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Direzione distrettuale antimafia


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SEGUE

con il CPZ ed io credo pure a ciò, anche se preferisco non fare alcun commento su ciò, perché non mi compete, però è doveroso da parte mia darle una notizia che mi è giunta da poco, gliela dico per la nostra grande affettuosità e perché so della sua grande serietà e riservatezza so che non metterà in difficoltà le persone che me l’hanno comunicato e che tutto resterà tra noi due, per me è solo importante che lei lo sappia. Dunque, si sono da poche fatte sentire da me persone di quella zona che io nemmeno sapevo fossero in giro e mi dicono che il CPZ dice del nostro ambiente che ora è lui il responsabile di tutto AG e che la nomina gliela data lei. A parere mio si sta verificando lo stesso identico caso che gli combinò quello che sbagliò strada, solo che quello ha nominato ad un altro sprecando falsamente il suo nome, invece questo CPZ si autoproclama lui stesso sprecando falsamente pure il suo nome. Questo fatto a me mi viene da fonte sicura, lei però faccia finta che io non le abbia detto niente, tanto prima o poi di sicuro le arriverà questo fatto da altre vie visto che lui si va presentando ora in questo modo.


Dello stesso periodo è la missiva di FALSONE catalogata come FA-16. Nella stessa si perviene ad una identificazione certa del debito da parte dei CAPIZZI , cifra che è sostanzialmente quella indicata da parte del MESSINA DENARO fin dall’inizio, con imbarazzo non più celato da parte del FALSONE per il comportamento da parte della famiglia CAPIZZI ( indicata come “con qualche difetto”). E’ di assoluto rilievo che nel corso della missiva si parli di “ I CPZ”, indicando al plurale un centro di interessi che non si limita certo al solo Giuseppe, sia pure soggetto principale. Nella querelle di natura intrinsecamente mafiosa, si inserisce quindi in modo assolutamente incontroverso quanto meno il Carmelo, già indicato dal FALSONE quale co-gestore dell’esercizio commerciale.
Argomento=cpz+despar, mi rendo conto che di tempo sè nè perso tanto, non certo per causa mia o sua, ma per causa di tutti e due degli interessati parte in causa, i cpz, capisco che di tempo nè hanno fatto perdere di + visto l'esito dei conteggi( qualche fesseria me l'hanno raccontata a quanto pare) a quanto pare il dovuto a questi della despare quello che la stessa despar dice di avanzare, la verità del dovuto viene dalla despar:ho mandato un mio fidatissimo a confrontare in conto che portava cpz, con quello che portava despar, facendoli incontrare dal commercialista dei cpz, i cpz, con un responzabile mandatomi da despar ( il debito lo scrivo in cifra esatta alla fine di questa lettera). Tempo fà, le ho èprospettato come secondo mè era meglio poter chiudere questa controversia di natura economica tra cpz ( persona nostra anche sè con qualche piccolo difetto) e questi della despar ( d'interesse del nostro fraterno amico di TP) lei mi disse: che il nostro ruolo era solo a fin di bene e tagliare carne e ossa e fare in modo di fargli fare la cosa giusta ( io sono daccordissimo con il suo pensiero) troviamogli il modo come lasciare contenti tutti e due, nel caso contrario si adattino a ciò che stabiliamo io e lei ( sè per lei va bene); per mè un modo giusto per chiudere la partita è: che despar lasci gestire ai cpz il punto vendita, i cpz si paghino gli stipendi ( i loro e quelli degli operai) gli utili vadano a decurtare il debito nei confronti di despar ( in questo modo si estingue il debito, con il lavoro) sè secondo lei e percorribile questa strada, altrimenti decida lei come meglio ( son certo che lei taglia carne e ossa) mi manda il suo stabilito per lettera in modo che io lo faccio presente ai cpz il suo pensiero, anche facendo leggere il suo scritto.

28

segue retro



OMISSIS

Argomento=cpz+despar e debito di cpz nei confronti di despar 283.715,92 Euro il dovuto alla despar ciò è stato acertato dal mio fidatissimo e accettato dai cpz, alla presenza di un responsabile despar, a quanto pare ciò che sosteneva i cpz non era, penso per un equivoco di calcolo da parte dei cpz (diciamo che può succedere

anche se è meglio non succedesse). C'è voluto tanto tempo, oggi pare chiara la verità dimostrativa, cosa a lei cara resto dispiaciuto della tardanza a poter definire la verità.

297.098.13 musso



283.715.92

13.383.21

Una missiva diretta di Bernardo PROVENZANO verso FALSONE Giuseppe ( e catalogata FA-17) è datata 31.5.05. In essa si riecheggia la proposta di chiusura di controversia proveniente da MESSINA DENARO.
Carissimo, con il volere di Dio, è il suo volere. Spero di trovarlo d'accordo, per questa chiusura tra Despar e cpz. La chiudiamo tra Lei ed io noi due soli. Se lo trovo d'accordo, le dico come. Io per noi andare avente ho bisogno che, Lei mi fa sapere, Prima quando punti vendita ha la Despar nella sua Provincia.

