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Progetto interdisciplinare libertà e responsabilità dal libro della genesi genesi Capitolo 1 Racconto della creazione


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Progetto interdisciplinare

LIBERTÀ E RESPONSABILITÀ

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DAL LIBRO DELLA GENESI
Genesi - Capitolo 1

Racconto della creazione

[3]Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. [4]Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre.

[6]Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». [7]Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. [9] E Dio vide che era cosa buona.

[11]Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie». E così avvenne: [12]la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona.

[20]Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». [21] E Dio vide che era cosa buona.

[24]Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie». E così avvenne [25] E Dio vide che era cosa buona.

[26]E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». [27]Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.

[29]Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. [30]A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. [31]Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona.

Genesi - Capitolo 2

La prova della libertà. Il paradiso

[8]Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. [9]Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male

[15]Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.

[16]Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, [17]ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».

Genesi - Capitolo 3

La caduta

[1]Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «E' vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». [2]Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, [3]ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». [4]Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! [5]Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male».

[6]Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò.

Genesi - Capitolo 4

Caino ed Abele

3Trascorso del tempo, Caino presentò frutti del suolo come offerta al Signore, 4mentre Abele presentò a sua volta primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, 5ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. 6Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? 7Se agisci bene, non dovresti forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai». 8Caino parlò al fratello Abele. Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. 9Allora il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?».

Genesi - Capitolo 6

Il peccato che porta al diluvio

4C’erano sulla terra i giganti (i potenti, i magnati) a quei tempi – e anche dopo –, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi. 5Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre.

Genesi - Capitolo 11

La torre di Babele

4Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo, e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra».

ADAMO DOVE SEI?”



L’uomo è chiamato a rispondere delle sue azioni, della sua libertà

Il DOMINIO sulla terra e sugli animali

La creazione dell’uomo

L’uomo è costituito signore all’interno del creato, ma non può esercitare il dominio che gli è affidato in qualsiasi maniera, fino a disprezzare o a distruggere la vita vegetale e animale. Egli deve esercitare il dominio come mandatario di Dio e resta una creatura che deve anzitutto accogliere e custodire la creazione.

L’uomo è posto come signore tra le creature, ma questo dominio lo costituisce anche depositario e mediatore della benedizione sul mondo che gli è stato affidato. L’uomo è nel giusto rapporto con il creato quando ne mantiene e accresce la bontà e la bellezza con le quali è uscito dalle mani di Dio. L’uomo deve dominare, ma non in maniera indiscriminata bensì con responsabilità e discernimento: questa è la vera libertà. L’uomo dovrebbe continuamente , al termine di ogni giornata di lavoro, constatare che ciò che ha fatto “è cosa buona”. Guai se questo suo lavoro di dominio arrivasse a significare la distruzione della terra.

Oggi il problema ecologico è sentito in tutta la sua drammatica urgenza, ma per risolverne i problemi ogni uomo ed ogni Stato dovrebbe saper mettere in secondo piano i propri interessi per costruire un futuro sostenibile.

Dio chiede conto della vita: non è concesso all’uomo abusare della vita degli animali né di sfruttare il loro habitat fino a rendere loro impossibile la vita. L’uomo è richiamato con forza alla propria responsabilità e alla propria coscienza di fronte ad ogni vita, umana e animale.

L’uomo vuol farsi INTERPRETE DEL BENE E DEL MALE

Il peccato dell’orgoglio

Adamo ed Eva

Adamo ed Eva rappresentano tutta l’umanità, in loro ciascuno di noi deve riconoscere se stesso: il testo biblico ha portata universale, vi è rappresentato il dramma dell’uomo, della storia, il dramma di ogni uomo, il mio dramma. Adamo ed Eva vogliono essere liberi, non vogliono avere Dio come rivale, vogliono possedere tutto, vogliono avere il potere su tutte le cose, proprio su tutte (del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto…). E questa logica del potere non si limita a voler possedere tutte le cose, ma vogliono essere loro a decidere cos’è il bene e il male (“diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male”). Il serpente incarna l’illusione di poter giudicare Dio e pretende di essere giudice e guida dell’uomo. Il tentatore dichiara che Dio è rivale dell’uomo, che vuole togliergli la sua libertà. La donna vede l’albero come un bene di cui un altro la vuole privare e questo è sufficiente per renderglielo desiderabile.

