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Una coproduzione italo-anglo-tedesca Rai Fiction – Lux Vide Spa


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RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA
presenta

una coproduzione italo-anglo-tedesca

Rai Fiction – Lux Vide Spa

D&B production in associazione con Blue Star Movies - LuxVide GmbH

I Salesiani di Don Bosco

prodotta da Matilde e Luca Bernabei



Don Bosco

regia di



Lodovico Gasparini

messa in onda:

22 e 23 settembre ‘04

Rai uno – prima serata
Ufficio stampa

Studio PUNTOeVIRGOLA



Cast Artistico


Don Bosco





Flavio Insinna

Margherita Bosco




Lina Sastri

Vicario Clementi




Charles Dance

Giovanni Cagliero




Ry Michael Finerty

Michele Rua

Daniel Tschirley


Carlo Buzzetti




Julian Patrick Brophy

Giuseppe Buzzetti




Jonathan Ross Latham

Don Bosco bambino





Brock Everitt Elwick

Domenico Savio




Lewis Crutch

Don Cafasso




James Greene

Don Calosso




Sam Beazley

Bruno




Fabrizio Bucci

Enrico




Andrea Bosca

Don Fassati




Paolo Calabresi

Caporeparto




Roberto Ciufoli

Fornaio




Dario D’Ambrosi

Tipografo




Michele Melega

con Arnaldo Ninchi nel ruolo di Papa Pio IX


e con la partecipazione di Alessandra Martines nel ruolo della Marchesa di Barolo

Ordine non contrattuale
Cast Tecnico

Regia



Lodovico Gasparini

Sceneggiatura




Graziano Diana

Francesca Panzarella

Carlo Mazzotta

Lodovico Gasparini

Saverio D’Ercole

Lea Tafuri



Soggetto




Graziano Diana

Story editor




Saverio D’Ercole

Lea Tafuri



Direttore della fotografia




Giovanni Galasso

Montaggio




Alessandro Lucidi

Musica




Marco Frisina

Fonico




Giancarlo Dellapina

Scenografia




Lino Germano

Costumi




Christine Rawlins

Casting

Casting UK





Fabiola Banzi

Julia Duff



Organizzatore generale




Enzo Tacchia

Direttore di produzione




Alessandro Longino

Produttore




Luca Bernabei

Produttore Rai




Fania Petrocchi

Produttore D&B in associazione con Blue Star Movie



Pete Maggi



Produttore esecutivo D&B in associazione con Blue Star Movies



Pietro Dioni

Irene Masiello


Una coproduzione




Lux Vide per Rai Fiction

Ufficio stampa




Studio PUNTOeVIRGOLA

tel: +39.06.39388909

puntoevirgola@iol.it



Ordine non contrattuale


Don Bosco
In un secolo travagliato da lotte politiche, tensioni religiose, progresso tecnologico e rivoluzioni culturali,

Don Bosco,

un uomo che con la fede e con la sua attività instancabile ed illuminata è riuscito a trasmettere un messaggio di «ragione, religione, amorevolezza» a centinaia di ragazzi che attratti dalla sua familiarità con Dio e dalla sua affabilità verso il prossimo hanno avuto la possibilità di superare la loro condizione di disagio economico e sociale e di provare l’emozione di sentirsi amati.
Chi era don Bosco
Giovanni Bosco nasce il 15 agosto 1815 in una famiglia contadina nei pressi di Castelnuovo d'Asti. Rimasto orfano di padre a soli 2 anni, matura la vocazione sacerdotale fin dall’adolescenza.

Nel 1841, giovane prete, arriva a Torino e comincia ad esplorare la città per farsi un'idea delle condizioni morali dei giovani. Ne è sconvolto. Ragazzi che vagabondano per le strade, disoccupati, sbandati e depressi, pronti a qualsiasi cosa. Rimane inoltre profondamente impressionato dal constatare come tanti di quei ragazzi prendano da subito la via delle patrie galere. Capisce che non può rimanere indifferente a tutto ciò e decide di agire per cercare di sanare, come può, la difficile situazione. Aiuta dunque i ragazzi a cercare lavoro, si prodiga per ottenere condizioni migliori a chi è già occupato e fa scuola a tutti. Nasce così nella periferia torinese il primo oratorio. Nell'aprile 1846 apre a Valdocco nella "casa Pinardi" un oratorio intorno al quale nascerà col tempo il grandioso complesso della casa-madre dei Salesiani.

La volontà di accogliere non per alcune ore bensì a tempo pieno ragazzi senza casa diventa pressante, ma apre un problema di natura finanziaria. Don Bosco diventa promotore in prima persona della sua iniziativa e si mette alla ricerca di fondi. La prima benefattrice è la madre Margherita che vende tutto quello che possiede per sfamare i ragazzi.

