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Brodo di pollo con l’orzo trilogia (Radici – Parlo di Gerusalemme)


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SCENA SECONDA

La stessa stanza, più tardi. Nella strada confusione e can­ti. Monty e Prince stanno scendendo le scale sorreggen­do Hymie Kossop che ha la faccia coperta di sangue. È un uomo basso, rotondo, di aspetto comune.


Monty - (lasciando Prince e Hymie per entrare nella stanza) Metto un po' d'acqua sul fuoco. Fallo sedere. (Grida verso l'alto) Cissie! Aspetta a scendere! Va' a prendere un pacchetto di pronto-soccorso da qualche parte. (Em­pie il bollitore).
Prince - Hymie, parla poco e sta' fermo. Gesù, come t'han conciato! Sentirete Sara.
Hymie - Be', allora puliscimi alla svelta.
Monty - (corre dalla cucina alla finestra) Cissie. Cissie! Prova da quella pasticceria vicino a Toynbee Hall. Ho visto un pronto-soccorso da quelle parti. Forse ci sono ancora. (Rientra, ma ricordandosi qualche altra cosa, si riaffaccia) Aspirina. Trova dell'aspirina.
Sara - (dall'alto delle scale, di fuori) Monty. Hymie è già con voi?
Hymie - Accidenti, eccola. Se c'è qualcosa che le piace è trafficare con un malato. Perché non sono andato a casa?
Monty - Perché sapevi che Lottie ti dirà che ti sta bene. (Compare Sara. Monty le corre incontro) Su Sara, non ti spaventare. Non ha nulla. Non ha nulla.
Sara - (entrando) Hymie!
Hymie - Sara Nightingale!
Monty - Adesso non lo spaventate, dico io.
Sara - (prende l'asciugamano e l'asciuga) Stupido. M'avevan detto che eri ferito... a momenti morivo.
Hymie - Anch'io.
Sara - Stupido. Chi te l'ha fatto fare di andarci proprio in mezzo?
Hymie - È stato solo un colpo di manganello. Senti, fammi un piacere, Sara, fammi una tazza di tè, da brava.
Sara - Nessun altro è stato ferito: solo lui! l'eroe!
Monty - (maneggiando l'attizzatoio con intenzione) Ce n'è stata una quantità di feriti! Oh, lui sta benone. Non stai benone, Hymie?
Hymie - Sono qui, no?
Sara - (si toglie la giacca) Be'. Perché nessuno ha fatto qualcosa?
Prince - Cissie è andata a prendere il pacchetto di pronto-soccorso.
Sara - Cissie? la sorella di Harry?
Prince - Sì. A proposito, dov'è Harry? Chi l'ha visto?
Sara - (minacciosa) Aspettate che si presenti. Gliela faccio vedere io! Vi credevate che restasse là?
Monty - L'ho visto in Cable Street, sventolava la bandiera rossa, ma ci rimase poco. Dette un'occhiata alle artiglie­rie e ai fucili e disse che andava a prenderci dei tramez­zini...
Sara - C'erano fucili in Cable Street? E hanno sparato?
Monty - Macché, li han portati per far paura. Per far pau­ra a noi, figurati. Ma nemmeno se tiravano una bomba. Cristo! che giornata!
Hymie - Sentite, avete mai visto una roba simile? Sara, gli tiravamo sassi e bottiglie. Erano a cavallo con le mazze e ci caricavano, e noi sassate. E tu avessi visto Monty quando un poliziotto si arrese. Si arrese! un poliziotto! non s'era mai visto. Monty non sapeva cosa fare. Nessu­no sapeva cosa fare. Volevo dire, e chi l'aveva mai visto un poliziotto che si arrende? E dopo il primo anche al­tri - una mezza dozzina. Mamma mia, come li abbiamo trattati bene! Sigarette e tazze di tè, e li chiamavamo compagni poliziotti.
Prince - Ora non si torna indietro i lavoratori non li fer­ma nessuno.
Monty - Scommetto che presto c'è la rivoluzione. Hitler non si ferma alla Spagna, vedrete. Guardatelo andare avanti e guardate il governo inglese che gli lecca il sede­re finché lui non gli sputa in un occhio. E allora saltiamo fuori noi.
Hymie - Non sono cosi sicuro, Monty. Oggi abbiamo vinto ma i gusti cambiano. Mosley è stato respinto alla fon­tana di Aldgate e tutti han gridato evviva. Ma mi do­mando quanti al Gardiner's Corner erano dei curiosi e basta. Sapete, in tutti i movimenti politici ci sono quelli che son curiosi e basta.
Monty - Diecimila curiosi? Ma fammi il piacere, non era mica ferragosto.
Sara - va in cucina a mettere dell'acqua in un catino. Com­pare Cissie.
Hymie - Ogni putiferio può essere ferragosto per i lavora­tori, da' retta a me.
Cissie entra. Ha circa trentatre anni. È una sindacalista. Precisa di modi, con un tagliente senso dell'umorismo.
Cissie - Pomata, garza sterile, fascia e cerotto. Diamogli un'occhiata.
Sara - (entra con il catino d'acqua) Va tutto bene, posso far da me.
Cissie la lascia passare e Sara incomincia a lavare la fac­cia al fratello e poi gli fascia la testa.
Prince - Ma tu dov'eri, Cissie?
Cissie - Al Gardiner's Corner con una bandiera. La ban­diera del sindacato. E tu?
