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Giovedì 5 Maggio 2011 Anno XVI numero 18 Direttore Isabella Liberatori


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Giovedì 5 Maggio 2011 - Anno XVI - Numero 18 - Direttore Isabella Liberatori

ATTUALITA’

FRATTINI - CLINTON: ITALIA E USA SONO SEMPRE PIÙ AMICI

(Nove Colonne ATG) Roma - La lotta al terrorismo, la Libia, Hamas, le preoccupazioni per il ruolo dell’Iran nelle tensioni in Medio Oriente, la Siria: Italia e Stati Uniti ribadiscono la propria linea comune in campo internazionale, e vanno anche oltre, sottolineando il “profondo rapporto di amicizia” che intercorre tra i due Paesi. Tanto che, in una conferenza stampa congiunta tenuta da Franco Frattini e Hillary Clinton prima dell’inizio dei lavori del gruppo di contatto per la Libia, il ministro degli Esteri assicura che “l’America è e sarà partner privilegiato, perché consideriamo gli Usa un paese fratello: le azioni che l’Italia intraprende le concertiamo e definiamo insieme ai partner internazionali europei e anzitutto con gli Stati Uniti, come è stato ed è per la missione in Libia”. E il segretario di Stato Usa ricambia l’abbraccio: “Ci congratuliamo per i festeggiamenti per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità, e ci uniamo anche noi alle celebrazioni”: il vicepresidente Joe Biden infatti parteciperà ai festeggiamenti per il 2 giugno perché “la forte amicizia tra l’America e l’Italia è fonte d’orgoglio per il nostro Paese”. Convenevoli a parte, i due paesi confermano di muoversi sulla stessa linea in politica estera: la Clinton ringrazia l’Italia “per l’importante ruolo svolto in Afghanistan: quattromila soldati sono accanto a noi per garantire una transizione e un futuro migliore” e ricorda che “la morte di Bin Laden lancia un messaggio inequivocabile nella volontà della comunità internazionale di opporsi a ogni estremismo, ma non dobbiamo dimenticare che la battaglia non finisce con una morte: dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi non solo in Pakistan o in Afghanistan ma in tutto il mondo”. E se resta confermata per il 2014 l’ora ‘x’ per l’exit strategy dal paese dei talebani, diverso è il discorso per la Libia, dove l’ostacolo Gheddafi non verrà rimosso con la forza. “Stiamo attuando la risoluzione Onu per proteggere i civili. Gheddafi deve smettere i suoi attacchi senza pietà contro la popolazione e lasciare il potere: questo è quello a cui miriamo” spiega il segretario, con Frattini che ricorda che “quanto più i successi nella lotta al terrorismo si moltiplicano, tanto più aumenta la nostra sicurezza e tanto più diminuiscono i costi legati alla nostra sicurezza. Più otteniamo risultati in Libia, tanto più rapida sarà la transizione dalla fase militare alla fase esclusivamente politica”.


