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Storia Dei Trattati e Politica Internazionale


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Cipro fu così annessa all’Impero Ottomano e i suoi contatti con il resto dell’Europa subirono severe limitazioni.


Fu restaurato il culto della chiesa Ortodossa e abolito lo stato feudale dei contadini.

Vi fu una grande immigrazione di coloni turchi, oltre all’insediamento di 30.000 militari, cambiarono considerevolmente la demografia e la cultura nell’isola.

Fu un periodo di grande recessione, nel quale la popolazione dovette fronteggiare numerose carestie e conseguenti epidemie, causate anche da una cattiva amministrazione della politica agricola e dalla corruzione dei funzionari di governo.

Nel 1660 gli arcivescovi ortodossi vennero delegati dal governo ottomano a rappresentare i contadini nei confronti dell’amministrazione che applicava pratiche di pesante estorsione nella riscossione delle imposte.

Una grande carestia nel 1757-58 ed un’epidemia nel 1760, ridussero considerevolmente la popolazione contadina, che organizzò una grande rivolta nel 1764-66.

Gli arcivescovi di Cipro che avevano acquisito un enorme importanza, essendo diventati gli unici referenti del governo ottomano per la riscossione delle imposte sull’isola, furono accusati di cospirazione e di accordi segreti con i greci della Morea, che nel 1821 si ribellarono alla dominazione ottomana.

Vi furono numerosi massacri di cristiani nella città di Nicosia e in tutta l’isola, questo segnò la fine della supremazia degli arcivescovi e l’inasprimento delle concessioni nei confronti dei cristiani e della pratica del loro culto che venne sempre più sopraffatta da una forte diffusione del culto musulmano.

Sia gli autori Greco Ciprioti che quelli Turco Ciprioti, si trovano d’accordo sul fatto che per gran parte del periodo di dominazione ottomana, la popolazione dell’isola visse in condizioni simili e a dispetto delle etnie e della religione, si trovò a dover fronteggiare le stesse difficoltà causate dal generale sfruttamento da parte delle élite dominanti.1

Nel 1833 prese il potere Muhammad Ali, che restò anche Pasha d’Egitto fino al 1840.

Dal 1809 il Sultano Mahmud II e i suoi successori intrapresero una serie di riforme nell’amministrazione dell’isola, che presero il nome di “Tanzimat”.

In particolare fu abolita la pratica di speculazione selvaggia sulla produzione agricola e il Governatore di Cipro divenne un funzionario salariato e la composizione del gabinetto di governo era formata da una metà di ministri turchi e una metà cristiani.

Con l’introduzione del sistema d’amministrazione, “Millet” si determinò la separazione tra le comunità in base alla religione ed etnia.

Nel 1869 con l’apertura del canale di Suez Cipro acquistò ulteriore importanza strategica nel quadro geopolitico europeo, suscitando nuovo interesse da parte di tutte le potenze del continente.
1.4 La dominazione britannica
Nell’aprile del 1877 la Russia dichiarò guerra all’Impero Ottomano, la guerra si concluse col trattato di San Stefano che consegnò alla Russia i Dardanelli.

L’Inghilterra e le altre potenze Europee rifiutarono di accettare lo status quo creato dal trattato, preoccupati dalla forte espansione russa nella regione e si fecero promotori di una conferenza internazionale che si tenne a Berlino nel giugno 1878.

In conseguenza di accordi segreti stipulati al congresso di Berlino tra il Sultano della Turchia e il primo ministro del Regno Unito Benjamin Disraeli, Cipro fu ceduta al controllo britannico e divenne un’importante base militare allo scopo di limitare le ambizioni della Russia nella regione.

L’isola rimase legalmente parte dell’Impero Ottomano, al quale l’Inghilterra pagava un tributo annuo.

Tra il 1882 e il 1931 l’isola fu governata da un Consiglio legislativo, parzialmente nominato e parzialmente eletto.

Sotto il dominio britannico si attuarono subito numerose riforme: s’introdusse un efficiente sistema giuridico e una forza di polizia, si fecero considerabili riforme agricole, si costruirono nuove strade, riforme scolastiche e numerosi altri servizi pubblici.

La politica coloniale britannica, denominata “Divide and Rule2” però, mantenne e rinforzò la separazione amministrativa, culturale e politica tra le due comunità.3

Fu, infatti, negli ultimi anni dell’impero ottomano e i primi anni di dominazione britannica, che la chiesa Ortodossa mantenne stretti contatti con il mondo intellettuale Greco e cominciò a trasformare le tradizioni locali in elementi dinamici di nazionalismo politico.4

Questo sentimento politico culturale prendeva il nome di “Enosis”, ossia annessione alla madre patria Grecia.

Quando l'impero ottomano parteggiò con i tedeschi durante la prima guerra mondiale, l’Inghilterra annesse Cipro e nel 1925 la dichiarò una colonia della corona.

Un anno dopo Cipro fu offerta alla Grecia in cambio della partecipazione alla guerra al fianco degli alleati.

L’offerta fu rifiutata e non fu più ripetuta nel 1917, quando la Grecia entrò effettivamente in guerra.

