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-3280 Fiumi Mediterranei a flusso permanente con il paspalo-Agristidion e con filari ripari di Salix ,e Populus alba, Alnus cordata. Altre specie indicatrici sono: Cynodon dactylon, Polypogon viridis, Agrostis stolonifera, Lotus tenuis, Cyperus fuscus, Saponaria officinalis. Anche questo habitat ha un’ estensione molto limitata, è presento solo lungo l’alveo di fiumi e torrenti. Spesso l’asta fluviale risulta completamente chiusa dalla vegetazione di Salix alba, Populus alba, Populus nigra, Alnus cordata, Sambucus nigra, Sambucus ebulus, Corylus avellana, Acer campestre mentre la vegetazione erbacea più rappresentativa è costituita da : Ranunculus ssp. Edera helix, Vinca minor, Arum lucanum, Ortica, Equisetum, Agrostis, Fragaria vescia, Xantium, Dafne laureola, Rubus ssp.
-91MO Foreste Pannonico-Balcaniche di quercia di cerro- quercia sessile. E’ uno degli habitat più esteso del Sic, costeggia quasi per i due terzi la circonferenza del lago ed in alcuni punti Bosco Maglie e Bosco dell’Aspro si allunga a circa un chilometro dal lago. Le specie rappresentative sono Quercus cerris, Quercus frainetto, Quercus pubescens, Quercus virginiana, Festuco heterophylla, Poa femoralis, Potentilla microcantha, Vicia cassubica, Achillea nobilis, Digitalis microcantha, Euphorbia corallioides, Luzula forsteri, di grande importanza biogeografia risultano Digitalis micrantha, Malus fiorentina, Ptolostemon strictus, Lathyrus jordanii, Lungo le rive del lago a mosaico sono presenti numerose pinete artificiali di Pino nero, Pino d’Aleppo e Pino marittimo.

Tendenzialmente in prossimità delle rive del lago, il farnetto è la specie che tende più ad espandersi per le sue caratteristiche mesofile (Tendenza all’Habitat 9280).



1.2.2. LISTA HABITAT INDIVIDUATI SECONDO IL NUOVO MANUALE ITALIANO DI INTERPRETAZIONE DEGLI HABITAT (2009) DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE


Codice

Denominazione

SIC

NOTE 1

Grado di conservazione




NOTE 2

Specie caratteristiche



NOTE 3

Permanenze/cambiamenti



Riportare il codice numerico dell'habitat

(es. 2230)



Riportare la denominazione dell'habitat

(es. "Dune con prati dei Malcolmietalia")



Riportare codice e denominazione del/dei SIC in cui l'habitat è presente

Indicare lo stato di conservazione specifico di ogni singolo habitat in relazione ai fattori di pressione

Indicare l’avvenuta individuazione di specie caratteristiche dell’habitat

Indicare permanenze e modificazioni rispetto alla scheda 2003 e commentare l’eventuale attribuzione di un nuovi codici in base al nuovo manuale interpretazione habitat 2009 Indicare solo habitat effettivamente riscontrati.

Indicare se si pensa di dover ancora effettuare approfondimenti e quali.

Indicare i tempi previsti.


3150

Laghi eutrofici naturali con vegetazione del tipo Magnopotamion o Hydrocharition

IT9210143 Lago Pietra del Pertusillo

Negli ultimi anni il lago ha subito dei processi di eutrofizzazione con forte moria di pesci, dovuti all’emissioni di reflui ed altro nelle acque.

Lemna minor, Calystegia sepium, Salicornia patula, Solanum dulcamara, Ceratophyllum demersum, Myriophyllum spicatum, Zannichellia palustris.

In effetti questo habitat è forzato, forse si dovrebbe cambiare, in quanto il livello dell’acqua nell’arco dell’anno (nelle stagione estiva) scendi di parecchi metri, questo non permette alla vegetazione acquatica di insediarsi lungo le sponde, sono presenti piccoli lembi solo alla foce dei fiumi e dei torrenti

3280

Fiumi Mediterranei a flusso permanente con il paspalo-Agristidion e con filari ripari di Salix e Populus alba

IT9210143 Lago Pietra del Pertusillo

In generale l’habitat si presenta in un discreto stato di conservazione anche se sono stati riscontrati alcuni elementi negativi come abbondante presenza (T. Sciura) di urtica dioica specie nitrofila, e contatto diretto tra bosco ripario e corso d’acqua. Di positivo segnalata la presenza della lontra.