E secondo mi fa sapere quando Lei spera farci pagare alla Despar per ogni punto vendita per la nostra Società Capisco che ci dobbiamo mettere d'accordo.

Quando abbiamo ragiunto l'accordo del sopra detto. Mettiamo a confronto, Quando deve cpz? e quando deve fare la Despar. Quello che deve dare la Despar non lo dà: ma per quelli che deve dare cpz scende il suo debito:Tutto sulla carta senza che c'è uno che dà nè uno che riceve fino alla cancellazione del debito che ha cpz con la Despar.
La medesima proposta è poi contenuta in una missiva allegata che, su richiesta di FALSONE, PROVENZANO , indirizza direttamente al CAPIZZI.
Con la missiva catalogata FA-19, si registra un impasse comunicativo. FALSONE ha ricevuto una missiva di PROVENZANO che lamenta la mancata risposta alle sue proposte sopra indicate.

In effetti FALSONE rimane fermo sulla sua proposta; i CAPIZZI continuano a gestire in proprio l’esercizio e sulle vendite si ricava una percentuale da destinare al ripianamento dei debiti pregressi, ancora una volta indicati nella somma fin dall’inizio sostenuta dai trapanasi.


Oggi 26/06, ho ricevuto una sua, dove mi dice che è la terza volta che mi scrive e che non ha avuto mie risposte, per la via dello zio 25, io le ho risposto già alla sua prima, per l'argomento despar+cpz, visto che non le è pervenuta la mia ( la mia spedita da un paio di mesi) cerco di darle la risposta in quest'altra.

Ho mandato un mio fidatissimo a confrontare il debito di cpz nei confronti di despar, messi tutti e due a confronto, e risultato che il debito era quello che affermavano quelli della despar, (283.715,92)euri) i cpz in precedenza avevano equivocato, oggi sono d'accordo che il debito è questo.

Come secondo me si può togliere questo debito in modo indolore per tutti e due? lasciando gestire ai cpz il punto vendita, un responzabile cpz con gli impiegati si pagano solo gli stipendi, con la percentuale che è da stabire sula vendita si accorcia il debito odierno, sè c'è buona volontà da entrabi le parti, la cosa può funzionare, lei mi aveva chiesto come secondo mè si poteva fare, questa sù scritta è la mia proposta.
La risposta di PROVENZANO è catalogata FA-20 e si traduce in un sostanziale rigetto della proposta agrigentina. In essa si riecheggia quanto sostenuto da MESSINA DENARO e cioè l’impossibilità di far continuare la gestione da parte dei CAPIZZI, dopo i contrasti insorti in passato e dopo le incomprensioni sui veri conteggi ( addebitati ai CAPIZZI)
"Lei mi dici che mi ha risposto.Ora nella presente:Che ha mandato un suo fidatissimo a confrontare il debito di cpz nei confronti di Despar. E messi tutti e due a confronto, è risultato che il debito era quello della Despar.(283.515,92 euro)."
*Carissimo, Ora lasciamo stare, fermo il discorso ora è come si deve chiudere. Lei nella precedente. mi ha esposta come ora. la sua veduta migliore è farci aprire il punto vendita, e farlo gestire ai cpz.

Carissimo, mi perdoni, come è possibile, fare andare d'accordo a due che purtroppo hanno avuto divergenzi, e come se non bastasse fino all'ultimo, hanno fatto stendare pure a Lei, E grazie a Lei che è una persona corretta in quest'ultima come sopra detto sul conto pare ci fosse lombra di aver giocato pure con lei nei conti (cpz) non ci si può chiudere così. E' inutile insistere su questa strada come chiusura. (cpz non può andare bene nè alla Despar, nè a Lei, nè a me. non lo mortifichiamo)Se è il caso di ritornare ancora su cpz lo faremo in seguito.

Lei insisti pure, con rancore sulla Despar, Che volesse che la Despar dassi lavoro hai nostri. e pure farlo pagare, quello che si dici pizzo Carissimo fratello. Almeno su altri lavori. Oltre che a TP. anche da noi, si arriva a patti, se devono pagare il detto pizzo, vogliono essere liberi di gestirsi. Ora io so parlare chiaro. La Despar. Vuole questa cosa, se paga il pizzo, non si deve chiedere altro. Glielo sto dicendo chiaro:per lasciare fuore da una parte cpz. E dall'altra parte scegliere o fare lavorare e non pagare il pizzo. Ho paga il pizzo e non ci si chiede altr oltre fare lavorare. Escludendo questi due casi, ho dico meglio. Scelga quale vuole vie per la chiusura. Lei nella precedenti, mi ha detto con cui si deve chiudere questa situazione, se mi rigordo bene? le ho detto la chiudiamo noi io e Lei. E le ho detto pure come lo ripeto.

segue retro
Nella precedente, io questo non lo detto. Cioè cosa non ho dett? non co detto che se cpz si presentassi con i soldi in mano tutti per chiuderla, si potessero trovare altro modi di chiusura. è questo che non ciò detto.

