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Galleria dell’Accademia


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MUSEI
Galleria dell’Accademia

La Galleria dell'Accademia, situata in Via Ricasoli, fu fondata dal Granduca Pietro Leopoldo nel 1784 in collegamento con l'Accademia di Belle Arti e custodisce, fra l'altro, una importante collezione di dipinti fiorentini dal Trecento al Cinquecento, con autori e opere di assoluto rilievo. Tuttavia la sua fama nel mondo è dovuta principalmente all'eccezionale nucleo di sculture di Michelangelo. Anzitutto il David, forse la statua più famosa nel mondo, simbolo universale di bellezza e mascolinità, proveniente dall'esterno di Palazzo Vecchio dove oggi è collocata una copia; i quattro Prigioni, in origine destinati alla tomba di Giulio II, rimasti allo stato di abbozzo e perciò considerati esempio del "non finito" e della tensione michelangiolesca; il San Matteo, pure incompiuto, realizzato per Santa Maria del Fiore e la tarda e controversa Pietà di Palestrina.



Museo dell’Opera del Duomo

Il Museo dell’Opera del Duomo, collocato a fianco della chiesa stessa, conserva opere notevoli provenienti dal battistero, dall’interno del Duomo e del campanile.


La sala detta "dell’antica facciata del Duomo" raccoglie statue lì collocate prima della demolizione del 1587. Da segnalare la Madonna col Bambino e la Madonna della Natività di Arnolfo di Cambio e un San Giovanni di Donatello. Nel mezzanino è una Pietà michelangiolesca, nella quale è evidente il "non finito" tipico dello scultore fiorentino.
Nella sala successiva sono sistemate due cantorie marmoree di analogo soggetto (una processione di angeli danzanti), ma di autore differente. Quella di Luca della Robbia è immersa in un’atmosfera di equilibrata bellezza, mentre gli angeli di Donatello che compaiono e scompaiono dietro colonnine sono percorsi da un ritmo quasi "dionisiaco". Qui si trovano, inoltre, opere di Andrea Pisano e discepoli (Sibilla Tiburtina, David e Salomone) e di Donatello (Abacuc, Sacrificio di Isacco, due Profeti). Il Museo conserva, tra l’altro, il prezioso dossale d’argento del Battistero, realizzato da autori diversi tra il 1366 e il secondo Quattrocento. Tra questi Antonio Pollaiolo, Andrea del Verrocchio e Michelozzo.
Dopo un accurato restauro sono custodite nelle sale del museo quattro formelle della Porta del Paradiso del battistero opera di Lorenzo Ghiberti.

Galleria degli Uffizi

La Galleria degli Uffizi ha sede nel vasto palazzo omonimo, situato tra Piazza della Signoria e l'Arno. Il palazzo, iniziato dal Vasari nel 1560, fu realizzato per ospitare le varie cancellerie e gli uffici (da qui il nome Uffizi) dello Stato di Cosimo I. La Galleria, uno tra i musei più famosi e più visitati al mondo, offre un panorama vastissimo della pittura toscana, italiana ed europea, oltre a una notevole collezione di autoritratti, sculture e arazzi. Vi è, inoltre, ospitato il Gabinetto dei disegni e delle stampe, straordinaria collezione di oltre 100.000 fogli dal XIV al XX secolo esposti a rotazione.