Monty - Tiravo su il selciato a Cable Street.
Cissie - Il selciato? (Si solleva la sottana e si scalda il se­dere al fuoco).
Monty - Abbiamo strappato la ringhiera di una chiesa vi­cina e le pietre dalle cunette. Prendo ancora un po' di carbone per il caminetto. (Va in cucina e passando piz­zica il sedere di Cissie) Abbiamo anche rovesciato un camion.
Sara - Un camion?
Hymie - Già, ma era quello sbagliato. Il camion che si do­veva rovesciare era in un cortile vicino e quando ci han dato l'ordine di portarlo i ragazzi ne hanno preso uno che stava in cima alla strada. Ma dite un po'!
Sara - Sta' fermo! Ecco, ora sembri più rispettabile.
Monty ritorna col carbone e andando verso il fornello stacca una piuma da un cappello e la pianta sulle bende di Hymie.
Hymie - Nessun ferito dalle tue parti, Cissie?
Cissie - Hanno arrestato qualche ragazzo del mio sinda­cato.
Sara - Adesso vado a fare un po' di tè.
Cissie - Micie e Sammy e Dave Goldman e quell'imbecille fottuto - scusate - di Sonny Becks. Tutti se ne stanno dietro le barricate aspettando le camicie nere. È tutto pieno di poliziotti che aspettano, aspettano soltanto una scusa per metterci le mani addosso. Guardate un po' co­sa fa: non contento di star lì - e lo sapeva benissimo che l'ordine era della disciplina più assoluta - non contento di star lì scelse proprio quel momento per montare sul carretto della verdura della O'Laoghaire e mettersi a fa­re un discorso politico. «Ricordiamoci gli insegnamenti della rivoluzione russa» dice, come se citasse la Genesi, quel cretino. E poi si accorge che il carretto è mal sicuro e monta su un letto di ferro e mette un piede fra le mol­le proprio mentre citava la lettera di Lenin alle masse lavoratrici.
Monty - E chi ce la fa a far tacere Sonny.
Cissie - Ma non su un letto. Insomma, lo conoscete Son­ny: una bocca come una latrina e senza vergogna - vo­mita un torrente di insulti contro i capitalisti fabbricanti di letti, e la polizia ci si butta sopra. Mick e Sammy si son provati a discutere con la polizia e così li han por­tati via, e poi Dave Goldman ci si provò anche lui, e al­lora lo portaron via anche lui, povero fesso, scusate il termine.
Hymie - E che succederà?
Cissie - II sindacato procurerà gli avvocati e forse gli pa­gherà la multa. Che altro? A proposito, Monty e Prince. Riunite più ragazzi e ragazze che potete e portateli alla riunione sabato prossimo, per Sally Oaks.
Hymie - Non era suo marito quello che andò con la bici­cletta nelle rotaie del tram e ci lasciò la pelle?
Cissie - Proprio quello. Lei è cattolica. Il prete della sua parrocchia sta cercando di raccogliere dei soldi per aiu­tarla a andare avanti per un po' e noi abbiamo promesso di darle una mano. Be', ora me ne vado.
Sara - (entra col tè) Cissie, l'hai visto Harry?
Cissie - Harry? No.
Sara - Non
Sara - a casa tua, no?
Cissie - E che ne so? non ci son stata da stamani.
Sara - Sta sempre a casa tua.
Cissie - Sara, io non sono responsabile di mio fratello. Non ce l'ha fatta nessuno a controllarlo, il nostro fratel­lo maggiore. Te l'avevamo detto che tipo ti prendevi... Ma tu lo volevi cambiare. Lo voleva cambiare, lei.
Sara - Chi lo vizia è tua madre, lo sai questo?
Cissie - Lo vizia! Ma fammi il piacere - quella donna non si alza da letto da dieci anni. Lo vizia!
Sara - Lui sa che può andare da lei - e lei gli dà da man­giare.
Cissie - Ma santo Iddio, è suo figlio.
Sara - E che non lo so? Sì che è suo figlio - e vuole che si curino anche di lui come si curano di lei. Soltanto è una vergogna, perché lui camminare può.
Cissie - Si, sì, però queste cose le so di già. - Buonanotte a tutti. (Esce fra saluti vari).
Sara - Come è antipatica.
Hymie - Non far la stupida. Cissie è una brava sindacalista.
Sara - È una cretina. Nemmeno un briciolo di calore, nem­meno uno. Cosa serve esser socialisti se non hai calore?
Hymie - Ma Harry a Cissie non gli è mai piaciuto.
Sara - Nemmeno un briciolo di calore. Tutto freddo e cal­colato. Gente come lei non può predicare l'amore e la fratellanza.
Hymie - L'amore viene dopo, Sara.
Sara - L'amore viene ora. Devi incominciare dall'amore. E sennò come fai a parlare di socialismo?
Monty - Udite, udite, compagna Kahn. Andiamo! Abbia­mo vinto una delle più importanti battaglie nella storia della classe lavoratrice e non facciamo che litigare. (Si calma, e tutto è quieto. A un tratto, sottovoce, si mette a cantare) Levati Inghilterra, la lunga notte è passata. (Altri si uniscono nel canto) Guarda ad oriente la chiara alba che spunta Dal tuo duro sonno di fatica e dolore, Levati Inghilterra, il lungo giorno incomincia. Levati Inghilterra...