La guerra per la Grecia durò fino al 1922, quando fu sconfitta dalle forze Nazionaliste Turche, un milione e mezzo di rifugiati discesero dall’Asia Minore verso un paese con soli cinque milioni di abitanti.

Il trattato di Losanna del 1923, segnò la fine dell’irredentismo Greco e la nascita dello sviluppo della nazione greca.

Anche Cipro vide una nuova collocazione nell’ambito degli equilibri geopolitici venutisi a creare nell’area dei Balcani.

Grecia e Turchia riconobbero, la Sovranità britannica su Cipro e nonostante i legami sempre più stretti con le due comunità dell’isola, si astennero dall’interferire attivamente nei decenni precedenti la seconda guerra mondiale.

In particolare la Grecia entrò a far parte dell’orbita britannica e si astenne dal provocare frizioni che avrebbero fatto venir meno questa condizione.

Nonostante ciò, il movimento per l’Enosis fomentato dalla comunità Greco Cipriota e l’opposizione Turco cipriota, non cessò di organizzarsi e alimentare un grande sentimento di divisione popolare.

Manifestazioni pro o contro l’Enosis si susseguirono frequentemente, il malcontento nei confronti dell’amministrazione britannica era fomentato da un crescente sentimento nazionalista.

Sotto lo stimolo dei cambiamenti occorsi in Turchia da parte dell’amministrazione creatasi dopo la rivoluzione guidata da Mustafà Kemal (Atatürk), verso la fine degli anni venti anche la comunità Turco Cipriota, si organizzò in nuovi movimenti, che si opponevano alle tradizionali élite ottomane, integrate nel sistema amministrativo britannico.

Nel 1931 vi fu un’aperta ribellione anti-britannica, sfociata in un inasprimento delle relazioni tra la comunità greco cipriota e il governo imperiale.

Più di duecento villaggi furono coinvolti nei disordini.

In seguito a questi eventi, la reazione della comunità Turco Cipriota fu apertamente appoggiata dall’amministrazione britannica.

Entrambe le comunità subirono forti limitazioni, furono proibiti l’insegnamento della storia Greca e di quella Turca, furono banditi i simboli, le icone degli eroi nazionali e le rispettive bandiere.

I gruppi coinvolti nella lotta per l’Enosis, dovettero operare sempre più in una condizione di clandestinità.

Cipro non fu particolarmente coinvolta nel secondo conflitto mondiale.

Truppe cipriote si distinsero in alcune battaglie tra il 1939-45 per esempio in Libia, al comando di Lord Wavell e nella campagna di Grecia nel 1941.

L’isola fu anche usata come luogo di detenzione per gli Ebrei illegalmente immigrati in Palestina, l’ultimo di questi campi di detenzione risale al 1949.

Nel 1943 fu creata la prima organizzazione di massa Turco Cipriota, Katak (Associazione della Minoranza Turca di Cipro), nel 1948 fu creato un comitato speciale turco, la coscienza nazionale turca venne favorita da una grande mobilitazione politica e educativa.

L’amministrazione britannica però, pur favorendo la nascita di questi movimenti e della crescente identificazione della popolazione turco cipriota con la madre patria Turchia, non arrivò mai ad accordare una reale autonomia alle comunità locali.

L’appoggio alla comunità turco-cipriota, serviva soprattutto per controbilanciare il pericolo dell’Enosis, nell’ottica dell’intensificazione della politica di “Divide and Rule”.

Infatti, le autorità londinesi, non fecero nessuno sforzo per incoraggiare lo sviluppo delle necessarie condizioni politiche e sociali per un governo di Cipro, diverso da quello coloniale.5

Questa intransigenza della politica coloniale britannica nei confronti di Cipro, portò ben presto a un inasprimento dei rapporti tra le comunità ed anche da parte delle stesse nei confronti dell’amministrazione inglese.

Nel gennaio 1950, un plebiscito istituito tra la comunità greco cipriota fu promosso dalla chiesa Ortodossa.

I cittadini si dovettero pronunciare sulla volontà di annessione (Enosis), di Cipro alla madre patria Grecia; ci fu il 96 % di consensi.

Il risultato del plebiscito segnò l’inizio di un decennio molto importante e turbolento per Cipro, le aspirazioni e cambiamenti richiesti dalle comunità locali raggiunsero il loro apice e anche la scena politica internazionale venne sempre più coinvolta dagli eventi occorsi sull’isola.



1.5 Makarios e il Colonnello Grivas, due importanti figure della lotta per l’indipendenza e la nascita della Repubblica di Cipro
Nel 1950 il giovane Arcivescovo Makarios fu eletto capo della Chiesa Ortodossa e prese il nome di Makarios III.

Originario della città portuaria di Paphos, fin dall’adolescenza venne istruito nel millenario monastero di Kykko, dove maturò ben presto le sue ideologie legate all’Ellenismo e alla Cristianità Ortodossa.

Aveva solo 18 anni quando le rivolte antibritanniche scoppiarono nel 1931, ma già vedeva in questi episodi il simbolo delle sue future lotte politiche.

Si trasferì in Grecia dove studiò teologia e visse di prima persona la terribile occupazione Nazista, che influenzò senza dubbio il suo carattere.

Egli ben presto si distinse fino ad assumere la guida del movimento per l’Enosis.

