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Storia Dei Trattati e Politica Internazionale


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Conclusioni
Al momento di stampare questa ricerca (28 gennaio 2000), i colloqui per una soluzione del problema di Cipro, tra i due leader delle comunità turca e greca dell’Isola, sono in procinto di ricominciare.

Sotto l’egida dell’ONU, che tanto si è impegnata nel ruolo di mediatore in tutte le fasi della travagliata storia della Repubblica di Cipro, dal dopoguerra ad oggi, i colloqui riprenderanno tra appena tre giorni.

Non è ancora sicuro se Rauf Denktas accetterà di iniziare i colloqui direttamente con il suo antagonista Clerides, o se chiederà delle consultazioni separate con il Segretario Generale dell’ONU, con i suoi collaboratori e con i vertici del Consiglio di Sicurezza.

È invece certo, che in virtù degli sviluppi della scena politica europea ed in particolar modo dei rapporti tra la Turchia e la Grecia e i suoi partner comunitari, si fa concreta la speranza che alcune delle precondizioni e delle pretese espresse in passato, da parte dei due leader ciprioti, possano trovare una sistemazione più accomodante nella prospettiva di una soluzione definitiva e duratura, di cui l’isola del Mediterraneo orientale ha bisogno.

Non sarà certo facile e d’altronde non lo è mai stato, far convergere gli interessi e le influenze che gravano sul futuro assetto di Cipro, ma le prospettive di una reale evoluzione del problema, cominciano a concretizzarsi.

Probabilmente, la strategia adottata dalla Repubblica di Cipro e dalla Grecia, di portare il problema di Cipro in seno all’unione Europea non ha portato i risultati immediati che i due paesi si attendevano, ma sicuramente condizionerà il futuro compromesso tra le due parti.

La Turchia e i rappresentanti della TRNC, non accettano ancora completamente le disposizioni dell’Unione Europea, che preluderebbero l’accettazione della candidatura di Cipro anche con una sola parte dell’isola senza il riconoscimento dell’entità politica della parte turca, ma in prospettiva di un sistema europeo che comprenda la madrepatria Turchia, anche Denktas e i suoi successori (essendo il leader turco cipriota già anziano) potrebbero accettare un compromesso politico più accomodante.

L’Unione Europea, dal canto suo, non desidera integrare un paese diviso e ad alta tensione politico militare e farà di tutto perché il processo di pace trovi il suo giusto corso.

Gli Stati Uniti, inoltre hanno dimostrato, con la guerra in Kosovo, che nel panorama internazionale, sono rimasti gli unici garanti assoluti dell’equilibrio militare e politico di qualsiasi zona del mondo in cui permanga un conflitto, a discapito del prestigio e dell’autorità dell’istituzione sovranazionale delle Nazioni Unite.

L’amministrazione di Clinton ha giocato un ruolo quanto mai decisivo anche nella ripresa dei colloqui di pace su Cipro e sul riavvicinamento dei suoi due alleati mediterranei, la Grecia e la Turchia.

I sorprendenti progressi nei rapporti tra i due paesi, in seguito alla “politica sismologica”, dovranno essere sviluppati progressivamente e a piccoli passi, solo così si arriverà a una soluzione anche dei contenziosi più importanti.

Effettivamente sembra che i governi di Ankara e Atene, stiano seguendo questa linea, in questa prima fase di rinnovata “amicizia”.

Il 21 gennaio 2000, George Papandreu, è stato il primo Ministro degli Esteri greco a recarsi in visita ufficiale a Ankara, dal 1962.

Durante i colloqui con la sua controparte turca Ismail Cem, sono stati firmati quattro accordi per promuovere la cooperazione in materie “minori”, nel turismo, nell’ambiente, nella protezione degli investimenti commerciali e nella lotta contro il terrorismo e il crimine organizzato.

Una volta sviluppate e definite le politiche “minori”, i due paesi potranno iniziare a studiare una struttura comune per la risoluzione dei contenziosi più importanti.

Il problema delle isole nel Mar Egeo, è previsto venga affrontato entro il 2004, quando una corte internazionale si pronuncerà in merito72.

Già in passato, i due paesi, erano riusciti, nei rari momenti di distensione, a stilare dei piani di graduale riavvicinamento e di collaborazione, ma i fatti che abbiamo fin qui analizzato ci ricordano in quale modo, questi buoni auspici non si siano concretizzati.

La speranza è che la fase di grande mutamento che i due paesi e il mondo intero stanno attraversando, permettano una duratura evoluzione di questi segnali positivi.

Simitis e Papandreu, si sono impegnati ufficialmente ad aiutare il processo di adesione della Turchia, la cui società civile e sta conoscendo una reale evoluzione verso la democrazia e l’assimilazione degli aspetti più moderni delle società occidentali.

La Grecia, da sempre considerata come un paese di seconda fascia (economica e sociale) all’interno del sistema dell’Unione Europea, sta facendo altrettanti sforzi macroscopici, per entrare nel sistema monetario europeo, la sua candidatura è prevista per la fine di marzo.

Si può solo sperare quindi che questi progressi continuino e che sia la società civile di Cipro, sia i suoi esponenti politici, possano sviluppare uno spirito di mutuo rispetto e tolleranza al più presto.

Il muro che divide Nicosia, divide soprattutto le anime dei ciprioti; senza la consapevolezza e la convinzione che le barriere ideologiche erette, non solo nel 1974 ma ancor prima, possano definitivamente essere rimosse, i ciprioti dovranno imparare a conoscersi e a capirsi.

Solo in questo modo, Clerides e Denktas, altri esponenti della classe politica, cittadini comuni, studenti, industriali e chiunque altro turco o greco cipriota, potranno sedersi a un tavolo e cominciare a trattare, consci del fatto che ciò che li accomuna è un’unica identità cipriota.
Appendice 1
Intervista a Alekos Markides 04/08/1999

Avvocato Generale della Repubblica di Cipro

Quale struttura legale ebbero i trattati di Londra e Zurigo?
A quel tempo Cipro era una colonia. L'accordo di Zurigo fu stipulato dalla Grecia e dalla Turchia, e l'accordo londinese fu stipulato dal Regno Unito, dalla Grecia, dalla Turchia e anche dei rappresentanti delle due comunità di Cipro.

E questo fu parte del problema.

Cosa intende per struttura legale?
Quali erano le condizioni, lei ha detto che all'accordo di Zurigo non parteciparono le due comunità, perché non furono neanche considerate, perché non furono chiamate a partecipare alle riunioni? Diciamo sia da un punto di vista politico, sia da un punto di vista legale.

A quel tempo Cipro era dominata dagli inglesi, era una colonia. Dopo una giornata di riunione a Zurigo, la Grecia e la Turchia, arrivarono insieme ad un accordo. L'accordo fu presentato a Londra, al governo britannico e ai rappresentanti delle due comunità. Un nuovo accordo fu raggiunto a Londra, e questi due accordi formarono la struttura base per lo stabilimento della nuova repubblica. Ciononostante lo stabilimento della repubblica di Cipro dopo Londra e Zurigo non sarebbe avvenuto automaticamente. Un comitato costituzionale e rappresentanti di Grecia e Turchia avrebbero dovuto redigere una bozza per la costituzione della repubblica. Ci furono molte discussioni. Alla fine, la costituzione fu redatta e la repubblica fu dichiarata il 16 Agosto1960.

Quindi la preparazione politica fu fatta da queste entità, che poi ne curarono anche la realizzazione.

I compromessi politici furono portati avanti dalla Grecia e dalla Turchia. A Londra, gli inglesi salvaguardarono i propri interessi, riuscendo a raggiungere l'accordo per mantenere la sovranità sul territorio delle due basi militari, che mantengono tuttora.

