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Madonna del Cardellino


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Tentava di rubare il dipinto "Madonna del Cardellino". I carabinieri di Urbino lo arrestano



13/09/08 Bologna - Nella notte tra giovedì e venerdì scorso, a Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, i Carabinieri della Compagnia di Urbino unitamente al Nucleo Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale di Ancona, diretti rispettivamente dal Capitano Walter Fava e dal Tenente Salvatore Strocchia, a conclusione di ininterrotte e delicate indagini, eseguivano un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. competente del Tribunale di Urbino (che ha concordato integralmente con le risultanze investigative prodotte dai Reparti operanti) nei confronti di ZERBINI Romano, classe 1957, originario di Ozzano nell’Emilia.

L’attività investigativa è scaturita lo scorso 1 agosto, a seguito del tentato furto aggravato del dipinto raffigurante la “Madonna del Cardellino”, olio su tavola, risalente al XV secolo ed attribuito al Perugino ed al Pinturicchio, che è custodito all’interno della Chiesa Collegiata di San Giovanni Battista di Cantiano.

Nella circostanza, Don Fausto PANFILI, parroco della Chiesa denunciava ai Carabinieri di Cantiano che alle ore 12.20 circa dello stesso giorno, nell’entrare nella sua parrocchia, si accorgeva della presenza di un uomo che stava prelevando da un altare laterale una tovaglia per pulirsi e coprirsi il viso sanguinante. Inizialmente pensava che la persona da lui vista stesse cercando di rubare le offerte, ma poi si accorgeva che appoggiato nel vicino tavolaccio con seduta, nel transetto sinistro, vi era il dipinto olio su tavola, tondo, del XV secolo, raffigurante “Madonna del Cardellino”, che si trovava originariamente esposto nella cappella laterale, il cui ingresso era protetto con un cancello metallico chiuso a chiave.

Don Fausto PANFILI, pertanto, alla vista di ciò urlava contro l’uomo, il quale si dava ad una precipitosa fuga cercando di nascondere il volto con la tovaglia che aveva utilizzato per pulirsi dal sangue (infatti lo stesso si era anche ferito sul viso durante l’azione delittuosa). Quindi il parroco si poneva subito all’inseguimento dell’uomo, utilizzando anche una bici che si era fatto prestare al momento da un giovane colà presente, e chiedeva immediatamente aiuto ai passanti chiedendo loro di avvisare i Carabinieri perché avevano cercato di rubare “ la Madonna con il cardellino”. Il malvivente, approfittando della confusione riusciva a far perdere le proprie tracce, salendo a bordo di un’autovettura, di cui alcuni testimoni, successivamente sentiti, riuscivano ad annotare solo alcune cifre. Gli accertamenti urgenti sul luogo del fatto permettevano di appurare che il ladro aveva forzato la serratura del cancelletto della cappella ove è custodito il dipinto, che aveva staccato dal muro scardinando i ganci che lo trattenevano ancorato alla parete. La tovaglia macchiata di sangue veniva rinvenuta all’esterno della Chiesa ed acquisita per gli accertamenti del caso. L’attività investigativa condotta permetteva quindi di produrre un identikit dell’autore del reato e successivamente, a conclusione di mirate indagini, di risalire allo ZERBINI Romano, cl.’57, originario di Ozzano dell’Emilia (BO) il 02.02.1957, nullafacente, gravato da precedenti di polizia per reati contro il patrimonio. Lo stesso ha denotato un’ottima conoscenza del valore e della dislocazione sul territorio dei beni artistici, in quanto l’obiettivo prescelto costituisce oggetto di notevole valore economico ed inestimabile valore storico artistico.



L’efficace, stretta e perfetta sinergia tra i militari di Cantiano e quelli del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, coadiuvati nell’esecuzione della misura cautelare dai Carabinieri del Comando Territoriale di Castel San Pietro Terme (BO), ha permesso di trarre in arresto lo Zerbini, che veniva poi associato alla casa circondariale di Bologna, a disposizione dell’A.G. mandante.
L’episodio ha messo in luce, inoltre come sia di fondamentale importanza ai fini della tutela del patrimonio culturale di proprietà ecclesiastica, la collaborazione con coloro che si occupano specificatamente della tutela del patrimonio culturale ed i responsabili delle varie realtà religiose disseminate sul territorio. Inoltre, quanto accaduto permette di evidenziare come sia essenziale, ai fini del recupero di un’eventuale opera d’arte illecitamente sottratta, l’accurata catalogazione con relative nitide riproduzioni fotografiche di tutti i bei culturali in possesso dei vari enti.







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