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Grand budapest hotel ralph fiennes tony revolori


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FOX SEARCHLIGHT PICTURES

In associazione con INDIAN PAINTBRUSH and STUDIO BABELSBERG

Presenta
An AMERICAN EMPIRICAL PICTURE


GRAND BUDAPEST HOTEL

RALPH FIENNES

TONY REVOLORI

F. MURRAY ABRAHAM

MATHIEU AMALRIC

ADRIEN BRODY

WILLEM DAFOE

JEFF GOLDBLUM

HARVEY KEITEL

JUDE LAW


BILL MURRAY

EDWARD NORTON

SAOIRSE RONAN

JASON SCHWARTZMAN

LÉA SEYDOUX

TILDA SWINTON

TOM WILKINSON

OWEN WILSON


REGIA WES ANDERSON

SCENEGGIATURA WES ANDERSON

SOGGETTO WES ANDERSON &

HUGO GUINNESS

PRODUZIONE WES ANDERSON

SCOTT RUDIN

STEVEN RALES

JEREMY DAWSON

PRODUTTORE ESECUTIVO MOLLY COOPER

CHARLIE WOEBCKEN

CHRISTOPH FISSER

HENNING MOLFENTER

CO- PRODUTTORE JANE FRAZER

DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA ROBERT YEOMAN, A.S.C.

SCENOGRAFIA ADAM STOCKHAUSEN

MONTAGGIO BARNEY PILLING

SUPERVISORE MUSICA RANDALL POSTER

MUSICA ORIGINALE ALEXANDRE DESPLAT

COSTUMI MILENA CANONERO

PRODUTTORE ASSOCIATO OCTAVIA PEISSEL

CO-PRODUTTORE PER SCOTT RUDIN PRODUCTIONS.…ELI BUSH
Durata: 100 minuti
uscita in Italia: 10 aprile





GRAND BUDAPEST HOTEL

GRAND BUDAPEST HOTEL narra le avventure di Gustave H, leggendario concierge di un lussuoso e famoso albergo europeo, e di Zero Moustafa, un fattorino che diviene il suo più fidato amico. Sullo sfondo il furto e il recupero di un celebre dipinto rinascimentale, la violenta battaglia per impadronirsi di un'enorme fortuna di famiglia ed una dolce storia d'amore. Il tutto tra le due guerre, mentre il continente è in rapida e radicale trasformazione.


Fox Searchlight Pictures presenta, in associazione con Indian Paintbrush e Studio Babelsberg, un film di American Empirical: GRAND BUDAPEST HOTEL, scritto e diretto da Wes Anderson da un soggetto dello stesso Anderson e di Hugo Guinness.
Nel cast Ralph Fiennes, Tony Revolori, F. Murray Abraham, Mathieu Amalric, Adrien Brody, Willem Dafoe, Jeff Goldblum, Jude Law, Bill Murray, Edward Norton, Saoirse Ronan, Jason Schwartzman, Tilda Swinton, Tom Wilkinson e Owen Wilson.

Nel cast tecnico figurano i produttori Wes Anderson, Scott Rudin, Steven Rales e Jeremy Dawson; i produttori esecutivi Molly Cooper, Charlie Woebcken, Christoph Fisser e Henning Molfenter, il co-produttore Jane Frazer, il direttore della fotografia Robert Yeoman, A.S.C., lo scenografo Adam Stockhausen, il montatore Barney Pilling, il supervisore musicale Randall Poster, con le musiche originali di Alexandre Desplat, il produttore associato Octavia Peissel ed il co-produttore per Scott Rudin Productions, Eli Bush.


GRAND BUDAPEST HOTEL è una vicenda in moto perpetuo, cinetica e comica, una storia senza tempo di amicizia, onore e promesse mantenute.

Il regista Wes Anderson dice che il suo ottavo film nasce da un mix di ispirazioni, tra cui le commedie degli anni '30 e le storie e memorie dello scrittore viennese Stefan Zweig.

“Ho avuto un'idea insieme al mio amico Hugo” ricorda Anderson riguardo gli inizi della sceneggiatura. “Ci era venuto in mente di creare un personaggio ispirato a un nostro comune amico, persona dall'eccezionale ed enorme fascino, con un rapporto unico e magnifico con le parole, dotato di uno sguardo molto speciale sulla vita, diverso da chiunque altro avessimo conosciuto. Successivamente pensai che avrei voluto fare un film europeo – ispirato in particolare da Stefan Zweig, scrittore che son giunto ad amare seriamente negli ultimi anni. Ci sono altre cose che stavo leggendo che potrebbero non sembrare connesse a questo film, come 'Eichmann in Jerusalem' di Hannah Arendt, che contiene un'analisi avvincente di come i vari Paesi europei si sono posti di fronte ai nazisti, e come tutto impazzì; e anche 'Suite Française' di Irène Némirovsky. Sono queste alcune delle cose da cui sono partito e che ho mescolato all'idea che Hugo e io avevamo avuto sul nostro amico. E questo, in un certo senso, è ciò che il film è.

