Ana səhifə

Studio di impatto ambientale


Yüklə 4.12 Mb.
səhifə16/16
tarix27.06.2016
ölçüsü4.12 Mb.
1   ...   8   9   10   11   12   13   14   15   16

12.7Addestramento del personale


La sensibilizzazione e l'addestramento del personale ad una particolare attenzione alla corretta gestione delle risorse e alla riduzione degli aspetti negativi per l'ambiente, è fondamentale a tutti i livelli di responsabilità dell'impianto produttivo; in tale modo si possono ridurre i livelli di consumi delle risorse e di emissioni e si riducono i rischi di incidenti.

All’interno del manuale di gestione provvisorio è sarà effettuata una prima ipotesi rispetto alla Struttura Organizzativa, ai livelli di responsabilità da assegnare ed al programma di formazione con momenti relativi alla sicurezza e agli aspetti ambientali.



13Consumi e le emissioni evitate


Appare opportuno evidenziare infine che l’impianto, dal momento che viene alimentato da fonti energetiche rinnovabili, consentirà un risparmio nel consumo di combustibili fossili e consentirà altresì una riduzione delle emissioni in atmosfera. Tutto quanto sopra viene di seguito calcolato.

Per quanto riguarda il calcolo del consumo di combustibile fossile espresso in TEP (tonnellate equivalenti di petrolio), si assume convenzionalmente l’ipotesi che per produrre un kWh elettrico occorrano 2.200 kcal che rappresenta il consumo specifico medio del parco produttivo italiano di elettricità.

Considerando che il potere calorico inferiore (p.c.i.) del petrolio è pari a 10.000 kcal/kg e se Ep rappresenta l’energia elettrica prodotta espressa in kWh/anno da un impianto a fonti rinnovabili, si evita per ogni anno un consumo equivalente di petrolio espresso in tonnellate pari a:
TEP = (Ep x 0.00022) / p.c.i.petrolio
L’impianto, considerato che produrrà 280 milioni kWh/anno consentirà un risparmio di:
62.000 TEP(tonnellate equivalenti di petrolio)
eviterà inoltre le seguenti emissioni:


  • anidride carbonica: 112.000 tons./anno



SOx 2.800 tons./anno






NOx 840 tons/anno

14Impatti connessi con la costruzione delle opere


Nell’esame delle problematiche ambientali connesse con la costruzione dell’impianto, vengono presi in considerazione i seguenti fattori:

  1. Inquinamento acustico in fase di costruzione

  2. Produzione di polveri

  3. Aumento flusso veicolare

  4. Consumi di risorse

  5. Degrado paesaggistico in fase di cantiere

  6. Consumo di suolo

Rispetto alla presenza fisica dell'impianto si può rilevare dall'assetto planimetrico come la razionale distribuzione delle opere civili e degli impianti tecnologici ha consentito di ridurre al minimo gli ingombri e quindi di conseguenza di sfruttare in modo razionale la superficie disponibile tenuto conto anche della circolazione interna degli automezzi che vi pervengono per lo scarico dell’olio vegetale e per il carico degli scarichi liquidi.

Nella redazione del progetto, si è cercato di ridurre al minimo il consumo di suolo, accorpando in modo funzionale i diversi corpi di fabbrica e le aree di servizio all'interno del lotto

Le stesse volumetrie, pur mantenendo le caratteristiche specifiche loro attribuite, sono contenute al massimo e si rapportano strettamente alle esigenze degli impianti tecnologici e produttivi ai quali sono asservite.

Le sistemazioni esterne rendono disponibili spazi di manovra ben congegnati ed agevoli che consentono razionali percorsi di entrata ed uscita dei mezzi di trasporto e movimentazione interna.

Le macchine operatrici in uso sono ovviamente di vario tipo in relazione alle caratteristiche delle lavorazioni da eseguire. Accanto a quelle presenti con una certa continuità che assicurano l'esecuzione di larga parte delle normali lavorazioni (escavatori, pale, elevatori mobili o gru fisse) ve ne sono altre necessarie per lavorazioni ed operazioni specifiche di durata limitata o apparecchiature di notevole consistenza necessarie per la trivellazione dei pali di fondazione,il getto di conglomerato cemetizio, , il riporto e la compattazione dei materiali per la formazione di rilevati, ecc.

Si tratta in ogni caso di macchine operatrici e lavorazioni a cui non sono imputabili emissioni che vanno oltre ad un disagio o fastidio per chi ne è esposto, per altro limitato alle sole ore lavorative del giorno.

14.1Inquinamento acustico in fase di costruzione


L'inquinamento acustico in fase di costruzione è dovuto essenzialmente al funzionamento delle macchine operatrici (movimento terra, autocarri, gru trivelle,ecc.).

