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Lettera aperta della rsu di stabilimento fiat-melfi


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LETTERA APERTA DELLA RSU DI STABILIMENTO FIAT-MELFI
L’inchiesta del Manifesto di Loris Campetti intitolata “ SATA di Melfi, dal prato verde alla tossicodipendenza”, pubblicata sul numero del 16 maggio scorso, offende la dignità dei lavoratori della SATA e getta fango sulla Basilicata.

Descrivere, sulla base di impressioni e di sensazioni raccolte in modo discutibile, il maggior stabilimento automobilistico del Mezzogiorno come il crocevia dello spaccio e il ricettacolo della tossicodipendenza e, soprattutto, mettere in relazione l’uso di sostanze stupefacenti con l’organizzazione del lavoro di fabbrica è un’operazione contro chi ci lavora e contro la Basilicata.

Travisa la realtà sulla base di battute triviali e banali luoghi comuni rasenta la più completa irresponsabilità soprattutto se sostenuta da rappresentanti sindacali che hanno il dovere di difendere ancor prima del salario, della sicurezza e dei diritti la onorabilità dei lavoratori e il prestigio di uno stabilimento che, fino a prova contraria, è il più moderno d’Europa.

Quando poi a questi mistificatori si aggiunge qualche incauto e sconsiderato rappresentante delle istituzioni si capisce in quale melma questo paese e questa regione stanno precipitando.

Vogliamo ricordare solo per un momento che il polo dell’auto di Melfi dà lavoro ad oltre diecimila persone, oltre il 5% dell’intera forza lavoro della Basilicata, che rappresenta gran parte dell’export regionale e contribuisce in modo determinante alla crescita del PIL.

Certamente l’organizzazione del lavoro di una fabbrica complessa come la SATA, come tutte le fabbriche italiane ed europee, richiede impegno e sacrificio, ma dare l’idea che lo stabilimento lucano sia simile ad un girone infernale dantesco significa ignorare cosa sia il lavoro.

C’è stata sicuramente una fase nella quale la cosiddetta “ doppia battuta” aveva creato una situazione di disagio, ma quell’organizzazione, già da quattro anni, non c’è più, anzi l’introduzione dei 15 turni consente di lavorare cinque giorni la settimana. Quanto al lavoro notturno non ci risultano che vengano violate le norme contrattuali. Se poi ci riferiamo al pendolarismo disagiato (un’ora e mezzo di viaggio) ricordiamo che questo fenomeno incide per circa il 5% ed è da addebitare alle carenze infrastrutturali della regione e alla sua sete di lavoro che costringe molti giovani, pur di lavorare, a lunghi spostamenti.

O vogliamo addebitare alla FIAT anche la composizione geo-morfologica del nostro territorio?



Le R.S.U., pertanto, rigettano questo giornalismo scandalistico e prendono le distanze da irresponsabili rappresentanti sindacali ed istituzionali che, non sappiamo se volontariamente o involontariamente, si prestano ad operazioni così devastanti per l’immagine della nostra regione.
Melfi, 20.05.2007 La RSU di Stabilimento


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