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Brodo di pollo con l’orzo trilogia (Radici – Parlo di Gerusalemme)


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SCENA PRIMA



Novembre 1955.
Harry ha avuto il secondo colpo, e la paralisi l'ha ormai reso totalmente inabile al lavoro. Ar­riva appena a muoversi, gli resta difficile parlare e a vol­te è come rimbambito. Sara ha ancora molta della sua energia, ma gli anni e i dispiaceri l'hanno segnata. Parla con tono di compassione. È sera, nello stesso appartamento del comune. Harry è seduto su una sedia, rannicchiato accanto al fuoco. Ascolta La Valse di Ravel, trasmessa dalla radio. Fuma più di prima: è la sua unica consolazione. Sara siede al tavolo e tenta di riempire un modulo del governo. Parla molto con se stessa.
Sara - (leggendo il modulo) Avete polizze di assicurazione sulla vita e sulla morte? Nome della Compagnia - am­montare dell'Assicurazione - pagamenti annui - e come faccio a saperli i pagamenti annui? Pago uno scellino e un penny la settimana - fa cinquantadue scellini e cin­quantadue pennies. (Cerca di calcolare a memoria. La musica ha raggiunto un passaggio culminante ed è trop­po forte. Va ad abbassare la radio) Oh! chiudi! musica classica. A un tratto ti urla nella faccia.
Harry - No, no, no, no. Io... io stavo a sentire...
Sara - E ti piaceva?
Harry - Si che mi piaceva. Mi ricorda la - la - la... mi ri­corda il ponte di Blackfriars nella nebbia.
Sara - Il ponte di Blackfriars nella nebbia, ti ricorda! Che c'entra la nebbia?
Harry - Oh, non lo so che c'entra la nebbia. Che c'entra la nebbia?
Sara - E perché il ponte di Blackfriars?
Harry - Perché ho detto cosi. Ach, ma a volte sei proprio scema, Sara.
Sara - (scherzando) Ma se c'è la nebbia, che importa che sia il ponte di Blackfriars o il ponte: di Londra? Aich, bi­sogna che empia questi moduli prima che arrivino Bessie e Monty. Te lo ricordi che stasera vengono Bessie e Monty? (Continua a empire i moduli) Se ci fosse Ronnie glieli farei riempire a lui... come se non lo sapessero quante volte ho lavorato quest'anno. Moduli! li tocca dire all'Assicurazione Nazionale in che giorno hai preso lavoro, cosi loro lo fanno sapere all' Assistenza Nazionale e l'Assistenza Nazionale lo fa sapere all'Ufficio delle tas­se e allora arrivano moduli, moduli, moduli, moduli! Quanti moduli! Non c'entrano nemmeno tutti nella bu­sta. (Scrive) No, non ho proprietà, non ho inquilini, non ho governante! Una governante. Una governante mica ti farebbe quello che ti faccio io, Harry tutti quei lenzuoli da lavare. (Monty Blatt e sua moglie Bessie com­paiono sul ballatoio. Bussano. Sara salta su) Beccoli di già. Harry, sta' seduto diritto. Abbottonati i pantaloni e scuoti quella cenere dal vestito. E ricordati, non farmi fare figure. Me l'hai promesso. Vuoi andarci ora? (Pren­de il braccio di Harry). Harry la scansa: non vuole andare:.
Sara - apre la porta ai visitatori. Tutti e due sono vestiti pacchianamente, pieni di vita e di soldi.
Monty - Sara, Saruccia. Come stai, tesoro? Te la ricordi Bessie? (Stretta di mano generale, poi entrano nella stanza). Caro Harry! Come sta il nostro Harry? Hai una bella cera. Ti senti bene? Sempre: gli stessi tutti e due. Non avete cambiato per niente.
Sara - Sedetevi, voi due, metto il bollitore. (Va in cucina).
Monty - (a Bessie) Mette sempre il bollitore. Ha fatto sem­pre questo per prima cosa. Ho ragione, Harry? Certo che ho ragione, vero? (Grida a Sara) Te lo ricordi, Sara? la prima cosa è sempre stata una tazza di tè.
Sara - (rientrando) Me lo ricordo, me lo ricordo.
Monty - (a Bessie) Ci si passava la vita in quella loro vecchia casa nell'East End, noi ragazzi. Te lo ricordi Prince e tuo fratello Hymie? Come sta Hymie? Da quando ci siamo trasferiti a Manchester abbiamo perso contatto con tutti... tutti.
Sara - Hymie sta bene. Fa affari. I suoi ragazzi sono sposati e lui sta tutto il giorno in casa. Prince lavora in un negozio di roba di seconda mano.
Monty - Un negozio di roba di seconda mano? Ma crede­vo... e Cissie?
Sara - Il sindacato l'ha messa a riposo. Vive colla pensio­ne, fa visita ai parenti... sapete...
Monty - Allora si è sfasciato tutto?
Sara - Come sarebbe a dire si è sfasciato tutto? Il partito non potevano tenerlo in piedi e allora? la lotta conti­nua.
Monty - (affrettandosi a cambiare argomento) E Ada e Da­ve e Ronnie? Dove sono? Raccontami tutto - tutte le notizie. È tanto che non ti vedo Sara, e che piacere di rivederti! È vero che è un piacere, Bessie?
Sara - Ada e Dave sono ancora in campagna. Hanno due bambini. Dave fabbrica sempre mobili a mano.
Monty - E ci cava da vivere?
Sara - Vivono. Non da ricchi, ma vivono.