La risposta di FALSONE ( missiva FA-21) è sostanzialmente remissiva, e pronta ad accettare la decisione di PROVENZANO, pur se non adererente ai propri desiderata .

Per il debito cpz quello che lei mi dice ha fondamento ma voglio pensare che sè c'è errore sia per ignoranza e non per cattiveria, trovi lei il modo di strigere le cose, mi faccia questa cortesia, vediamo di chiudere in un modo indolore per entrabi, in amicizia nel massimo rispetto per tutti, veda lei che è al disopra delle parti di stabilire il giusto.

Mi mandi a dire come la chiude e per mè e chiusa, son certo che anche per gli altri il suo stabilito sarà ben fatto.


Un nuovo intervento di MESSINA DENARO si ha con la missiva A-10. E’ ancora una volta un attacco frontale verso il CAPIZZI; in tal senso il boss trapanese fa ancora una volta proprie notizie pervenute da fonti interne agrigentine che dipingono un CAPIZZI Giuseppe che si arroga una legittimazione da PROVENZANO insussistente ed anche in disaccordo con FALSONE.
1)Riguardo il discorso con AG. lei mi dice che per ora ha i contatti rotti e mi rendo perfettamente conto che la mala tampata ha causato danni a catena, comunque io aspetto che lei riesca a riprendere i contatti con AG. per poi riprendere tutto il discorso, tanto che lei sa le mie richieste perchè gliele ho comunicate la volta scorsa, quindi può agire autonomamente da me e dopo avere concluso mi fa sapere. Lei dice che il suo interlocutore non si trova bene con il CPZ ed ha passato la pratica a Lillo, ciò per me non è una novità perchè non ci sono persone che si possono trovare bene con il CPZ, a meno che non sia qualche truffatore come il CPZ, e di ciò che dico me ne assumo la responsabilità. Lei mi dice che a conseguenza di ciò il suo interlocutore ha passato la pratica a Lillo e mi dice che io mi posso muovere per come ritengo opportuno.

Veda, io ho un discorso iniziato con lei e con lei lo finirò, comunque vanno le cose, ed accetterò qualsiasi sua decisione, quindi non cercherò nè a Lillo nè ad altri, il discorso per me è e resta nelle sue mani e nelle sue decisioni. Tra l’altro deve sapere che se il discorso esce dalle sue mani, io e AG.arriviamo subito a male situazioni perchè non avrei niente da discutere con nessuno, è pur vero che i tempi sono quelli che sono ma a Dio piacendo riesco ancora a difendermi e non sarà di certo il CPZ con AG. ad impensierirmi. Io conosco Lillo da vecchia data ed è sempre stato un uomo serio e corretto, ora però sono tanti anni che non lo vedo, so però che Lillo è padrino di CPZ; quindi dato che la pratica ce l’ha nelle mani Lillo c’è solo d’aspettare cosa farà sapere Lillo a lei appena si saranno riprestinati i contatti, perchè una risposta Lillo a lei deve sempre darla, quindi aspettiamo questa risposta nella buona speranza che al più presto lei possa chiudere e sistemare tutto, quindi io aspetto una sua risposta in merito e non farò altri movimenti, io aspetto solo ciò che lei mi dirà.

2) Sul fatto di persone di AG. che mi hanno fatto sapere che il CPZ dice che è stato nominato da lei, si tratta di OMISSIS e si sono ritrovate queste novità del CPZ. OMISSIS Loro mi hanno chiesto se è vero che il CPZ sia stato nominato da lei, ciò vuole dire che loro non hanno creduto al CPZ, cioè loro volevano una conferma o una smentita da me per capire come debbono trattare il CPZ; io ho risposto che non posso dire a loro che è vero ciò che lei dice il CPZ, così come non posso dire che non è vero ciò che il CPZ dice; posso però dire con certezza che a me non risulta che il CPZ abbia ricevuto questa nomina, perchè nessuno me l’ha mai comunicata. Dopo di ciò loro mi fecero sapere che gli bastava questa mia risposta per sapere come trattare il CPZ.
Come si vede la minaccia nei confronti di CAPIZZI non è più velata e prefigura una escalation violenta, in caso di mancata risposta positiva alle proposte trapanasi. MESSINA DENARO invece, accetta pienamente la mediazione di zio Lillo LOMBARDOZZI di cui conosce l’autorità e la saggezza.
La risposta di PROVENZANO a MESSINA DENARO è contenuta nella missiva A-09. Nel lamentarsi di una mancanza di contatti con il rappresentante agrigentino e nel confermare il ruolo del LOMBARDOZZI ( padrino sia di FALSONE che di CAPIZZI Giuseppe), PROVENZANO si lascia andare a considerazioni caustiche sul CAPIZZI e sul suo comportamento ( “mi fa pena”) e sulle divisioni interne alla compagine agrigentina.
è da poco che ha voluto,con me un’altra via.per amore di chiudere al più presto l’interessata situazione? ce l’ho accordato. Mà fino al momento non ho avuto rispostadel mio interlocutore:Ci sarà di certo un’impedimento,che non sò quale