Sara - (a un tratto) Hymie! I bambini! Dio del cielo, di­menticavo i bambini.
Hymie - Sono a casa mia. Che ti prende?
Sara - (mettendosi il cappotto) Ma non posso lasciarli là. Come ho fatto a dimenticarli. Ma che ho in testa? Fac­cio presto. (Esce).
Hymie - (gridandole dietro) Ma Ronnie dormirà. Non glie­lo dire a Lottie che mi hanno colpito. Dille che vado a casa fra poco. (Torna nella stanza) Che donna impul­siva!
Seggono tutti comodamente attorno al fuoco. Si sente Sara che chiama dalla strada.
Sara - (da fuori) Cucinatevi qualcosa. Nella teiera c'è il tè.
Hymie - (venendo via dalla finestra) Cucinatevi qualcosa! per lei non c'è che il mangiare. Mangiare e bere. Appena finisci una tazza te ne dà un'altra.
Monty - È un tesoro.
Hymie - Dio ti guardi dal dire che non hai fame. Si mette a cantare la sua canzoncina «Perché l'uomo è soltanto uomo, se non mangia non può pensare».
Monty - (continua la canzone) Perché l'uomo è soltanto uomo Se non mangia non può pensare. Le parole non son che aria Ma ci vuole la carne e il vino. (Altri si uniscono a lui) Poi - sinistra - destra - sinistra, C'è posto, compagno, per te. Marcia con noi nelle file dei lavoratori Perché sei un lavoratore anche tu.
Entra Harry. Mentre finiscono di cantare, si arresta sul­la soglia.
Harry - (grida sventolando la bandiera) Abbiamo vinto, ragazzi. Abbiamo vinto!
Monty - Harry, ben tornato, eroe! Dove l'hai messi quei maledetti panini?
Hymie - Tua moglie ti cerca.
Harry - Che? è uscita per me? (Posa la bandiera in un an­golo e sembra preoccupato).
Monty - Sì, proprio ora.
Harry - Aveva il matterello in mano?
Hymie - No, no. È andata a casa mia a prendere i bambini.
Harry - Accidenti, Hymie, che t'è successo? Ti senti bene Hymie?
Hymie - Non ti eccitare, Harry, bevi il tè.
Monty - Proprio cosi, amico. Su, ingurgita!
Harry - Sicuro, sicuro. (Va in cucina) I bambini, hai det­to? Ma se ho trovato Ada per strada.
Prince - (guardando Monty) Aiutava me, Harry, ma non lo dire a Sara. Portava notizie da Cable Street al quartier generale. Lo sapevo che non sarebbe rimasta a casa in una giornata simile. Ha marciato con noi nella sfilata del­la vittoria e poi è andata a cercare Dave.
Monty - Le si schianterà il cuoricino quando saprà che par­te per la Spagna.
Ada entra a precipizio dalle scale, in questo momento. È la figlia dei Kahn. Ha quattordici anni.
Ada - Mamma, mamma! Ciao a tutti. Babbo, dov'è la mam­ma?
Harry - Ciao, Ada. Non l'hai ancora vista? Le prenderai! E andata a prendere Ronnie.
Ada - (uscendo di nuovo) Torno fra un quarto d'ora. Scu­sate.
Harry - E dove vai ora?
Ada - Vado a controllare gli ultimi posti, che tutti i pionieri siano sani e salvi. (Parla dalla finestra) Bella giornata, eh, compagni! (Sparisce).
Harry - E noi non l'abbiamo di certo obbligata a entrare nei pionieri. Non ce n'era bisogno. Ve lo dico io, inse­gnate ai giovani cos'è il socialismo e loro non potranno far altro che accettarlo. La vita! Il futuro! Ma non
Sara - puro almeno nella nostra generazione. Lo sapete no? Nemmeno nella sua, forse. Ma in quella dei suoi figli. E allora cominceranno a sentirli tutti, i benefici. Mal­grado i nostri sbagli, vedrete, malgrado i nostri sbagli. Ora, ragazzi, raccontatemi quello che è successo.
Prince - Non lo sai? Sir Philip Game, il questore, s'è pre­so paura e ha proibito la marcia. Ha detto a Mosley di vedersela col governo. Lui non voleva grane. E a te che t'è successo?
Harry - (orgoglioso) A momenti m'arrestavano.
Monty - Te?
Harry - Correvo per le strade sventolando la bandiera che mi ha dato Sara, e un poliziotto mi ha detto di abbas­sarla.
Prince - E allora?
Harry - L'ho abbassata. Poi ho svoltato in Flower e Dean Street e l'ho sventolata di nuovo. Se lo dev'essere im­maginato quello che volevo fare. Cristo! Non avevo mai visto tanti poliziotti spuntare cosi alla svelta. Sembrava che piovessero dalle finestre quando hanno sentito il fischio. Ho fatto appena in tempo a saltare in casa da mia madre.
Monty - E ci sei rimasto?
Harry - Ho bevuto una tazza di tè, e verso le quattro sono uscito di nuovo. Sono arrivato a Gardiner's Corner men­tre la polizia caricava le barricate. Di fascisti non ne ho visti. Ce n'è arrivato nessuno?
Prince - Son rimasti nelle strade secondarie. Gli attacchi li ha fatti tutti la polizia. E cosi?
Harry - Cosi ho visto la polizia che ci dava dentro ai no­stri come nelle mosche, e poi ho rivisto il mio poliziot­to - che aveva perso l'elmetto. Ooooh. Mi guardò brut­to quando mi vide. Non mi son fermato davvero a do­mandargli dove l'aveva perso. Son tornato di corsa da mia madre e mi son messo a leggere un libro.
