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Direzione distrettuale antimafia


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PROCURA DELLA REPUBBLICA

presso il Tribunale di Palermo

DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA


MEMORIA DEL PM

L’Ufficio del PM ha operato una rilevante integrazione probatoria nell’ambito del presente procedimento che aggrava sensibilmente il quadro probatorio nei confronti di tutti gli imputati.

Il nuovo compendio probatorio verte principalmente sul contenuto di alcuni “pizzini “ sequestrati nei confronti di PROVENZANO Bernardo in data 11.4.06 e sulle dichiarazioni di alcuni recenti collaboratori di giustizia agrigentini, fra cui in particolare DI GATI Maurizio.

A corollario di tali elementi si offrono alla valutazione giudiziale al fine di meglio comprendere le dinamiche mafiose sottese anche ai fatti oggetto di questo procedimento e di valutare l’attendibilità dei collaboratori di giustizia, alcuni provvedimenti .sia emessi in sede cautelare che processuale in senso stretto di recente emissione.
L’esame di tale materiale prenderà le mosse dalla vicenda dei rapporti fra la maggior parte degli imputati e l’imprenditore GRIGOLI Giuseppe per la gestione di alcuni supermercati siti in Ribera, per poi evidenziare in particolare il ruolo in questa vicenda di CAPIZZI Carmelo .

Questa disamina si impone in virtù della pronunzia della S.C. che , annullando con rinvio la statuizione cautelare nei confronti del CAPIZZI ha indicato tale vicenda – quella dei rapporti con GRIGOLI – come descritta nell’ordinanza impugnata come poco chiara nei suoi contorni ovvero poco indicativa di condotte intimidatorie dei soggetti.

Ebbene tale considerazione non può più trovare fondamento alla luce del nuovo materiale probatorio che inquadra la vicenda in un contesto di pregnantissima rilevanza mafiosa. Invero, prima di addentrarci nella valutazione analitica dei singoli elementi della vicenda, basta osservare che la stessa “occupava” la scrivania del capo indiscusso di Cosa Nostra, Bernardo PROVENZANO a mezzo di decine di “pizzini” scambiati fra lo stesso, Matteo MESSINA Denaro, rappresentante provinciale trapanese, Giuseppe FALSONE, rappresentante provinciale agrigentino, e lo stesso CAPIZZI Giuseppe, vice del FALSONE. Solo questo elemento “quantitativo” prova la rilevanza “mafiosa” del contrasto intercorso fra i CAPIZZI ed il GRIGOLI Giuseppe.
I RAPPORTI FRA GLI IMPUTATI ED IL GRIGOLI GIUSEPPE
Nel corso delle indagini preliminari, come compendiate nell’ordinanza del GIP di applicazione della misura cautelare erano emersi i seguenti elementi di fatto, supportati da prove documentali ovvero provenienti dalle intercettazioni ambientali e telefoniche;


  • la gestione da parte degli imputati di due supermercati con insegna DESPAR in Ribera; gli uno, in via Musso gestiti dai fratelli CAPIZZI Giuseppe e Carmelo a mezzo di alcuni prestanomi ed uno gestito dal SORTINO Emanuel , sempre attraverso un prestanome;

  • l’esistenza di contratti d’affitto d’azienda fra questi soggetti affidatari e la GRIGOLI Distribuzione s.r.l. facente capo a GRIGOLI Giuseppe, imprenditore che ha la gestione in esclusiva del marchio DESPAR per tutti i comuni delle province di Palermo, Trapani ed Agrigento;

  • l’insorgere di un contrasto fra i CAPIZZI ed il GRIGOLI in ordine alla pretesa dei primi di non pagare delle somme allo stesso, relative al contratto d’affitto d’azienda, e la parallela pretesa da parte dei germani CAPIZZI di una somma indicata in “duecento milioni”;

  • la chiusura in tale contesto dei punti vendita facenti capo ai CAPIZZI e la pretesa di questi, esercitata nei confronti del SORTINO, riluttante, a seguirli nello scontro con il GRIGOLI e nelle loro pretese;

  • l’estrinsecazione di minacce ed intimidazioni nei confronti del GRIGOLI, accompagnate dalla pretesa dei CAPIZZI di conferire in Ribera con lo stesso, in virtù del rispetto di non meglio precisate “regole”.

Il tutto veniva collocato temporalmente, quanto almeno al contrasto, con un acutizzarsi dello stesso nel mese di ottobre del 2002.


A seguito delle recenti acquisizioni probatorie i dati sopra indicati vengono collocati in un contesto di estrema chiarezza come vicenda attinente ad un contrasto fra soggetti operanti , da ambo le parti, in un medesimo ambito di palese criminalità mafiosa. In particolare alla associazione vanno ricollegati a vario titolo, tutti i soggetti coinvolti, come dimostrato peraltro da chi viene chiamato poi a dirimere il contrasto, e cioè il “gotha” della associazione stessa nelle persone del capo supremo e dei capi provinciali trapanese ed agrigentino.
A spiegare la vicenda soccorre la viva voce di Matteo MESSINA DENARO che intervenendo a favore del GRIGOLI così spiega in suo pizzino a PROVENZANO ( reperto A.02 datato 1.10.03)
Passo ora a dirle il mio problema che ho nella zona di AG: c’è una persona di Castelvetrano che ha la concessione dei supermercati Despar, cioè questa persona apre dei punti vendita Despar in ogni paese e dà la gestione del punto vendita a persone del medesimo paese e la persona rimane come fornitore del punto vendita lasciando al gestore un largo margine di guadagno, infatti questi gestori se la passono tutti bene. Anni fà questa persona ha aperto dei punti vendita in provincia di AG, in diversi paesi tra i quali Ribera.
In questa prima parte della lettera è facile individuare il GRIGOLI Giuseppe come la persona di Castelvetrano che ha la concessione del marchio DESPAR ed il meccanismo di concessione in gestione dei punti di vendita , adoperato anche nella provincia di Agrigento
A Ribera la scelta cadde su un certo Capizzi Giuseppe, che io non conosco. Questo sig. Capizzi sin dal primo momento cominciò a fare alla persona discorsi di “annacamento”generale di come ci si comporta al suo paese e via discorrendo. Ben presto si capì che il fine di questi discorsi era che lui non voleva pagare le forniture di merce, cioè voleva tutto gratis tipo che le persone lavorano per lui. Infatti circa un anno fà il sig. Capizzi doveva alla persona già 500 milioni di lire.

Il MESSINA DENARO indica il soggetto di fatto concessionario di un punto vendita a Ribera proprio in CAPIZZI Giuseppe e sin d’ora puntualizza come il CAPIZZI sia sostanzialmente venuto meno, in virtù di un approccio “mafioso” ( l’annacamento) ai propri doveri contrattuali, così creando un inadempimento nei confronti del GRIGOLI;
Alchè io contattai un amico di Sambuca che conoscevo personalmente e gli spiegai il tutto. Questo amico mi fece sapere che al più presto avrebbe sistemato il tutto nelle sedi competenti. Solo che dopo alcuni giorni a S.Margherita arrestano molte persone e questo amico di Sambuca ricade in questi arresti, dunque il discorso si inabissa di nuovo con l’aggravanteche stavolta io ad AG non conosco più ad alcuno.
Il contesto mafioso della vicenda è subito evidenziato dal MESSINA DENARO, indicando come possibile mediatore un “amico “ di Sambuca arrestato poco dopo in un blitz a S.Margherita Belice, facilmente identificabile nel SUTERA Leo, nato a Sambuca di Sicilia il 18.1.50, e capo indiscusso della locale famiglia mafiosa, arrestato proprio nell’ambito della operazione “Cupola” culminata il 14.7.02 nell’arresto in flagranza, in S.Margherita Belice dei capi mandamento agrigentini all’atto della nomina di DI GATI Maurizio come rappresentante provinciale ( si vedano le sentenze relative in allegato).
Dopo di ciò il concessionario cerca di recuperare i 500 milioni di lire facendo pressioni dirette sul sig. Capizzi e per circa un anno continua a dargli merce anche se in modo ridotto, ma non c’è niente da fare e il debito arriva a più di 1 miliardo di lire. Alchè poco tempo fà faccio sapere al concessionario di chiudere il punto vendita di Ribera perchè ormai era diventato un ricatto senza via d’uscita e come si suol dire meglio perdere che straperdere. Infatti da poco tempo a questa parte a Ribera non c’è più il Despar.
Il MESSINA DENARO, pertanto riferisce di un “buco” di una certa consistenza creato dalla gestione del punto vendita nei confronti del GRIGOLI e rivendica a sé quale referente del GRIGOLI, la decisione di chiudere tutti i punti vendita DESPAR a Ribera, dato riscontrato dalle indagini già effettuate , proprio con riferimento al periodo antecedente la missiva.