Un altro personaggio indubbiamente importante nella storia della fondazione della repubblica di Cipro è il Colonnello Grivas.

George Grivas, nacque a Trikomu, un villaggio non lontano da Famagusta, più vecchio di Makarios, Grivas crebbe durante le guerre balcaniche, nel 1916 si trasferì in Grecia dove entrò nell'accademia militare.

Come giovane ufficiale partecipò alla guerra Greco-Turca del 1922 in Anatolia.

Nel 1940, quando l’Italia invase la Grecia, fu comandante della seconda divisione dell’esercito ma fu sconfitto.

Durante l’occupazione nazista, Grivas, inaugurò la sua attività terroristica per la lotta dei suoi ideali, formando la prima organizzazione chiamata “X”.

L’organizzazione si rese protagonista di numerosi attentati contro i tedeschi e successivamente, una volta che la Grecia fu liberata, “X” intraprese una strenue lotta contro l’opposizione comunista “EAM”, in un crescendo di attacchi e azioni organizzate con metodi paramilitari.

Makarios e Grivas si incontrarono per la prima volta in Grecia, quando il primo era ancora uno studente.

Dopo venti anni, nel 1951, Grivas tornò a Cipro e cominciò a diffondere la sua idea per la conquista dell’indipendenza sull’isola, invocando come unica soluzione la Guerriglia organizzata e il terrorismo.

Makarios, apparentemente aveva maturato un sentimento contrastante rispetto all’estremismo di Grivas, fin dai loro primi incontri.

Nel 1954 l’Inghilterra rese nota l’intenzione di elaborare una nuova costituzione per Cipro, che avrebbe cambiato le procedure elettorali in forma restrittiva.

La comunità Greco Cipriota, che vide nella proposta un’ulteriore affronto alle sue aspirazioni di Enosis, si oppose fermamente, mentre quella turco cipriota si dichiarò pronta ad accettarla.

Anche i governi di Grecia e Turchia, ripresero ad essere coinvolti nella questione cipriota; Atene portò il problema di Cipro davanti all’assemblea delle Nazioni Unite e appoggiò direttamente le campagne per l’Enosis.

La Grecia rivendicò il diritto di applicare il principio di autodeterminazione dei popoli che aveva permesso l’indipendenza di numerose colonie sin dai primi anni successivi alla seconda guerra mondiale.

Uno dei motivi per cui la Grecia ruppe le proprie inibizioni sulla questione, è legata al fatto che l’influenza britannica aveva lasciato il passo alla crescente importanza che la nuova potenza mondiale, gli Stati Uniti, avevano cominciato ad esercitare nello stato ellenico.

Era questo il primo tentativo di internazionalizzazione del conflitto, appoggiato dal blocco delle Nazioni Unite e dai paesi del terzo mondo6.

Makarios era presente all’assemblea generale dell’ONU e aggiunse una petizione alla richiesta formale della Grecia.

L’Inghilterra dal canto suo favorì, come contraltare, l’interessamento del governo di Ankara, permettendogli di interferire nell’organizzazione politica e sociale della comunità turco-cipriota.

Le condizioni per i futuri scontri intercomunali, presero sempre più forma e la lotta anti-coloniale assunse ben presto l’aspetto di un confronto tra greci e turchi.
1.6 Eoka e Volkan, lo scoppio dei disordini, la strada verso l’indipendenza.
La campagna di disordini e violenze provocati dal gruppo più estremista e radicale, organizzatosi sotto il nome di EOKA7, accaddero nell’Aprile 1955, ma i piani per queste campagne furono studiati parecchi anni prima sia in Grecia sia a Cipro.8

Makarios di ritorno dalle riunioni dell’ONU a New York, s’incontrò più volte con Grivas, e proprio sotto i suoi auspici, l’EOKA venne formata e cominciò a organizzarsi.

Tutto il mondo greco era ossessionato dall’idea di Enosis, rappresentava l’ultimo sogno per la comunità ellenica che il regno Bizantino fosse un giorno restaurato.

Come scrisse Markides, sociologo greco nato a Cipro, L’Enosis originò dal pensiero degli intellettuali nel loro tentativo di restaurare la civiltà Greco-Bizantina.9

La dottrina dell’Enosis, s’inquadrava quindi in un idea più vasta di Ellenismo, che avrebbe riportato un comune sentimento di grandezza.

La grande Grecia, era da realizzarsi con una grande politica, questa prendeva il nome di “Megali idea” (grande idea).

Certamente, la Chiesa Ortodossa, essendo la più importante e potente delle istituzioni diede un grande contributo alla diffusione di queste idee.

La comunità Turco-Cipriota reagì, sviluppando l’idea di divisione dell’isola, tra Greci e Turchi che prese il nome di “Taksim” (divisione), e dando vita alla propria organizzazione politica clandestina “Volkan” (Vulcano) che appoggiò il movimento TMT (Türk Mukavemet Teskilati – Organizzazione della Resistenza Turca).

L’EOKA, al comando di Grivas, si rese responsabile di un gran numero di attacchi a soldati e rappresentanti del governo di Londra.