Hymie - (minaccioso) E cosi, tu eri da tua madre. (Agli al­tri) Io dico che è meglio andar via prima che torni Sara. Harry, noi si va.
Harry - Non restate a mangiare qualcosa?
Hymie - Lottie mi aspetta, Harry. Venite, voi due.
Harry - Ehi, Hymie, non glielo dici mica che sono stato tutto il tempo da mia madre, eh?
I ragazzi lo rassicurano con colpetti sulle spalle e scuo­tendo la testa. Harry si versa una tazza di tè e, portan­dola nella stanza, si mette a sedere accanto al fuoco con un libro. Dopo qualche secondo, Sara scende le scale con Ronnie, un bimbo di circa cinque anni, che le dorme in braccio. Lo porta subito in camera. Harry cerca di sem­brare assorto nella lettura. Sara esce di camera, si toglie la giacca e la appende. Tutto il tempo guarda Harry con uno sguardo di fuoco, mentre lui fa di tutto per evitarla. Sara comincia a sparecchiare poi va a prendersi una taz­za di tè. Mentre osserva Harry, si siede a tavola e gira lentamente il cucchiaino nella tazza. Lui si fa piccolo sot­to il suo sguardo, mentre la testa di Sara incomincia a dondolare. È un dondolio che vuol dire: «Ti conosco, sai».
Sara - Mi credi una scema, vero? (Harry si dimena scon­tento, e non risponde. Sara lo guarda) Credi che sia cie­ca, che non sappia quello che succede? (Pausa). Guarda­telo! L'uomo di casa! Non gli importa di nulla. (Pausa). Be', Harry, perché non mi guardi? perché non mi parli? Son tua moglie, no?
Harry - (finalmente) E che vuoi che ti dica?
Sara - Te lo devo dire io quel che devi dire? Non lo sai da te? proprio proprio non lo sai? (Pausa). Ipocrita! O se sei ipocrita!
Harry - Sicuro, sono un ipocrita.
Sara - E che non lo sei, forse? Perché stai seduto li a far finta di leggere, credi che non ti dica niente? Ti piacereb­be eh, che io entrassi in casa e andassi avanti senza dirti nulla. Ti piacerebbe, eh, di continuare a fare la solita vi­ta, come sempre, e che nessuno ti dicesse niente!
Harry - O lasciami in pace, Sara.
Sara - O lasciami in pace, Sara! Sicuro che ti lascio in pa­ce. Ci scapperà il morto, Harry! mi senti? Ci scapperà il morto se si va avanti cosi. Dovrà esser cosi tutta la vi­ta? non posso nemmeno lasciare la borsa nella stanza. Te lo ricordi che successe l'ultima volta? Mi pianta­sti! te lo ricordi? (Harry cerca di voltarsi e sottrarsi. Sara lo riporta indietro) Te lo ricordi? e tu volevi tornare? e sei tornato, pieno di promesse. Che n'è stato di quelle promesse?
Harry - Nulla ne è stato - piantala di scocciarmi. Buon Dio, se non ti riesce nemmeno di lasciar vivere in pace un pò ver'uomo.
Sara - E puoi ancora fingere? dopo che mi hai preso dieci scellini dalla borsa, e tu lo sai che lo so che l'hai presi, e ancora fai l'indiano? Di' che non ne sai nulla - su, dillo. Di' che non sai di che cosa sto parlando.
Harry - Non lo so. No, io non lo so di che cosa stai par­lando.
Sara - (finalmente incapace di controllarsi, gli lancia una ma­ledizione) Maledetto te! Che tu viva sicuro, se non sai di che cosa sto parlando! I soldi mi son cascati dalla bor­sa, secondo te... L'ho persi per strada. (Urlando) Male­detto te!
Harry - (si alza e l'affronta infuriato) Ti sbatto questo li­bro in faccia! Dio m'aiuti, te lo sbatto in faccia.
Ada - (entrando di corsa in questo momento) Harry, smet­tila. (Piange) Oh, smettila!
Harry - (gridando) Dillo a tua madre, di smetterla. La col­pa è sua, ha cominciato lei. Ma non la conosci ancora, tua madre? (S'è allontanato dalla porta).
Sara - Colpa mia? io? Ma lo senti Ada, lo senti! La colpa è mia! (Gli tira un piatto) Porco!
Harry - (senza fiato dalla rabbia, butta il libro in terra) E pazza, tua madre, pazza da legare. (Scappa dalla stanza, su per le scale).
Sara lo segue fin sotto la scala, brandendo un catino. Ada va a guardare fuori della finestra.
Sara - Sicuro! Scappa, corri da tua madre. La pace te la da­rà lei. Farà tutto quello che vuoi. Pagliaccio! Pagliaccio!
Ada - (gridando) Mamma, son tutti fuori. Stanno tutti a guardar noi.
Sara - (si volta a consolarla) Su, su, bambola. Su, su, bim­ba mia! Zitta. Zitta! Mi rincresce meine kindt. (Si piega su di lei e l'accarezza, parlando yiddish) Zitta. Zitta. È passata - mi rincresce. È passata.
Harry - (dalla strada) È pazza, è impazzita, è impazzita.
Sara - Zitta, zitta, Ada - non l'ascoltare boolinska. Passe­rà! Zitta, zitta! (Carezzevole) Ada. Ada. Ada!
Mentre
Sara - consola Ada, Ronnie esce dalla camera e resta a guardarle, ascoltandole attonito.