Dopo la chiusura del punto vendita il sig. Capizzi va dal concessionario e gli dice che deve uscire il pizzo annuo su tutti i punti vendita Despar che ci sono ad AG; la risposta del concessionario al sig. Capizzi fù che cominci a pagare lui questo pizzo ai vari paesi con il miliardo che si è fottuto.
MESSINA DENARO fa presente al PROVENZANO che sulla vicenda relativa all’inadempienza contrattuale dei CAPIZZI, si innesta una vera e propria richiesta di “pizzo” nei confronti del GRIGOLI; sin d’ora si evidenza come questa richiesta fosse già provata dalle intercettazioni effettuate nel corso dell’indagini ( ove si faceva riferimento a “duecento milioni” pretesi dai fratelli CAPIZZI , Giuseppe e Carmelo)
Questo è il tutto fino ad oggi, ora le dico cosa penso io e che cosa desidero dagli amici di AG. Io penso che questo sig.Capizzi Giuseppe abbia capito l’andazzo dei tempi e delle difficoltà che ci sono nel comunicare e si sia profittato di questa situazione; non sto a giudicare l’otperato di questo sig. Capizzi perchè non mi interessa. Ora io prego lei di far sapere agli amici di AG, che io non conosco, tutto questo discorso, dicendo loro che io voglio indietro il miliardo di lire dal sig. Capizzi Giuseppe; se il sig. Capizzi dice che non ha i soldi si vende quello che ha e restituisce quello che di proposito ha rubato. Questa è la mia richiesta sul sig. Capizzi Giuseppe. Ora passo alla richiesta che il sig. Capizzi ha fatto al concessionario ecioè che quest’ultimo deve pagare il pizzo ad AG per tutti i Despar che ci sono. Io da parte mia non accetto alcuna richiesta da subalterni o presunti tali come il sig. Capizzi, quindi per me questo discorso sino ad ora non esiste; la prego di fare sapere agli amici di AG che se questo discorso del pizzo è vero io voglio detto-tramite lei-dal mio pari di AG e solo con il mio pari possiamo aprire un dialogo.
La richiesta di MESSINA DENARO è perentoria ; riavere indietro i soldi “truffati” dal CAPIZZI e trattare la vicenda del “pizzo” con il suo pari grado agrigentino, a lui sconosciuto, così svalutando, si vedrà impropriamente, la figura del CAPIZZI Giuseppe.
Voglio precisare altresì come sono andate le cose di questi Despar ad AG. Dunque, nel 1996/97 mi sono incontrato personalmente con l’amico Fragapane ed io dissi a lui che c’era questo progetto in provincia di AG, dissi che volevo sapere nel caso la cosa andava in porto come mi dovevo comportare. La risposta dell’amico Fragapane fù che dato che la cosa interessava a me non c’era bisogno di niente e che mi dovevo considerare a casa mia. Lei sa che questi tipi di favore erano normali ed io con il Fragapane ero molto intimo. Questi sono i fatti di allora. Se oggi quello che decise all’ora l’amico Fragapane non è più valido per me va bene lo stesso e non mi offendo, sono sempre disposto a ragionare il tutto con il mio pari e a trovare un felice accordo per entrambi le parti, cioè se si deve pagare un tot l’anno non ci sono problemi, oppure se vogliono posti di lavoro non ci sono problemi, io sono disponibile a qualsiasi preferenza abbia il mio pari di AG, però prima desidero che il sig. Capizzi Giuseppe restituisca il miliardo di lire che si è rubato e poi sentiamo tutte le altre cose sempre che sono vere, perchè può essere che sono tutte invenzioni del sig. Capizzi questo fatto del pizzo visto che non pensava che il concessionario chiudesse il Despar di Ribera. Un’ultima cosa dica all’amico di AG che se il sig. Capizzi comincia a dire che non è vero che deve il miliardo di lire che non gli creda, il sistema è facile da capire: il concessionario dava la merce al gestore sig. Capizzi il quale la doveva vendere al pubblico tenersi il guadagno e pagare il concessionario, invece il sig. Capizzi si è tenuto tutto pure la parte del concessionario.
MESSINA DENARO precisa che l’accordo per l’ingresso del GRIGOLI e del marchio DESPAR nella provincia agrigentina era stato preso da lui stesso nel 1996-97 con un soggetto indicato in FRAGAPANE come rappresentante agrigentino; la famiglia FRAGAPANE di S. Elisabetta è la famiglia mafiosa di maggior blasone negli anni ’90 nell’agrigentino, con rappresentanti provinciali nelle persone di Salvatore FRAGAPANE fino al 1995, e successivamente del fratello LEOnardo, deceduto per cause naturali il 29.11.97, quest’ultimo da identificare pertanto nell’interlocutore del MESSINA DENARO.
A questa missiva, attraverso l’intermediazione del PROVENZANO, risponde il”pari” agrigentino del MESSINA DENARO, e cioè il rappresentante provinciale, da identificarsi in FALSONE Giuseppe, con una altra missiva anch’essa rinvenuta presso il PROVENZANO.

Anche qui appare opportuno riportare la viva voce dei protagonisti ( reperto FA-01), con i necessari commenti


Carissimo zio, spero che la presente le giunga e la venga a trovare bene e in buona salute come lo stesso possso dire di mè. Comincio con il discorso che mi sta più a cuore, cioè TP e Ribera? LEI mi dice che stima la persona di TR Io le dico che stimo la famiglia cpz, avendo letto cio che lei gentilmente ha copiato dello scritto del’amico di TR ho notato un certo accanimento e forte pregiudizio nei confronti di cpz da parte di TP, che a priori sensa sentire altre campane, da giudizi e con leggerezza definizioni di cose che non conosce e persone che non conosce, del discorso che segue e mcioè della classificazione che TP usa definendo cpz subalterno o chi per lui, mi farrebbe cosa gradita sè mi facesse capire questo concetto espresso da TP e cosa ne pensa lei.
FALSONE esordisce affrontando il discorso dei rapporti fra il rappresentante trapanese ( indicato in TR e TP) e la famiglia di Ribera ed in particolare CAPIZZI ( indicata con codice cpz), contestando il tono usato da MESSINA DENARO
TP si definisce essere amico intimo dei fregapane e che con questi aveva raggiunto una certa affinita, ragiungendo ad un accordo in passato, ci fà piacere saperlo ed esserne venuti a conoscenza.

Carissimo zio, lei mi insegna che è meglio essere prudenti nel’avanzare giudizi o pareri su chi che sia, e mi trova pienamente d’accordo con il suo insegnamento, lo stesso consiglio sè le è possibile lo dia al’amico di TP.

Avendole della stima e sapendo la correttezza che la contraddistingue le dico come la penso; non mi piace il linguaggio usato da questa persona di TP, trattandosi della famiglia cpz che considero la mia, sè l’intenzione dell’amico di TP e quella di trattare chi è in regola a pesci in faccia, ho di prima informativa dire che qualcuno dei miei abbia rubbato o fottuto, sono termini che non si possono usare tra persone in regola, in special modo di prima informativa, si da credito al detto di un impresario, a discapito di uno di famiglia, cosa che vorrebbe l’amico di TP, non è nostro uso e costume questo modo di pensare alla trapanese, in questi termini non credo ci sia il presupposto di rispetto reciproco e di collaborazione.

