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1.2SCHEDE SPECIE FLORISTICHE

Abies alba Mill.


Famiglia Pinaceae

Nome volgare: abete bianco.

Biologia: fanerofita arborea, con sporofilli tra maggio e giugno e strobili eretti maturanti nell’estate che, nel corso dell’autunno, quando le squame si distaccano insieme con i semi, si riducono ad un rachide nudo.

Distribuzione: europea con un nucleo centrale sulle Alpi fino alla Selva Nera da cui s’irradiano tre prolungamenti: uno carpatico, un secondo balcanico, un terzo appenninico. È presente lungo la dorsale appenninica in modo frammentario e relittuale a causa delle modificazioni fisionomiche, strutturali e compositive dei boschi a seguito degli intensi tagli praticati nel XIX e XX secolo per l’utilizzo del legname, soprattutto come materiale da costruzione. Il declino (riduzione o drastica scomparsa) dell’abete bianco nell’Appennino lucano, soprattutto a causa dell’azione antropica nel secolo scorso, è documentato da fonti storiche. In Basilicata è specie rara; i popolamenti più consistenti si ritrovano nell’area del Pollino e nelle abetine di Laurenzana e Ruoti. Significative anche le presenze nell’area del Vulture e nel bosco Vaccarizzo di Carbone (PZ). Nell’Abetina di Laurenzana la specie è presente nel settore orientale (Ponte Pasquini) ed in quello occidentale (località Fontana Acqua la Pietra).

Ecologia: specie sciafila, tollera per periodi di tempo prolungati l’ombreggiamento, è abbastanza esigente dal punto di vista dell’umidità atmosferica. Nei riguardi dei parametri climatici, sembra confermata la maggiore termofilia e la minore igrofilia delle provenienze di abete bianco meridionali (che alcuni autori identificano come var. apennina) rispetto a quelle settentrionali (Nolè et al., 2003; Susmel, 2001). Ha un accrescimento molto lento negli stadi giovanili. È sensibile alle gelate sia tardive che precoci. È specie socievole, si rinnova facilmente nei boschi misti con latifoglie ed in Basilicata, forma consorzi misti in consociazione con faggio e cerro. In regione vegeta ad altitudini comprese tra 800 e 1850 m s.m., su suoli da mediamente profondi a profondi con tessitura di tipo franca, franca-sabbiosa, franca-argillosa, con reazione da fortemente acida ad acida, tranne che a Ruoti dove la reazione è da neutra ad alcalina (Iovino, Menguzzato, 1993).

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9220* “Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis” (habitat prioritario).

Minacce: modificazione delle condizioni microclimatiche favorevoli alla rinnovazione, eliminazione o rarefazione delle piante portasemi.

Livello di minaccia nel SIC: medio (a breve-medio termine). Nell’Abetina di Laurenzana non vi sono notizie ufficiali di utilizzazioni a carico della conifera, ma la situazione va assolutamente monitorata.

Conservazione e protezione: è riportata tra le entità segnalate per la Basilicata nelle Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia, nella categoria IUCN a minor rischio (LR). È specie protetta della flora lucana ai sensi del DPGR 55/2005, nel novero delle specie a protezione limitata speciale. I popolamenti di abete bianco sono stati studiati nell’ambito di 2 progetti LIFE [(LIFE96 NAT/IT/003169 - Conservazione di habitat prioritari con Abete bianco nei Siti Natura 2000 nel centro-sud Italia; LIFE99 NAT/IT/006260 - Tutela dell’abete bianco nell'Appennino Centro Meridionale (II fase)] e di un progetto che ha come referenti la soc. CODRA Mediterranea ed il Laboratorio di Genetica del DISTAF dell'Università di Firenze.

Nel SIC sono presenti individui appartenenti a diverse classi cronologiche: nuclei di rinnovazione, esemplari adulti, esemplari vetusti. In quest’ultima categoria rientrano alcuni individui, che rappresentano emergenze di notevole valore naturalistico, posti in prossimità di impluvi, sui quali (nella stagione 2009) sono state misurate circonferenze di 395, 330 cm e stimate altezze dendrometriche superiori ai 25 m


Acer neapolitanum Ten.


Famiglia Sapindaceae

Nome volgare: acero napolitano.

Biologia: fanerofita arborea caducifoglia a portamento prevalentemente arboreo, fiorisce ad aprile-maggio, con fioritura che precede la foliazione, e fruttifica tra settembre e ottobre.

Distribuzione: endemismo dell’Appennino centro-meridionale, presente dal Lazio fino alla Calabria, relativamente diffuso nei boschi misti di latifoglie decidue del piano submontano e montano inferiore. Nell’Abetina di Laurenzana si riscontra sporadico nel piano dominato della cerreta e delle formazioni miste con abete bianco.

Ecologia: specie tendenzialmente eliofila, anche se riesce a tollerare l’ombreggiamento, mesofila, anche se sopporta periodi di siccità relativamente lunghi in virtù di un apparato radicale profondo ed adattamenti in senso xerico degli apparati fogliari, vegeta da 400 a 1300 m s.m. Cresce anche su suoli relativamente poveri e superficiali di natura calcarea o marnoso-argillosa. È specie gregaria nei boschi misti a dominanza di cerro e sporadicamente in quelli misti con faggio.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”; 9220* “Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis” (habitat prioritario).

Minacce: modificazione delle condizioni microclimatiche favorevoli alla permanenza della specie, eliminazione di piante portasemi in occasione di diradamenti.

Livello di minaccia nel SIC: basso (a breve-medio termine).

Conservazione e protezione: non è specie protetta da convenzioni internazionali o nazionali, non compare nelle Liste rosse nazionali o regionali, anche se, come detto in precedenza, merita considerazione in quanto specie endemica dell’Appennino centro-meridionale.

Arum lucanum Cavara et Grande


Il nome indicato in sinonimia è Arum cylindraceum Gasp. (Conti et al., 2005).

Famiglia Araceae

Nome volgare: gigaro meridionale.