Nel novembre 1955 fu dichiarato lo stato d’emergenza, istituita la pena capitale e i soldati britannici (circa 10.000), assunsero il servizio in stato di guerra.

Il governatore istituì un consiglio esecutivo formato da quattro funzionari della corona, due greco ciprioti e un turco cipriota.

Il governatore Sir John Harding prese poi a discutere la situazione con il leader politico del movimento per l’Enosis, Makarios; l’Inghilterra cominciava a considerare come ultima soluzione, l’indipendenza per Cipro, i colloqui fecero ben sperare in una cessazione dei disordini.10

Ma proprio durante una riunione a Londra, tra i Ministri degli Esteri di Grecia, Turchia e Inghilterra dove si discuteva della questione Cipriota, una bomba esplose nel consolato turco a Salonicco, che si trovava tra l’altro affianco alla casa natale di Mustafa Kemal Atatürk.

Quella sera (6 settembre 1955), scoppiarono molti disordini e manifestazioni anti-Grecia, in tutta la Turchia e specialmente a Istanbul, unica città con una considerevole comunità greca che fu molto attaccata.

Dopo l’esplosione in Grecia e i disordini in Turchia, anche la popolazione Turca cominciò a nutrire interesse e a sviluppare le sue ossessioni emotive riguardo alla questione di Cipro.

I colloqui e i tentativi di mediare la situazione tra le parti in causa continuarono fino al marzo 1956, quando Makarios, accusato di essere implicato nelle attività dell’EOKA fu esiliato alle isole Seychelles.

L’esilio di Makarios non aiutò certamente a portare maggiore tranquillità tra le due comunità e diede anzi la possibilità all’EOKA e al suo comandante Grivas di agire indisturbato nella sua azione militare.

Quando l’amministrazione britannica decise di istituire una guardia civile composta da turco-ciprioti, il conflitto tra le due comunità divenne quasi inevitabile.

EOKA prese ad attaccare anche bersagli turco-ciprioti, oltre che operare attentati contro esponenti greco ciprioti moderati, visti come traditori alla causa dell’Enosis.

A Makarios fu permesso di lasciare l’esilio nel 1957, ma non di ritornare sull’isola.

Si trasferì in Grecia, dove continuò la sua azione diplomatica per la risoluzione pacifica del problema cipriota.


1.7 Gli accordi di Zurigo e Londra, la nascita della Repubblica di Cipro

Nel giugno 1958 fu elaborato un nuovo piano da parte dell’Inghilterra che prevedeva l’istituzione di un nuovo consiglio per l’amministrazione dell’isola, che questa volta includeva anche rappresentanti dei governi di Atene ed Ankara, nel frattempo ritornati a considerare attivamente il problema, con non poche tensioni tra gli stessi due paesi.

A fronte di queste tensioni, entrarono in gioco anche gli Stati Uniti, che fecero pressioni sulla Gran Bretagna, la Grecia e la Turchia affinché si cercasse una soluzione al problema di Cipro. Gli USA erano preoccupati che le tensioni che si andavano delineando potessero compromettere il delicato equilibrio politico-militare minuziosamente costruito in quell’area con l’entrata nella NATO di Grecia e Turchia9.

Queste pressioni portarono a un nulla fatto nel 1957-1958 ma favorirono l’intensificarsi dei contatti diplomatici e portarono le potenze implicate a riunirsi a Zurigo, il 6 febbraio 1959.

E’ significativo il fatto che alla conferenza di Zurigo parteciparono solo i primi ministri di Grecia, C.Karamalis; Turchia, A.Menderes e Regno Unito, Harold Macmillan, mentre i rappresentanti delle due comunità dell’isola non furono chiamati in causa.

La conferenza di Zurigo tracciò le linee per la costituzione di uno stato indipendente di Cipro, risultò in un compromesso per la Grecia e la Turchia e sancì la definitiva rinuncia dell’Inghilterra a mantenere un atteggiamento intransigente rispetto alla perdita della propria sovranità sull’isola.

Nondimeno però l’Inghilterra si assicurò il controllo e la sovranità territoriale sulle due basi in suo possesso nell’isola (56 chilometri quadrati); oltre che mantenere un ruolo di primaria importanza come garante dell’integrità e la costituzione del nuovo stato.

Il 19 febbraio 1959 alla “Lancaster House” di Londra, gli accordi di Zurigo vennero ratificati.

In questa occasione furono invitati anche i rappresentanti delle due comunità dell’isola, ma come già a Zurigo, ebbero un ruolo marginale.

Infatti, le autorità Cipriote, vennero solo invitate a firmare questi accordi, senza partecipare attivamente al processo negoziale.


Tra altri accordi firmati, i più importanti sono:


  1. Struttura fondamentale della Repubblica di Cipro.

Questo accordo doveva contenere gli elementi fondamentali per la stesura di una costituzione, di seguito se né da una sommaria descrizione:

Lo stato di Cipro doveva essere una repubblica a regime presidenziale, il Presidente di etnia greca e il vicepresidente turca, eletti a suffragio universale per cinque anni.

Il presidente e il vicepresidente sarebbero stati coadiuvati da un consiglio dei ministri (sette greci e turchi) e da un parlamento (House of representatives) i cui membri eletti a suffragio universale per la durata di cinque anni avrebbero rispettato la proporzione del 30% di provenienza turca e 70% di provenienza greca.