Tra i giovani che hanno don Bosco per padre e maestro, qualcuno gli chiede di "diventare come lui". Così nasce, con la cooperazione di don Rua e di don Cagliero, la "Società di san Francesco di Sales". I Salesiani non solo danno ai giovani pane e una casa, ma procurano loro istruzione professionale e religiosa, possibilità di inserirsi nella vita sociale e buoni contratti di lavoro.

Don Bosco diventa col tempo una figura di rilievo nazionale. Uomo di straordinaria intelligenza, tanto da essere spesso consultato da Papa Pio IX, è dotato di "poteri" quasi sovraumani, per chi crede, di natura divina, pur rimanendo straordinariamente semplice.

Nel 1872, instancabile, fonda la Congregazione femminile delle figlie di Maria Ausiliatrice, detta delle Suore Salesiane.

Il 31 gennaio 1888, Don Bosco si spegne a Torino, circondato dal cordoglio di tutti quelli che lo avevano conosciuto e lascia dietro di sé una scia luminosa di opere concrete e di realizzazioni.

Don Bosco viene dichiarato venerabile nel 1907, Beato nel 1929 e Santo nel giorno di Pasqua, 1 aprile 1934. Il 31 gennaio 1958 Pio XII, su proposta del Ministro del Lavoro in Italia, lo ha dichiarato "patrono degli apprendisti italiani".


Il film - La sinossi
L’oratorio di San Francesco di Sales, a Valdocco, è un brulicare di bambini e ragazzi: sono i giovani che hanno rubato il cuore di Don Bosco e ai quali il sacerdote ha dedicato tutto se stesso. Adesso però il loro futuro potrebbe essere compromesso se il papa non dovesse sostenere lo stesso don Bosco nella ferita che si è aperta con l’arcivescovo di Torino. L’attesa lettera del pontefice arriva, ma non è foriera delle notizie sperate: i ragazzi dell’Oratorio rischiano nuovamente di perdersi... Per don Bosco è un colpo troppo duro. La sua salute cede di schianto: potrebbe essere la sua ultima notte...
Una cascina in Piemonte, molti anni prima. Giovanni Bosco, orfano di padre, ha circa dieci anni, un’energia inesauribile e una grande passione per lo studio. Nonostante l’appoggio della madre Margherita, le sue aspirazioni vengono osteggiate dal fratellastro Antonio che, data la miseria nella quale vive la famiglia, reclama due braccia in più nei campi. Ad aiutare Giovanni arriva il provvidenziale incontro con don Calosso, un sacerdote che lo accoglie in casa e lo fa studiare. Grazie a lui, il ragazzo capisce che “nessuno su questa terra è orfano, perché Dio è nostro padre”. Purtroppo però il vecchio prete muore e Giovanni si ritrova di nuovo solo; ma forte dell’esperienza fatta col sacerdote, decide di entrare in seminario, vincendo le resistenze del fratello.
1841. La missione di don Bosco inizia a Torino tra i carcerati, i piccoli operai, gli orfani e i vagabondi. Sa come parlare con loro, perché si sente come loro. Il suo sogno prende forma a poco a poco: offrire ai ragazzi un luogo dove possano giocare, imparare a leggere e a scrivere ma anche a vivere. Nasce così l’Oratorio. Da uno a dieci ragazzi e da dieci a cento il passo è breve. L’Oratorio comincia ad essere ingombrante e il successo di don Bosco con i ragazzi diventa fonte di sospetto: nessuno è disposto ad aiutarli né ad offrire una sede per quella “pericolosa teppaglia”. Il vicario di città, il Marchese Clementi, comincia ad ostacolare in ogni modo l’opera di don Bosco, che ritiene pericolosa per l’ordine pubblico e per la società. Sull’onda delle malignità diffuse da Clementi, anche la marchesa di Barolo, dapprima sostenitrice di don Bosco, finisce per togliergli il suo aiuto.

L’Oratorio così riceve l’ennesimo sfratto. Isolato da tutti e indebolito nella salute, don Bosco viene infine raggiunto da una notizia terribile: Enrico, uno dei suoi ragazzi, è stato condannato a morte per assassinio. È Clementi ad attaccare il sacerdote: il suo metodo educativo ha fallito, ci sono ragazzi irrecuperabili che vanno banditi dalla società e non aiutati... Don Bosco assiste Enrico fino all’ultimo, ma esce distrutto da quell’esperienza; per la prima volta, affiora alla sua mente il dubbio che l’Oratorio non sia la strada giusta. Dal cielo arriva però un segno: un uomo, il giorno prima dello sfratto, offre il suo terreno a don Bosco. Un capanno, una tettoia bassa, poco altro: quanto basta per ridare speranza al sacerdote e ai suoi ragazzi. Ma non appena informato, il marchese Clementi ne ordina lo sgombero immediato.