L’accordo prevedeva che la Repubblica avrebbe compreso l'isola di Cipro e le isole vicine, fatta eccezione per le due aree delle basi britanniche che sarebbero rimaste sotto la sovranità del Regno Unito; tutto ciò era l’espressione dell’articolo uno della costituzione federale.

Esiste un modo secondo cui le basi britanniche potrebbero essere restituite a Cipro, se non per volontà del governo britannico.

C'è una dichiarazione di intenzione, secondo cui, se gli inglesi decidessero di abbandonare le basi, le restituirebbero alla Repubblica. Questa è una dichiarazione di intenzione, ma non esiste un accordo, per il quale abbandonerebbero le basi dopo un periodo fisso di tempo.



Quindi la repubblica non potrà riavere indietro le basi?

Queste aree non furono mai date alla repubblica, erano parte dell'isola di Cipro, ma quella che divenne indipendente fu l'isola di Cipro meno queste due aree dell'isola.

C'è comunque un'appendice nell'accordo che costituisce una dichiarazione di intenzione del governo britannico, che potrà leggere lei stesso, io le sto solo spiegando il significato.

Allora, nel 1960 molte furono le cose che entrarono in effetto, il 16 Agosto, con il trattato di stabilimento e la costituzione della repubblica era parte del trattato di stabilimento. Poi abbiamo il trattato di garanzia, poi quello di alleanza. Alla fine, gli accordi furono tre.


In che modo accoglieste il trattato di garanzia e il trattato di alleanza? Quali erano le principali differenze tra i trattati.
Il trattato di alleanza è un trattato separato e riguarda la presenza di truppe greche e turche per proteggere l'isola. I contingenti militari erano composti da 1200 greci e 800 Turchi. Poi ci fu il trattato di alleanza tra Grecia, Regno Unito e Turchia che stipularono anche il trattato di garanzia.
A proposito della domanda circa il trattato di garanzia, in quali condizioni era previsto un intervento dei garanti?

Era un'obbligazione di base dell'articolo di base della costituzione di Cipro. Comunque questo è un problema molto complicato. Prima di tutto, noi non accettammo mai il diritto di intervenire con la forza, sia un intervento comune, sia un intervento unilaterale con la forza in mancanza di un accordo tra i garanti, avremmo solo accettato un intervento pacifico. Perché se nell’interpretazione del trattato si vuole giustificare l’uso della forza, allora l'accordo è contrario all’articolo 2 della Carta delle Nazioni Uniti che proibisce l’uso della forza e l’accordo è da considerarsi non valido.

Nel sostenere che la loro posizione è invalida, noi abbiamo sempre rivendicato e difeso il fatto che le disposizioni del trattato non prevedevano l’uso della forza.

A parte questo, se lei lo interpreta nel modo che vuole la Turchia, il trattato è invalido perché viola l’articolo uno e due delle Nazioni Unite che si riferiscono all'uso della forza.

Inoltre, qualsiasi intervento fatto in base all'accordo si sarebbe potuto realizzare solamente per uno scopo particolare, cioè per ripristinare le condizioni di base stabilite dalla formazione della repubblica. Perciò se viene intrapreso un intervento col pretesto che lo scopo sia questo ma il vero scopo è poi qualcosa di differente, allora l'intervento è illegale, essendo contrario alla Carta dell'ONU ma anche al trattato di garanzia stesso.

Non esito a dire che quello che la Turchia fece nel 1974, fu chiaramente una grave violazione del Trattato di Garanzia. Lasciando da parte la questione dell'uso della forza, era molto chiaro fin dall’inizio, e non solo molti giorni dopo l'intervento del 20 Luglio, che la Turchia non avesse alcuna intenzione di ripristinare la costituzione di Cipro.

Al contrario la sua intenzione era di realizzare la separazione delle due comunità, stabilire una comunità nel nord e l'altra nel sud, e poi procedere col tentativo di creare uno stato nuovo chiamato TRNC. E tutti questi sviluppi, che si rivelarono essere l'intenzione originale della Turchia nel 1974, non avevano nulla a che fare col trattato di garanzia. In realtà, storicamente alla fine di Luglio del 1974, il presidente “ad interim” Clerides propose che la costituzione sarebbe stata ripristinata secondo le disposizioni previste nel 1960, ma tale proposta non fu neanche considerata dalla Turchia.
A proposito della costituzione, quali erano le ragioni principali e i punti più significativi degli emendamenti proposti da Makarios nel 1963?
La costituzione in verità, presentava molte caratteristiche che erano motivo di disaccordo.

Innanzitutto, non c’era nessuna tassa di rafforzamento della legge senza maggioranze separate. Nessuna legge elettorale, nessuna legge che definisse un aumento del numero dei membri del Parlamento e nessuna possibilità di emendamento per gli articoli non di base della costituzione per mezzo di maggioranze separate delle due comunità.

Inoltre, il vicepresidente non poteva sostituire il Presidente in caso di sua assenza, sempre per effetto di separazione, col risultato che il Presidente della Repubblica sarebbe stato sostituito dal Presidente della Camera dei Rappresentanti, e il vicepresidente sarebbe stato sostituito dal vicepresidente della Camera dei Rappresentanti.

Il vicepresidente aveva il diritto di veto su qualsiasi questione riguardante la politica estera, di difesa o di ordine pubblico. Tutti questi erano punti che causarono tensione tra le due comunità, perché in realtà in alcuni campi specifici la costituzione non poteva funzionare.



Quindi lei, trova che gli accordi fossero in realtà una sorta di inganno.
Questo era il sistema. Nei primi anni che seguirono il dominio coloniale, un periodo di 82 anni, noi non avevamo molta esperienza politica, e in qualsiasi caso Makarios propose che la costituzione fosse corretta con 13 emendamenti.

Comunque, sembra che la sua intenzione fosse di negoziare con gli emendamenti con il vicepresidente.

La Turchia, però non avrebbe mai accettato gli emendamenti. E poi i disordini tra le due comunità cominciarono nel 1963. Era chiaro che la comunità turca era ben preparata perché loro erano molto ben armati.

Allora, riguardo alle altre domande sugli aspetti legali in riferimento alla popolazione e alle comunità, le metterò insieme, dandole un’unica risposta.


L’avvocato si riferisce alle seguenti domande:

In prospettiva di una soluzione futura al problema politico, quali sono le proposte della Repubblica di Cipro riguardo all'integrazione giuridica delle due comunità.

In particolare:

  • Come verrà risolto il problema dei greco e turco ciprioti, che hanno perso i loro possedimenti?

  • Cosa è previsto e cosa è già stato fatto per la loro compensazione?

- A quali condizioni i “coloni” turchi potranno diventare cittadini e in generale quale sarà la politica nei loro confronti.

  • Qual è la condizione sociale dei Maroniti e delle altre minoranze, prima e dopo il 1974

.
Comincerei dalla questione dei Turchi.

Esistono tre minoranze a Cipro, o meglio, quattro.

Ci sono i Maroniti, gli Armeni e i Latini. Tutti gli altri sono o non greci o non turchi. La costituzione specificò che ciascun gruppo aveva il diritto di scegliere a quale delle due comunità principali avrebbero voluto appartenere.

In realtà, secondo le disposizioni della costituzione ogni cittadino avrebbe scelto a quale delle due comunità appartenere, così o si apparteneva alla comunità greca o a quella turca. Fin dal 1960, la maggioranza della popolazione, decise di appartenere alla comunità greca, ma la costituzione diede il diritto di scegliere.

In realtà, nessuno fino ad ora, ha esercitato tale diritto.