Il nucleo originario delle collezioni medicee fu legato alla città di Firenze nel 1737 da Anna Maria Luisa de' Medici e si è poi via via arricchito con il collezionismo dei granduchi di Toscana, oltreché con donazioni e, più recentemente, acquisti dello Stato.
Nel caso degli Uffizi, più che per altri pur grandi musei, è quasi impossibile indicare sinteticamente le cose importanti poiché è assolutamente notevole, quasi unica, la concentrazione di capolavori di ogni epoca e scuola. Tre opere sono fondamentali per comprendere il passaggio dalla tradizione bizantina alle nuove soluzioni plastiche e coloristiche di Giotto: la Maestà di Santa Trinita di Cimabue, la Madonna Rucellai di Duccio da Buoninsegna e la Madonna d'Ognissanti di Giotto. Tra Trecento e Quattrocento sono numerosissime, comunque, le opere capitali: dall'Annunciazione di Simone Martini alla Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, ai ritratti di Piero della Francesca, passando per i Lorenzetti, Masaccio, Beato Angelico, Gentile da Fabriano. Filippo Lippi e il Pollaiolo introducono le celeberrime Primavera e Nascita di Venere del Botticelli, fra i dipinti più amati della Galleria.
Le scuole straniere ci offrono capolavori di van der Weyden, van der Goes, Cranach, Memling, Durer; il Veneto quelli di Giovanni Bellini, Carpaccio e Giorgione.
La giovanile Annunciazione e la più matura Adorazione di Leonardo aprono una nuova serie di opere di eccezionale rilievo: attraverso Perugino, Signorelli, Pontormo, gli intensi ritratti del Bronzino, si giunge al Tondo Doni di Michelangelo, alla Madonna del Cardellino e ai ritratti di Raffaello, alla Venere di Urbino di Tiziano, alle opere di Lotto, Parmigianino e Veronese.
Con il Sei e il Settecento ci si avvia alla fine del percorso espositivo e anche in questo caso sono numerosi i capolavori: il Bacco e la Medusa di Caravaggio, i ritratti di Rubens e van Dyck, il Vecchio Rabbino di Rembrandt.
Infine, va ricordato il Corridoio Vasariano, che collega gli Uffizi con Palazzo Pitti passando sul Ponte Vecchio e che, oltre a esporre una importante raccolta di autoritratti, consente un percorso di sicuro fascino storico e vedutistico.

Museo Nazionale del Bargello

Il possente edificio duecentesco in pietra forte che domina la Piazza di San Firenze fu costruito per ospitare, in età comunale, il Capitano del Popolo, e divenne il Palazzo del Bargello nel 1574, quando vi entrò il Capitano di Giustizia, il Bargello, che aveva la funzione di capo della polizia. Tra il 1255 e il 1261 fu realizzato il primo nucleo e nel Trecento la struttura venne ampliata. Dal 1865 è sede del Museo Nazionale del Bargello.


Sotto il portico sono alcune statue tra le quali l’Oceano di Giambologna e il Pescatore ottocentesco di Vincenzo Gemito; curioso il seicentesco Cannone di San Paolo di Cosimo Cenni, così chiamato per la testa del santo che lo orna nella parte posteriore.
La sala del Cinquecento è celebre per alcuni capolavori di Michelangelo: Bacco ebbro (1497), Tondo Pitti (1504), Apollo-David e Bruto (1539) che, secondo il Vasari, raffigurerebbe, idealizzandolo, Lorenzino de’ Medici, l’uccisore di Alessandro de’ Medici. Oltre a questi si trovano nella sala alcuni bronzi di Benvenuto Cellini e il Mercurio volante del Giambologna, celebre per il prodigioso equilibrio del dio in bilico sulla punta di un piede.
Nella loggia del primo piano si trovano bronzi del Giambologna che raffigurano animali: tra questi è curioso il tacchino, esotico all’epoca perché appena arrivato dall’America. Il salone del Consiglio Generale, detto di Donatello, costituisce uno degli esempi più grandiosi del gotico fiorentino, con le sue volte a crociera realizzate da Neri di Fioravante. Qui si trovano alcuni capolavori di Donatello come il David bronzeo, primo nudo del Rinascimento che dà una lettura totalmente nuova della figura biblica; il San Giorgio di Orsammichele e la drammatica Crocifissione.
Da ricordare, ancora, le due famose formelle del Sacrificio di Isacco di Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi, realizzate per il concorso per la seconda porta del Battistero. Molti oggetti, gioielli e stoffe provenienti da paesi arabi sono esposti nella sala islamica e oltre trecento pezzi dal V al XVI secolo si possono ammirare nella Sala degli Avori.
Al piano superiore due sale sono dedicate alle terrecotte invetriate di Giovanni e Andrea della Robbia e una alla scultura del Quattrocento nella quale protagonista è il Verrocchio del quale sono esposti, tra gli altri, il David bronzeo del 1470.