Anderson ha collocato la sua storia in una località termale di fantasia nell'immaginario stato alpino di Zubrowka, per il quale ha creato non solo un'estetica visiva completa, ma anche una coerente storia del 20º secolo in grado di rispecchiare l'Europa Orientale, con la presa fascista del potere negli anni Trenta ed un successivo periodo comunista – ma anche un passato più lontano di Belle Époque.

“Ogni volta che Wes fa un film, c’è un intero mondo, un universo completo da creare insieme ad esso - dice il produttore Jeremy Dawson, che ha lavorato con Anderson in UNA FUGA D'AMORE (MOONRISE KINGDOM), FANTASTIC MR. FOX e IL TRENO PER IL DARJEELING (THE DARJEELING LIMITED) - Qui ha creato una parte di Europa Orientale interamente di fantasia, conosciuta come Repubblica di Zubrowka, dove troviamo una di quelle grandi città termali fiorite dappertutto prima della fine del secolo. La storia è nata dal suo interesse per quell’arco temporale, quella storia, quel mondo, e anche quel tipo di personaggio che è il nostro Monsieur Gustave, il concierge del Grand Hotel”.



I CITTADINI DI ZUBROWKA
M. Gustave H.

Anderson ha scritto il ruolo di Monsieur Gustave H., il meticoloso concierge al centro del film, con in mente un attore: Ralph Fiennes, due volte candidato all'Oscar per SCHINDLER'S LIST e IL PAZIENTE INGLESE (THE ENGLISH PATIENT). “Già solo l’idea che questo personaggio sarebbe stato interpretato da Ralph Fiennes - dice Dawson - l’ha reso molto più sfaccettato. L’attore si è completamente fuso nel personaggio: è Monsieur Gustave”.
Fiennes si è completamente immerso nelle molte contraddizioni del personaggio. “Gustave è insicuro, vanitoso e bisognoso, come dice nel copione, ma è anche una persona molto pignola con un’idea profondamente radicata: che il suo principale dovere sia prendersi cura degli altri”, osserva l'attore.

Fiennes ha apprezzato particolarmente il rapporto paterno di Gustave con il giovane Zero, da lui scelto come potenziale protégé nella interminabile battaglia contro la volgarità del mondo. “Per Gustave, Zero è un innocente inesperto delle cose del mondo, che ha bisogno di istruzione – nota l’attore - I due alla fine diventano però ‘fratelli d'armi”.

Fiennes era eccitato dalla sua prima collaborazione con Anderson che, nota, ha un modo di vedere il mondo tutto peculiare. “Con GRAND HOTEL BUDAPEST, Wes ha creato una vera commedia acrobatica con travestimenti e fughe e c'è sempre quel sottofondo agrodolce così riconoscibile”, dice. “I suoi film hanno sempre questa peculiare leggerezza di tocco, sotto cui vivono temi forti ed emozioni. È una miscela insolita che nessun altro può ripetere perché proviene dall'interno di Wes, dal suo senso dell’umorismo e dalla sua personale percezione del mondo.

“Wes è esigente con i suoi attori in maniera molto positiva – dice Fiennes – lima e migliora la performance finché non ottiene l’emozione e la leggerezza a cui mirava. L’immediatezza è una cosa che apprezza veramente perché questo tipo di materiale ha bisogno di quel genere di vivacità. In definitiva, ha creato un proprio mondo e un proprio tempo in cui la gente è più audace e si diverte di più”.

Sotto tutte le insofferenze superficiali di Gustave c'è un nucleo emotivo basilare, di devozione, sentimento ed affetto, che fornisce una gran parte del centro emozionale della storia. Osserva il coprotagonista Edward Norton, il cui personaggio dà la caccia a Gustave: “Gustave è qui il più grande personaggio che Wes abbia creato, e nessuno lo avrebbe potuto interpretare meglio di Ralph. Gustave è contraddittorio – ha questa arrogante concezione dei giusti valori, ed è al tempo stesso ferocemente leale. È come un'occhiata a un vecchio mondo un attimo prima della sua scomparsa”.
Zero Moustafa


All'inizio di GRAND BUDAPEST HOTEL, il Giovane Scrittore si trova a conversare con l'enigmatico Signor Moustafa, proprietario dell'albergo, che si prepara a raccontare la sua storia, come dal rango di giovane fattorino sia diventato il proprietario del Grand Budapest.