Ora, il fatto è che secondo la costituzione, le minoranze hanno tutti i diritti e le obbligazioni dei cittadini, possono essere nominati ministri, possono ricoprire qualsiasi carica istituzionale, inclusa quella di Presidente della Repubblica.

In passato abbiamo avuto un membro del Parlamento di origine Maronita.

Oltre a questi diritti e obbligazioni come cittadini, le minoranze hanno soprattutto il diritto di avere un rappresentante speciale alla Camera dei Rappresentanti. Questo rappresentante non è un membro del Parlamento, ma segue tutti i lavori del parlamento ed è intitolato a parlare su tutte le questioni che concernono il gruppo che rappresenta.

Egli fa da portavoce della propria comunità di fronte al parlamento.

Questo è comunque un diritto supplementare…ciò che conta è che i gruppi minoritari, godano di tutti i diritti e obbligazioni di un cittadino.

Due dei fautori della repubblica erano Maroniti, il nuovo ragioniere generale è un Maronita. Bene, non penso che ci sia altro da aggiungere.

Vorrei sapere, nell'area settentrionale, hanno bisogno di un permesso speciale…
Penso che nel nord, le loro condizioni di vita siano piuttosto aspre. Penso, comunque che vivano in condizioni leggermente migliori, rispetto ai greco ciprioti rimasti.

Molte sono le restrizioni, nell'area occupata, in particolare verso i greco ciprioti.

Per esempio, un greco Cipriota può frequentare la scuola superiore nella repubblica ma non gli è permesso di tornare indietro. Così è una scelta difficile per gli isolani se essere istruiti nell'area libera, o rimanere con l’istruzione elementare.

In realtà, ci furono molte concessioni fatte dal regime nel 1997 e 1998, ma ancora le condizioni sono piuttosto inaccettabili e anche le condizioni dei Maroniti, seppur migliori, sono comunque inaccettabili.

Quella dei possidenti, è una questione molto importante per la Commissione Europea dei Diritti Umani.

Sembra che qualsiasi decisione sullo scambio di proprietà sia destinata a fallire, perché ciascun possidente dovrebbe rivolgersi alla Corte Europea dei Diritti Umani, per difendere i propri diritti, e non credo che la comunità internazionale o la Commissione Europea per la Protezione dei Diritti Umani permetta tale compromesso, cioè un baratto globale di proprietà. Quello porterà ad una nuova e massiccia violazione dei diritti umani, sia per i greco ciprioti sia per i turco ciprioti...

Quindi cosa fare con i coloni turchi… una cosa è dire che il problema di Cipro sarebbe risolto sulla base di una federazione bi-zonale, per cui un'area nel nord sarebbe amministrata dai turco ciprioti, un’altra è dire che in virtù di questo la proprietà dovrebbe essere scambiata, perché l’amministrazione di un'area non ha nulla a che fare con la proprietà privata della terra.

Greco e turco Ciprioti possono rivendicare la loro proprietà privata ovunque la posseggano, sull’isola.

Ma chi amministra l'area dove queste proprietà sono situate è una questione ben diversa. Così laddove ciascuna area è amministrata secondo la legge non ci possono essere lamentele.
Riguardo alle prospettive future, quindi?……
Questo è un crimine internazionale di proporzioni molto grandi. Nel futuro prossimo, il possibile cambiamento della composizione demografica del paese, è un crimine contro l’umanità e sarà soggetto alla giurisdizione della corte del criminale internazionale. Sembra che la maggioranza degli stati sia d'accordo nel considerare tutto ciò un crimine, ogni qualvolta la legge internazionale ha affrontato l’argomento durante il corso degli ultimi 50 anni è emerso che quello che è accaduto a Cipro è chiaramente un crimine contro l’umanità e che i coloni si sono insediati a Cipro con lo scopo di alterare la composizione demografica dell'isola.

In realtà, ora, il timore è che il numero dei coloni ecceda il numero dei turco ciprioti che vive nelle aree occupate. Ci sono 7000 turco ciprioti che vivono altrove, in Gran Bretagna, in Australia, in Nuova Zelanda, ecc., ma a Cipro i coloni ora sono molto probabilmente la maggioranza.

Quindi, noi non possiamo accettare che ai coloni turchi sia accordata improvvisamente la cittadinanza della Repubblica di Cipro, se ne dovranno andare.

Ora, ci potranno essere delle eccezioni per questioni umanitarie o nel caso di matrimoni, ma piaccia o no, il principio sarà che se ne dovranno andare e procedere in questo modo, sarebbe per noi un buon motivo di compensazione.


Ma cosa è stato fatto finora da parte della Corte Internazionale di Giustizia e dalle altre corti internazionali.
Non c’è modo di portare la Turchia di fronte alla corte internazionale di giustizia, perché la Turchia non accetta la sua giurisdizione. È uno dei pochi paesi che non accettano la giurisdizione della corte. Perciò un compromesso è necessario tra Turchia e qualsiasi paese rispetto a una disputa internazionale, ma chiaramente la Turchia non accetterà discussioni su qualsiasi questione che si riferisce al problema di Cipro. Chiaramente le Nazioni Unite potrebbero intervenire e potrebbero chiedere un contributo alla comunità internazionale o al Consiglio di Sicurezza. Sembra però, che non ci sia la volontà politica di fare ciò.
A questo proposito, vorrei chiederle quanto importante sia l’evoluzione della società in Turchia, per risolvere il problema di Cipro, anche in riferimento a questi aspetti legali verso una corte internazionale.
Il problema di Cipro è uno degli aspetti della violazione dei diritti umani da parte della Turchia.

Recentemente la Turchia ha accolto di considerare, per la prima volta, una decisione della corte che riferisce all'imprigionamento di uno dei leader dei partiti politici. Ci sarà probabilmente una nuova decisione a Settembre.

Ciononostante, nel campo dell’estradizione, per esempio, la Turchia si rifiuta di collaborare, ma senza dubbio ci potrebbero essere dei cambiamenti in condizioni diverse di politica interna.

Quali sono le basi legali che le autorità turco cipriote rivendicano per il riconoscimento della “TRNC”, e qual è invece la vostra posizione.
Ci sono due decisioni del Consiglio di Sicurezza, la 5.1 e la 5.2, se le potrà studiare e analizzare.

Non c'è nulla da aggiungere, le risoluzioni invitano tutti gli stati a non riconoscere la “TRNC” e nondimeno fanno appello a coloro che dichiararono l’indipendenza della “TRNC” di revocarla.

Oltre a ciò, ci sono altre due risoluzioni internazionali, una fatta in Brasile e una della Corte Europea di Lussemburgo che riconoscono in modo piuttosto esplicito solo la Repubblica di Cipro.

Altre sentenze vengono dalla corte europea dei diritti umani di Strasburgo.

La potenza che controlla il nord è la Turchia, la quale non può esimersi dalle sue responsabilità, assegnando il controllo del passaporto ad un'amministrazione locale e subordinata, perché la “TRNC”, altro non è che questo.

Quindi, per qualsiasi azione la “TRNC” possa intraprendere, la Turchia sarà sempre responsabile, almeno per quanto concerne la convenzione internazionale sui diritti umani.

Penso che abbiamo già affrontato molto degli argomenti relativi alla domanda numero sette…
L’avvocato si riferisce alla seguente domanda:

Quali sono gli aspetti più rilevanti del problema di Cipro, in relazione al diritto internazionale e alla struttura legale dellONU?

…comunque, esistono vari problemi; la Corte Internazionale dell’Aia, innanzitutto, esclude ancora una volta, dal Trattato di Garanzia, l'occupazione e l'uso della forza e la presenza continuata di truppe turche a Cipro.