Monty - E Ronnie? Ronnie era tanto ambizioso. Che fa ora?


Sara - II mio Ronnie? È a Parigi.
Monty - Ecco, te lo dicevo che sarebbe andato lontano.
Sara - Fa il cuoco.
Monty - (con minore entusiasmo) Ronnie? cuoco?
Bessie - (cercando di aiutarli) Un cuoco guadagna bene.
Monty - (riprendendosi) Certo che guadagna bene. Ronnie è un ragazzo svelto, vero Sara? L'ho sempre detto, vero, che Ronnie è un ragazzo svelto. Nessuno capiva come un ragazzo dell'East End potesse parlare con una cosi bella pronuncia. Ma cucinare! Gli piace? volevo dire - è con­tento?
Sara - Sai che ti dico, Monty? La gente mi chiede cosa fa Ronnie e – mi devi credere - non so che rispondere. Aveva l'abitudine di alzar le braccia e dire «Voglio fare qualcosa di grande. Voglio creare». Creare. E cosi fa il cuoco, a Parigi.
Monty - Se piace a Dio, un giorno direttore d albergo.
Sara - Se piace a Dio.
Monty - E Harry? (Fa cenno con la testa che Harry si è assopito).
Sara - Povero Harry! Due colpi ha avuto! E non può riprendersi. È paralizzato da una parte, e non riesce più a controllare gli intestini.
Bessie - Pover’uomo.
Sara - Credi che gli faccia piacere? Per lui non è facile. Ma non fa nulla per aiutarsi. Io non lo so, altri uomini si ammalano ma combattono. Harry non ha mai combattu­to. È buffa. C'eran tre uomini come lui nel casamento. Tutti e tre avevano avuto un colpo. E per tutti e tre sem­brava la stessa cosa. Camminavano uguale, stavano curvi allo stesso modo e tutti e tre avevano sempre la barba lunga. Stavan seduti fuori insieme, parlavano e fumavano. E questa era la loro vita. Poi un giorno a uno gli venne la voglia di ricominciare a vivere. Si alzò e si tro­vò un lavoro - una botteguccia di ciabattino - e ora gua­dagna. Un miracolo! tutto a un tratto. Ma quell'altro vo­leva morire. Lo vedevo fuori, in piedi sotto la pioggia, una pioggia dirotta, e si infradiciava per buscarsi un ma­lanno e morire. Be', è successo: è morto la settimana scorsa. Macché influenza! Non voleva vivere, ecco. Ma
Harry - era diverso da tutti e due. Non vuol morire ma sembra che non gli importi di vivere. Cosi. Come lo aiu­ti un uomo come quello? Gli faccio da mangiare, gli compro le sigarette, e lui è contento. L'unica paura che ho, sempre, è che se la faccia addosso. Quando gli suc­cede, perdo la testa - proprio non so quello che faccio.