Interprete del giovane Zero Moustafa, quando è appena arrivato all'albergo, è l'esordiente Tony Revolori. Poiché Zero era stato pensato proveniente da un paese immaginario del Medio Oriente, all'inizio Anderson aveva contattato attori in Libano e Israele, in Nord Africa e in varie comunità europee di immigranti. Alla fine, nel corso di alcune audizioni a Los Angeles, incontra Revolori, originario del Guatemala. Immediatamente Anderson riconosce in lui la schiettezza che caratterizza Zero. Quando poi presenta Revolori a Fiennes, la chimica scenica è subito evidente.

Fiennes era colpito dalla preparazione di Revolori, ma anche dai suoi forti istinti naturali. “Come Zero, Tony possiede questa intelligenza innocente. È innocente, ma anche molto sveglio”, dice Fiennes.

Per Revolori, lavorare con Anderson è stata “un'esperienza unica, diversa da ogni altra”. Dice ancora: “Mi sentivo come parte della sua famiglia, e subito ognuno – attori, personale – mi ha aiutato a farmi entrare, cominciando ad insegnarmi e darmi consigli, una cosa veramente fantastica”.

Ciò è stato particolarmente vero per Fiennes. “Mi ha realmente aiutato guidandomi. È diventato in certo modo un fratello maggiore”, riflette Revolori.

Tale rapporto era evidente a tutti sul set. Osserva Willem Dafoe: “Ralph ha questo suo contegno britannico, ha il suo umorismo freddo e ha il suo magnifico senso della lingua, e Tony è fresco e disinvolto. Appena li ho visti assieme, ho pensato ad una fantastica combinazione”.

Nelle vesti dello Zero più anziano troviamo F. Murray Abraham, che, descrivendo la storia della crescita del suo personaggio fino alla situazione attuale, funge da narratore principale della vicenda. Abraham era eccitato dal suo ruolo di raconteur. “Una delle cose che faccio bene è raccontare storie - nota - Ho una nipote che mi è molto cara e raccontarle storie e ascoltarla raccontarmene è una delle gioie della mia vita. Credo anche che raccontare storie è la base di un film, anche se quei grandi racconti che dicono veramente qualcosa sembrano essere andati perduti da qualche parte. Wes insiste nel voler dire qualcosa, e in questo film, che io ritengo il migliore dei suoi, racconta una storia che vi terrà col sorriso sulle labbra dall'inizio alla fine”.

Particolarmente interessante è per Abraham la nozione che lo Zero Moustafa adulto ha attraversato guerra e tragedie personali, riuscendo tuttavia a mantenere una leggerezza di spirito. “Zero ha avuto una vita molto piena e ha perso ogni persona a lui cara, ma non è cinico. Per me questo suo aspetto è importantissimo e lo condivido. Io credo nel futuro dell'umanità e credo che le persone siano fondamentalmente buone di cuore”.

Abraham è stato felice di lavorare in coppia con Jude Law, che interpreta il Giovane Scrittore: “Jude è uno dei miei attori preferiti. Ci siamo già incontrati molte volte nelle nostre vite, ma non avevo mai lavorato con lui. In questo film abbiamo instaurato un bel rapporto cameratesco.

Quanto a Anderson, con il quale lavora per la prima volta, Abraham dice: “Nei confronti di Anderson abbiamo tutti la stessa percezione: che è meraviglioso. Conoscete Il Piccolo Principe di Saint-Exupéry? Wes Anderson è il piccolo principe fatto adulto”.




La Desgoffes und Taxis

Il motore della storia è la morte improvvisa e misteriosa dell'ottantaquattrenne contessa madre, Céline Villeneuve Desgoffe und Taxis, detta Madame D.

Nel ruolo di Madame D troviamo Tilda Swinton, vincitrice del premio Oscar per MICHAEL CLAYTON. Per questo ruolo la Swinton doveva passare almeno cinque ore al trucco e parrucco al mattino per prepararsi ad interpretare l'ottantaquattrenne vedova. Anderson nota: “Con Tilda abbiamo avuto l'opportunità di invecchiarla, e credo le sia veramente piaciuto farlo, l’ha aiutata a fare qualcosa di speciale. Ho l'impressione che abbia veramente afferrato come rendere una persona di quell'età”.

La Swinton ha trovato irresistibile il mondo di GRAND BUDAPEST HOTEL. “Penso che noi tutti amiamo l'idea di vivere nel più grande hotel del mondo assistiti da qualcuno come Monsieur Gustave, o anche di essere qualcuno come Gustave – dice - Abbiamo un paese di fantasia, sempre un buon punto di partenza, e c'è poi il fitto mistero di un assassinio con una quantità di splendidi dettagli, differente da qualsiasi cosa si sia mai potuto immaginare”.

La morte di Madame D mette in moto una guerra per mettere le mani sulla sua enorme fortuna. Guida la carica il figlio Dmitri, il principale cattivo del film, spietato e comico, interpretato da Adrien Brody, che aveva recitato in IL TRENO PER IL DARJEELING (THE DARJEELING LIMITED). “Lui è la pianta cattiva, quello che provoca guai ed è stato veramente meraviglioso nel ruolo di Dmitri”, dice Anderson.