Inoltre lo scambio collettivo di proprietà, risulta essere contrario al diritto internazionale, come

Previsto dalla Commissione Europea dei Diritti Umani.

L'esempio storico di scambio collettivo della proprietà. Avvenuto tra Grecia e Turchia, per mezzo del trattato di Losanna del 1923, non può essere ripetuto.

Molti sono i giuristi di diritto internazionale che sostengono questa ipotesi.

Qualunque argomento lei affronti, riguardante il problema di Cipro, troverà una connessione con il problema dei diritti umani.
Qual è il ruolo e la posizione presa da istituzioni come l'Unione Europea e il Consiglio d’Europa.

Quando l'Unione Europea stava considerando se cominciare a negoziare con Cipro. Due o Tre mesi prima, la Turchia riuscì, ancora una volta, a separare l'opinione degli stati delle Nazioni Unite, affermando che la domanda d’adesione era in contrasto con il Trattato di Garanzia.

Noi contraddicemmo questa opinione, supportati anche dal parere di giuristi di fama internazionale come Crawford di Cambridge.

Finalmente l'Unione europea accettò la nostra posizione e perciò le trattative cominciarono.

Secondo la proposta del Presidente Clerides, ai negoziati sarebbero stati invitati i rappresentanti della comunità greco cipriota e anche di quella turca.

Questa proposta non fu accettata, nonostante sia ancora valida. Inoltre l'Unione stessa dichiarò che la candidatura avrebbe interessato tutta l’isola, entrambe le comunità ne avrebbero tratto beneficio.

Chiaramente se il problema di Cipro fosse risolto, la Repubblica potrebbe applicare per l’entrata nell'unione, in modo automatico.

Se, al contrario, non fosse risolto, la candidatura può comunque essere immaginata, noi non pensiamo di aver fatto finora tutti i compromessi, ma Cipro è una Repubblica di cui fanno parte entrambe le comunità.

Anche in mancanza di una decisione sul problema di Cipro, noi pensiamo, che sia diritto del governo della Repubblica candidarsi, essendo l’unica entità riconosciuta.

In questo modo sarebbe scusabile una simile iniziativa, perché dettata da un principio di forza maggiore.

La forza maggiore in questione è in realtà il permanere dell’occupazione militare da parte della Turchia nel nord dell’isola.

Ora noi non possiamo aspettarci che la parte meridionale di Cipro entrerà a far parte dell’Unione Europea e che la parte nord non ne faccia parte, perché non esiste nessuna parte meridionale, esiste solo la Repubblica di Cipro, che ha un territorio ben definito, in parte libero e in parte sotto occupazione.

Ciò che il diritto e la comunità internazionale e europea riconoscono è la personalità della Repubblica di Cipro.

E’ la Repubblica che ha posto la sua candidatura all'Unione ed è su questa domanda di adesione, della Repubblica, che si stà ora negoziando.

Se la Repubblica entrasse, senza una decisione del Problema di Cipro, chiunque vive nell'area libera ne trarrà profitto sia greco o turco cipriota.

I turco ciprioti, che sono cittadini della Repubblica con tutti i diritti e i doveri che ciò implica, potranno ottenere molti vantaggi e diventando anche cittadini europei.




Appendice 2

Intervista a Michalis Papapetrou 05/08/1999

Vice Presidente del partito dei Democratici Uniti

Lei è coinvolto nella scena politica con il suo partito, qual è la linea politica principale del suo partito sia a livello interno, sia verso il problema di Cipro?

Posso dirle alcune parole sul mio partito. Il nostro è il partito dei Democristiani Uniti ed è il risultato dell'unione tra due partiti del dicembre 1996.

I due partiti erano il Movimento dei Democristiani Liberi capeggiato dal presidente George Vassiliou, e l’ADISOC (Rinnovamento Movimento Socialista) che era il partito che si formò in seguito alla divisione del partito comunista nel 1990, precisamente durante il periodo della perestrokia e della glasnost.

Direi che questo nuovo partito non ha una linea ideologica ben definita.

Esistono delle piattaforme nelle quali ci è permesso di operare e nella realtà sono le piattaforme che originano dai due precedenti partiti, quella socialista del partito democratico e quella di centro del partito comunista.

Le due piattaforme hanno molte cose in comune riguardo alla politica da seguire per il problema di Cipro.

E così i Democristiani Uniti in poche parole credono che, ci piaccia o no, nel 1974 noi soffrimmo una sconfitta politica e militare. Nel ricercare le ragioni di questa sconfitta… la politica è l'arte del possibile noi non possiamo considerare solo quello che desideriamo, ignorare la realtà continuando a seguire la stessa politica che abbiamo seguito negli ultimi decenni, che ha solo peggiorato la situazione.

Quindi noi crediamo di dover cercare una soluzione di compromesso. Non crediamo che ci siano soluzioni ideali, se combineremo gradualmente questo genere di soluzione con l’adesione di Cipro nell'Unione europea allora le dinamiche e i processi per realizzare l’entrata in questa grande organizzazione cancelleranno un grande numero di ostacoli alla soluzione. Nel nuovo partito, l’ex presidente dei democratici è l’attuale presidente, Vassiliou, e io ero presidente dell’ADISOC e adesso sono il “deputy chairman”. Vassiliou è anche alla testa del gruppo che conduce la rappresentazione di Cipro ai negoziati per l'accesso del paese all'Unione europea.

Quindi, questa è la linea che noi seguiamo:

Noi crediamo che la base per la soluzione debba essere ricercata negli accordi di alto livello di Makarios e Kyprianou da una parte e Denktash dall'altra, del 1979, che crearono gli orientamenti e la struttura di una possibile soluzione. Le risoluzioni delle Nazioni Unite e del Consiglio di Sicurezza sono un altro punto importante del nostro pensiero.

Noi contraddiciamo gli altri partiti, affermando che questo paese non si può permettere il lusso di selezionare solo le risoluzioni che preferiamo e che sono evidentemente in nostro favore.

Le risoluzioni devono essere accettate in ogni caso e noi le accettiamo tutte. Ci sono risoluzioni che ci piacciono, e alcune che ci piacciono meno e ci sono anche alcune che non ci piacciono per niente.

Noi non possiamo scegliere solo quelle che ci piacciono, perché la nostra controparte avrà la libertà di fare lo stesso e si ritorna così al punto di partenza.

Vede nel 1992 si attuò lo sforzo più concreto della comunità internazionale di cercare una soluzione proponendo per la prima volta un più o meno un piano completo, la “collezione di idee”. Vassiliou era Presidente della Repubblica a quel tempo, io lo raggiunsi ai negoziati di New York e rimanemmo là cinque settimane.

Mi creda, ho la sensazione che non siamo mai stati così vicini a una soluzione!

Vassiliou commise un errore: accettò di ritornare al tavolo delle trattative nel novembre 1992, poco prima delle elezioni presidenziali del febbraio 1993.

La maggior parte degli altri candidati stavano conducendo la propria campagna elettorale, mentre lui partecipava ai negoziati.

Nonostante il fatto che si trattasse soprattutto di accordi verbali, accettò che molte idee fossero prese come base per futuri negoziati, al suo rientro fu attaccato e accusato di aver tradito la patria, sacrificando il diritto dei rifugiati a ritornare nelle proprie case, questo e quello...

Chiaramente sono passati molti anni da allora, a quel tempo e TUTTI [enfasi] oggi dicono: “Oh come sarebbero stati buoni quegli accordi”, ma è troppo tardi ormai.

Vassilliou, inoltre, perse la presidenza per soli 1000 voti.