OMISSIS
2)Argomento:Che io le ho detto,che lui non si trovava più bene con il suo caro fratello cpz perchè sendiva la tese di cpz e non lo convincceva. Fino al punto di mandare iu suo fedelissimo del mio interlocutore,insieme,ad unono la despar.(283,515.,92). E non posso dire se mi dici la verità, mà tu la puoi sapere se è vero?.Più volti mi ha detto che la situazione era nelle mano di Suo parrino e che è pure,parrino di cpz non me lo ha detto così chiaro come te lo sto dicendo io, mà da una settimana all’altra aspettava la risposta di suo parrino.

Senti se io ti ho detto con 121, è stato x dire la mia impossibilità dei contatti con il mio interlocutore, E tu sapere che la situazione ce l’aveva nelle mani Lillo stando a quello che mi ha detto il mio interlocutore.Per me lo ritenuto opportuno fartelo sapere,per Resto se non ci sono ragione che mi costringono a lasciare ci devi essere una ragione che me lo oblica,ma spero che si farà sentire e in condizione di chiuderla questa situazione. Se è per me io sperassi che si chiudessi in armonia e restare tutti convinti di fare del bene.
2) tuo) Ora sento sul fatto di persone di AG. Che ti hanno riferito, quando sostiene la voce di cpz che io l’avessi autorizzato mi fa pena. Ma tu ciai detto la verità accui te la chiesta,e puoi sempre confermarla. Ma lo sai che cosa ti devo dire,che ho ricevuto ancora una lettera che dicon che vieni da li dendro,mà io ho i miei dubbi,ti faccio questo cenno, perchè ad AG. Ci vuole molta pazienza ad avere acche fare con loro. Agrigentini OMISSIS

Ti sto facendo questo cenno,per dirti quanda confusione fanno. E mi rendo pure conto,che sono uno contro l’altro

OMISSIS
L’ultimo “pizzino” sul punto di FALSONE è il FA22, di sostanziale attesa, sul punto, della decisione del PROVENZANO. Il tono è sempre remissivo, attribuendo tale atteggiamento anche al CAPIZZI.SI chiede altresì un permesso per una trattativa “diretta” con la controparte trapanese.

Con questa seguo la precedente nei discorsi. Io gli ho esposto il mio pensiero al riguardo l’argomento cpz-despar, cpz mi dice che ha sempre voluto corrispondere del suo debito, vorrebbe atresi chiarire qualunque malinteso sia nato con questi della despar e l’amico nostro fraterno di TP, discutendola personalmente con le parti interessate, e sempre con il suo permesso e sè è possibile con il suo parere.

Per quanto riguarda la messa apposto della despar gli ho esposto il mio pensiero nella precedente, mi dica lei cosa nè pensa, resto disponibile alle cose fatte in amicizia e nel rispetto per ognuno che ci apprtiene;

In questo contesto che ha visto finora dialogare solo Bernardo PROVENZANO , MESSINA DENARO e Giuseppe FALSONE ( con un intervento diretto del CAPIZZI Giuseppe), si inserisce , per quel che è stato trovato a Montagna dei Cavalli, una missiva del soggetto nr. 121, già richiamato più volte come congiunto del MESSINA DENARO, e già identificato in altro procedimento in GUTTADAURO Filippo. La missiva è molto importante perché attesta del contatto diretto di soggetti agrigentini con gli stretti collaboratori del MESSINA DENARO e della circostanza che questi emissari hanno chiarito che la provincia agrigentina è retta da un asse CAPIZZI-FALSONE così testualmente indicato.


Carissimo spero tanto di trovarla in ottima salute, lo stesso posso dirle di me, di tutti noi.

Devo dirle che il nostro tramite, ha capito male, infatti, io avevo chiesto, se possibile, la sua risposta entro il 10 di dicembre, infatti, soltanto dopo il santo natale, mi sentirò con suo nipote Alessio.

Intanto, ancora prima, di darne notizia ad Alessio, la informo su qualcosa di AG.

Lo stesso ragazzo di AG, che è in contatto con Alessio, che io conosco, è venuto da me, chiedendomi un incontro, cioè, vorrebbe che io incontrassi il CAPIZZI, per fa si che si chiudesse il contenzioso, o che si troverebbe un accordo tra lui ed il mio paesano. La mia risposta, è stata, che se volevano potevamo pure incontrarci, ma nulla potevo fare, ne tantomeno decidere, perché di questo argomento, vi state occupando, sia lei, che Alessio, inoltre mi hanno chiesto, e stavolta in forma ufficiale, incaricato della (Provincia) che risulta essere retta, COSì MI HANNO RIFERITO, (CAPIZZI-FALSONE) SE POTEVO ESSERE IL RAMITE, PER FARE AVERE A Lei, dei messaggi scritti. Ho risposto, che per fare ciò, dovevo essere autorizzato, sia da lei che da Alessio, ed è per questo che ho rimandato ciò, con il nuovo anno. Siccome mi sto sentendo prima con lei, prima ancora che con Alessio, è mio dovere di informarla di ciò, quindi la prego gentilmente di farmi sapere come comportarmi