Salix alba, Populus nigra, Populus alba, Alnus cordata, Cynodon dactilon, Polygopon viridis, Agrostis stolonifera,Lotus tenuis, Cyperus fuscus, saponaria officinalis.

Da 3280 a 3290 a 92AO

91MO

Foreste Pannonico-Balcaniche di quercia di cerro- quercia sessile

IT9210143 Lago Pietra del Pertusillo

Buon stato di conservazione anche se in alcune aree bisogna sottolineare eccessiva presenza di carico di bestiame.

Quercus cerris, Quercus frainetto, Quercus virginiana, Festuca heterophylla, Poa nemoralis, potentilla microcantha, Vicia cassubica, Achillea nobilis, Digitalis micrantha, Ptilostemon strictus, Lathyrus jordanii, Euphorbia corallioides, Malus florentina, Lathyrus digitatus

Da 91MO a 9280. Questa tendenza avviene soprattutto nei boschi vicini al Lago.

Da 91MO a 91AA nell’area sud del lago vicino allo sbarramento dal lato di Montemurro



1.2.3. RELAZIONI ECOSISTEMICHE, DINAMICHE E CONTATTI


Codice

Denominazione

STRUTTURA E CONTATTI

della vegetazione

INDICATORI ECOLOGICI


FORMA BIOLOGICA DOMINANTE

TIPO COROLOGICO DOMINANTE

Riportare il codice numerico dell'habitat

(es. 2230)



Riportare la denominazione dell'habitat

(es. "Dune con prati dei Malcolmietalia")



Ad esempio: bosco di caducifoglie rado/denso, prato/pascolo a cotica continua/discontinua/erosa..., vegetazione sommersa e natante...

In contatto con arbusteti termomediterranei/vigneto/opere edilizie/vegetazione riparia...



Indicare la presenza di specie/componenti ambientali indicatrici di buona qualità dell'habitat (es. presenza di specie rare, assenza di specie esotiche, presenza di sinergie virtuose tra blando uso del suolo e specie da conservare) e/o di specie/componenti ambientali indicatrici di degrado

(es. presenza di specie esotiche invasive, discariche, tracce di incendio/eccessivo calpestio...)



Indicare la forma biologica delle specie vegetali prevalenti nell'habitat (es. emicriptofita idrofita...)

Indicare il tipo corologico delle specie vegetali prevalenti nell'habitat (es. eurimediterraneo, paleotemperato...)

3150

Laghi eutrofici naturali con vegetazione del tipo Magnopotamion o Hydrocharition

Lo specchio del lago è prevalentemente circondato da querceti mesofili di cerro farnetto e roverella, preceduti da una piccola fascia di pioppi, salici e pinete artificiali ,solo in piccole aree vicino alle foci dei corsi d’acqua troviamo una vegetazione ripariale di lemna, cannucce, Amorpha fruticosa.

Urtica dioica specie indicatrice presenza di nitrati.

Robinia pseudacacia e Ailanthus altissima specie alloctone invasive.Le aree emerse dall’abbassamento delle acque risultano fortemente pascolate e calpestate



Idrofite Fanerofite

Eurimediterraneo

3280

Fiumi Mediterranei a flusso permanente con il paspalo-Agristidion e con filari ripari di Salix e Populus alba

Spesso l’asta fluviale risulta completamente chiusa dalla vegetazione di Salix alba, Populus alba, Populus nigra, Alnus cordata, Sambucus nigra, Sambucus nigra Corylus avellana, Acer campestre mentre lo strato arbustivo è rappresentato da Rubus sp. Ligustrum, prunus spinosa e rosa canina, lo strato erbaceo è costituito da : ranunculus sp, Edera elix, Vinca minor, Arum sp. Ortica, Equisetum, Agrostis, Fragaria vescia, Xantium, Dafne laureola.


Urtica dioica specie indicatrice presenza di nitrati.Robinia pseudacacia e Ailanthus altissima specie alloctone invasive.