Esistono delle coalizioni tra i partiti a voi opposte, o hanno posizioni comuni rispetto al problema di Cipro?
No, non ci sono posizioni chiare degli altri partiti. Penso che comincerei dal Presidente della Repubblica non ho il minimo dubbio che il Sig. Clerides ha la stessa nostra filosofia nell’affrontare, il problema di Cipro.

Lo stesso si può dire per il partito comunista…hanno la stessa idea di che abbiamo noi.

Clerides dopo avere vinto le elezioni politiche nel 92 e le presidenziali nel 93 (voleva divenire presidente dopo aver stretto un’alleanza con Kyprianou), fino al 1998, fu costretto ad accettare la politica di Kyprianou, basata sul rifiuto di qualsiasi compromesso.

Clerides voleva anche aspettare di vedere se le cose sarebbero cambiate nel caso la Turchia fosse stata accettata nell'arena internazionale, prima di cercare una soluzione.

Nel 1998 quando fu rieletto, egli divenne finalmente il vero Clerides.

Sono convinto che sia lui l’uomo migliore per trovare un compromesso ma per fare ciò ha bisogno dell’appoggio sufficiente del suo partito.

Il suo partito, la Riunione Democristiana, è un partito nel quale esistono due fazioni diverse, l'uno in favore del compromesso che più o meno rappresenta le classi borghesi e tradizionali dell'isola e l’altro, contro il compromesso, che rappresenta la classe nazionalista e di cui fanno parte principalmente esponenti dell’EOKA degli anni cinquanta o della’EOKA-B degli anni settanta.

Vorrei fare una previsione: fino a quando Clerides vivrà, controllerà la situazione e influenzerà le decisioni del partito, ma mi spaventa pensare quello che accadrà all'isola quando lui non ci sarà più.

Penso che il suo partito, che è il partito di maggioranza sull'isola, con il 35% dei favori, si orienterà verso una politica di estrema destra, basata specialmente sull’entrata nella UE, senza precondizioni.

C’è il pericolo che il partito si possa dividere tra un’ala più nazionalistica e una meno intransigente, ma fino a quando Clerides è ancora in vita, e lui è un uomo molto vecchio, penso che il partito in un modo o nell'altro, appoggerà volontariamente o semi-volontariamente il loro leader.

Fino a quando Clerides vivrà, avrà chiaramente il nostro appoggio.

Il fattore chiave è la posizione che AKEL, il partito comunista, adotterà riguardo allo sviluppo del problema di Cipro.

Un tempo ero membro e deputato dell’AKEL, e sono anche stato il leader dell'organizzazione giovanile dell’AKEL.

Quando ero giovane, il partito aveva una filosofia di compromesso, molto anti nazionalistica.

Ma mi dispiace dire che negli anni recenti, e non lo dico perché ora ne sono fuori, è una realtà che noi viviamo ogni giorno: AKEL sta divenendo più nazionalistico, ma cercherò di spiegarlo in maniera diversa e più attenta.

Per esempio, l'anno scorso ci fu la crisi per l'acquisto dei missili S-300, noi eravamo l'unico partito che si pronunciò apertamente contro questa scelta.

AKEL, che probabilmente era contraria a qualsiasi orientamento di questo genere, si dichiarò a favore, soprattutto perché la maggioranza dell’opinione pubblica appoggiava in modo massiccio questo tipo di scelta.

Sono sicuro che se lei guardasse nei loro cuori, vedrebbe che erano tutti contro questo tipo di decisione.

Ma allorquando ci fu la critica riunione del consiglio nazionale dove sarebbe stata presa la decisione finale sui missili e dove intervenne il Primo Ministro greco, AKEL si astenne dal pronunciarsi e lasciarono la responsabilità della decisione al Presidente Clerides.

Quindi l’AKEL, potrà riprendere un ruolo importante, perché si facciano dei progressi in futuri negoziati.

Se AKEL eserciterà questo suo ruolo, sono sicuro che Clerides potrà procedere nel suo lavoro di mediazione. Se AKEL non eserciterà invece questo suo ruolo, dubito moltissimo che Clerides si prenda il rischio di continuare con una linea “morbida”.

Mi piacerebbe vederlo, procedere incondizionatamente, ma dubito che gli altri partiti, sia il partito democratico, sia quello socialista abbiano una posizione chiara da proporre.

In realtà loro non accettano questa possibilità, nonostante qualche volta lo abbiano fatto verbalmente sarà difficile che vogliano effettivamente procedere con i negoziati in condizioni sufficientemente accomodanti.

Quindi, quali sono le condizioni che si devono creare per una possibile soluzione?
Penso che la “collezione di idee”, descrive la struttura di quello che è lo status quo attuale.

Noi diciamo che vogliamo una federazione forte, l'altro lato vuole una confederazione.

In realtà la soluzione probabilmente è da trovare fra le due proposte.

Per me la proposta di una federazione unica, da greco cipriota, se lo prendo dal punto di vista del nazionalista, non potrei accettarlo, perché con una federazione forte, avrei molte più obbligazioni nei confronti dell’altra parte.

Ma questo non credo che succederà. Credo che, una volta presa la decisione, sia importante prenderci cura dell’equilibrio finanziario di entrambe i lati.

Questo è qualcosa che i greco ciprioti hanno trascurato in passato.

E anche questo è un crimine, perché la situazione - avendo i turco ciprioti in condizioni di povertà, senza istruzione, senza specializzazioni nel lavoro, hanno costituito suolo fertile per il seme della separazione, piantato da qualsiasi avventuriero o nazionalista turco o inglese che divisero l’isola anche dopo la fine del regime coloniale.

Chiaramente, credo che tutti questi fattori, avranno fondamentale importanza negli anni avvenire, in prospettiva di un’entrata Nell’unione Europea.

In questo momento abbiamo una banca che amministra il sistema monetario, ma non dimentichiamoci che a Stoccarda c'è un’altra banca centrale che detterà le politica finanziaria, anche delle questioni statali.

Questo è uno dei motivi per cui, lo scetticismo nei confronti dell’Euro è ancora forte in Gran Bretagna.


E i partiti politici? Come saranno integrati e che tipo di relazioni esistono già tra di voi e le forze politiche internazionali del parlamento europeo? In che modo influenzerà anche i rapporti politici tra Cipro e la Grecia?

Vede ci sono alcuni partiti che hanno delle basi internazionali molto importanti e considerevoli, il partito socialista ADEK è legato all’internazionale socialista, per esempio.

In realtà, loro partecipano già alle riunioni dei gruppi dell'Unione Europea, come un'eccezione, nonostante il fatto che Cipro non sia un paese membro.

È importante per loro essere parte di questa grande gruppo, è un'opportunità per il loro leader di incontrare due volte all’anno Blair, Jospain e Schroder.

Anche il partito comunista AKEL ha importanti relazioni internazionali all’interno del movimento comunista. Riunione Democristiana è connessa coi Democratico cristiani e gli altri partiti che hanno relazioni con partiti nei vari paesi con cui formano gruppi internazionali.

Fino ad ora, questa è la situazione; noi riusciamo a ottenere delle decisioni o delle risoluzioni, dai vari gruppi, ma le decisioni di queste riunioni sono una cosa, la giusta linea politica da intraprendere è un’altra e in ogni caso dobbiamo sempre tenere i piedi per terra.


Qual è la vostra posizione e quanto il suo partito e lei personalmente sostiene la ripresa delle riunioni bi-comunali?

Che ruolo giocavano nell’equilibrio politico e sociale tra le due comunità?
Vede, dopo il 1974 c’è stato un lungo periodo in cui i partiti politici non avevano praticamente nessun contatto, è stato sicuramente un grande errore. Quando noi ci staccammo da AKEL e formammo l’ADISOC la prima cosa che facemmo 10 giorni dopo la formazione del nuovo partito, fu prendersi il rischio di attraversare la Linea Verde al Ledra Palace e incontrare i partiti turco ciprioti. Alcuni ci accusarono di tradimento e di riconoscere l’occupazione del nord dell’isola.