Era prevista l’istituzione di Camere comunali, competenti in materia di religione, cultura e educazione.

Gli abitanti turchi delle cinque maggiori città, avrebbero inoltre avuto la facoltà di stabilire municipalità separate per un periodo di quattro anni.

Le lingue ufficiali della Repubblica sarebbero state il Turco e il Greco.

Si previde l’istituzione di una Corte di Giustizia.

Le forze di polizia e militari, avrebbero seguito, per la loro struttura, una partecipazione in proporzione del 40% per cittadini turchi e 60% per cittadini greci.




  1. Trattato di garanzia tra la Repubblica di Cipro, Grecia, Turchia, Gran Bretagna.

Con questo trattato si garantiva l’indipendenza, l’integrità territoriale e la sicurezza della Repubblica di Cipro.

Nei primi due articoli del trattato, si sottolinea e si proibisce qualsiasi attività volta a unificare politicamente o economicamente la Repubblica di Cipro con qualsiasi altro stato e la conseguente unione o partizione dell’isola.

Nell’assicurare questo principio, l’articolo tre del trattato, accorda alle tre potenze firmatarie (Grecia, Turchia e Regno Unito), la facoltà di intraprendere azioni unilaterali o congiunte per restaurare lo status quo ante stabilito dal trattato stesso.


  1. Trattato di Alleanza tra Repubblica di Cipro, Grecia, Turchia.

Questo trattato stabilì lo stazionamento permanente di un contingente militare greco formato da 950 uomini e uno turco formato da 650 uomini.


  1. Trattato di Stabilimento

Con questo trattato il Regno Unito si assicurò la sovranità sulle basi militari di Akrotiri e Dhekelia.

Nel Novembre dello stesso anno furono definiti i ruoli che avrebbero avuto il Presidente e il Vicepresidente della nuova Repubblica.

Un accordo fu anche raggiunto nello stesso mese, sulla composizione di una Corte Suprema Costituzionale.

In Dicembre, l’Arcivescovo Makarios fu eletto primo Presidente della Repubblica di Cipro; controparte turca, fu eletto Vicepresidente, Fazil Küçük.

Dopo la formalizzazione degli accordi con l’Inghilterra, nel luglio 1960, nei quali si definirono i dettagli per la permanenza delle basi britanniche sull’isola, tutto era pronto per ufficializzare l’indipendenza di Cipro.

Nell’agosto del 1960, Makarios, Küçük e l’allora Governatore della corona Sir Hugh Foot, proclamarono la definitiva indipendenza dell’Isola e la nascita della Repubblica di Cipro.


1.8 La Repubblica di Cipro, uno stato diviso sin dalla sua nascita.
Sin dalla sua nascita, la Repubblica di Cipro è stata condizionata da due principali contraddizioni etnico politiche, maturate dagli accordi di Zurigo e Londra.

A livello domestico, la costituzione si dimostrò ben presto inapplicabile e le due comunità non furono in grado di raggiungere un compromesso, per costruire un’organizzazione statale efficace.

L’insistenza nella separazione degli interessi delle due comunità, non diede spazio alla realizzazione di una società cipriota.

Separando il sistema educativo e il sistema delle comunicazioni, si sviluppò una cultura folcloristica tesa a legittimare le basi per una politica nazionalista.

Per i Greci l’isola è sempre stata Greca e così sarebbe dovuta rimanere.

Le elites turco cipriote videro nella separazione etnica e religiosa un buon punto di partenza per la partizione dell’isola.

All’interno della comunità greco-cipriota, anche se tutti i gruppi sociali avevano differenti ma chiare ragioni per non desiderare più l’Enosis, rimase per molti un ideale da raggiungere.

Lo stato di Cipro, veniva sostanzialmente lasciato senza cittadini.12

Per quanto concerne lo status internazionale di Cipro e le sue relazioni esterne, una evidente controversia nacque dalle limitazioni imposte alla sovranità e all’indipendenza politica della neonata Repubblica.

Le tre potenze firmatarie del trattato di garanzia, si arrogarono sia il diritto di installare truppe in modo permanente sull’isola, sia quello di intervenire militarmente.

Le due comunità avevano differenti opinioni sulla validità e l’utilità del trattato.

Il Presidente Makarios, non fece segreto della sua intenzione di liberarsene al più presto, in quanto vedeva nel trattato una grave limitazione a una reale indipendenza di Cipro.

Egli si richiamava ai principi dell’ONU, di non intervento e di equità sulla sovranità degli stati.

All’atto dell’entrata di Cipro alle Nazioni Unite, come membro a tutti gli effetti, considerava annullabile qualsiasi obbligo derivante dal trattato.

I turco ciprioti al contrario, opponevano che il trattato era parte integrante della costituzione e come tale non poteva essere abrogato unilateralmente.

Essi vedevano nel diritto per la Turchia di intervenire, un grande deterrente della supremazia greca.

Sia in Grecia sia nella comunità greco-cipriota, gli accordi potevano essere visti come una rinuncia a principi imprescindibili e ideologicamente molto forti come quello dell’Enosis.