Fanerofite

Eurimediterraneo

91MO

Foreste Pannonico-Balcaniche di quercia di cerro- quercia sessile

Fustaie di cerro conpresenza di farnetto a buona densità con copertura del 100% con preseza di ceduo di carpinus orientalis nello strato dominato.

Cedui di farnetto e quercus virginiana ad elevata densità copertura 100%



Quercus frainetto

Arum lucanum , Digitalis micrantha, Ptilostemon strictus, Lathyrus jordanii, Malus florentina, Euphorbia corallioides (Specie di grande importanza biogeografica)

Ruscus aculeatus Robinia pseudacacia e Ailanthus altissima invasive (soprattutto lungo le strade)


Fanerofite

Europa-Caucaso


1.2.4. METODOLOGIA SEGUITA NELLA REDAZIONE DELLA CARTA DEGLI HABITAT E DELLE UNITÀ AMBIENTALI

La carta degli habitat è stata redatta in forma definitiva sulla base della carta della vegetazione. In occasione dell’esecuzione dei rilievi fitosociologici sono stati effettuati gli opportuni controlli sulla rappresentatività/integrità degli habitat individuati, sull’eventuale presenza e sull’intensità e frequenza dei fattori di stress e disturbo.

In questa sede vengono indicati i criteri operativi che hanno ispirato l’interpretazione degli habitat sul campo e la loro restituzione cartografica.

L’intera area del Sic Lago Pietra del Pertusillo SIC è stata indagata in modo da redigere una legenda che permettesse un confronto immediato tra le categorie di Corine Land Cover 2000, Corine Biotope e gli Habitat della Direttiva 92/43/CEE. L’unità minima di rilevamento è di 20 × 20 m, sia per gli habitat di interesse comunitario sia per vegetazione e uso del suolo. Particolare attenzione è stata prestata alla verifica dell’effettiva presenza e della reale rappresentatività (in termini floristico-strutturali ed areali) di ciascuno degli habitat riportati. Pertanto, ad ogni unità di habitat rilevata è stato attribuito un codice in funzione della struttura e “densità” (“p” = puro: 90-100%; “f” = frequente: 50-90%; “r” = rado: 10-50%).

Dove non è stato rilevato alcun habitat (o la copertura dell’habitat all’interno del poligono era inferiore al 10% dell’unità minima di rilevamento), si è utilizzata la denominazione del Corine Biotope prevalente.

Inoltre, nei siti sono frequenti le situazioni in cui i poligoni rilevati, riconducibili ad habitat o a biotopi, presentano una struttura a mosaico. Pur essendo facilmente distinguibili tra loro, le diverse componenti intervengono in misura diversa a fisionomizzare il poligono; al fine di standardizzare la loro rappresentazione, di registrare la complessità esistente e di ottenere informazioni utili alla pianificazione degli interventi gestionali, si è deciso che il tematismo fosse rappresentato da tutti i codici degli habitat o dei biotopi presenti, seguiti, come sopra riportato, dai codici che esprimono il “peso” di ciascuno degli habitat che partecipano al mosaico stesso (puro; frequente; rado). Il primo degli habitat che compongono il mosaico è l’habitat prevalente, che fisionomizza l’area di rilevamento.

I codici p-f-r vengono riportati nel data base degli habitat esclusivamente a fini gestionali, e conseguentemente non vengono visualizzati nella carta degli habitat per maggiore semplicità e chiarezza di rappresentazione.

La carta degli habitat viene pertanto redatta secondo i seguenti criteri:

• nel caso di presenza di un solo habitat, il tematismo relativo è rappresentato dal codice dell’habitat senza differenziare i poligoni con diverso grado di densità (f-p-r);

• nel caso di presenza di un mosaico di habitat, il tematismo relativo sarà rappresentato dai codici di tutti gli habitat tra loro interconnessi (senza differenziare i poligoni con diverso grado di densità), ed il primo tra questi sarà l’habitat prevalente;

• laddove non sia stato rilevato nessun habitat (o la copertura dell’habitat all’interno del poligono sia inferiore al 10% dell’unità minima di rilevamento), il tematismo sarà rappresentato dalla formazione Corine Biotope prevalente.
Ai fini del calcolo della superficie di ciascun habitat, per ciascun mosaico si è valutata qualitativamente, sulla base delle informazioni raccolte sul campo, la “superficie” occupata da ciascun habitat componente il mosaico stesso. Così facendo, è stato possibile effettuare i calcoli necessari per giungere ad una valutazione accettabile delle superfici ricoperte dai singoli habitat, necessaria per la compilazione della nuova Scheda Natura 2000.
CARTOGRAFIE