Monty - È così, eh?


Sara - È così. È la vita. Ma dimmi di te, Monty. Sei ancora nel partito?
Monty - No, Sara, non ci son più nel partito, e se vuoi ti dico perché.
Bessie - Via, Monty, non cominciare colla politica. Sara, per piacere, non farlo cominciare colla politica.
Monty - Ma sta' tranquilla, non la faccio lunga.
Sara - La politica vuol dire vivere, Bessie. Voglio dire eh tutto quello che succede nel mondo ha a che vedere colla politica.
Bessie - Ascoltami, Sara. Monty ha una bella drogheria a Manchester, nessuno sa che una volta era nel partito viviamo felici. È meglio che se ne dimentichi.
Monty - No - no - glielo dico, lascia che glielo dica.
Bessie - Ti avverto, Monty, se ti metti a discuter di poli­tica io me ne vado. Basta colle discussioni di politica, in­tesi?
Monty - Ascoltami, Sara. Te la ricordi la Spagna? Ti ricor­di come eravamo fieri di Dave e degli altri ragazzi che si arruolarono? Ma Dave te l'ha raccontato che certi mem­bri del partito si rifiutarono di combattere a fianco dei trotzkisti? E che uno o due dei trotzkisti non tornarono e neppure morirono in battaglia? E te lo ricordi Itzach Pheffer, lo scrittore yiddish sovietico? Si rideva perché aveva un nome buffo. Ha! Ha! Dov'è Itzach Pheffer? si diceva. Be', ora lo sappiamo, no? Il grande leader è mor­to, ora, e lo sappiamo. L'intero comitato della lega ebrai­ca antifascista fu fucilato. Fucilati, Sara. Nel nostro pae­se del socialismo. Quello era il nostro paese. Che paese per noi! Allora ai racconti non ci si credeva. Ci pareva che non potesse succedere nel nostro mondo.
Sara - E ora ci credi ai racconti, Monty?
Monty - (incredulo ) Tu non...
Bessie - Su, Monty.
Monty - Sara, tu non ci credi? non ci vuoi credere?
Sara - E mettiamo che sia vero, Monty. E allora? che si dovrebbe fare? far tornare il passato? Questo vorre­sti?
Monty - Non lo so, cara. Non la vedo più una soluzione, non la vedo. Ho un negozio al Nord - non sono certo un capitalista - ci vivo comodamente e basta, e son conten­to. Bessie, Dio la benedica, sta per avere un bambino. (Batte sul ventre di Bessie) E io gli darò tutto quello che potrò gli pagherò gli studi, anche l'università se vuole, e allora sarò soddisfatto. Più di cosi non si può fare Sara. Non c'è nient'altro nella vita che una casa, qualche amico e la famiglia - dai retta a me.
Sara - E se qualcuno ci butta una bomba atomica, sulla famiglia?
Monty - (scusandosi) E allora - che posso farci? Dimmelo. Non ci posso più far nulla. Son troppo piccolo io: di chi mi posso fidare? È un mondo grande e lurido di politi­canti pazzi. Non me ne posso fidare, Sara.
Sara - L'acqua bolle - faccio il tè. (Va in cucina).
Bessie - Ora basta, Monty, smettila.
