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Ditemi se non è così


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IL TENORE
Pensate ad un cantante lirico di sesso maschile: chi vi viene in mente? Ma naturalmente Pavarotti, Caruso, Di Stefano, Mario del Monaco, Ferruccio Tagliavini…

Ditemi se non è così.

Bene. Questi sono tutti tenori.

Il tenore è il cantante lirico per antonomasia, quello che ti viene sempre in mente quando pensi all’opera. E’ l’amante, il protagonista innamorato, l’eroe dell’opera.

La sua fortuna avviene nell’Ottocento, quando alle voci del castrato, che poteva affrontare sia ruoli maschili che femminili, si sostituirono voci non ambigue, “vere”, che interpretavano ruoli o esclusivamente maschili (maschi) o femminili (femmine).

Parimenti alle altre voci impostate, anche in quella del tenore possiamo distinguere vari timbri, che si differenziano, dal più grave al più acuto, per citare solo tre tipi di tenore, in: tenore drammatico, lirico, leggero o di grazia.
Il baritenore rappresenta una via di mezzo tra il baritono ed il tenore. Infatti unisce ad una estensione superiore a quella baritonale un timbro da baritono leggero, rappresentando quello che, per l’appunto, si può definire come “timbro baritenorile”.

Uno splendido esempio di questo timbro è rappresentato da Dietrich Fischer Dieskau, perfettamente a suo agio nelle parti di baritono cantabile, ma che, forse, avrebbe potuto esserlo altrettanto in quelle da tenore, per la voce argentina e pura che possedeva.

Ascoltiamolo nella esecuzione di un lied di Schumann: “Ich grolle nicht”, in cui sfoggia grande espressività vocale ed una facilità estrema nel registro acuto.

http://www.youtube.com/watch?v=c5W3qGUa9XU
Il tenore drammatico deve il suo appellativo al fatto di poter eseguire, con la sua voce possente, ruoli particolarmente importanti e virili. Il più celebre tenore drammatico di tutti i tempi è stato senz’ombra di dubbio Mario del Monaco, che possedeva un timbro scuro e possente, adattissimo a ruoli tipicamente drammatici, tra cui “Otello”, opera verdiana che eseguì per oltre 400 volte. Quando morì, per sua volontà, venne vestito con i panni di Otello. Naturalmente il Moro dio Venezia verdiano non è morto con Del Monaco…

Vorrei che ne ascoltaste la voce in tre brani: “Esultate” e “Niun mi tema” da “Otello” e “Addio fiorito asil” da “Madame Butterfly” di Puccini, brano, quest’ultimo, più da tenore lirico, ma che Del Monaco affronta con una intensità vocale a tutto campo.
http://www.youtube.com/watch?v=xSe3XCzF4dI

http://www.youtube.com/watch?v=B-feXlMPdFY&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=8Ny0Jbab_AY
Aureliano Pertile era il tenore preferito da Toscanini. La voce non poteva definirsi bellissima, ma l’espressività che sapeva infondere alle melodie cantate la rendevano affascinante. Ascoltiamo, per farcene un’idea, questo brano: “Quando le sere al placido”, tratto dalla “Forza del destino” di Giuseppe Verdi.

http://www.youtube.com/watch?v=A7ogIfG0_Yc
Giuseppe Giacomini aveva una voce di assoluto pregio, tipicamente drammatica. Timbro metallico, tessitura sempre sicura ed acuto pronto.

Ascoltiamo un brano del suo repertorio, “Vesti la giubba”, tratto da “Pagliacci” di Ruggiero Leoncavallo, per apprezzarne appieno le caratteristiche.

http://www.youtube.com/watch?v=qy-CxEFrQO0
Altri tenori drammatici di grande calibro sono stati Franco Corelli e, negli ultimi tempi, Placido Domingo, musicalissimo e musicalmente coltissimo interprete che, con il passare degli anni, ha acquisito una potenza vocale e una drammaticità tali da fargli possedere il ruolo di Otello in tutti i suoi aspetti.

Ascoltiamo un brano eseguito da Domingo, tratto da “Cavalleria Rusticana”: “O Lola”, cavatina con la quale principia l’opera stessa.

http://www.youtube.com/watch?v=bRFGFdpNOEE

José Cura è un tenore argentino che può considerarsi a tutti gli effetti un tenore drammatico in grado di sostenere ruoli sia da tenore, sia da baritono.

