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In morte del sac. Lodovico capellini


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IN MORTE DEL SAC. LODOVICO CAPELLINI
Lodovico Capellini nacque a Manarola, nel Comune di Riomaggiore, l’8 settembre 1922 e proprio nella sua parrocchia nativa venne ordinato presbitero il 13 luglio 1947 dall’allora Vescovo diocesano S. E. Mons. Giuseppe Stella. Aveva compiuti gli studi ginnasiali e liceali nel Seminario minore di Brugnato e quelli filosofico-teologici nel Seminario maggiore di Sarzana.

Dopo l’ordinazione, il 15 ottobre 1947, divenne Curato di Bolano e, successivamente, dell’allora Cattedrale di Sarzana, il 26 febbraio 1948. Due anni dopo venne trasferito a Cornice, dapprima come Vicario sostituto (il 1° luglio 1950) e poi come Rettore Parroco (il 1° aprile 1951), che resse per sette anni; il 20 febbraio 1957 venne nominato Rettore Parroco del Termo, alla Spezia, dove fu per altri sette anni; il 1° settembre 1964 venne nominato Prevosto Parroco di Montemarcello, ove rimase per quattordici anni.

Il 15 febbraio 1978 venne nominato Prevosto Parroco di Nicola di Ortonovo. Dieci anni più tardi fu investito anche della Parrocchia del Preziosissimo Sangue di Luni: l’8 marzo 1988 come Amministratore parrocchiale e il 1° giugno di quell’anno come Prevosto Parroco. Resse entrambe le Parrocchie fino al 1991, quando, dal 1° luglio, rimase Parroco soltanto di Luni. Dal 1° novembre 1988 al 31 ottobre 1990 e di nuovo dal 1° ottobre 1993 al 30 marzo 1996 fu anche Amministratore parrocchiale di Luni Mare. Negli anni dal 1984 al 1992 fu membro del Consiglio diocesano per gli affari economici.

All’inizio di quest’anno, nei giorni dal 12 al 14 febbraio, aveva accolto con gioia e commozione il Vescovo in Visita Pastorale. In quella circostanza chiese che la B. V. Addolorata fosse proclamata Patrona della Parrocchia, istanza accolta il 28 giugno con Decreto della Congregazione per il Culto Divino. Il 4 luglio successivo aveva nuovamente accolto il Vescovo in Parrocchia per la celebrazione del cinquantesimo anniversario della Dedicazione della Chiesa parrocchiale del Preziosissimo Sangue.

Successivamente le sue condizioni di salute si sono repentinamente deteriorate, impedendogli il ministero attivo in Parrocchia, ove è rimasto fino alla morte, avvenuta il 10 novembre, amorevolmente assistito da molti parrocchiani. Le esequie, presiedute da Mons. Vescovo e concelebrate da molti confratelli, si sono tenute a Luni la mattina del 13 novembre. Successivamente la salma è stata traslata a Manarola per la celebrazione eucaristica nella Chiesa parrocchiale e la tumulazione nel Cimitero.
Luni, 13 novembre 2010

Omelia del Vescovo
Il nostro annuario diocesano recita con lo stile distaccato e formale, proprio dei documenti ufficiali: Capellini sacerdote Lodovico, nato a Manarola (Riomaggiore) l’8 settembre 1922, ordinato a Manarola il 13 luglio 1947. Ho voluto iniziare con queste due date perché, per noi sacerdoti, sono fondamentali e fondanti: il dono della vita e del sacerdozio.

La vita non ce la siamo data da soli, neppure il sacerdozio: entrambi questi doni non sono legati al tempo che passa ma sono eterni; la bontà di Dio supera il tempo. Egli ci ama oltre la morte, là dove l’amore umano, anche il più forte e vitale, viene meno: Dio continua ad amarci. Quando tutto viene meno, Dio si manifesta come soltanto Lui sa e come soltanto Lui può.