Altre fonti di rumore sono derivate dal traffico dei mezzi lungo l'arteria di collegamento rappresentata dalla strada provinciale SP 123 e il trasporto di materiali, lo scarico ed il carico dei materiali.

La temporaneità dell'impatto rende il disagio provocato dalle operazioni di cantiere di entità trascurabile, tale da poter sostenere che non vi sono da rilevare condizioni di criticità ambientale dal punto di vista dell'inquinamento acustico. Va inoltre aggiunto che la distanza dell'impianto dal centro abitato di Castelluccio V. è pari a circa 3,00 km è tale da attutire qualsiasi azione di disturbo. Come è noto, ogni qualvolta la distanza dalla fonte sonora raddoppia, il livello di pressione sonora residua viene ridotto di 6 dB(A), in quanto la pressione residua è inversamente proporzionale al quadrato della distanza dalla fonte.

14.2Produzione di polveri


La produzione di polveri in un cantiere è di difficile quantificazione. Essa è dovuta essenzialmente ai movimenti di terra ed al traffico veicolare pesante. Per tutta la fase di costruzione dell’impianto il cantiere produrrà fanghiglia nel periodo invernale o polveri nel periodo estivo che inevitabilmente si riverseranno in funzione delle prevalenti condizioni di ventosità, con un impatto trascurabile, sulle aree agricole vicine.

La polvere stradale sollevata dai mezzi pesanti può essere ridotta al minimo grazie alla buona manutenzione delle strade. A tale proposito all’interno dell’area di cantiere è prevista la realizzazione di una viabilità di servizio con misto di cava sulla quale verranno fatti transitare i mezzi di trasporto evitando così in trascinamento della fanghiglia mediante i pneumatici sul manto di asfalto della viabilità principale di accesso all’area.

L'unico ricettore sensibile potenzialmente danneggiato è costituito dal manto vegetale presente in loco. La deposizione di elevate quantità di polveri sulle superfici fogliari, sugli apici vegetativi e sulle formazioni fiorali è infatti causa di squilibri fotosintetici che sono alla base della biochimica vegetale.

Si tratta comunque anche in questo caso di un danno temporaneo contingente alle attività di cantiere.



14.3Aumento flusso veicolare


Più sensibili sono invece gli effetti sulla viabilità causati dal movimento degli automezzi pesanti in arrivo e in partenza dal cantiere (autocarri, autobetoniere, gru semoventi, ecc.). Per la quasi totalità sono trasporti di materiali in ingresso in quanto quello di risulta da scavi trova utilizzo per la sistemazione dell'area. Il traffico comporta per i luoghi in cui si manifesta, aumento di rumore, inquinamento e polveri, ma vale anche in questo caso quanto detto sopra circa la temporaneità del potenziale disagio

14.4Consumi di risorse


I consumi di risorse (energia, risorse idriche) nel cantiereper quanto attiene la energia elettrica, sono principalmente legati al funzionamento delle apparecchiature di cantiere (gru, saldatrici, apparecchi da taglio, compressori,.illuminazione notturna.); la risorsa idrica sarà utilizzata per le necessità di carattere igienico-sanitarie delle unità lavorative presenti in cantiere e per particolari lavorazioni come p.e., l’inumidimento dei tavolati e delle casseforme propedeutico al getto dei conglomerati cementiti. Trattasi, comunque, in entrambi i casi di consumi limitati, tali da non influire sulla disponibilità locale di tali risorse.

14.5Degrado paesaggistico in fase di cantiere


Sebbene la durata dell'intervento esecutivo sia limitata, è proprio la fase del "cantiere" a generare la maggior parte degli impatti negativi.

La emissione di polveri e rumori, l'inquinamento dovuto a traffico veicolare indubbiamente concorrono a generare un quadro di degrado paesaggistico già compromesso dall'occupazione di spazi per materiali e attrezzature, dal movimento delle macchine operatrici, dai lavori di sbancamento e riempimento.

Le misure precauzionali idonee a mitigare i disturbi comprendono:


  • accorgimenti logistico-operativi: si è cercato di posizionare le infrastrutture cantieristiche in aree di minore "accessibilità" visiva;

  • movimentazione dei mezzi di trasporto delle terre con utilizzo di accorgimenti idonei ad evitare la dispersione di pulviscolo.



15 Scelta sulla localizzazione dell’insediamento


Come è noto, l’impianto sarà alimentato da oli vegetali vertgini per poter fruire delle provvidenze incentivanti destinate agli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da finri energetiche rinnovabili.