Lo ascoltiamo nell’aria di Canio: “Vesti la giubba” da “Pagliacci” di Ruggiero Leoncavallo. Indubbie le doti espressive e interpretative.

http://www.youtube.com/watch?v=hWiulVglfV0&feature=related
Il tenore eroico non è convenzionalmente trattato nei testi “canonici” del canto, ma si possono considerare tali Corelli e Giacomo Lauri Volpi, caratterizzati da un timbro sempre fuori, metallico, a volte esagerato. Ascoltiamo la loro interpretazione del celeberrimo “Di quella pira” del “Trovatore” di Giuseppe Verdi e confrontiamone le due versioni.

Giacomo Lauri volpi:

http://www.youtube.com/watch?v=Q8I2sX9GJ9Q&feature=fvwrel

Poi Corelli:

http://www.youtube.com/watch?v=1IbLZMv7kCw&feature=related

Interessante, vero?
Il tenore lirico ha una voce calda, ricca, che spazia in una tessitura medio – acuta. Tra i più importanti tenori tendenzialmente lirici, che comunque, sovente, hanno affrontato anche repertori drammatici, abbiamo Luciano Pavarotti, Alfredo Kraus, Jaime Aragall, Carlo Bergonzi, Beniamino Gigli, Jussi Bjorling, Giuseppe di Stefano, e, primo fra tutti, Enrico Caruso.

Partiamo ascoltando Enrico Caruso in “Amor ti vieta” da “Fedora” di Umberto Giordano, in una incisione, ripulita dai fruscii, risalente al 1902. Apprezzeremo il timbro personalissimo di questo, che fu il più grande tenore della prima parte del Novecento.

http://www.youtube.com/watch?v=QXrf3OQz3ek

La voce di Beniamino Gigli spiccava per la naturalezza dell’emissione e per la facilità ad affrontare qualsiasi repertorio tra lirico e drammatico. Ascoltiamo una registrazione di un brano tratto da “Andrea Chenier” di Umberto Giordano: “l’Improvviso” (“un dì all’azzurro spazio”).

http://www.youtube.com/watch?v=lqpVTtVJYWs&feature=fvsr

Giuseppe di Stefano è stato uno dei più celebrati tenori del dopoguerra. Possiamo apprezzare la sua voce, ricchissima di sfumature (notate lo smorzato dalla voce di petto a quella di testa nell’acuto (un Do4) per apprezzarne una delle più importanti peculiarità tecniche), in “Salut! demeure chaste et pure” da “Faust” di Gounod.

http://www.youtube.com/watch?v=5OnbR5v6Llg&feature=related

Jussi Bjorling, tenore svedese, è stato paragonato spesso a Gigli per la duttilità vocale e per il suono spontaneo. Ascoltatene il timbro purissimo e vellutato in “E lucean le stelle” da “Tosca” di Giacomo Puccini.

http://www.youtube.com/watch?v=CseVVhgp9OA

Curiosa una sua interpretazione “a cappella” durante un film cui ha partecipato:

http://www.youtube.com/watch?v=PJ-TdhsjLbw

Alfredo Kraus ha avuto una carriera lunghissima e strepitosa. Si è esibito fino all’età di oltre settant’anni in tutti i più grandi teatri del mondo. E’ stato un tenore completo, capace di sostenere qualunque tipo di tessitura.

Ascoltiamo un brano in cui l’interprete non era più tanto giovane. L’incisione, infatti, è del 1983, dal vivo. Il cantante ha 56 anni. Si possono apprezzare la freschezza vocale e la bellezza del suono in ogni sua sfumatura, oltre a una padronanza impeccabile nell’acuto e ad una tecnica di canto davvero formidabile. "Ah! Leve toi, soleil" da “Romeo et Juliette” di Gounod.

http://www.youtube.com/watch?v=TUIs76WrFKY&feature=related

La voce di Carlo Bergonzi era pastosa, bella, ricca di sfumature, anche se la dizione ricordava un po’ troppo le sue origini e la presenza scenica non era sempre delle migliori. Lo ascoltiamo in una bella interpretazione di “Una furtiva lagrima” dall’”Elisir d’amore” di Gaetano Donizetti

http://www.youtube.com/watch?v=x_jdGGyqjss&feature=related

Jaime Aragall è dotato di una voce sicura, brillante, adattissima a molti ruoli lirici, come in “Rigoletto” di Giuseppe Verdi, di cui ascoltiamo il brano “Questa o quella”.

http://www.youtube.com/watch?v=5SAk7iSUzAs&feature=fvst

Josè Carreras ha una voce potente ed espressiva. Possiamo ascoltarlo in una incisione del 1982, periodo in cui era tra i più apprezzati interpreti al mondo, dove, applauditissimo, esegue “Fra poco a me ricovero” da “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti. Notevole, oltre alla voce, la sua presenza scenica.