La morte di un sacerdote deve diventare “significativa” per la comunità in cui, quel presbitero, è stato il segno vivo di Cristo. Sì, perché il sacerdote - grazie a quella conformazione unica e propria che lo lega a Cristo-sacerdote, capo del corpo mistico, nel tempo e nell’eternità - è chiamato a vivere il momento della morte in piena e totale conformazione all’unico vero eterno sacerdote. Insomma, la morte, soprattutto di un sacerdote parroco, deve essere alto annuncio del Vangelo di Cristo: l’annuncio del chicco di grano che muore per produrre molto frutto, altrimenti rimane solo (cfr. Gv 12, 24).

All’ultima celebrazione, all’ultima omelia della propria vita, noi sacerdoti, ci prepariamo - lo voglio ricordare a me e a tutti voi - con la vita, giorno dopo giorno. Solo Dio conosce fino in fondo il cuore dei suoi figli. E’ vero! A noi però è consentito intravedere questo cuore nelle parole e nei gesti del fratello, dell’amico; per molti, qui presenti, don Ludovico è stato fratello e amico, oltre che prete.

Propongo, ora, un breve scritto che non è il testamento spirituale di don Ludovico, ma che ne rivela l’anima sacerdotale. Si tratta della presentazione scritta da don Ludovico in occasione della pubblicazione del volumetto sulla parrocchia di Luni, edita per il 50° di costituzione. Così scrive don Ludovico: «Luni è una buona parrocchia, è una grande parrocchia. Ha solo cinquant’anni, ma è una lunga storia. Qui è giunta la Parola di salvezza. Da qui è partita la predicazione del Vangelo. Ancora oggi quell’“Andate e predicate il Vangelo” si attualizza, perché un piccolo gruppo di fedeli porta l’annuncio lungo le strade e nelle famiglie… Ho lavorato tanto nonostante le mie povertà e limitatezze. La popolazione di Luni è buona e c’è sempre un piccolo gruppo che ogni giorno e tutti i giorni dell’anno recita la liturgia delle lodi, il santo rosario e partecipa alla santa Messa giornaliera… Sarà una parrocchia ideale per un giovane sacerdote».

Mi ha colpito la capacità di don Ludovico di guardare alla sua parrocchia non come a una proprietà personale, da non cedere, ma come luogo di servizio che, domani, sarà di altri. Anche questo deve farci riflettere sul modo in cui esercitiamo il ministero che, di volte in volta, ci é affidato.

Don Ludovico fu vicario parrocchiale a Bolano e nella cattedrale di Sarzana; poi parroco di Cornice, del Termo, di Montemarcello, di Nicola. Tornando al suo breve scritto, don Ludovico precisa: «Mi sono impegnato molto… ormai sto avvicinandomi alla chiamata del Signore; senza rinunciare al lavoro, continuerò a fare la sua volontà. Affido il tempo che mi rimane ancora a Lei, Maria, Madre dei sacerdoti».

Lo scritto di don Ludovico termina proprio con la Vergine Madre. Anche il suo ultimo gesto di parroco fu, durante la Visita Pastorale, richiedere che la parrocchia del Preziosissimo Sangue potesse godere di un particolare patronato della Madonna. Sono stato contento, anche accelerando al massimo le procedure con la Congregazione del Culto Divino, di ottenere il riconoscimento del titolo giuridico di Maria Addolorata, Patrona della parrocchia del Preziosissimo Sangue. Egli ne fu veramente felice, anche se non poté personalmente celebrare la festa lo scorso 15 settembre. Dalla Visita Pastorale, svoltasi alla metà di febbraio, al 10 novembre, festa di San Leone Magno, abbiamo assistito, impotenti, al rapido, anzi rapidissimo declino.



Caro don Ludovico, grazie! arrivederci! Prega per noi, per i tuoi parrocchiani, per i confratelli, per il tuo Vescovo.


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