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Mantenuti i 40 minuti di pausa, distribuiti su tre pause, due di 15 minuti e una di 10, fruite in modo collettivo


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A MELFI SEMBRAVA FATTA
Dopo il 31 marzo 2011 la firma unitaria alla Fiat di Melfi è stata accolta come un segnale positivo per uscire finalmente dalla notte delle relazioni sindacali degli accordi ( senza Fiom) di Pomigliano e Mirafiori. Sull’accordo per l’introduzione del modello organizzativo Erga-Uas c’erano le firme di tutte le RSU dello stabilimento e dei sindacati metalmeccanici della Basilicata. Quell’accordo recepisce quanto già definito a Mirafiori con un’integrazione non di poco conto per questi tempi, probabilmente ottenuta per la determinazione a negoziare unitariamente delle Rsu di stabilimento. E quanto scritto alla pagina 3 “sistema di pause” di cui riproduciamo il testo.

Sistema di pause A far data dal 10 gennaio 2012, previa la effettuazione della verifica prevista nel mese di novembre 2011, le soluzioni ergonomiche derivanti dall'applicazione del sistema ERGO-UAS permettono:

- sulle linee a trazione meccanizzata con scocche in movimento continuo, un regime di tre pause di 10 minuti ciascuna, fruite in modo collettivo, nell'arco del turno di lavoro;

- sui tratti di linea meccanizzata denominati "passo-passo", in cui l'avanzamento è determinato dai lavoratori mediante il cosiddetto "pulsante di consenso", le soluzioni ergonomiche permettono un regime di tre pause di 10 minuti ciascuna fruite in modo collettivo o individuale a scorrimento sulla base delle condizioni tecnico-organizzative.

Durante la fase di sperimentazione per gli addetti alle linee a trazione meccanizzata con scocche in movimento continuo e ai tratti di linea meccanizzata denominati "passo-passo" saranno mantenuti i 40 minuti di pausa, distribuiti su tre pause, due di 15 minuti e una di 10, fruite in modo collettivo , nell'arco del turno di lavoro sulle linee a trazione meccanizzata con scocche in movimento continuo e in modo collettivo o individuale a scorrimento sulla base delle condizioni tecnico-organizzative sui tratti di linea meccanizzata denominata "passo-passo" .

Per tutti i restanti lavoratori diretti e collegati al ciclo produttivo le soluzioni, ergonomiche permettono una pausa di 20 minuti, da fruire anche in due pause di 10 minuti ciascuna in modo collettivo o individuale a scorrimento.

Si può pensare che, nell’ipotesi più ottimistica, il regime di pause indicato per il periodo della sperimentazione potrebbe essere protratto se le soluzioni ergonomiche e le saturazioni non risultassero soddisfacenti come ampiamente garantito dalla Fiat e dai suoi esperti; se invece si divergesse sulla valutazione ( cosa probabile) i sindacati firmatari dell’accordo – tutti o in parte – potrebbero dissociarsi per l’attuazione delle tre pause per un tempo complessivo di 30 minuti.

Anche la Cgil nazionale può aver fatto questa considerazione se ha emanato un comunicato di sostegno all’accordo per firma di Vincenzo Scudiere. Ma, nello stesso tempo, la Fiom Nazionale per firma di Enzo Masi, coordinatore nazionale gruppo Fiat, ha tirato no solo il freno ma sotto le vesti di “precisazioni” ha avanzato una modifica del testo sottoscritto richiedendo che “..quindi, in assenza di un comune giudizio tra le parti sul successo della sperimentazione, dal 1° gennaio 2012 dovranno essere mantenute le pause di 40 minuti nella suddivisione di 15 + 15 + 10 minuti”. Un miglioramento rilevante dell’intesa sottoscritta, un +1 o anche +10 di quanto faticosamente raggiunto al tavolo unitario delle RSU e Sindacati territoriali. In gergo sindacale, al di la del lessico dei comunicati, quanto deciso nazionalmente dalla Fiom, ovviamente con le RSU a rapporto, significa una via di mezzo tra la sconfessione di quell’atto di contrattazione decentrata e la rimessa “sulla linea nazionale” della Fata di Melfi. Per chi scrive questo breve articolo è un colossale errore dettato da un dirigismo ( non importa se nobilitato da valori professati) di cui la Fiom si liberò nella stagione della contrattazione articolata, contrassegnata di alti e bassi, anche allora.

Detto della Fiom un appunto sul commento della Fim Nazionale e Torinese. Non aiuta la tenuta unitaria a Melfi, che sembrerebbe il punto più sensibile all’unità sindacale in azienda, affermare con troppa sicurezza che “..questa nuova organizzazione migliora le condizioni ergonomiche delle postazioni di lavoro..” senza aggiungere che è del tutto da verificare se ciò comporterà anche il miglioreranno delle condizioni di lavoro ( stress, saturazioni, ripetitività-alienazione) complessive della parcellizzazione organizzativa. in quanto nell’ipotesi migliore per ché ripropone per l’unità sindacale alla Fiat l’accettazione dei paradigmi Fiom, anche nene com e .