È domenica, all’Oratorio ci sono tutti i ragazzi di don Bosco: il fragile Michele Rua, l’esagitato Giovanni Cagliero, il generoso Giuseppe Buzzetti e suo fratello Carlo, il ribelle del gruppo. Infine Bruno, giovane delinquente appena uscito dal carcere, che pur conquistato da don Bosco non rinuncia alla sua parte da bullo... I giochi e le risa vengono interrotte dall’arrivo delle guardie che disperdono i ragazzi e mettono sotto sopra l’Oratorio alla ricerca di “prove eversive”. Bruno reagisce assalendo una delle guardie e viene arrestato. Don Bosco decide di rivolgersi al re Carlo Alberto. Questi offre il suo appoggio all’Oratorio; col risultato di fomentare però il risentimento di Clementi...

A causa di un incidente sul lavoro occorso a uno dei suoi ragazzi, don Bosco capisce che deve fare di più: non basta offrire ai giovani un luogo di ritrovo domenicale; ci vogliono case, scuole, laboratori. L’Oratorio deve diventare una vera e propria famiglia. Don Bosco convince sua madre Margherita, a trasferirsi a Torino e ad aiutarlo con i ragazzi. Riesce anche a trovare i fondi per ampliare l’Oratorio e dotarlo di dormitori, laboratori e scuole. Nel frattempo, i fermenti del ’48 e il diffuso clima anticlericale si fanno sentire anche all’Oratorio. I nemici di don Bosco crescono, dentro e fuori la Chiesa. Il sacerdote combatte, non si piega, non si rassegna, convinto che la sua opera porti benefici all’intera società. Quando il colera scoppia a Torino, i suoi ragazzi sono gli unici a prendersi cura dei malati e dei moribondi. Tra questi c’è anche il marchese Clementi, che è così costretto a riconoscere il valore dell’opera di don Bosco. Sarà proprio lui, in punto di morte, a dargli l’idea costituire i Salesiani come una “società di liberi cittadini”, superando così gli ostacoli derivanti dalla recente legge di scioglimento degli ordini religiosi.

Nasce la congregazione dei Salesiani, approvata da Roma. Su consiglio di don Bosco, il papa nomina nuovo arcivescovo di Torino monsignor Fassati. Dopo aver assunto l’incarico, Fassati però non nasconde le proprie divergenze con don Bosco, soprattutto riguardo al ruolo dei salesiani nella chiesa torinese e al metodo educativo di don Bosco. Il dissidio tra Fassati e don Bosco si accentua fino coinvolgere il Vaticano...
L’attesa lettera del pontefice arriva... il Santo Padre impone al fondatore dei salesiani di sottomettersi al volere del suo vescovo. Don Bosco teme che questo possa significare la fine del suo Oratorio e quindi dei suoi ragazzi; la sua salute, già malferma, cede d’improvviso...
Don Bosco è dunque in punto di morte. I suoi ragazzi non si rassegnano e, per un giorno e una notte, pregano senza sosta superandosi in voti e promesse. Le condizioni di salute del sacerdote migliorano sorprendentemente e Don Bosco trova lo slancio per chiedere perdono a Fassati, dando così un grande insegnamento ai suoi ragazzi: bisogna abbandonarsi con fiducia ed umiltà alla volontà di Dio, proprio come figli tra le braccia del padre... La congregazione dei salesiani verrà approvata definitivamente dal papa, che ne sancirà la diretta dipendenza dalla Santa Sede. La missione di don Bosco può continuare, a Torino, in Italia, nel mondo.

Il cuore del progetto


Don Giovanni Bosco, fondatore dei Salesiani, oggi presenti in tutto il mondo, è stato uno dei più formidabili educatori della storia. Senza retorica, agendo con la forza rivoluzionaria dell’amore, è stato capace di innovare radicalmente il concetto stesso dell’educazione. “I giovani non solo devono essere amati, ma devono anche sentire di essere amati”.

La sua vita è un sogno che si realizza: il sogno visionario di un uomo che, partendo dalle proprie umili origini, ha salvato migliaia di ragazzi dalla povertà e dall’ignoranza e ha realizzato un frammento di mondo nuovo. Attraverso il suo rapporto con ragazzi di più generazioni, don Bosco ci racconta cosa voglia dire essere padri, essere figli, essere uomini.