Gli oli vegetali vengono ricavati per semplice trattamento fisico (spremitura) cui vengono sottoposte le essenze oleaginose. Queste sono numerose in termini di tipologie (mais, ricino, girasole, palma, colza, cocco, arachide, olivo ecc..) e, dal punto di vista climatologico si suddividono in due macrocategorie: le sostanze che si sviluppano nei climi tropicali e quelle che si sviluppano nei climi temperati mediterranei.

Con riferimento alla convenienza economica, allo stato attuale, gli impianti attualmente in esercizio sono alimentati da oli estratti da essenze di origine tropicale che vengono altresì utilizzati per la produzione di biocarburanti (biodiesel) attualmente additivato “ope legis” in terminate percentuali nei carburanti di origine fossile (gasolio da autotrazione). Gli oli vegetali estratti invece estratti da eseenze provenienti dai climi temperati, pur esendo diffusamente presenti, sono invece esclusivamente impiegati nella filiera alimentare a motivo della maggiore incidenza dei costi di produzione e di una minore resa per ettaro coltivato. Pertanto, se impegati nella filiera energetica, come combustibile, non renderebbero profittevole l’iniziativa industriale.

In questi ultimi tempi, indotti anche dalla necessità di dover procedere ad una graduale riduzio e delle emissioni in atmosfera di gas climalteranti gas ad effetto serra e gas ad effetto piogge acide derivante dall’impiego nei processi di combustione di combustibile di origine fossile, sono state avviate sperimentazioni colturali finalizzate alla messa a punto di essenze oleaginose nei climi temperati che abbiano le stesse rese per ettaro delle essenze che si sviluppano nei climi tropicali.

Sono p.e. state già avviate colture di jatropa in campo aperto che offre le stesse rese del palma, sono altresì in fase di sperimentazione specie colturali alghifere che, a parità di superficie impegnata ed essendo coltivate su più ripiani, offrono una resa per ettaro considerevole.

Tali coltivazioni esaminate alla luce delle considerazioni formulate al paragrafo 2, possono costituire una valida alternativa alle colture tradizionali cerealicole attualmente in atto in molte aree del Paese che, a prescindere da strategie speculative rendono sempre più problematica la sopravvivenza delle aziende che operano nel settore primario.


Le stesse costituiscono una valida alternativa economica per il suddetto settore a convertirsi a seguito della nuova PAC – Politica Agraria Comunitaria – che disincentiva le coltivazioni “food” nei Paesi industrializzati in favore delle colture “non food”. Le sostanze oleaginose, inoltre, a seguito del processo di estrazione dell’olio per spremitura, rendono disponibile anche un pannello proteico o expeller avente valore mercuriale di mercato essendo esitabile nel campo della mangimistica animale o, in alternativa, e per finalità energetiche negli impianti termoelettrici di produzione dienergia elettrica “verde”.

Dette piantagioni rappresentano pertanto una interessante opportunità per le aziende agricole meridionali in cerca di alternative alle colture cerealicole tradizionali delle quali, come si è innanzi detto, è prevista la disincentivazione nelle aree agricole dell’Europa industrializzata.

Non va a riguardo trascurata la considerazione che la CEE e l’Italia, in particolare, importa gran parte delle farine di estrazione di colza e girasole impegnate nei mangimi.

Tali considerazioni sono coniugabili con molte aree interne del Sud del Paese le cui economie, fondate su attività eminentemente agricole, sono in crisi e generano un continuo flusso migratorio verso le aree costiere e/o metropolitane della forza lavoro indotta a convertirsi al settore secondario per recuperare un tenore di vita più dignitoso.

La messa a punto di attività agricole più redditizie destinate alla filiera agroenergetica, oltre a consentire un minore costo dell’olio vegetale che verrebbe prodotto “in loco”, si connetterebbe agevolmente anche con la zootecnia locale cui andrebbe destinato il pannello proteico e consentirebbe la messa a punto di colture protette serricole stante la disponibilità a costi irrisori di energia termica resa disponibile come “cascame”dall’impianto.

Questa opportunità, quindi, potrebbe segnare una inversione di tendenza dei flussi migratori cui si faceva cenno ed una conseguente attenuazione del fenomeno di spopolamento che affligge i comuni dell’entroterra.

Per la condivisione di queste propsetive le Autorità comunali e la stessa comunità di Castelluccio Valmaggiore hanno valutato favorevolmente la proposta insediativa nel proprio comprensorio agreste dell’impianto oggetto del presente studio.

Queste sono in sintesi le motivazioni socio economiche che hanno portato la società proponente a localizzare la inziativa in agro di Castelluccio Valmaggiore che, trea l’altro, presenta il vantaggio di essere poco distante dal porto mercantile di Manfredonia che costituisce una valida infrastruttura per la logistica primaria di cui l’impianto inizialmente potrebbe necessitare.