C5. Carta degli Habitat

C6. Carta delle Unità (= Unità di paesaggio) e Sub-Unità ambientali (= serie di vegetazione)

ALLEGATI

A1. Elenco habitat (tabella riassuntiva che elenca gli habitat presenti in ciascun SIC indagato e ne riporta il numero di patches, la relativa superficie cumulativa (in ha) e percentuale sul totale dell'estensione del SIC)

1.3. INQUADRAMENTO BOTANICO
Flora e vegetazione, essendo espressione viva e mutevole dell’interazione tra le matrici fisiche, biologiche ed antropiche del paesaggio, racchiudono la massima densità possibile d’informazione sul territorio, ponendo in relazione tra loro parametri chimici, fisici, ambientali ed economici, e fornendo una visione di sintesi dei loro effetti combinati (SCHMIDT, 1999). Per questo motivo, uno studio geobotanico (cioè focalizzato sulla flora, sulla vegetazione e sui fattori ambientali che le determinano) ben si presta a descrivere in maniera sintetico-interpretativa il paesaggio, mentre l’individuazione delle serie e dei complessi di vegetazione consente di delimitare efficacemente le unità fondamentali che compongono il paesaggio. La conoscenza della distribuzione di taxa e syntaxa rappresenta pertanto un punto di fondamentale importanza per la pianificazione territoriale e le valutazioni di impatto ambientale (MOSSA, 2003).

Proseguire qui con un testo di sintesi sugli aspetti di maggiore interesse floro-vegetazionale di ciascun sito esaminato, riassumendo dai paragrafi che seguono.


1.3.1. LE CONOSCENZE FLORISTICO-VEGETAZIONALI PREGRESSE

Riportare qui una "storia dell'esplorazione botanica", esaminando e commentando la bibliografia e le altre fonti consultate (erbari, monografie, ecc.).

Prima della costruzione del lago, l’area non ha suscitato un grande interesse dal punto di vista botanico, gli studi si sono concentrati sul vicino Massiccio del Sirino, quindi non si trovano studi o erbai relativi a questa area. Dal 1963 dopo la fine dei lavori della diga con la formazione del lago, l’area, ha iniziato ad avere un importanza naturalistica, poiché meta di passaggio di molti uccelli migratori nonche habitat di molte specie acquatiche.
1.3.2. METODOLOGIA ADOTTATA PER L'INQUADRAMENTO BOTANICO

Per delineare il quadro delle conoscenze botaniche sul/sui SIC in esame, sono stati utilizzati i risultati delle indagini condotte in passato sia sulla flora vascolare sia sulla vegetazione del territorio (riportare qui le citazioni bibliografiche). Durante la primavera del 2011 e del 2012 sono stati effettuati in campo numerosi sopralluoghi floristici e fitosociologici, focalizzando l’attenzione sul trend dinamico-demografico delle specie d’interesse biogeografico e conservazionistico e delle xenofite eventualmente presenti.

I campioni raccolti durante i sopralluoghi sono conservati in un erbario depositato presso scrivere qui l'ubicazione dei campioni determinati. La ristrettezza dei tempi di acquisizione ed elaborazione dei dati rende questo studio suscettibile di ulteriori approfondimenti, tuttavia, vista l’esiguità della superficie indagata e la buona disponibilità di informazioni sulla flora e vegetazione del territorio lucano in generale, si ritiene che il presente studio possieda un sufficiente grado di completezza, anche tenendo conto che il periodo di rilevamento è fenologicamente ottimale per la vegetazione indagata. I rilevamenti floristici furono eseguiti contestualmente a quelli fitosociologici, con analisi di maggior dettaglio nelle aree più rappresentative del SIC, lungo le sponde del lago, nei boschi di cerro e farnetto, lungo le aste fluviali nelle pinete artificiali e nei terreni incolti ex coltivi

Per il rilevamento floristico, la nomenclatura segue la “Check-list della Flora Italiana” (Conti et al., 2005), per accertare la vulnerabilità delle specie rilevate, sono stati consultati il Libro Rosso delle Piante d’Italia (Conti F., Manzi A., Pedrotti F., 1997), nonché gli allegati della Direttiva 92/43/CEE.

