoriali.

Si possono citare alcune iniziative originali in tal senso come quella promossa dall’UIC anni fa in merito ad una mostra intitolata “Dialogo nel buio”- Una metafora nell’universo dei non vedenti”. L’allestimento è stato realizzato come uno spazio interamente trasformato in un nuovo modo di “vedere” le cose attraverso un viaggio nell’oscurità : il piccolo gruppo di visitatori, dotate di bastone bianco è stato accompagnato da un operatore cieco . Questa esperienza ha portato il visitatore a riconsiderare e potenziare i talenti e le abilità di ogni individuo attraverso alcuni aspetti della percezione del mondo propria dei non vedenti.

Questa esperienza di Dialogo nel buio viene rifatta da quegli anni in molte città italiane ed europee.



CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE


Un "museo per tutti" sarà quello che riuscirà a garantirne la competenza comunicativa sotto diverse forme di espressione e di linguaggio; potrà essere definito accessibile quando darà la possibilità all'utente di selezionare e recepire significati infiniti e diversificati.

Progettare l'accessibilità del museo per un'utenza ampliata significherà coinvolgere e rendere protagonisti tutti gli utenti o visitatori all'interno e all'esterno di una struttura pubblica o privata con funzione di tutela, valorizzazione e conservazione del bene culturale.

Rispettare i principi di accessibilità di un museo vuol dire garantire il diritto di uguaglianza di ogni cittadino e di conseguenza inventare, creare e realizzare una corretta comunicazione museale: questo significa mettersi dalla parte dell'utente prevedendo le sue difficoltà e cercando di superarle.




In conclusione si invita a riflettere sull’idea che per contrastare e rimuovere la quotidiana e continua violenza fisica e psicologica nei confronti delle persone con disabilità, è necessario elaborare una strategia basata sul rispetto dei diritti umani che sottolinea :

  • L’accessibilità è un diritto umano

  • L’accessibilità deve garantire il massimo livello di vita indipendente

  • Il design for all deve essere il metodo di lavoro


  • Non solo abbattimento delle barriere architettoniche fisiche ma anche percettive e sensoriali.


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