Biologia: geofita rizomatosa, presenta infiorescenza spadiciforme tra giugno e luglio e fruttifica in estate.

Distribuzione: specie subendemica, anfiadriatica, presente nel settore sud-occidentale della penisola Balcanica ed in Italia centro-meridionale. In regione è stato segnalato in diverse località dell’Appennino centrale oltre che nell’area del Pollino. Nell’Abetina di Laurenzana è stato identificato in una stazione nemorale, su di un piccolo crinale sotteso da incisioni idrografiche, all’interno di formazioni miste di abete bianco e faggio a copertura colma, nel settore nord-orientale del SIC.

Ecologia: specie igrofila e sciafila vegeta da circa 1300 a 1700 m s.m., in stazioni umide ed ombrose, soprattutto sotto copertura di faggete a densità colma.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9220* “Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis” (habitat prioritario).

Minacce: modificazione delle condizioni microclimatiche negli habitat di pertinenza, alterazione degli strati superficiali del suolo.

Livello di minaccia nel SIC: basso (a breve-medio termine) in considerazione della ridotta pressione antropica esercitata sul SIC.

Conservazione e protezione: è riportata tra le entità segnalate per la Basilicata nelle Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia come specie con dati insufficienti (DD) ed annoverata nella categoria a minor rischio (LR) nell’Atlante delle specie a rischio di estinzione della flora vascolare d’Italia. È specie protetta della flora lucana ai sensi del DPGR 55/2005 ed inserita nel novero delle specie a protezione assoluta.

Atropa bella-donna L.


Famiglia Solanaceae

Nome volgare: belladonna.

Biologia: emicriptofita scaposa, fiorisce da giugno a settembre. Ha usi farmacologici.

Distribuzione: mediterraneo-montana. In Italia è presente in tutta la penisola, esclusa la Pianura Padana. In Basilicata è sporadicamente presente in radure umide tra gli 800 ed i 1400 metri s.m. Nell’Abetina di Laurenzana è stata ritrovata con pochi individui nelle chiarie del bosco, prodotto dallo schianto di piante vetuste, come nel settore nord-orientale del SIC.

Ecologia: predilige terreni sabbiosi e argillosi, ricchi di calcio, vegeta in luoghi ombrosi ed umidi, al margine dei boschi o nelle radure, soprattutto nelle vallecole umide su terreni fertili e ricchi di humus, dalla pianura sino a 1.400 m s.m.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9220* “Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis” (habitat prioritario).

Minacce: modificazione delle condizioni microclimatiche negli habitat di pertinenza, eccessivo carico di Ungulati con danneggiamento della flora erbacea del sottobosco.

Livello di minaccia nel SIC: medio (a breve-medio termine) anche a causa dell’esigua distribuzione della specie e della ridotta consistenza delle popolazioni.

Conservazione e protezione: questa entità non figura in direttive o convenzioni internazionali o nazionali, tuttavia merita attenzione in ragione della sua rarità e della significatività come specie indicatrice di condizioni eutrofiche dei boschi con faggio. Sarebbe auspicabile un miglioramento dei caratteri strutturali delle faggete, favorendo la presenza di formazioni più mature nelle stazioni adatte ed il mantenimento di una buona eterogeneità dei soprassuoli boschivi ed alto arbustivi.


Cephalanthera rubra (L.) Rich.


Famiglia Orchidaceae

Nome volgare: cefalantera rossa.

Biologia: geofita rizomatosa, fiorisce tra maggio e luglio; i fiori sono privi di nettare e sono impollinati da Imenotteri che scambiano le creste gialle del labello per stami ricchi di polline, con cui nutrono le loro larve. In questa specie è ricorrente l’autoimpollinazione, anche se meno che in C. damasonium.

Distribuzione: eurasiatica con presenze anche in Nord-Africa. In Italia è distribuita in tutte le regioni, anche se diviene più rara al Sud. In Basilicata non è molto diffusa ed è stata segnalata in alcune località nemorali. Nel SIC è stata recentemente segnalata all’interno dei boschi misti con abete bianco (Di Pietro, Fascetti, 2005).

Ecologia: vegeta al margine di boschi, nei cespuglieti, predilige terreni calcarei fino a 1800 m s.m.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9220* “Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis” (habitat prioritario).

Minacce: modificazione delle condizioni microclimatiche negli habitat di pertinenza.

Livello di minaccia nel SIC: medio (a breve-medio termine) a causa dell’esigua distribuzione della specie.

Conservazione e protezione: inclusa tra le specie protette dalla CITES è, come tutte le Orchidee, inserita nel novero delle specie a protezione assoluta della flora lucana, ai sensi del DPGR 55/2005. È inserita nelle Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia, nella categoria IUCN delle specie a minor basso rischio (LR) per la Calabria e la Sicilia.

Circaea lutetiana L. subsp. lutetiana


Famiglia Onagraceae

Nome volgare: erba maga comune.

Biologia: emicriptofita scaposa, fiorisce da giugno ad agosto.

Distribuzione: circumboreale, atlantica, nelle zone fredde e temperato-fredde dell’Europa, Asia e Nord America. È presente in tutta la penisola, ma con frequenza diversa. Nel Nord e Centro Italia è più comune, rispetto al Meridione dove diviene rara. In Basilicata è segnalata in alcune località nemorali del Pollino e dell’Appennino centro-settentrionale. Nell’Abetina di Laurenzana è stata rinvenuta in prossimità di un piccolo vallone con pochissimi esemplari.

Ecologia: igrofila, ombrivaga, suboceanica, vegeta nelle formazioni igrofile di latifoglie e miste con conifere, in prossimità di corsi d’acqua, dal piano basale fino a 1500 m s.m.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9220* “Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis” (habitat prioritario).

Minacce: riduzione o degradazione degli habitat di pertinenza.

Livello di minaccia nel SIC: medio (breve-medio termine) in considerazione dell’esigua diffusione della specie e del ridotto contingente di esemplari.

Conservazione e protezione: questa entità non figura in direttive o convenzioni internazionali o nazionali, tuttavia merita attenzione in ragione della sua rarità e della significatività come specie indicatrice di condizioni ecologiche poco disturbate. Compare nelle Liste Rosse Regionali per la Sardegna.