I salesiani nel mondo


(notizie tratte dal sito www.salesiani.it)
Nella notte tra il 9 e il 10 aprile 1886 Don Bosco sognò lo sviluppo delle case salesiane sull’asse mondiale tra Sud America e Cina. Racconta che la Madonna gli fece vedere dall’alto le città principali delle future missioni Salesiane. Così ricorda “Maria disse: bene, ora tira una sola linea da una estremità all’altra, da Pechino a Santiago, fanne un centro nel mezzo dell’ Africa ed avrai un’idea esatta di quanto debbono fare i Salesiani.” (MB XVIII p. 72-74).

Don Bosco ha ispirato l’inizio di un vasto movimento di persone che in differenti modi lavorano a vantaggio della gioventù. Egli stesso ha fondato non solo la Società di San Francesco di Sales (Salesiani di Don Bosco), ma anche l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e l’Associazione dei Salesiani Cooperatori. Includendo questi e altri che sono stati originati in differenti parti del mondo, la Famiglia salesiana oggi comprende 21 gruppi ufficialmente riconosciuti che hanno un totale di 402.500 membri. Questi gruppi vivono in comunione reciproca, condividono lo stesso spirito e con vocazioni specificatamente distinte continuano la missione che egli ha iniziato. Il carisma di don Bosco continua a ispirare persone di buona volontà. Ci sono attualmente altri 27 gruppi, che stanno cercando di diventare membri della Famiglia salesiana.


I Salesiani di Don Bosco nel mondo intero sono 16692. Sono presenti nei cinque continenti del globo, in 128 nazioni. Le loro opere si raggruppano per Regioni, Ispettorie e Presenze Locali. Esistono otto Regioni, con 94 Ispettorie che, insieme, comprendono un totale di 1871 presenze.
La Famiglia Salesiana conta circa 402.500 membri.
Consiste in 21 organizzazioni differenti, che sono venute sorgendo lungo gli anni, e che hanno preso ispirazione dal sistema e dal carisma di Don Bosco.

Le tre prime, che sono state create già ai tempi di Don Bosco, sono Le Figlie di Maria Ausiliatrice (15.074), I Cooperatori Salesiani (35.000) e gli Ex-Allievi di Don Bosco (197.730).


Le prime cinque nazioni per numero di presenze salesiane

India (Case erette: 223, altre presenze: 83, totale: 306)

Italia (Case erette: 228, altre presenze: 7, totale: 235)

Spagna (Case erette: 146, altre presenze: 1, totale: 147)

Brasile (Case erette: 121, altre presenze: 7, totale: 128)

Argentina (Case erette: 113, altre presenze: 4, totale: 117)


Le prime cinque nazioni per numero di salesiani

Italia 2.788

India 2.148

Spagna 1.335

Polonia 1.073

Brasile 785


Note di regia
Quello che mi ha affascinato sin dall’inizio in questo progetto, quello che ho inseguito durante la sua realizzazione, è stata l’umanità di don Bosco.

Un uomo dalla personalità ricchissima, complessa, fatta di lati anche contraddittori: forza e dolcezza, ingenuità e scaltrezza, impulsività e pazienza, orgoglio e umiltà. Note diverse composte da un unico tema: l’amore per i giovani, i suoi figli. Li raccoglieva per le strade, nei cantieri e nelle fabbriche; dava loro un’istruzione, una casa, una famiglia. Era un padre per loro. I ragazzi lo adoravano. Lui li educava puntando tutto sull’amicizia, la libertà, l’attrattiva che sapeva di avere su di loro. E’ stato il primo, in pieno Ottocento, a creare un metodo educativo nuovo, moderno, basato sulla fiducia reciproca e non su imposizioni e regole.

Insieme a Flavio Insinna abbiamo cercato di restituire il fascino e la complessità di don Bosco, provando a darne in ogni scena un aspetto e un’emozione diversa. Abbiamo puntato al cuore del personaggio, a restituirne con verità lo spirito piuttosto che il dettaglio biografico, d’accordo con i salesiani che hanno seguito il progetto. Per questo motivo, in fase di sceneggiatura, abbiamo scelto di condensare in un arco di tempo limitato alcuni tra i momenti e gli eventi più significativi di settantadue anni di vita - anche a costo di qualche libertà rispetto all’ordine cronologico. Questo per evitare la dispersione e l’episodicità, per raggiungere il massimo di intensità drammaturgica ma soprattutto per restituire il più possibile il senso della straordinaria esperienza umana e spirituale di don Bosco.
Lodovico Gasparini

il regista




Lodovico Gasparini

Ha realizzato per il cinema: No grazie, il caffé mi rende nervoso (1982), con Massimo Troisi, Italian Fast Food (1986).