Le specie rinvenute nel corso della presente indagine vengono elencate nell'allegato elenco floristico in ordine alfabetico per genere e specie. Per ogni taxon vengono inoltre indicati la forma biologica ed il gruppo corologico di appartenenza, nonché l’eventuale status IUCN in Basilicata secondo la Lista Rossa Regionale delle Piante d’Italia (Conti et al., l.c.).

Il rilevamento della vegetazione segue il metodo fitosociologico (Braun-Blanquet, 1964; Westhoff & Van der Maarel 1978) detto anche metodo sigmatista o di Zurigo-Montpellier. La breve descrizione che segue è liberamente tratta da Pirola (1984).

Il metodo sigmatista, attualmente il più usato e diffuso in Europa per lo studio della vegetazione, si basa sull’ipotesi che le fitocenosi siano insiemi organizzati di specie che vivono su una data area contraendo rapporti di dipendenza reciproca, sia di competizione sia di sinergismo. Le variazioni nella vegetazione sono tanto più nette quanto più lo è la variazione dei fattori ambientali, ivi compreso il fattore antropico. Dove la vegetazione si modifica gradualmente, deve essere ipotizzata una altrettanto graduale variazione dei fattori ambientali. I limiti tra le fitocenosi saranno di conseguenza netti nel primo caso e sfumati nel secondo. Le variazioni che si rilevano studiando la vegetazione di un luogo saranno descritte in termini floristico-vegetazionali e giustificate ecologicamente. L’operazione di rilevamento fitosociologico consiste quindi nell’osservare, descrivere e classificare singole comunità vegetali ed interpretarne l’esistenza mediante uno studio dei fattori ambientali che le determinano.

Nell’individuare le singole fitocenosi che compongono un manto vegetale si opera per successive approssimazioni, osservando primariamente l’articolazione geomorfologica del territorio, le litologie, e le caratteristiche edafiche. Secondariamente, per ciascuna unità così distinta si procede osservando fisionomie e strutture diverse nella copertura vegetale (nell’area indagata, tali distinzioni consentono di individuare: vegetazione arborea, vegetazione arbustiva, vegetazione erbacea dominata da specie perenni, vegetazione erbacea dominata da specie annuali).

Le aree separate in tal modo saranno omogenee per fisionomia e struttura. Entro queste aree sarà poi possibile effettuare il rilevamento fitosociologico, consistente sostanzialmente nell’enumerazione di tutte le specie presenti su una data superficie, omogenea per caratteristiche strutturali e ambientali, con annotazioni relative alla morfologia dell’area rilevata e all’abbondanza di ciascuna delle specie rinvenute.

La sequenza delle annotazioni che compongono il rilievo fitosociologico è la seguente:



  • data, numero del rilievo, nome del rilevatore;

  • località e caratteri fisiografici (quota, esposizione ed inclinazione della superficie rilevata);

  • substrato litologico, % di roccia affiorante (rocciosità), % di scheletro grossolano nel suolo (pietrosità), tipo di suolo;

  • elementi strutturali (stratificazione, altezza e copertura % dei singoli strati i vegetazione);

  • elenco floristico;

  • superficie su cui si è esteso il rilevamento

  • notazioni quantitative per le singole specie

  • altre osservazioni (ecologia, eventuali tracce di azione antropica, ecc.)

Per stabilire la superficie minima su cui estendere il rilevamento, si procede mediante incremento progressivo della superficie rilevata: si parte da una piccola area, di dimensioni proporzionate alla vegetazione (solitamente da 0,2 a 8 m2), e si elencano le specie presenti in essa. Indi se ne delimita un’altra contigua, di dimensioni doppie, e si aggiungono all’elenco le specie che non erano presenti nella prima. Si procede in questo modo aggiungendo via via le specie che si rinvengono per la prima volta. Se si è stati attenti nel mantenersi entro le condizioni di omogeneità stazionale, il numero di specie da aggiungere ad ogni incremento di superficie andrà diminuendo secondo un andamento proprio dei fenomeni di saturazione. Una curva empirica, costruita ponendo sulle ordinate i numeri di specie totalizzate e sulle ascisse le superfici corrispondenti, potrà aiutare a definire la superficie minima su cui estendere il rilevamento.