Questo carteggio, invero ponderoso, si chiude con la missiva A-10 ( datata 21.1.06) di MESSINA DENARO che affrontando le proposte provenienti da Agrigento, opera una ulteriore controproposta con due subordinate relative alle modalità di pagamento del pizzo da parte degli esercizi DESPAR o con denaro, ovvero con un numero limitato di assunzioni. Presupposto di entrambe le proposte è però l’inizio da parte del CAPIZZI del pagamento del debito. Sul punto MESSINA DENARO sottolinea ancora che le due questioni non possono essere scisse proprio in virtù della posizione soggettiva del CAPIZZI Giuseppe definito “parte integrante di AG”
Quando il 28 dice che il CPZ potrebbe tenere la gestione pagandosi gli stipendi e l’utile darlo al mio paesano fine all’estinguere il debito. Su questa proposta la prego di dare al 28 questa mia risposta e cioè che il CPZ si deve andare a gestire le sue cose e che mai e poi mai il CPZ gestirà cose d’altri, quindi prego il 28 non farmi più più questa proposta perchè per me è assolutamente inaccettabile e non la tengo nemmeno in considerazione ; il CPZ non gestirà più niente di niente. Passo al secondo punto in cui non sono d’accordo con il 28: (2°) Quando il 28 dice che sono due cose diverse il mettere a posto il mio paesano ad AG. ed il credito che CPZ deve al mio paesano. Dunque, a mio modesto parere non è così, ed invece le cose sono strettamente legate fra di loro per il semplice fatto che il CPZ non è uno qualunque ma è parte integrante di AG; io non posso dire al mio paesano di chiudere il discorso con AG ed allo stesso tempo lasciarlo scoperto con il credito che gli deve il CPZ, per me ciò non è una strada percorribile, i due discorsi si devono chiudere in contemporanea perchè è giusto così, non si può accordare una cosa e lasciarne scoperta un’altra, tenuto conto che si tratta delle stesse persone. Spero che io sia riuscito a spiegarmi bene su ciò. Questi sono i 2 discorsi in cui non concordo con il 28, per il resto mi va tutto bene.

5)Il 28 dice che ha accertato tramite il consulente che la cifra che il CPZ deve pagare corrisponde alla cifra che io dissi a lei tempo fà, e dice che il CPZ ha l’intenzione di pagare. Va bene dico io, però il CPZ è da anni che mi prende in giro, dice che deve pagare e non ha mai dato una lira; dato che ora si sono accertati tramite il consulente perchè non inizia a pagare il suo debito?

Sono passati anni e a me non basta più che lui dica che ha intenzione di pagare; deve cominciare a pagare, perchè questi sono soldi che non erano suoi e che lui di è preso, ed io chiedo cortesemente che lui inizi a pagare il suo debito. Io le posso garantire sul mio onore che se il discorso fosse stato all’inverso e cioè se uno che mi appartiene si fosse preso i soldi di AG o di chiunque altro glieli avrei fatti restituire subito senza ombra di dubbio. Invece mi ritrovo da anni ad essere preso in giro, mi dicono sempre che il CPZ ha intenzione di pagare e mentre non paga mai. Detto ciò spero soltanto che questa cosa si chiuda al più presto e che il CPZ restituisca ciò che deve al mio paesano.

6)Passo ora a dirle 2 mie proposte per cercare di chiudere la posizione del mio paesano ad AG, io le faccio le 2 proposte ed il 28 ne sceglierà una, per me qualsiasi sceglie va bene. Tengo però a precisare che queste mie due proposte sono valide solo se il CPZ comincia a pagare, perchè se il CPZ non inizia a pagare non se ne fa niente, sempre per il fatto che io non posso chiudere al mio paesanouna cosa lasciandone aperta un’altra. Cioè le mie proposte sono subordinate al CPZ, se lui comincia a pagare risolviamo subito l’altra faccenda; se il CPZ invece continua a prendere in giro, le mie proposte non sono più valide e tutto resta in aria per come lo è stato fino ad ora.

La mia 1° proposta: il mio paesano paga 10 mila euro per ogni sito che ha ad AG per ogni anno. In questo caso dato che paga non darà posti di lavoro.

La mia 2° proposta: se il mio paesano non paga niente per come vuole il 28 per rispetto a me, ed io lo ringrazio e le sono grato per ciò e dica al 28 che io non dimenticherò mai questa gentilezza che il 28 mi fa, allora se il mio paesano non paga, darà due posti come impiegati per ogni sito impiegherà 2 persone (uomini o donne che siano) che interessano ad AG. Le dico 2 persone a sito perchè ormai questi siti lavorano e hanno l’organico completo e non si può licenziare a nessuno e questi due impiegati per sito saranno di più di 2 perchè all’inizio si deve assumere tutto l’organico e quindi c’è più spazio per fare lavorare più persone.