Museo Archeologico

Il Museo Archeologico dal 1870 ha sede in Via della Colonna, nel seicentesco Palazzo della Crocetta, ristrutturato nel Settecento.


Uno dei principali musei di civiltà etrusca, comprende anche una sezione egizia, con la principale collezione d’Italia dopo quella di Torino.
I primi nuclei della raccolta sono costituiti da marmi, bronzi, monete e gemme, provenienti dalle collezioni private di Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico.
Tra i molti oggetti esposti si ricordano le opere più famose: il Vaso François, l'antico cratere a figure nere dipinto dall'artista greco Clizia nel laboratorio ateniese di Ergotimo (VI secolo a.C.) e scoperto nel 1845 dall'archeologo François presso Chiusi; La Chimera, rinvenuta ad Arezzo nel 1555, capolavoro etrusco in bronzo; l’Arringatore, statua del I sec. a.C., trovata nel 1566 presso il lago Trasimeno.

Palazzo Pitti

La mole imponente di Palazzo Pitti, la più vasta abitazione signorile della città, conclude scenograficamente una piazza in salita, sulle pendici della collina fiorentina di Boboli, in Oltrarno. Costruito dai Pitti attorno al 1458 fu poi abitato dai Medici, dagli Asburgo-Lorena e infine dai Savoia che tra il 1865 e il 1871, nel breve periodo di Firenze capitale, ne fecero il centro del giovane Regno d’Italia.


Le enormi raccolte d’arte, che tutti questi illustri proprietari vi hanno concentrato nei secoli, sono oggi visitabili in diverse "gallerie" collocate nel grandioso complesso e nelle sue dipendenze. Eccone solo qualche cenno.
La Galleria Palatina
Nei fastosi ambienti, affrescati da Pietro da Cortona e aiuti e ricchi di arredi d’epoca, è allestita la pinacoteca che mantiene tuttora il carattere di galleria principesca. È di grandissimo rilievo, specialmente per la concentrazione di capolavori del Cinquecento e del Seicento. Alle opere di Perugino, Rosso Fiorentino, Botticelli, Lippi, Andrea del Sarto, Guercino, Caravaggio, Van Dyck, per citarne solo alcuni, si affiancano notevoli nuclei di dipinti di Tiziano, tra cui Il Concerto e La Bella, e di Rubens con Le conseguenze della guerra, Il ritorno dai campi e I quattro Filosofi. Il più alto motivo di interesse della Galleria è forse costituito dalla singolare concentrazione di opere fondamentali di Raffaello: qui ricordiamo almeno La Donna Velata, La Donna Gravida, La Madonna del Granduca e la celeberrima Madonna della Seggiola.
Gli Appartamenti Reali
Accanto alla Galleria sono collocati gli appartamenti, già dei Medici e dei Lorena. Si tratta di una serie di splendide sale, riccamente ammobiliate e sfarzosamente decorate. La Galleria d’Arte Moderna
Con oltre duemila opere offre un panorama completo della pittura toscana tra neoclassicismo e XX secolo e significativi esempi di quella italiana e straniera. Notevolissima per completezza e qualità la raccolta dei Macchiaioli. Molte le opere di Giovanni Fattori, quali Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta, la Maremma toscana e la Libecciata. Altre opere della galleria I due Foscari di Francesco Hayez e Paesaggio e Natura morta con ragnatele di Filippo De Pisis.
Il Museo degli Argenti
Fra le più ricche raccolte di metalli preziosi in Italia conserva argenti, gioielli, oggetti d’uso sacro e profano, avori. Notevoli la collezione di vasi e coppe appartenuta a Lorenzo il Magnifico e il cosiddetto Tesoro di Ferdinando III.
Nel complesso monumentale di Pitti hanno sede, inoltre, il Museo delle Carrozze, con la celebre Carrozza d’Oro, la singolare Galleria del Costume che documenta l’abbigliamento e i suoi accessori dal ‘700 all’inizio del ‘900, e la Collezione Contini Bonacossi, donata allo Stato nel 1969, ricca di capolavori dell’arte antica, specialmente italiana e spagnola.


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