Le annotazioni relative all’abbondanza delle singole specie viene effettuata stimandone il grado di copertura percentuale rispetto all’estensione dell’intera superficie rilevata ed indicizzandola secondo la seguente scala, che comprende valori da + a 5:



valore copertura % valore centrale %

5  75-100  87,5

4  50-75  62,5

3  25-50  37,5

2  10-25  17,5

1  1-10  5,0

+  < 1  0,1 (convenzionale)

Tutti i rilievi effettuati in una data area vengono riuniti in una tabella recante nella colonna di sinistra l’elenco floristico completo e nelle colonne successive i rilievi effettuati. Tale tabella sarà il documento finale della campagna di rilevamento, sulla quale verranno successivamente eseguite elaborazioni statistiche e confronti con la letteratura esistente, necessarie per classificare la vegetazione rilevata.

I rilievi effettuati in campo sono stati classificati al fine di redigere un prospetto sintassonomico coerente. Per giustificare e documentare le scelte operate caso per caso, in sede di presentazione della carta della vegetazione sono stati forniti maggiori dettagli sia sulle esigenze ecologiche sia sulle connessioni dinamiche dei singoli consorzi già noti nonché di quelli di nuovo rinvenimento.

Più nel dettaglio, sono state elencate le associazioni e gli aggruppamenti con una precisa identità floristico-strutturale e/o un definito ruolo dinamico. A livello di classi, ordini e alleanze si è fatto riferimento agli schemi proposti da MUCINA (1997) e da RIVAS-MARTÍNEZ et al. (1999).


Le tipologie vegetazionali rilevate sono quindi state rappresentate graficamente in relazione al territorio studiato mediante la realizzazione di una carta della vegetazione.

La metodologia utilizzata per la realizzazione della carta della vegetazione è ormai consolidata nel campo della cartografia fitosociologica. Le fasi fondamentali del lavoro sono: (1) fotointerpretazione, (2) rilevamento di campo, (3) rappresentazione grafica.

La fotointerpretazione comprende la lettura, l’analisi e la restituzione cartografica dei fototipi prodotti dalle fotografie aeree. Nelle carte prodotte le tipologie vegetazionali individuate sono state digitalizzate direttamente a video attraverso l’interpretazione di ortofoto digitali (sistema di riferimento WGS 84) in bianco e nero (scala 1:10.000 anno 1998). Le ortofoto rappresentano uno dei principali strumenti a disposizione per descrivere ed analizzare i cambiamenti temporali del paesaggio. Costituiscono un valido strumento per la conoscenza del territorio consentendo una visione d’insieme organica e completa (Biasini et al., 1992).

Tali strumenti presentano il grande vantaggio di essere rettificate e proiettate sul piano orizzontale oltre che acquisite in formato digitale. Inoltre possono essere visualizzate a video a scala costante e, entro un sistema di riferimento comune, sovrapposte ad altre carte, prime fra tutte le carte tecniche regionali in scala 1:10.000, con dettaglio uguale a quello delle ortofoto digitali. Il processo di ortorettificazione comporta però delle deformazioni e anche con una buona scansione dei fotogrammi si tende a perdere parte del contenuto informativo a ciò si unisce anche la perdita della visualizzazione stereoscopica. Dall’utilizzo di tale materiale fotografico derivano ulteriori vantaggi, quali:



  • Buona precisione geometrica;

  • Possibilità di modificare la qualità dell’immagine mediante la manipolazione del contrasto e della luminosità;

  • Osservare il territorio con una continuità spaziale, ovvero secondo una prospettiva di un’area vasta, grazie alla mosaicatura di più immagini;

  • Utilizzare questi supporti in ambiente GIS.

Nella fotointerpretazione sia di fotogrammi che di ortofoto digitali vengono valutati diversi parametri; tra questi oltre alla forma, alle dimensioni degli elementi e alla loro distribuzione spaziale, vi sono la tessitura dell’immagine e il colore degli oggetti presenti sul territorio che nel caso di pellicole in bianco e nero viene rappresentato dalla diversa tonalità di grigio.