http://www.youtube.com/watch?v=HltHXP9sniY

Giuseppe Sabbatini è un tenore lirico puro, dal timbro energico, ma vellutato, che canta con una splendida naturalezza, dotato di una solidissima formazione musicale. Vorrei farvelo ascoltare in uno dei suoi cavalli di battaglia: “Salut! demeure chaste e pure” dal “Faust” di Gounod: lo stesso brano che avete ascoltato, eseguito da Di Stefano. Potrete fare, in questo modo, un confronto tra i due tenori, appartenenti a due epoche la cui distanza è pari a mezzo secolo.

http://www.youtube.com/watch?v=fay_-3WnlQU

Ho lasciato per ultimo Luciano Pavarotti, in quanto è il più recente, ma anche il più completo tra tutti i tenori citati.

Voce personalissima, timbro raffinato, potenza, presenza scenica, feeling con il pubblico a non finire, versatilità, facilità nell’acuto oltre ogni dire (Leone Magiera, suo Maestro accompagnatore e direttore d’orchestra, una volta mi disse che sentì Luciano Pavarotti vocalizzare fino al La bemolle sopracuto (Lab4): ben otto semitoni sopra il Do di petto). E’ stato il più celebre tra i tenori della seconda metà del XX secolo, e la sua fama ha raggiunto tutti i Paesi del mondo.

Fin troppo facile scegliere un brano che lo rappresenti: “Nessun dorma”, da “Turandot” di Giacomo Puccini.

http://www.youtube.com/watch?v=RdTBml4oOZ8

Un curioso paragone, fatto da un abile montatore, fa un confronto fra il modo di cantare di Pavarotti e quello di Bjorling, mettendo a confronto le due voci su un’aria pucciniana celeberrima: “Che gelida manina”. Provate ad ascoltarlo e vi renderete conto della bellezza delle due voci, e della differenza tra due modi di cantare assai diversi fra loro anche perché di due periodi storici assai diversi.

Bjorling e Pavarotti

http://www.youtube.com/watch?v=bqEStHLSWV8&NR=1

Il tenore leggero ha una voce delicata, raffinatissima, agile, adattissima ai ruoli dell’innamorato dolce e soave.

Metto a confronto la voce di cinque tenori leggeri che hanno avuto un grande successo tra la prima metà del Novecento e i giorni nostri.

Il tenore Cesare Valletti : Nella esecuzione di “Com’è gentil” da “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti potrete apprezzare tutte le doti necessarie ad un tenore per definirsi “leggero”: grazia, dolcezza, sentimento, padronanza della voce nello spaziare da un registro all’altro con la massima naturalezza.

http://www.youtube.com/watch?v=9v6sEeY5EXE

Tito Schipa: In questo duetto, in cui si può ammirare anche la voce del soprano Mafalda Favero, si può apprezzare il timbro personalissimo di Tito Schipa, sempre aperto, ma controllatissimo, spontaneo.

Tito Schipa – Mafalda Favero: “Suzel buondì” da: “L’amico Friz” di Pietro Mascagni

http://www.youtube.com/watch?v=CZSewl5wT4k

La voce di Ferruccio Tagliavini era caratterizzata da un timbro dolcissimo, vellutato ma al contempo robusto, che gli permetteva di dare una coloratura particolare alla voce, rendendola personale ed inconfondibile. Impeccabili i filati; assai ricercate le sfumature che sapeva infondere al suo fraseggio.

Francesco Cilea: “E’ la solita storia del pastore” da: “L’arlesiana”

http://www.youtube.com/watch?v=8d1tJXMvMeQ&feature=fvsr

Luigi Alva: Mozart: “Il mio tesoro”. Mozart nella interpretazione di Alva risulta particolarmente affettuoso, caldo, morbido ed elegante. Sempre sapientemente controllato.

http://www.youtube.com/watch?v=rv6ONPXoR5w

Raul Gimenez: Interessante la vocalità calda, pulita e particolarmente acuta di questo cantante, che possiamo apprezzare in queste cinque canzoni popolari, accompagnate dal solo pianoforte. A. Ginastera: “5 canciones populares argentinas”

http://www.youtube.com/watch?v=KcItSp9C9iM

William Matteuzzi: In questa versione di “Ecco ridente in cielo” da: “Il barbiere di Siviglia” Matteuzzi mette in luce tutte le sue capacità virtuosistiche con l’inserimento di arditi abbellimenti e appoggiature non scritti sulla partitura.

http://www.youtube.com/watch?v=EX_oDWbZUuo


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