Del personaggio, Brody dice: “Dmitri è potente e avido, un uomo abituato a ottenere ciò che vuole. M. Gustave gli è d'ostacolo. Si scopre che è stato l'amante molto più giovane della madre, che gli ha lasciato in eredità la sua fortuna. Tutto è scuro in Dmitri, abbigliamento, capelli, pensieri e atteggiamenti. La bellezza della commedia è che puoi innalzare queste qualità sino al punto che diventano divertenti. L'obiettivo era di trovare un equilibrio tra l'essere a buon diritto sinistro e anche divertente – Dmitri doveva essere le due cose insieme”.

Dmitri ha come accessorio un scagnozzo di nome Jopling, un malvivente in cappotto di pelle con tirapugni e stivali a tacco alto, interpretato da Willem Dafoe. Dafoe dice che malgrado il suo precedente lavoro con Anderson, il copione di GRAND BUDAPEST HOTEL lo ha sorpreso. “L'ho trovato proprio interessante, un ritorno alle commedie di Lubitsch e Wilder, con qualità scoppiettanti e tutti questi personaggi che vanno e vengono - Wes cattura uno spirito veramente affascinante”.

Non ha sorpreso Dafoe che il copione abbia attratto un così gran cast di attori pluripremiati: “Nel cinema d'oggi un regista con un’impronta personale così marcata è un fatto raro. Wes ce l’ha e perciò molte persone desiderano lavorare con lui - spiega – E questo determina un'atmosfera estremamente creativa”.

Nel ruolo del Deputato Vilmos Kovacs, l'avvocato che rappresenta le proprietà di Madame D, c'è Jeff Goldblum, che aveva già lavorato con Anderson in LE AVVENTURE ACQUATICHE DI STEVE ZISSOU (THE LIFE AQUATIC WITH STEVE ZISSOU). Goldblum evidenzia alcuni degli elementi culturali e politici in gioco nel film: “Monsieur Gustave è una rara e spettacolare luce di speranza e ispirazione – cortese, generoso e raffinato – in questo mondo nel quale i fascisti stanno arrivando al potere. Dmitri e la sua corte sono invece incamminati verso una via che li porta giù al fascismo, e questo è uno degli elementi che rafforza l'antagonismo tra lui e Monsieur Gustave. È un mondo in cui uno deve cominciare a prendere posizione; quando Madame D viene uccisa e scoppiano dissensi sul testamento e l'atmosfera è densa di avidità, il mio personaggio deve prendere una posizione”.

Goldblum è stato anche colpito da certi dettagli dell'aspetto del suo personaggio, compresa la barbetta ispirata a Sigmund Freud. “Wes è molto specifico nelle sue idee visive, e la costumista Milena Canonero crea abiti che ti fanno intuire il carattere del tuo personaggio”.

Per l’attore è stato eccitante lavorare di nuovo con Anderson. “È una persona con un temperamento davvero artistico, concentrata e spiritosa, non diverso da Monsieur Gustave – commenta. È sempre pieno di allegria e incanto. E attrae persone speciali, in qualsiasi veste siano lì, ad amarlo per questo”.

Arricchisce la cerchia familiare della casa Desgoffe und Taxis il fidato maggiordomo di Madame D, Serge X, impersonato da un altro nuovo arrivato in un film di Anderson, il premiato attore francese Mathieu Amalric, noto al pubblico americano per il ruolo principale in LO SCAFANDRO E LA FARFALLA (THE DIVING BELL AND THE BUTTERFLY) di Julian Schnabel.

Agatha


La migliore e più famosa pasticceria di Zubrowka è quella di Mendl. Ed è qui, tra mattarelli e sfogliatelle, che Zero incontra Agatha, singolare giovane apprendista con una voglia sul viso che prepara il dolce preferito da tutti in città, il ‘Courtesan al cioccolato’. Per il ruolo di Agatha, Anderson ha selezionato l'attrice irlandese Saoirse Ronan, candidata all'Oscar all'età di 13 anni per il ruolo di Migliore attrice non protagonista nell'adattamento di ESPIAZIONE (ATONEMENT) di Joe Wright.

La Ronan è entrata nel cast senza riserve. L'attrice ricorda il primo giorno sul set, la prima volta con Anderson: “Sono arrivata ed il posto era tutto come un ronzio. C'erano gruppi di persone che giravano qua e là, potevi vedere che ognuno era al suo posto, perché Wes è molto preciso su cosa vuole quando si tratta di immagine e stile; potevi vedere che ognuno era sintonizzato sul suo modo di lavorare.