I sistemi informativi territoriali (SIT) o Geographical Information Systems (GIS) permettono, attraverso la gestione contemporanea di complessi archivi di dati e cartografie, di visualizzare, interrogare e analizzare dati georeferenziati, ovvero localizzati geograficamente sul territorio. Sono quindi degli strumenti che consentono di gestire ed elaborare informazioni di varia natura associate all’ambiente e al territorio (Peverieri, 1995). Gli oggetti presenti sul territorio vengono rappresentati mediante l’utilizzo di figure elementari della geometria euclidea ossia punto e nodo, linea e poligono. A tali oggetti vengono associati degli attributi alfanumerici quali descrizioni, nomi, immagini e funzioni. L’unione degli oggetti con i relativi attributi costituiscono la copertura di un determinato tematismo. I SIT lavorano sui dati in modo stratigrafico e gerarchico. Ogni elemento cartografico (uso del suolo, confini comunali, idrografia, altimetrie, ecc.) rappresenta cioè uno strato tematico (layer). Più layer possono essere sovrapposti e combinati tra loro in modo da produrre elaborati cartografici specifici e personalizzati. Un altro vantaggio è quello di effettuare calcoli geografici su distanza e superfici (aree, lunghezze, quote, pendenze, esposizioni, ecc.) particolarmente utili ai fini della pianificazione. Grazie all’informatizzazione ciascuna base dati può essere velocemente aggiornata e modificata, sia in relazione ai mutamenti e all’evoluzione del territorio, sia in base alle esigenze di gestione. Il software utilizzato per l’acquisizione e la gestione dell’informazione territoriale è ArcView (GIS) 3.2.

Tenendo conto della finalità del lavoro si è ritenuto definire, come unità minima cartografabile, una superficie di 20x20 m2, ovvero di grande dettaglio.

Il rilevamento di campo è una fase di verifica in campagna delle tipologie derivanti dalla fotointerpretazione in ambiente GIS in cui in cui sono state controllate le situazioni incerte e sono state aggiunte alcune nuove categorie non visibili dalle foto.

Per ogni tipo di vegetazione naturale si è proceduto all’analisi floristica, strutturale ed ecologica delle comunità eseguita come specificato poc’anzi. Successivamente sono stati confrontati i dati ottenuti durante i sopralluoghi di verifica con i risultati della fotointerpretazione. In questo modo si è attribuito a ogni poligono una tipologia vegetale e sono state definite le classi di vegetazione necessarie per la stesura della legenda.

Infine si è proceduto alla rappresentazione grafica della mappa nel suo insieme. Il risultato del lavoro è una mappa del territorio analizzato, contenente aree diversamente colorate, dove ad ogni colore corrisponde un certo tipo di vegetazione (v. allegato).


Per quanto riguarda la naturalità della vegetazione, si è utilizzata una scala a 6 valori (da 0 a 5), che valuta il grado di naturalità sulla base dello stadio evolutivo delle fitocenosi e del loro grado di conservazione nell’area di studio, secondo la legenda che segue, desunta da Guarino et al. (2008):

0 ambienti privi di vegetazione naturale come le aree edificate;

1 Fitocenosi a forte determinismo antropico caratterizzate da naturalità molto bassa. Si tratta delle aree coltivate, degli impianti di rimboschimento con specie non autoctone. La vegetazione presente è normalmente quella infestante nitrofila;

2 Fitocenosi con attività antropica meno incisiva, nei quali iniziano i processi di ricolonizzazione della vegetazione naturale. Si tratta delle aree in abbandono colturale;

3 Fitocenosi seminaturali interessate da fattori di disturbo antropico come il fuoco e il pascolo, con potenzialità di evolvere verso aspetti più maturi come la macchia o il bosco. Si tratta delle praterie steppiche derivate dalla degradazione della vegetazione legnosa in seguito all’incendio e al taglio o di cespuglieti di ricolonizzazione fortemente disturbati;

4 Fitocenosi naturali interessate da processi di degrado dovute al fuoco e al taglio ma vicine alla testa della serie. Si tratta di aspetti di macchia degradati o di gariga;

5 Fitocenosi ad elevata naturalità, con disturbo antropico non significativo, che consente il mantenimento degli stadi più evoluti delle serie di vegetazione come le formazioni di macchia, rupestri, ecc.

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