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Lo svolgimento del processo


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Osserva questa Corte che il Marchese ha ben rappresentato le ragioni e le modalità dell’allontanamento di Totò Riina degli inizi del 1981, il solo nel quale aveva avuto una parte attiva quale latore del messaggio e quale staffetta. Ha chiarito di essere tornato successivamente nella villa di Borgo Molara a trovare lo stesso Riina, precisando che questi aveva lasciato definitivamente quel sito prima della uccisione del Bontate (<<guardi, io gli sto dicendo, quando è successo l'omicidio Bontade già lui là non ci stava. Però se si è trasferito 2 giorni prima, una settimana, questo non lo so>> (pagine 69 e da 75 a 90 e pag. 118 trascrizione udienza 22 aprile 1994).

Logica e ben centrata, dunque, è giustificazione offerta dal Marchese alla domande della Difesa e alle richieste di chiarimenti del Presidente del collegio sul perché egli non avesse fatto menzione dell’intervento di Contrada sin dal 2 ottobre 1992, quando, per la prima volta, aveva narrato di un allontanamento del Riina dalla villa di Borgo Molara: <<AVV. SBACCHI: (….) Io volevo dire, visto che ha parlato prima di Borgo Molara, ancora prima (il 2.10.1992, n.d.r.) che parlasse del Dott. Contrada, perchè non ha ritenuto di riferire che uno.., che la fuga, l'allontanamento di Riina Salvatore dalla villa di Borgo Molara, fosse stata conseguenza di un intervento del Dott.Contrada?

PRESIDENTE: dice, come mai prima del 4 novembre, lei avendo parlato del trasferimento...

MARCHESE G.: Sig. Presidente, io rispondo agli interrogatori quando mi vengono fatti, io mica sono io a dire questo, questo e quell'altro. Io, quando mi venne chiamato un Magistrato, parliamo degli argomenti che gli espongo, e dopo mano, mano, vengono gli interrogatori.

PRESIDENTE: ma chiaro. Insomma, l'avvocato vuole sapere questo, lei visto che prima del 4 di novembre aveva parlato di questo trasferimento di Riina da Borgo Molara a San Giuseppe Iato, come mai nella stessa circostanza non ha parlato dell'episodio riguardante Contrada e della comunicazione data a Riina?

MARCHESE G.: perchè stavamo parlando di un altro argomento.

PRESIDENTE: perchè stavano parlando di un altro argomento, dice, questa la risposta>>) cfr. pag. 127 trascrizione udienza 22.4.1994).

Come puntualmente rilevato dal Procuratore Generale nella memoria depositata il 14 novembre 2005, le parole "...Io mica sono io a dire questo, questo e quell'altro... " significano che l'argomento da trattare viene proposto dal Magistrato, alle cui domande (“interrogatori”) il collaborante dice - com’è ovvio - di rispondere quando gli vengono poste.

La congruità delle spiegazioni del Marchese - e cioè l’avere risposto a domande diverse, su argomenti diversi, in contesti diversi - risulta vieppiu’ evidente, come lineare ed incisiva è tutta la narrazione dell’episodio, non appannata dai vistosi limiti culturali ed espressivi del dichiarante, che ha risposto senza tentennamenti e con costanza alle domande rivoltegli in sede di controesame.

Ad ulteriore riprova del fatto che il Marchese non ebbe a “riciclare” un tema da lui precedentemente affrontato per farne materia di una falsa accusa nei confronti del dott. Contrada – in tal modo assecondando chi, avendo interrogato Gaspare Mutolo, avrebbe inteso dare concretezza e specificità alle sue dichiarazioni - vengono in considerazione le modalità del definitivo allontanamento del Riina dalla Villa di Borgo Molara, narrate nel primo dibattimento di appello dal collaborante Giovanni Brusca.


Quest’ultimo, all’udienza del 16 dicembre 1998, ha riferito di essere andato a prendere personalmente a casa il Riina, che in quel frangente era con la moglie ed i tre figli, per accompagnarlo a San Giuseppe Jato, ed ha collocato questo episodio a ridosso della esplosione della seconda guerra di mafia: <<Quando sta per scoppiare la guerra di mafia con l’uccisione di Stefano Bontade e lui smette di abitare in contrada Molara...>>.
Ha precisato, inoltre : <<Salvatore Rina sapeva che c’erano gli scappati, come si suol dire i perdenti, avevano individuato la casa, la zona dove lui abitava, al che’ se ne e’ scappato, e ci sono andato io prima a prenderlo, assieme a lui, cioe’ lui ha messo moglie e figli in macchina, io ho preso la roba piu’ necessaria e me lo sono portato, cioe’ lui e’ venuto a San Giuseppe Jato (pag. 69-72 della trascrizione).
Lo stesso Brusca ha soggiunto che, nella circostanza, il Riina si era messo alla guida di una “Golf”.
Sollecitato dalla domanda del Presidente del collegio <<Non era una mercedes che aveva Riina ? >>, ha risposto <<Aveva una Mercedes e una Golf, in quell’occasione la Mercedes la mando’ da Oliveri, e lui con la golf e’ venuto con me a San Giuseppe Jato, che teneva una mercedes che teneva in garage...
PRESIDENTE:Prima dell’omicidio di Bontade e’ questa circostanza che lei lo va a prendere per farlo andare via da Borgo Molara ?
BRUSCA: Si’, giorni, quando lui se ne e’ andato da San Giuseppe Jato, da Borgo Molara...a Giuseppe jato, subito dopo poi e’ scattato la morte di Stefano Bontade.
PRESIDENTE: Le risulta che attorno allo stesso periodo o poco prima, o poco dopo, ci fu un’altra occasione che si allontano’ da Borgo Molara il Riina?
BRUSCA:No, io so solo questo, poi se in altra occasione precedentemente a questo, se ci sono altri fatti io non li so>> (ibidem, pagg. 69-72).
Quest’ultimo concetto è stato ulteriormente ribadito dal Brusca nel prosieguo dell’esame (pagg. 101-104 della trascrizione):
<<PG DOTT. GATTO:...Lei ha parlato di un allontanamento di Toto’ Riina dalla villa di Borgo Molara dove abitava, che avvenne poco prima dell’inizio della guerra di mafia, e in questa circostanza fu lei che lo ando’ a prendere con tutta la sua famiglia, lo fece rifugiare nella casa di vostra disponibilità’ a San Giuseppe jato, e’ giusto ?
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