Malgrado sia giudiziosa, alla fine Agatha si trova in mezzo alle imprese criminose di Zero e Gustave. Spiega la Ronan: “Lei porta emozione nella storia, perché Zero è sempre mosso dall'amore che ha per lei in qualsiasi cosa stia facendo con Gustave. Credo che Agatha non realizzi subito in cosa si sia cacciata, ma li segue per tutto il percorso perché li ama e ha fiducia in loro”.

Guardie e Ladri

Quando per Gustave e Zero le cose cominciano a mettersi male, si trovano perseguitati dal capitano della Polizia Militare di Lutz, Albert Henckels, interpretato da Edward Norton, che ha lavorato con Anderson in UNA FUGA D'AMORE (MOONRISE KINGDOM). “Henckels insegue Gustave perché lui fugge - spiega Norton - ma al tempo stesso l'istinto gli suggerisce che c'è qualcosa di non troppo chiaro, e in realtà quel tipo gli piace: io lo chiamo perciò un inseguitore riluttante. Lui è la legge. Ma fiuta che è in corso qualcos'altro”.

Norton sottolinea anche il cameratismo unico della produzione dietro le scene. “Ritengo che per molti attori della mia generazione Wes sia una sorta di stella polare di visione creativa personale. Lui fa qualcosa di molto sincero e al tempo stesso allegro. I film di Wes sono molto simili a questa storia per il fatto che creano un tipo alternativo di famiglia molto romantico per gli attori. Il cast è una miscela di alcuni della vecchia banda di Wes con una nuova banda, e vi è un gran cameratismo. Era quasi come se coltivasse tra il cast e i tecnici i sentimenti della Società delle Chiavi Incrociate – i concierge di tutti i grandi alberghi del mondo – che chiamati in causa hanno questo totale senso di unità”.

Quando la Legge lo raggiunge, Gustave viene a trovarsi nel posto meno immaginabile per un uomo della sua sensibilità: il Campo di Internamento Criminale Check-point 19, malsana prigione medievale circondata da filo spinato e da un fossato pieno di coccodrilli. Fa presto amicizia con quattro reclusi e finisce al centro di un complesso piano di fuga da loro elaborato. Cervello del piano è Ludwig, detenuto calvo e tatuato particolarmente duro, interpretato da Harvey Keitel, per cui Anderson ha scritto la parte e che era già apparso in UNA FUGA D'AMORE (MOONRISE KINGDOM).
La Società delle Chiavi Incrociate

In fuga dopo l'evasione, Gustave realizza che gli rimane solo un posto cui rivolgersi: la Società delle Chiavi Incrociate, una grande confraternita clandestina di concierge che lavorano nei migliori alberghi di tutto il mondo. In una delle sequenze meglio coreografate del film, Bill Murray, Bob Balaban, Fisher Stevens, Waris Ahluwalia e Wally Wolodarsky interpretano i ruoli dei concierge venuti in aiuto di Gustave.

Murray, apparso in tutti i film di Anderson eccetto il primo, ha visto il regista espandere la propria visione. “Mi sento come fossimo cresciuti insieme - dice - Lui è per me ancora un giovanotto, ma è sempre più sperimentale, scrive e filma sempre più ambiziosamente, ed è sempre più divertente”.

Da parte sua, Balaban ha amato la nostalgia del film per una specie di età dell'oro di ospitalità e viaggi. “Penso che una delle maggiori attrattive del film è che rivisita un'era romantica e fastosa – racconta - C'è stato un tempo in cui un albergo era un posto in cui potevi liberarti della tua vita, un eccitante mondo nuovo in cui imbattersi in nuova gente e intrighi ed essere accudito con levità. E quando uno dei nostri è in difficoltà, noi concierge prendiamo parte a un gioco epico di codici telefonici, unendoci in una specie di falange di potere concierge. L'irrompere della guerra distrugge quest'età romantica. Appena la guerra arriva in Zubrowka, le forze dell'Alto Comando stabiliscono la loro base al Grand Budapest. Monsieur Chuck, interpretato da Owen Wilson, collaboratore di lunga data di Anderson, subentra come concierge militare in questo periodo. Quando poi in anni successivi rivisitiamo l'albergo, che rischia di essere demolito, troviamo Monsieur Jean al banco di concierge”.

Per questa parte, Anderson ricorre ad un altro collega di lunga data, Jason Schwartzman. “Sono un collaboratore di Wes e sono un amico di Wes e sono un fan di Wes - dice Schwartzman - e ogni volta che leggo uno dei suoi soggetti, il fan che è in me è la parte che risponde per prima. Con GRAND BUDAPEST HOTEL, la cosa eccitante è stata che fosse una storia tanto intricata, su tanti livelli, e che salta attraverso differenti periodi di tempo, e conoscendo la sensibilità di Wes, il divertimento era di vedere come il tutto sarebbe apparso”.