Per la televisione: Oggi ho vinto anche io (1988); Voglia di vivere (1989); I Ragazzi del muretto (1993); La voce del cuore (1995); Il maresciallo Rocca (1996); Trenta righe per un delitto (1997); Un prete tra noi 2 (1998); Lourdes (1999); La Sindone (2000); La guerra è finita (2001); Soraya (2003).

gli attori




Flavio Insinna – (Don Bosco)

Flavio Insinna, noto al grande pubblico per la sua interpretazione del Capitano Anceschi nella serie tv Rai Don Matteo, si è diplomato presso il Laboratorio di Esercitazioni Sceniche di Roma diretto da Gigi Proietti (1988-90).

A teatro ha interpretato tra l’altro: Il desiderio preso per la coda di Pablo Picasso per la regia di Gigi Proietti e Valter Lupo (1990), Tosca spettacolo tratto dall’omonimo film di Gigi Magni per la regia dello stesso (1990), Madre coraggio di Bertold Brecht per la regia di Antonio Calende (1991-92), L’inno dell’ultimo anno di Giuseppe Manfridi per la regia di Maurizio Panici (1994), Guardiano di porci scritto e diretto da M. Marsili e c. Corrucci (1995), Rassegna di monologhi inediti organizzata e diretta da Ennio Coltorti al Teatro Quirino di Roma (1996), Tunnel di Umberto Spinazzola (1996), Fegatelli di Maurizio Donadoni per la regia di Giovanni Lombardo Radice (1997-98), La Banda spettacolo con musiche dal vivo di Pier Paolo Palladino, diretto da Manfredi Rutelli (2003).

Al cinema: Figli di Annibale di Davide Ferrario (1997), Un bugiardo in paradiso di Enrico Oldoini (1998), Guardami di Davide Ferrario (1998), Metronotte di Francesco Calogero (1999), Il partigiano Johnny di Guido Chiesa (1999), La Rentree di Franco Angeli (2000), La Finestra di fronte di Ferzan Ozpetek (2002).

In televisione tra le molte cose ricordiamo: Uno di noi di Fabrizio Costa (1995-96), Dio vede e provvede di Enrico Oldoini (2° serie, 1997), Don Matteo di Enrico Oldoini (1998-99), Padre Pio un santo fra noi di Carlo Carlei (1999), Distretto di polizia di Renato de Maria (2000), Don Matteo (2° serie, 2001) di Leone Pompucci e Andrea Barzini, All stars di Gianfranco Giagni (2001), Don Matteo (3° serie, 2001-02), Maria Goretti di Giulio Base (2002), Don Matteo (4° serie, 2003).

Lina Sastri (Margherita Bosco)

Attrice che dà il meglio di sé sia a teatro che al cinema, vince cinque David di Donatello, come miglior attrice: rispettivamente per Mi manda Picone di Nanni Loy (1984), Segreti Segreti di Giuseppe Bertolucci (1985), L'inchiesta di Damiano Damiani (1987), Celluloide di Carlo Lizzani (1996) dove interpreta Anna Magnani e Vite strozzate di Ricky Tognazzi (1996). Ultimo film è Giovani di Luca e Marco Mazzieri (2003).

Figlia di madre napoletana e padre siciliano, ha l'arte nel sangue. Poco più che adolescente, calcando i palcoscenici di quartiere capisce cosa fare da grande.


Il suo debutto sul palcoscenico risale al 1976, a fianco di Mariano Rigillo e Angela Pagano in Masaniello, di Armando Pugliese. Incontra in seguito il Maestro Edoardo De Filippo, con il quale lavora sia in Teatro che per il Video di Natale in casa Cupiello. E’ ancora in Teatro con Giuseppe Patroni Griffi, in lavori come Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello, per il quale vince il Premio Curcio come protagonista. In questa stagione è a teatro con Cuore mio scritto dalla stessa Sastri

Parallelamente lavora in televisione in numerose fiction, tra cui: David nella Bibbia (1997), dove è coprotagonista, Nessuno escluso di Massimo Spano, Santa Rita per la regia di Giorgio Capitani (2004).

Incide vari dischi e gira l’Europa e l’America con concerti e Recitals. Ultima tappa di un suo concerto è Tokio.