Adamo dove sei?”. L’uomo vuole essere libero, ma non vuole assumersi la responsabilità: è stata la donna, è stato il serpente. Anche oggi l’uomo si nasconde dietro il “fan tutti così”, “la colpa è della società”, “la colpa è dello Stato”, “la colpa è della politica”, “la colpa è della scuola”, “la colpa è della famiglia”.

«Adamo, dove sei?»: è la prima domanda che Dio rivolge all’uomo dopo il peccato. «Dove sei Adamo?». E Adamo è un uomo disorientato che ha perso il suo posto nella creazione perché crede di diventare potente, di poter dominare tutto, di essere Dio. E l’armonia si rompe, l’uomo sbaglia e questo si ripete anche nella relazione con l’altro che non è più il fratello da amare, ma semplicemente l’altro che disturba la mia vita, il mio benessere. (Papa Francesco – Lampedusa 8 luglio 2013)

«CAINO, DOV’È TUO FRATELLO?» - Ogni uomo è mio fratello

Il peccato della GELOSIA non controllata

Caino ed Abele

La gelosia divora Caino fino a farlo esplodere nell’omicidio. Caino è irritato, oscuro in volto, con la faccia abbattuta: non è più il figlio unico, percepisce di non essere più il primo, teme di non essere il “preferito” da Dio. Vede nel fratello una minaccia al suo possedere tutto, anche la stima di Dio. È incapace di dialogo e non risponde a Dio che lo avverte che il male è “accovacciato vicino a lui”. Si chiude in se stesso ed esplode uccidendo il fratello.

La scienza ha dimostrato che esiste un’unica razza, quella umana, perciò ogni omicidio può definirsi fratricidio. Abele è figura di tutte le vittime della storia. Caino esprime l’aggressività di chi non vuole rivali, di chi vuole essere “libero” senza limiti, di chi ha sete di potere e di possesso:

la terra è mia – economia

tu sei mio – sessualità

Dio è con me – religione



E Dio pone la seconda domanda: «Caino, dov’è tuo fratello?». Il sogno di essere potente, di essere grande come Dio, anzi di essere Dio, porta ad una catena di sbagli che è catena di morte, porta a versare il sangue del fratello! Queste due domande di Dio risuonano anche oggi, con tutta la loro forza! Tanti di noi, mi includo anch’io, siamo disorientati, non siamo più attenti al mondo in cui viviamo, non curiamo, non custodiamo quello che Dio ha creato per tutti e non siamo più capaci neppure di custodirci gli uni gli altri. E quando questo disorientamento assume le dimensioni del mondo, si giunge a tragedie come quella a cui abbiamo assistito”.

Quindi ha proseguito: “«Dov’è tuo fratello?», la voce del suo sangue grida fino a me, dice Dio. Questa non è una domanda rivolta ad altri, è una domanda rivolta a me, a te, a ciascuno di noi. Quei nostri fratelli e sorelle cercavano di uscire da situazioni difficili per trovare un po’ di serenità e di pace; cercavano un posto migliore per sé e per le loro famiglie, ma hanno trovato la morte. Quante volte coloro che cercano questo non trovano comprensione, non trovano accoglienza, non trovano solidarietà! E le loro voci salgono fino a Dio!

[…] Prima di arrivare qui, sono passati per le mani dei trafficanti, quelli che sfruttano la povertà degli altri; queste persone per le quali la povertà degli altri è una fonte di guadagno. Quanto hanno sofferto! E alcuni non sono riusciti ad arrivare!”.