APERTURA DEL GRAND HOTEL

L’imponente progettazione del film è iniziata con la ricerca della giusta location per il Grand Budapest. Dato che l'hotel attraversa diverse fasi, dal suo apogeo come decantata struttura termale nei primi anni '30, alla caduta sotto il controllo fascista, a costruzione in declino pressoché disabitata nell'era comunista, Anderson e la sua squadra sono andati a caccia di una location ricca sia del carattere europeo che anche di buone doti di flessibilità visive.

La ricerca inizia con Anderson intento a spulciare gli archivi della Biblioteca del Congresso, che possiede una vasta collezione di immagini fotografiche a colori dell'era del turismo europeo classico. Dopo aver esaminato alcuni dei complessi delle foto, scoprendo che la gran parte erano stati demoliti o drasticamente ristrutturati, Anderson decide di non girare in alcun albergo. Scopre invece un inaspettato lotto, un vasto emporio di fine secolo piazzato all'incrocio tra Germania, Polonia e Repubblica Ceca nella città di Görlitz, Eredità Mondiale UNESCO.

Risulta che Görlitz oltre all’emporio aveva anche molto altro da offrire: palazzi ricchi di influssi architettonici di Gotico e Barocco e le moderne curve dell'Art Nouveau. “Görlitz ha tanto carattere in tutti i suoi edifici che capimmo che vi avremmo potuto girare l'intero film”, spiega Dawson.

Molti degli oggetti chiave del film sono stati realizzati a Görlitz da artisti e artigiani locali, compresi il ‘Courtesan al cioccolato’ fatto dal pasticciere locale Anemone Müller-Grossman; l'anello sigillo rosa di Monsieur Gustave; il pendente di porcellana di Agatha. Robin Miller nota: “È una deliziosa cittadina, una città storica. Non hanno tutte le cose che siamo abituati ad avere in una città, tutti i sistemi di servizi. Un giorno mi è però capitato di passare per quel piccolo negozio di porcellane e ho visto in vetrina quelle belle porcellane dipinte a mano. Sono entrato e ho visto che facevano piccoli pezzi e ho pensato 'Eccolo, l'abbiamo trovato!'. Come risultò, l'artista, Heidemarie Klinger, era stato formato nella vicina Meissen, città nota in tutto il mondo per i suoi lavori in porcellana.

Molti residenti sono entrati essi stessi nel film. Come ci dice Dawson: “Un'altra cosa simpatica del lavorare in una piccola città è che facevamo conoscenza con molta gente e cominciavamo a metterli nel film. Così il tipo che una notte era stato cameriere nel ristorante sarebbe stato un generico in una scena il giorno successivo”.

Non solo Anderson e i suoi hanno costruito i loro set all'interno del grande magazzino, ma hanno anche impiantato uffici e laboratori in paese, costruendo un mondo interamente autonomo che ha mantenuto cast e tecnici dentro l'universo di Zubrowka.

Il progetto del film è emerso dalla collaborazione tra Anderson e il suo scenografo Adam Stockhausen. Stockhausen, che aveva lavorato in IL TRENO PER IL DARJEELING (THE DARJEELING LIMITED) e UNA FUGA D'AMORE (MOONRISE KINGDOM) e ha di recente progettato 12 ANNI SCHIAVO (12 YEARS A SLAVE), sapeva che questo film sarebbe stato un'esperienza creativa diversa da ogni altra. “Abbiamo lavorato in questa minuscola deliziosa cittadina immergendoci in questo mondo, dice. “È diventato un viaggio veramente speciale”.

Per gli interni dell'albergo Stockhausen ha cominciato a immaginarli connessi al personaggio di Gustave. “Nel cercare di immaginare lo spazio fisico dell'hotel, sentivo che era interamente legato al personaggio di Ralph - spiega Stockhausen - Lo spazio lo riflette attraverso la sua tavolozza cromatica e lo stile. Volevamo che l'intera struttura dell'hotel si percepisse come un tutt'uno integrato con la narrazione. Una grossa sfida e un set veramente grande e complesso”.

Stockhausen sottolinea alcune delle tappe creative nella costruzione della lobby: “In primis, c'era un infinita quantità di ricerche su come apparissero gli alberghi del periodo, e quindi man mano che i dettagli affioravano in superficie dicevamo, 'Questo salone è incredibile, quella porta di ascensore è incredibile' oppure 'quel bancone di concierge è incredibile'. E come questi pezzi cominciavano a prendere forma, molto presto potemmo dire 'OK, comincia a sembrare il nostro hotel.' Lavorammo quindi ai giusti rapporti tra porte e corridoi e gli spazi che consentissero corretto movimento all'azione. A Wes piace filmare con movimenti complessi della cinepresa, e perciò lo spazio fisico doveva essere definito molto bene. Abbiamo terminato con la costruzione della versione anni '60 dell’albergo, e quindi filmammo a ritroso nel tempo, sbucciando i molti strati per portare alla luce i precedenti periodi dell’hotel”.