Sipario.

ATTO SECONDO
SCENA PRIMA
Giugno 1946. C'è stata la guerra. La scena è cambiata. I Kahn sono andati ad abitare a Hackney in un fabbri­cato del comune di Londra, del tipo 1930 con ballatoi. La classe lavoratrice, ora, è un po' più decente, da poco è stato eletto un governo laburista. Si vede una parte dell'appartamento: la stanza comune sulla quale danno tre stanze, un corridoio che va alla porta d'ingresso, e una porta che dal corridoio conduce in cucina. Si vede un angolo del ballatoio con la ringhiera. È un venerdì, sul tardo pomeriggio.
Harry è sdraiato sul divano, Sara arriva dal ballatoio, mette la mano nella cassetta delle lettere, prende la chiave ed entra, energica come al so­lito.
Sara - Come! Sei già qui? (Accettando il fatto) Non sei stato al lavoro.
Harry - La ditta ha chiuso.
Sara - (si toglie il cappotto e vuota la borsa della spesa) Ha chiuso! Ma se hai cominciato a lavorare soltanto lunedì!
Harry - E allora! Ha chiuso! È colpa mia?
Sara - Succede sempre cosi dove lavora lui! Non ti riesce di portar fortuna a nessuno, vero? Quando la stagione è in ribasso ti mandano sempre via per primo, e quando riprende sei sempre l'ultimo a trovar lavoro. Harry! Non hai saputo far denaro nemmeno durante la guerra. La guerra! quando tutti facevan denaro!
Harry - (mette la busta paga sul tavolo) Sì.
Sara - (guardando la cifra) Ma che cos'è. Sette sterline e tredici. Perché soltanto sette e tredici.
Harry - Quattro giornate di lavoro.
Sara - E oggi non hai lavorato tutto il giorno? Cosa hai fatto?
Harry - Ero stanco.
Sara - Dormire! Ecco quel che sa fare! Le patate le hai pelate? (Nessuna risposta). Ma insomma, che ci sto a fa­re qui, a parlare con te? E che non ti conosco?
Harry - Ho mal di testa.
Sara - (va in cucina e parla da là) Sì, sì, mal di testa! Ronnie non è tornato?
Harry - Distribuisce i volantini.
Sara - Che volantini?
Harry - Che ne so? Volantini. Volantini.
Sara - Vieni a fare il tè. A momenti arriva Ada.
Harry - Lasciami in pace, Sara.
Sara - (dalla cucina) Fa' il tè quando te lo dico!
Harry - si alza. Lungo il ballatoio viene Ada. Entra dalla porta. Ha venticinque anni, parla bene. Una bella ebrea dall'aria abbattuta.
Harry - (baciandola ) Ciao, Ada.
Sara - Ada? Ada? Ci sei? entra, ora il babbo fa un po' di tè e la cena è quasi pronta. (Entra allegramente dalla cu­cina, si vede che sta cucinando. Bacia Ada) C'è roba buo­na per cena.
Ada - Che c'è di buono?
Sara - Minestra d'orzo. L'ho lasciata cuocere pian piano tutto il giorno, mentre ero al lavoro. (Torna in cucina).
Ada - Sai se Ronnie è andato da me a vedere se c'era posta di Dave?
Sara - Credo di sì. Di solito ci va quando sa che vieni di­rettamente qui dal lavoro. (Ronnie compare sul balla­toio ed entra. Ha quindici anni, entusiasta, vivace, parla bene come la sorella. Sara, sentendolo entrare) Ronnie?
Ronnie - Eccomi.
Sara - Eccolo.
Ronnie - (ad Ada, entrando) Duecentocinquanta volantini in un'ora e mezzo!
Ada - Bravo. E per cos'erano?