«Dov’è tuo fratello?» Chi è il responsabile di questo sangue? Nella letteratura spagnola c’è una commedia di Lope de Vega che narra come gli abitanti della città di Fuente Ovejuna uccidono il Governatore perché è un tiranno, e lo fanno in modo che non si sappia chi ha compiuto l’esecuzione. E quando il giudice del re chiede: «Chi ha ucciso il Governatore?», tutti rispondono: «Fuente Ovejuna, Signore». Tutti e nessuno! Anche oggi questa domanda emerge con forza: Chi è il responsabile del sangue di questi fratelli e sorelle? Nessuno! Tutti noi rispondiamo così: non sono io, io non c’entro, saranno altri, non certo io. Ma Dio chiede a ciascuno di noi: «Dov’è il sangue di tuo fratello che grida fino a me?». Oggi nessuno nel mondo si sente responsabile di questo; abbiamo perso il senso della responsabilità fraterna; siamo caduti nell’atteggiamento ipocrita del sacerdote e del servitore dell’altare, di cui parlava Gesù nella parabola del Buon Samaritano: guardiamo il fratello mezzo morto sul ciglio della strada, forse pensiamo “poverino”, e continuiamo per la nostra strada, non è compito nostro; e con questo ci tranquillizziamo, ci sentiamo a posto. La cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l’illusione del futile, del provvisorio, che porta all’indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza. In questo mondo della globalizzazione siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza! Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro!”.

[…] Signore fa’ che sentiamo anche oggi le tue domande: «Adamo dove sei?», «Dov’è il sangue di tuo fratello?».”

(Papa Francesco – Lampedusa 8 luglio 2013)



L’uomo con la tecnica vuole farsi PADRONE DELLA VITA

Il peccato dell’ ONNIPOTENZA

Il diluvio

C’erano sulla terra i giganti (i potenti, i magnati, i grandi, coloro che sono liberi di fare quello che vogliono) a quei tempi”: sono coloro che hanno la pretesa dell’onnipotenza che giunge fino a determinare la vita e farsene signore, di chi già detiene un potere, una forza che lo distingue tra gli uomini.

Questo è un problema estremamente attuale ora che si progettano “grandi figli” con il seme di “grandi uomini”, di “uomini famosi”. È tramite la tecnica che nutriamo i nostri sogni di onnipotenza e di superamento dei limiti creaturali.

L’influenza degli scienziati nel formare l’opinione pubblica sulla base della loro conoscenza è troppo importante per essere minata da una fretta inopportuna o dalla ricerca di una pubblicità superficiale. Come il mio predecessore Papa Giovanni Paolo II una volta ha osservato:  “Gli scienziati, quindi, proprio perché “sanno di più”, sono chiamati a “servire di più”. Poiché la libertà di cui godono nella ricerca dà loro accesso al sapere specializzato, hanno la responsabilità di utilizzare quest’ultimo saggiamente per il bene di tutta la famiglia umana” (Benedetto XVI Discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze, 11/11/ 2002)

"Nella grande impresa umana di sforzarsi per svelare i misteri dell'uomo e dell'universo, sono convinto della necessità urgente di continuare il dialogo e la cooperazione tra i mondi della scienza e della fede nella costruzione di una cultura del rispetto per l'uomo, la dignità umana e la libertà, per il futuro della nostra famiglia umana e per lo sviluppo sostenibile a lungo termine del nostro pianeta". (Papa Benedetto XVI)


Il diluvio… molte catastrofi naturali oggi sono procurate dall’uomo (effetto serra, scioglimento dei ghiacciai, …)

La logica del TOTALITARISMO, del POSSEDERE TUTTO

La torre di Babele

Logica del totalitarismo: impadronirsi di tutto il mondo, costruire una città e una torre la cui cima tocchi il cielo. Non solo la cultura, ma anche la tecnica è utilizzata come strumento di potere.

Anche la tecnica, che è cosa buona e sta nello sviluppo benedetto del lavoro, può diventare strumento di asservimento, creare vittime, essere piegata a fini di male.

L’uomo cerca di costruire una città che si chiamerà Babele, cioè “porta degli dei”, e questo rappresenta un nuovo tentativo di “diventare come Dio”, impadronendosi di tutto il mondo.



Questa è anche la radice di ogni razzismo. Gli uomini di Babele dicono: tocchiamo il cielo, costruiamo per noi una città, facciamo per noi un nome, diventiamo onnipotenti, diventiamo eterni.



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