Sè invece l’amico di Tp porta avnti con verità e la massima educazione e il rispetto dovuto ad ogni persona della nostra società, e in buona fede e senza e senza pregiudizi, chiarire e arrivare a fare le cose nella regola e nelle regole della nostra società, prima di ogni interesse personale, possiamo vedere di costruire qualcosa di buono, altrimenti ognuno a casa nostra. ( vorrei se le è possibile un suo parere al riguardo al mio modo di vedere le cose);
Con modalità quasi “orgogliose” il FALSONE pertanto sottolinea come la famiglia CAPIZZI sia a lui vicinissima e che non meriti “insulti” da parte della controparte trapanese

Le continuo il discorso con quello che mi passa in prima persona e so per certo e in verità, come la usiamo noi, questo impresario di cui si interessa Tp un certo Grigoli oggi in possesso di tutta la catena DESPAR di AG, un paio di anni fa, cpz senza disturbare a nessuno riesce a prendere in gestione uno dei due punti vendita che ci sono a Ribera, ( io considero questa un’attività personale),
FALSONE fa esplicitamente il nome del GRIGOLI come imprenditore ed indica una circostanza rilevante e cioè che i CAPIZZI avevano rilevato uno dei due esercizi DESPAR in Ribera, così comprovando l’esistenza dell’altro, in mano a SORTINO Emanuel come provato nel presente procedimento

dopo qualche tempo mi informano che nei paesi di mia appartenenza c’era questo Grigoli di Tp che stava acquisendo il grosso dei supermercati despar, e mi dicono del mio paese che che questo Grigoli si era rivolto a uno della “stedda”, la cosa per me si era fatta interessante, ho chiesto a cpz se sapesse chi era questo trapanese, cpz mi dice che lui ha un supermercato di questo in gestione e che questo Grigoli era interessato ad’aprire diversi punti vendita nella provincia, mi sono adoperato per veder di metterlo a posto, ho chiesto a cpz di toccarlo al riguardo, “ma la chitarra non suonava” anzi cpz è stato frenato dal mandamento di sanbuca di sicilia,
FALSONE spiega di aver sfruttato il rapporto commerciale “personale” fra CAPIZZI e GRIGOLI per richiedere il “pizzo” al GRIGOLI per l’intera provincia, ma che questi si era rifiutato e che l’azione mafiosa del CAPIZZI era stata frenata altresì dal mandamento di Sambuca, rappresentato come prima evidenziato dal SUTERA Leo, soggetto vicino storicamente a MESSINA Denaro. Sin d’ora si evidenzia come questa frazione della vicenda sia spiegata nei medesimi termini dal collaboratore di giustizia DI GATI Maurizio nel verbale di interrogatorio del 5.1.07.
io invece ho voluto insistere e pressando questi Grigoli si è rivolto ad’un mio avvicinato di licata, questo grigoli alla persona a me vicina comincia a nominare a mattè di Tp lo piccolo di PA e altri che non conosco vendo sentito questo abbiamo stabilito che poteva trattarsi di un cornuto villantatore, il periodo e stato quando e venuto per la prima volta lo zi pietro, e ne abbiamo parlato con lui, e lo zi pietro era in accordo a quello che abbiamo pensato noi cioè che si trattasse di un cornuto villantatore e che sè fossero state interessate le persone nominate da questi trattandosi di persone di regola si sarebbero messi in contatto prima di fare e non dopo fatto.
FALSONE ricorda come il GRIGOLI fosse stato contattato da un “avvicinato” di LICATA, a disposizione del FALSONE da identificare in LAURIA Giovanni, nato a Licata il 28 ottobre 1940, tratto in arresto per il reato di cui all’art. 416 bis c.p. nell’ambito del proc. 11394/2003 r.g.n.r. d.d.a.
Ho chiesto a cpz se per cortesia se poteva assieme a l’avicinato incontrare questo grigoli per vedre se si metteva in regola, ho chiesto anche sè capiva che questo grigoli raccontava fesserie di maltrattarlo e di dire di non permettersi di nominare persone, chiunque essi siano, questo risale a un anno fà circa, in questo incontro stabilirono di portare 150 milioni che regolarmente dopo qualche mese grigoli porto, una cifra furfè perchè c’era da stabilire il volume di affari che costui faceva, i contatti sono rimasti al’avicinato, che ho incaricato di dire a questo signore che doveva portare una nuova quota e chiarire il dovuto annuo, ma all’appuntamento si è fatto trovare insieme ad’ un certo Gruttadauro di PA, pregando l’avvicinato di dire di avere un po di pacienza che ci avrebbero fatto sapere dalla strada giusta, e siamo arrivati ad oggi questa e la mia campana
LA vicenda dell’imposizione del “ pizzo” al GRIGOLI si conclude per parte agrigentina con il pagamento di una somma forfetaria ( “furfè) di L. 150 milioni. Sin d’ora si evidenzia come nel procedimento in esame vi è la prova di una richiesta, nell’autunno del 2002 da parte dei germani CAPIZZI di una somma pari a L. 200 milioni, assolutamente compatibili, in una ottica di successiva “trattativa” , con la somma finale di L. 150 milioni. A ciò si aggiunga che è noto e comprovato dalle sentenze agli atti ( ad es. CUPOLA) e dalle dichiarazioni del DI GATI, che nel corso del 2003 erano assenti dalla gestione verticistica della COSA NOSTRA agrigentina, sia il SUTERA Leo, in carcere dal luglio 2002 che il DI GATI stesso, ormai scalzato dalla reggenza, entrambi soggetti che si erano opposti alla richiesta del pizzo al GRIGOLI.
Per quanto riguarda cpz e il rapporto personale e commerciale che hanno con questo Grigoli, ne parlerò con cpz e se lo riterra opportuno, le faro fare uno scritto che le spiegherà i rapporti commerciali e gli eventuali insospesi che hanno con questa “despar” ( io come le ho specificato prima considero questo un discorso commerciale e personale non capisco come l’amica di Tp abbia immischiato le questioni personali commerciali con le questioni della nostra società e dei suoi bisogni)
FALSONE conclude sul punto ricordando che la vicenda dei rapporti contrattuali fra GRIGOLI ed i CAPIZZI, esula dalla vicenda del “pizzo”.

La risposta del MESSINA DENARO alla presa di posizione del FALSONE è contenuta nella missiva A-03 del 1.2.04.


5)Si che conosco L. Lombardozzi, lo conosco da più di 20 anni, e da tanto tempo che non lo vedo perché lui ebbe dei guai giudiziari nell’85 e mancò molti anni, poi anni fa seppi che era ritornato al proprio paese ma a quanto pare aveva imposto vincoli nei movimenti.
MESSINA DENARO ricorda a PROVENZANO che conosce molto bene LOMBARDOZZI da identificare nel LOMBARDOZZI Cesare Calogero detto Lillo, nato a Agrigento il 20.07.1943, già condannato ben due volte per il reato di associazione mafiosa e riarrestato da ultimo nell’ambito della indagine Camaleonte ( proc 12850/05), vera eminenza grigia della mafia agrigentina, consigliere fino al momento del suo arresto del FALSONE Giuseppe, di cui è tra l’altro “parrino” di battesimo mafioso come verrà ricordato anche successivamente .

7) Si ho ricevuto la sua lettera dove mi spiegava che lei non aveva mai dato autorizzazione per il Di Gati, ma che erano stati quello che ha sbagliato strada assieme a Ben ed altri. Tra l’altro quello che ha sbagliato strada questa “tragedia” che avevano combinato l’ha resa pubblica. Solo che io nell’effettività non sapevo ad oggi come erano combinati ad AG, ora invece con la sua mi è chiaro che il Di Gati non è il responsabile, quindi da ora in poi per me è valido solo ciò che dice l’amico di AG che è in contatto con lei, che anche se non conosco non importa, perché io mi rivolgo a lei come garante di tutti e di tutto quindi i suoi contatti sono gli unici che a me stanno bene, cioè di altri non riconosco a nessuno, chi è amico suo è e sarà amico mio, chi non è amico suo non solo non è amico mio ma sarà un nemico mio, su questo non c’è alcun dubbio. Io la ringrazio di cuore che lei si sta interessando a questo mio problema che ho al momento in zona di AG e la ringrazio per adoperarsi per l’armonia e la pace per tutti noi.