LIBIA: SI’ A MOZIONE PDL - LEGA

(NoveColonne ATG) Roma - Nessuna sorpresa alla Camera dove la mozione congiunta presentata da Pdl, Lega Nord e Responsabili è stata approvata dall’Aula di Montecitorio con 309 voti favorevoli e solo due astenuti. Soddisfatti il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il leader del Carroccio Umberto Bossi che al termine del voto in aula ha esultato parlando di “vittoria della Lega”, mentre il premier ha ribadito ancora che “la maggioranza è solida”. I due principali partiti di maggioranza hanno raggiunto un’intesa sul testo della mozione pur mantenendo posizioni distinte sulla missione militare che vede impegnata l’Italia in territorio libico. Il presidente dei deputati della Lega Nord Marco Reguzzoni ha ribadito in Aula che i leghisti sono “fermamente contrari alla guerra lo siamo sempre stati e sempre lo saremo”. “A noi questo intervento militare non è mai andato a genio ci sembra che pesino di più gli interessi economici di quelli umanitari” ha detto Reguzzoni che aggiunge: “Sapevamo che un’azione militare in un territorio così vicino avrebbe significato una invasione di profughi e clandestini perché per ogni bomba che cade ci sono disperati che arrivano sulle nostre coste. Noi questo non lo vogliamo, non abbiamo per loro quei posti di lavoro che credono di trovare, non possiamo garantire agli immigrati condizioni di vita dignitose e non ci possiamo permettere i costi della ricostruzione”. Reguzzoni ribadisce la “compattezza” della maggioranza “di fronte a scelte importanti” e sottolinea che la Lega Nord è “consapevole che gli accordi internazionali vanno rispettati”. Il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto ricorda in Aula che “la mozione della maggioranza non è una buffonata: conferma la continuità dell'intervento italiano in Libia sulla base della risoluzione dell'Onu e del deliberato sia della Nato che del 24 marzo del Parlamento italiano” anche se “auspica dei limiti temporali di esso per evitare che bombardi la Libia per un tempo indefinito, ma è evidente che ciò si realizzerà sulla base di un'intesa politica fra l'Italia e la Nato”. Prima del voto in Aula è il ministro Frattini a riaffermare il sì del Pdl alla missione militare in Libia dove c’è “un evidente interesse nazionale dell’Italia”. “L'interesse ad essere protagonista e non relegato ad un ruolo di secondo o terzo piano per la costruzione del presente e del futuro nel Mediterraneo e nel nuovo nord Africa” ha detto Frattini in Aula che aggiunge: “Abbiamo risposto - ed era nostro dovere - all'appello dell'Onu, dell'Unione europea e della Nato, che l'Italia ha contribuito a fondare”. Ed è proprio il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, ad intervenire a caldo sul punto cruciale della mozione di maggioranza, cioè l’impegno a fissare un termine certo per la fine dei bombardamenti. A distanza di pochi minuti dal sì dell’Aula, Rasmussen ha ribadito, rispondendo a Bruxelles alle domande dei cronisti, che non è possibile fissare un termine certo per la missione e che la fine delle operazioni militari “non dipende dalla Nato”. L’intervento, ha spiegato Rasmussen, potrà ritenersi concluso solo quando saranno stati raggiunti i tre obiettivi principali della missione “la fine degli attacchi contro i civili, il ritorno di tutti i mezzi militari nelle loro basi e il libero accesso per gli aiuti umanitari" ha detto il segretario Nato.
GOVERNO: NOMINATI 9 SOTTOSEGRETARI E L’OPPOSIZIONE INSORGE

(NoveColonne ATG) Roma - Via libera dal Consiglio dei ministri all’atteso rimpasto di governo. Sono nove i sottosegretari nominati in Cdm su proposta del presidente del Consiglio, tutti parlamentari del gruppo di Iniziativa Responsabile ed ex finiani: da Roberto Rosso nominato all'Agricoltura a Luca Bellotti al Welfare, Daniela Melchiorre e Catia Polidori nominate sottosegretari allo Sviluppo economico, Bruno Cesario e Antonio Gentile all'Economia, Aurelio Misiti alle Infrastrutture, Riccardo Villari ai Beni Culturali e Giampiero Catone all'Ambiente. “So che ci saranno tante ironie sulla nomina dei nuovi sottosegretari, ma non sono fondate perché questi sottosegretari fanno parte di quella terza gamba che si è formata in sostituzione del Fli” ha affermato Berlusconi nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Cdm. “Anzi – ha precisato il premier -, mi sembra assolutamente logico che i rappresentanti del gruppo di Ir che hanno sostenuto il governo ora facciano parte della squadra di Palazzo Chigi". Una squadra di cui il presidente del Consiglio si è detto soddisfatto precisando che ministri e sottosegretari “saranno sempre presenti in Aula quando ce ne sarà bisogno come abbiamo dimostrato dal 14 dicembre in poi”. L’annuncio delle nuove nomine è stato accolto da una pioggia di critiche da parte delle opposizioni. Particolarmente dura la reazione dei parlamentari di Futuro e Libertà. “Finalmente la liquidazione sta per arrivare – ha detto Aldo di Biagio - per i dieci/undici voltagabbana della politica italiana. Hanno tanto atteso, si sono accapigliati, hanno minacciato il povero premier ma alla fine ecco arrivare i 30 denari". "Gli arguti della politica che hanno saputo vendersi a caro prezzo – spiega Di Biagio - entrando prima in Fli ed alzando dunque la loro base d'asta. Abile strategia di marketing che mal concilia con quel minimo di dignità che servirebbe per portare avanti la baracca".Critica all’infornata di nove nuovi sottosegretari anche da parte del Partito democratico. La vicepresidente dell’Assemblea nazionale del Pd Marina Sereni ironizza: “Se qualcuno avesse avuto dubbi sulla solidità e serietà della maggioranza di governo e sulla priorità che l'Esecutivo assegna ai problemi dello sviluppo economico, dell'agricoltura, dei beni culturali, tirerà un sospiro di sollievo scorrendo l'elenco dei nuovi sottosegretari appena nominati".