Quasi tutte le altre location sono state reperite a Görlitz e nelle vicinanze immediate, dalla prigione Check-point 19 nella vicina Zwickan, al negozio di Mendl e il Kunstmuseum a Dresda, a solo un'ora di viaggio – con una singola grande eccezione. Anderson e Stockhausen alla fine decisero di creare l'esterno dell'albergo con un modellino splendidamente elaborato nel laboratorio a Babelsberg, Vi avevano già elaborato e filmato molte delle sequenze in teleferica o sciovia, costruendo i modellini nel laboratorio per poi portarli all'aperto per girare con la luce naturale – spesso spingendo la cinepresa con ruote attraverso veri alberi in miniatura – raggiungendo un senso di naturalezza maggiore di quanto normalmente si ottiene con modellini. Per le inquadrature più larghe sulla sciovia, i personaggi stessi erano creati con animazioni in stop-motion. Per aiutarci nel processo, Anderson ha chiamato diversi collaboratori di FANTASTIC MR FOX.

Come nota Stockhausen, “Molto spesso una scena che potreste pensare sia tutta parte della stessa location è in realtà spezzettata in una location principale, un attimo di animazione stop-motion, uno sfondo dipinto, una parte in modellini, e qualche altra location. È perciò una sfida incredibile cercare di immaginare come tutte queste cose finiscono insieme. È un'intera squadra di persone che cerca di dar senso a ciò e di riuscire a far combaciare tutte le parti. È una sfida del diavolo e un immenso divertimento”.

Altro collaboratore di lunga data di Anderson è il fotografo Robert Yeoman, che ha girato tutti i suoi film. Yeoman è stato subito attratto dalle opportunità offerte dai cambi di periodi del film. “Per la versione anni '60 della lobby, abbiamo ruotato l'enorme soffitto fluorescente – spiega - Era molto più monotono della versione anni '30, che aveva colori più caldi, molte luci pratiche e una magnifica illuminazione naturale dal cielo che dava una maggior sensazione di apertura.” Un'altra idea di Anderson e Yeoman è stata filmare i diversi periodi in rapporti diversi, usando schermo panoramico anamorfico per gli anni '60, passando poi per i '30 ad un più quadrato formato di 1.37:1 tipico di quegli anni, e infine al 1.85:1 per le scene più vicine a noi. Quanto a lavorare con il formato 1.37, usato per buona parte del film, Yeoman dice: “Non è così largo, ma hai più alto e basso, vedi di più i soffitti ed è un po' più comodo. È molto diverso da quanto avevamo fatto in passato, e credo che Wes e io ci siamo divertiti molto con questo formato”.

Ha disegnato gli abiti la leggendaria costumista vincitrice di tre Oscar Milena Canonero, desiderosa di riunirsi da Anderson con cui aveva già lavorato per IL TRENO PER IL DARJEELING (THE DARJEELING LIMITED) e LE AVVENTURE ACQUATICHE DI STEVE ZISSOU (THE LIFE AQUATIC WITH STEVE ZISSOU). La Canonero era particolarmente attratta dal fatto che il film richiedesse un set storico consentendo però di giocarci. Spiega la Canonero: “Quel che mi piace del film è che uno può essere abbastanza elastico e libero sulla maniera di interpretare il tempo e il periodo. È memoria. Una storia raccontata da qualcuno a qualcun altro che poi ne scriverà. Non è perciò per nulla un flashback lineare. Penso sia molto interessante e creativo”. Una influenza dichiarata è quella del pittore simbolista austriaco Gustav Klimt, ai cui dipinti è in parte ispirato il look di Madame D.

La Canonero è spesso notata per la profondità del suo approccio e l'incredibile attenzione ai dettagli. Spiega Anderson: “Non lavora con me solo per disegnare i costumi, o con il suo personale per realizzarli, fa anche qualcosa d'altro, che è come costruire i personaggi. Questo approccio totale si allarga in ogni direzione, agli attori sullo sfondo”.

“Per me è come un dipinto – spiega la Canonero - Osservi ogni cosa, non ti focalizzi soltanto sul soggetto principale. Puoi quindi curare anche i minimi particolari di sfondo ed è molto importante, non potrei farlo in altro modo”.

Frances Hannon, che ha lavorato con Anderson fin da RUSHMORE, ha realizzato per il film acconciature, trucco e protesi. Descrive alcuni dei più piccoli dettagli che hanno creato il senso della continuità dei personaggi attraverso i tempi: “Per Zero, che nei '30 è interpretato dal nostro ragazzo e nei '60 da F. Murray Abraham, abbiamo mantenuto le somiglianze di capigliatura. Jude Law ha la forma giovanile dei baffi di Tom Wilkinson. È stato semplice, e credo abbia funzionato bene. Piccoli dettagli, ma il 'meno è meglio' rende bene in questo film” All'altro opposto è il lavoro su Tilda Swinton per trasformarla in ottantaquattrenne: “È un aspetto che mai aveva assunto prima - nota la Hannon - È piena di protesi: braccia, petto, collo, schiena, lunga parrucca, lenti a contatto per la cataratta, i denti di una vecchia, le orecchie. Nulla è rimasto escluso”.