In questa parte della missiva MESSINA DENARO dà atto di aver appreso da precedente missiva di PROVENZANO degli ultimi sviluppi della vicenda mafiosa agrigentina, alludendo alla mancata autorizzazione a favore del DI GATI data e di come la reggenza dello stesso sia stata favorita dalle manovre, alle spalle del PROVENZANO. di “quello che ha sbagliato strada “ vale dire il GIUFFRE’ stesso e “Ben” da identificarsi in Benedetto SPERA. Ciò è in perfetta aderenza con quanto a partire dal 1.12.06 il DI GATI Maurizio ha dichiarato a questa D.D.A. e con quanto peraltro già noto in virtù dei sequestrati al GIUFFRE’ e delle sue dichiarazioni.
9)Le spiego a chi conosco io dei Capizzi: dunque, conosco molto bene il padre e molto bene un di lui figlio e un di lui nipote. Poi sempre il Capizzi padre ha altri tre figli che io conosco soltanto visivamente in quanto li vedevo a volte che mi incontravo con il padre e con questi tre avevo solo il saluto. Ad un certo punto il Capizzi padre mise da parte il proprio nipote (che io conoscevo molto bene) per motivi loro interni, e allora io ebbi a che fare solo con il Capizzi padre e con un figlio. Io ebbi a che fare per molti anni con il Capizzi padre, ci fu un periodo che ci incontravamo giornalmente per i bisogni che c’erano, per quanto mi riguarda il Capizzi padre nei rapporti con me fu sempre un galantuomo ed un signore. Questo Capizzi Giuseppe che al momento ha un problema con me, è figlio del Capizzi Giuseppe padre, e fa parte di uno dei tre figli che io conosco di vista. Tra l’altro il padre ed il figlio anche se si chiamano tutti e due Giuseppe, nell’effettività non hanno lo stesso nome in quanto il vero nome del padre è Simone solo che tutti lo conoscono per Giuseppe. Come vede li conosco bene e mai avrei pensato che potevano nascere disguidi tra me eloro.
La descrizione che MESSINA DENARO fa della famiglia CAPIZZI è lineare, individuando oltre a CAPIZZI Simone, padre degli imputati , ( che effettivamente è conosciuto come Peppe), un primo figlio molto attivo nella compagine mafiosa ( trattasi di Mario, ergastolano anch’egli ed arrestato a far data dal 1998) ed altri tre in precedenza meno conosciuti. Il CAPIZZI che ha un problema con MESSINA DENARO, figlio di Simone ed a nome Giuseppe, è in maniera inoppugnabile l’odierno imputato. E’ superfluo sottolineare la rilevanza del pregresso legame strettissimo fra i CAPIZZI ed un boss mafioso del calibro di MESSINA DENARO.
Lei può confermare all’amico di AG che in effetti noi due avevamo i contatti interrotti in quel periodo, tengo che l’amico di AG sappia questo, perché non vorrei che lui pensasse che io agisco a casaccio. Ad un certo momento io riuscii a contattare all’amico di Sambuca e gli spiegai il tutto, lui mi garantì che avrebbe sistemato tutto ma dopo tempo lo arrestarono per la riunione del Belice ed oggi ed oggi siamo arrivati al punto in cui siamo. Ora passo a dirle il debito effettivo e reale che il Capizzi ha con il mio paesano; io l’altra volta le avevo detto che il debito era circa un miliardo di lire, ora l’amico di AG dice a lei che questo debito è fantasioso e che a lui risulta di entità minore. Dunque le cifre che io le dirò sono precise alla lira e ne rispondo di persona perché ci tengo a quello che dico e poi lei mi conosce bene e sa che non sono uomo che tiene al denaro, io sto parlando con la verità, non svenderei mai la mia persona per il vile denaro. Dopo avere letto le parole dell’amico di AG mi sono documentato di persona ed i conti risultano essere questi:E 297.097,13 ( circa seicento milioni delle vecchie lire) di fatture non pagate, cioè è merce che il capizzi si è presa dal mio paesano e che non ha mai pagato, tutto ciò è dimostrabile perché ci sono fatture non pagate. Poi ci sono questi

E 75.000 (circa 150 milioni delle vecchie lire) di liquido che il mio paesano ha dato per AG, credo che questi 75 mila euro siano quelli che lei ha chiamato furfè, questi essendo liquidi non sono dimostrabili ma non credo che qualcuno negherà di avere avuto questi soldi dal mio paesano. Questo è tutta l’entità del debito del Capizzi ha verso il mio paesano ed in effetti l’amico di AG ha detto giusto che non arrivava al miliardo credo che per sommi capi il tutto dovrebbe ammontare a circa 750 milioni delle vecchie lire. La prego di cuore di fare in modo che il Capizzi ci restituisca questi soldi. Ah, i 75 mila euro di liquido il mio paesano li ha consegnati al Capizzi per AG ecco perché li metto pure nel suo conto.
Dopo aver rammentato che in un primo momento aveva cercato una mediazione attraverso Leo SUTERA , ma che tale mediazione si era interrotta per la cattura a S.Margherita Belice dello stesso ( si tratta degli arresti del 14 e 15 luglio 2002), MESSINA DENARO, con certosina precisione, sottolinea che il debito del CAPIZZI ammonta a quasi 300.000 € di fatture non pagate per il rifornimento del punto vendita ed ai € 75.000 che invece il GRIGOLI ha consegnato a CAPIZZI “per AG”, vale a dire a titolo di “pizzo” a favore della provincia agrigentina, in virtù quindi di un ruolo mafioso della famiglia CAPIZZI.

Dunque il mio paesano si è incontrato alcune volte con uno di AG, è lo stesso che lei chiama “l’avvicinato di Licata”, questo avvicinato chiede al mio paesano i soldi per AG, e il mio paesano gli risponde che i soldi c’è li avevo io e che dovevano contattare me per avere i soldi, alchè l’avvicinato dice al mio paesano che questa risposta non poteva darla ai suoi referenti di AG perché a suo dire io non essendo a casa mia non potevo fare dire questa risposta dal mio paesano a lui. Alchè il mio diretto parente (che è il nome che mi ha scritto lei) si fa trovare ad un appuntamento con l’avvicinato ed è il mio parente stesso che dice all’avvicinato di avere pazienza che tutto si sarebbe risolto per altra via (riferendosi alla nostra) Dopo tempo l’avvicinato ritorna di nuovo con le stesse pretese di soldi, allora ci si fa trovare di nuovo il mio parente e ridice all’avvicinato che deve avere pazienza e che tutto si risolverà per altre strade (riferendosi sempre alla nostra). Questo è tutto ciò che è successo fino ad oggi.

Ora vorrei dire a lei un mio pensiero in riferimento al fatto che l’avvicinato dice che io ad AG non sono a casa mia e quindi non potevo dare questa risposta; veda, non vorrei che gli amici di AG pensassero che io sia maleducato o che io sconosca le regole o che non le rispetti,, non è così, le regole le conosco e le rispetto, la prova che io conosco le regole e che le sto rispettando sta proprio nel fatto che io mi sto rivolgendo a lei per sistemare questa spiacevole vicenda, questo per me è rispettare le regole.

OMISSIS


Il mio dire a loro che i soldi che vogliono dal mio paesano c’è li ho io ha una valenza logica che le spiego; loro fino ad oggi vogliono i soldi dal mio paesano per farlo mettere in regola ed allo stesso tempo c’è uno che fa parte di loro e che è il Capizzi che si è appropriato in mala fede dei soldi del mio paesano; per me tutto ciò è assurdo, per me è logico che il Capizzi prima restituisca i soldi che si è preso e dopo gli amici di AG moi dicono cosa vogliono dal mio paesano ed io sono disponibile a sistemare il tutto. Ecco da dove parte la mia frase che i soldi del mio paesano ce li ho io e credo di essere nel giusto……………….

Io ho finito, quello che io le chiedo è di farmi restituire i soldi che il Capizzi si è rubato, poi lei mi dirà come si deve comportare il mio paesano ad AG e sarà fatto

C’è un nuovo riferimento all’intervento dell’avvicinato di Licata, vicino al FALSONE, presso il GRIGOLI per aver il pizzo per la provincia agrigentina e la risposta dello stesso che rinviava ogni decisione al MESSINA DENARO che in questa trattativa si fa forte della “denuncia” del comportamento scorretto del CAPIZZI ( definito “uno che fa parte di loro”) prima di addivenire a qualsiasi decisione sul trattamento dei supermercati DESPAR nella provincia agrigentina.
La risposta di FALSONE è contenuta nel pizzino FA-10 indirizzato a PROVENZANO .
Ho ricevuto oggi 01/05 la sua letterina, dove lei mi copia discorso TP, e ho letto con attenzione, mi fa piacere che grazie a lei, le cose si appianino con onestà e correttezza.
OMISSIS

Argom.CPZ che sono gli stessi che sono in questione per questa cosa di cui è interessato l’amico fraterno di TP, di cui spero troveremo una giusta e onesta soluzione e sono certo di sì trattandosi di persone che fanno parte della nostra società.