Devo dire che ero molto contento che il nostro esempio sia stato seguito da altri partiti, che volevano attraversare, ma che in realtà esitarono.

Clerides è l’entourage del suo partito, Riunione Democristiana e l’AKEL ci seguirono, insieme ad alcuni partiti più piccoli.

I partiti che si rifiutarono di rispondere al nostro appello, erano il partito Democristiano e l’ADEK.

Purtroppo, avevamo solo l'opportunità di incontrare solamente i partiti turco ciprioti di opposizione.

I partiti al potere, specialmente la destra e l’estrema destra rifiutarono di incontrarci.

Ricordo che nel 1992 o 1993 i nostri partiti e ADISOC crearono con i partiti turco ciprioti, il nuovo partito di Cipro.

Si trattava di un piccolo partito, che sottoscrisse un memorandum indicante una possibile soluzione del problema di Cipro, secondo la nostra idea.

Vede, a quel tempo non fu data molta importanza a questo accordo, essendo sottoscritto da due partiti minori.

Ma sono sicuro che un giorno, nella storia scritta di Cipro, dopo la soluzione, questo documento si rivelerà profetico.

Ora, c’è da dire che negli anni successivi a queste riunioni si creò un vero e proprio movimento di incontri bi-comunali, a vari livelli, tra i vari gruppi professionali e i sindacati di categoria, ecc.

Gli incontri proseguirono fino al punto di irritare Denktash e Ankara, che sfortunatamente ne impedirono la continuazione. Li hanno bloccati dicendo “Vedete noi non autorizzeremo la nostra gente a venire al Ledra Palace, come non autorizziamo voi a venire qui, se voleste venire qui dovreste pagare il visto per entrare in un altro stato!”, ma nelle ultime settimane percepisco che alcune novità positive potranno alleviare la situazione.

Tre settimane fa, dopo tre anni, le due comunità hanno avuto la possibilità di incontrarsi di nuovo, al congresso dei partiti di sinistra, sulle condizioni dei gruppi del nord.

Le autorità del nord non hanno richiesto, particolari procedure per passare “dall’altra” parte, così siamo passati al checkpoint, dicendo che vivevamo nel nord e i militari ci hanno fatto passare.


Appendice 3
Intervista a Canan Oztoprak 10/08/99

Ex Presidente del Movimento Femminile per la Pace e Una soluzione Federale A Cipro – leader gruppi bicomunali – Nicosia (Nord)
Parlando di identità, le persone in Francia sono francesi, in Germania tedesche, lei come si definisce?

Noi abbiamo un genere di identità mescolata, siamo Ciprioti. Prima di tutto mi considero Cipriota, in secondo luogo mi considero turca e così sono turco Cipriota.

Penso che per un greco Cipriota, sia lo stesso.

Abbiamo molti collegamenti con la madrepatria Turchia. Prima di tutto la nostra lingua è la stessa, sappiamo che le nostre radici vengono da là. Viviamo qui da pressoché 500 anni, abbiamo stabilito una cultura comune qui che è la cultura cipriota.

Quindi si tratta di un genere di identità mescolata ma, da un certo punto di vista è un identità unica.

L’identità turco cipriota è una delle identità nel mondo che non ha bisogno di essere una nazione.



Lei quindi ha un'unica identità…

Un'unica identità che è un'identità mescolata. Non composta solo da una nazione, ma composta da una nazione più la posizione geografica di una bella isola che combina una nazione e una cultura comune che non è solo turca o solo greca, ha un passato storico più ricco, ci furono anche veneziani, egiziani, ecc.

È un’unica cultura, il teatro, la musica sono uguali.

Mi può dare qualche esempio che assimili la sua cultura a quella greco cipriota?

Musica, danze comuni, cibo, humour. Per esempio, in un picnic si mangia solamente il kebab!



Questo è qualcosa che la gente nega? Negano che esistano così tante cose in comune…

Nessuno vuole più accettarlo. Né i greco né i turco ciprioti.



Quali differenze pensa che ci siano comunque?

La lingua e la religione, e l’attaccamento alla cultura della diversa madrepatria.


Lei sente forte attaccamento alla Turchia?

No, veramente io no, ma ci sono molti turco Ciprioti che provano un grande attaccamento. In realtà, ho paura che più passerà il tempo, in cui resteremo separati l'uno l'altro e con l’embargo economico, ci avvicineremo sempre di più alla Turchia.


Vi state staccando molto dai greco ciprioti?

Noi siamo più attaccati alla Turchia. Ci sentiamo grati a loro, per la maggior parte del tempo. Per esempio, io per poter viaggiare all'estero, devo ottenere un passaporto turco.



Lei sente di avere un’identità diversa dai coloni turchi?

Chiaramente sì. Specialmente rispetto a quelli che sono arrivati recentemente, sono molto diversi dagli altri.

Ci sono due tipi di coloni, Alcuni di loro vennero subito dopo il 1974 e specialmente i loro bambini, si considerano essi stessi ciprioti. Se qualcuno gli dice che sono dei cittadini turchi, si offendono. Loro stessi fanno distinzione tra i nuovi arrivati considerandoli come coloni. È divertente per noi sentire questo ma, ma d’altro canto è una realtà che siano divenuti parte della comunità.

Vengono celebrati molti matrimoni tra coloni turchi e turco Ciprioti?

Sì, soprattutto nelle università, si incontrano specialmente a certi livelli culturali e sociali. Molti studenti turco ciprioti, poi vanno a studiare in Turchia, aumentando così la percentuale.

Questo vuol dire che si sta perdendo l'identità turco cipriota?

Sì, si sta perdendo, perché abbiamo anche un problema di emigrazione.

Molte persone vanno con le loro famiglie a vivere in altri paesi, perché la situazione economica non è buona qui e il futuro non è chiaro. Loro preferiscono andare e vivere in un altro paese e altre persone, non possiamo chiamarli coloni, vengono e prendono il loro posto, così la nostra demografia sta cambiando.



Pensa che la maggioranza dei turco ciprioti, quelli “originali” abbiano i suoi stessi sentimenti?

Chiunque lo sente. Alcuni che hanno visioni politiche di destra, dicono che non importa perché loro sono turchi e noi siamo turchi, irritandosi per questa divisione circa l'identità cipriota e turca. Ma anche loro sono d'accordo sul fatto che i turco ciprioti stanno diminuendo a Cipro e la demografia sta cambiando.



Pensa che sia un grosso problema, che sempre più coloni turchi stiano venendo a Cipro?

È un problema di duplice natura. Innanzitutto, il problema è che i turco ciprioti perdono la loro identità e un giorno non ci sarà più un identità cipriota.

In secondo luogo, questa evoluzione ha effetto negativo sulla soluzione del problema di Cipro. In alcuni anni i greco ciprioti, non troveranno la controparte equivalente nel nord, con cui parlare, perché ci saranno solo coloni turchi, che trasferitisi qui, considerano il problema di Cipro già risolto.

Non esiste un problema: c'è stata una guerra e noi vincemmo.

Qui il problema è doppio, anche i greco ciprioti, dovranno considerare questo e tentare di risolvere questo problema il più velocemente possibile.

quindi i coloni possono essere fermati.

E anche il problema può essere affrontato tra di noi, finche siamo ancora qui.

La maggior parte dei greco ciprioti con cui ho parlato, affermano che i coloni se ne devono andare.