Crataegus laevigata (Poir.) DC.


Famiglia Rosaceae

Nome volgare: biancospino selvatico.

Biologia: fanerofita cespugliosa caducifoglia, fiorisce da maggio a giugno e fruttifica in estate.

Distribuzione: centroeuropea, subatlantica. È distribuita, anche se con diffusione discontinua e sporadica, su tutta la penisola ad esclusione della Sardegna e con presenze incerte per la Val d’Aosta e la Sicilia. In regione è segnalata in varie località. Nell’Abetina di Laurenzana è sporadicamente presente nel piano dominato delle formazioni miste.

Ecologia: specie mesofila, tollera l’ombreggiamento, gradisce terreni freschi ed umidi, discretamente dotati in sostanza organica, vegeta nelle formazioni di latifoglie eliofile e mesofile, dal piano basale fino a quello montano, da 0 fino a 1300 m s.m.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9220* “Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis” (habitat prioritario).



Minacce: riduzione o degradazione degli habitat di pertinenza, danneggiamento o eliminazione in occasione delle ripuliture del sottobosco e/o delle utilizzazioni forestali.

Livello di minaccia nel SIC: basso (a breve-medio termine) in considerazione della ridotta pressione antropica esercitata sul SIC.

Conservazione e protezione: questa specie non figura nelle convenzioni internazionali o nazionali, ma merita attenzione in quanto, a livello regionale, è certamente non comune.

Cyclamen hederifolium Aiton


Famiglia Primulaceae

Nome volgare: ciclamino napoletano.

Biologia: geofita bulbosa, provvista di un grande tubero di forma globosa, schiacciato ai poli e con radici soltanto nella porzione superiore. Fiorisce da agosto a novembre.

Distribuzione: nord-est mediterranea, si estende verso Nord fino alle regioni meridionali della Francia e della Svizzera e verso Sud fino all’Egeo e all’Anatolia occidentale. In Italia è presente ovunque, ma è maggiormente diffuso nelle regioni centrali e meridionali, in Sicilia, Corsica e Sardegna. È comune anche in Basilicata nei boschi e nelle boscaglie ombrose e fresche di latifoglie (soprattutto querceti e castagneti) fino ai 1300 m d’altitudine. Nell’Abetina di Laurenzana è diffusamente presente tanto nella cerreta pura quanto in quella mista con faggio ed abete bianco.

Ecologia: mesofilo e tendenzialmente ombrivago, è presente dal piano basale fino a 1300 m s.m. Tollera un moderato disturbo del pascolo e della ceduazione.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”; 9220* “Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis” (habitat prioritario).

Minacce: alterazione degli strati superficiali del suolo.

Livello di minaccia nel SIC: basso (su breve-medio termine).

Conservazione e protezione: specie protetta e tutelata a livello internazionale, presente nella Red List della IUCN e nell’Appendice II della CITES. In Italia, a livello regionale, risulta tutelata solamente in Liguria.

Dactylorhiza maculata L.


Famiglia Orchidaceae

Nome volgare: orchidea macchiata.

Biologia: geofita bulbosa, fiorisce tra maggio e luglio; i fiori sono privi di nettare e l’impollinazione è effettuata da insetti inesperti che vengono attratti da stimoli visivi. Tra gli impollinatori più efficienti vi sono Coleotteri Cerambicidi che si nutrono delle sostanze vischiose prodotte dallo stimma, oltre che Ditteri ed Imenotteri (tra i quali soprattutto bombi). È una specie dalla sistematica complessa.

Distribuzione: paleotemperata-eurosiberiana. Sui rilievi europei è presente ovunque, manca solamente sui Balcani. È diffusa anche in Asia settentrionale. In Italia è presente comunemente su tutto il territorio nazionale, risulta rara in Sicilia e dubbia (forse assente) in Sardegna. Nell’Abetina di Laurenzana è presente anche con popolazioni di una certa consistenza in luoghi umidi e mediamente luminosi all’interno dei boschi misti di cerro ed abete bianco, come per esempio lungo le piste forestali.

Ecologia: prati umidi, boschi aperti, fino a 2300 m s.m. Predilige suoli basici, ma cresce altrettanto bene su substrato acido. Vegeta in luoghi soleggiati in pianura o collina; ma si può trovare nei prati lievemente umidi e nel sottobosco di boschi radi, in zone a cespuglieti, presso i bordi di ruscelli.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”; 9220* “Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis” (habitat prioritario).

Minacce: riduzione o degradazione degli habitat di pertinenza, danneggiamento o eliminazione in occasione delle ripuliture del sottobosco e/o delle utilizzazioni forestali, danni da Ungulati, calpestio.

Livello di minaccia nel SIC: basso (breve-medio termine), in considerazione della ridotta pressione antropica esercitata sul SIC.

Conservazione e protezione: inclusa tra le specie protette dalla CITES è, come tutte le Orchidee, inserita nel novero delle specie a protezione assoluta della flora lucana, ai sensi del DPGR 55/2005. Sarebbe auspicabile il mantenimento di elevati livelli di diversità del mosaico ambientale.

Dactylorhiza sambucina (L.) Soò


Famiglia Orchidaceae

Nome volgare: orchide sambucina, giglio sambucino.

Biologia: geofita bulbosa, fiorisce da aprile a giugno; i fiori sono privi di nettare e l’impollinazione è effettuata da insetti inesperti che vengono attratti da stimoli visivi. A questo proposito la notevole variabilità cromatica dei fiori di quest’orchidea pare proprio rispondere ad una precisa strategia riproduttiva, che consente di disorientare l’insetto, evitando che lo stesso ricordi di non visitare i suoi fiori in quanto privi di nettari.

Distribuzione: europea-caucasica, dalla Scandinavia centrale a Spagna e Sicilia; è assente in gran parte dell'Europa centro-occidentale. È presente in Corsica ma manca in Sardegna. Nel Sud Europa (Italia compresa) preferisce gli orizzonti alto-collinari e montani. Nell’Abetina di Laurenzana è presente con popolazioni di una certa entità al margine del bosco.