Le dico inoltre che l’interessamento alla questione da parte di mio parrino è dovuta alla stessa amicizia che ci lega ai CPZ, né aveva parlato con lo zì nino mio parrino di questa questione che c’era tra cpz e l’amico di TP, e mio parrino si era reso disponibile sé c’erano cose da chiarire e discutere, ma visto che per adesso non c’è necessità facciamo come dice lei, sé lei riterra diversamente mio parrino e a disposizione.
FALSONE evidenzia come sulla controversia fra MESSINA DENARO e CAPIZZI, è disposto ad intervenire, con la benedizione di PROVENZANO, il “parrino” del FALSONE ( il LOBARDOZZI) che della questione aveva parlato con “zio Nino”, da identificare quest’ultimo, in virtù degli elementi raccolti nel proc 12850/05 già indicato in ROTOLO Antonino di Palermo, arrestato nell’ambito del proc. “Gotha”.
Per magior chiarezza, i cpz sono sempre gli stessi che fanno e facevano parte della nostra società, l’amico di TP mi risulta che in passato aveva buoni rapporti con il padre dell’odierno nostro fratello cpz, che prima di arrestarlo il padre reggeva il mand. Di Ribera.
In questo passaggio FALSONE ricorda che i CAPIZZI ( e si sottolinei il plurale ad indicare più soggetti della famiglia ) fanno parte di Cosa Nostra ( pudicamente chiamata “nostra società”) ed il ruolo degli stessi in Ribera ed il legame con MESSINA DENARO.
. Per quanto riguarda il punto vendita che c’è a Ribera (DESPAR) ci interessa e nonappena si troverà la soluzione alla questione odierna, studieremo il modo migliore per farlo gestire ai cpz evitando situazioni ingarbugliate.

Io ho qui delle carte che le invierò insieme alla presente, carte scritte dal paesano di TP, che illustrano il debito: di 145.000 euri al 31/12/2002.

Dopo sei mesi, approssimativamente, il debito è 309.856,03 euri, meno la merce di inventario, merce nel supermercato 73.022,28

236.834 euri di debito odierno

sé non faccio errore di calcolo , e i numeri che mi ha fornito cpz sono giusti le cose stanno così.

La replica “contabile” del FALSONE fornita su indicazione del CAPIZZI non si discosta sensibilmente, indicando un debito ingente nei confronti del GRIGOLI.


Io le do il sistema che secondo mè può essere adottato per togliere questo debito, ma che sé lei o l’amico nostro fraterno trovate soluzione migliore, per me va bene, nel rispettare la posizione del nostro fraternoamico cpz.

Il mio sistema è semplice:cpz resta responsabile, ma impiegato con mensilità, cpz si occupa di procacciare la manodopera e di organizzarla, il tutto a carico del DESPAR, dopo di che, DESPAR, stabilisce gl’utili, che si utilizzano per accorciare il debito, il tutto fatto in amicizia, sé si vuole fare una cosa buona, semplice e indolore per tutti, sé la cosa piace, manda a dire TP di fare mettere in contatto il suo paesano con cpz e con questi appianano la cosa, perché è un peccato tenere quest’attività chiusa.

OMISSIS

Smetto con lo scritto, ma non con il cuore augurandole ogni bene e che il signore la benedica e la protegga in salute e in tranquillità, lo stesso augurio da vparte di cpz.



(partenza 08/05)

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Questa invece è la proposta formulata nell’interesse del CAPIZZI “fraterno amico”, partecipe quest’ultimo negli “auguri” per Bernardo PROVENZANO.

MESSINA DENARO risponde a questa presa di posizione con la missiva A-04 inviata al PROVENZANO
1)Lei sa che il mio parente è il nostro tramite da parte mio, siccome in questa mia lettera le parlerò spesso del mio parente, da ora in poi chiamerò lui con un numero che è il 121, dunque ogni volta che io dirò 121 sa che è il mio parente e questo numero per il mio parente lo useremo per sempre.

2)Per il discorso di AG. io accetto con piacere che loro vogliono chiarire e ringrazio lei per ciò, e da parte mia sono disponibilissimo a chiarire con la massima onestà.


Nell’incipit indica il suo parente, indicato come 121 come tramite. E’ già agli atti la misura cautelare adottata ( nel proc. 4553/06) nei confronti di GUTTADAURO Filippo, nato a Bagheria (PA) il 30 novembre 1951, congiunto del MESSINA DENARO identificato con il 121.
Loro dicono che i l CPZ non ha inteso rubare, va bene, allora non userò più questo termine, dirò soltantoche il CPZ mi deve dei soldi per merce che gli è stata consegnata e che lui non ha pagato.

Lei mi chiede una verità dimostrata ed io le allego in questa mia l’elenco di tutte le fatture che il CPZ non ha pagato, cioè ha ricevuto la merce, se l’è venduta e non ha mai pagato, gli importi segnati in verde sono i soldi che il CPZ deve dare, sommati insieme i due importi segnati in verde danno la cifra finale di 297.098,13 euro, questa è la cifra finale che il CPZ deve dare, Questo elenco di fatture che io le mando lei le può dare ad AG. e così io non ho più niente da dimostrare e sono in regola come ho detto