PENSIONI, NAPOLITANO: URGENZA PER NUOVE GENERAZIONI

(NoveColonne ATG) Roma - La previdenza è “un tema che oggi investe, con drammatica urgenza, le aspettative delle nuove generazioni in presenza di un mondo del lavoro in continua, rapida evoluzione, che non riesce ancora a superare i vincoli di una crescita insufficiente e di un insoddisfacente tasso di attività e di occupazione”. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione della prima edizione della “Giornata nazionale della previdenza”, in un messaggio inviato al presidente del comitato organizzatore, Alberto Brambilla. “Il progressivo consolidamento del sistema previdenziale – afferma il capo dello Stato - ha rappresentato un fattore determinante di coesione sociale per il nostro Paese. In questo quadro di riferimento, la mostra dedicata alla storia del welfare - a partire dalla lungimirante costituzione delle società di mutuo soccorso - si pone, anche per l'originalità del percorso d'indagine, come utile strumento di riflessione sul lungo cammino fin qui percorso e sulle future prospettive della previdenza in Italia”. “Nella certezza che la Giornata della previdenza contribuirà ad accrescere il grado di consapevolezza su queste tematiche e sui possibili percorsi di intervento e nell'esprimere vivo apprezzamento per l'iniziativa – conclude Napolitano -, formulo a lei, gentile presidente e a tutti gli organizzatori un augurio di pieno successo”.


SCHIFANI: LA POLITICA SI CONCENTRI SU LOTTA A MORTI BIANCHE

(NoveColonne ATG) Roma - "Il triste fenomeno delle morti bianche deve essere tenuto sempre in grande considerazione perché tutte le forze politiche, senza distinzione di appartenenza, possano e debbano concentrarsi per combatterlo con ogni rigoroso ed efficace mezzo". Così il presidente del Senato Renato Schifani nel suo intervento di apertura del seminario su "La questione sociale" promosso dal Senato in collaborazione con l'Università Lumsa in occasione dell'anniversario dei 150 anni dell'Unità d'Italia. Dopo aver ricordato le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che più volte a invitato tutti "a non abbassare la guardia" su questa emergenza sociale, Schifani ha sottolineato che "la prevenzione nei luoghi di lavoro e l'osservanza scrupolosa delle norme di sicurezza sono condizioni indispensabili e inderogabili" perché "la vita e la salute di ogni individuo vanno tutelate al di sopra di ogni cosa". "E' il lavoro la risposta prima contro le mafie, la corruzione, lo sfruttamento e la violenza di quanti con l'inganno offrono lavoro nero come pane avvelenato per le famiglie bisognose e i giovani" ha continuato il presidente Schifani che ha sottolineato: “ La storia del nostro Paese e ancora oggi la realtà di alcuni territori soprattutto nell'Italia meridionale, dimostrano come dare e garantire il lavoro significa innanzitutto liberare i più deboli dalla logica del ricatto". "La lotta per un lavoro onesto, libero e giusto - ha ricordato Schifani - è stata per l'Italia la lotta contro la povertà, ed anche una lotta per la rinascita ed il riscatto morale di una nazione provata dai conflitti, dagli scontri ideologici e dalle contrapposizioni forzate. "Il lavoro resta un principio cardine ed irrinunciabile della nostra Costituzione, della nostra storia, della nostra identità" ha aggiunto Schifani nel suo intervento di apertura del seminario . Citando Benedetto XVI poi, la seconda carica dello Stato sprecisato come "la crescita e lo sviluppo presuppongono quale priorità l'obiettivo dell'accesso al lavoro e il suo mantenimento per tutti". Schifani ha evidenziato infine che "i principi fondamentali che sono alla base dei diritti dei lavoratori sono contenuti proprio nella nostra Costituzione, come ha chiaramente affermato Massimo D'Antona utilizzando l'espressione 'linea costituzionale' in materia di diritto del lavoro".