Sei volte candidato all'Oscar, Alexandre Desplat ha sviluppato una delle sue colonne sonore meno usuali, suonata per intero senza strumenti d'orchestra tradizionali. Ha invece introdotto un mucchio di strumenti dell'Europa Centrale, tra cui balalaika e cimbalom, un tipo di salterio a martelletti comune alla musica gitana dell'Europa Centrale. Per le registrazioni finali ha chiamato da Mosca un'orchestra di balalaike di 50 elementi.

“Abbiamo cercato di catturare i suoni che sono nel nostro subconscio dall'Europa Centrale, dal cimbalom moldavo ai corni alpini, come pure lo jodel dei montanari, i canti dei monaci e la balalaika – dice Desplat - È un mix che può essere sentimentale, ammaliante e divertente – e copre una gamma di emozioni, dalla luce all’oscurità. Il vocabolario musicale è lo stesso che useresti per un'orchestra classica, ma il suono è molto diverso”.

Desplat dice che Anderson favorisce il gusto della sperimentazione. “Insieme facciamo cose che né io come compositore professionista né lui avevamo mai fatto prima. Io cerco di trovare il suono, le melodie, i ritmi che corrispondono a ciò che passa sullo schermo ma si basano su cose che non vediamo: passato e futuro dei personaggi o le loro emozioni interiori. Quando siedo insieme a Wes esploriamo tutto questo”.

Terminata la produzione, Anderson si butta sul montaggio con il montatore Barney Pilling. Pilling, i cui film comprendono QUARTET e AN EDUCATION, non aveva mai lavorato con Anderson, ma era attratto dal compito. “GRAND BUDAPEST HOTEL è un magnifico prisma narrativo - commenta - Copre tre ere diverse e si svolge per lo più in una stupenda epoca prebellica che conferisce a tutto una drammatica tensione. Per me si tratta anche dei ricordi di un cineasta dei film classici dell'epoca. Sono rimasto veramente colpito dalla grandiosità. È più epico e ambizioso dei precedenti film di Wes, il che lo rende doppiamente eccitante”.

Dopo avere guardato tutto il girato una cosa colpì Pilling: “È curioso come tutto è stato mirabilmente pianificato – dice - Molto poco nelle riprese è lasciato al caso, e Wes ha anche creato un brogliaccio animato dell'intero film, arrivando così in sala montaggio incredibilmente preparato. Dato che la storia era nata nella testa di Wes, queste linee guida per come attuare la sua visione erano realmente utili, e il montaggio è stato una gioia”.

Pilling considera il film tanto in continuità del linguaggio cinematografico di Anderson quanto insieme una sua espansione. “Vedi molte delle cifre caratteristiche di Wes: panoramiche rapide, carrellate complesse, sbalorditivo lavoro di macchinista, ma la composizione è pure diversa, in particolare per i formati su cui hanno lavorato lui e Bob Yeoman. Ci sono anche enormi sequenze di azione e perciò il modo in cui il film è stato girato è un complemento”.

Pilling ha particolarmente gradito il vedere Anderson stargli appresso e avere sempre il senso dell’insieme “Abbiamo avuto un vero approccio divisionista al film, dove lui lavora molto da vicino a questi piccoli puntini della storia e nel processo di montaggio ha l'occasione di tirarsi indietro e vedere l'intero quadro”.

In tutto ciò, Pilling è stato particolarmente colpito dalla performance di Fiennes. “La padronanza della lingua di Ralph e la sua abilità fisica nel lavorare con il movimento della cinepresa sono incredibili – commenta - La cinepresa fa un sacco di grandi movimenti, tutti coreografati per cadere su certe parole e certe inflessioni, e Ralph ha avuto la capacità di sposare la sua recitazione ai tempi tecnici richiesti. Egli dà anche alla storia una certa base per cui a volte la si può prendere molto seriamente, e può essere assai emotiva, però anche molto divertente. E poi lui e Tony creano un duo affascinante e adorabile, il cuore palpitante del film”.

Anderson dice la sua sulla connessione tra le due figure centrali: “Credo che quando Gustave incontra Zero riconosca probabilmente qualcuno che in qualche modo gli somiglia - afferma Anderson - qualcuno che è un po' più attento di altri e non si limiterà a svolgere bene il suo lavoro, ma è realmente interessato a tutto, e qui sta il suo potenziale”.
.I cittadini di Zubrowka

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