Loro devono considerare il problema in questa prospettiva: chi deve essere considerato colono? Oggigiorno è una definizione molto complessa. Dieci anni fa la definizione era diversa. Ma ora esistono molte dimensioni. Alcuni di quelli che noi chiamamo coloni stanno chiamando a loro volta, quelli che vennero recentemente, coloni. Se avessero l'opportunità di sentire questi commenti, in realtà resterebbero scioccati.

Alcuni sono qui da 20 - 25 anni, si sono sposati qui e hanno anche dei bambini. Quando gli dici che sono turchi, si mettono a ridere o si arrabbiano dicendoti che non è vero.

Persone come me realmente sentono che stiamo diminuendo e che la cultura cipriota sta scomparendo, noi guardiamo a quelle persone per sentirli più ciprioti, perché si separino sempre più dalla Turchia, per fargli sentire che questa sarà la loro terra nel futuro, e che per questa terra possano fare qualcosa.

Anche rispetto alla politica, abbiamo bisogno di loro, perché il nostro voto, il voto dei partiti di sinistra sta diminuendo e i coloni tendono votare per i partiti di destra. Loro devono pensare che questa sia la loro terra e loro devono pensare al futuro, per dare un'opportunità alla pace.

Lei ricorda la convivenza con i greco ciprioti, prima del 1974?

Anch’io sono una rifugiata, del sud nel 1963.Vivo il problema di Cipro ogni giorno, da quando sono nata nel 1955 e immediatamente dopo, ci fu la lotta dell’EOKA contro gli inglesi. Un tempo vivevo a Paphos, e una prima volta, nel 1958 la nostra casa fu bruciata dai greco ciprioti. Più tardi, nel 1963 dopo la crisi della costituzione quando la lotta ricominciò, la nostra casa fu bruciata di nuovo e così la maggior parte delle case nel nostro villaggio. Il mio villaggio di origine è sulla strada che porta ai monti Troodos, dopo Lefta.

Dovemmo lasciare il villaggio e vivemmo per 11 anni come rifugiati a Lefta. Dopo nel 1974 quando arrivarono i turchi, i greco ciprioti attaccarono immediatamente tutti i turco ciprioti dell’isola, noi fummo attaccati a Lefta, fummo imprigionati durante la prima operazione e fino alla seconda.

I soldati greci presero la nostra casa. Alla fine della seconda operazione i soldati turchi vennero a liberarci. Nelle nostre riunioni bi-comunali, dico sempre che l'interpretazione delle date è diversa e i sentimenti sono diversi.

Sono una pacifista ma devo anche dire, che uno dei giorni più importanti della mia vita è quello in cui siamo stati liberati, saremmo morti se i soldati turchi non fossero venuti a liberarci.

D’altro canto, questi giorni sono i peggiori per i greco ciprioti. È un modo diverso di percepire le cose.

Il contatto tra le due comunità è molto importante è un peccato che non possiamo riunirci e condividere queste esperienze. La storia non è raccontata nel modo giusto: nella comunità greco Cipriota, come nella nostra; l'altro si sente sempre puro, senza colpe. Quando ci incontriamo, possiamo condividere le nostre esperienze e quando affermiamo la storia di ognuno di noi è molto attendibile, non è propaganda, qualcosa che ognuno di noi ha vissuto.

Oggi tutto è più difficile, quanto considera importante questo aspetto della società civile, per cambiare la situazione? Da quanto tempo è coinvolta in queste attività? – Per quali motivi, gli incontri sono stati quasi proibiti, quali le scuse principali del governo? Denktash stava aspettando il momento giusto per attuare delle limitazioni?

È certo, che tutto ciò, dipende principalmente dal problema dell'Unione Europea. Denktash dice che solo i greco ciprioti sono stati accettati ai negoziati per l’adesione.

Nelle sue parole “Noi siamo sottovalutati, non ci considerano, così neanche noi li considereremo”.

Da psicologo, penso che così volessero punire l’altra parte, ma in questo modo hanno punito anche noi.

Non è una bella sensazione, essere limitati nelle proprie libertà,

quando ci dicono “non si può passare da questo cancello”. Ci incontravamo al Ledra Palace, che è solamente a 10 metri dal mio negozio e ora devo andare fino a Pila per incontrare i greco ciprioti, a più di un'ora di strada.



Ma tutto ciò era già previsto? Le riunioni erano viste come un fattore di instabilità?

Ad entrambe le parti, non piacquero chiaramente le riunioni perché sia da questa parte che dall’altra, le autorità al potere, sono politicamente di destra e sono sicura, che in realtà non vogliano una pace per Cipro, sono sicura che sono felici che tutto ciò sia successo.



Credo che le riunioni bi-comunali siano uno sforzo per integrare le due comunità, per non isolarsi completamente l’una dall'altra, specialmente per coloro che vivono insieme prima del 1974.

I giovani greco ciprioti non conoscono i loro coetanei turchi. Credo che sia lo stesso anche per i giovani del nord, ci sono molte differenze tra le diverse generazioni?

Se ha l’opportunità di fare uno studio della nostra società, noterà sicuramente, molte differenze, a seconda dell’età. Sono sicura che avrà la percezione che noi vivevamo in modo molto amichevole prima del 74 e improvvisamente arrivò la Turchia e ci divise. La maggior parte dei greco ciprioti della mia età, che vissero nel 1963 non conoscono la verità.

Non è che rinnegano il passato, non sanno che accaddero molti avvenimenti, non furono date molte informazioni.

Non sono informati, ricordano solamente gli aspetti positivi. Nella maggior parte dell'isola, prima dell’indipendenza, le relazioni tra le due comunità erano buone.

Ma quando ci si doveva recare a Nicosia, bisognava passare sempre dei controlli, i soldati controllavano se avevi una bomba, un’arma. Forse quei greco ciprioti non dissero ai loro amici quello che succedeva, i padri e le madri non lo raccontavano ai propri figli.

C’è disinformazione, otterrà sempre risposte e percezioni molto diverse. Sono anch’io curiosa circa la differenza d’età.

Non mi aspetto molti cambiamenti, nella percezione dei greco ciprioti; vede, fin da piccoli, gli si dice “ricordati che vieni da Kyrenia” anche se sono nati a Limassol.

Tutti i bambini nati nel sud, si considerano di Kyrenia o di Famagusta, ecc.

Se lei chiede nella nostra parte, nessuno dei giovani le dirà che viene da Pafos o da Limassol.

I nostri giovani si sono adattati alla loro vita qui, non vogliono tornare indietro, perché non si sentirebbero al sicuro. Questa è la differenza principale tra le due comunità.



Questo significa che i giovani hanno meno entusiasmo per una possibile soluzione?

No in realtà hanno più entusiasmo loro, ma dipende anche da che tipo di soluzione ci si può aspettare.

Se lei trova due persone che vogliono una soluzione immediata, un greco cipriota e un turco cipriota, le diranno entrambi che vogliono una soluzione bi-comunale e una federazione bi-zonale. Ma l'interpretazione su come realizzarli differisce.

I greco ciprioti pensano a una federazione, che gli dia la possibilità di tornare alla loro case, un turco Cipriota, pensa ad una federazione che mantenga comunque un confine, uno stato comunque diviso in due parti, per sentirsi sicuri, senza greco ciprioti. Questa è una percezione comune, ciascuno di noi sente lo stesso.



Ma come si sente lei, le piacerebbe tornare alla sua casa d’origine?

No, io no. Anche se amo il mio villaggio non posso pensare di tornare a vivere laggiù, non ho buoni ricordi di quel posto, ho solo cattivi ricordi di quando ero bambina.

Ho avuto, comunque, la fortuna di poterlo visitare alcuni anni fa.

Chi pensa che abbia causato i guai?