DG RAI, CARFAGNA: SCELTA LORENZA LEI E’ IMPORTANTE PER LE DONNE

(NoveColonne ATG) Roma - Il Consiglio di amministrazione della Rai che si è riunito nei giorni scorsi a Viale Mazzini ha nominato all’unanimità Lorenza Lei nuovo direttore generale. “L’indicazione di Lorenza Lei come direttore generale della Rai, prima donna al vertice operativo di viale Mazzini, è motivo di doppia soddisfazione – è stato il commento arrivato dl ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna -innanzitutto perché viene premiata una manager donna di indubbie capacità e, con essa, si manifesta attenzione al tema della necessaria valorizzazione dei talenti femminili del nostro Paese. In secondo luogo perché, come ha avuto modo di ricordare anche il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Sergio Zavoli, una donna – ha aggiunto Carfagna - è certamente più sensibile rispetto alla necessità di una rappresentazione più corretta della personalità femminile sugli schermi della tv. Un tema sul quale il governo si è speso nella stesura del contratto di Servizio della Rai”.



SPECIALE ESTERI

BIN LADEN, DALL’11 SETTEMBRE 2001 L'UOMO PIU' RICERCATO AL MONDO

(NoveColonne ATG) Roma - Osama bin Muhammad bin Awad bin Laden, nato a Ryad (Arabia Saudita) nel 1957, era l’uomo più ricercato del mondo. Fondatore e leader di Al Qaeda, era già nel mirino dell’amministrazione americana negli anni ’90 perché ritenuto uno dei più pericolosi esponenti del terrorismo fondamentalista internazionale, ma fu solo con l’attentato dell’11 settembre del 2001 alle Torri Gemelle di New York che lo ‘sceicco del terrore’ divenne il nemico numero uno degli Stati Uniti. Per quell’azione gli occhi di tutto il mondo vennero puntati immediatamente con il regime dei Talebani e Bin Laden, ma fu soltanto il 29 ottobre del 2004, pochi giorni prima delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti che videro la rielezione di G. W. Bush, che venne trasmesso un video nel quale il terrorista ammetteva il suo diretto coinvolgimento nei fatti dell’11 settembre. Già prima di allora, nei giorni successivi agli attacchi sul territorio americano, era comparso un video, trasmesso dall’emittente Al Jazeera e presumibilmente girato in Afghanistan, nel quale Bin Laden parlava in termini entusiastici di quell’operazione. Quelle sue parole furono da molti, analisti compresi, equiparate a una prova del suo coinvolgimento negli attentati. L’ultima volta che Bin Laden fu localizzato con certezza risale al 2001, quando si trovava a Kandahar. - Poi dopo l’attacco della Nato all’Afghanistan, cominciato il 7 ottobre 2001, di lui si persero le tracce e divenne fuggiasco e irreperibile. I tentativi di trovarlo e catturarlo da parte dei contingenti militari americani non ebbero successo, nonostante massicci attacchi aerei compiuti nell’area di confine tra Afghanistan e Pakistan. In special modo, si ricorda quello avvenuto nella zona montuosa ricca di grotte di Tora