Ecologia: prati, pascoli e boschi luminosi, abbastanza indifferente al grado di acidità del suolo, vegeta su terreni asciutti o relativamente umidi, da 300 a oltre 2000 m di quota.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”.

Minacce: riduzione o degradazione degli habitat di pertinenza, raccolta degli scapi fiorali soprattutto nelle aree servite da strade e piste.

Livello di minaccia nel SIC: basso (breve-medio termine).

Conservazione e protezione: inclusa tra le specie protette dalla CITES è, come tutte le Orchidee, inserita nel novero delle specie a protezione assoluta della flora lucana, ai sensi del DPGR 55/2005. Sarebbe auspicabile il mantenimento di elevati livelli di diversità del mosaico ambientale.

Epipactis helleborine (L.) Crantz


Famiglia Orchidaceae

Nome volgare: elleborine comune.

Biologia: geofita rizomatosa, con rizoma breve e non stolonifero, fiorisce da giugno a settembre. Dal punto di vista sistematico si tratta di un gruppo polimorfo che vanta numerose sottospecie. Ha fecondazione incrociata per mezzo di insetti pronubi che sono attirati dal nettare contenuto nell’ipochilo. Tra gli impollinatori più efficienti vi Ditteri Sirfidi oltre che api e vespe.

Distribuzione: paleotemperata, dall’Irlanda alla Siberia con presenza anche in Nord Africa. È stata introdotta anche in America, dove si è notevolmente diffusa. In Italia è segnalata in tutte le regioni, relativamente abbondante soprattutto sui rilievi, meno frequente nelle isole e nella Pianura Padana. In Basilicata è stata segnalata in numerose località e può ritenersi abbastanza comune. Nell’Abetina di Laurenzana è stata di recente segnalata nei boschi misti di cerro, faggio ed abete bianco (Di Pietro, Fascetti, 2005).



Ecologia: specie mesofila, vegeta in boschi di latifoglie o misti, densi o radi, ai margini o nelle radure, dal piano basale fino a 2000 m s.m.; è piuttosto indifferente nei riguardi del suolo (calcareo o debolmente acido), che tuttavia deve essere profondo e ben dotato in umidità.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9220*: Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis (habitat prioritario).

Minacce: alterazione delle condizioni microclimatiche ed ecologiche degli habitat di pertinenza, calpestio.

Livello di minaccia nel SIC: basso (a breve-medio termine).

Conservazione e protezione: inclusa tra le specie protette dalla CITES è, come tutte le Orchidee, inserita nel novero delle specie a protezione assoluta della flora lucana, ai sensi del DPGR 55/2005. È inserita tra le entità segnalate nelle Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia della vicina Calabria nella categoria IUCN delle specie a minor rischio (LR).

Epipactis microphylla (Ehrh.) Sw.


Famiglia Orchidaceae

Nome volgare: elleborine minore.

Biologia: geofita rizomatosa, fiorisce da maggio ad agosto, può utilizzare due strategie riproduttive quella autogama e quella per mezzo di insetti pronubi che sono attirati dal nettare contenuto nell’ipochilo. Tra gli impollinatori più efficienti vi sono api, vespe e Ditteri Sirfidi.

Distribuzione: europeo-caucasica, dal Belgio all’Iran settentrionale. In Italia è distribuita in tutte le regioni a meno della Val d’Aosta, diviene più rara al Nord. In Basilicata è meno comune di E. helleborine. Nell’Abetina di Laurenzana è stata di recente rinvenuta nel settore occidentale del SIC, all’interno di formazioni miste di cerro, faggio ed abete bianco.

Ecologia: mesofila, vegeta nei prati aridi, nei boschi generalmente di latifoglie, meno frequentemente misti e predilige terreni calcarei, dal piano basale fino a 1200 m s.m.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9220*: Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis (habitat prioritario).

Minacce: alterazione delle condizioni microclimatiche ed ecologiche degli habitat di pertinenza, calpestio.

Livello di minaccia nel SIC: basso (a breve-medio termine).

Conservazione e protezione: inclusa tra le specie protette dalla CITES è, come tutte le Orchidee, inserita nel novero delle specie a protezione assoluta della flora lucana, ai sensi del DPGR 55/2005. È inserita tra le entità delle Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia per la Basilicata nella categoria IUCN delle specie a minor rischio (LR) e segnalata anche per altre regioni (Calabria, Umbria, Puglia).

Epipogium aphyllum Sw.


Famiglia Orchidaceae

Nome volgare: epipogio.

Biologia: geofita rizomatosa, saprofita, priva di clorofilla e per questo poco visibile. Fiorisce tra luglio e settembre, ma la fioritura, condizionata da una primavera umida e mite, risulta alquanto irregolare. Quest’orchidea si può propagare per via sessuale, ma si tratta della strategia riproduttiva più rara, oltre che per via vegetativa, in quanto il rizoma possiede la capacità di emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui. Le generazioni non si susseguono annualmente ed infatti, la pianta può scomparire alla vista per anni, vegetando a livello ipogeo e sfruttando simbiosi con fungi specifici.

Distribuzione: eurosiberiana, dai Pirenei al Giappone; è presente con popolazioni molto ridotte in quasi tutta la penisola, con un maggior numero di stazioni sulle Alpi orientali, mentre è più sporadica nel resto delle Alpi e lungo l’Appennino fino alla Calabria. È ritenuta un relitto delle glaciazioni del Quaternario. In Basilicata è stata di recente segnalata sul Pollino ed osservata in pochissime stazioni nell’Abetina di Laurenzana.

Ecologia: specie saprofita, sciafila, vegeta in boschi montani a copertura densa (faggete, peccete o abetine) su suoli freschi, ricchi di humus, spesso su legno e radici marcescenti, entro una fascia altimetrica compresa tra 400 e 1900 m s.m. Predilige substrati di natura calcarea o silicea con reazione acida.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9220*: Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis (habitat prioritario).