Il primo ministro Karamalis però, seppe ben presto riconoscere i limiti della Grecia.

Egli credeva fermamente, come del resto la quasi totalità del mondo ellenico, nella inevitabilità storica dell’Enosis; ma sapeva anche che nell’ambito del sistema internazionale che aveva portato la Turchia al fianco del suo paese nella NATO, un’intransigenza esasperata sulla questione di Cipro avrebbe potuto essere dannosa.

Egli cercò di stimolare una situazione di stabilità, scaturente dagli accordi, che avrebbe comunque portato dei vantaggi alla comunità greca, economicamente più avanzata e politicamente dominante.

In Turchia, il Governo di Menderes, che aveva negoziato gli accordi su Cipro, fu rovesciato da un colpo di stato militare nel maggio 1960, poco prima della proclamazione della Repubblica di Cipro.

La giunta militare, concentrò i propri sforzi nella stesura di una nuova costituzione e una rinnovata amministrazione pubblica.

Essi si proclamarono subito in favore degli accordi di Zurigo e Londra e favorirono una politica di normalizzazione ancora maggiore nei confronti della Grecia.Gli effetti benefici di questa politica si faranno sentire anche a Cipro, dove per un seppur breve periodo, le due comunità lavoreranno fianco a fianco nel tentativo di concretizzare una comune linea politica e amministrativa sulla base della costituzione appena creata.

Nonostante ciò le contraddizioni non tarderanno a presentarsi e ben presto questa struttura collasserà per la naturale contrapposizione degli interessi di ciascuna comunità e per la conseguente radicalizzazione dei sentimenti nazionalisti.

Gli accordi di Zurigo e Londra e la nascita della Repubblica di Cipro, non sono altro che un compromesso, un esempio di “Realpolitik”, ovvero una politica realistica che non tiene conto del fattore psicologico nella soluzione che viene raggiunta tramite un accordo.

Glen Camp, definisce la Realpolitik nel seguente modo:


Questo tipo di politica asserisce che il ruolo della diplomazia è di sviluppare soluzioni ai problemi internazionali che ratifichino una distribuzione già esistente del potere piuttosto che soluzioni che cambierebbero questa distribuzione con maggiore equità. L’uomo di stato è quindi un realista che ricerca un accordo basato sull’esistente equilibrio di poteri, non un idealista che cerca di rettificare un’ingiustizia che sente con passione.13
Certamente i fattori e i condizionamenti, sia interni che esterni che hanno portato a questi accordi sono innumerevoli e caratteristici della scena politica internazionale di quell’epoca.

Basti pensare che Cipro, ottenne relativamente tardi la sua indipendenza rispetto ai molti stati che già nei primi anni cinquanta diedero inizio al massiccio processo di decolonizzazione che porterà non solo alla effettiva liberazione dal dominio di potenze straniere, ma anche alla creazione di un nuovo sistema internazionale di eguaglianza sotto l’egida delle Nazioni Unite.

Come già ricordato, gli Stati Uniti diedero una spinta importante alla convocazione.

L’Inghilterra ovviamente, mantenendo le proprie basi e condizioni commerciali favorevoli integrando Cipro nel Commonwealth, si inseriva perfettamente in questo quadro strategico.

Probabilmente coloro che trassero i benefici minori da questi eventi furono proprio le comunità Cipriote, incapaci di crearsi una identità nazionale che potesse sopperire alla secolare frammentazione della società imposta sull’isola dalle potenze straniere che l’hanno controllata fino a quel momento e che continueranno a influenzarne il destino politico anche successivamente.
1.9 I primi anni della Repubblica di Cipro, la difficile coesistenza delle due comunità nell’ambito della nuova costituzione.
Fin dai primi giorni dell’entrata in vigore della costituzione, cominciarono i problemi sull’interpretazione e l’applicabilità della stessa, ciascuna delle due comunità era decisa a difendere i propri interessi.

Uno dei primi compiti del governo, era quello di creare le nuove istituzioni pubbliche.

Proprio su questi punti, apparve subito chiara la divergenza tra la comunità greca riluttante a sviluppare le nuove istituzioni secondo le direttive costituzionali considerate ingiuste e irrealistiche, e quella turca che invece insisteva sull’applicazione immediata e incondizionata delle stesse direttive, specialmente quelle che proteggevano i loro privilegi.

Tra i principali argomenti, oggetto di divergenza, c’era la formazione dei quadri pubblici con la proporzione del 70: 30 (rispettivamente greci e turchi), la composizione di un esercito nazionale, la separazione dei voti di maggioranza nella Camera dei Rappresentanti, lo stabilimento di municipalità separate e il diritto di veto del vicepresidente su alcune decisioni del consiglio dei ministri e della camera.

Gli sforzi intrapresi dal Presidente Makarios e dal Vicepresidente Küçük per trovare un compromesso, furono ostacolati dai funzionari greco ciprioti che minacciarono dimissioni collettive e proteste di massa.

Essi si appellarono alla corte costituzionale, la quale non fu in grado di dare soluzioni al problema, poiché essa stessa si trovava divisa da interessi etnici.

Infatti, il suo giudice neutrale, l’avvocato tedesco Ernst Forsthoff, si trovò impotente davanti alle pressioni esercitate su di lui dalle due comunità e dovette dimettersi nel maggio del 1963.