Bora, nella quale si riteneva che il capo di Al Qaeda potesse essersi nascosto. Nel frattempo la taglia sulla sua testa era salita da 25 milioni di euro (1998, amministrazione Clinton) a 50 milioni. Da allora e per un decennio si sono rincorse le voci più disparate sulla sua ubicazione e sul suo destino (alcuni ritenevano che fosse morto a Tora Bora, altri a causa di un cancro da cui sarebbe stato effetto), ma l’amministrazione americana ha sempre ritenuto che fosse vivo e si nascondesse nelle aree tribali al confine tra Afghanistan e Pakistan. Nel corso degli anni Bin Laden è tornato sporadicamente a comparire in video o parlare attraverso messaggi audio. Particolarmente importanti per quanti non credevano alla sua morte sono state la rivelazione fatta dalla Cia nel settembre 2007, che annunciava di aver ricevuto un nuovo video di Bin Laden nel quale citava il presidente Sarkozy - che solo in quegli anni si affacciava sulla scena politica internazionale - e l’audiomessaggio del 21 marzo 2008, nel quale minacciava di morte Benedetto XVI, divenuto papa il 19 aprile 2005. Ancora il 3 giugno 2009 il canale televisivo Al Jazeera trasmetteva un messaggio di Bin Laden che metteva in guardia i musulmani e il mondo intero dall’“imbroglio Obama”, accusando il presidente degli Stati Uniti di disprezzare, come il suo predecessore George W. Bush, l’Islam. L’ultimo messaggio di Bin Laden risale al 21 gennaio 2011, quando rivolge una dura minaccia alla Francia, rea di essere subalterna agli Stati Uniti, affermando che se i suoi soldati non avessero lasciato l’Afghanistan, gli ostaggi francesi, sequestrati da cellule di Al Qaeda in Niger, sarebbero stati uccisi.
NATO: GIUSTIFICATA L’ UCCISIONE DI BIN LADEN

(NoveColonne ATG) Roma - Gli sviluppi della missione in Libia, ma anche la lotta al terrorismo internazionale dopo la morte di Bin Laden i temi trattati dal segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen in una conferenza stampa a Bruxelles. “Un’operazione giustificata” definisce il numero uno dell’Alleanza Atlantica l’uccisione dello ‘sceicco del terrore’: “Si tratta - spiega Rasmussen - del fondatore di Al Qaeda, l’organizzazione responsabile della morte di migliaia di persone innocenti. E io spero che questa operazione porti a un indebolimento di una delle più pericolose organizzazioni criminali internazionali”. Rasmussen sottolinea inoltre che l’operazione Usa non cambia le prospettive della presenza internazionale in Afghanistan: “Le ragioni per stare in Afghanistan sono molto chiare. E la strategia della Nato non cambia”. Risulta necessario però un contributo maggiore da parte del Pakistan nella lotta al terrorismo: “Abbiamo incoraggiato le autorità pakistane a rafforzare la lotta contro gli estremisti e i terroristi - afferma - e abbiamo visto dei progressi ma c’è il potenziale per fare di più”, per questo motivo “bisogna collaborare e rafforzare i legami con il governo e i militari pakistani”.