Queste sono le mie 2 proposte che faccio al 28, spero che almeno una delle due piaccia al 28. Quindi mi faccia sapere quale il 28 sceglie e poi agirò di conseguenza. Resta però sempre il fatto che queste mie 2 proposte sono subordinate a ciò che fa il CPZ; se lui non paga queste mie proposte non sono più valide. Ora aspetto sue notizie nella speranza che sia la volta buona per chiudere la faccenda; so che lei farà di tutto per chiuderla e le sono tanto grato per ciò.
In apparenza, pertanto, all’esito di decine di “pizzini” nell’arco di oltre due anni, il contrasto fra la provincia agrigentina e quella trapanese - causato dalla duplice questione del debito della gestione CAPIZZI del supermercato DESPAR di Ribera e del pizzo, in parte pagato in una prima fase proprio ai CAPIZZI, ed in parte ancora in discussione nell’an, nel quomodo e nel quantum- non vede una soluzione trasparire dalle carte trovate in possesso al boss corleonese.

L’andamento della trattativa ha visto però il FALSONE spostarsi da una linea dura di difesa del CAPIZZI e di contrapposizione al MESSINA DENARO ad una posizione più conciliante ed anche di (auto)-critica anche nei confronti della condotta del CAPIZZI che ha portato il FALSONE a rischiare per usare le sue parole la “malafiura”.



LE DICHIARAZIONI DI MAURIZIO DI GATI SULLA VICENDA SUPERMERCATI
Qualche indizio su una conclusione della controversia più vicina alle posizioni dei trapanese proviene dalle dichiarazioni del DI GATI Maurizio.

Il collaboratore ha riferito, con cognizione diretta, delle fasi della vicenda antecedenti sia l’inizio delle indagini in questo procedimento ( e delle relative intercettazioni telefoniche).

Infatti, con riferimento al periodo di sua reggenza - iniziato nel 2000 e confermatosi nella sua pienezza fino all’estate del 2002, e cioè fino all’arresto di tutti i suoi “grandi elettori” nell’ambito della riunione di S. Margherita Belice che avrebbe sancito la sua nomina – ha riferito della volontà di CAPIZZI Giuseppe e di FALSONE Giuseppe di imporre il pizzo a GRIGOLI

Dal verbale del 5.1.07 h. 9,45



Ho sentito parlare di un certo GRIGOLI di Castelvetrano, SUTERA mi riferì che era il braccio destro di MESSINA DENARO. Possiede una catena enorme di supermercati in tutta la provincia di Trapani, con il sistema di fornire la merce ai supermercati e contratti con i gestori dei singoli punti vendita e pagamento della sola merce venduta a fine mese.

So che GRIGOLI ha aperto un paio di magazzini a Canicattì e uno a Campobello di Licata. Ricordo anche che FALSONE e CAPIZZI hanno provato a chiedere il pizzo per questi supermercati ma il SUTERA si era opposto, siamo nel 2002, un mese prima dell’operazione Cupola. Il SUTERA disse in proposito che non si poteva chiedere soldi a MESSINA DENARO Matteo, che era un suo amico e che tutti sapevano gestiva di fatto i supermercati.

Alla fine si decise di non chiedere il pizzo a GRIGOLI, dopo un acceso contrasto tra me e SUTERA da una parte e FALSONE e CAPIZZI dall’altra.

Dopo che io non sono più stato rappresentante provinciale, non so se GRIGOLI sia stato sottoposto a pizzo.

Il pizzo era in denaro e non in assunzioni, il 2% o meglio 10000 euro l’anno.
Sul punto è tornato nel verbale del 5.2.07 h. 15,50 , in modo più dettagliato, soprattutto indicando il ruolo decisivo , in questa fase , del SUTERA Leo. Ciò consente di delimitare il contesto temporale a prima del 15 luglio 2002, data di arresto del SUTERA. Si ripete che la vicinanza del SUTERA con Trapani e con MESSINA DENARO è comprovata dal contenuto dei pizzini riconducibili al MESSINA DENARO sopra evidenziati.
Solamente nella riunione del 23 maggio 2002, di cui ho già parlato, appresi per la prima volta che i supermercati DESPAR erano di questo GRIGOLI che, sostanzialmente, altri non era che MESSINA DENARO Matteo stesso.

La riunione del 2002 avvenne nella zona di Palma di Montechiaro. Era presente Vincenzo GAMBINO di Pagliarelli, e Vincenzo DI MAIOn entrambi di Palermo. C’era anche Totò FILECCIA (come corregge in sede di verbalizzazione o non FARINELLA) di S.Maria del Gesù e Domenico VIRGA.

Calogero DI CARO, Diego DI BELLA , DI GIOIA Calogero, SUTERA Leo, oltre a me ed altri erano presenti per Agrigento.