Charles Dance (il Vicario Clementi)


Nasce in Inghilterra nel 1946 e inizia la sua carriera nel 1975 con la TV. Interpreta più di quaranta film tra cui: Agente 007 – Solo per i tuoi occhi di John Glen (1981), Plenty di Fred Schepisi (1985), Il bambino d’oro di Michael Ritchie (1986), Good Morning Babilonia di Paolo e Vittorio Taviani (1986), L’isola di Pascali di James Dearden (1988), Misfatto bianco di Michael Radford (1988), Alien 3 di David Fincher (1996), La Valle di pietra di Maurizio Zaccaro (1992), Last Action Hero – L’ultimo grande eroe di John McTiernan (1993), Michael Collins di Neil Jordan (1996), Hilary e Jackie di Anand Tucker (1998), Jurij di Stefano Gabrini, Gosford Park di Robert Altman e Dark blue World di Jan Sveràk (2001), Jurij di Stefano Gabrini (2001); Alì G. di Mark Mylod (2002), Swimming Pool di François Ozon (2003).

Ry Michael Finerty (Giovanni Cagliero)

Don Bosco è il suo primo lavoro.

Daniel Tschirley (Michele Rua)

Don Bosco è il suo primo lavoro.




Julian Patrick Brophy (Carlo Buzzetti)

Don Bosco è il suo primo lavoro.

Fabrizio Bucci (Bruno)


Fabrizio Bucci si diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” e segue numerosi stage e laboratori tra cui uno con il Living Theatre diretto da Cathy Marchand (1997), un laboratorio e studio su Porcile di Pier Paolo Pasolini con Polidoro (2001). Segue anche corsi di danza e mimo.

Lavora nelle seguenti fiction: Maria Goretti di Giulio Base (2002); Don Matteo IV di Giulio Base (2003), R.I.S. di Alexis Sweet (2003). A teatro Neruda al bivio per la regia di Munoz (2002), Hollywood per la regia di Romei (2003), Romeo e Giulietta per la regia di Karpov (2003).



Andrea Bosca (Enrico)

Si forma al teatro Stabile di Torino.

Esordisce a teatro nel 1998 in L'amore per sempre: omaggio a G.Testori.

Seguono: Inferno e Vasta è la prigione (2002), Il benessere e Il genio buono e il genio Cattivo (2003) tutti per la regia di M. Avogadro, Amleto per la regia di W. Le Moli (2002), Kiss me Kate regia di Porter (2002), Raccontare l’inferno, da Dante a Primo Levi (2002), Sogno di una notte di Mezza estate regia di Dioume (2003), Romeo e Giulietta regia di J. C. Sais (2003),

In televisione ha recitato oltre che in Don Bosco anche in Cuore contro Cuore di Riccardo Mosca.

Paolo Calabresi (Don Gastaldi)

Ha lavorato in teatro con importanti registi come Giorgio Strehler in Faust, Arlecchino servitore di due padroni, L’anima buona di Sezuan, Madre coraggio, L’avaro; Luca Ronconi in Il sogno; Mario Missiroli in Sei personaggi in cerca d’autore, La fastidiosa; Giorgio Albertazzi in La governante.


Al cinema: Cuore cattivo di Umberto Marino (1995); Mr. Ripley di Anthony Minghella (1999); Il pranzo della domenica di Carlo Vanzina (2002); Faccia da marito e Al cuore si comanda entrambi di Giovanni Morricone (2002), Amatemi di Renato De Maria (2003), La fiamma sul ghiaccio di Umberto Marino (2004)
In televisione: Mosé – La bibbia di Roger Young (1995), Il dono di Nicholas di Markowitz (1997), Padre Pio di Carlo Carlei (2000), La squadra (2002), Carabinieri 2 (2002), Distretto di polizia (2003), Doppio Agguato di Renato De Maria (2003), R.I.S. di Alexis Sweet (2003), Cuore contro cuore di Riccardo Mosca (2004), Il commissario Maigret di Renato De Maria (2004).

Roberto Ciufoli (Caporeparto)

Nasce a Roma nel 1960. Famoso volto televisivo in quanto membro della Premiata Ditta con cui ha lavorato su Canale 5 dal 1989 al 2003.

Inizia la carriera a teatro nel 1981 prendendo parte fino al 1985 a vari spettacoli con l’Allegra Brigata di cui è fondatore con Francesca Draghetti e Pino Insegno. Dal 1986 al 1999 recita a teatro con la Premiata Ditta. A teatro ha recitato anche in: Comic Shop (spettacolo d’improvvisazione1989-’90 ripreso nel 2002), Il ragno e il delfino di cui ha curato anche la regia (1994), Marmi per la regia di Gugliemo Ferro (2001/2), Una serata indimenticabile scritto e diretto da Cruciani (2002/03), Monty Python’s per la regia di Emanuela Giordano (2003/4).