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riprendere la loro libertà d’azionestenibili coquel regime
ll’era Marchionnifli Nei giorni scorsi, dopo il 31 marzo, era stata accolta come un segnale positivo dall’uscita della “notte deller relazioni sindacali unitarie alla Fila notizia che la Fiom territoriale della Basilicata le RSU della Fata di Melfi avevano non solo negoziato ma anche sottoscritto l’accordo – con Fim ,Uilm e Ugl – per l’introduzione del modello Egras-Uas a partire dal 14 marzo 2011, con Fim, è

Un soffio riformista raggiunge lo stabilimento Fiat Sata di Melfi e fa sentire il suo influsso sull’intesa raggiunta sulla nuova organizzazione del lavoro. Si tratta del sistema internazionale Ergo - Uas che partirà dall’11 aprile e sarà sperimentato fino a fine anno e, previa verifica, fatto partire dal 2012. L’accordo è stato sottoscritto da Fiat, Fim, Uilm e pure dalla Fiom.

Un accordo positivo, destinato a migliorare le condizioni ergonomiche delle postazioni di lavoro: ha però mantenuto acceso qualche dubbio tra i metalmeccanici della Cgil che hanno poi sospeso il giudizio in attesa di un’ulteriore verifica all’interno dell’organizzazione prevista per la prossima settimana. ”Questa intesa è importantissima perché è una premessa per far entrare anche Melfi a far parte di Fabbrica Italia – spiega BrunoVitali, segretario nazionale Fim – e che la Sata adotti questo nuovo sistema significa che si avvicina il momento del confronto di merito con l’azienda”. Per la Fim una buona tappa preliminare. ”Va anche sottolineato - aggiunge Vitali - che questa nuova organizzazione migliora le condizioni ergonomiche delle postazioni di lavoro, prevede verifiche costanti e periodiche dell’applicazione del nuovo sistema con il coinvolgimento della Rsu e dei Rappresentati dei lavoratori per la sicurezza”.

L’adesione, seppur condizionata, della Fiom significa che finalmente qualcosa si muove nella giusta direzione. ”Qui la Fiom ha sottoscritto l’accordo che abbiamo già firmato a Pomigliano e a Mirafiori -evidenzia Vitali - dove già troviamo il capitolo in cui si tagliano le pause di dieci minuti secondo uno standard internazionale già usato in questo settore.

Questo svela, definitivamente, se mai ne avevamo bisogno, l’impostazione tutta strumentale della Fiom su quelle vicende”. Resta ora da veder cosa accadrà la prossima settimana. ”Con questo ripensamento siamo al giallo - incalza il segretario nazionale Fim - perché la Fiom prima ha firmato e poi, quasi si fosse pentita, ha chiesto una pausa. Una situazione che in realtà è una cartina di tornasole sul fatto che comincia ad esservi un dibattito interno sulla linea tenuta da Landini”.

Una breccia che parte proprio da Melfi dove la Fim riferisce che la maggioranza della delegazione Fiom di Melfi era ”determinata a non essere esclusa” che”è esattamente quello che deve fare un sindacato” per definirsi tale. ”Siamo contenti che la Fiom abbia preso questa strada - ribadisce Vitali - anche se non mi faccio illusioni, dobbiamo favorire un dibattito sano dentro la Fiom per cominciare a remare tutti nella stessa direzione. Di fronte ad investimenti e sfide come quelli che abbiamo di fronte non possiamo permetterci di chiamarci fuori”.

Semmai per la Fim è vero proprio il contrario. ”Dobbiamo essere dentro a questo processo di cambiamento - dice ancora Vitali - ed ambire a condizionarlo con i nostri contributi.

L’auspicio è che la Fiom nella sua discussione confermi la firma.

Noi, comunque, andremo avanti nell’interesse dei lavoratori”. L’arrivo del sistema Ergo - Uas, che vale la pena ricordare è un sistema messo a punto da una società terza, quindi segnerà una svolta in meglio per le condizioni di lavoro e darà veri benefici.

Vitali osserva che ”i lavoratori avranno miglioramenti ergonomici reali e tangibili perché il concetto su cui si basa questo sistema è che la produzione viene subordinata alla salute del lavoratori”.

Soddisfatta anche la Fim lucana. Il segretario generale Antonio Zenga ricorda che ”l’accordo fino al 31 dicembre conferma i 40 minuti di pausa secondo lo schema 15-15-10, così come aveva proposto la Fim sin dalle prime battute del negoziato. Solo dopo la verifica tra le parti, che si terrà nel prossimo novembre, e solo se le condizioni di lavoro saranno idonee, sarà possibile procedere alla riduzione della pausa di 10 minuti, pausa che verrebbe in ogni caso retribuita. Ma ora a preoccupare è il sistema delle aziende della componentistica che gravita intorno alla Sata (e non solo) e che sta mostrando evidenti segnali di sofferenza”.

Ad interrogarsi su quanto sta accadendo a Melfi è anche Torino. ”Alla Fiat di Melfi la Fiom firma l’accordo per ridurre le pause a 30minuti.. Perché a Torino è invece ”l’accordo della vergogna”? - si domanda Claudio Chiarle, segretario generale Fim torinese -.Evidentemente le scelte fatte a Torino con l’accordo di Mirafiori rispondono a criteri e standard europei di tutte le più grandi case automobilistiche e solo in due stabilimenti su 26 in Europa, alla Nissan di Barcellona e alla Volkswagen di Wolksburg, ci sono pause superiori ai trenta minuti”.



Infine per Chiarle ”sarebbe utile per tutti i lavoratori, a partire da quelli della ex Bertone, che la Fiom riflettesse sulle sue scelte e decidesse per un futuro di lavoro, dopo otto anni di cassa integrazione, e soprattutto facendo votare a scrutinio segreto i lavoratori perchè possano decidere in autonomia”.


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