Quando rimanemmo noi di Agrigento , SUTERA disse che Giuseppe CAPIZZI e Giuseppe FALSONE avevano chiesto il pizzo a GRIGOLI, vale a dire su quella parte di guadagno che spettava al GRIGOLI quale titolare del marchio.

Gli esercizi per cui si chiedeva il pizzo era quello di Ribera, gestito da CAPIZZI e quello di Canicattì di DI GIOIA, ma non posso escludere che ce ne fossero altri.

SUTERA pose qulla questione per come gliela avevano posta a loro volta, il CAPIZZI ed il FALSONE, ma disse esplicitamente che chiedere il pizzo a GRIGOLI significava chiederlo a Matteo MESSINA DENARO tanto che esclamò ; “ e la mattina ci guardiamo allo specchio e ci sputiamo in faccia ?” . Ciò disse alla presenza del DI BELLA che sapeva essere vicino a FALSONE. In realtà la regola dentro Cosa Nostra imponeva che un uomo d’onore pagasse il pizzo alla famiglia locale ; in questo caso si trattava di una eccezione per la particolare caratura di MESSINA DENARO all’interno dell’associazione.

OMISSIS


SUTERA spiegò inoltre come era il meccanismo di gestione dei supermercati . In pratica il GRIGOLI metteva la merce e l’azienda chiavi in mano e bastava avere un locale per spartirsi il guadagno. Disse proprio che era quello faceva il CAPIZZI a Ribera ed il DI GIOIA a Canicattì.

SUTERA si offrì di farmi conoscere GRIGOLI perché io scherzosamente dissi che lo volevo aprire pure a Racalmuto. Il SUTERA disse che non c’erano problemi perché GRIGOLI e MESSINA DENARO erano la stessa cosa e Matteo era con noi.


DI BELLA fece avere poi la risposta di FALSONE a SUTERA;FALSONE convenne che effettivamente non di doveva chiedere il pizzo a GRIGOLI per i motivi sopra esposti.

Ciò avvenne poco prima del luglio 2002.


Pertanto, a far data al luglio 2002, questa è la situazione ; l’asse CAPIZZI-FALSONE, in quel momento non dominante vuole imporre il pizzo , ma viene stoppata dal DI GATI Maurizio, allora reggente della provincia grazie al supporto decisivo di Leo SUTERA di Sambuca , uomo d’onore di elevato prestigio, nonché vicinissimo al MESSINA DENARO ed al GRIGOLI.

Dopo questa data , la situazione cambia repentinamente con SUTERA arrestato e DI GATI in fase assolutamente calante a causa dell’arresto dei suoi sostenitori, la mancata formalizzazione della sua nomina ed il mutato atteggiamento del vertice palermitano nelle persone di PROVENZANO e di Nino ROTOLO. Da qui in poi sostanzialmente il duo CAPIZZI- FALSONE ha campo libero nel muoversi contro GRIGOLI che a sua volta ha difficoltà di comunicazione con il suo mentore MESSINA DENARO ( cfr , “pizzino” A-04) ed è qui che i CAPIZZI, come braccio esecutore, nelle persone degli odierni imputati Giuseppe e Carmelo impongono il pagamento di € 75.000.


DI questa fase successiva DI GATI non ha cognizione diretta Però il DI GATI apprende dalla viva voce di Gerlandino MESSINA dei contrasti con GRIGOLI e, a riscontro del contenuto dei “pizzini”, anche del contrasto interno fra CAPIZZI e FALSONE, dovuto alla vicenda GRIGOLI ed ad atteggiamenti “esorbitanti” del CAPIZZI Giuseppe, e della mediazione di Lillo LOMBARDOZZI. All’esito di ciò però apprende da Pasquale ALAIMO ( mafioso favarese a lui rimasto vicino e peraltro in contatto anche con FALSONE, tratto in arresto recentemente nell’ambito del proc. 12850/05, si veda la misura cautelare in allegato) che CAPIZZI Giuseppe dovrebbe avere “messo la testa a posto”. Anche qua, la “resa” del CAPIZZI sembra trovare riscontro negli ultimi pizzini sopra indicati e provenienti dal FALSONE ( cfr pizzino FA-22).

“Nulla so di cosa accadde successivamente fino all’inizio del 2004, allorquando tra le altre cose Gerlandino MESSINA mi riferì che CAPIZZI pretendeva di avere l’esclusiva di tutti i supermercati DESPAR di GRIGOLI nella provincia di Agrigento.”


In questo contesto Gerlandino MESSINA mi riferì dei progetti di attentato al giudice SFERLAZZA di Caltanisetta, ed un altro ad Agrigento, quest’ultimo richiesto da CAPIZZI Giuseppe, per come ho già riferito.

Il CAPIZZI diede la autorizzazione per la provincia Agrigento per il primo attentato, senza consultare il FALSONE e fu rimproverato per questo dal FALSONE, che poi era comunque contrario ad attentati a soggetti di Palermo o Agrigento che invece sponsorizzava il CAPIZZI. Io , che ero “messo da parte”, dissi che erano cose da “folli” per le reazioni che ne potevano venire.