Al cinema ha lavorato in Night Club di Sergio Corbucci (1989), L’assassino è quello con le scarpe gialle di Filippo Ottoni (1995), I miei più cari amici di Alessandro Benvenuti (1998).



Dario D’Ambrosi (Fornaio)

In teatro ha scritto, diretto e interpretato i seguenti spettacoli: Tutti non ci sono (1980), I giorni di Antonio e Adua mia (1982), Il ronzio delle mosche (1984), La trota (1985), Arancia meccanica 1, mondiale a teatro (1986), Nemico mio (1987), Fuori (1988), Volare (1989), Il principe della follia (1990), Cose da pazzi (1992), Il nulla (1994), Un regno per il mio cavallo (Riccardo III) (1995), Malat Sade (1996), Frusta azioni (1997), Peter Pan (1998), Soci (1999).

Dal 1992 è membro del teatro Caffé La Mama di New York insieme a Peter Brook, Peter Stain, Andrei Serban, Sam Shepard ed altri.

Dal 1998 dirige il Festival Italiano a New York presso il teatro La Mama dal titolo L’altra Italia. Dal 1995 è direttore artistico del teatro dell’Angelo con il progetto D’Ambrosi 95/96.


In televisione: Racket di Luigi Perelli (1997), Sarò il tuo giudice di Gianluigi Calderone (2001), La uno bianca di Michele Soavi (2001), Tra cielo e terra-Padre Pio di Giulio Base (2000), Un colpo al cuore di Alessandro Benvenuti (2000), Don Milani dei fratelli Frazzi (2001), Doppio segreto di Marcello Cesena.
Al cinema: Café la Mama di Gianluca Fumagalli (1993), Libero burro di Sergio Castellitto (1999), Almost blue di Alex Infascelli (2000), Terra di nessuno di Gianfranco Giagni (2001), Nati stanchi di Dominick Tambasco (2001), Titus di Julie Taymour (2002), Hotel Dajti di Carmine Fornari (2002), Balletto di Guerra di Mario Rellini (2004), The Passion di Mel Gibson (2004).

Michele Melega (Tipografo)

Tra il 1983 e 1986 studia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma e successivamente alla Bruce Meyers di Londra

 

Tra i numerosi film interpretati al cinema, ricordiamo: A Man in Love di Diane Kurys (1987), Good Morning Babilonia di Paolo e Vittorio Taviani (1987), I ragazzi di Via Panisperna di Gianni Amelio (1988), Magnificat di Pupi Avati (1993), Mirka di Rachid Benhadj (2000), La più lunga estate di Michele Placido (2001), Prendimi l’anima di Roberto Faenza (2001), Le quattro porte del deserto di Antonello Padovano (2003), A luci spente di Maurizio Ponzi (2003).



 

Televisione: Benvenuto Cellini di Giacomo Battiato, Delitti privati di Sergio Martino (1992), Turbo di Antonio Bonifacio (2000), Resurrezione di Paolo e Vittorio Taviani (2000), La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana (2002), Don Matteo – 4^serie di Andrea Barzini (2004), Incantesimo 7 (2004).

 

 A teatro: La fidanzata povera per la regia di Luca Ronconi, Il bugiardo per la regia di Parodi, Accademia per la regia di Corsini, Il Gabbiano per la regia di De Marca, Joseph e La Tigre per la regia di Farouk


Arnaldo Ninchi (Papa Pio IX)

Tra i numerosi spettacoli teatrali ricordiamo: Adelchi, Edipo Re entrambi per la regia di Vittorio Gassman, Santa Giovanna per la regia di Ferrero.


Al cinema ricordiamo: Donne armate di Sergio Corbucci (1990), La famiglia Ricordi di Mauro Bolognini (1995), Il giocattolo di Giuliano Montaldo (1979), Rimini Rimini di Sergio Corbucci (1987), Magnificat (1993) e Dichiarazioni d’amore entrambi di Pupi Avati (1994), Le complici di Emanuela Piovano (1998), La mia generazione di Wilma Labate (1996), Mirka di Rachid Benhadj (2000), Voci di Franco Giraldi (2000), Eccomi qua di Giacomo Ciarrapico (2003).

Tra le numerose fitction da lui interpretate, ricordiamo: Falcone di Giuseppe Ferrara (1993), Incantesimo 1, 2 e 3, Piccolo mondo antico di Cinzia Th Torrini (2001), Casa dell’angelo di Giuliana Gamba (2002), Le stagioni del cuore di Antonello Grimaldi (2004).