Ronnie - La dimostrazione del 1° maggio. Ci vieni?


Ada - Non lo so.
Ronnie - (canzonandola) Non lo sa! non ti interessa più la dimostrazione?
Ada - Non m'interessa più.
Ronnie - Non vi capisco. Tu e Dave eravate dei pionieri, al principio, e io seguivo le vostre idee, ma ora...
Ada - E ora dammi le lettere.
Ronnie - Le lettere? che lettere?
Ada - O via, Ronnie, le lettere di Dave.
Ronnie - (innocentemente) Ma io sono stato a distribuire i volantini!
Ada - Non sei andato a casa mia a prendere...
Ronnie - Ero a chilometri di distanza... da un'altra parte.
Ada - (acida) Grazie! (Si siede per leggere il giornale).
Ronnie - (cava contemporaneamente tre lettere di tasca e leg­ge le iniziali sul retro della busta) ITA. O che vorrà di­re? Io ti amo?
Ada - Dammi le lettere, per piacere!
Ronnie - (canzonandola) Oh, io ti amo, sorellina!
Ada - Le hai lette!
Ronnie - (legge sulla busta) Lettera n. 218. Perbacco! È prolifico! E questa è il numero 215. Un servizio schifo­so! E questa il numero 219. Qui c'è scritto ITAP; vorrà dire io ti amo pazzamente. E se ti amassi, anch'io ti ame­rei pazzamente. (Si china e la bacia).
Ada - Idiota! (Legge).
Ronnie - Non è l'ora che lo smobilitino quel tuo caro ma­rito? La guerra è finita da un anno. Pensate! avevo nove anni quando se ne andò. Ho tenuto tutte le sue lettere, Ada, tutte! (Gira per la stanza, lungo le pareti, e strappa un pezzettino di tappezzeria. Lo appallottola e se lo met­te in tasca, di nascosto) Siamo qui da cinque anni... non l'ha nemmeno vista questa casa, che Dio l'aiuti! (Grida verso la cucina) Harry! Harry! Dov'è Harry?
Harry entra col tè.
Ronnie - (va a prendere una tazza) Bravo vecchio babbo. Babbo, ho visto Monty Blatt. Dice che domani devi an­dare alla riunione.
Harry - Ah! Ma fammi il piacere!
Ronnie - Sentitelo! un membro del partito! e non va alla riunione di sezione! E poi come fai a sapere quel che succede nel mondo? Ecco da chi Ada prende la sua apa­tia! È tutta te! e tu sei un vecchiaccio! Oplà. (Si getta Harry sulle spalle, come fanno i pompieri, e balla per la stanza) Alla riunione ci vai?
Harry - Mettimi giù, cretino! Mettimi giù!
Ronnie - Alla riunione?
Harry - Smetti, idiota! ho mal di testa.
Ada - Smettetela tutti e due!
Ronnie - (rimette giù suo padre) Ti sfido! Su, alza i pugni, se hai fegato, ne ho proprio voglia. (Prende atteggia­menti da pugile).
Harry - (con una smorfia) Matto! piantala!
Ronnie - Fifone! (Lo colpisce scherzosamente).
Harry - (alzando i pugni) Ti faccio saltar la testa!
Si rincorrono a pugni alzati. Ronnie prima avanza, poi indietreggia e Harry si fa avanti. E cosi, avanti e indie­tro, senza toccarsi, finché Sara non entra colla minestra nei piatti.
Sara - La tavola! la tavola! qualcuno apparecchi!
Ronnie - La tavola, la tavola... oh, la tavola!
Si muovono tutti insieme per apparecchiare. Ronnie in fretta, Ada seguitando a leggere, e Harry goffamente poi si siedono.
Ada - Che buona minestra, mamma!
Ronnie - Stupenda!
Sara - Vi piace?
Harry - Te l'hanno già detto!
Sara - Non parlavo a te.
Ronnie - Non parlava a te.
Harry - Tua madre non parla mai a me!
Ronnie - Non ti parla perché sei brutto! Neanch'io ti par­lerei, ma ho paura che tu non mi dia i soldi.
Sara - Questa settimana i soldi da spendere non te li dà di certo.
Ronnie - Non me lo dire. È disoccupato.
Harry - (patetico) La ditta ha chiuso!
Ada - Ma babbo, perché capita sempre a te?
Harry - Non capita sempre a me.

Ada - Sempre! Da che son nata non mi ricordo d'altro! Una fila di posti perduti.