L’aspetto “ragionieristico” della vicenda si acuisce vieppiù e MESSINA DENARO addirittura allega al “buon padre di famiglia “ PROVENZANO l’elenco delle fatture non pagate dal CAPIZZI per il totale di circa € 300.000.
il mio paesano sapeva che il CPZ era una persona seria e per la mentalità del mio paesano una persona seria non fa truffe, quindi aveva una certa fiducia al CPZ; terzo fattore è il tipo di lavoro, cioè le cifre aumentano rapidamente perchè è un lavoro continuo, se un gestore a fine mese non paga le fatture è pur vero che il fornitore non gli può dare più merce, msa così facendo vuole dire chiudere subito perchè senza merce sugli scaffali non si vende e il mio paesano non voleva chiudere e voleva anche andare incontro al CPZ, s0olo che ad un dato momento il mio paesano si rese conto che al CPZ le cose non andavano male, era soltanto che il CPZ aveva deciso fin dall’inizio di truffare il mio paesano, ed eccoci arrivati al punto in cui siamo. Ora le dico cosa penso io, lo dico solo a lei perchè tra di noi ci possiamo dire tutto, ma non mi interessa farlo sapere a quelli di AG. il mio pernsiero. Veda, se il CPZ con i tempi che corrono avesse fatto ciò a chicchessia a quest’ora sarebbe già in carcere perchè chiunque sarebbe corso alla caserma a denunciarlo.Solo che il CPZ ha capito che il mio paesano non ci andava alla caserma, lo ha capito sia per il comportamento del mio paesano sia perchè il mio stesso paesano faceva il mio nome al CPZ per cercare di non cedere alle richieste incessanti. Quindi arrivati a questo punto le cose sono due, o il CPZ non sa nemmeno quale sia la sua mano destra e fa cose da incoscente oppure il CPZ capisce tutto ed ha agito così perchè magari se sente sicuro di sè e protetto da qualcuno. Questo è il mio pensiero…………però questa faccenda non è più una questione di soldi è una questione di principio tra me ed il CPZ.Detto ciò, le dico e concludo, che io ho fatto della correttezza alla mia filosofia di vita ed il fatto che io mi sia rivolto a lei dimostra proprio ciò, ora mi affido conpletamente nelle sue mani e nelle sue decisioni, tutto ciò che lei deciderà io l’accetterò senza problemi e senza creare problemi, questa per me è onestà
MESSINA DENARO espone il punto di vista “trapanese” sulla vicenda; c’è stata una volontà truffaldina del CAPIZZI nella gestione del supermercato, volta solo ad appropriarsi della merce. In questa sede rileva che nel rapporto GRIGOLI-CAPIZZI , entrambi erano ben consci della caratura mafiosa reciproca; in particolare GRIGOLI aveva evidenziato al CAPIZZI che dietro di lui c’era il MESSINA DENARO stesso. Solo in virtù della intrinseca mafiosità anche di questa vicenda “contrattuale” nessuno si è rivolto ai Carabinieri ed ora si è posta la questione ( “di principio”) nelle mano del capo supremo Bernardo PROVENZANO.
4)Passo ora alla faccenda dei 75.000 euro. Di questi 75.000 euro faccio pure responsabile a CPZ perchè è lui che li ha pretesi e voluti dal mio paesano ed infatti il mio paesano li ha consegnati nelle mani del CPZ. Giustamente lei dice di non dare l’impressione che io ce l’ho con il CPZ, è giusto il suo dire, però io sto esponendo i fatti con la verità assoluta e quindi le dico le cose per me come sono andate e la verità è che questi 75.000 euro li ha voluti e presi pure il CPZ. Ora lei mi dice come mai il mio paesano che avanzava soldi dal CPZ gli chiede pure questi 75.000 euro; anche lei non vede logica in tutto ciò ed io le spiego come andarono i fatti. Ad un certo punto il CPZ, che già aveva truffato il mio paesano, gli chiede questi altri 75.000 euro dicendogli che sono il pizzo che il mio paesano deve pagare per i paesi di AG in cui il mio paesano ha attività. Alchè il mio paesano dice al CPZ. che dato che lui avanza, di uscirli il CPZ questi 75.000 euro per gli altri paesi; alchè il CPZ dice al mio paesano che sono due cose diverse il suo debito personale ed il pizzo e comincia a minacciarlo di mafiosità e cioè che se il mio paesano non pagava i 75.000 euro avrebbe ricevuto danno nei vari paesi di AG, ecco perchè io poco fà gli dissi che se il mio paesano fosse stato un altro con i tempi che corrono sarebbe andato alla caserma e il mio dire era proprio rivolto a queste minacce sul pizzo non alla truffa. Alchè il mio paesano che non riusciva ancora a ristabilire un contatto con me preferì pagare per non farsi fare danno. Ecco come sono andati i fatti…………… Secondo me la cosa non logica non la fà il mio paesano che ha pagato i 75.000 euro, perchè lo ha fatto per paura
Quanto al pagamento dei €75.000 MESSINA DENARO è lapidario, descrivendo il pagamento di questa somma come il frutto di “minacce” di danni ai punti vendita del GRIGOLI nella provincia agrigentina. Non soccorrono molte altre parole in ordine alla rilevanza di queste circostanze che provengono da uno dei massimi esponenti di Cosa Nostra. Quel che conta è che si tratta di circostanze totalmente sovrapponibili a quelle emerse nel corso delle intercettazioni di questo procedimento a carico di ENTRAMBI I GERMANI CAPIZZI, non solo di Giuseppe. Infatti vi sono conversazioni in cui parla direttamente il Carmelo CAPIZZI ( con SORTINO Emanuel) dei rapporti con GRIGOLI e delle intimidazioni prospettate verso quest’ultimo che saranno esaminate in seguito.
6) mi rendo conto che i nostri contatti sono un pò diradati nel tempo, non per colpa nostra s’intende ma per i problemi che abbiamo, in merito a questa faccenda tra AG il CPZ ed il mio paesano può pure succedere che lei ha bisogno di sapere qualcosa in modo urgente da me, sempre riferito al caso in questione, in questo caso lei può scrivere direttamente al 121 e all’esterno del biglietto ci scrive 121, così sarà 121 a rispondere a lei a stretto giro di posta e quindi a soddisfare la sua richiesta con urgenza, perchè 121 è al corrente di tutta questa faccenda; poi sarà sempre 121 a informare me, cioè se io il discorso lo sò dopo non ci fa niente, l’importante è risolvere la faccenda.
MESSINA DENARO indica come intermediario per ogni comunicazione 121, vale a dire il suo congiunto GUTTADAURO
7) In merito allo zio Lillo bene o male ho capito quanto lei mi ha detto così come ho capito che in sua assenza è stato usato il suo nome in modo non esatto, la verità è, è lei stesso me lo conferma che le persone pur di sistemarsi le proprie cose fanno il suo nome per come meglio conviene a loro, e sono convinto che queste cose accadranno sempre perchè noi dato i tempi abbiamo difficoltà nei movimenti e le persone fanno a modo proprio per poi come spesso accade trovarsi nei guai. Io di questa storia che lo zio Lillo ha fatto il mio nome ad un palermitano nulla sò; me lo sta dicendo lei ora. Posso però confermarle che conosco lo zio Lillo da 24 anni, anche se è da tanti anni che non lo vedo e sento, perchè lui è stato assente. Le confermo che lo zio Lillo era in buonissimi rapporti con mio padre e tra di loro c’era grande stima reciproca, quindi anche con me, cioè lo zio Lillo da noi era come a casa sua e noi viceversa da lui. Posso dire che mi ricordo dello zio Lillo come persona molto seria ed equilibrata, cioè una brava persona. Le sto dicendo queste cose perchè lei mi ha detto che non lo conosce e mi è sembrato di capire che volesse delle informazioni.

8) Ora lei mi dice, se ho capito bene che lo zio Lillo o chi per lui chiede se io mi risolva questa faccenda che ho con il CPZ con lo zio Lillo e lei mi dice che lascia me libero di scegliere con chi risolverla. Ora io le rispondo con il cuore in mano, poco fa le ho detto che lo zio Lillo è una persona seria e brava, aggiungo pure che è meglio di me, però io desidero che questa faccenda che ho con il CPZ la curi lei, con ciò non voglio arrecare nessuna offesa allo zio Lillo, per carità, solo che desidero che si occupi lei di questa faccenda, preferisco così per diversi motivi che le elenco:(1)perchè io ho fiducia in lei e solo in lei;(2)perchè io ho cercato lei per risolvere questa faccenda ed ora non vedo il motivo per cui si deve interessare qualcun altro;(3) perchè io riconosco soltanto a lei l’autorità che le spetta;(4) perchè noi due ci capiamo anche se non ci vediamo; ne potrei elencare tanti altri di motivi ma mi fermo qua, quindi concludo pregandola di restare lei a curarmi questa faccenda per come è giusto che sia. Se poi c’è qualcuno di AG, non so chi, che vuole che lei si faccia da parte in questa faccenda, allora io fin d’ora le dico che se lei si mette da parte in questa cosa, io da parte mia non voglio più una lira nè dal CPZ nè da altri, così come non avrò più niente da discutere con nessuno di AG, ed immediatamente farò ritirare il mio paesano da tutti i paesi di AG. Lei stesso mi ha detto che i soldi non sono tutto nella vita ed è la verità, quindi se qualcuno di loro vuole che lei si faccia da parte io non ho più nulla da discutere con loro e resto solidale a lei ed a fianco a lei, questa è una certezza.

9) Se lo zio Lillo vuole un contatto con me per avere altre cose, perchè dato che siamo a confine c’è sempre bisogno di qualcosa da entrambi le parti, allora si crea un contatto e io sarò con lui disponibile come lo fu sempre mio padre, in questo caso mi dice lei come ci debbo fare il contatto con lo zio Lillo.

Torna il riferimento a LOMBARDOZZI Cesare Calogero come possibile mediatore della controversia. Rimesso della decisione sul punto anche dal PROVENZANO, MESSINA DENARO professa conoscenza e stima per zio Lillo, ma non demorde sulla necessità della alta mediazione diretta del PROVENZANO.


10) In merito al CPZ padre io l’ho conosciuto molto bene perchè come lei già sa sono stato io a procedere alla sistemazione di Fragapane e di tutti loro
Chiude infine sul rapporto con la famiglia CAPIZZI ed in particolare del padre Simone alludendo a passati favori reso allo stesso ed altri soggetti agrigentini quali i FRAGAPANE.
Nella ricostruzione della corrispondenza si inserisce un breve pizzino dello stesso PROVENZANO a MESSINA DENARO di chiarimento sulle cifre e sulla divisione della problematica fra quanto dovuto per la gestione del supermercato e per quanto dovuto per “pizzo”. E’ il pizzino catalogato A.05
Argomento conto. Tu mi dici gli importi segnati in verde sono i soldi che CPZ deve dare isimemi i due segni in vedrde danno la cifra finale di 297-098,13 Euro questa è la cifra finale.

E su questa ci Togli il 10%=29-709,81 se non erro.