Alessandra Martines (Marchesa Barolo)


Al cinema: Simbad il marinaio di Enzo Castellari (1989), L’amante del tuo amante è la mia amante! (1992), I miserabili (1995 per cui ha vinto l’Efebo d’Argento Migliore interpretazione femminile per l’Italia), Uomini e donne: istruzioni per l’uso (1996), Per caso o per azzardo (1998- Premio Migliore interpretazione femminile al Festival Internazionale di Chicago), Una per tutte… (1999), And now...ladies and gentlemen (2002) tutti per la regia di Claude Lelouch, Mercredi di Pascal Thomas (2000), J’ai Faim di Florence Quentin (2000), Amnesia di Gabriele Salvatores (2001).

In televisione: Passi d’amore di Sergio Sollima (1989), Colpo di coda di Yosé Maria Sanchez (1993), Fantaghirò 1 - 2 – 3 – 4 – 5 di Lamberto Bava (1991-96 /Premio Telegatto Migliore interpretazione femminile)...

Alessandra Martines nasce come ballerina, ha ballato con il BALLETTO DELL’OPERA DI ZURIGO, il  NEW YORK CITY BALLET, il CHICAGO CITY BALLET, il BALLETTO DELL’OPERA DI ROMA, il BALLETS DE MARSEILLE ROLAND PETIT.

Lux Vide S.p.A.
La Lux Vide è una S.p.A. che produce programmi di qualità per la televisione. A guidarla, dopo averla fondata nel 1991, è Ettore Bernabei, assieme ai figli Matilde e Luca.
In pochi anni è diventata, per fatturato e prestigio, l’azienda leader nell’editoria televisiva in Italia e tra le maggiori in Europa.
Il marchio della Lux Vide è legato al progetto Bibbia, la più grande produzione televisiva internazionale mai realizzata. Prodotto con il gruppo tedesco Kirch, il progetto Bibbia ha coinvolto, tra gli altri, la Rai, la TNT di Ted Turner, la CBS e il gruppo Murdoch.

I 21 episodi della Bibbia sono stati trasmessi da oltre 140 reti televisive in Europa, negli Stati Uniti e in America Latina, con un grande e costante successo di pubblico e di critica, contando oltre un miliardo di telespettatori.


Tra i numerosi premi ricevuti: l’Emmy, l’Oscar della tv americana, assegnato a Giuseppe, quale miglior miniserie televisiva. Un premio che ha anche un valore simbolico. Per la prima volta, infatti, un prodotto italiano per la televisione si è imposto non solo al pubblico americano, ottenendo altissimi indici d’ascolto, ma anche tra i critici e gli addetti ai lavori.
La realizzazione della Bibbia ha favorito la creazione di una struttura produttiva efficiente, agile, estremamente flessibile. Una struttura attenta ai contenuti, meticolosa nel curare ogni fase della lavorazione, duttile nell’adeguarsi alle varie vicende del mercato senza rinunciare alla propria linea editoriale.
Un’idea è alla base di ogni produzione Lux Vide: si può fare televisione di successo senza volgarità e comunicando valori positivi.
Queste caratteristiche rendono la Lux Vide capace di realizzare diverse tipologie di prodotti: 1. Grandi produzioni internazionali destinate alle platee tv di tutto il mondo come Imperium (sei miniserie sulla storia dei Cesari a partire da Augusto) e Ventesimo Secolo, che attraverso la vita di venti protagonisti racconterà il secolo appena trascorso (Papa Giovanni è stato il primo esempio, record d’ascolto della stagione 2002, seguito dai recenti Soraya e Madre Teresa); 2. Fiction dedicate al mercato italiano; ne sono esempi film-tv, serie e miniserie trasmesse da Rai e da Mediaset come: Padre Pio - tra cielo e terra, Don Matteo, Carlo Magno, Crociati, Dio vede e provvede, Uno di noi, Gli amici di Gesù, Sant’Antonio da Padova, Il bambino di Betlemme, Cuore di donna.
Dopo dieci anni al servizio della fiction di qualità, la Lux Vide da quest’anno distribuisce cartoni animati nelle sale cinematografiche, come Cani Miliardari e Scimmie come noi: entrambi i prodotti non sono stati realizzati con tecnologie ultra-sofisticate, ma trasmettono quei valori che sono un po’ il marchio di fabbrica della società.

Inoltre la Lux Vide è tra le poche case di produzione televisive in Italia ad avere una struttura editoriale stabile, redazione permanente destinata a ideare, progettare e poi realizzare con coerenza ciascun singolo progetto.



Per informazioni sulle nostre produzioni, cliccate su: www.luxvide.it



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