Proprio per il carattere più etnopolitico che legale della questione, non si trovò mai una soluzione; l’amministrazione pubblica non divenne mai completamente operativa.

Per quanto riguardava il problema delle maggioranze parlamentari, secondo i greco ciprioti, le direttive imposte dalla costituzione violavano i principi della democrazia e davano alla minoranza turca un eccessivo potere d’ostruzione.

Questi ultimi rivendicavano che solo con un voto di maggioranza avrebbero potuto difendersi dalla dominazione greco cipriota.

Il conflitto, portò ad una paralisi del sistema legislativo, perciò le leggi base necessarie per il funzionamento minimo dello stato non poterono essere adottate.

La situazione può emblematicamente essere illustrata, prendendo in considerazione la legislazione sulle imposte.

Nel 1960 non esisteva una legge delle imposte sul reddito, il governo la introdusse, ma i parlamentari turco ciprioti si opposero e la bloccarono.

La giustificazione a questo blocco, era dovuta al ritardo nella realizzazione delle altre leggi, in particolare quella riguardante il rapporto 70: 30 per la nomina dei funzionari pubblici e quella per la separazione delle municipalità.

Le due camere comunali intervennero separatamente e formularono leggi in materia di tasse, ognuno per la propria comunità.

In seguito a questi avvenimenti i due gruppi, si avviavano ad una difficile convivenza, l’unità e l’economia dello stato subirono gravi conseguenze.

La mancanza di un controllo centrale sulle finanze pubbliche, portarono ad un grave dissesto dell’economia.

Anche un nuovo tentativo di portare il problema della divisione municipale alla Camera dei Rappresentanti, presentato dai parlamentari greco ciprioti, finì in un nulla di fatto, bloccato dal voto a maggioranza separata.

Nel dicembre 1962 la camera municipale turco cipriota approvò una legge che, dal primo gennaio 1963, avrebbe legittimato la separazione delle camere dei consigli comunali nelle cinque principali città, oltre che stabilire un’istituzione simile nella città dove era dominante la comunità turca, Lefka.

Il Presidente Makarios, supportato dai greco ciprioti e dal Consiglio dei Ministri, in risposta emanò un decreto esecutivo, secondo il quale le camere municipali avrebbero dovuto congiungersi e un funzionario governativo avrebbe avuto l’incarico di controllarne l’operato.

Entrambi i provvedimenti furono giudicati incostituzionali e annullati dalla suprema Corte Costituzionale.

Nonostante ciò, le due parti rimasero ferme sulle proprie decisioni, questo portò ad un grande disordine nella gestione degli affari comunali delle cinque città principali: Nicosia, Famagusta, Limassol, Larnaca e Paphos.

Gli altri motivi di contrasto sopracitati non tardarono a presentarsi: la discussione sulla struttura da dare ad un esercito nazionale che come previsto dagli accordi di Zurigo avrebbe avuto un organico di circa duemila uomini, il 60% greci e il 40% turchi.

L’opinione pubblica greco cipriota, contestava questa struttura, giudicandola decisamente sproporzionata rispetto alle differenze demografiche.

Oltre al numero dei militari, la discordia era soprattutto rappresentata dal fatto che Makarios e il Consiglio dei Ministri, proposero la formazione di un esercito misto, composto sia da militari turco ciprioti, sia da greco ciprioti.

Il Vicepresidente Küçük, si servì del suo diritto di veto per bloccare questa decisione, richiedendo la formazione di un esercito formato da unità separate per le due comunità.

Makarios contestò la validità del diritto di veto, in particolare riguardo a questa materia, non venne mai formato un esercito, né comune né separato.

Diretta conseguenza di questi eventi, fu invece, la nascita di gruppi militari clandestini, in entrambe le comunità, conosciuti come “eserciti privati”.

La maggior parte di questi gruppi erano controllati e diretti da coloro che avevano avuto un ruolo primario nei disordini e nelle violenze etniche occorse prima dell’indipendenza.

Entrambe le parti si resero conto che non avrebbero più potuto fidarsi di uno stato inefficiente e non operativo per difendere la propria sicurezza, iniziarono quindi a prendere le misure per proteggersi.



1.10 Le proposte di emendamento della costituzione, un tentativo di normalizzazione?
Le contraddizioni e i dissidi a livello legale e politico, non cessarono, le file dei gruppi militari cominciarono a prendere consistenza.

In queste condizioni, il Presidente Makarios, prese l’iniziativa, proponendo un emendamento in tredici punti della costituzione, non contemplato ed anzi vietato dalla costituzione stessa dall’articolo 182.

Egli si espresse in questo modo giustificando la sua proposta:
Una delle conseguenze delle difficoltà create da alcune delle direttive della Costituzione è di impedire che i greci e i turchi collaborino con spirito di amicizia, di minacciare le relazioni tra di loro e di portarli a una maggiore divisione invece di avvicinarli, provocando la rovina del benessere del popolo cipriota”.
La proposta riguardava principalmente quelle materie per le quali si erano creati dissidi tra le due comunità13:


  1. Abrogazione del diritto di veto del Presidente e del Vicepresidente.

  2. Il Vicepresidente della Repubblica avrebbe sostituito il Presidente, in caso di una sua assenza temporanea o nell’incapacità di svolgere le sue funzioni.