SOCIETA’

SANTI, POETI E TELESPETTATORI: ITALIANI GUARDANO TROPPA TV

(NoveColonne ATG) Roma - Ogni giorno il 35% degli italiani trascorre in media più di sei ore davanti al piccolo schermo e un altro 32% dalle quattro alle sei ore. Risibile, al contrario, la percentuale di chi guarda meno di un'ora al giorno la tv: l’1%. È quanto emerge da un'inchiesta condotta da Altroconsumo su 1452 consumatori. Il 78% dei consumatori coinvolti nell'indagine guarda tutti i giorni della settimana la tv. La pay-tv è un'offerta che alletta molti, ma la scelta la detta soprattutto il portafoglio: il 49% di chi non la utilizza è frenato proprio perché costa troppo. Il passaggio al digitale, invece, ha segnato le scelte sugli apparecchi disponibili a casa: il 45% ha deciso di acquistare un nuovo televisore con decoder integrato, con una spesa media superiore ai 500 euro. Quasi il 70% degli utenti coinvolti dallo switch-off ha acquistato un decoder esterno per trasformare il vecchio apparecchio televisivo in uno digitale, con una spesa media di 90 euro. Nella rosa di programmi che si amplia con il passaggio al digitale rimane comunque alto il numero degli utenti che oltre all'intrattenimento cerca di seguire le informazioni: l'82% delle persone intervistate dichiara di vedere frequentemente i telegiornali.


PER I GIOVANI SEMPRE PIU’ EMERGENZA LAVORO: IL 28,6% E’ DISOCCUPATO

(NoveColonne ATG) Roma - I giovani tra i 15 e i 24 anni hanno meno lavoro. È quanto emerge dai dati Istat destagionalizzati e a stime provvisorie diffusi questi mattina. La disoccupazione giovanile è cresciuta nel mese di marzo di 0,3 punti percentuali su base mensile passando al 28,6%. L’indice cresce, invece, dell’1,3% su base annua. A marzo 2011 gli occupati sono 22.977 mila unità, in aumento dello 0,5% (+111 mila unità) rispetto a febbraio. Nel confronto con l’anno precedente l’occupazione è in crescita dello 0,6% (+141 mila unità). L’aumento registrato nel mese – spiega l’Istat – è dovuto sia alla componente maschile, sia, e soprattutto, a quella femminile. Il tasso di occupazione è pari al 57,1%, in aumento di 0,3 punti percentuali sia rispetto a febbraio sia a marzo 2010. Anche il numero dei disoccupati (pari a 2.071 mila) registra una crescita del 2% rispetto a febbraio (+40 mila unità). L’aumento riguarda sia la componente maschile sia quella femminile. Su base annua il numero di disoccupati diminuisce del 2,5% (-53 mila unità). Dopo la lieve flessione di febbraio il tasso di disoccupazione risale di un decimo di punto e si attesta all’8,3%. Su base annua si registra invece una diminuzione di 0,2 punti percentuali. A marzo gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,8% (-114 mila unità) rispetto al mese precedente, portando il tasso di inattività al 37,7%. L’occupazione maschile, invece, è in aumento rispetto a febbraio dello 0,3% (+39 mila unità), ma in diminuzione dello 0,8% su base annua; quella femminile è in aumento dello 0,8% (+72 mila unità) sul mese precedente e del 2,8% nei dodici mesi. Il tasso di disoccupazione maschile aumenta di 0,1 punti percentuali sia rispetto a febbraio sia su base annua mentre quello femminile aumenta rispetto allo scorso mese (+0,1 punti percentuali), ma segna una netta flessione (-0,8 punti) in termini tendenziali. Gli uomini inattivi diminuiscono dello 0,9% in confronto al mese precedente (-48 mila unità) ma aumentano del 2,1% su base annua. Le donne inattive registrano una variazione negativa sia nel confronto congiunturale (-0,7% pari a -66 mila unità), sia nei dodici mesi (-0,8%).