Minacce: alterazione delle condizioni microclimatiche ed ecologiche degli habitat di pertinenza, calpestio e danneggiamenti derivanti dalla circostanza che si tratta di una pianta davvero molto difficile da vedere.

Livello di minaccia nel SIC: alto (a breve-medio termine), a causa dell’esigua consistenza delle popolazioni e delle complesse strategie riproduttive.

Conservazione e protezione: inclusa tra le specie protette dalla CITES è, come tutte le Orchidee, inserita nel novero delle specie a protezione assoluta della flora lucana, ai sensi del DPGR 55/2005. È specie rarissima nell’Italia meridionale ed inserita tra le entità segnalate per la Basilicata nelle Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia nella categoria IUCN delle specie vulnerabili (VU).

Euphorbia corallioides L.


Famiglia Euphorbiaceae

Nome volgare: euforbia corallina.

Biologia: geofita rizomatosa con antesi tra maggio e luglio.

Distribuzione: specie endemica dell’Italia meridionale. Nell’Abetina di Laurenzana ne è stata rilevata la presenza sporadica nei boschi misti a prevalenza di cerro (Aita et al., 1977; Di Pietro, Fascetti, 2005).

Ecologia: cresce nei boschi associata a varie latifoglie (querce, carpini, salici, pioppi) sia nelle regioni a estate siccitosa, che in zone umide e piovose dal piano fino a 1200 metri s.m. (1400 nelle regioni a clima più temperato).

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”.

Minacce: gestione selvicolturale inappropriata, danneggiamenti da Ungulati.

Livello di minaccia nel SIC: medio (breve-medio termine) anche in considerazione della sua sporadica presenza e dell’esigua consistenza delle popolazioni.

Conservazione e protezione: questa specie non figura nelle convenzioni internazionali o nazionali, ma merita attenzione in quanto specie endemica e di grande rilevanza biogeografica. Sarebbe auspicabile un miglioramento dei caratteri strutturali delle cerrete, favorendo la presenza di formazioni più mature nelle stazioni adatte.

Euonymus latifolius (L.) Mill.


Famiglia Celastraceae

Nome volgare: fusaria maggiore.

Biologia: fanerofita cespugliosa caducifoglia, fiorisce da maggio a giugno, fruttifica in estate-autunno.

Distribuzione: specie mediterraneo-montana, dal Nord-Africa all’Asia Minore. In Italia è presente in quasi tutta la penisola, anche se in maniera piuttosto sporadica. In Basilicata è segnalata in poche località nemorali. Nell’Abetina di Laurenzana è sporadicamente presente nel piano dominato delle formazioni miste.

Ecologia: specie mesofila, vegeta in stazioni fresche su suoli profondi, eutrofici, all’interno di boschi misti di latifoglie mesofile, da 0 a 1200 m s.m.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9220* “Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis” (habitat prioritario).

Minacce: riduzione o degradazione degli habitat di pertinenza, danneggiamento o eliminazione in occasione degli interventi di ripulitura del sottobosco e/o delle utilizzazioni boschive.

Livello di minaccia nel SIC: basso (a breve-medio termine) in considerazione della ridotta pressione antropica esercitata sul SIC.

Conservazione e protezione: questa specie non figura nelle convenzioni internazionali o nazionali, ma riveste interesse floristico a livello regionale in quanto è da ritenersi certamente rara.

Ilex aquifolium L.


Famiglia Aquifoliaceae

Nome volgare: agrifoglio.

Biologia: fanerofita sempreverde a portamento più frequentemente arbustivo, raramente arboreo, presenta fiori dioici che compaiono tra aprile e giugno; i frutti maturano nell’autunno e permangono sulla pianta anche d’inverno.

Distribuzione: submediterranea-subatlantica, dalla Penisola Iberica fino all’Iran e dall’Africa settentrionale fino alla Scandinavia meridionale. Rappresenta un relitto dell’era Terziaria, sopravvissuta ai mutamenti climatici del Quaternario come specie del sottobosco. È abbastanza diffusa sui rilievi della regione e segnalata in vari territori forestali e/o montani, anche se con frequenza discontinua. Nell’Abetina di Laurenzana è presente in maniera discontinua e con popolamenti disformi. In particolare si segnala la presenza di nuclei molto sviluppati in altezza (circa 4 metri) all’interno di rade formazioni di cerro.

Ecologia: specie mesofila, mediamente sciafila, esigente in umidità, legata a condizioni climatiche di tipo suboceanico, vegeta nella fascia montana generalmente tra (0) 700 e 1600 m s.m. È tipico nelle cerrete e soprattutto nelle faggete termofile, tanto che «nell’Appennino Lucano può chiamarsi l’ordinario commensale del faggio» (Gavioli, 1934); nelle isole si rinviene nelle formazioni miste di latifoglie decidue e sempreverdi.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9220* “Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis” (habitat prioritario); 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”.

Minacce: prelievo di fronde con frutti che spesso diviene un autentico saccheggio nel periodo natalizio, danneggiamento o eliminazione degli esemplari più fertili, taglio in occasione delle ripuliture del sottobosco e delle utilizzazioni forestali, brucatura di animali al pascolo.

Livello di minaccia nel SIC: medio (a breve-medio termine) in considerazione della ridotta pressione antropica esercitata sul SIC.

Conservazione e protezione: è specie protetta della flora lucana ai sensi del DPGR 55/2005 ed inserita nel novero delle specie a protezione limitata per cui è consentita la raccolta di 5 assi fiorali o rami per persona all’anno.

Lilium bulbiferum L. subsp. croceum


Famiglia Liliaceae

Nome volgare: giglio rosso.

Biologia: geofita bulbosa, con vistosa fioritura tra maggio e luglio, fruttifica in estate.

Distribuzione: orofita presente nell’Europa centrale e meridionale. È segnalata in tutta la penisola ad eccezione delle isole. Nel settore delle Alpi orientali si differenzia la subsp. bulbiferum. In Basilicata è presente con popolazioni generalmente poco numerose in diversi settori dell’Appennino centrale e settentrionale oltre che nel Pollino. Nell’Abetina di Laurenzana è stato ritrovato in maniera molto sporadica e con popolazioni ridotte nelle chiarie delle formazioni di cerro.