Harry - Ma è colpa mia se l'industria dell'abbigliamento è instabile?
Ada - Non è l'industria... sei tu.
Harry - Sì, io.
Ada - Perché, non sei tu?
Harry - Oh, Ada, piantala. Mi basta tua madre. Ho mal di testa.
Ada - Lo credo bene, non fai che dormire.
Harry - Già, dormire.
Ada - E ora che farai?
Harry - Cercherò un altro lavoro lunedì.
Ada - E perché non domenica... sulla strada di Whitechapel? Ci son sempre capi che cercano operai.
Harry - Ma quelli non vanno li per lavorare. Vanno a chiacchierare. Chiacchiere e basta! Lunedì troverò un lavoro e comincerò subito. Ora è il momento che si la­vora, sapete.
Sara - (togliendo le scodelle) Morgen, morgen nor nischt heite, sagen alle faute leite.
Ada - Babbo, sei un fannullone.
Ronnie - Vacci piano Ada con le parole grosse.
Ada - Si dovrebbe vergognare! L'industria va a tutto va­pore e lui è senza lavoro!
Harry - (offeso ) Non mi hanno licenziato.
Ada - E tutta la vita la mamma lo ha dovuto sopportare. Non mi par vero di andarmene.
Sara entra colla pietanza, sente la frase e dà un'occhiata amara a Harry.
Ronnie - Andartene dove?
Ada - Dovunque. Quando Da ve ritorna ce ne andiamo da Londra, in campagna. Quello
Sara - il nostro socialismo. Ricordatelo, Ronnie; la famiglia dovrebbe essere una unità, il lavoro e la vita dovrebbero esser parte di un'esi­stenza sola, non una cosa tagliata in due dalla coda per l'autobus e dall'orario d'ufficio. Un uomo dovrebbe ve­dere, conoscere e amare il proprio lavoro. Non la vuoi sentire la tua vita? Assaporarla pian piano? In campa­gna non respireremo un'aria che puzza di mattoni, e i bambini potranno crescere senza veder sempre i nonni che litigano.
Sara - Ada! Ada!
Ronnie - E senza attività politiche?
Ada - Senza attività politiche.
Ronnie - Ci scommetto che Dave non sarà d'accordo. Ha combattuto in Spagna. Non può abbandonare l'umanità cosi.
Ada - L'umanità! Ach!
Ronnie - Sentitela! Colla maggioranza laburista al Parla­mento! e due compagni deputati! Ma se si comincia ap­pena ora!
Ada - Secondo il partito, si comincia sempre ora. Ogni di­sfatta è una vittoria, e ogni vittoria è l'inizio!
Ronnie - Ma è cosi, è l'inizio. Piani regolatori, città nuove, scuole, ospedali. (Harry applaude scherzosamente. Ronnie, saltando su una sedia) Nazionalizzazione! Sanità pubblica! Pensate un po', tutto il paese si organizza per cooperare invece di sgozzarsi uno con l'altro. Questo gli ho detto quando ho parlato in pubblico a scuola, e i ra­gazzi applaudivano e fischiavano e battevano i piedi... e facevan pernacchie.
Ada - Non ci credo nel diritto di organizzare la gente. E poi non son sicura che mi piacciono abbastanza per aver vo­glia di organizzarli.
Sara - (tristemente) Questo... da te, Ada? E pure eri una organizzatrice brava!
Ada - Sono stanca, mamma. Ho aspettato diciotto mesi che Dave tornasse dalla Spagna. Ora sono sei anni che aspet­to che torni dalla guerra contro il fascismo e mi sono stancata. Sei anni su e giù per gli unici, facendo contabi­lità e lavorando con delle ragazzette deficienti, deficienti che ridono, colle labbra tinte! E l'esperienza di Dave è la stessa - combattere a fianco di uomini che lui dice non sapevano nemmeno perché facevan la guerra. Lontani dalla moglie si comportavano come animali. Anzi, vole­vano andare lontano dalla moglie proprio per compor­tarsi come animali. Dagli un'altra guerra, ci ritornano di corsa. Sicuro! il servizio militare ha ucciso tutte le illu­sioni che Dave aveva sulla splendida, eroica classe lavo­ratrice.
Harry - (pedante) Parli come un'intellettuale, Ada.
Ada - Dio mi salvi dalla letteratura dei volantini da due sol­di. Quanti amici ha perduto il partito per colpa delle schifose idiote etichette che hanno dato alla gente. Que­sto era un borghese intellettuale. Quello era un trotzki­sta — quest'altro era un reazionario socialdemocratico. Via tutto! Basta!

Harry - Ma non era vero? Questa gente ha aiutato si o no a tenere su una società marcia?


Ada - La sola società marcia è la società industriale. Obbli­ga un uomo a star ritto sulla testa e poi lo convince che fa bella figura! Sapete che vi dico? Il danno non lo ha fatto né il trotzkista né il socialdemocratico. L'ha fatto il progresso! Ecco! il progresso! e nessuno ha avuto il coraggio di combattere il progresso!
Sara - Ma non è una buona ragione per scappare. La vita continua. Un uomo si sposa, no? Ha ancora dei bambi­ni, ride e trova motivo di ridere. Un uomo potrà sempre ridere, no?
Ada - E questo vorrebbe dire che vive? Anche un fiore può crescere nella jungla, no? Perché c'è sempre un po' di terra, di acqua e di sole. Ma c'è pure la jungla, c'è sem­pre il pazzesco caos di piante e arbusti che lottano per la vita e l'urlo lamentoso degli animali che hanno terrore SH uni degli altri. Come se il ridere provasse qualcosa!
Harry - E secondo te, noi e il partito non vogliamo di­struggere la jungla?
Ada - No, secondo me voi non la volete distruggere. Non avete mai protestato contro la jungla della società indu­striale. Non avete mai voluto distruggere i suoi valori perché volevate possederli. Che un uomo passi tutte le sue ore lavorative di fronte a una macchina, vi sembra un defitto soltanto perché quella macchina non è sua. Madonna! La gloria di possedere una macchina!
Sara - E così, non ce ne dovrebbe più importare? Dovrem­mo andarcene tutti?
Ada - Importarcene! Importarcene! Che diritto abbiamo che ce ne importi? Come ci possiamo interessare del mondo fuori di noi, quando il nostro mondo interiore è un caos? Importarcene! Ti sei mai fermata, mamma - proprio fermata - e ti sei vista in piedi, a braccia aper­te e ferma? Venite tra le mie braccia! Tutti, venite fra le mie braccia. Ma Santo Iddio come puoi immaginare che le tue braccia sian lunghe abbastanza? Con quale auda­cia pensi di poter accogliere un miliardo di persone in una teoria? Dimmi un po', con quale immensa, meravi­gliosa, presuntuosa audacia?
Ronnie - Udite! Udite!
Harry - Ma questa è un'epoca industriale, sciocca! Affron­tiamo i fatti.
Ada - (sarcastica) Non facciamoci illusioni!
Harry - (con lei) Non facciamoci illusioni è la sfida del nostro tempo.
Ada - Balle!
Harry - Non la puoi evitare.
Ada - Figurati!
Harry - E allora sei vile - non ti dico altro - sei vile.
Sara - (triste) Visto l'esempio che ha avuto da suo padre.
Harry - (a questa pugnalata alla schiena) Che vuoi dire l'esempio di suo padre?
Sara - Non mi capisci, è vero?
Harry - offeso e disgustato) Ah! mi fai nausea!
Sara - (canzonandolo) Ah! mi fai nausea! Io gli faccio nau­sea! A lui, al mio bell'uomo! Lo sai che se quella pensa cosi la colpa è tua, questo lo sai?
Harry - Sì, mia!
Sara - Certo, tua, o di chi?
Ronnie - (raccoglie i piatti e scappa in cucina) Vado a rigo­vernare.
Harry - Non l'ho allevata io... hai fatto tutto da te.
Sara - Proprio questo è il punto. Non l'hai allevata tu... Tu non c'entravi, vero? Hai lasciato fare tutto da me, e tu intanto andavi da tua madre, o al cinema o con gli amici.
Harry - Già, me ne andavo con gli amici. Sicuro!
Sara - E allora? Non ci andavi? Vorrei aver tanti soldi per quante volte andavi al cinema.
Harry - O piantala, Sara.
Sara - Piantala! Non sa dir altro! piantala! Lasciami in pa­ce! Ecco com'era. Ti lasciavo in pace. È per questo che mi son trovata nei pasticci.
Ada - Mamma, io vado a casa.
Sara - (carezzevole e pentita) No Ada, resta, è presto. Re­sta. Giochiamo a carte.
Ada - Sono stanca, e devo scrivere a Dave.
Sara - Allora resta qui e scrivigli. Staremo tranquilli. Ronnie esce, il babbo va a letto e io ho da lavare. Stai qui Ada! rimani! Che bisogno hai di correre a casa? Sola in quel miserabile appartamento gelato di due stanze! Re­sta qui, siamo una famiglia, no?
Ada - (mettendosi il cappotto) Anch'io ho da lavare, devo andare.
Sara - Te lo faccio io. Che ci sta a fare tua madre? Appe­na esco dal lavoro vado da te e mi porto qui la bianche­ria. Resta qui. Sei in compagnia forse verranno zio Hymie e zia Lottie. Perché vuoi star da sola?