  3. Il Presidente greco della Camera dei Rappresentanti e il suo Vicepresidente turco eletti dalla Camera con voto congiunto e non, come allo stato attuale, il Presidente dai membri greci della Camera e il Vicepresidente dai membri turchi.

  4. Il Vicepresidente della Camera dei Rappresentanti avrebbe sostituito il Presidente della Camera dei Rappresentanti, in caso di una sua assenza temporanea o nell’incapacità di svolgere le su funzioni.

  5. Abrogazione delle direttive Costituzionali riguardanti il voto di maggioranza separata per l’approvazione di alcune leggi da parte della Camera dei Rappresentanti.

  6. Creazione di municipalità congiunte.

  7. Unificazione dell’amministrazione del sistema giudiziario.

  8. Abolizione della divisione delle forze di sicurezza in Polizia e Gendarmeria.

  9. Determinazione del numero degli organici delle forze di sicurezza e delle forze militari tramite una legge.

  10. Modifica delle proporzioni per la partecipazione di greci e turco ciprioti, nella composizione dell’organico del servizio pubblico e dell’esercito, in base alle proporzioni demografiche esistenti tra la popolazione.

  11. Riduzione del numero dei membri della Commissione del Servizio Pubblico, da dieci a cinque.

  12. Tutte le decisioni della Commissione del Servizio Pubblico, da prendere sulla base di un voto a maggioranza semplice.

  13. Abolizione della Camera Comunale Greca

Le proposte di Makarios, avrebbero creato una struttura statale basata sull’unità e con un sistema maggioritario.

Questo avrebbe comportato l’eliminazione di alcuni privilegi costituzionali accordati alla minoranza turco cipriota.

Küçük respinse le proposte, definendole “assolutamente inaccettabili” e di “natura contorta”, ne identificò il proposito di distruzione della repubblica e di riesumazione della politica dell’Enosis.

L’impasse politica e le controversie legali che paralizzarono la neonata Repubblica, originavano in parte proprio dalla struttura costituzionale che rifletteva chiaramente gli antagonismi tra i due gruppi etnici.

Le istituzioni pubbliche formalizzarono e rinforzarono le differenze etniche attraverso le strutture e le pratiche governative.

La perfetta coincidenza di differenze linguistiche, etniche, religiose, culturali e politiche impedirono qualsiasi forma di convergenza che potesse creare uno spirito nazionale tale da supportare uno stato unitario.

La dinamica delle relazioni tra maggioranza e minoranza creò ulteriori barriere alla comunicazione e alla riconciliazione.

Il clima di diffidenza che si instaurò in seguito agli accordi di Zurigo e di Londra, si manifestò prontamente nella costruzione della nuova repubblica.

La rigidità delle disposizioni dettate dalla costituzione, non lasciava spazio a un adattamento politico e legislativo della situazione che si sarebbe venuta a creare di lì a poco.

Anche per gli autori di parte greco cipriota come P.G.Polyviou, la situazione era tale che: “presentare tutte le tredici proposte simultaneamente può essere stato un errore e una mossa tattica mal calcolata”14.

Per la tensione e la diffidenza nelle azioni reciproche, sarebbe stato preferibile un approccio più moderato, possibilmente discutendo eventuali riforme caso per caso.

Ma resta il dubbio che anche con un simile approccio, la parte turco cipriota avrebbe potuto accettare delle proposte che andavano ad intaccare l’ordine creato dalla costituzione e dagli accordi diplomatici di Londra e Zurigo.

Infatti, ancor prima della controparte turco cipriota, fu la Turchia a pronunciarsi contro le proposte di Makarios.

Il rifiuto di Küçük era dunque giustificato da un lato perché minacciava i diritti e privilegi che la costituzione accordava alla comunità turco cipriota, dall’altro per il sigillo che la Turchia aveva dato alla stessa.

Le proposte erano in diretta violazione con l’articolo 182 della costituzione, i turco ciprioti basavano la propria sicurezza e la propria linea politica proprio sull’inviolabilità della costituzione e sullseparazione degli organici e delle istituzioni pubbliche.

Anche se l’intento delle proposte di Makarios, fosse stato quello della riconciliazione, la forma unitaria con cui furono presentate e le situazioni contingenti del periodo in cui ci si trovava non ne avrebbero comunque permesso l’accettazione da parte dei turchi.

Come vedremo in seguito15, la storiografia turco cipriota mette anzi in risalto come in realtà tutta la politica di Makarios, dei greco ciprioti e della stessa Grecia faceva parte di un piano premeditato, denominato “Akritas”, che potesse isolare ed eliminare tanto le forze politiche quanto la comunità turco cipriota, attraverso prima l’azione politica, poi l’azione militare.

Certamente la maggioranza greco cipriota tendeva a ricercare la dominazione dello stato a spese della minoranza turco cipriota.

Quest’ultima però, con l’intransigente difesa dei suoi diritti legali e delle sue garanzie politiche tendeva ad evitare i negoziati a causa della minore forza contrattuale di cui disponeva.


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