Poi passi alla facenda 75.000 Euro Quesi significano quelli in Quesione, se li doevi pagare o nò E quindi sono due cosi distinti e separati, Capisco bene? Dammi conferma.
Tornando al versante agrigentino, la contesa prosegue con il pizzino FA02 , di rilievo perché allo stesso è allegato un breve pizzino dell’odierno imputato CAPIZZI Giuseppe , diretto personalmente al PROVENZANO. Nella sua missiva FALSONE prosegue nella linea di difesa di CAPIZZI affermando che le cifre indicate per il debito sono “fantasiose” e che comunque CAPIZZI non ha voluto rubare o “sfottere” nessuno, così polemizzando direttamente con MESSIA DENARO.

Per il discorso TP, per mè và bene qualunque formula lei trovi per il dovuto alla nostra società da parte di questi della Despar, sé lei riterrà anche niente, và bene anche niente, ma non prima di avere chiarito questo discorso di questo fantasioso debito che CPZ avrebbe nei confronti di questi della Despar, che a mè non risulta di questa entità, ma di entità minore, e che cpz non ha inteso ne rubare, né sfottere nessuno, (mi scuso se uso la stessa terminologia dell’amico di Trapani) per mè, per chiarire la verità

OMISSIS

PS allego alla mia lo scritto di cpz



Ancora di provenienza agrigentina il pizzino FA-12, di estrema importanza nel presente procedimento perché costituisce la prova della gestione del supermercato DESPAR da parte anche dell’imputato CARMELO CAPIZZI e , conseguentemente, del suo coinvolgimento in tutte le vicende di natura prettamente mafiosa , unitamente al Giuseppe.
Altro argomento che voglio sia chiaro, visto che forse non lo sono stato nelle precedenti, mi sarò espresso in maniera non chiara: i cpz, lei dalla mia, ha inteso che ad’avere il debito con l’amico di TP (despar) sia il padre del’odierno amico mio cpz, mentre non è cosi, gli spiego meglio e più in dettaglio: ad’avere il debito con despar TP, è l’odierno amico mio cpz e un suo fratello, il padre non c’entra niente, essendo in carcere da diversi anni (12).
Poi prosegue;
Comincio il mio dire, il discorso del denaro dato alla nostra società da parte del’amico di TP, a cpz, di cui io sono a conoscenza e responzzabile, di ciò ne rispondo io leviamo cpz da questo discorso, non invischi le due cose l’amico TP, questo è un discorso che riguarda la nostra società, l’altro e un discorso personale e commerciale di cui la nostra società si interessa nel risolvere nel migliore e onesto modo possibile, visto che interessa sia TP NOSTRO fratello, che cpz nostro fratello. (trattasi di 150 milioni dati per i bisogni della nostra società di AG, di cui né rispondo io).
FALSONE cerca di distinguere i piani della vicenda, assumendosi la responsabilità mafiosa della imposizione dei € 75.000 al GRIGOLI, operata dal CAPIZZI.
A VENDO separato un discorso dal’altro, continuo, io farò, quando segue, per essere certo delle somme dovute, e per accorciare i tempi, e per toccare con mano la verità dimostrativa che le passero appena mi avranno dato l’esito dei conteggi.

Farò cosi: faccio chiamare un responsabile di questa DEspar, insieme a cpz, manderò un mio fedelissimo dal commercialista insieme a tutti e faranno i conti insieme e vediamo cosa viene fuori e gli lo comunico, e vediamo di chiuderla, insieme io lei e TP, onestamente come la usiamo noi.


Per quanto attiene al problema del debito FALSONE propone una verifica contabile “in contraddittorio”.
Per quanto lei mi dice per cpz, di procurarsi del denaro liquido per l’amico di TP, io sono a conoscenza della situazione economica di cpz, ho favorito loro del denaro e non sono in condizioni di ridarmelo, che per mè non è un problema, non hanno nessuna liquidità, ma approfondiremo in seguito quando sarà necessario, solo per conoscenza sua personale le dico questo.

Continuo con il discorso, cpz, mi chiede di poterle scrivere per spiegarle meglio le cose, e per mè non è un problema anzi forse è meglio, per cui alla mia ci sara allegata la sua, valuteremo insieme se lei vorrà valutarla insieme a mè.


FALSONE afferma che CAPIZZI non è in grado, in quel momento, di procurarsi denaro liquido per fornirlo a Trapani . Si afferma poi che CAPIZZI cerca il contatto diretto con PROVENZANO
Per quanto lei mi dice per cpz, di procurarsi del denaro liquido per l’amico di TP, io sono a conoscenza della situazione economica di cpz, ho favorito loro del denaro e non sono in condizioni di ridarmelo, che per mè non è un problema, non hanno nessuna liquidità, ma approfondiremo in seguito quando sarà necessario, solo per conoscenza sua personale le dico questo.

Continuo con il discorso, cpz, mi chiede di poterle scrivere per spiegarle meglio le cose, e per mè non è un problema anzi forse è meglio, per cui alla mia ci sara allegata la sua, valuteremo insieme se lei vorrà valutarla insieme a mè.

FALSONE torna sull’argomento con la missiva FA-13 datata 21.9.04. Ivi trapela un certo disagio del FALSONE nella difesa del CAPIZZI dal quale sembra non provenire la massima collaborazione nella evidenziazione dell’effettivo debito; al riguarda si evoca ancora una volta l’intervento del “parrino” del FALSONE alias LOMBARDOZZI.
Argomento cpz, TP e conteggi/ : sulle cose che lei mi manda a dire nelle precedenti non ci piove e mi trova pienamente d’accordo con lei, che per correttezza ci insegna a tutti. Le posso dire che la questione mi provoca del disaggio, ho mandato a dire a cpz più di un mese fa di confrontare insieme a questi della despar amichevolmente, i conteggi, perché vi è la differenza che non è poca, gli ho detto che eventualmente si poteva usare il commercialista dove loro si servivano, nel caso, per meglio capire questa differenza, ma non mi ha dato risposta, preoccupandomi di non fare qualche malafigura, con lei, con questi conteggi, ho incaricato mio parrino di andare da cpz, e chiudere una volta per sem-pre questa questione, che mi provoca disagio essen do la cosa criticabbile da parte di cpz, vediamo di chiuderla nel miglior e dei modi rispettando entrambi le parti, anche sé una delle parti è criticabile e mé né duole , ma difronte l’evidenza c’è poco da fare, aspetto mio parrino per comunicar le il risultato la prego di avere pacienza e lo stesso può dire cortesemente al fraterni amico di TP;
In data vicina, cioè il 30.9.04, “Alessio” prende posizione dura contro gli attendismi della controparte agrigentina ed attaccando frontalmente ancora una volta il CAPIZZI, fa una controproposta, vale a dire stabilire una cifra “totale “ per il pizzo da corrispondere all’intera provincia agrigentina da parte del gestore dei supermercati e poi defalcare tale somma dal debito del CAPIZZI fino all’estinzione dello stesso, e lasciando in mano al GRIGOLI la gestione libera di tutti i punti vendita agrigentini compreso quello di RIbera.
30-9-2004

Carissimo mio, spero di trovarla bene in salute assieme ai suoi cari così come le dico di me.