17 Analisi economica costo benefici


Considerzata la natura giuridica del proponente, nell'effettuare la anilisi economica dei costi-benefici, e per quanto riguarda i primi sono stati considerati i:

-costi finanziari;

-costi di investimento;

-i costi di esercizio;

-i costi di manutenzione.

Questi non incidono assolutamente sulla collettività come avviene, sia pure indirettamente, nella realizzazione delle opere pubbliche che comunque sono stati valutati in termini di valutazione di impatto sulle matrici ambientali, sul sistema antropico ed floro-avi.faunistico.

I costi finanziari sano rappresentati dagli oneri che il proponente ha quantificato per approvvigionarsi delle necessarie risorse finanziarie dal Sistema bancario per la realizzazione dell'investimento. Tanto perchè trattasi di investimento "capital intensive" difficilmente attivabili con forme di autofinanziamento. In proposito il proponente ha già sottoscritto con un Istituto di credito di primaria importanza internazionale un "agreement" grazie al quale è stata resa disponibile per il proponente a condizione di estremo favore la copertura finanziaria dell'investimento.

Tale copertura fa fronte ai costi per le:

-spese per la esecuzione dei lavori;

-spese per la acquisizione delle aree;

-spese per l'allacciamento ai servizi di uso pubblico a rete;

-spese generali (progettazione, direzione lavori, collaudo ecc..)

Tali costi sono stati determinati mediante la applicazione delle quotazioni correnti di mercato e le tariffe nei casi in cui sono risultate essere applicabili.

I costi di esercizio considerati comprendono essenzialmente quelli di:

-riparazione e manutenzione ordinaria;

-produzione di energia eletrica.

Per quanto riguarda i benefici economici, occorre formulare alcune specificazioni in ordine al sistema tariffario con il quale viene remunerata la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Come anticipato nella trattazione del Capitolo 2 del presente studio, è stata definita tutta una legislazione mirata alla incentivazione della suddetta energia.

Da ultimo la legge 24 dicembre 2007 n. 244 (Finanziaria 2008) ha ridefinito la valorizzazione dei Certificati Verdi, che costituiscono il sistema incentivante rifinendone il valore in funzione del tipo di finte rinnovabile impiegata per la produzione di energia. Quella prodotta con biomasse liquide, ed è il caso degli oli vegetali, fruisce di un coefficiente tariffario maggiorativo pari a 1,1.

Posto che il valore di prima applicazione del Certificato Verde per l'anno 2008 è stato definito pari a 112,32 €/MWh, e che la quotazione corrente della componente fisica della energia elettrica al mercato della borsa elettrica è pari a circa 98,00 €/MWh, ne deriverà che il ricavo derivante dalla vendita di energia elettrica sarà pari a 221,55 €/MW

che applicata alla produzione annua dell'impianto pari a 280.000 MWh, consentirà di conseguire un ricavo di 62,035 K€.

L'EBIT, la analisi di sensitività, gli indici di redditività calcolati sui dati economici, consentono di valutare favorevolmente la redditività dell'investimento programmato.

Al di là dei benefici finanziari della inziativa oggetto del presente studio, non vanno trascurati i benefici di natura più generali e cioè quelli sociali ed ambientali.

Dei benefici sociali si è già fatto cenno nel capitolo precedente a proposito della interazione che la iniziativa avrà con il territorio in termini di occupazione di contributo alla riconversione della attività primaria locale. Vi è una ulteriore valutazione da formulare che implica aspetti economici ed ambientali.

L'attuale sistema di vettoriamento della energia elettrica nel Paese fa registrare una perdita di energia per caduta di tensione pari circa il 12 % del totale della energia immesa in rete.

Tanto perchè le centrali di produzione aventi potenza installata elevata ( 800 - 1.200 MW) sono concentrate in punti discreti del Paese. Per raggiunfere la utenza, l'energia viene prima elevata di tensione che può essere alta (AT) o altissima (ATT), immessa in rete, vettoriata e poi nuovamente trasformata in media (MT) o bassa (BT) tensione. Questa sorta di "altalena elettrica" è responsabile delle perdite delle quali si è fatto cenno. L'orientamento che va sempre più affermandosi per ridurre l'inconveniente di cui innanzi, è quello di programmare un sistema "diffuso" di impianti di produzione di energia elettrica non più accentrato in mega impianti ma affidato ad una miriade di impianti di "piccola taglia" come quello oggetto di studio.





1



1   ...   8   9   10   11   12   13   14   15   16


Verilənlər bazası müəlliflik hüququ ilə müdafiə olunur ©atelim.com 2016
rəhbərliyinə müraciət