Monty - (è turbato) E va bene, va bene. Non le ho detto che quello che sapeva già. È una gran donna Sara, una combattente. Guarda quanti pensieri, ed è ancora ag­gressiva. Ma ha un difetto. Per lei il mondo è bianco e nero. Se non sei nero, devi esser bianco. Le sfumature nei caratteri non le vede, capisci cosa voglio dire? Non riesce ad avere una visione complessiva. «Loro» sono tutti lo stesso mazzo. Le autorità, il governo, la polizia, l'ufficio postale, perfino i negozianti. Non se ne è mai fidata. Li combatteva sempre. Era tanto semplice. L'u­nica cosa che contava era esser felici e mangiare. E tutto quello che ti rende infelice e ti toghe il mangiare era col­pa del capitalismo. Credi che in tutta la sua vita abbia mai letto un libro di economia politica? Che Iddio la be­nedica! Senti dire che il socialismo era la felicità e entrò nel partito. Ce ne son rimasti pochi come Sara Kahn. Vorrei che tu ci avessi conosciuto ai vecchi tempi. Har­ry, guardalo, aveva una bella vocetta di tenore. E tutte le canzoni che cantavamo insieme, e gli scioperi e i co­mizi... Portavo Ronnie a cavalluccio sulle spalle alle di­mostrazioni del primo maggio. Tutti, nell'East End, an­davano in qualche posto. Eran baracche, era la miseria, ma si andava in qualche posto. L'East End era come una grande mamma. (Sara entra col tè). Via, Sara, parliamo un po' dei bei tempi passati. Per bacco, tesoro, non ci vengo spesso a Londra per la fine di settimana. Senti, te lo ricordi il banco che avevo in Petticoat Lane? Domani ti ci porto, Bessie. E Manny, il re dei calli? Lui e moglie andavano a Norwich a vendere medicine fasul/ per i calli. La moglie si vestiva da infermiera e appena vano attorno al banco tante lettere di persone che 10 dicevano di aver curato.
Sara - E cosa ne è di Barney?
Monty - E Barney, sicuro. Vendeva ai vecchi contadini u ciondolino porta-fortuna. A sei soldi l'uno li vendeva lo sapete che erano? Fagioli. Fagioli buttati nella tinta Li potevi comprare a tre soldi la libbra in drogheria e Barney li vendeva a sei soldi l'uno. Sei soldi. Una libbra di fagioli gli durava mesi.
Sara - Ah, che brutti tempi! che brutti tempi! Sporchi, luridi, e nient'altro che truffe.
Monty - Ma amichevoli.
Sara - Amichevoli li chiami? Credi che fosse amicizia truffare la gente?
Monty - Tesoro, prendi la vita troppo sul serio. Credi a me, quei contadini lo sapevano benone quel che compra­vano. Nessuno truffava nessuno, perché tutti sapevano la verità.
Sara - Credi, Monty?
Harry - (si sveglia con un sussulto. Qualcosa è successo. Cer­ca di alzarsi in fretta) Sara, corri! aiutami!
Sara - Che? che è successo? (Gli corre vicina).
Monty - Caro Harry, che c'è?
Sara - L'hai fatta, Harry? Su, presto, allora. (Harry, im­pedito dalla paralisi e da questo nuovo attacco d'incon­tinenza, si trascina penosamente verso il gabinetto, e
Sara - quasi lo spinge. Lui piagnucola e si lamenta pietosa­mente). Ti avevo detto prima, di andarci. E tu non hai voluto. Ora guarda cosa è successo. E proprio davanti a Monty e a Bessie! Che vergogna! (Monty cerca di aiu­tare Harry a muoversi. A un tratto) No, lascia stare. Va tutto bene, ce la faccio da me. Lascia stare, Monty. (Si trascinano nel corridoio).
Bessie - (quando hanno lasciato la stanza, volta la testa con un brivido) Oh, Dio buono!
Monty - Povera Sara e povero Harry. Gesù! A questo sono arrivati.

Sipario


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