Ada - Non ho paura di star da sola devo andare.


Sara - (stanca) E allora vai! Domani ti vediamo?
Ada - Sì, verrò domani sera a cena. Buonanotte, Ronnie.
Ronnie - (venendo dalla cucina) Buonanotte, Addy.
Sara - Ronnie, stai rigovernando?
Ronnie - Sto rigovernando.
Sara - Per te non sto in pensiero, ma tua sorella scappa via. Appena sente odore di grane, scappa. Perché scappa Ronnie? Una volta si sedeva con noi e discuteva. Ora corre a casa sua - e che casa! due stanze e un'ombra!
Ronnie - Ma anche lei è sposata, mamma! Non credi che abbia le sue preoccupazioni quando pensa che effetto le farà rivedere Dave dopo tanti anni?
Sara - Ma almeno tu non sfuggi le discussioni. Almeno ci sei tu che mi aiuti a risolvere i problemi.
Ronnie - Mamma, la mia sola virtù - se ne ho - è di immaginare che i problemi si possan risolvere parlandone -domandalo al mio maestro! (Torna in cucina).
Sara - (stanca, a Harry) Lo vedi cosa fai? Quella è tua figlia. E suo padre non le dice nemmeno una parola per farla rimanere. Non te ne importa niente della famiglia. Tutta la tua vita hai lasciato che la famiglia ti rovinasse attorno, perché non te ne importa niente.
Harry - Non l'ho mandata via io!
Sara - (amara) No, non l'hai mandata via tu, come avresti potuto? Tu, il buon papà! (Harry si volta e alza le spalle penosamente). Guardati! Ti sei fatto la barba stama­ni? Guarda tutte quelle cicche per terra! E la camicia! Quant'è che non te la cambi? Lui sta seduto! Nulla lo scuote, nulla lo turba. Lui sta seduto! Un padre! Un ma­rito!
Harry - (prendendo una sigaretta per accenderla) Lascia­mi in pace, ti prego, lasciami in pace, Sara. Sei tu che hai cominciato a litigare, non io.
Sara - (strappandogli di mano la sigaretta) Ma devi sem­pre fumare? parla - parla con me, Harry.
Harry - Sara! (Si ferma, soffoca e si guarda attorno atter­rito) Mamma mamma. (Ha avuto il primo colpo).
Sara - (spaventata ma non isterica) Harry, Harry! Che hai?
Harry - (in yiddish, dolcemente) Vie iss sie der mam­ma?

Sara - Smettila, Harry.


Harry - Sie iss dorten - der mamma?
Sara - Ronnie, Ronnie! (Ronnie viene dalla cucina). dottor Woolfson! corri, chiamalo!
Ronnie - Che succede?
Sara - Non lo so. Forse è un colpo. (Ronnie corre via). Harry, era soltanto una discussione, stupido! Basta coi tuoi giochetti! Harry, Harry, mi senti?
Harry - Vie iss sie? Mamma mamma.

Sipario.


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