In più c’erano contrasti tra FALSONE e CAPIZZI per GRIGOLI per la questione dei supermercati.

Infatti, come detto, CAPIZZI voleva l’esclusiva della gestione dei supermercati DESPAR della provincia di Agrigento.

C’è stata una riunione a Ribera con Cesare LOMBARDOZZI ( in nome di FALSONE) all’inizio del 2005; partecipò anche il GUTTADAURO , cognato di MESSINA DENARO. per fare cambiare idea al CAPIZZI Giuseppe. So che in una altra riunione successiva la questione venne chiarita , ma non so i termini.

Pasquale ALAIMO ha saputo da Calogero COSTANZA che il CAPIZZI si è messo la testa a posto, su questa storia dei magazzini ed anche per i progetti di attentato .


Sul CAPIZZI Carmelo il DI GATI non offre indicazioni specifiche affermando di non conoscerlo direttamente e che il fratello Giuseppe ne professava l’innocenza rispetto alle contestazioni del processo Akragas, ove lo stesso era però imputato solo per una fattispecie di omicidio ( per il quale è stato effettivamente assolto) e non per il reato associativo.
IN PARTICOLARE IL RUOLO DI CAPIZZI CARMELO NELLA VICENDA SUPERMERCATI
In questa ricostruzione della vicenda supermercato-GRIGOLI, occorre ora esaminare in modo sintetico la posizione del CAPIZZI Carmelo.

Egli è, pertanto, gestore unitamente al fratello del supermercato sito in Ribera, via Musso 2, come ci dicono le indagini originarie del procedimento 4051/03 e lo stesso FALSONE Giuseppe nel pizzino FA-12 sopra esaminato.



In altri pizzini del FALSONE , poi, si fa spesso riferimento a “CPZ” come una entità al plurale non limitata al solo Giuseppe.

Carmelo interviene direttamente nell’ottobre 2002 nel momento della fibrillazione dei rapporti fra GRIGOLI ed i CAPIZZI per la gestione del supermercato, culminato nella chiusura dello stesso.

In tal senso costituiscono prova una sequenza di intercettazioni operate nei confronti dei SORTINO padre e figlio che si trovano ad essere coinvolti in questa contesa ed a vedere chiuso il proprio esercizio DESPAR in Ribera. In particolare i due CAPIZZI pretendono che SORTINO Emanuel cammini al loro fianco nell’opposizione al trapanese.

Si rinvia alle intercettazioni riportate nell’ordinanza di custodia cautelare ove si comprende il tentativo dei SORTINO di contattare i fratelli Giuseppe e CARMELO CAPIZZI, registrando la loro “ferrea” volontà di formulare due richieste verso il GRIGOLI;

  • non pagare il contratto d’affitto d’azienda

  • ottenere il pagamento, personalmente da parte del GRIGOLI, di L. 200 milioni.

In tale senso è chiarissimo l’intercettazione nr 4610 con prosecuzione 4611 del 11.10.02, intercorsa fra padre e figlio dopo che i due hanno incontrato proprio Carmelo CAPIZZI.




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E

…Loro dice: "quando GRIGOLI dice a noi non ci deve fare pagare l'affitto di azienda!" Dice: "A noi ci deve dare agevolazione così e così!"

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G

Perché non si fa i cazzi suoi!

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E

(incomprensibile) Mi fa: "che devo fare, con il debito noi gli dobbiamo dare 350 mila…(incomprensibile) a lui e abbiamo 350 milioni di merce" (incomprensibile) GRIGOLI non gliene manda!…(incomprensibile) che deve fare ha dato la disponibilità a tutti di lavorare! (per alcuni secondi non si comprende il dialogo) ma che cazzo vogliono fare, che cazzo vogliono fare!

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G

….(incomprensibile) che vuole prendersi tutta la compagnia lui?

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E

Che vogliono cambiare ditta? Che vogliono fare? (incomprensibile) cade la linea.








Progressivo nr,4611 inizio ore 13.06








Emanuel SORTINO ed il padre fanno accenno ad un articolo di giornale che hanno arrestato sette persone tra Canicattì e Racalmuto, appartenenti ad un supermercato "Di Meglio" che è un'altra ditta grossa come la "Despar", perché volevano "sei mila pezzi ogni sei mesi"


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E

Ma restando chiusi noialtri! Porco di Dio…ci mettono all'esposizione proprio!…Tu vuoi andare a fare danno in altri posti! Vai a farli!…Non riesco a capire il discorso come è!… GRIGOLI questo non capisce! Dice: "che … vogliono che ci mettiamo d'accordo?"

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G

Duecento milioni vogliono!

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E

Duecento?

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G

Duecento milioni e glieli deve portare lui là!

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E

Lui non gliene porta!… Me lo ha detto MESSINA io là non ci vengo! GRIGOLI non ci viene!

129

G

(incomprensibile) questa gente che sono pazzi a chiudere il negozio!
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