Ecologia: specie mediamente eliofila, abbastanza esigente in umidità edafica, vegeta ai margini e nelle schiarite dei boschi puri e misti di querce caducifoglie e nei prati umidi del piano montano, entro una fascia altimetrica compresa tra 500 e 2000 metri s.m. Tuttavia l’habitat ottimale è di tipo antropico ed è costituito dai prati falciati montani periodicamente rinnovati con l’aratura e la semina di foraggere, in cui forma dense popolazioni con individui ben sviluppati (Ubaldi, 2003).

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”.

Minacce: alterazione degli habitat di pertinenza, raccolta indiscriminata degli scapi fiorali in virtù (…) delle vistose ed attraenti fioriture.

Livello di minaccia nel SIC: medio (a breve-medio termine) in ragione della ridotta diffusione e dell’esigua consistenza della specie.

Conservazione e protezione: è specie protetta della flora lucana ai sensi del DPGR 55/2005 ed inserita nel novero delle specie a protezione limitata per cui è consentita la raccolta di 5 assi fiorali o rami per persona all’anno. È inserita nelle Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia, per alcune regioni dell’Italia centrale.

Limodorum abortivum (L) Swartz


Famiglia Orchidaceae

Nome volgare: fior di legna.

Biologia: geofita rizomatosa, forma ectomicorrize con i funghi simbionti del genere Russula e fiorisce da maggio a luglio. Nonostante i fiori producano nettare, le visite degli impollinatori sono alquanto scarse, infatti la specie si riproduce quasi esclusivamente per autogamia. In condizioni vegetative avverse (prolungata siccità o ombreggiamento eccessivo da parte della vegetazione erbacea), si attuano meccanismi riproduttivi per cleistogamia.

Distribuzione: specie mediterraneo-atlantica che si spinge verso Nord fino all’Europa centrale e ad Ovest fino all’Iran ed al Caucaso. Presente in tutta Italia, è più abbondante sull’Appennino settentrionale e centrale. In Basilicata, come nel resto dell’Italia Meridionale, è generalmente rara. Nell’Abetina di Laurenzana è stata segnalata all’interno di formazioni forestali miste di abete, bianco, faggio e cerro (Di Pietro, Fascetti, 2005).

Ecologia: specie meso-termofila di terreni calcarei, raramente anche su quelli silicei; vegeta all’interno di cespuglieti e di boschi, fino a 1500 m s.m.

Habitat elettivo all’interno del SIC: 9220* “Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis” (habitat prioritario).

Minacce: alterazione degli habitat di pertinenza, diradamenti boschivi soprattutto se accompagnati da alterazione degli strati superficiali del suolo, calpestio.

Livello di minaccia nel SIC: basso (a breve-medio termine).

Conservazione e protezione: inclusa tra le specie protette dalla CITES è, come tutte le Orchidee, inserita nel novero delle specie a protezione assoluta della flora lucana, ai sensi del DPGR 55/2005. In Italia è tutelata a livello regionale in Lombardia, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna. È inserita nelle Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia della Lombardia e della Calabria nella categoria IUCN delle specie minacciate (EN).

Narcissus poëticus L.


Famiglia Amarillydaceae

Nome volgare: giunchiglia, narciso selvatico.

Biologia: geofita bulbosa, con vistosa antesi tra aprile-maggio ed impollinazione entomofila.

Distribuzione: S-Europea con baricentro occidentale. È specie diffusa in Europa meridionale, dalla Penisola Iberica ai Balcani, fino al Caucaso. Nel Nord Italia è presente nel Piemonte ed assente nelle Alpi Orientali; nel resto della penisola è diffusa, mentre è assente nelle isole. In Basilicata è presente in ambienti di media ed alta montagna da 600 a 1.600 m s.m. Nell’Abetina di Laurenzana è stata rinvenuta in vari punti della cerreta e, nel caso specifico, si tratta di conferme di vecchie segnalazioni (Aita et al., 1977).

Ecologia: specie mesofila e mediamente eliofila, resiste al pascolamento in virtù della tossicità dei suoi bulbi.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”.

Minacce: alterazione degli habitat di pertinenza, raccolta indiscriminata degli scapi fiorali in virtù (…) delle vistose ed attraenti fioriture.

Livello di minaccia nel SIC: basso (a breve-medio termine).

Conservazione e protezione: è specie protetta della flora lucana ai sensi del DPGR 55/2005 ed inserita nel novero delle specie a protezione limitata per cui è consentita una raccolta limitata a 5 assi fiorali o rami per persona all’anno. È inserita nelle Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia per alcune regioni dell’Italia centrale e settentrionale.

Neottia nidus-avis (L.) Rich.


Famiglia Orchidaceae

Nome volgare: nido d’uccello.

Biologia: geofita rizomatosa, priva di foglie verdi, di colore bruno-giallastro, munita di un corto rizoma circondato da molte radici corte e tozze che formano un fitto intreccio simile appunto ad un nido. Fiorisce da maggio a luglio. I fiori producono nettare, sono visitati da numerosi insetti, soprattutto Ditteri, tuttavia il meccanismo riproduttivo prevalente pare essere l’autogamia. In taluni casi questa specie riesce a fiorire ed a produrre semi a livello ipogeo.

Distribuzione: eurasiatica, dal Regno Unito fino al Giappone. In Italia è presente in tutte le regioni. In Basilicata la specie è abbastanza comune. In Basilicata è stata segnalata in varie località del settore appenninico meridionale (Pollino) e centro-settentrionale (Marmo Platano, montagna Potentina, Monte Volturino). Nell’Abetina di Laurenzana vi sono segnalazioni della sua presenza recenti (Di Pietro, Fascetti, 2005) e del passato (Aita et al., 1984).

Ecologia: boschi freschi e ombrosi, fino a 2000 m s.m., su suoli profondi e ricchi di humus neutri o basici.