Sicuramente tra coloro che hanno causato i guai, possiamo mettere la Gran Bretagna. Tutto è cominciato, immediatamente dopo che loro hanno “lasciato”.

In realtà, non lasciarono veramente l’isola, visto che mantengono ancora due basi militari.

Sapevano che quando tutto si sarebbe sistemato, i primi disordini sarebbero stati rivolti verso le basi, come a Malta.

Nel momento in cui le due comunità si sarebbero scontrate tra di loro, nessuno si sarebbe più interessato alle basi.

Anche gli Stati Uniti, hanno un forte interesse, mantengono alcune basi sul nostro lato, non si fanno scappare l’opportunità di installarsi nell’isola.

Ci dicono che sono qui perché essendoci un problema, qualcuno deve aiutarci a risolverlo.

Poi la Turchia ha interessi qui, la Grecia ha interessi qui.



Ma lei biasima i greci e i greco ciprioti?

Biasimo entrambe le parti, noi e i greco ciprioti, siamo stati abbastanza ignoranti da non vedere tutte queste dimensioni ed invece aver lottato tra di noi.

Chiaramente i greco ciprioti devono essere biasimati, per il fatto che sono la maggioranza della popolazione.

Potrebbero fare qualcosa di diverso, invece di promuovere solo l’attaccamento alla Grecia, dovrebbero promuovere un maggiore attaccamento ai turco ciprioti, per creare un futuro in comune, per convincerci che possiamo vivere insieme e non spingerci verso la Turchia.



Perché durante il periodo coloniale, non esisteva nessuna struttura politica comune? C'era una sorta apatia verso la dottrina del ”divide and rule”?

Le due comunità vivevano senza formarsi un'idea di quello che sarebbe successo dopo che gli inglesi se ne fossero andati. Entrambi devono essere biasimati per il modo in cui si comportarono verso gli inglesi?

Forse all'inizio la lotta contro gli inglesi cominciò solo attraverso il movimento dell’EOKA. Se fossero stati veramente contro inglesi loro, ci avrebbero coinvolti nella lotta.

C’erano delle parti della società greco cipriota che chiaramente riconobbero il problema, il partito AKEL, per esempio.

Le due comunità non potevano organizzare una reazione su basi comuni, gli inglesi furono molto abili nel dividerci.

Quando la lotta cominciò presero molti poliziotti turchi per lottare contro i greco ciprioti.

Al momento di andarsene, dissero che ci avrebbero lasciato una Repubblica, ma costrinsero a stringere le mani e a condividere l’isola.

Da quel giorno, in realtà, nessuna delle due parti volle giocare questo gioco insieme all’altra.

La nuova costituzione, rappresentava un genere di discriminazione positiva verso la comunità turca, sono sicura che pensavano già che dopo due anni l’accordo si sarebbe rotto.



Quindi le due comunità erano politicamente immature e non si resero conto dell'abilità britannica di aggirare in qualche modo entrambe i lati. Sembra che il sentimento comune della società Cipriota non fosse forte abbastanza, perché c'erano divisioni anche da prima degli inglesi. Era difficile unirli prima, ed anche più difficile ora.

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Questa divisione, in effetti, ci fu. Le autorità che firmarono l'accordo di quei giorni pensando chiaramente nel modo in cui volevano gli inglesi.



Volevo chiedere qualcosa in proposito alla federazione femminile in cui lei è coinvolta, è un’ONG73? L’organizzazione è coinvolta nelle riunioni bi-comunali?

Un tempo ero Presidente, ora sono nel Comitato Esecutivo. Noi formammo questa ONG come un movimento, volevamo dimostrare che soprattutto le donne lottano per la pace a Cipro. Noi lottiamo da anni e anni. Abbiamo problemi di emigrazione, economici, ecc. ogni problema ha una base nel problema di Cipro. Vogliamo una soluzione, una federazione, un paese, una Cipro, una federazione che sarà bi-comunale e bi-zonale. Almeno per un po’ di tempo, per guadagnarsi la fiducia dell’altra comunità, pensiamo che dovremo vivere separatamente, ma con il permesso di visitare costantemente l’altra parte, in libertà.

Una volta costruita la fiducia reciproca, se si troverà una soluzione, faremo entrambe parte dell'Unione Europea, e non ci sarà più bisogno di un “confine”.

Innanzi tutto ci dovremmo liberare degli estremisti, presenti in modo massiccio in entrambe le comunità, dovremo vivere per un po’ separati, in due parti bi-comunali e bi-zonali.



Nell’eventualità di trovare un assetto politico, che sia bizonale, federale o confederale, rinuncereste al riconoscimento della “TRNC”? Questo è un punto su cui, mi sembra, che la maggior parte della società turco cipriota non sia disposta a rinunciare.

Nel momento in cui potremo guadagnare qualcosa, da una possibile soluzione, penso che potremo anche rinunciare ad alcuni dei nostri diritti.

Potremmo rinunciare a una parte della TRNC, per ottenere una federazione.

Voglio dire politicamente, la TRNC come entità, se si trovasse una soluzione si potrebbe rinunciare alla TRNC come uno stato indipendente dall’altra parte politica dell’isola.

Mi riferisco per esempio all'identità nazionale che hanno alcune regioni in Europa, come la Catalogna o i Paesi Baschi, dove, di fatto, questa identità stà diventando sempre più forte. In previsione di una soluzione ragionevole, pensa che l'istituzione della società Cipriota sarà più accomodante verso una soluzione di questo tipo?

Non tutta la comunità pensa che la TRNC debba esistere per sempre. Una parte della società, pensa che la TRNC, debba esistere fino a quando non si sarà trovata una soluzione.

Allo stato attuale delle cose, noi abbiamo bisogno di queste istituzioni e di questo governo, per sopravvivere.

A una parte della società non importerà molto dover rinunciare a tutto ciò, perché pensano che un atteggiamento intransigente comprometterebbe una soluzione del problema di Cipro.

Da un altro punto di vista, l’attuale maggioranza politica, vorrebbe che la TRNC, resti per sempre.

Alla base di queste affermazioni c’è soprattutto la propaganda, l’intento è di giocare al rialzo, per ottenere maggiori benefici all’atto di negoziare.

Non è difficile accettare questa idea per avere una soluzione federale se loro hanno la destra nella costituzione.

Non è difficile accettare l’idea di una soluzione federale, finche la costituzione della TRNC, gli dà questo diritto.



Come funziona per un colono turco divenire un cittadino della TRNC e poi ottenere il diritto di lavorare?

Alcuni dei coloni che vennero recentemente a lavorare hanno guadagnato un po’ di soldi, poi sono tornati a casa molto velocemente, perché non sentono alcun attaccamento a questa terra.

Una volta guadagnati i soldi, li spediscono alle loro famiglie in Turchia e dopo pochi anni tornano anche loro.

Questo tipo di persone non saranno un problema, ma problemi si avranno con le persone che sono nate qui e si sono sposati con i turco ciprioti.



Questo si riflette anche sulle elezioni politiche?

Immagino che non appena i coloni ottengono il diritto di voto, sono prevalentemente in favore di una soluzione radicale e politicamente più vicina alla destra?

Questo dipende anche da fattori esterni perché loro hanno la tendenza a votare per i partiti di destra, ma coloro che si sentono già ciprioti, sono più realisti, sono altri i fattori che fanno votare la destra.

Per esempio, la questione degli S-300 e il processo di adesione all'Unione Europea, per la quale fummo completamente ignorati, spinsero l’opinione pubblica a pensare come Denktash e a far pensare ai partiti di destra che il nostro unico amico sia la Turchia.
Qual è la proporzione, tra i turco ciprioti, di voti alla sinistra e alla destra?

Deve essere cinquanta e cinquanta.



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