1)Per il discorso che abbiamo in corso con AG.ho letto quanto lei mi dice, che poi sono le proposte di CPZ per me queste proposte sono tutte inaccettabili, comunque sia per onestà ho parlato del tutto con il mio paesano, per vedere se lui da commerciante le poteva accettare, la sua risposta è stata che abbiamo nulla di fatto nelle mani. Ora le dico sommessamente cosa io penso e lo dico solo a lei per la grande stima che le ho, perchè ad AG. non avrei niente da dire in quanto penso che i miei rapporti con AG. si vanno a chiudere. Dunque, vero è che io con il padre del CPZ avevo un ottimo rapporto di stima e di fiducia reciproca, in tutta onestà devo dire che il padre fu sempre un galantuomo, infatti non immaginavo che avesse un figlio del genere. Mi rendo conto che la persona di AG. con cui parla lei può avere degli obblighi verso CPZ, ma ciò non significa che il CPZ può permettersi di tutto io in questa via sono obbligato a tanti amici ma è pur vero che tantissimi amici hanno degli obllighi verso di me, non per questo io ne ho mai abusato,no; me ne sono stato sempre al mio posto perchè ho sempre ritenuto la mia disponibilità come dovere. Con questo voglio dire che l’amico di AG. può avere degli obblighi verso CPZ e sono fatti suoi, ma non è giusto che questi suoi obblighi li paghi io, chiedo soltanto che la cosa si discuta e si chiuda con equità ed onestà aldilà degli obblighi che ognuno di noi può avere verso un altro.La verità è una sola ed è anche semplice e cioè che il CPZ in malafede si è appropriato di s9oldi non suoi ed io ora rivoglio questi soldi, ritengo che non sto chiedendo chissà che, che sto solo chiedendo ciò che il CPZ ci deve, ritengo che nel chiedere ciò non faccio offesa a nessuno e che sono nel giusto, ma se comunque sbaglio lei me lo deve dire e chiederò scusa; da lei e solo da lei lo accetto ma non da quelli di AG. che non hanno niente da insegnarmi.Le dico nei dettagli cosa penso: in verita il CPZ non ha nessuna intenzione di pagare e non vuole pagare, si è messo pure a giocare con noi, cioè con me e con lei, ha capito che tra una lettera e l’altra passano dei mesi e lui ogni volta prende delle scuse o porta novità e così i discorsi si allungano, il tempo passa e lui continua a non pagare, ciò è dimostrato dal fatto che è già un anno pieno che io e lei trattiamo con questa cosa e lui ancora una lira non l’ha data, forse lui pensa di continuare questo gioco in eterno, ma non è così perchè io non ho nè il tempo nè la pazienza di giocare con lui, quindi ora io dirò a lei il perchè le proposte del CPZ sono inaccettabili ed alla fine le farò la mia nuova proposta per chiudere il tutto in modo indolore per tutti se poi lui o AG. non accetterà nemmeno questa proposta non avrò più niente da dire.

PERCHE’ LE PROPOSTE SONO INACCETTABILI:

1)Lui ha un debito considerevole con ilmio paesano e lui senza uscire una lira propone di pagare a poco a poco con gli stessi soldi del mio paesano, Perchè di questo si tratta; una proposta del genere non sta nè in cielo nè in terra e nessuno l’accetterebbe; questo oltre a non pagare offende pure le nostre intelligenze, quindi questo che lui propone non ci interessa nella maniera più assoluta.

2)La proposta è pure inaccettabile perchè il mio paesano non vuole più avere a che fare con lui per nessuna ragione al mondo, altro che lui vuole fare l’impiegato lui non ha niente da fare, i rapporti ormai sono chiusi.

3) La proposta che lui o AG. vuole decidere sulle persone che devono lavorare nei punti vendita è pure inaccettabile e le spiego: è come se lei venisse con una sia impresa al mio paese ed io le dicessi che si può lavorare ma che la sua impresa la devo gestire io con persone mie, lei educatamente mi direbbe grazie ed andrebbe via. Cioè noi abbiamo le nostre cose fatte con sacrificio e poi arriva AG. e vuole dirigere le nostre cose? Non credo che queste siano proposte da fare e comunque sia non sono accettabili da parte mia o di altri della mia zona.

Passo ora ai discorsi neutri:

1)Il fatto di andare da un commercialista per fare i conti è un’altra perdita di tempo per il CPZ allungare e perdere tempo, dico ciò perchè le carte ed i numeri parlano chiaro. Comunque per noi non ci sono difficoltà e dal commercialista ci si può andare perchè non abbiamo nulla da nascondere, quindi siamo disponibili ad andare dal commercialista coscienti però che è un’altra perdita di tempo per allungare perchè dal commercialista non uscirà niente di nuovo nè positivo nè negativo

segue
2) Riguardo la nuova ditta che si è presentata ad AG. e loro preferiscono trattare per rispetto prima con me dica ad AG. da parte mia che io li ringrazio ma che loro possono trattare con l’altra ditta. Veda restando fra di noi il mio paesano non ha bisogno di queste cose, perchè la concorrenza che poi incontra sul campo se la gestisce commercialmente, quindi AG possono fare tutte le trattative che vogliono con chiunque al mio paesano ciò non interessa.

3)Veda, il fatto è che è assurdo che il CPZ e tutto AG. continuino a fare discorsi inutile perchè la verità è che il CPZ si è preso deliberatamente i soldi, cioè non è stata una disgrazia o che le cose sono andate male, no, è stato fatto tutto di proposito e ci ha costretto a chiudere il punto vendita, perchè se no il CPZ avrebbe ancora prelevato, lei capirà la perdita che ha portato tutto ciò, è inutile che ancora oggi il CPZ cerca di avere ancora rapporti con il mio paesano, ciò non accadrà mai più, certi treni nella vita passano una volta sola; per il CPZ è passato il treno, lui c’è salito ed ha viaggiato gratis e non contento di ciò ha pure distrutto il treno;ora non ha più niente di che cercare, poteva solo pagare e poi si vedeva ma lui non la fatto. Era giusto che il CPZ ci ridasse i soldi indietro o quantomeno un immobile per l’intero importo, ma dato che ciò non è stato possibile faccio ad AG. un’altra proposta, se non accettano nemmeno questa io non avrò più niente da dire è in questo caso vorrà dire che non c’è in AG. nessuna volontà di chiudere la faccenda e quindi è inutile che si continuino questi discorsi non adatti a persone come lei e me.

PASSO ALLA MIA RISPOSTA: Dunque, il mio paesano ha diversi punti vendita in diversi paesi di AG. ora lei deve stabilire un tot l’anno che il mio paesano deve dare per ogni punto vendita di AG. poi si fà la somma del tot che ha deciso lei per tutti i punti vendita di AG. così si vede quanto ogni anno il mio paesano deve uscire per tutto AG.; solo che i soldi li defalchiamo ogni anno dai soldi che ci deve dare il CPZ fino a togliere tutto il debito che il CPZ ha con noi, cioè stò mettendo il CPZ nelle condizioni che non deve uscire più un euro perchè il tutto si ammortizza con il pizzo che deve uscire il mio paesano fino all’esaurimento del debito. Questa mia proposta ha delle clausule però che voglio rispettate, nel senso che non c’è margine di trattativa: o accettano, o non accettano la mia proposta per come è, se pensano di porre dei cambiamenti già la mia proposta decade e non è più valida:

LE ELENCO LE CLAUSOLE:

1)Il tot l’anno, cioè la cifra annua, per ogni punto vendita per ogni paese di AG. la deve decidere lei, perchè solo così c’è la garanzia che deciderà una cifra equa per tutti, sarebbe assurdo che la cifra la decidesse AG. perchè si butterebbe alto e sarebbe assurdo che la decidessi io perchè mi butterei basso. Quindi la deve decidere lei la cifra perchè oltre ad essere al disopra delle parti ne ha pure la facoltà di farlo.

2)Lo sconto del 10% di cui le avevo parlato l’altra volta è che lei non ha ancora detto ad AG. non è più valido, lo sconto si poteva attuare se ci dava i soldi ma ora che il CPZ non esce più un euro non ha più senso fare lo sconto, quindi la somma del debito si deve pagare per intero.

3)Dato che il mio paesano stando così le cose ora pagherà il pizzo per ogni punto vendita, è sciolto da ogni obbligo di favoritismi verso AG., cioè i punti vendita sono del mio paesano ed oltre a gestirli lui fà lavorare a chi vuole lui, cioè AG. non ci può più chiedere di impiegare persone, daltronde è da sempre regola che chi paga il pizzo non ha più niente da dare, quindi niente più posti di lavoro, si pagherà solo il pizzo.

4)Nel futuro sè il mio paesano aprirà altri punti vendita, compreso Ribera, si agirà allo stesso modo, cioè pagherà la cifra di pizzo pure per il punto vendita nuovo e si andrà a sommare alla somma degli altri paesi, così il debito si estinguirà anche prima. Se invece il mio paesano non aprirà più nessun punto vendita ad AG. vorrà dire che il debito si estinguerà soltanto con i punti vendita che già ci sono, per il tempo che ci vorrà.

Queste sono le clausole che desidero vengono rispettate in tutto da AG. Penso che le mie richieste sono giuste dopo tutto lo sfacielo che ci ha combinato il CPZ . Ritengo che questa mia proposta è indolore per tutti come voleva AG. e le spiego il perchè è indolore per il CPZ perchè si pagherà il debito suo senza uscire un euro; è indolore per AG. perchè lui diceva che è obbligato verso il CPZ, quindi ora si stà disobbligando facendo pagare al resto della provincia il debito del CPZ;


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