Habitat elettivo all’interno del SIC: 9220* “Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis” (habitat prioritario).



Minacce: alterazione degli habitat di pertinenza, diradamenti boschivi soprattutto se accompagnati da alterazione degli strati superficiali del suolo, calpestio (è una pianta “mimetica”).

Livello di minaccia nel SIC: basso (a breve-medio termine).

Conservazione e protezione: inclusa tra le specie protette dalla CITES è, come tutte le Orchidee, inserita nel novero delle specie a protezione assoluta della flora lucana, ai sensi del DPGR 55/2005. È inserita nelle Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia della Calabria e della Sardegna nella categoria IUCN delle specie a minor rischio (LR).

Orchis mascula L.


Famiglia Orchidaceae

Nome volgare: orchide maschia.

Biologia: geofita bulbosa, fiorisce tra aprile e giugno.

Distribuzione: circumboreale, dal Circolo Polare Artico alle coste settentrionali dell’Africa, dall’America settentrionale al Caucaso. In Italia è presente in tutte le regioni ad esclusione della Puglia e della Sicilia, in Sardegna è vicariata dalla sottospecie ichnusae. In Basilicata è stata segnalata in varie località. Nel SIC è stata di recente rinvenuta con popolazioni di una certa consistenza lungo la pista principale che attraversa quasi centralmente l’Abetina, confermando segnalazioni a partire dal 1977 (Aita et al., 1977).

Ecologia: vegeta nei prati, nei pascoli montani, al margine dei boschi o nelle chiarie, su suoli calcarei o neutri, da 0 a 2570 m s.m.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”.

Minacce: riduzione o degradazione degli habitat di pertinenza anche in seguito all’innesco di processi evolutivi della copertura vegetale verso consorzi forestali chiusi.

Livello di minaccia nel SIC: basso (breve-medio termine).

Conservazione e protezione: inclusa tra le specie protette dalla CITES è, come tutte le Orchidee, inserita nel novero delle specie a protezione assoluta della flora lucana, ai sensi del DPGR 55/2005. È specie contemplata nelle Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia della limitrofa Calabria nella categoria IUCN delle specie a minor rischio (LR). Sarebbe auspicabile il mantenimento di elevati livelli di diversità del mosaico ambientale.

Paeonia mascula (L.) Mill.


Famiglia Paeoniaceae

Nome volgare: peonia maschio.

Biologia: geofita rizomatosa, presenta fiori molto vistosi tra maggio e giugno, con frutti che ricordano i cappelli da giullare, in estate.

Distribuzione: europea-caucasica. In Italia è distribuita in maniera discontinua. In regione è abbastanza rara e presente con nuclei di pochi individui in stazioni nemorali. Nell’Abetina di Laurenzana è stata ritrovata in maniera molto sporadica e con popolazioni ridotte nelle schiarite delle formazioni di cerro.

Ecologia: mesofila, vegeta nelle schiarite ed ai margini dei boschi di querce caducifoglie pure (soprattutto cerrete) e miste del piano submontano e montano, tra 400 e 1900 metri di altitudine. È specie indicatrice di lunga continuità ecologica del bosco.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”.

Minacce: modificazioni degli habitat in seguito a ceduazioni o a diradamenti con alterazioni delle condizioni microclimatiche locali, raccolta degli scapi fiorali, calpestio, danneggiamenti da Ungulati.

Livello di minaccia nel SIC: medio (a breve-medio termine) in ragione della ridotta diffusione e dell’esigua consistenza della specie e d’altro canto, in considerazione della ridotta pressione antropica esercitata sul SIC.

Conservazione e protezione: è specie protetta della flora lucana ai sensi del DPGR 55/2005 ed inserita nel novero delle specie a protezione assoluta. È contemplata nelle Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia delle limitrofe Calabria e Puglia, rispettivamente nelle categorie IUCN delle specie minacciate (EN) e vulnerabili (VU).

Plantathera bifolia (L.) Rchb.


Famiglia Orchidaceae

Nome volgare: platantera comune.

Biologia: geofita bulbosa, fiorisce tra aprile e luglio. I fiori sono adattati perché l’impollinazione venga effettuata da Lepidotteri notturni (colore chiaro, intenso profumo, organi riproduttivi raggiungibili solo per mezzo di una lunga spiritromba) ed inoltre l’impollinazione tra le due specie congeneri (P. bifolia e P. chlorantha) non è frequente per la diversa posizione dei pollinii nelle due entità.

Distribuzione: paleotemperata, presente in buona parte del continente europeo, si ritrova in Siberia ed in Nord Africa. In Italia è distribuita in tutte le regioni, ad eccezione delle isole, ma è più comune nel settore alpino e in quello appenninico settentrionale e centrale, mentre diviene più rara nella Pianura Padana e al Sud. In Basilicata è stata segnalata in varie località del settore appenninico meridionale (Pollino) e settentrionale (Vulture, montagna Potentina). Nell’Abetina di Laurenzana è stata rinvenuta con pochi individui nel settore occidentale del SIC, nelle formazioni miste di cerro, faggio e abete bianco.

Ecologia: vegeta nei prati, nei pascoli, nei cespuglieti, nei boschi, dal piano basale fino a 2400 m s.m., ed è abbastanza indifferente al substrato.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9220* “Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis” (habitat prioritario).

Minacce: riduzione o degradazione degli habitat di pertinenza, calpestio.

Livello di minaccia nel SIC: basso (breve-medio termine).

Conservazione e protezione: inclusa tra le specie protette dalla CITES è, come tutte le Orchidee, inserita nel novero delle specie a protezione assoluta della flora lucana, ai sensi del DPGR 55/2005. È specie contemplata nelle Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia della limitrofa Calabria nella categoria IUCN delle specie a minor rischio (LR). Sarebbe auspicabile il mantenimento di elevati livelli di diversità del mosaico ambientale.

Ruscus aculeatus L.


Famiglia Liliaceae

Nome volgare: pungitopo, ruscolo.