SALUTE, ARRIVA IL PRIMO OSPEDALE ANTISMOG CON MENU A KM 0

(NoveColonne ATG) Milano - Policlinico San Donato di Milano è la prima grande struttura sanitaria italiana che avrà in mensa i prodotti della filiera corta garantiti dagli agricoltori attraverso la neonata cooperativa “Agricolturamica”. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che dopo il periodo di sperimentazione il sistema è entrato a pieno regime con approvvigionamenti regolari, per una previsione di circa 60 tonnellate all'anno di frutta e verdura: dagli asparagi alle fragole, dal sedano all'insalata, dal basilico alle mele, dalle cipolle ai porri, dalle pere ai cavoli. Una iniziativa a beneficio dei pazienti dell’ospedale che - continua la Coldiretti - che potranno così garantirsi prodotti locali e di stagione e contribuire nel contempo a ridurre l’inquinamento ambientale e lo smog provocato dai trasporti con mezzi inquinanti. Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di un'esperienza pionieristica in Italia e puo essere d'esempio per altri ospedali, scuole e mense. Per Nicola Bedin, amministratore delegato dell'Irccs Policlinico San Donato, la struttura "e il primo grande ospedale a km zero in Italia. Ma oggi tutte le aziende sono chiamate a diffondere una nuova cultura: quella del consumo consapevole e di qualità. La sfida ambientale puo’ essere vinta solo se i gesti quotidiani di ognuno di noi sono pensati in questo senso".



ECONOMIA

BIOLOGICO, AFFARE MONDIALE DA 54,9 MILIARDI DI DOLLARI, IN ITALIA E’ “BOOM”

(NoveColonne ATG) Roma - In Italia e nel mondo è ormai “bio-mania”. Mentre i consumi alimentari convenzionali ristagnano, da ogni parte del globo il segmento biologico conquista record e quote di mercato. Il giro d’affari nel 2010 è da far girare la testa: si tratta di ben 54,9 miliardi di dollari complessivi. Solo in Europa il “bio” vale 18 miliardi di euro l’anno, di cui oltre 2 miliardi “prodotti” nel Belpaese. Tutto merito della maggiore attenzione dei consumatori verso il “mangiar sano”, ma anche delle copertine conquistate dal settore sui giornali più patinati. Basta pensare all’orto biologico di Michelle Obama alla Casa Bianca o alla cena “bio” allestita per il ‘Royal Wedding’ di William e Kate. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati diffusi dall’Ismea. In Italia il biologico continua la sua corsa inarrestabile -ricorda la Cia - dopo l’incremento dell’11,6 per cento messo a segno nel 2010, si assesta al più 13 per cento nei primi due mesi del 2011. Ma se a trainare la crescita sono ancora una volta pasta e riso (più 68,8 per cento) e latte e formaggi (più 20,7 per cento), comincia a consolidarsi anche il consumo di ortofrutta “bio”: nel primo bimestre, infatti, il segmento guadagna quasi il 12 per cento, con un peso sul totale degli acquisti di biologico pari al 23 per cento. Ma la vera novità è il “sorpasso” della frutta e verdura “bio” rispetto a quella convenzionale. A livello tendenziale -spiega la Cia- i consumi di patate biologiche sono cresciuti tra gennaio e febbraio del 17,2 per cento rispetto al più 4,3 per cento di quelli “normali”; i finocchi “bio” sono aumentati del 32,4 per cento contro l’1,4 per cento dei convenzionali; le zucchine biologiche sono schizzate a più 18,4 per cento, lasciando al più 7 per cento quelle “normali”. Non solo ortaggi, stessa sorte è toccata alla frutta: se arance e clementine convenzionali hanno registrato variazioni negative comprese tra l’1 e il 3 per cento, quelle “bio” hanno segnato rispettivamente più 12,9 e più 27,7 per cento. Ma il successo del biologico -continua la Cia- è reso evidente anche dalla presenza massiccia di questi prodotti nelle catene della Gdo. Nel primo bimestre 2011 salgono gli acquisti “bio” in supermercati (più 19 per cento) e ipermercati (più 12,5 per cento), ma soprattutto aumenta esponenzialmente la spesa “bio” nei discount, che arriva al più 9,5 per cento tra gennaio e febbraio. Il bio-consumo, comunque, non è solo quello domestico -conclude la Cia-. Cresce la presenza di ristoranti con menù biologico (più 24 per cento), di agriturismi (più 11 per cento) e di mense scolastiche (più 10 per cento).

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