Biologia: camefita fruticosa, sempreverde. L’antesi avviene fra novembre ed aprile e le caratteristiche bacche rosse permangono a lungo sulla pianta.

Distribuzione: eurimediterranea, con areale centrato sulle coste mediterranee, ma con prolungamenti verso Nord e verso Est, comprese Turchia, Ungheria e Crimea. In Italia è diffuso in tutto il territorio. In Basilicata è abbastanza comune nei boschi termofili e meno frequentemente in quelli mesofili. Nell’Abetina di Laurenzana si ritrovano popolazioni non molto consistenti, soprattutto nel settore orientale del SIC.

Ecologia: predilige le zone calde e soleggiate e i terreni calcarei, lo si trova facilmente nei luoghi aridi e sassosi, nei boschi, soprattutto nelle leccete e nei querceti. È una pianta sensibile al freddo intenso, per cui solo in particolari condizioni fisiografiche la si può ritrovare oltre i 1200 m s.m.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”.

Minacce: riduzione o degradazione degli habitat di pertinenza con conseguenti modificazioni delle condizioni microclimatiche locali, danneggiamento o eliminazione in occasione delle ripuliture del sottobosco e/o delle utilizzazioni forestali, raccolta da parte dell’uomo per motivi commerciali.

Livello di minaccia nel SIC: medio (breve-medio termine) in ragione della distribuzione di alcuni popolamenti in vicinanza di strade e piste facilmente raggiungibili.

Conservazione e protezione: è presente nell'elenco all'Allegato V della Direttiva CEE 43/92, tra le "Specie animali e vegetali di interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione". In Italia è specie protetta in varie regioni (Abruzzo, Friuli V. G., Liguria, Lombardia, Molise, Toscana, Umbria e nella Provincia Autonoma di Trento).

Solenanthus apenninus (L.) Fisch. et C. A. Mey.


Famiglia Boraginaceae

Nome volgare: lingua di cane appenninica.

Biologia: emicriptofita bienne, fiorisce tra maggio e giugno.

Distribuzione: endemismo presente nell’Italia centro-meridionale. In Basilicata è segnalata in diverse località dell’Appennino. Nell’Abetina di Laurenzana è stata ritrovata in una sola stazione, al margine della SP 60 (rotabile che collega Laurenzana con la Valle dell’Agri).

Ecologia: specie mesofila e tendenzialmente eliofila, vegeta nei pascoli, nelle buche ed al margine di formazioni forestali dal piano submontano a quello subalpino, da 800 a 2000 m s.m.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere” (in posizione di margine).

Minacce: modificazione delle condizioni microclimatiche negli habitat di pertinenza per esempio eccesiva scopertura del suolo.

Livello di minaccia nel SIC: medio (a breve-medio termine) in ragione della ridotta consistenza delle popolazioni.

Conservazione e protezione: questa specie non figura nelle convenzioni internazionali o nazionali, né nei provvedimenti di tutela regionali, ma merita attenzione in quanto specie endemica e non comune.

Sorbus aucuparia L.


Famiglia Rosaceae

Nome volgare: sorbo degli uccellatori.

Biologia: fanerofita arborea caducifoglia, fiorisce tra maggio e luglio e fruttifica in estate. I frutti maturano tra settembre ed ottobre e permangono sulla pianta per tutto l’inverno. Il nome comune fa appunto riferimento alla circostanza che i frutti d’inverno richiamano gli uccelli che possono così divenire facile preda dei cacciatori.

Distribuzione: europea, da un nucleo limitato nella Spagna settentrionale fino all’Asia occidentale e dall’Italia meridionale alla Scandinavia. In Italia è presente in tutte le regioni anche se in maniera sporadica, soprattutto al meridione. Nell’Abetina di Laurenzana è sporadicamente presente nel piano dominato delle formazioni miste.

Ecologia: specie mediamente eliofila, mesofila, vegeta ai margini o all’interno di formazioni di latifoglie decidue e di conifere del piano montano o di arbusteti del piano subalpino, dove si comporta da specie pioniera, colonizzando versanti detritici e sassosi e caratterizzando gli habitat rupestri. È abbastanza indifferente al substrato, ma predilige quelli ben dotati in sostanza organica e sufficientemente freschi, vegeta tra 600 e 2400 m s.m.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9220* “Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis” (habitat prioritario).

Minacce: danneggiamento o eliminazione in occasione delle ripuliture del sottobosco e/o delle utilizzazioni forestali, difficoltà a riprodursi per via gamica a causa del lento sviluppo condizionato dalla posizione dominata nei consorzi forestali.

Livello di minaccia nel SIC: medio (a breve-medio termine) in ragione della difficoltà della specie a raggiungere il pieno sviluppo.

Conservazione e protezione: questa specie non figura nelle convenzioni internazionali o nazionali, né nei provvedimenti di tutela regionali, ma sul territorio lucano, come nel resto del Sud d’Italia, è da ritenersi certamente specie rara ed al limite meridionale del suo areale.

Teucrium siculum (Raf.) Guss.


Famiglia Labiatae

Nome volgare: camedrio siciliano.

Biologia: emicriptofita scaposa, fiorisce tra maggio e luglio.

Distribuzione: specie endemica presente in Italia centro-meridionale e Sicilia. Abbastanza comune in Basilicata, nell’Abetina di Laurenzana è stato rinvenuto all’interno di formazioni pure di cerro, nel settore centrale del SIC.

Ecologia: vegeta nei boschi di latifoglie, preferibilmente su substrato acido. Tollera un livello medio di disturbo legato alla ceduazione, al pascolo e all'incendio. Si rinviene nel sottobosco di diverse formazioni arboree dal piano fino a 1300 m di altitudine.

Habitat elettivo all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”.

Minacce: ripetute ceduazioni accompagnate da alterazione degli strati superficiali del suolo.

Livello di minaccia nel SIC: basso (a breve-medio termine).

Conservazione e protezione: questa specie non figura nelle convenzioni internazionali o nazionali, ma riveste significato biogeografico come entità endemica.

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